Comunismo - Scintilla Rossa

Crisi, lavoratori allo sbaraglio

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 2/3/2014, 18:24

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


Napoli. Continua la lotta contro McDonald's


Alla faccia di tutti i bei propositi sbandierati nel nuovo spot anti-crisi di Mc Donald’s, dove si racconta come l’azienda americana faccia tante nuove assunzioni e “creda negli italiani”, proprio oggi sono arrivate le lettere di licenziamento per 39 dipendenti dei punti vendita legati alla multinazionale statunitense e a “Napoli Futura” di Guido Freda, che, a tal proposito, si dice “addolorato”.


In merito poi agli scioperi e alle manifestazioni di protesta organizzati dai suoi dipendenti ed ex-dipendenti, l’imprenditore napoletano ha idee molto precise: «Lo sciopero è un atto irresponsabile. Siamo in un momento di crisi e impedire le attività dei ristoranti crea solo ulteriori problemi. Ci sono ancora 144 lavoratori che vanno salvaguardati con senso di responsabilità. Scioperare rischia solo di aggravare la situazione. Invece di salvare i posti di lavoro, potremmo perderne altri».

Il discorso non fa una piega: irresponsabili sono i lavoratori e lavoratrici che dopo essere stati vessati con turni sfiancanti e illegali (ad esempio sequenze lunghissime di turni serali, cambiamenti di orario dati con strettissimo preavviso, etc.), sono stati messi in mezzo alla strada da un giorno all’altro e che ora lottano per i loro diritti e non chi li ha licenziati, ma soprattutto sarà colpa loro e solo loro, se qualche altra testa dovesse cadere.

Lo sciopero ad oltranza che da due giorni impedisce l’apertura del fast food di piazza Municipio a Napoli, nonostante le (non molto) velate minacce dell’A.D., continua.

fonte
 
Web  Top
view post Posted on 4/3/2014, 12:41

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


Pozzuoli. Lavoratori Lsu in rivolta. Assalto al Comune


Tornano sul piede di guerra gli oltre duecento lavoratori socialmente utili di Pozzuoli. Oggi i lavoratori hanno fatto irruzione nella palazzina 7 dove c’è il sindaco e la segreteria generale, devastando suppellettili e rovesciando i cassonetti della differenziata.
Gli Lsu, impegnati nel settore comunale della Nettezza urbana, hanno forzato il blocco del drappello di polizia municipale al pianterreno e hanno invaso la palazzina del complesso municipale di Toiano. Chiedono un incontro urgente con l’amministrazione comunale per definire il piano di stabilizzazione e i nuovi progetti relativi alla gara di gestione pluriennale del servizio di raccolta dei rifiuti. Oltre a rivendicare il pagamento di una serie di spettanze: dagli straordinari al salario accessorio.
La sede comunale è stata devastata, con calci e pugni nelle porte, mentre sul posto è arrivata poco fa anche una pattuglia del locale commissariato di polizia di Stato
All’esterno della struttura comunale sono stati collocati striscioni e bandiere sindacali. "Siamo in stato di agitazione e chiediamo da tempo un incontro con il sindaco, ma finora nessuno ci ha voluti incontrare – dice Pasquale Elemento, uno dei rappresentanti sindacali degli Lsu di Pozzuoli – Attendiamo risposte e nel frattempo restiamo in assemblea permanente".

FONTE
 
Web  Top
view post Posted on 20/3/2014, 15:11

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


Roma. Sfrattata madre disabile con figlio minorenne



Pasquina, 54 anni, affetta da sclerosi multipla, è stata buttata in strada questa mattina a Roma, nel quartiere Giardinetti. A nulla sono valsi i tentativi di bloccare lo sfratto da parte dell’AS.I.A./USB, da cui è scaturita l’identificazione, e la probabile denuncia, di un’attivista del sindacato.

Vedova disabile con due figli, di cui uno minore, Pasquina percepisce una pensione di 700 euro, l’equivalente esatto del canone d’affitto che non è più stata in grado di pagare dopo la morte del marito.

Da tempo l’AS.I.A./USB aveva sottoposto il caso al Comune e ai Servizi Sociali, senza ottenere risposta dalle istituzioni.

L’AS.I.A./USB denuncia l’ennesima grave ingiustizia: è questo il piano casa di Renzi e Lupi.

Sul problema della casa e degli sfratti (21.000 richieste negli ultimi tre anni nella sola città di Roma) l’ AS.I.A./USB partecipa alla prima giornata di mobilitazione nazionale contro l’Art. 5 e contro l’intero decreto Renzi-Lupi sulla casa, lanciata dalla Rete “Abitare nella Crisi”, manifestando oggi a Roma sotto la Prefettura, in piazza SS. Apostoli dalle ore 14.00.

