Comunismo - Scintilla Rossa

La Baia dei Porci

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view post Posted on 17/4/2024, 08:15
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da I Maestri del Socialismo

17-19 APRILE 1961: GLI USA ANNIENTATI ALLA BAIA DEI PORCI


Nel 1959, in piena Guerra Fredda, un evento particolare sconvolse l'assetto geopolitico statunitense. I giovani rivoluzionari Ernesto "Che" Guevara e Fidel Castro conquistarono l'Avana, dopo aver spodestato il regime filoamericano di Batista. Nel 1960, Castro chiese e ottenne l'aiuto sia economico che militare dei paesi comunisti. In questo modo l'Unione Sovietica si aggiudicò un alleato strategico soprattutto da un punto di vista geografico. Situata nel Mar dei Caraibi, a pochi chilometri dalla Florida, Cuba divenne la spina nel fianco degli Stati Uniti.
Nello stesso anno il presidente statunitense Eisenhower pianificò un attacco per spodestare Castro, organizzando militarmente i gruppi di esuli cubani scappati dal regime. In base alle informazioni trasmesse dalla CIA, i 1.511 esuli cubani avrebbero potuto sconfiggere Castro. Questi "esuli" che formeranno la Brigata 2506 prima della Rivoluzione avevano posseduto complessivamente a Cuba 400 mila ettari di terra, 10 mila case, 70 fattorie, cinque miniere, due banche e dieci zuccherifici.
In effetti l'invasione di Cuba aveva cause politiche ed economiche. I motivi politici erano dovuti al fatto che Fidel Castro era favorevole ad una aggregazione e una democratizzazione operaia o contadina di tipo consiliare dell'America Latina. Gli statunitensi erano poi in piena politica del contenimento, ed erano decisi a riportare l'isola sotto la sfera d'influenza statunitense.
Più estesi i motivi economici. Nel giugno 1960 Fidel Castro aveva nazionalizzato le raffinerie della Esso di John D. Rockefeller e della Shell di Marcus Samuel, ad Havana Harbor e della Texaco di Joseph S. Cullinan, Thomas J. Donoghue, Walter Benona Sharp e Arnold Schlaet a Santiago de Cuba, perché si erano rifiutate di raffinare il petrolio sovietico. Il 17 settembre espropriò tutte le banche statunitensi, compresa la First National City Bank of New York di James Stillman Rockefeller, la First National Bank di Boston, e la Chase Manhattan Bank di David Rockefeller; in ottobre chiuse casinò e catene di alberghi Riviera e Capri, di Meyer Lansky, di Lucky Luciano, di Santo Trafficante Sr., di Frank Costello.
In campo agricolo, con la riforma agraria, il governo aveva distribuito ai contadini cubani, raccolti in società cooperative, 270 mila ettari di latifondo e porzioni di territorio già coltivato, circa 35 mila ettari della United Fruit Company di proprietà di Nelson Rockefeller (Rockefeller-owned United Fruit Company, UFCO) della quale Allen Dulles, direttore della CIA, aveva capitali azionari e come socio di maggioranza ne era presidente e rappresentante legale insieme a suo fratello John Foster Dulles, Segretario di Stato. Avevano perso proprietà la ITT Corporation e altre aziende americane, la maggior parte produttrici di zucchero, fra cui la West Indies Sugar Company di George Herbert Walker Jr., per un totale di 70.000 ettari, colpendo direttamente gli interessi dei proprietari delle società statunitensi e avvicinandosi, con lo scambio di zucchero per petrolio, all'Unione Sovietica. Questi terreni furono risarciti al prezzo dichiarato dalle società al catasto cubano ma i proprietari si lamentavano che era troppo poco. I diritti di tutte queste società venivano sostenuti per interessamento del direttore della CIA.
Questi furono i motivi per cui gli USA decisero di intervenire. Il piano d'attacco prese inizialmente, sotto la presidenza Eisenhower, il nome di Operazione Zapata. Una volta diventato presidente, John Fitzgerald Kennedy confermò l'invasione di Cuba, ma buona parte del piano iniziale fu stravolto, complici anche una serie di informazioni scorrette giunte a Washington. Quella che doveva essere la cacciata di Castro da Cuba si trasformò nella disastrosa invasione della Baia dei Porci. Gli esuli non potettero nulla contro gli armamenti sovietici che Castro, avvertito dai servizi segreti comunisti dell'imminente invasione, aveva già disposto a difesa dell'isola.
