Comunismo - Scintilla Rossa

Ucraina, scendono in campo gli Stati Uniti

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view post Posted on 13/4/2016, 19:00

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Washington ha scelto il prossimo primo ministro ucraino



Gli Usa spingono il nuovo governo ucraino tra le braccia della Lagarde:«Continuate a seguire le indicazioni del FMI»

di Eugenio Cipolla

L’accordo per la formazione del nuovo governo ucraino sarebbe stato raggiunto ieri sera, dopo una lunga giornata di colloqui frenetici tra Petro Poroshenko e i vari leader delle fazioni presenti nel Parlamento ucraino. Il condizionale è chiaramente d’obbligo, se non altro perché già negli scorsi mesi la politica ucraina ha riservato ad osservatori e addetti ai lavori colpi di scena minimamente immaginabili. A guidare il nuovo esecutivo dovrebbe essere Volodymyr Groisman, ex sindaco di Vinnitsa, Ucraina centro-occidentale, deputato eletto nelle file del Blocco Poroshenko e attuale speaker della Rada.

L’accordo in realtà dovrebbe essere ancora limato, perché Groisman, che ha comunque confermato l’esistenza di un’intesa di massima, nelle scorso aveva minacciato più volte di rifiutare l’incarico a causa delle eccessive richieste del Fronte Popolare di Yatsenyuk, partito elettoralmente ininfluente (nei sondaggi è al 2%) ma che può contare su un nutrito gruppo di parlamentari dopo il successo inaspettato delle ultime elezioni (dove aveva superato il 20%). L’ormai ex premier nelle trattative politiche sta cercando di scippare il maggior numero di poltrone possibili e la nomina di Groisman potrebbe dare vita a una girandola di incarichi che porterebbe Andry Paruby, deputato del Fronte Popolare, a ricoprire la carica di nuovo speaker e Yatsenyuk addirittura a capo della Banca Nazionale ucraina, in sostituzione di una sempre più isolata Valeria Gontareva.

Il timing, come spesso accade in politica, sarà fondamentale per capire se questa è davvero la volta buona per far uscire l’Ucraina da una crisi politica che dura da oltre due mesi e che sta portando al blocco di tutti i prestiti dei partner stranieri, ormai quasi sfiduciati dal clima che si respira a Kiev e dalle incertezze mostrate dalla classe dirigente ucraina. «Oggi ci sarà una riunione della nuova coalizione, verrà nominato ufficialmente il candidato e mandato a colloquio con il presidente. Così domani saremo già in grado di presentarlo in Rada per votare la sua nomina e la composizione del governo», ha detto Alex Goncharenko, deputato del Blocco Poroshenko, intervistato dalla tv 112 Ucraina.

E nonostante non sia ancora nato ufficialmente, il governo Groisman si troverà di fronte a un bivio decisivo per il futuro dell’esecutivo stesso nonché del paese. Dagli Stati Uniti, infatti, sono arrivate le prime pressione per fare in modo che Kiev continui a seguire le indicazioni del Fondo Monetario Internazionale. Nel corso di un’intervista con i media statunitensi, un portavoce del Tesoro Usa ha osservato che negli ultimi 18 mesi il governo Yatsenyuk aveva fatto «progressi significativi» nell’attuazione del programma economico del Fondo. «E’ essenziale – ha detto – che questo progresso continui. Fmi e Ucraina dovrebbero continuare a lavorare in stretta collaborazione e Kiev dovrebbe continuare ad adottare misure per sradicare la corruzione, attuare riforme strutturali e stabilizzare l’economia».

Cose che però Groisman potrebbe rifiutarsi di fare. Per gli esperti sono due le soluzioni a disposizione dell’attuale speaker della Rada: obbedire ciecamente a Poroshenko e approvare tutti gli ordini del FMI, arrivando al termine del mandato con una percentuale di voti simile a quella di Yatsenyuk, o sfruttare la nuova nomina come trampolino di lancio per le prossime politiche, dove, lavorando in un certo modo, potrebbe contendersi il posto di Poroshenko contro una già lanciatissima Tymoshenko.
 
