Comunismo - Scintilla Rossa

I padroni si riuniscono sull’alternanza scuola-lavoro al meeting di CL

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 23/9/2015, 13:51

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


La "buona scuola" per i studenti:
Repressione e Lavoro gratuito per le aziende


mentre in questi giorni gli studenti in tutta Italia stanno preparando le mobilitazioni contro la Buona Scuola del duo Renzi/Giannini, come bombe ad orologeria fioccano le denunce contro il movimento degli studenti che era sceso in piazza nel 2013. A questo si aggiungono i tirocini obbligatori dal terzo anno presso aziende, che di fatto sono una manna per le imprese visto che gli studenti non saranno retribuiti. Due ragioni, conosciute, ma che devono essere una spinta e stimolo perché gli studenti prendano a testa delle mobilitazioni contro "la buona scuola" fino alla cacciata del governo Renzi

Scontri a corteo a Milano, processo per quattro ragazzi: atti al Tribunale collegiale
I quattro, tre ragazzi e una ragazza, sono accusati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale per alcuni disordini avvenuti il 16 dicembre 2013 nel corso di una manifestazione organizzata dall'Unione degli studenti contro le riforme per la scuola
Milano, 22 settembre 2015 - Questa mattina, in Tribunale a Milano, si è aperto il processo a carico di quattro giovani, vicini al centro sociale Lambretta di Milano, accusati dei disordini avvenuti il 16 dicembre 2013 davanti al Pirellone, in piazza Duca D'Aosta, durante una manifestazione contro i provvedimenti di riforma della scuola. Gli atti del procedimento sono stati subito trasmessi dal giudice monocratico della decima sezione penale del Tribunale Milano, Mariarosa Busacca, al collegio della stessa sezione, presieduto dal giudice Gaetano La Rocca. I reati di cui sono accusati i giovani, difesi dagli avvocati Mirko Mazzali e Guido Guella, sono infatti di competenza del Tribunale in composizione collegiale. L'udienza è stata quindi fissata per il prossimo 8 ottobre, per le questioni preliminari e l'ammissione delle prove. Tre ragazzi sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale aggravata perché in occasione del corteo indetto dall'Unione degli Studenti avrebbe usato 'violenza nei confronti degli appartenenti al Reparto Mobile della polizia'. Una ragazza, invece, è imputata per aver nascosto il volto durante i disordini con una sciarpa e un casco.

Scuola, tirocini obbligatori: caccia allo stage per gli studenti milanesi

La riforma della Buona scuola impone anche ai licei periodi lavorativi da 200 ore a partire dal terzo anno. I dirigenti ora cercano aziende, musei, biblioteche e archivi disposti ad accogliere gli studenti
di TIZIANA DE GIORGIO
21 settembre 2015

Biblioteche di zona e archivi universitari, studi legali e aziende farmaceutiche. Ma anche musei, ospedali, case editrici, agenzie di pubblicità. Da quest'anno per i liceali arriva il tirocinio obbligatorio. La riforma della Buona scuola introduce una novità importante per le superiori: in tutti i licei - al Berchet come al Beccaria, al Volta come al Leonardo - viene introdotta l'alternanza scuola-lavoro all'interno del normale percorso di studio. Una pratica già avviata da tempo nei professionali e nei tecnici che per la prima volta viene estesa a tutti gli studenti del classico, dello scientifico, del linguistico e degli altri indirizzi liceali. Gli stage sono previsti a partire dal terzo anno e diventano indispensabili per raggiungere il diploma. Duecento ore in totale per ogni alunno, da mettere in cantiere prima dell'esame di Stato. Per riuscire a organizzarli in tempo per quest'anno scolastico sono già al lavoro decine di istituti di città e provincia in cerca di contatti di chi è disposto ad accogliere i propri studenti. "Il provvedimento è entrato in vigore da poco - spiega Michele Monopoli, dirigente del classico Beccaria - ma il tempo già stringe e nel giro di qualche mese dovremo capire dove e come mandare in stage centinaia di alunni: solo nella mia scuola in terza sono in 180". Mettere in moto il tutto non è semplice: "La legge prevede che venga istituito un registro elaborato dalle camere di commercio con i nomi delle aziende disponibili"
, racconta Mara Bariatti, alla guida dello scientifico Vittorini dove lo scorso anno alcuni studenti hanno già sperimentato tirocini al Centro traumatologico ortopedico. "Il problema è che questo elenco da cui attingere ancora non c'è - prosegue - per ora dobbiamo fare da soli", e trovare aziende che mettano a disposizione dei tutor per seguire i ragazzi non è una passeggiata. In questa fase presidi e insegnanti pongono le basi su cui dovranno lavorare soprattutto nei mesi che verranno. Nelle prossime settimane ci sarà un incontro organizzato dalla direzione scolastica regionale in cui verranno date tutte le linee guida che le scuole devono seguire per organizzare i tirocini. Ma sono tanti gli istituti che hanno già degli obiettivi: allo scientifico Volta, per esempio, si cercherà di creare un ponte con le aziende in Germania per mandare studenti che studiano come seconda lingua il tedesco per uno stage di tre settimane. Stesso discorso per il Leonardo, ma con realtà francesi. "Vogliamo anche chiedere all'assessore Cappelli la disponibilità a mandare i nostri ragazzi nelle biblioteche comunali", spiega il capo d'istituto del Volta Domenico Guglielmo. Al Beccaria si cercano accordi con la Statale e la Cattolica, "proveremo anche a stringere legami con case editrici, con i giornali - sottolinea Monopoli - ma anche con studi di architetti e di commercialisti". Il Parini parte già da una buona base: lo scorso anno è nato "Fuori classe", un sistema di accordi e convenzioni che ha permesso ai suoi alunni di candidarsi per brevi tirocini sul campo. Un'iniziativa sperimentale, perché ora la sfida sta nell'estendere quest'esperienza a tutti gli iscritti del triennio.
 