FONTE
 
Web  Top
view post Posted on 21/3/2014, 14:29

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


Oggi sciopero nazionale dei lavoratori ex-Lsu Ata. Manifestazione al Miur


Nonostante stia per scadere la proroga al 31 marzo delle risorse straordinarie stanziate per mantenere i livelli salariali degli ex-Lsu ATA, impegnati nelle pulizie delle scuole, la gara Consip e i tagli del “decreto del fare” negli appalti non sono stati ad oggi rivisti. Non sono nemmeno emerse le soluzioni necessarie ad evitare in maniera definitiva che, a partire dal 1 aprile prossimo, circa 26.000 lavoratori piombino di nuovo nella più estrema incertezza sul proprio futuro ed in condizioni di reddito disperate. “A seguito delle numerose proteste dei lavoratori su tutto il territorio nazionale, a fine febbraio il nuovo governo si era preso un mese di tempo per trovare una soluzione a questa gravissima situazione”, ricorda Carmela Bonvino, dell’Esecutivo USB Lavoro Privato. “Ora, siamo a fine marzo e le scarse e poco convincenti dichiarazioni dei ministri del Lavoro e della Pubblica istruzione non ci rincuorano. Temiamo siano l’ennesima finta soluzione, comunque non a vantaggio dei lavoratori – argomenta Bonvino - visto che si continua a mantenere in piedi il sistema delle esternalizzazioni e a parlare di corsi di riqualificazione professionale” .Prosegue la dirigente USB: ”Del resto, questa ennesima proroga rischia di non essere stata utile nemmeno a tamponare la drastica perdita di salario subita dai lavoratori, in quanto i finanziamenti aggiuntivi non sono arrivati nei tempi e nelle quantità necessarie a dare ad oggi certezza sulle ore di servizio svolte. Una situazione che rischia di aggravarsi a fine mese, poiché scatteranno i tagli che toccheranno anche i lavoratori di Calabria e Basilicata, i quali dal 1 aprile passeranno alle nuove aziende Consip, mentre non si intravedono soluzioni per i lavoratori di Sicilia e Campania”. Aggiunge Bonvino: ”Come hanno purtroppo potuto toccare con mano i lavoratori nelle moltissime regioni d’Italia, quali Puglia, Lazio, Sardegna, Toscana, Veneto, Abruzzo, ecc.., in cui è entrato comunque in vigore il nuovo regime, si stanno verificando licenziamenti degli ex-Lsu con contestuali assunzioni di nuovo personale mai utilizzato nelle scuole. Ci sono fortissime riduzioni di orario e di salario, fin sotto i minimi contrattuali delle 14 ore e per meno di 12 mesi, con stipendi di circa 200 euro al mese senza contributi, e con nuovi e inaccettabili ricatti sui carichi di lavoro. Tutto questo non potrà che portare ripercussioni sul servizio in tutto il territorio nazionale”. “La USB ha inviato all’attenzione del Ministro Stefania Giannini soluzioni utili ad evitare le disastrose conseguenze della gara Consip. Abbiamo proposto – evidenzia la sindacalista - anzitutto un censimento dei lavoratori in servizio nelle scuole; abbiamo proposto il prepensionamento dei lavoratori che hanno due anni per la pensione e l’internalizzazione del servizio di pulizia attraverso l’assunzione diretta degli ex-Lsu. Ma ad oggi non vi è stato ancora un confronto né una convocazione che entrasse nel merito delle questioni, tutte aperte. In questo senso, i lavoratori con l’USB sciopereranno domani, 21 marzo, su tutto il territorio nazionale, con presidi in varie città del Centro sud”.

Santa Tecla Este, lavoratrici sulla torre


Le lavoratrici licenziate dalla Fondazione Ecclesiastica S.Tecla che da 37 gg vivono in tenda al presidio permanente e dopo mesi di lotta durissima, hanno deciso di salire sulla torre nelle vicinanze del presidio.

“Non siamo invisibili” dichiarano e “chiediamo che la Regione Veneto mandi sul luogo un esponente della giunta a prendere seriamente in carico la situazione”.

LA RICHIESTA DA SEMPRE INASCOLTATA È IL REINTEGRO DI TUTTE LE LAVORATRICI ATTUALMENTE LICENZIATE.

Invitano la Giunta Regionale a prendere in seria considerazione anche la possibilità di commissariare l’ente secondo la procedura del art.25, che prevede, dopo l'ispezione Regionale che ha certificato la mala-gestione, l'azzeramento del CDA “licenziando” Don Marco Cagol, Don Lorenzo Mocellin ed Ernesto Burattin (fratello del direttore Valerio Burattin) e il ritiro di tutte le delibere che hanno creato danno, compreso quella del licenziamento collettivo.

DOPO MESI DI DURA LOTTA VOGLIAMO UN INTERVENTO MIRATO E IMMEDIATO PER TROVARE L’UNICA VERA SOLUZIONE ALTERNATIVA: LAVORO SALARIO E DIRITTI.
NON CI ARRENDEREMO, NON CI FERMEREMO, NON FAREMO UN PASSO INDIETRO!
RESISTEREMO UN GIORNO PIU' DI LORO!

A MILANO GLI INSEGNANTI PRECARI PROTESTANO ALLA SEDE PD



VENERDI 21 MARZO
PRESIDIO SOTTO LA SEDE DEL PD MILANO

I Governi cambiano e i ministri dell'Istruzione si susseguono, ma le politiche scolastiche continuano ad essere dettate da istanze incompatibili con il reale rilancio dell'istruzione pubblica: la "compressione della spesa pubblica" e la volontà di assimilare i processi di apprendimento alle dinamiche aziendali introducendo logiche “premiali”.
Il Pd, infatti, dopo un anno di governo di larghe intese, ha:
- confermato i tagli alla scuola dell'era Gelmini-Tremonti e la riforma Fornero sulle pensioni
- tagliato i salari dei precari attraverso la mancata monetizzazione delle ferie non godute
- ridotto il diritto allo studio dei disabili attraverso le direttive BES
- confermato l'imposizione dei discriminatori quiz INVALSI
- introdotto un'illegittima sperimentazione per ridurre di un anno la durata delle scuole superiori, senza alcuna motivazione didattica, esclusivamente per fare “cassa” tagliando sulle cattedre e quindi su migliaia di posti di lavoro dei docenti (circa il 20%) e sul diritto allo studio degli alunni.


In questi giorni Renzi ha scelto come nuovo ministro dell'istruzione la prof.ssa Giannini che si è già detta favorevole alla riduzione di un anno delle scuole superiori e dichiara di voler aumentare i finanziamenti alle scuole private ed eliminare il sistema degli scatti stipendiali, a favore di un sistema in cui gli istituti possano gestire e scegliere i docenti secondo un modello meritocratico-clientelare, simile a quello delle università. Per questo riteniamo che sia proprio il Partito Democratico e il nuovo governo targato Renzi/Giannini a essere attualmente la più grave minaccia per la scuola pubblica e statale italiana.
Per queste ragioni invitiamo tutte le componenti della scuola a partecipare a un
PRESIDIO SOTTO LA SEDE DEL PD
per protestare contro le politiche scolastiche del nuovo Governo Renzi/Giannini
21 MARZO ore 15,00
via Pergolesi 8 MILANO
sede metropolitana del Partito Democratico
PER CHIEDERE IL REALE FINANZIAMENTO DELLA SCUOLA STATALE E L'ASSUNZIONE DI TUTTI I PRECARI DELLA SCUOLA