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view post Posted on 15/4/2016, 14:54
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addàrivenì baffone

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Ucraina: quanto durerà il governo varato a Washington?




Il nuovo governo ucraino guidato dall’ex speaker della Rada e perno della formazione presidenziale “Blocco Porošenko”, Vladimir Grojsman, è insediato. Il girotondo delle dimissioni annunciate e poi forse rinviate di Arsenij Jatsenjuk è terminato. Con il voto di conferma della Rada cadono le voci su una mozione di sfiducia presentata da alcuni deputati al momento dell’affidamento dell’incarico a Grojsman: secondo la Costituzione ucraina, il governo è ora al sicuro per 12 mesi da ogni sfiducia.

La spina dorsale della nuova formazione è costituita da uomini del presidente, oltre che da stretti collaboratori del dimissionato Arsenij Jatsenjuk e del nuovo premier. Porošenko ha personalmente assicurato al vice presidente USA Joe Biden, che da qualche mese sta dirigendo l’operazione di sostituzione dell’ormai squalificato Jatsenjuk, che il nuovo esecutivo proseguirà sulla strada delle “riforme” dettate dal Fondo Monetario Internazionale, condizione essenziale affinché “l’Ucraina conservi il sostegno internazionale”. I segnali di scontento nei confronti del governo Jatsenjuk, infatti, da parte di banche e creditori europei e statunitensi si erano fatti sempre più espliciti. Porošenko ha anche garantito a Biden che il governo adempierà agli accordi di Minsk: dichiarazione che, ormai da un anno, fa da sfondo a ogni nuova ondata di attacchi e bombardamenti ucraini sul Donbass.

Il ricambio al vertice – se ne parlava già un anno fa, allorché era stata ventilata l’ipotesi di un gabinetto guidato dalla yankee-ucraina Natalja Jaresko, con Jatsenjuk a guidare la Banca centrale – non era più considerato rinviabile dai creditori internazionali, in vista della concessione a Kiev della terza tranche di fondi USA di garanzia per 1 miliardo di $. C’è inoltre la questione del credito di 17 miliardi di $ del FMI: dopo la concessione delle prime due tranche (rispettivamente 3,2 e 1,7 mld $) la terza, prevista per il dicembre scorso, era stata sospesa a tempo indeterminato. La Jaresko stessa, d’altro canto, non fa parte del nuovo governo. Lo guiderà a distanza, “tornando però in Ucraina”, ha detto lei stessa. Stando alla Tass, partecipando ieri a Washington alla riunione del FMI e della banca mondiale, Natalja-Dipartimento-di-stato-Jaresko ha osservato che il nuovo governo è “politico”, a differenza del precedente, in cui prevalevano i tecnocrati, con “cinque ministri provenienti dal mondo degli affari”. Jaresko ho comunque indicato che il nuovo governo debba continuare nelle “riforme”: deregulation economica, privatizzazioni, riduzione delle tasse (al business) e delle tariffe doganali (al business straniero) e, a tempo perso, lottare contro la corruzione. Su questa linea Grojsman ha in effetti abbozzato il programma del nuovo governo: una perfetta rimodellatura del programma della Timošenko di 13 anni fa.

Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, ha “altamente apprezzato” la collaborazione bilaterale tra Parlamento europeo e Rada suprema nel periodo in cui questa è stata guidata da Grojsman e Federica Mogherini ha espresso “sostegno all’Ucraina di fronte alle sfide odierne”. Grojsman, da parte sua, ha assicurato di proseguire sulla via delle “riforme” e accelerare la revisione strutturale dello stato ucraino. L’ambasciatore USA a Kiev, Geoffrey Pyatt, con il caratteristico “spirito pratico” e approccio diretto yankee, ha ricordato che “Più di una volta ho detto che è meno importante chi fa parte del governo, piuttosto che il programma di questo nuovo governo. L’importante è che il premier usi tale impulso per condurre le riforme proposte dal FMI e quelle previste dall’Accordo di associazione dell’Ucraina alla UE”.