Web  Top
view post Posted on 23/9/2015, 14:47

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
COMBATTE DAVVERO LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE?


di Alessandro Fiorucci*
L’alternanza scuola-lavoro ha assunto negli anni una importanza sempre maggiore all’interno del sistema di istruzione, ma è con l’approvazione della legge 107 (la cosiddetta “Buona Scuola”) che assistiamo ad un sostanziale potenziamento di tali progetti: il programma nel suo complesso si articola in 400 ore per gli istituti tecnici e professionali e 200 per i licei. Per quale motivo il Governo ha spinto così tanto in questa direzione? Lo stesso Presidente del Consiglio definì l’alternanza scuola-lavoro come una “grande occasione” che consentirebbe di frenare e ridurre la disoccupazione giovanile, che attualmente supera quota 44% . Questa considerazione deriva dal presupposto che la disoccupazione sia dovuta ad un gap tra la “domanda” (in termini di capacità richieste) e l’”offerta” del lavoratore, al quale non sarebbero state fornite le competenze adeguate. La responsabilità viene dunque attribuita in primis alla scuola. Tale assunto elude efficacemente quelle che sono le reali cause della disoccupazione, ovvero una generale contrazione del numero di lavoratori nel settore industriale (la quale crea un livello di disoccupazione non assorbibile negli altri settori) le numerose delocalizzazioni , lo sviluppo tecnologico dei macchinari, oltre all’innalzamento dell’età pensionabile (che logicamente frena le assunzioni dei giovani).
Ma tornando all’alternanza, le imprese private potranno “investire” nell’istruzione, fornendo finanziamenti e sviluppando programmi di alternanza ed apprendistato, di fatto otterranno un guadagno non indifferente, risparmiando sulla formazione professionale normalmente svolta internamente all’azienda, e modellando la didattica e la programmazione sulla base delle proprie esigenze. In aggiunta, se la scuola deve creare i futuri operai, tecnici e quadri, tanto vale mettere da parte tutto ciò che non è direttamente funzionale al conseguimento di tale fine. Sostituendo l’istruzione tecnica con la formazione professionale si riduce il livello qualitativo di preparazione fornita al singolo studente. Fa da apripista il caso dell’ENEL: la più grande impresa di energia elettrica italiana ha selezionato alcuni istituti tecnici per progetti pilota di apprendistato, secondo i quali gli studenti verranno assunti con contratti di apprendistato fin dal 4° anno, con successivo impegno dell’ENEL ad assumerli. Siamo proprio sicuri che l’alternanza scuola-lavoro possa in qualche modo incidere riducendo la disoccupazione? Fornendo ai giovani futuri lavoratori competenze estremamente settorializzate, nei fatti li si vincola ad una singola azienda, la quale grazie alle norme introdotte recentemente dal Jobs Act (che rende precari in realtà anche i contratti a tempo indeterminato) con meno difficoltà potrà sbarazzarsi dei dipendenti qualora non fossero più necessari. In un mercato del lavoro estremamente mobile (parola d’ordine: flessibilità!) come quello attuale ciò condiziona decisamente il futuro del lavoratore.
E’ dunque evidente la contraddizione interna allo stesso sistema capitalistico, che non è in grado di fornire un futuro stabile alla gioventù ma che anzi la condanna ad uno sfruttamento sempre maggiore. Un inganno per i futuri lavoratori ed un enorme vantaggio per le imprese, che delegano gran parte della formazione professionale all’istruzione, entrando dirompenti nel mondo della scuola. Non stupisce il fatto che la Confindustria promuova con entusiasmo questi progetti, che ne plauda la rapida realizzazione da parte del Governo Renzi, che ancora una volta si dimostra come perfetta espressione degli interessi padronali. Dietro gli idilliaci quadretti descritti da Renzi ed i suoi ministri, dunque, si cela la realtà, dai tratti ben più drammatici. Per questo possiamo gridare con forza che la “Buona Scuola” è la scuola dei padroni e che i giovani lavoratori non devono aspettarsi nulla di positivo dalle mani di chi li affama.
* Comitato Centrale FGC
 
Web  Top
view post Posted on 14/3/2016, 14:53

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


E' giusto, le scuole ormai sono laboratori (fabbriche) a disposizione dei padroni ed è ovvio che gli studenti debbano timbrare il cartellino come tutti i lavoratori!
Voglio solo ricordare che nel '68, al Parini, difronte a una cosa del genere gli studenti avrebbero fatto a pezzi la macchinetta e il preside!

L'appello è un ornamento della scuola, il primo contatto umano della giornata tra docenti e alunni ma evidentemente si preferisce iniziare a considerare gli studenti numeri (matricole) o semplici oggetti gestiti da supporti elettronici!