(il volantino) fonte
 
Web  Top
view post Posted on 21/3/2014, 19:03

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


La Fiat continua ad applicare il suo "modello contrattuale" con il beneplacito dei sindacati di regime...
La scelta di riprendere il 1° aprile la trattativa sta bene ad indicare la presa in giro che stanno subendo gli 80 mila operai Fiat in attesa del contratto. Infatti, lo stesso giornalista del sole 24 ore è costretto ad ammettere che gli operai "si augurano non sia uno scherzo"! E invece ancora una volta la contrattazione tra le organizzazioni sindacali Cisl, Uil, Ugl, Fismic e Quadri e la Fiat è proprio uno scherzo dato che: primo, l'azienda non vuole dare niente perché dice che non ha soldi e Di Maulo, segretario della Fismic è in sostanza d'accordo, se è vero, come riporta appunto il sole 24 ore di oggi, che dice: "Siamo consapevoli … che l'azienda deve affrontare ingenti investimenti. Ma non ci si può occupare solo dei macchinari, dimenticandosi dei lavoratori". I soldi per gli investimenti, a miliardi, la Fiat/Chrysler se li fa dare o prestare dagli Stati o dalle banche e trova anche quelli per dare i milioni di stipendio a Marchionne, quindi è una "consapevolezza", quella di Di Maulo, solo a favore del padrone (come sempre!). La Fiat, come dimostra ogni giorno, non dimentica affatto i lavoratori, anzi, se ne ricorda tanto bene che li licenzia, li mette in cassa integrazione di ogni tipo, li addestra affinché lavorino ancora di più…

Secondo, la richiesta che hanno fatto i sindacati all'azienda è di 70 euro! Perfino il governo Renzi ha fatto una promessa più alta ai lavoratori che guadagnano meno di 1500 euro al mese!

Non solo, ma la Fiat continua imperterrita ad applicare il "suo" contratto a tutte le aziende che acquisisce come la Vm, disdettando gli accordi sull'integrativo e abbassando di fatto il salario di tutti gli operai!

* * *

Contratti. Il 1° aprile l'incontro

La Fiat disdetta l'integrativo Vm

Fiat e sindacati (senza la Fiom) hanno scelto il primo aprile per riprendere la trattativa sul contratto, ma gli 80 mila lavoratori del gruppo interessati all'accordo si augurano che non si tratti di uno scherzo. Soprattutto per quanto concerne gli aspetti economici.
La trattativa era stata sospesa il 5 febbraio, dopo che si era conclusa la discussione sugli aspetti meno problematici, legati agli aspetti normativi, agli orari. Con l'intesa, tra l'altro, su un miglioramento del welfare aziendale reso più efficiente. Ma il nodo, sin dall'inizio della trattativa, riguardava gli aspetti economici. La Fiat aveva chiarito subito che, vista la situazione complessiva, gli aumenti erano da escludere. Ma il sindacato ha insistito sul riconoscimento, in termini economici, dell'impegno dei lavoratori.
"Siamo consapevoli – spiega Roberto Di Maulo, segretario della Fismic – che l'azienda deve affrontare ingenti investimenti. Ma non ci si può occupare solo dei macchinari, dimenticandosi dei lavoratori". Tenendo però conto dell'inflazione ai minimi termini, dei soldi che entreranno in busta paga per la riduzione del cuneo fiscale, della ripresa che sarà modesta. La soluzione individuata dai sindacati prevede che, per quest'anno, non ci sono aumenti in paga base, ma solo legati all'incremento della produttività. Mentre dal prossimo anno si tornerebbe ad aumenti più"tradizionali". "Deve comunque essere chiaro – afferma Di Maulo – che on si può arrivare all'intesa senza qualche aumento retributivo".
Per il gruppo del Lingotto, però, si è aperto un nuovo fronte. A Cento (Ferrara) la Fiom ha proclamato per oggi due ore di sciopero nello stabilimento Vm dove poco meno di 1.200 lavoratori producono motori di alta gamma per Maserati, Chrysler, Jeep, ma anche per i taxi londinesi. "Riteniamo inaccettabile – spiegano alla Fiom – la comunicazione Fiat della disdetta del contratto nazionale e della contrattazione aziendale degli ultimi 43 anni. Viene cancellata una storia di relazioni sindacali e di progresso sociale ed economico". La Fiom accusa la Fiat di non rispettare le intese raggiunte il l7 maggio dello scorso anno in merito alle assunzioni ed alla contrattazione aziendale ferma dal 2008.
Ma al Lingotto – dove non si è apprezzato uno sciopero proclamato mentre sono in corso gli incontri tra azienda e sindacato – si limitano a ricordare che la Vm da un paio di mesi è passato sotto il completo controllo azionario della Fiat. E, di conseguenza, anche alla fabbrica di Cento si deve applicare il contratto valido nell'intero gruppo.

fonte
 
Web  Top
view post Posted on 30/3/2014, 19:53

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


In mille in corteo a Livorno in difesa dei diritti di tutti. Occupazione e presidio in via Giordano Bruno


DOMENICA 30 MARZO 2014

Grande corteo quello di oggi a Livorno. Circa mille persone determinate e compatte hanno deciso di scendere in piazza a fianco dei comitati autonomi dell'Ex Caserma Occupata.

La giornata è iniziata alle tre con una festa di in piazza San Marco alla quale hanno partecipato moltissime famiglie dei comitati e del quartiere. Concerto live degli "one eat one", banchetti informativi ed esibisione degli skaters dello skate park e della palestra popolare.

Alle ore 17:30 il corteo si è mosso sempre da piazza San Marco andando a toccare diversi punti della città mentre la musica dei Villa Sound e dei Red Faida (che ringraziamo ancora una volta) incitavano i partecipanti.

Interventi del comitato di solidarietà "Livorno non si piega" davanti al tribunale e azione dimostrativa davanti al palazzo della Provincia. Quattro secchi di letame sono stati gettati di fronte al portone principale in risposta al consiglio provinciale di qualche giorno fa, quando l'appoggio quasi unanime al progetto della discarica del Limoncino ha decretato una delle pagine più vergognose della storia della nostra città.

Interventi anche davanti all'hotel Giappone dove da alcuni giorni sono ospiti/detenuti circa 40 richiedenti asilo.

Infine il corteo è andato avanti fino a via Garibaldi proseguendo senza "autorizzazione" fino al quartiere Fiorentina dove è stato occupato un intero blocco di case popolari che a giorni sarebbe stato abbattuto. Attimi di grande tensione (anche nel momento in cui scriviamo) quando si sono presentate circa 8 camionette di celere pronte a sgomberare immediatamente l'immobile.