E dunque, nel nuovo gabinetto, a parte la sostituzione di Jaresko con l’ex consigliere del presidente Janukovič, Aleksandr Daniljuk, 9 Ministri mantengono l’incarico – tra questi, il Ministro degli interni Arsen Avakov e gli altri Ministri in rappresentanza del “Fronte popolare” di Jatsenjuk, che giorni fa avevano minacciato l’uscita dalla coalizione – e ne entrano 14 nuovi. A differenza del gabinetto precedente non c’è nessuno straniero. Posti chiave quali il Ministero della difesa e quello degli esteri sono rimasti in mano agli uomini del presidente: Stepan Poltorak e Pavel Klimkin. Speaker della Rada rimane un altro uomo del presidente, Andrej Parubij, che ha già proposto l’introduzione dei visti nei confronti della Russia. Un vice premier si occuperà delle “questioni europee e dell’integrazione euroatlantica”. Perché non ci siano dubbi su come Kiev guardi all’adempimento degli accordi di Minsk, è stato creato un Ministero “per gli affari dei territori occupati”, guidato da un altro vice premier, Vladimir Kistion. Dalla Repubblica Popolare di Donetsk ritengono che il nuovo governo non sia in grado di far uscire l’Ucraina dal caos politico, ma rappresenti solo “un corso più fedele alla linea presidenziale”. Caute, per ora, a quanto pare, le reazioni russe. All’antivigilia del voto della Rada, il presidente della Commissione esteri della Duma, Aleksej Puškov, aveva detto di attendersi dal nuovo premier un minimo di costruttività o, quantomeno, di neutralità, nei rapporti con Mosca.

Osservatori ucraini notano comunque che il nuovo gabinetto rappresenti soltanto un accordo temporaneo e non escludono elezioni anticipate nel giro di sei mesi o anche meno. Per il momento sembrano messe a tacere le voci secondo cui l’ex premier correva il rischio di un’incriminazione con l’accusa di aver intascato bustarelle per 3 milioni di $ come compenso per la nomina di Vladimir Iščuk a capo del Consorzio statale per RadioTV. Forse a questo si riferiva lui stesso quando Porošenko gli aveva assicurato l’immunità, in risposta a una proposta di messa in stato d’accusa avanzata da Julija Timošenko che pare non aver perso tempo a chiedere la verifica di costituzionalità sul voto di fiducia al programma del nuovo esecutivo.

E’ opinione concorde degli osservatori, che la parola fine al gabinetto Jatsenjuk fosse stata posta durante il recente viaggio di Porošenko a Washington e il suo incontro con il vice presidente Joe Biden. Anche l’ex presidente georgiano e attuale governatore di Odessa Mikhail Saakašvili, col consueto fare da “primadonna”, si è attribuito il merito dell’uscita di scena di Jatsenjuk, con cui da oltre un anno conduceva una guerra per il controllo di importanti settori economici (porti, aeroporti, condotti energetici) e in cui l’ex premier aveva quale alleato l’oligarca Igor Kolomojskij, mentre Saakašvili era formalmente appoggiato da Porošenko.

Il diretto interessato ha presentato la sua uscita di scena come di quella di un “eroe”: “Abbiamo fatto praticamente l’impossibile, abbiamo difeso il paese, formati nuovi esercito e polizia, abbiamo reso l’Ucraina indipendente energicamente dalla Russia, difeso l’economia dal default….”. Troppo facile ribattere punto per punto a tale propaganda. Il “rinnovamento” di cui parla Jatsenjuk passa per la riabilitazione dei collaborazionisti filonazisti di UNA-UNSO, cui un contributo non indifferente è stato dato da Petro Porošenko, con l’istituzione delle feste nazionali a ricordo di UPA, OUN e della data di nascita del loro leader Stepan Bandera; quel Porošenko che, secondo Pravda.ru, è de facto anche il capo del nuovo governo, con Vladimir Grojsman quale premier solo de jure. In ogni caso, una fedele pedina di Washington, anche se, forse, non esattamente di quel settore che appoggiava direttamente Arsenij Jatsenjuk.
_______________________________________________________________________________