Buona Scuola? Se il badge elettronico is the new sessantotto



Il Parini è il Liceo-Ginnasio della Milano bene. Il primo, quello capace di coniugare l'eredità della storia con l'attualità dell'innovazione. Bello spot, no? E' grosso modo quello che ha accompagnato la notizia dell'introduzione al Parini, primo tra gli istituti di Milano, dei 'totem elettronici' in sostituzione dell'appello. "Troppo il tempo prezioso tolto alla didattica con la procedura dell'appello" afferma il preside Soddu. Così all'ingresso della scuola sono comparse due colonnine sulle quali tra le 7 e 45 e le 8 gli studenti possono strisciare il proprio cartellino elettronico, farsi identificare sotto lo sguardo bonario del preside e posizionarsi in classe. 5 i minuti di tolleranza, giustificati come lieve ritardo. Dopo si è costretti a passare per la presidenza per essere ammessi in classe.
Se in altri istituti del paese diventa sempre più frequente il ricorso a strumenti di controllo e identificazione – cartellini, guardie private in portineria, poliziotti nelle aule - per 'respingere gli esterni' e normalizzare la quotidinità scolastica adeguandola a un codice di condotta, il Parini è il primo istituto dove lo strumento del registro elettronico viene associato per scelta a un sistema informatizzato di monitoraggio della presenza/attività dello studente a scuola. "E' un po' come entrare a lavoro" esclama con candore uno studente del liceo intervistato su Rai News 24. "Vogliamo eliminare la burocrazia delle nostre aule - spiega il preside, Giuseppe Soddu - i nostri ragazzi devono entrare in classe e fare lezione, punto".
E' proprio sul servizio che Rai News 24 dedica alla vicenda che l'innovazione informatica viene saldata all'innovazione civile del '68, anzi del '66. Fu proprio il Parini a essere teatro esattamente 50 anni fa di un conflitto che rappresentò il preambolo della rivolta giovanile e studentesca del '68. Qui il giornale studentesco della scuola, 'La zanzara', pubblicò il 14 febbraio 1966 "Un dibattito sulla posizione della donna nella nostra società, cercando di esaminare i problemi del matrimonio, del lavoro femminile e del sesso", con interviste a diverse studentesse del liceo che esprimevano opinioni sulla propria educazione sessuale. L'articolo suscitò scandalo. Gli studenti autori dell'inchiesta vennero denunciati per offesa alla pubblica morale e condotti in questura. Il giudice costrinse i ragazzi a spogliarsi per verificare la presenza di “tare fisiche e psicologiche”. Contro questi soprusi, per la libertà e nello scontro con l'autorità il liceo insorse.
Quale il nesso tra i due fatti? E' la cifra dell'innovazione che, nel costume e nella tecnologia, sorge sempre su un conflitto. Questo è vero, ma può bastare come punto di vista slegato dalla considerazione di forze storiche soggettive determinate? La Zanzara fece emergere una composizione giovanile più ricca per gamma di capacità, aspirazioni e desideri della macchina formazione che ne organizzava la riproduzione/produzione di soggettività. Davanti ai totem del Parini, assistiamo al contrario a una macchina-formazione che si impone su una soggettività studentesca per potenziarne degli aspetti nella macchinizzazione del processo formativo impoverendone la ricchezza.
Eppure i processi di innovazione, proprio perché si innestano su più complessivi processi conflittuali nell'interazione macchina-umano, alludono, nella ristrutturazione di questo rapporto, a sempre nuovi conflitti, a sempre nuove tendenze e talvolta possibilità. D'altra parte la stessa innovazione civile della battaglia de La zanzara del '66 per un pensiero laico e antiautoritario si integrò nella retorica democratica e repubblicana contrapposta, nell'acuirsi dello scontro di classe del decennio successivo, alle forze rivoluzionarie di un nuovo proletariato riottoso e insofferente a una gerarchia di classe espressa non più e non solo nei costumi borghesi, ma nel complesso dell'organizzazione sociale capitalistica alla massima altezza storica del suo sviluppo fordista -industriale. Un esempio su tutti la vicenda di Walter Tobagi, giornalista in erba ai tempi del liceo Parini come redattore de La zanzara, ucciso nel 1980 dal gruppo armato Brigata XVIII maggio. Nel '69 Tobagi entrò all'Avvenire dedicando diverse inchieste proprio al Movimento Studentesco che vide sorgere tra le mura del suo liceo. Gli stessi valori emancipativi de La zanzara, dentro uno scontro ristrutturato negli anni '70, vennero integrati nel discorso borghese a difesa delle libertà democratiche in funzione dell'indistinta offensiva dello Stato alle libertà di un movimento rivoluzionario stratificato e complesso. Proprio l'espressione 'risaia da prosciugare', in voga sulle colonne del Corriere e utilizzata con l'obiettivo di sradicare dal movimento le matrici terroristiche, è quella che meglio qualifica la controffensiva dello Stato come progetto di netto impoverimento di una soggettività sociale nell'interezza della sua profondità di classe, espropriata fin nelle parole, oltre che delle libertà e spesso della vita, in nome di un'innovazione guadagnata su un precedente conflitto. L'opposto della battaglia de La Zanzara. Una tragica ironia della Storia. Sono dunque sempre le punte avanzate di governo di fenomeni complessivi a determinare il segno di alcune tendenze e del loro sviluppo, dell'innovazione. Non la considerazione di scarti, discontinuità, innovazioni – per l'appunto – come tappe di un ipotetico corso della storia universale costellato di valori astratti quali progresso, libertà, scienza.
2016 pariniCosì sui nuovi totem del Parini che genere di conflitto si configura? Quale innovazione? Governata da chi? L'omogeneizzazione dei ruoli nella cooperazione produttiva è la risposta, in termini di merce-formazione prodotta, alla variabile indipendente, e non integralmente controllabile a valle, di una potenziale cooperazione sociale autonoma, interessata, dentro la macchina-scuola, a una valorizzazione per sé, anche a partire dalla valorizzazione individuale; interessata, in altri termini, a usare la scuola e non a farsi usare da questa. Intervenire a monte del processo di formazione della merce forza lavoro serve, in un governo complessivo della forza lavoro giovanile, a ridurre al minimo le possibilità di cooperazione autonoma da usare contro la macchina-scuola e per sé. L'automazione tramite totem e registro elettronico è dunque in primo luogo la forma di una macchina organizzazione per la formazione di una merce forza lavoro omogenea nelle capacità e omologata nella soggettività. Organizzazione come organizzazione dei comportamenti di una cooperazione per la valorizzazione capitalistica.
L'introduzione di questo strumento in primo luogo riduce sempre di più l'interazione e i rapporti tra professori e studenti, fondamentali per ritagliarsi quel margine di autonomia per non essere completamente costretti a un rapporto di totale subalternità tra le mura della scuola. Riduzione di autonomia e deresponsabilizzazione. Ad esempio, oggi al Parini, nella sua programmazione, non sarebbe più possibile spiegare le motivazioni di un ritardo, litigare per il ritardo, annullando quella possibilità dello scontro che, in una qualche maniera, offre la possibilità di esprimere posizioni e ragioni indipendenti. L'automazione governata dalla macchina riduce l'attività umana ad operatività distruggendo qualsiasi margine di autonomia per la costituzione del soggetto. Laddove la colonnina elettronica è programmata in una determinata maniera al di fuori di quello che la macchina comanda non si può fare nient'altro.
Un altra questione è quella dei ritmi. L'incremento di dispositivi di controllo punta ad imporre come mediazione delle relazioni formative nella scuola la produzione di soggettività disciplinate nella capacità di sfruttare ogni minuto a disposizione nello svolgere la propria mansione, senza se e senza ma, ricostruendo sempre di più nelle scuole le caratteristiche asfissianti dei posti di lavoro. Dispositivi come l'appello elettronico ci mostrano quanto in termini di produttività le scuole oggi siano importanti centri per la riproduzione/formazione di una soggettività che assuma una dimensione alienata e disponibile a reggere ritmi alti per un futuro/presente da operaietà a basso costo.