Lo scontro della Baia dei Porci durò appena 63 ore. Tutto terminò alle 17.30 del 19 aprile, quando le forze dell'Esercito Ribelle e delle Milizie Nazionali Rivoluzionarie presero d'assalto le ultime posizioni dei mercenari a Playa Girón e gli invasori furono respinti lasciando sul campo oltre 200 morti e 1197 prigionieri: a nessuno di costoro fu torto un capello e furono scambiati con aiuti alimentari. Tra i combattenti delle forze rivoluzionarie e la popolazione civile vi furono 176 morti e oltre 300 feriti.
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view post Posted on 21/4/2024, 09:22
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da fb Pietro Secchia Nuovo
19/04/1961, fallisce miseramente il tentativo d'invasione della "baia dei Porci" sull'isola di Cuba.
In verità nel post, ciò che m'interessa mettere in risalto è come in quei tre giorni di combattimenti, le forze armate cubane, si dimostrarono molto risolute e preparate, non solo ideologicamente ma estremamente pronte nel difendere la Rivoluzione, anche se in quella circostanza i loro armamenti non fossero, decisamente all'altezza della situazione...
Mi spiego meglio.
Nel 1961 le "Fuerzas Armadas Revolucionarias de Cuba" (FAR) si trovavano ancora in una fase di riorganizzazione e di transizione: armi ed equipaggiamenti moderni forniti dai paesi del Patto di Varsavia o acquistati nelle nazioni europee erano ancora in fase di consegna, e gran parte degli uomini doveva ancora utilizzare i rimasugli del vecchio esercito del dittatore Batista.
Le forze terrestri regolari erano suddivise in nove divisioni di fanteria, ciascuna con due brigate di 1.800 uomini e unità di supporto, oltre ad una divisione corazzata recentemente formata con l'assistenza sovietica.
A parte alcune aliquote della divisione corazzata e alcune batterie di artiglieria le forze regolari non furono coinvolte negli scontri della Baia dei Porci, che invece furono portati avanti principalmente dalla Milizia nazionale rivoluzionaria (MNR), un'organizzazione di recente formazione composta sostanzialmente da gruppi di civili armati raccolti tra i sostenitori della rivoluzione: nove battaglioni della milizia, oltre a una batteria d'artiglieria e altre unità ausiliarie, sostennero il grosso degli scontri alla Baia dei Porci.
Anche un battaglione della Policía Nacional Revolucionaria prese parte ai combattimenti.
Anche se l'equipaggiamento aereo della "Defensa Anti-Aérea y Fuerza Aérea Revolucionaria" (DAFAR) non è del tutto noto, si ritiene che nell'aprile 1961 i velivoli da combattimento operativi fossero: nove bombardieri Martin B-26 Marauder di fabbricazione statunitense, dieci caccia Hawker Sea Fury di origine britannica, due caccia North American P-51 Mustang e due caccia Republic P-47 Thunderbolt statunitensi, oltre a quattro jet d'addestramento Lockheed T-33 Shooting Star sempre di origine americana.
Il comandante dell'aeronautica cubana, temendo un bombardamento, aveva predisposto l'occultamento degli aerei da combattimento lontano dalle basi, protetti da reti mimetiche, facendo dormire i piloti al pomeriggio sotto le ali degli aerei in modo che fossero ben protetti ma pronti all'intervento in qualsiasi momento.
Inoltre, furono lasciati sulle piste degli aeroporti vecchi aerei civetta non funzionanti, per attirare su di loro le bombe e ingannare gli attaccanti.
Contrariamente i mercenari anti castristi, circa 1.400 uomini (in verità non tutti cubani) furono reclutati a Miami.
Tra questi si contavano 110 latifondisti, 24 grandi proprietari terrieri, 67 proprietari di immobili, 112 grandi commercianti, 194 ex militari e poliziotti, 179 benestanti della borghesia, 55 magnati dell'industria, 112 sottoproletari, 236 lavoratori a tempo indeterminato, 82 dirigenti, 200 membri di club aristocratici e 82 soldati statunitensi.
Questi mercenari furono addestrate da agenti della CIA, in una azienda (finca) di caffè, di proprietà di Robert Allejos, fratello di Carlos ambasciatore del Guatemala negli Stati Uniti.
La base, chiamata Campo Trax, vicino a Retalhuleu sulle montagne meridionali del Guatemala, era al comando di Jack Hawkins.