CITAZIONE
Speaker della Rada rimane un altro uomo del presidente, Andrej Parubij

questo individuo, fondatore del partito nazionalsocialista ucraino poi rinominato nel meglio noto "svoboda" è stato a capo degli squadroni neonazisti durante il colpo di stato di piazza Majdan, inoltre si addebita a lui e ad un gruppo di franchi tiratori al soldo dell'imperialismo euroatlantico del SBU da lui guidato l'uccisione dei cento manifestanti che ha fornito il retroterra per la giustificazione del golpe. Inoltre è implicato nell'organizzazione del massacro di Odessa, per il quale ha fornito equipaggiamento e organizzazione logistica; nell'articolo seguente, in inglese, vi sono sue foto con gli esponenti dei fascisti che ad Odessa hanno commesso l'eccidio.

Insomma nell'Ucraina fascista e americana tira aria di "rinnovamento" dopo le dimissione del prode Yatz...

https://ukraineantifascistsolidarity.wordp...ar-right-links/

www.globalresearch.ca/who-was-maida...termind/5384599
 
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Kiev, morto in carcere il prigioniero politico antifascista Igor Astakhov


di Redazione Contropiano

Ci siamo occupati solo pochi giorni fa di un tema che non sembra stare a cuore ai media nostrani, quello del numero e delle condizioni delle centinaia di prigionieri politici finiti nelle carceri del regime golpista di Kiev a partire dalla presa del potere nel febbraio del 2014. Uno dei prigionieri politici più noti è morto in carcere la scorsa settimana. Della vicenda parla un articolo di Enrico Vigna, che riproduciamo in parte.

*** *** ***

Igor Astakhov, prigioniero politico e attivista antifascista di Odessa, è morto in carcere, ucciso dalla mancanza di cure e dalle torture, delle autorità ucraine

Enrico Vigna, 28 aprile 2016

Nella tarda serata del 23 aprile 2016 è morto nel carcere di Odessa il prigioniero politico Igor Astakhov, ucciso dalla illegalità e dalla mancanza di cure, oltreché per le torture e violenze subite in detenzione. Il cuore malato dell’uomo si è fermato. Era il giorno del suo compleanno.

Il regime di Kiev ha comunicato che “è morto per insufficienza cardiaca“.


segue qui --> http://contropiano.org/news/internazionale...astakhov-078458

(…)
 
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Quasi due milioni di sfollati interni e diecimila morti:
il bilancio (dimenticato) della guerra in Donbass


di Eugenio Cipolla

Mentre in Donbass si continua a morire, con un soldato morto e tre feriti nelle ultime 24 ore tra le fila dell’esercito governativo, e a Berlino si continua a discutere, con l’ennesimo incontro dei ministri degli Esteri del quartetto di Normandia andato a vuoto (tanto che dopo tre ore di colloqui non si è riusciti nemmeno a diffondere un comunicato congiunto), da Oslo arriva la doccia fredda che dimostra come la politica estera dell’Europa abbia miseramente fallito, in special modo nell’est dell’Ucraina. Il Norvegian Refugee Council, infatti, ha diffuso oggi nuovi dati relativamente al numero di sfollati a causa di conflitti e violenze nel 2015 e l’ex repubblica sovietica risulta il primo paese europeo per numero.

Secondo l’organizzazione umanitaria norvegese, il numero di sfollati totali in tutto il mondo nel 2015 è aumentato di 8,6 milioni di persone, superando la cifra record di 40,8 milioni di persone. Solo in Ucraina, a causa della guerra in Donbass, nel solo 2015, sono stati registrati 942.000 sfollati. In totale, dall’inizio della guerra sono 1,7 milioni gli sfollati interni che hanno perso la propria casa nell’est del paese. Un numero tragicamente alto, un dato che piazza l’Ucraina al settimo posto al mondo di questa “speciale” classifica, a pari merito con il Sud Sudan.