Si tratta dunque, come è facile vedere, di un'innovazione spinta e governata dall'alto, ma comunque indice di ristrutturazioni in corso e dunque di possibili conflitti a venire. Conflitti che torneranno anche nella forma possibile del fuori contro il dentro che va a definirsi con la ristrutturazione in corso: basta dare uno sguardo alle statistiche sull'abbandono scolastico per capacitarsi della frattura in atto... o dell'innovazione.
Il nodo dell'innovazione tecnologica, anche nei processi di riforma e informatizzazione della scuola, passa per chi controlla i processi di macchinizzazione dell'umano: dalla macchina-organizzazione del processo formativo alla macchina-informatizzata del registro elettronico.

Edited by Skatered - 14/3/2016, 15:27
 
Web  Top
view post Posted on 26/8/2016, 14:48

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


I padroni si riuniscono sull’alternanza scuola-lavoro al meeting di CL



Prendete i rappresentanti delle più grandi imprese italiane e metteteli a un tavolo con un rappresentante del Ministero dell’Istruzione. Argomento dell’incontro? Alternanza scuola – lavoro. Ecco servito un perfetto cocktail di fine estate, nella singolare location del Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. L’organizzazione cattolica è infatti fortemente coinvolta nei progetti di alternanza, promuovendoli mediante organizzazioni imprenditoriali e fondazioni ad essa legate. Al meeting sono intervenuti dirigenti di importanti aziende come Enel, A2A e Wind ed il Sottosegretario del MIUR Gabriele Toccafondi.

L’alternanza scuola lavoro, pur essendo ancora in fase di rodaggio, rappresenta un’opportunità particolarmente appetibile per le imprese. E queste ultime al Meeting lo dicono apertamente: è il caso dell’ENEL, che senza giri di parole spiega come sia riuscita ad abbattere i costi per la formazione dei dipendenti grazie all’alternanza. Le scuole si trasformano in veri e propri corsi di formazione per le singole imprese con cui stipulano accordi, e il bello è che sono gli stessi padroni ad ammetterlo. Dietro lo slogan di “avvicinare le scuole al territorio”, che più volte è stata citata alla tavola rotonda del Meeting, si cela la volontà precisa di renderle dipendenti dalle aziende. Tutto ciò si inserisce nel solco tracciato dalla Buona Scuola, in accordo con la cosiddetta “autonomia” degli istituti scolastici, che concorrono tra loro per accaparrarsi i finanziamenti dai privati.