La situazione resta delicata e per questo invitiamo tutti e tutte a recarsi sul posto a qualsiasi ora perchè il presidio continuerà ad oltranza.

A breve verranno pubblicati i comunicati.

tratto da www.livornoindipendente.it

29 marzo 2014
 
Web  Top
view post Posted on 2/4/2014, 19:11

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


I redditi in Italia e la redistribuzione delle briciole


Un interessante articolo apparso il 26 marzo su Repubblica, riporta una ricerca del Ministero dell'economia sui redditi dei contribuenti nel nostro paese.

Il quotidiano con molta enfasi, quasi con sorpresa, sottolinea che a fronte di un reddito complessivo di 800 miliardi di euro, il 22,7% di questa somma è detenuta dal 5% dei contribuenti, "ossia una quota maggiore a quella detenuta complessivamente dalla metà dei contribuenti con i redditi più bassi", riporta la relazione del Ministero. Il reddito medio invece, si attesta sui 19.750 euro, sottraendo le detrazioni relative all'imposta Irpef si scende a 14.870, questo significa che il salario medio in Italia non supera i 1.240 euro al mese.

Questi pochi, ma significativi cenni, ci consegnano la fotografia degli effetti di una crisi economica che colpisce esclusivamente le fasce più deboli della popolazione, mentre c'è una polarizzazione dei redditi su una fetta esigua che detiene la stragrande maggioranza della ricchezza.

Politici e istituzioni di ogni genere pur di legittimare le politiche da lacrime e sangue che vengono adottate, hanno ripetuto come un mantra la necessità di fare sacrifici data la scarsezza di risorse economiche per via di una crisi che colpisce tutti. Invece, come ripetiamo da anni, i soldi ci sono e sono concentrati su una fetta piccolissima della popolazione. Questa crisi non è altro che un'occasione per alcuni per arricchirsi sempre di più, condannando la stragrande maggioranza della popolazione ad una vita di sacrifici sotto il ricatto del debito pubblico.

Questi dati non ci sorprendono in alcun modo, visto che dalla fine dagli anni Settanta il nostro paese ha sempre avversato qualsiasi idea di politica redistributiva. Basta pensare agli attacchi che gli ultimi Governi hanno portato al contratto collettivo nazionale del lavoro, uno dei pochi strumenti giuridici in grado di concorrere a redistribuire in qualche misura il reddito. A ciò bisogna aggiungere altri fattori, come le politiche fiscali: l'Italia è l'unico paese in cui il salario viene tassato con un'aliquota iniziale del 23%, mentre i guadagni da capitale sono stati stati tassati fino al 2011 al 12,5% e solo dal 2011 in poi al 20%. Inoltre, se alla fine degli anni Ottanta le entrate Irpef da lavoro dipendente costituivano il 40% delle entrate totali, attualmente sono salite al 60%. Non saranno gli 80 euro in più in busta paga che Renzi ha promesso da maggio ad invertire questa tendenza. L’ennesimo siluro mediatico-elettorale dell'uomo solo al comando non è altro che un anestetico di breve periodo per ridurre leggermente l’avanzata inesorabile dell’euro-scetticismo alle prossime Europee.

Questa diseguaglianza, non viene considerata come effetto collaterale della crisi, come problema da risolvere, inaccettabile condizione che incide sulla condizione di milioni di persone, ma viene legittimata secondo un preciso principio neo-liberalista. Infatti in base a vaghi principi che si rifanno al maggior talento, impegno profuso ecc, la diseguaglianza diventa equa, grazie a criteri meritocratici che si rifanno al concetto utopistico di derivazione americana del self-made man.

Scorrendo l'articolo, risulta interessante e quantomeno ambiguo, il reddito dichiarato dagli imprenditori, pari a 17.470. Tuttavia, il Ministero ci tiene a sottolineare che la definizione "imprenditori", "non riguarda i titolari di società quanto piuttosto quelli di ditte individuali e che non hanno necessariamente dipendenti". Facendo uno sforzo di immaginazione, collegandola alla definizione data dal Ministero, potremmo pensare come imprenditori, quella miriade di partite iva, lavoratori autonomi e freelance esclusi oltrettutto anche dai famosi 80 euro. I media mainstream, negli anni, hanno definito queste figure lavorative come dei "capitalisti personali"...

Si tratta dell'operazione ideologica portata avanti negli ultimi 25 anni, per cui sulla base dell'idea della costruzione di una società della conoscenza, singoli individui, detentori di "capitale intellettuale", possono divenire "imprenditori di sé". Nel mondo reale invece sono individui che vivono forme di sfruttamento feroci, relegati in una condizione di isolamento, molto spesso confinati nell'"eremo" della propria casa-ufficio, protagonisti di una vera e propria "guerra tra poveri" che li porta ad abbassare fino all'inverosimile le proprie pretese retributive e che vivono un'autonomia lavorativa soltanto apparente, dato che a dettare i ritmi di lavoro sono le aziende per le quali svolgono prestazioni.

Negli Stati Uniti come nell'Unione europea, la crisi ha consolidato un'ideologia che vede nell'insicurezza socio-economica, dovuta ad un accumulazione dei redditi verso l'alto, non solo un aspetto accettabile della società e della vita produttiva, ma addirittura un fattore di sviluppo, in grado di indurre le persone a lavorare di più e più rapidamente. Il quadro è rafforzato da un continuo smantellamento dello stato sociale, che non è più in grado di garantire politiche sociali di qualità a prescindere dal reddito, come accadeva in parte fino a vent'anni fa.