Circa 240 uomini erano studenti universitari, 200 uomini erano ex militari cubani della truppa di Batista, dei quali 14 ricercati a Cuba per omicidio, torture e stupro.
Ognuno di questi mercenari era pagato 400 dollari al mese durante l'addestramento, con una cifra addizionale di 175 dollari per la moglie e qualcosa in più per ogni figlio.
I comandanti militari, assunti dal responsabile esecutivo della CIA Richard Bissel, furono gli stessi usati per il colpo di stato in Guatemala contro Arbenz del 18 giugno 1954: più esattamente mister Tracy Barnes, David Atlee Phillips, David Morales, Jake Esterline, William "Rip" Robertson, Howard Hunt, Gerry Droller alias Frank Bender, Desmond Fitzgerald, William Harvey e Ted Shackley; tutti uomini della CIA.
Il comando dei mercenari, non fu dato (come in uso al tempo) ad un colonnello ma a un medico: Cardona fu costretto da Allen Dulles ad ingaggiare Manolo Artime, un giovane medico di 28 anni.
Quest'ultimo inviato dall'ala conservatrice cattolica dei GESUITI, appoggiato da padre Posada, un sacerdote gesuita, che lo fece incontrare col cardinale Avery Robert Dulles pure membro gesuita, che lo pose sotto la protezione di suo zio Allen Dulles.
Gli altri comandanti furono Pepe San Roman, Eneido Oliva, vice comandante, e i due supervisori della CIA Grayston Lynch e William "Rip" Robertson della Special Activities Division.
Il 14 aprile 1961, la forza paramilitare cubana partì da Puerto Cabezas, in Nicaragua, salutata dal generale Luis Somoza, presidente del Nicaragua.
Quando Castro lesse l'articolo sul Washington Post disse: "... ora sappiamo quando ma non sappiamo ancora dove".
Partirono sei navi mercantili, più una vecchia nave da sbarco (Landing Craft Infantry, LCI), la USS San Marcos, prese in affitto dalla Garcia Lines, società marittima di Alfred Garcia, al prezzo di 600 dollari al giorno per ogni nave, più carburante, cambusa e personale.
Il 17 aprile, all'una di notte, un gruppo di uomini rana arrivò sulla spiaggia per segnalare alle navi la posizione dello sbarco.
Una camionetta cubana in perlustrazione li scambiò per pescatori, ma un uomo rana aprì il fuoco contro la camionetta, gettando l'allarme fra le forze cubane, che in questo modo seppero che lo sbarco era incominciato.
I 1453 mercenari del corpo di spedizione anticastrista cominciarono lo sbarco nella Baia dei Porci, portando a terra anche carri armati e camion.
Tuttavia ad attenderli trovarono i soldati dell'esercito cubano, al comando dei quali c'erano gli ex guerriglieri del Movimento 26 luglio, più esperti nel combattimento in quelle zone, che avevano attraversato durante i mesi della rivoluzione fino ad arrivare alla presa dell'Avana.
Allen Dulles si trovava a Puerto Rico per imbarcarsi col gruppo dell'Operazione 40, ideata dalla CIA e tenuta segreta anche allo stesso Kennedy, che comprendeva un gruppo di tiratori scelti della CIA, inizialmente 40 e poi portati a 70 militari e poi 80, che avevano il compito di falcidiare i quadri politici comunisti cubani.
A capo dello squadrone della morte c'era Joaquin Sanjenis Perdomo, ex capo della polizia a Cuba, al tempo del presidente Carlos Prío Socarrás e ne facevano parte David Atlee Philips, Howard Hunt e David Sánchez Morales.
Il 18 aprile alle ore 14:00 circa, il segretario generale del PCUS minacciò subito un intervento delle forze armate sovietiche.
Scrisse da Mosca una lettera intitolata "Sia posta fine all'aggressione statunitense contro la Repubblica di Cuba (End U.S. Aggression Against the Republic of Cuba).
Il contingente della CIA, Operazione 40, con Allen Dulles, trasportati su un battello, in rotta verso l'Avana, fu richiamato quando si seppe che non poteva essere impiegato perché lo sbarco era fallito.
Il 19 aprile, i mercenari al servizio della CIA, avendo finito le munizioni ed essendo senza cibo e acqua, fisicamente allo stremo, incominciò la ritirata verso la spiaggia del Giron, dove furono stretti in una tenaglia di fuoco rivoluzionario.