Ma in fondo, direbbe qualcuno, che c’è di male? L’azienda privata finanzia la scuola, lo Stato ci risparmia e gli studenti hanno maggiori possibilità di essere assunti perché più specializzati, no? Il paradiso in terra insomma, dove tutti ci guadagnano e non ci perde nessuno. Peccato che tutto ciò esista solamente nelle bocche di chi cerca di venderci queste verità preconfezionate. In mente hanno ben altro: la consapevolezza dei propri interessi e di come intervenire sulla scuola italiana per conseguirli, anche a costo di snaturarla del tutto. Bernardo Quaranta, responsabile Risorse Umane dell’Enel in Italia, ha affermato che le competenze acquisite nei cinque anni di scuola dai ragazzi assunti finora non erano sufficienti alla diretta introduzione nel lavoro in azienda, e che quindi necessitavano di altri tre anni di apprendistato professionalizzato. Grazie all’alternanza, dice Quaranta, l’anno necessario per formazione aziendale si riduce a uno solo. In altre parole, ciò che prima era onere dell’azienda (cioè il corso di formazione aziendale) oggi è o sarà svolto dalle scuole su richiesta delle singole aziende.

Per scoprire l’inganno basta contestualizzare tutto questo nell’attuale mercato del lavoro in Italia. Oggi, grazie al Jobs Act e alle precedenti misure che hanno introdotto e sviluppato la precarietà del lavoro, si assume con contratti che non danno garanzie di stabilità nel futuro. Quale sarà il futuro degli studenti che hanno svolto l’alternanza in una singola azienda (attività che si sostituisce alla formazione professionale più generale) e che dopo il diploma verranno assunti da quell’azienda? Questi giovani verranno assunti con un contratto precario, o con il cosiddetto contratto “a tutele crescenti”, cioè il nuovo contratto introdotto dal Jobs Act, solo a parole a tempo indeterminato visto che è stata eliminata ogni tutela contro il licenziamento. Ecco che le promesse di questi top manager e le false speranze che cercano di alimentare crollano come castelli di carta: cosa potrà fare un giovane che, dopo aver ricevuto una formazione estremamente parcellizzata e focalizzata su una singola azienda, viene assunto per qualche anno da quell’azienda e poi buttato via come uno straccio, sostituito da nuova manodopera a più basso costo?

Gli studenti sono il grande assente in questo meeting, e sono quelli che pagheranno il prezzo dell’alternanza scuola-lavoro. Una “tavola rotonda” in cui si è discusso su come sfruttare al meglio l’alternanza per fare profitto: c’è stato chi ha proposto di sostituire l’1% della forza lavoro con studenti in alternanza, chi ha risposto “no, ci serve almeno il 2-3%”… Nel frattempo migliaia di studenti in questa estate hanno provato sulla loro pelle la vera natura dell’alternanza, con turni anche di 10 ore non retribuite (o con paghe da fame) in una catena di ristoranti o in albergo. L’alternanza non è ancora entrata a pieno regime (solo il prossimo anno arriverà a coinvolgere l’intero triennio), ma già inizia a mostrare il suo vero volto. Per gli studenti tutto questo si traduce in un nuovo terreno di lotta. Il meeting di CL ci insegna che i padroni non si danno tregua, e anzi si organizzano e orchestrano nuovi piani e strategie sulla nostra pelle. Per quanto ci riguarda l’estate sta finendo, ora tocca agli studenti rispondere a tono, aprendo una nuova stagione di lotte per il diritto allo studio, per i diritti degli studenti in alternanza e per una scuola diversa e più giusta, contro la scuola di classe che i padroni vogliono costruire

Alessandro Fiorucci, Resp Scuola FGC

http://www.senzatregua.it/i-padroni-si-riu...-meeting-di-cl/
 
Web  Top
view post Posted on 22/9/2016, 18:44

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


Intervista a studentessa in alternanza:
«Dovremmo essere pagati per il nostro lavoro»


È passato un anno dall’introduzione dell’alternanza scuola-lavoro obbligatoria sia nei licei che negli istituti tecnici e professionali. In occasione dell’inizio di un nuovo anno scolastico, abbiamo intervistato una studentessa di Torino che frequenta un istituto professionale per i servizi socio-sanitari, chiedendole di raccontarci la sua esperienza.

Descrivici la tua esperienza di alternanza: quali erano le tue mansioni? Dove hai svolto questa esperienza e per quanto tempo? Che orari dovevi rispettare?

Ho fatto alternanza in un asilo della mia zona, a Torino. La giornata lavorativa avrebbe dovuto essere di sette ore, infatti avremmo dovuto lavorare dalle 8.30 fino alle 16.30 con una pausa dalle 12.10 fino alle 13.00. Questa però si riduceva sempre, per esempio ci facevano staccare alle 12.30 e il rientro era sempre alla stessa ora. Gli orari erano molto flessibili. Inizialmente sono stata molto con i bambini, poi però hanno iniziato a farmi pulire la biblioteca o i banchi, lavare per terra… insomma tutto quello che serviva sul momento.

Pensi che questa esperienza sia stata coerente col tuo percorso di studi?