Dell'idea di modello sociale europeo, in cui i membri di una società si impegnano collettivamente per garantire a ciascuno un'esistenza serena e dignitosa, non rimane alcuna traccia. Questo modello è stato tanto decantato dai vari Trattati quanto mai realizzato. Anziché avanzare verso la costruzione di un welfare europeo, la tendenza è quella di smantellare quel po' che resta del welfare-state nei vari stati europei in nome del pagamento del debito. Allora al siluro di Renzi che redistribuisce briciole per elemosinare un po’ di consenso elettorale dobbiamo rispondere con la mobilitazione per un redistribuzione radicale di ricchezza e reddito. La May Day del Primo Maggio a Milano sarà un ottimo appuntamento per ricordare anche a questo governo quali sono le vere priorità.

fonte
 
Web  Top
view post Posted on 3/4/2014, 18:55

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


Consumi? Riprenderanno tra 33 anni. Parola di Confcommercio



Lo scorso anno avevamo segnalato che, secondo uno studio della Cgil, i posti di lavoro persi nel quinquennio 2008-2013 si potranno recuperare solo tra tre quarti di secolo. Il rapporto fu commentato dall'allora sindaco di Firenze, oggi presidente del consiglio, come inutile pessimismo. Basta però fare qualche riscontro, al di là dei titoli dei giornali e delle sparate con le diapositive sfogliate col telecomando, e si comprende che proiezioni del genere di quelle prodotte dalla Cgil non sono affatto sballate.

Ecco infatti la notizia di una proiezione Confcommercio della possibilità di recupero dei consumi, a livello 2007 (neanche eccelso quindi), solo tra 33 anni. Incrociandola con la previsione Cgil si capisce che, dalle analisi ufficiali, si intravede il fatto che è completamente saltato un modello di sviluppo. La Confcommercio stima che il migliore dei casi, ripresa dei consumi al 3% annuo, è solo un'ipotesi di scuola. Mentre ci si interroga se il livello 2007 sarà raggiunto nel 2027 o nel 2046.

Naturalmente nè la Cgil nè, tantomeno, la Confcommercio prendono atto che ormai un modello di sviluppo ha fallito. Continueranno a produrre previsioni, magari sempre più allarmate, chiedendo provvedimenti che richiameranno solo alla nostalgia (loro) di un mondo che fu e che non tornerà. Quello di un modello economico, e di consumi, che non solo è energivoro, inquinante e alienante ma non produce nemmeno più ricchezza materiale. Salvo per gli iper-ricchi per i quali questi sono solo problemi per mortali. redazione 3 aprile 2014

fonte

(AGI) - Roma, 3 apr. - Dal 2007 a oggi i consumi sono calati di oltre 80 miliardi di euro. E' la stima fornita dall'indicatore Confcommercio secondo cui ci vorranno fino a 33 anni per tornare ai livelli pre-crisi. "Le perdite subite dal mercato dei beni durevoli - sottolinea Confcommercio - sono state tali che, nella migliore delle ipotesi, ci vorranno dodici anni per riprendere i livelli del 2007 mentre ne serviranno ben 33 anni, cioe' nel 2046, nell'ipotesi peggiore. Una ripresa della spesa alimentare all'1% richiederebbe circa 13 anni per un pieno recupero rispetto ai massimi. Un inatteso boom dei consumi totali costantemente al 3%, permetterebbe un pieno recupero prima della fine del 2016. E' piu' un augurio che una previsione". (AGI) Red/Gio

fonte
 
Web  Top
view post Posted on 5/4/2014, 19:36

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


Trezzo. Fascisti e picchiatori contro gli operai della logistica


Questa mattina, dopo la nottata davanti ai cancelli di Trezzo, abbiamo fatto entrare i lavoratori. Ma neanche dopo 20 minuti sono usciti da dentro circa 150 tra autisti, capi, capetti di cooperative e alcuni lavoratori che sembravano tutti italiani. Noi eravamo in quel momento circa 70.
Già ieri sera erano cominciate delle provocazioni da parte di capi e capetti, ma questa mattina vi è stata una pesantissima aggressione, da loro studiata e preparata.
Questo grossa squadraccia si è lanciata verso di noi, con bastoni, spranghe e altri oggetti, qualche nostro lavoratore ha anche visto delle pistole. I nostri lavoratori hanno cercato di rispondere, di togliere le mazze dalle loro mani. Siamo poi riusciti a arrivare sulla strada, evitando che ci incastrassero nell'area dei cancelli, mentre questi mazzieri venivano avanti contro di noi anche con i camion. 7 nostri lavoratori sono andati al pronto soccorso con varie ferite, sia alle mani, braccia, sia al collo, spalle, ecc.
Come ho detto vi erano anche lavoratori tra questi mazzieri fascisti, ma abbiamo saputo che una parte di loro era stata minacciata: se non andavano venivano licenziati.
Alcuni di quelli che guidavano questo mega gruppo avevano il volto coperto da sciarpe.
Vi sono state minacce personali anche verso di me e direttamente verso il nostro sindacato slai cobas; io ho trovato la mia macchina sfregiata, con un cacciavite avevano inciso "merda".
Si è trattato di un'aggressione preparata, fatta con metodi proprio fascisti, di mazzieri padronali.
I Carabinieri che sono stati presenti per tutto il tempo dell'aggressione sono rimasti tranquillamente ad osservare da lontano. E altri loro tre uomini in borghese non si sono neanche avvicinati. Dopo è comparsa anche la questura che però quasi voleva identificare noi.
Chiaramente nessun segnale da parte della Prefettura...
Non avevamo messo in conto che sarebbero arrivati a questo, altrimenti...
Alle 8 siamo riusciti a fare un'assemblea per decidere il prosieguo della nostra mobilitazione.
*Abbiamo deciso di dare una risposta forte, costruendo uno sciopero di tutto il settore e una manifestazione nazionale, perchè se perde una parte degli operai della Logistica perdono tutti. *
Il nostro obiettivo ora è riuscire a rispondere a questa aggressione in maniera massiccia. Ora dobbiamo allargare le nostre forze.
Oggi alle 15 nell'assemblea già programmata ai cancelli della Coopital Italtrans, con lavoratori sempre della logistica, cercheremo di cominciare a costruire l'unità tra tutti gli operai della logistica per realizzare questo sciopero generale del settore nei prossimi giorni, chiamando anche altre forze solidali.
Poi alle 17 andremo alle redazioni dei giornali di Bergamo e al Corriere della Sera per dire come sono andati realmente i fatti di questa mattina.
Altri operai di un'altra ditta della logistica erano venuti ieri e avevamo già deciso di fare un'assemblea martedì prossimo. Domani andremo a Brignano dove stanno gli operai che con lo slai cobas per il sindacato di classe di Bergamo iniziarono in questa zona la lotta della logistica.

fonte
 
Web  Top
view post Posted on 5/4/2014, 20:00

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


Milano. Resistenza sul tetto contro gli sgomberi delle case occupate


Ci sono ancora due attivisti che resistono sul tetto dello stabile della Pizzeria Occupata in via Cola di Rienzo. Altri 4 invece si trovano ancora detenuti nel carcere di San Vittore.

