Comunismo - Scintilla Rossa

La nostra generazione ha scoperto che uscire la sera fa schifo

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view post Posted on 24/9/2016, 14:08

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La nostra generazione ha scoperto che uscire la sera fa schifo



I giovani riscrivono le convenzioni e stabiliscono nuove regole: quasi riescono a fare eleggere i propri candidati, vanno in giro in "hoverboard" che non sono altro che Segway, scrivono pezzi d'opinione autocelebratori. A quanto pare, sono anche la prima generazione ad ammettere che uscire la sera fa schifo.

"Sono la più grande generazione di poltroni," così li descrive il New York Post in uno dei migliori articoli che siano mai stati scritti. Cosa si dice di noi? Che guardiamo più telefilm e passiamo più tempo al telefono della generazione X, che ci rifiutiamo di socializzare nel mondo reale, e ancora, forse la cosa peggiore di tutte, che "molti giovani decidono di passare una serata tranquilla a casa." Beviamo anche meno di quanto crediamo: "Una ricerca del 2016 condotta da Heineken ha riportato che quando i millennial escono, il 75 percento beve con moderazione."

Il New York Post cerca di spiegare la pigrizia dei giovani, includendo la testimonianza di un neurologo secondo cui le persone giovani sono sempre più spesso esaurite e il fatto che uscire la sera nella grandi città è molto costoso. Ma anche quelli tra noi che non sono sempre al verde e stanchi non amano comunque le vecchie care modalità di socializzazione, per esempio stare seduti in un bar con le luci basse a calarsi shot finché succede qualcosa. Forse dipende dai social? Oh, e uscire con qualcuno! Cos'è successo agli appuntamenti?

"La verità è che, pensatela come volete, per noi Netflix and chill è davvero uno stile di vita," ha commentato un millennial all'articolo.

Ci sono vari motivi per rimanere a casa—non stupisce che una generazione che ha raggiunto la maggiore età dopo l'11 settembre e la crisi finanziaria sia un po' più frugale delle precedenti. Ricordatevi che la generazione che ci ha preceduto era così decadente e isolata dalla realtà che la flanella era la loro moda e la serie tv più in voga, Friends, aveva come protagoniste sei persone che passano il tempo al bar e ogni tanto si accoppiano tra loro. I millennial invece sono una popolazione avversa al farsi carico di rischi non necessari, e questo fa sì che non siano propensi a far proseguire il sabato sera fino alla domenica mattina.

Bisogna anche aggiungere che i problemi di soldi a tutti noti rendono abbastanza ovvio il fatto che non vogliamo spendere 100 euro per una serata fuori che ci faccia svegliare il giorno dopo con il mal di testa e una scarpa sola. O forse ancora dipende dal fatto che "millennial" è una categoria che include anche i trentenni, e persone abbastanza vecchie da conoscere il linguaggio di programmazione non hanno voglia di passare i fine settimana a sniffare qualunque cosa venga loro offerta in bagni unisex o a ballare o a parlare dell'assassinio di JFK per sette ore di fila.

Per quasi tutta la storia dell'uomo, i giovani hanno passato il tempo a "uscire", ovvero strafarsi di qualche erba semi-velenosa, fare sesso con estranei, svegliarsi in un campo, etc. I giovani sono sempre stati messi alla berlina per questo da chi ci era già passato, che affermava che ai tempi suoi le erbe erano meno velenose e i coiti in esterni meno gretti. Molti ragazzi, ovviamente, poi mettevano la testa a posto, si costruivano una famiglia e cercavano di sopravvivere al terribile sistema finanziario dei tempi. Ogni tanto avrebbero rivisto quel campo e avrebbero riso, sollevati del fatto che la loro fase da cretini era passata, e che quello che volevano fare ora era semplicemente passare la serata intorno al fuoco con i loro amici più intimi a parlare dell'ultimo episodio di quella serie tv. Al massimo, qualcuno portava un occasionale ciuffo di erbe velenose per rallegrare le cose.

Ma i millennial—se c'è da credere al Post, e perché non dovremmo?—stanno saltando a piè pari tutte queste stronzate, queste serate in cui hai vent'anni ormai da un pezzo e non ti diverti nemmeno più a svegliarti in un campo ma ti senti obbligato a farlo per la paura che quando sarai grande proverai il rimorso di non aver passato abbastanza sabati sera a vomitare e intanto mandare messaggi ai tuoi amici. "Uscire" è costoso, è affollato, puzza, i musicisti fanno schifo, le discoteche anche peggio.

Sapete cos'è bellissimo? Stare sul divano a guardare i telefilm. Avete mai provato? Basta mettere vestiti comodi, ordinare il cibo che preferite con una app e mangiare con le mani, andare a letto quando volete—per molti esseri umani che l'hanno testata, la serata tipica di questa generazione è un'irraggiungibile vetta di piacere. La gente si preoccupava di cose come la siccità, le carestie, le invasioni di uomini con cavalli e spade. Non sottovalutate i semplici lussi che possiamo permetterci: un bicchiere di vino, un tetto sulla testa, e uno schermo su cui guardare qualunque cosa ci venga in mente.