Più o meno. Faccio un socio-sanitario, quindi mi insegnano anche a prendermi cura dei bambini. Invece durante l’alternanza svolgevo più quei lavori che servivano sul momento piuttosto che guardare i piccoli e capire come comportarmi con loro. Non trovo corretto che vada a fare un tirocinio in una determinata struttura e mi ritrovi a compiere lavori che non c’entrano nulla con quello che studio. E quando stavo con i bambini, molto spesso venivo lasciata completamente da sola ad accudirli. Le mansioni che abbiamo svolto non sono state assolutamente guidate salvo in casi sporadici. In generale, comunque, avendo fatto alternanza a giugno, essendo terminate quasi tutte le attività, ci venivano assegnati dei compiti diversi giorno per giorno.

Sembra quasi che abbiano impiegato gli studenti in alternanza come “tuttofare”…

Esatto. Io ho avuto la sensazione di essere stata usata per compiti che non erano adeguati né alla mia età né a quello per cui io sono andata in quell’asilo. Sono stata interi pomeriggi a spolverare libri e scaffali o a temperare vasche di matite. Mi sono trovata a fare tutto quello che serviva sul momento proprio perché la struttura era sotto organico; ci hanno proprio detto: «manca personale, quindi dovete aiutarci».

Quindi, da quello che ci racconti, hai lavorato in tutto e per tutto come una normale lavoratrice? Se così fosse, non ti sembra ingiusto che tu abbia lavorato gratuitamente?

Guarda, quest’estate ho lavorato più di 110 ore in totale. E comunque sono state ore di fatica, nessuno di noi è rimasto fermo a non fare nulla. Io penso che sarebbe non solo giusto ma doveroso percepire una retribuzione, seppure minima. Perché comunque spendi energie e tempo per tutto questo. Una paga, anche se non completa come quella di un normale lavoratore, sarebbe il minimo.

http://www.senzatregua.it/intervista-a-stu...ostro-lavoro-2/
 
Web  Top
view post Posted on 29/3/2017, 19:02

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


Poletti: 'Nel lavoro si creano più opportunità
giocando a calcetto che a spedire curricula'


Frase del ministro durante incontro con i giovani studenti a Bologna sul tema dell'alternanza scuola-lavoro

E' polemica dopo le frasi del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sulle opportunità di occupazione per i giovani. Sotto accusa uno dei messaggi lanciati dal ministro agli studenti dell'istituto tecnico professionale Manfredi-Tanari di Bologna. Per Poletti nella ricerca di un lavoro "il rapporto di fiducia è un tema sempre più essenziale" si creano più opportunità "a giocare a calcetto che a mandare in giro i curricula". Al centro dell'incontro c'era appunto il tema dell'alternanza-scuola lavoro. Secondo Poletti, la dinamica delle relazioni è importante per il futuro lavorativo e "i rapporti che si instaurano nel percorso di alternanza scuola lavoro fanno crescere il tasso di fiducia e quindi le opportunità lavorative".
Pronta la reazione del mondo politico: "Dal ministro Poletti arriva l'ennesimo intervento a gamba tesa e, è il caso di dirlo, un calcio in faccia ai molti giovani disoccupati. Ormai non ci sono più commenti sulla sua scarsa sensibilità. E' da cartellino rosso", dicono i deputati M5S della Commissione Lavoro.

http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2...1788b7e7f4.html
 
Web  Top
view post Posted on 14/7/2017, 17:45

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


Monza, studentesse violentate dal padrone in alternanza scuola-lavoro


È di oggi la notizia dell’arresto, a Monza, di un uomo di 54 anni titolare di due centri estetici, con l’accusa di violenza sessuale su minore nei confronti di quattro ragazze minorenni, di età compresa fra i 15 e i 17 anni. Le violenze, secondo la ricostruzione delle indagini, sarebbero avvenute mentre le ragazze, studentesse, svolgevano l’alternanza scuola-lavoro presso l’attività dell’uomo. Un consultorio, a cui si è rivolta una delle ragazze, ha denunciato l’accaduto; le indagini seguite alla denuncia hanno portato alla scoperta degli altri casi. Le violenze avvenivano con la pretesa di massaggi, sempre più spinti, da parte del proprietario dell’attività.

Un episodio certo estremo, tutt’altro che un caso ordinario, che però dice molto sulla natura degli stage a due anni dall’introduzione dell’alternanza obbligatoria nelle scuole superiori. Questa drammatica vicenda si somma a migliaia di casi in cui alternanza fa rima con sfruttamento, con gli studenti lasciati alla completa mercé dei padroni, senza nessuna garanzia del carattere formativo dell’attività, né dell’affidabilità delle imprese presso cui si svolge il percorso “formativo”. Certo sarebbe eccessivo pensare che l’episodio sia di per sé colpa dell’alternanza scuola-lavoro, tralasciando l’evidente responsabilità individuale, ma neanche se ne può del tutto ignorare il ruolo. Basti pensare che la pressione psicologica che aveva frenato le vittime dal denunciare gli avvenimenti, secondo il procuratore di Monza Luisa Zanetti, derivava dal fatto che proprio il 54enne avrebbe dovuto compilare la valutazione sul lavoro delle studentesse e preparare la necessaria certificazione. Se si permette che più di un milione di studenti lavorino gratuitamente e senza alcuna tutela, si rischia di esporre i giovani a rischi ben più grandi di quanto si possa immaginare, e di convincere i padroni di averci a loro completa disposizione.

http://www.senzatregua.it/monza-studentess...-scuola-lavoro/
 
Web  Top
gnomo armato d'ascia
view post Posted on 14/7/2017, 18:04




CITAZIONE
alternanza fa rima con sfruttamento, con gli studenti lasciati alla completa mercé dei padroni, senza nessuna garanzia del carattere formativo dell’attività, né dell’affidabilità delle imprese presso cui si svolge il percorso “formativo”

Questo è verissimo, ma usare un caso isolato e del tutto particolare per gettare ombre sull'alternanza scuola-lavoro è scorretto.
Sarebbe come usare un caso di molestie da parte di un professore per sostenere che i ragazzi non dovrebbero andare a scuola, o usare un caso di molestie da parte di un allenatore per sostenere che i ragazzi non dovrebbero fare sport.
 