Hanno trascorso la notte sul tetto i due compagni della Pizzeria Occupata di via Cola di Rienzo, sgomberata ieri a Milano. Sono saliti per bloccare l’azione repressiva, mentre una decina di altri attivisti resistevano dentro lo stabile e poi venivano portati in Questura. Ieri sera si è svolto a Milano un corteo in risposta allo sgombero. Oltre 300 le persone che hanno partecipato alla manifestazione che è passat anche davanti carcere di San Vittore dove sono stati portate 4 delle 15 persone fermate durante lo sgombero poliziesco di ieri. Per stasera è previsto un aperitivo davanti al palazzo sgomberato solidale con i due resistenti sul tetto.

FONTE
 
Web  Top
view post Posted on 7/4/2014, 14:00

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


"SALARIO MINIMO" = LEGALIZZAZIONE SALARIO A NERO, BASTA CON CCNL, GABBIE SALARIALE



«Una legge sul salario minimo" - annuncia il vice ministro dell'Economia Enrico Morando - «un'altra riforma che ha un'assoluta centralità soprattutto adesso che c'è l'accordo tra le parti sociali per misurare la rappresentanza». Una legge destinata a «rivoluzionare le relazioni sindacali», di fatto capovolgendo l'attuale schema della contrattazione attraverso tre pilastri: salario minimo, con tanto di «galera» a chi non lo garantisce, un contratto nazionale che agisca solo «per default», ovvero là dove sul territorio non si è stati in grado di fare accordi di secondo livello, che rappresentano il terzo pilastro. «così possiamo finalmente salvare la produttività, spostando la contrattazione nel luogo dove la produttività si può misurare davvero». (Da Sole 24 Ore)
"Salario minimo (ma) contemporanea introduzione di forti deroghe ai contratti collettivi nazionali, che sarebbero molto depotenziati" (Da Gazzetta del Mezzogiorno)

Potremmo rispondere con una battuta: se assicurate ai lavoratori 1.874 euro, come il minimo mensile del Lussemburgo, ci stiamo! Visto che in Italia si sta ragionando sui 5 euro all'ora...!!

Ma il problema, è evidente, non è la quantità dell'importo. Di fatto questa legge sul salario minimo che viene presentata - e a Cernobbio accolta molto positivamente dagli Industriali - come una difesa del salario dei lavoratori, in realtà vuole da un lato dare legalità al sottosalario a nero già pagato da tante aziende - della serie: per "NON far andare in galera", per non far avere sanzioni alle aziende, tante, che non applicano le retribuzioni contrattuali, e non invece, come dice Morando, "per dare il carcere a chi sgarra"; dall'altro vuole affossare definitivamente i contratti collettivi nazionali, un "auspicio" da molto tempo chiesto dai padroni, nonostante, grazie ai sindacati confederali, questi CCNL siano già ora molto "depotenziati".
Ma le aziende vogliono mettere in soffitta la stessa idea di contrattazione nazionale che unifichi le condizioni salariali e normative dei lavoratori. Vogliono tornare alle "gabbie salariali", dividere i lavoratori; vogliono differenziare le retribuzioni rendendole dipendenti dall'andamento aziendale - ma chiaramente sempre e solo quando i loro affari vanno male, mai quando vanno bene...; vogliono legare il salario alla produttività, cioè a più sfruttamento, più carico e intensità del lavoro. Per far lavorare di più e pagare di meno, per scaricare ancora di più la loro crisi sul salario operaio e salvaguardare i loro profitti.
Il risvolto politico è che gli industriali vogliono spezzare l'unità, il peso nazionale dei lavoratori, rompere ogni residua idea di unica classe che si difende insieme dal nord al sud, per rinforzare la loro classe e interessi padronali sulle divisioni dei lavoratori, sul legame mortale tra operai e padrone.
L'"unità" dei lavoratori verrebbe stabilita dal "salario minimo", per unificare tutti i salari a questo livello minimo. Quindi, altro che difesa: invece di garantire a chi viene sottopagato un salario contrattuale, si darà a chi prende ancora un salario contrattuale un salario minimo.

Ma Morando ha detto un'altra cosa: adesso dobbiamo varare il salario minimo "adesso che c'è l'accordo tra le parti sociali per misurare la rappresentanza".
Questa è effettivamente una tragica verità. I padroni sono abbastanza sicuri che non ci sarà una opposizione da parte di Cgil, Cisl, Uil all'introduzione del "salario minimo". Ma dicono di più, se ci fosse opposizione nelle fabbriche, sui posti di lavoro, l' "accordo con i sindacati confederali sulla rappresentanza", gli garantisce che verrebbero stroncate, dalle stesse segreterie sindacali, ogni contestazione, ogni sciopero, con tutte le sanzioni previste...

Per chi del governo Renzi ha voluto vedere il rametto, lo specchietto per le allodole delle "80 euro in busta paga" (ancora tutte da confermare) e non ha visto la foresta, è lo stesso governo Renzi che rimette le cose a posto: per una mano che darà (se li darà...) qualche decina di euro a una parte dei lavoratori, c'è l'altra mano che sta rubando definitivamente migliaia di euro a tutti i lavoratori.

fonte
 
Web  Top
view post Posted on 9/4/2014, 14:05

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


"Basta tagli". Blitz Usb agli 'Stati generali della salute"



Questa mattina a Roma, una delegazione di lavoratori di diversi comparti ha dato vita al blitz organizzato dall’USB Pubblico Impiego presso l’Auditorium Parco della Musica, dove è in corso la due giorni degli “Stati Generali della Salute”, organizzati dal ministero della Salute per discutere “sul futuro dell'organizzazione sanitaria, il diritto alla salute, la prevenzione, la ricerca e la sicurezza agroalimentare”.
“Un appuntamento in pompa magna - dichiara Sabino Venezia dell’USB Sanità - che non basterà a mitigare le angosce di lavoratori e cittadini, vittime dello smantellamento dello Stato Sociale e della sanità. Da anni i governanti continuano a rassicurarci su tagli benefici al sistema, ma quello che continuiamo a registrare è il continuo e graduale depotenziamento di un servizio sanitario ormai imploso, che non riesce più a garantire i servizi essenziali se non tramite i privati o le assicurazioni”.