«L'accordo per il cessate il fuoco raggiunto nel mese di settembre 2015 in vista dell’inizio della scuola – si legge nel rapporto diffuso dal NRC - nel suo complesso ha visto una riduzione nel numero di scontri e attacchi, cosa che rende la vita più facile per queste persone, in pericolo per parecchi mesi. Nel 2015 ci sono stati più di 942.000 nuovi sfollati interni, quasi il 50 per cento in più rispetto alle previsioni del 2014». La prospettiva futura non promette affatto bene. «C’è il rischio che questo conflitto diventi insolubile», si legge ancora, rischiando di lasciare migliaia di persone senza possibilità di tornare alle proprie case.

A questi dati non certo rassicuranti, si aggiungono anche quelli comunicati qualche mese fa dall’ufficio federale dell’immigrazione russa, che in un rapporto riassuntivo sulle attività del 2015 ha sottolineato come negli ultimi due anni abbiano varcato il confine oltre 2,5 milioni di cittadini ucraini. Di questi circa 1,2 milioni vivono nelle regioni sud-orientali russe. A fine aprile la Duma di Stato ha approvato definitivamente un disegno di legge che semplifica le procedure per la concessione di un permesso di soggiorno per i rifugiati ucraini provenienti dal Donbass. La legge consentirà a questa categoria di cittadini stranieri di ottenere un permesso di soggiorno più facilmente e senza rispettare i termini rigidi previsti dalle leggi nazionali, concedendo loro inoltre agevolazioni su mutui per l’acquisto di case e terreni.

Nonostante ciò, la situazione umanitaria in Donbass resta comunque molto grave. Il rapporto dell’Onu diffuso lo scorso mese ha aggiornato le cifre sulle vittime di questa cruenta guerra. Dal marzo 2014 nell’est dell’Ucraina sono morte 9.300 persone, mentre 21.000 sono rimaste ferite. A questi vanno aggiunti 580.000 bambini ucraini, che vivono nelle aree vicino alle linee del fronte, per i quali la vita – secondo un dossier Unicef – è cambiata profondamente, causando problemi sociali e psicologici. Tutto questo mentre l’occidente che ha sostenuto la rivolta di Maidan se ne sta in silenzio, indifferente, aspettando che succeda qualcosa.
 
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addàrivenì baffone

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Ucraina: bombe al Donbass e onori al Medžlis dei tatari



Dopo il prevedibile nulla di fatto alla riunione del “Quartetto normanno” per gli accordi di Minsk, continuano i martellamenti delle artiglierie ucraine sui villaggi del Donbass, in particolare, Spartak, Dukačaevska e la periferia di Donetsk ma, soprattutto, sui centri di Sakhanka e Avdeevka, mentre ieri un abitante di Dontesk era rimasto ucciso e altri due feriti per lo scoppio di un’auto nel centro della città. In violazione degli accordi sul cessate il fuoco, le truppe di Kiev fanno uso di artiglierie e mortai da 82 e 120 mm.

Particolare intensità è stata registrata ieri nel bombardamento di Sakhanka, nel sud della Repubblica popolare di Donetsk; il fuoco proveniva dalla linea di Širokino in cui, dallo scorso 8 maggio, le truppe regolari sono state sostituite dal battaglione neonazista “Azov”, che ieri ha sparato oltre 170 colpi di mortaio da 82 mm contro il villaggio. Gli osservatori dell’Osce, giunti sul posto qualche ora dopo il bombardamento, sono stati accolti con urla dalla popolazione, che ha qualificato la loro opera come “beffarda”: “Dove eravate mentre sparavano sulle nostre case?”, hanno inveito gli abitanti? La missione, accompagnata dai rappresentanti del coordinamento russo-ucraino per il cessate il fuoco, non ha fatto altro che verificare i crateri delle esplosioni e gli spezzoni di granata rinvenuti in prossimità delle abitazioni. Il rappresentante russo, colonnello Aleksandr Lentsov, ha detto che l’Osce ha registrato la violazione degli accordi di Minsk (che prevedono il ritiro delle artiglierie dalla linea del fronte) da parte ucraina, constatando inoltre come nel villaggio non siano presenti milizie o reparti armati.