Affinché non fossero falciati dal micidiale fuoco cubano, sulla portaerei Essex fu preparato un gruppo di Skyhawk A-4s, ripitturati in grigio chiaro, cancellando tutti gli scudetti e i numeri d'ordine, e armati con cannoni da 20 mm.
Questi aerei furono mandati come scorta ad un primo gruppo di bombardieri B-26 ma arrivarono in ritardo a causa di un malinteso dovuto alla differenza di fuso orario fra l'ora locale del Nicaragua e di dove si trovava la portaerei vicino a Cuba.
Di conseguenza, i primi bombardieri cercarono di giungere alla spiaggia della ridotta dei mercenari anti castristi, ma ne furono abbattuti ben quattro ed allora i restanti tornarono indietro.
Leo Francis Berliss e Thomas Williard Ray, piloti statunitensi dei B-26, avevano combattuto, cercando, con bombe, razzi e mitragliatrici, di rallentare la chiusura del cerchio a playa Giron e dare modo ai soldati di ritirarsi.
I due piloti americani, abbattuti dai più veloci Sea Fury e T-33, sopravvissero ma cercando di scappare furono colpiti e i loro corpi furono congelati e tenuti a Cuba a estrema memoria, come prova del coinvolgimento statunitense.
Gli aerei da caccia cubana delle FAR, più i T-33 (aerei d'addestramento e armati nella necessità di sola mitragliatrice), salvatisi dai bombardamenti del 15 aprile perché nascosti lontano dagli aeroporti, si levarono in volo e, sparando dei razzi da 76 mm, affondarono la nave di comando Rio Escondido e la nave Houston che trasportavano le munizioni, le radio ricetrasmittenti e i rifornimenti, lasciando gli attaccanti completamente inermi, senza collegamenti, senza benzina e senza alimenti.
Il capitano Enrique Carreras Rojas, noto come "il nonno", lanciò quattro razzi verso l'imbarcazione americana chiamata Houston, in navigazione otto chilometri a sud della Plaia Lunga, colpendola.
Altri due aerei la colpirono con i loro razzi.
Per salvarla dall'affondamento, il capitano della Houston diresse la nave verso la costa, facendola arenare.
Gli aerei rientrarono e ricaricati fecero una nuova incursione colpendo l'imbarcazione americana Rio Escondido, ferma proprio di fronte alla Playa del Giron, che, essendo carica di combustibile, prese fuoco e affondò in breve.
In successivi attacchi fu danneggiata un'altra nave che si allontanò, furono danneggiati molti mezzi da sbarco e tre barche.
Fra il 17 e il 20 aprile i dieci piloti delle FAR cubane effettuarono settanta missioni, abbattendo nove bombardieri B-26 americani su sedici impiegati, affondando due navi da 5.000 tonnellate su sei impiegate e inoltre una nave comunicazioni, tre lance da sbarco d'equipaggiamento e cinque lance da sbarco truppa.
L'operazione Zapata, nonostante i combattenti sbarcati avessero ricevuto un approfondito addestramento militare americano, un rilevante supporto logistico, fu un clamoroso insuccesso.
I mercenari anticastristi ebbero circa 104 morti, mentre l'esercito cubano ebbe 157 morti, purtroppo sotto i bombardamenti americani morirono molti civili.
26 combattenti riuscirono a ritirarsi e furono tratti in salvo sul sommergibile americano in condizioni pietose, essendo rimasti 5 giorni senza cibo e senza acqua.
Circa 1.113 controrivoluzionari si arresero, furono arrestati, imprigionati e processati; venti mesi dopo, il 21 dicembre 1962, furono rilasciati in cambio di 53 milioni di dollari in alimenti per bambini e farmaci.
Solo due di loro, che erano stati condannati in precedenza a Cuba per omicidio e torture, furono trattenuti e condannati a trent'anni di prigione.
Per concludere, ricordo alle amiche ed agli amici che mister Eisenhower approvò una spesa iniziale di 4 400 000 dollari (nel 1959) che comprendeva 950 000 dollari per l'azione politica,
1 700 000 dollari per la propaganda, 1 500 000 dollari per le forze paramilitari e 250 000 dollari per lo spionaggio.
Un anno dopo, la realtà dei fatti relativo al costo del tentativo di sbarco da parte dei mercenari anti castristi, per i contribuenti statunitensi ammonterà a più di 46 milioni di dollari, a cui si aggiunsero i 53 milioni di dollari di risarcimento al legittimo governo Rivoluzionario.
 
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