Top
view post Posted on 14/7/2017, 18:09

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


Il problema è che i ragazzi non devono stare nelle azienda, inoltre il controllo presso le aziende è molto più ridotto. Non si può paragonare un ambiente scolastico concepito per ospitare minori con una azienda concepita per altri scopi. In altre parole il terreno si presta meglio per certi abusi!
 
Web  Top
Maurizio Ghio
view post Posted on 15/7/2017, 07:02




E' proprio l'alternanza scuola-lavoro che non va bene. Perché dobbiamo regalare ai padroni il lavoro di chicchessia? Se vogliono far lavorare qualcuno, lo paghino regolarmente, altrimenti la mansione la svolgano loro!!!
 
Top
view post Posted on 2/9/2017, 14:19

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


studenti in cucina alla festa del pd.
ma il preside ritira tutto dopo il polverone



(da senza tregua)
Pubblicato il 31/08/2017 di pennatagliente

Ecco come i parassiti renzisti mandano avanti il loro suq: non avendo – ormai da molti anni – più lo straccio di un volontario, si sono ridotti ad approfittare dell’obbligo per i poveri studenti di prestare gratis il proprio lavoro; esattamente come il peggiore dei padroni. Che schifo! (P.T.)

—–

festa-pd-genova-st

Oltre al danno la beffa: non solo il lavoro non pagato (come sempre avviene in alternanza scuola-lavoro), ma il “luogo di lavoro” sarebbe dovuto essere la festa del Partito Democratico. Succede a Genova, dove la festa dell’Unità del organizzata dal PD cittadino avrebbe dovuto ospitare per tre giorni un gruppo di studenti (da 4 a 6) dell’Istituto Alberghiero “Marco Polo”. Dopo il polverone mediatico sollevato dai numerosi attacchi ricevuti da più parti, il preside della scuola ha deciso di annullare il progetto. I ragazzi, formalmente in alternanza presso la Coop Liguria, avrebbero lavorato presso lo stand ristorante Mare e Monti, gestito dai militanti del PD.

«Li ospitiamo solo per la loro formazione» – si era difeso qualche giorno fa il tesoriere del PD genovese Gianfranco Antoni – «Questi studenti saranno scelti dalla scuola e cucineranno pietanze che saranno indicate dai loro insegnanti». Ma il ricavato della vendita delle pietanze sarebbe andato proprio al PD, come copertura dei costi della festa o incasso del partito.

Una vicenda che sebbene si possa definire “rientrata” a causa della scelta del Preside (dovuta, stando a quanto emerge dalle notizie, esclusivamente all’eccessiva attenzione mediatica e non alla volontà di tutelare i ragazzi), è degna di nota e fa riflettere sulla vera natura dell’alternanza scuola-lavoro. L’alternanza oggi è tale che ogni caso eclatante, preso singolarmente, si presenta come un’eccezione. Ma è la somma di tanti casi come questo, in cui gli studenti diventano manodopera non pagata, che evidenzia come tutto ciò non sia un’eccezione ma la regola.

Il PD ci racconta che l’alternanza scuola-lavoro è un’esperienza formativa, un investimento sul futuro dei giovani. In questi anni gli studenti si sono battuti, mobilitandosi contro lo sfruttamento in alternanza, denunciando le condizioni in cui gli stagisti lavorano e la natura di questo progetto, che non ha nulla a che vedere con la formazione ma riduce le scuole a fare la formazione professionale per singole imprese… o peggio alla semplice fornitura di manodopera gratuita, come sarebbe avvenuto a Genova.

Certo era difficile aspettarsi che una delle “imprese” a beneficiare di tutto questo sarebbe stata lo stesso PD. Per gli studenti, è una ragione in più per mobilitarsi il prossimo autunno…
 
Web  Top
view post Posted on 9/10/2017, 16:46

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


"Serve a far accettare la schiavitù ai giovani". E' Crozza a dire la verità sulla vergogna "alternanza scuola-lavoro"

di Giorgio Cremaschi

Come spesso accade nel mondo dei mass media governato dal minculpop del liberismo, tocca ad un uomo di spettacolo dire ciò su cui tacciono esimi professori, luminari vari, grandi firme dell'informazione della cultura. Nella sua trasmissione Maurizio Crozza ha detto la verità su quella vergogna immorale, oltre che incostituzionale, che è l'alternanza scuola lavoro.