Intanto, Kiev sta procedendo a grandi passi alla realizzazione della sezione di “muro” (terrapieni, trincee controcarro, reticolati, torri di osservazione, mezzi di segnalazione, ecc.) alla frontiera tra la Russia e la parte della regione di Lugansk controllata dall’Ucraina: il “vallo europeo” alla cui costruzione era stato dato il via nell’autunno 2014 dall’ex primo ministro Arsenij Jatsenjuk, che definiva l’opera come il contributo ucraino alla difesa dell’Europa dalla “aggressione russa” – un contributo che dovrebbe risucchiare dalle casse ucraine (cioè UE) oltre 300 milioni di $.

In un modo o in un altro, con le cannonate sul Donbass o con i valli e i reticolati, sembra che l’Europa debba esser grata alle forze armate ucraine per aver fermato l’esercito più potente del continente. Perlomeno, questo è ciò di cui si vanta (non ci azzardiamo a dire che lui stesso lo pensi davvero) Petro Porošenko: “Abbiamo fermato l’esercito più grande del continente, liberato due terzi del territorio del Donbass e creato una potente coalizione mondiale”. Non da ora Porošenko decanta la potenza dell’esercito ucraino (i cui effettivi, nonostante le continue elargizioni occidentali, lamentano la perenne carenza di mezzi e le drammatiche condizioni di servizio) che sarebbe in grado non solo di difendere il proprio territorio, ma l’intera Europa.

E’ così che, in alto, qualcuno ha deciso di compensare tanto sforzo ucraino, relegando al terzo posto (nonostante il voto del pubblico) il concorrente russo Sergej Lazarev e assegnando ieri la palma del 61° Eurovision Song Contest di Stoccolma all’ucraina Jamala, per il motivo “1944”. La canzone, a detta della stessa vincitrice – una tatara di Crimea convinta della “ucrainicità” della penisola – avrebbe dovuto raccontare la vicenda dei tatari di Crimea, deportati il 18 maggio del 1944 per aver disertato in massa dall’Armata Rossa ed essersi schierati con le truppe hitleriane.

Secondo le dichiarazioni della stessa Jamala, il suo intento era in realtà quello di parlare della “annessione russa” della Crimea nel 2014; ma ciò, in base al regolamento del Contest, che non consente riferimenti politici, l’avrebbe automaticamente squalificata. Col parlare invece di uno temi più amati delle “rivelazioni” khruščëviane e dalla “storiografia” liberale, Jamala ha messo insieme un cocktail che tace sull’odierno blocco energetico della penisola da parte di Kiev ed esalta il Medžlis dei tatari di Crimea sponsorizzati dalla Turchia, il cui destino storico è perennemente compianto dai manuali occidentali sulle “repressioni di massa staliniane”.

Sulla vicenda del 1944, lo storico statunitense Carr-Furr ha notato come, contrariamente alla vulgata sul “genocidio etnico” dei tatari di Crimea a causa della loro deportazione in Asia centrale, il trasferimento non solo dei circa ventimila giovani maschi filonazisti disertori, ma della popolazione al completo (oltre 210mila persone), consentì a questa non solo di non scomparire, ma di continuare a svilupparsi, così che, al rientro in Crimea, si era addirittura accresciuta.

Ma, le narrazioni storiche cui ci hanno abituati, come si sa, non hanno l’obiettivo di insegnare qualcosa, bensì quello di servire solo gli interessi del momento.
 
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Il regime di Kiev intensifica i bombardamenti nel Donbass grazie agli aiuti di Usa e Turchia
di Fabrizio Poggi* - Contropiano

Ieri pomeriggio la portavoce della DNR ai colloqui di Minsk, Viktorija Talakina aveva dichiarato che la delegazione ucraina nella capitale bielorussa era priva dei pieni poteri per condurre una trattativa completa sulle questioni all’ordine del giorno, ed ecco che nella notte si sono ancor più intensificati i bombardamenti ucraini sul Donbass, in particolare su Donetsk.