Perciò, state a casa stasera. Comprate una buona bottiglia di vino o una di quelle birre artigianali da borghesoni. Guardatevi un intero concerto di Prince o uno sfracello di puntate del Peep Show. O ancora più ribelli, leggetevi un libro. Dormite quando siete stanchi. Svegliatevi riposati, per una volta. Andate al parco. Resterete sorpresi da tutti i posti in cui si può andare quando si sta in casa, e di quanto siano tutti simpatici quando ci arrivate.

http://www.vice.com/it/read/i-millennial-h...source=vicefbit
 
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view post Posted on 24/9/2016, 15:26
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quanto cazzo fa schifo Vice, ogni articolo me lo conferma.
il peggio del peggio della "cultura" borghese pseudogiovanile tipica delle middle-class urbane occidentali.
non per niente finiscono embedded con daesh e compari...
 
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view post Posted on 24/9/2016, 15:55

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Concordo e questo articolo la dice lunga
 
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view post Posted on 29/9/2016, 14:19
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per capire la feccia pubblicata da Vice, articolo fresco fresco

Dall'Italia a Pyongyang: come sono finito in un tour propagandistico in Corea del Nord

In quest'ultimo il revisionismo storico era totale: secondo la versione nordcoreana, la Corea del Nord ha tentato di liberare la Corea del Sud ma ha dovuto desistere quando tutto il mondo si è schierato contro di lei. Quando abbiamo fatto notare alla nostra interprete che in realtà in quell'occasione Pyongyang aveva avuto il supporto di Cina e Unione Sovietica lei ci ha detto, "Sì, ci hanno aiutato, ma non tanto."

Oltre al revisionismo storico, un'altra cosa impressionante era l'onnipresente culto della personalità dei vari leader della famiglia Kim. In tutti gli edifici pubblici c'erano le loro foto e non li si poteva indicare col dito ma solo a mano aperta, in segno di rispetto. Prima di qualsiasi evento c'era sempre la cerimonia di saluto al Grande Maresciallo Compagno Kim Jong-un. Nel museo della tecnologia, su tutti i computer c'erano targhe con scritto "dono del Grande Maresciallo." C'era persino una sedia su cui non ti potevi sedere perché una volta ci si era seduto il Grande Maresciallo.

Ma il luogo in cui questo culto della personalità era più evidente è stato senza dubbio il mausoleo dei due leader. Ci si può entrare solo in quattro per volta, vestiti eleganti, ed è composto da due stanze presidiate da militari, una dedicata a Kim Il-sung e una a Kim Jong-il. Per entrarci bisogna passare da uno zerbino rotante che ti pulisce le suole delle scarpe, da dei soffioni che ti sparano l'aria addosso per purificarti e percorrere un corridoio lunghissimo. Quando abbiamo chiesto come mai fosse così lungo, ci hanno detto che è perché così durante il tragitto si può riflettere sul bene che i due leader hanno fatto al popolo nordcoreano.

Vedendo tutto questo, si capisce bene quanto sia forte e pervasivo l'indottrinamento a cui sono sottoposti i cittadini nordcoreani.

In generale, andandoci di persona ho avuto modo di confrontare quello che vedevo con l'immagine che tutti noi abbiamo della Corea del Nord. Ad esempio, le nostre idee sul clima di controllo, la repressione, la paranoia diffusa e l'indottrinamento corrispondono effettivamente a verità. Per il resto Pyongyang mi è sembrata una città normale—anche se l'ho vista quasi solo dai finestrini del pullman. Mi è sembrata una città molto pulita e tranquilla, apparentemente non più povera di Pechino. C'erano molte auto e anche un po' di traffico, mentre non ho mai visto mendicanti o situazioni di degrado. Probabilmente però anche quello era parte del tour, e nelle campagne è diverso: come ho potuto vedere, appena si esce dalla capitale l'autostrada diventa piena di buche, le auto non si vedono, la gente gira in bici, i trattori sono vecchissimi e nei campi si vedono anche aratri trainati dai buoi.

Anche per quanto riguarda le armi nucleari—un altro argomento di cui si parla molto in relazione alla Corea del Nord—il modo in cui ne abbiamo sentito parlare durante la nostra permanenza lì è stato molto diverso da quello che ci saremmo aspettati. Mentre eravamo lì c'è stato un test missilistico, ma noi non ne abbiamo saputo niente perché i cellulari non prendevano. L'abbiamo scoperto solo quando siamo riusciti a chiamare l'Italia dal telefono del nostro albergo, così siamo andati a chiedere informazioni al riguardo alla reception. Loro ci hanno semplicemente detto, "Sì, c'è stato un test, è andato tutto bene." Non l'hanno tenuto nascosto, anzi ne erano molto orgogliosi, ma non l'hanno festeggiato. Del resto—come ci è stato detto durante la lezione sulla Juche—per il regime il nucleare serve solo a scopo difensivo, come deterrente, perché la vittoria finale arriverà in modo pacifico. Per il regime la riunificazione delle due Coree non può avvenire con la forza, ci hanno detto, perché i nordcoreani considerano i sudcoreani come dei fratelli—cosa che non si direbbe, considerate tutte le terribili testimonianze sui modi in cui il governo nordcoreano cerca di arginare le defezioni verso il sud.
 
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