A cosa serve mandare i giovani a lavorare per centinaia di ore nelle biblioteche come nei McDonald, negli uffici come magazzini? Semplice, serve ad insegnare loro che chi vorrà in futuro un posto di lavoro, dovrà ottenerlo accettando la schiavitù della prestazione gratuita. E non per poco tempo, il minimo di ore che uno studente delle scuole superiori deve realizzare è 200 - i licei - il massimo è 400 - gli istituti professionali. Se questo lavoro venisse retribuito con i voucher, cioè con le più infame delle remunerazioni, ogni studente dovrebbe ricevere dai 1500 ai 3000 euro. Questo è il furto materiale che i giovani subiscono grazie ad una legge dello stato. Ma il danno più grave è quello alla dignità, e questo non è commensurabile.

Abituare i giovani a lavorare gratis significa addestrarli ad un apprendistato di sfruttamento. Significa dire loro che quando entreranno nel mercato del lavoro, lo dovranno fare con la propria assoluta disponibilità, altro che contratti, leggi, diritti.
Significa insegnare ai giovani che i diritti di cittadinanza, la dignità della persona, la libertà, sono valori astratti, che nulla hanno a che vedere con ciò che accade nel lavoro. Dove invece bisogna solo servire.

Ed è la scuola pubblica, quella che dovrebbe reggersi sui principi della Costituzione fondata sul lavoro, che stravolge i suoi stessi fondamenti e quelli della nostra società, rifondandosi sul lavoro gratuito. La scuola dell'alternanza col lavoro gratis è una macchina della disedeucazione, è una formazione a rovescio, che insegna l'inevitabilità del male e come adattarsi ad esso.

Del resto tutta la riforma beffardamente chiamata la buona scuola ha un solo scopo: asservire la pubblica formazione ai peggiori interessi e persino istinti del mercato.
Crozza è un grande comico, ma la sua interpretazione della tremenda ministra Fedeli e le sue parole sul lavoro gratis non fanno ridere, fanno indignare. Ci vuole una lotta senza quartiere contro tutti i mascalzoni che stanno distruggendo la scuola pubblica, così come hanno demolito i diritti del lavoro.

PS: ora c'è anche un grave incidente sul lavoro. A La Spezia un ragazzo di 17 anni di un istituto professionale si è rotto le gambe mentre guidava un muletto in una fabbrica. È chiaro che alternanza scuola lavoro è legge criminale?

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-se...oro/6121_21708/

VIDEO
http://it.dplay.com/nove/fratelli-di-crozz...o-sfruttamento/
 
Web  Top
view post Posted on 9/10/2017, 17:37

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


uno studente in alternanza scuola-lavoro vittima di un grave infortunio su un carrello elevatore. in galera devono andare i padroni e il governo che ha legalizzato lo sfruttamento minorile

(da red block)
Pubblicato il 07/10/2017 di pennatagliente

Alternanza scuola-lavoro: infortunio grave per uno studente di La Spezia

6 Ottobre – A La Spezia un ragazzo di 17 anni, iscritto all’Istituto Cappellini-Sauro, svolgeva per una ditta (che ripara motori nautici) le ore obbligatorie di Alternanza scuola-lavoro.
Durante il lavoro un muletto si ribalta sulla sua gamba, rompendogli la tibia.
Un’infortunio grave per il ragazzo a cui poteva andare molto peggio.
L’impresa utilizzava il giovane per mansioni che non poteva svolgere. Infatti lo studente manovrava il muletto senza avere il patentino.

Ancora una volta viene a galla la vera faccia dell’alternanza scuola-lavoro. Sfruttamento delle imprese, che possono trattare gli studenti come meglio vogliono, senza subire alcun tipo di controllo.
E’ ancora più paradossale pensare che l’assicurazione antinfortunistica dell’Inail, che copre l’alternanza scuola-lavoro, è pagata dal Ministero della Pubblica Istruzione. Sostanzialmente l’impresa non deve sostenere nessun costo per l’infortunio.

I ministri di questo paese continuano ad affermare come l’alternanza scuola-lavoro sia una grande opportunità. Lavoro gratuito, sfruttamento, infortuni senza oneri per le imprese. Di formativo, invece, si vede poco o nulla.
E’ una grande opportunità per gli studenti o per le imprese?
 
Web  Top
view post Posted on 23/10/2017, 18:19

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


VIDEO. La studentessa alla ministra Fedeli:
4 meravigliosi minuti sull'istruzione da diffondere


Parlano spesso di una "generazione persa" per descrivere i giovani di oggi. Preoccupandosi poco delle loro difficoltà in una società che li annichilisce, li annulla, spesso si sparano sentenze.

Ecco, a proposito, ascoltate le parole di questa studentessa durante una manifestazione di protesta contro il ministro Fedeli e tutte le aberrazione di quello stupro semantico della "buona scuola". Lo stato dell'arte drammatico dell'istruzione in Italia viene spiegato ad un livello magistrale.
Molti soloni dovrebbero prendere appunti. Chapeau!

qui il video http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-vi...ndere/82_21899/
 
Web  Top
view post Posted on 24/10/2017, 19:37
Avatar

Group:
Member
Posts:
32
Location:
Piemunt

Status:


ma a parte il nozionismo dell'Invalsi e i fondi dati in base ai risultati e le sponsorizzazioni private, su cui sono d'accordo nel disaccordo della studentessa, l'affidamento alle agenzie interinali di fatto viene incoraggiato anche a prescindere dalle scuole...


comunque effettivamente non ho avuto racconti diretti però sullo sfruttamento a causa dell'alternanza ho sentito lamentele
 
Top
21 replies since 23/9/2015, 13:51   409 views
  Share