Se nella giornata di ieri il vice comandante di corpo della DNR, Eduard Basurin, aveva parlato di quasi 600 tra proiettili di artiglieria e carri armati, granate e bombe di mortaio esplose lungo la linea del fronte dalle truppe di Kiev, la notte ha ricordato, a detta delle agenzie della DNR, le battaglie più furiose dell’estate 2014. Particolarmente intensi, dalla mezzanotte, i bombardamenti su Jasinovata e sulla zona industriale di Avdeevka, sui quartieri dell’aeroporto e di Lidievka, alla periferia di Donetsk, oltre alle aree di Spartak, Dokučaevsk e Veseloe. Intensa fucileria si è registrata anche nella zona meridionale della DNR, nell’area di Kominternovo.

www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=15729
 
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view post Posted on 2/6/2016, 18:40

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vergogna!!!

Poroshenko cittadino onorario di Verona

http://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/...erona-1.4900601
 
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addàrivenì baffone

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non sapevo se postarla qui, in paranoie o notizie curiose...

Ucraina, in Parlamento si sospetta la Savchenko di preparare golpe su ordine della Russia




L'ex soldatessa Nadia Savchenko può diventare un leader nazionale e dopo il suo ritorno in Ucraina la politica non sarà più la stessa, ritiene il deputato della Verchovna Rada Vadim Rabinovich.

"Penso che la Savchenko sia un fattore contro cui nulla possa essere fatto, credo che Putin l'abbia mandata per una rivoluzione in Ucraina", — Rabinovich ha affermato in un'intervista al canale televisivo "112 Ukraina".

Secondo il deputato, la Savchenko è uno dei principali candidati alla presidenza, che "riunisce tutti i patrioti." La sua attività politica nel partito "Patria" infliggerà un duro colpo agli altri movimenti politici, in particolare al Partito Radicale di Oleg Lyashko. La leader di "Patria" Yulia Tymoshenko non avrà altra scelta, che "imparare a rassegnarsi al 2° posto", ritiene Rabinovich.

Un tribunale russo aveva condannato la Savchenko a 22 anni di carcere, dopo averla giudicata colpevole per l'assassinio di 2 giornalisti russi di VGTRK in Ucraina orientale. Il presidente Vladimir Putin le ha concesso la grazia alla fine di maggio.

La Savchenko è stata eletta deputato del Parlamento ucraino nel partito "Patria" nell'autunno del 2014, quando era sotto inchiesta in Russia. Dopo la grazia e il ritorno a Kiev, si è messa a lavorare in Parlamento.

In pochi giorni la Savchenko è riuscita ad elaborare un disegno di legge in contrasto alla riforma della giustizia voluta dal presidente Poroshenko, ha definito i suo colleghi in Parlamento "studenti pigri" ed ha dichiarato di considerare i giornalisti dei "cani" e "sciacalli".
 
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Donbass giugno 2016 - Da giorni e giorni si sono intensificati i bombardamenti, il governo di Kiev bombarda civili. L'Europa non vede...

https://www.facebook.com/bandabassottiband...?type=3&theater
 
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interessante intervista ad un compagno di Borotba

Opinion: Most Russian Fascists are Fighting on the Side of Kiev
 
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Ucciso comandante militare filorusso a Donetsk.
Forze Kiev all'attacco nel Donbass



Le forze di sicurezza ucraine hanno lanciato un'offensiva nella zona del villaggio di Leninskoe, situato nel sud dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk (DNR); attualmente si sta combattendo, ha riferito ai giornalisti il rappresentante del ministero della Difesa DNR.

"Oggi il nemico nei pressi del villaggio di Leninskoe, dopo un bombardamento con l'artiglieria e i mortai, alle 8 di questa mattina (in Italia le 6, ndr) ha intrapreso un altro tentativo per attaccare le nostre posizioni. Si sta combattendo, il nemico sta accusando pesanti perdite", — ha detto il rappresentante del Ministero della Difesa.