“La protesta di oggi vuole essere un monito ai ministri della Salute di tutta Europa, oltre che al Governo italiano – avverte il sindacalista dell’USB - perché smettano di considerare il bene salute come fonte di risparmio economico e strumento di profitto per le imprese. Specialmente in questa particolare fase della crisi, continuare a contrarre la ricerca, la prevenzione e la cura sta ingenerando una profonda incompatibilità fra gli obiettivi che l’Europa ci impone e la salute dei cittadini, come del resto rileva anche una recente indagine dell’OCSE”, conclude Venezia.

fonte
 
Web  Top
view post Posted on 12/4/2014, 20:12

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


il fascismo neocorporativo padronale alla ferrari con il pieno sostegno del sindacalismo reazionario


Ferrari, premio di 4000 euro a dipendenti. “Ma se non hanno fatto giorni di malattia”

La fabbrica di Maranello è l’unica del gruppo Fiat ad applicare un accordo integrativo che premia gli operai quando aumentano i livelli di produzione. Ma ad alcune condizioni: “Il premio spetterà in toto solo a coloro che non hanno chiesto giorni di malattia, di permesso o di congedo matrimoniale”
Un bonus di circa 4.000 euro nelle buste paga di aprile, ma solo per chi non ha fatto assenze sul lavoro. Aumenta il fatturato e quindi ricompensa i propri lavoratori la Ferrari di Maranello, l’unica fabbrica italiana del Gruppo Fiat ad applicare un accordo integrativo che premia i dipendenti quando i livelli di produzione, qualità e redditività dello stabilimento raggiungono un segno positivo. Un bonus di 4.100 euro lordi l’anno per gli operai, e 4.300 per gli impiegati, quindi, che, al netto della tassazione, dovrebbe attestarsi attorno ai 3.000 euro netti. “Il premio, però – precisa Paolo Ventrella, delegato Fiom e operaio Ferrari – spetterà in toto solo a coloro che nel 2013 non hanno chiesto giorni di malattia, di permesso non retribuito o di congedo matrimoniale”.
Nello stabilimento del cavallino rampante vige un accordo triennale per cui i bonus di ricompensa riconosciuti ai dipendenti si calcolano sulla base di 4 parametri: il numero di vetture realizzate, il fatturato, l’indice di qualità e la produttività dei lavoratori. “Quest’anno – spiega Alberto Zanetti, segretario della Uilm di Modena – le auto prodotte sono in lieve calo, tuttavia sono aumentate le vetture speciali, che hanno un costo più alto e quindi accrescono i livelli di fatturato”. I lavoratori Ferrari, poi, spiega ancora la Uilm, “sono virtuosi: l’assenteismo, a Maranello, è praticamente inesistente, e questo incide sul bonus”. Per chi non fa assenze, infatti, il premio cresce del 5%, per chi manca da 0 a 8 giorni, invece, la ricompensa non subisce penalizzazioni, quindi è al 100%. Ma c’è una trattenuta per i lavoratori che invece superano quella soglia. “A differenza dei vecchi contratti unitari – racconta Ventrella – che riconoscevano un bonus collettivo, l’accordo triennale introduce un premio variabile individuale, che viene tagliato, cioè, sulla base delle presenze sul posto di lavoro. Nel calcolo del contributo incidono, per esempio, gli infortuni in itinere, i permessi non retribuiti, la legge 104, i permessi Avis, i congedi matrimoniali, la malattia: se un operaio ricorre a una di queste tipologie di ‘assenze’, automaticamente subisce delle decurtazioni del premio”. Decurtazioni che di anno in anno aumentano: “quest’anno chi è mancato per più di 120 ore ha perso 800 euro di bonus. Chi invece è stato assente fino a 80 ore subisce un taglio del 10%. E il prossimo anno le percentuali aumenteranno: un’assenza fino a 80 ore corrisponderà a un meno 15% di contributo, e oltre le 120 ore, meno 25% del bonus – calcola Ventrella – quindi, a fronte di un fatturato record del 5% nel 2013, la Ferrari in realtà, rispetto al primo anno in cui è entrato in vigore l’accordo, ha riconosciuto ai lavoratori un bonus di appena 60 euro lordi”. Per Uilm, “la Ferrari sotto questo aspetto rappresenta un esempio virtuoso, perché è l’unico marchio Fiat che alla luce di un aumento della produttività e quindi del fatturato premia in maniera proporzionata i propri lavoratori”. E conti alla mano, la differenza tra chi lavora alla Ferrari e chi invece è impiegato in un qualsiasi altro sito produttivo del gruppo Fiat, in termini di bonus è sensibile. Anche se lo stipendio riconosciuto è più o meno lo stesso, tra i 1.400 euro al mese ai 1.600, a seconda delle mansioni o dei turni, diurni oppure notturni. Nelle altre fabbriche Fiat, dalla Cnh alla Maserati, da Pomigliano alla Iveco di Bolzano, infatti, gli operai sono ricompensati solo sulla base della presenza sul posto di lavoro: 0,80 centesimi l’ora, quindi circa 6 euro al giorno, per un totale di 1.400 euro lordi l’anno, solo per chi non fa alcuna assenza. “Solo alla Ferrari, quindi, c’è un bonus supplementare – sottolinea Zanetti – che ridistribuisce parte degli utili anche tra coloro che contribuiscono a realizzarli, cioè gli operai”. Utili che provengono sia dalla vendita delle vetture, la fetta più grossa del fatturato Ferrari, sia dalla fornitura delle componenti per auto, ad esempio i motori che Maranello fornirà alle Officine Maserati di Grugliasco, circa 1.000 pezzi l’anno, “elemento che ha contribuito ad accrescere la produttività dello stabilimento modenese”, sia dalla vendita di gadget e altri prodotti marchiati dal cavallino rampante in tutto il mondo, Abu Dhabi compresa”. Ferrari è un modello virtuoso che noi vorremmo esportare anche in altre fabbriche, del Gruppo Fiat ma non solo – sottolinea anche Eros Panicali, segretario nazionale della Uilm – sicuramente lavoreremo per rinnovare l’accordo triennale di Maranello, ma l’obiettivo della Uilm sarà anche quello di arrivare ad intese simili a partire dagli stabilimenti in cui, per esempio, non c’è il ricorso alla cassa integrazione e si producono utili”.

