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E dove sta scritto. Sempre in "Stato e Rivoluzione", ad esempio, possiamo leggere: Così, nella prima fase della società comunista (comunemente chiamata socialismo), il "diritto borghese" non è completamente abolito, ma solo in parte, cioè unicamente per quanto riguarda i mezzi di produzione. Il "diritto borghese" riconosce la proprietà privata su questi ultimi a individui singoli. Il socialismo ne fa una proprietà comune. In questa misura - e soltanto in questa misura - il "diritto borghese" è abolito. oppure anche: In Marx non v'è un briciolo di utopismo; egli non inventa, non immagina una società "nuova". ma una cosa deve restrea chiara: . Il passaggio dal capitalismo al comunismo, naturalmente, non può non produrre un'enorme abbondanza e varietà di forme politiche, ma la sostanza sarà inevitabilmente una sola: la dittatura del proletariato. Grazie. Non si finisce mai di imparare. Ma a questo punto mi sorgono dei dubbi. Se in una società socialista sono consentite queste rendite derivate dagli alloggi abitativi e/o commerciali esiste però un "limite" ? Cioè un signore che lascia sfitto il suo secondo immobile per farci andare la figlia quando sarà maggiorenne va bene, un privato che percepisce 3000 euro al mese da 3 immobili commerciali va bene, ma quindi andrebbe bene anche un privato che di immobili ne ha 5? Pure uno che ne ha 10? Oppure anche uno che ha ne ha 20 e percepisce 15.000 al mese? |