Secondo i filorussi, nell'attacco prendono parte il battaglione paramilitare "Azov" e gruppi di mercenari stranieri. Allo stesso tempo Arsen Pavlov, meglio conosciuto come "Motorola", è rimasto ucciso a Donetsk;

il presidente della Repubblica filorussa Alexander Zakharchenko ha detto che l'attentato contro uno dei comandanti della milizia è una dichiarazione di guerra di Kiev.

Come è stato ucciso Motorola

Arsen Pavlov è stato ucciso ieri nell'ascensore della sua casa, dove è esplosa una bomba. Nell'esplosione sono rimaste ferite diverse persone. L'uccisione di Pavlov è già stata commentata al ministero degli Interni dell'Ucraina e al quartier generale della SBU (servizi segreti ucraini, ndr). Tuttavia nessun dicastero ucraino ha rivendicato l'uccisione di Motorola.

"Una persona che ha commesso crimini contro l'integrità dell'Ucraina, latitante, è stata uccisa in un condominio," — ha detto al canale televisivo "112 Ukraina" il consigliere del direttore della SBU Yury Tandit.

Allo stesso tempo il portavoce del ministero degli Interni ucraino Artem Shevchenko ha detto che nell'uccisione del "terrorista" potrebbero essere coinvolti suoi "subordinati".

Leggi tutto: https://it.sputniknews.com/mondo/201610173...aina-battaglia/

Donestk, ucciso in un attentato il Comandante Motorola.
www.lantidiplomatico.it/dettnews-do...orola/82_17497/
 
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Ucraina: osservatori italiani come terroristi © Sputnik. Vitaliy Belousov



L’Ucraina, che vuole così tanto entrare nell’Unione europea, stila liste nere di cittadini europei indesiderati e dà praticamente dei terroristi agli osservatori italiani. A diversi esponenti politici e personaggi pubblici italiani sono arrivate delle letterine dal Ministero degli Esteri, non con gli auguri di Natale, ma con l'avviso di non recarsi in Ucraina, Stato dove questi cittadini sono considerati una minaccia per la sicurezza nazionale, in altre parole dei terroristi. Il Ministero italiano sconsiglia quindi di recarsi in un Paese dove i propri cittadini potrebbero imbattersi in brutte sorprese.
Si tratta di un Paese il cui governo però è appoggiato da un'Unione europea. L'Europa, così attenta ai diritti umani, dovrebbe sapere che in Ucraina a tal riguardo non sono proprio rose e fiori. Di questi giorni è il post su Facebook del deputato ucraino Parasiuk in cui lui definiva un eroe l'assassino terrorista dell'Ambasciatore russo ad Ankara. Quest'amicizia imbarazzante fra Bruxelles e il governo ucraino reggerà anche con Donald Trump? Sputnik Italia ha raggiunto per un'intervista Alessandro Bertoldi, opinionista, già dirigente del centrodestra e osservatore indipendente in Crimea e Donbass, finito nelle blacklist ucraine.

Leggi tutto QUI : https://it.sputniknews.com/opinioni/201612...ome-terroristi/
 
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Ucraina, distrutte 1300 statue di Lenin


In 2016 legge sulla 'decomunistizzazione', rinominate 50mila vie

ANSA) - MOSCA, 27 DIC - Nel corso del 2016, nel quadro della legge sulla 'decomunistizzazione', in Ucraina sono stati demoliti 2.389 monumenti di era sovietica, e fra questi figurano ben 1.320 statue dedicate a Lenin. "Ricordiamo che dopo la Russia - si legge nel comunicato dell'ufficio stampa dell'Istituto Ucraino per la Memoria Nazionale - l'Ucraina era il paese con il maggior numero di tributi a Lenin in aree pubbliche". Inoltre sono state rinominate 51.493 vie nonché 25 distretti e 987 centri abitati.
 
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view post Posted on 1/1/2017, 20:19

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ieri sera a Kiev

triplori


Mi auguro non sia vero ma in ogni caso torna Baffone, torna!

 
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