fonte
 
Web  Top
view post Posted on 14/4/2014, 20:06

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


A Palermo tornano in campo gli operai della Fiat Termini Imerese, precari e precarie, lavoratori e lavoratrici per il lavoro, ma anche contro la repressione della manifestazione di Roma
Sit-in davanti la Presidenza della Regione

Oggi dalle ore 15,30 operai Fiat (in concomitanza con l'incontro che si svolgerà nel pomeriggio a Roma presso il Mise), precari e precarie Coop Sociali, lavoratori e lavoratrici, ex pulizieri del Policlinico, della scuola... terranno un sit-in davanti la sede della Regione Siciliana per ricordare ai dirigenti regionali, a cominciare dal Presidente Crocetta, che è bene che mantengano gli impegni presi e che siamo in attesa di un incontro che dia una via d'uscita alle varie vertenze che coinvolgono questi lavoratori.

La situazione è così grave in generale, tra disoccupazione, licenziamenti e tentativi di licenziamenti, mancanza di soldi per gli ammortizzatori sociali, mancati rinnovi contrattuali, che non si possono aspettare più i tempi della formazione di "nuovi" governi o della "politica" e cioè, in verità, il rincorrersi dei vari pretendenti alle poltrone che valgono milioni, il tutto a dispetto delle difficoltà create anche dall'aumento degli operai in cassa a causa dei continui stati di crisi di diverse aziende e in cui si dibattono le masse popolari in generale sulle cui spalle, dal governo nazionale Renzi a quello locale viene completamente scaricata l'attuale crisi economica causata dalla natura stessa del sistema capitalistico, governi che ai bisogni reali di operai, lavoratori, masse popolari sanno rispondere solo a suon di sempre più repressione, come successo a Roma sabato 12 Aprile con le violente cariche della polizia contro i manifestanti più che legittimamente in protesta.

Mentre proprio la "casta", fatta di politici e ricconi, continua "misteriosamente" ad arricchirsi, nonostante la crisi, anzi, facendo di questa, come loro stessi dicono, un'opportunità!

Il sit-in di oggi, è, quindi, in continuità con le nostre iniziative passate e chiama a raccolta tutti coloro che da questo sistema vengono colpiti per pretendere i diritti negati e prepararsi ad una risposta adeguata al livello di impoverimento crescente.

fonte

Fiat, i cassintegrati di Termini Imerese “impacchettano” i cancelli
La risposta all'iniziativa del Lingotto, che nei giorni scorsi a Mirafiori ha fatto ricoprire di cellophane le auto straniere dei dipendenti. Nel pomeriggio vertice al ministero dello Sviluppo economico: decisa la proroga della cig fino al 31 dicembre. Si è discusso anche delle proposte di reindustrializzazione... continua qui
 
Web  Top
view post Posted on 16/4/2014, 10:06

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


Esplode la disoccupazione


Non solo esplode la disoccupazione, ma aumentano anche i senza lavoro “cronici”
L’8 aprile l’INPS ha diffuso i dati relativi alla disoccupazione e alla cassa integrazione.
Titolo: cassa integrazione + 2.1 rispetto a marzo 2013. Disoccupazione: -4,7 rispetto a febbraio 2013.
Questa notizia, come tutti avete potuto constatare, è stata completamente rimossa dai grandi mezzi di comunicazione, dato che in questi tempi splendidi, illuminati di luce renziana, non si può oscurare la felicità dei cittadini e delle cittadine con notizie tristi e deprimenti.
Lo spread scende, ma a prezzo di 100 milioni di ore di cassa integrazione nel solo mese di marzo (+14%). Dato che la natura di questa cassa integrazione è per la maggioranza straordinaria o in deroga, l’utilizzo di questo ammortizzatore sociale anticipa di qualche tempo la disoccupazione. Non possiamo, quindi, che aspettarci un ulteriore e costante incremento esponenziale di cittadini/lavoratori che perderanno il lavoro nel breve periodo, che potrebbe farci sforare il 14 o il 15 % (sempre che i dati comunicati dall’ISTAT non siano…. edulcorati).
Il sospetto viene analizzando approfonditamente il comunicato dell’INPS. Si ricorda che dal 1 gennaio 2013 è entrata in vigore la riforma Fornero, con l’introduzione della nuova indennità di disoccupazione, ASPI e mini Aspi. INPS comunica che nel mese di febbraio le domande per percepire l’indennità di disoccupazione sono state poco meno di 90 mila (85.964) e 31595 quelle per la miniASPI. Ciò che colpisce è che vi è una diminuzione del 4.7%, quindi quasi del 5 % rispetto allo stesso mese del 2013.
Un profano potrebbe pensare ad un dato contrastante con quello dell’ISTAT che ha registrato un forte incremento dei disoccupati. Non è così. Anzi ,questo dato registra la drammaticità di una disoccupazione che diventa cronica e che non consente neppure di raggiungere i contributi minimi per avere il sussidio dell’INPS. Dato che per avere diritto alla mini Aspi occorre avere 13 settimane di lavoro nell’anno precedente (non parliamo dell’ASPI che ne chiede 52 di settimane lavorate nel biennio) , significa che ben il 5 % dei disoccupati non ha trovato neppure un lavoretto di 13 settimane in un anno per avere questo piccolo sussidio.
Meno male che Renzi ci darà ancora flessibilità per trovare “il lavoro che non c’è” .

Questa è la vera notizia dei dati INPS relativi a febbraio 2014.

Macelleria sociale nascosta e cancellata dalla disinformazione di massa e da un sistema politico cooptato dal sistema finanziario. Anche questi dati parlano della deriva autoritaria che è in atto nel nostro paese. A noi il compito di dare energia e guida a questo disagio oggi vissuto nella solitudine.
“Seconda a destra” indicava la canzone per cercare l’isola che non c’è.
Forse, una volta tanto, occorrerebbe imboccare la “Prima a sinistra” per trovare una risposta a problemi veri e per avere almeno una speranza di non finire nel baratro.

fonte
 
Web  Top
444 replies since 16/8/2013, 11:22   7340 views
  Share