Comunismo - Scintilla Rossa

Crisi, lavoratori allo sbaraglio

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view post Posted on 11/1/2014, 19:23

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Disoccupazione: i numeri fanno paura, ciò che c’è sotto ancora di più


Disoccupazione giovanile al 41,7% mai così alta dal 1977, +33% di domande di disoccupazione nel 2013, sforato il miliardo di ore di cassa integrazione ed un tasso di disoccupazione in aumento nell’ultimo mese dell’anno passato arrivata ormai al 12,7%. L’ultimo rapporto Istat del 2013 uscito l’8 gennaio è un vero bollettino di guerra.

La fine del sesto anno di crisi consecutiva ci consegna un paese devastato dalle politiche di austerity imposte dalla UE con un enorme trasferimento di ricchezza dai salari ai profitti, un aumento esponenziale della povertà e dell’esclusione sociale e fino ad ora, ancora poche e sporadiche resistenze non in grado di contrastare il più grande attacco di classe mai subito dal mondo del lavoro (ormai sempre di più dobbiamo dire del non lavoro). Fermandoci all’analisi del puro dato numerico se pur terrificante, non abbiamo ancora la piena percezione del disastro a cui stiamo assistendo, anzi a cui stiamo partecipando.

Partiamo dal miliardo di ore di cassa integrazione; già a fine novembre 2013 la CGIL dichiarava che la CIG (ordinaria, straordinaria ed in deroga) sfiorava le 880 milioni di ore, “una mole tale – dichiarava l’osservatorio del sindacato – che relega in cassa oltre 500 mila lavoratori a zero ore con un taglio del reddito per 3 miliardi e 300 milioni di euro, ovvero quasi 6 mila e 600 euro per ogni singolo lavoratore”. Aggiungiamo inoltre che per molte imprese la concessione della CIG è una proroga a concessioni precedenti con il risultato di “stabilizzare” il criterio momentaneo della crisi aziendale alla base degli accordi sindacali che istituiscono la CIG i quali impongono alle aziende di trovare degli strumenti per uscire prima possibile dalla stato crisi. Questo a dimostrazione di un ripresa economica che sta solo nelle deliranti e grottesche dichiarazioni di un Governo sempre più delegittimato e dei suoi pappagalli della carta stampata. Altro dato che non emerge dalle letture giornalistiche è l’utilizzo della CIGS in deroga a cui possono fare riferimento i lavoratori esclusi dagli ammortizzatori sociali ordinari.

Il percorso normativo prende l’avvio formalmente con il Decreto Legge 29 novembre 2008, n. 185 convertito con modificazioni in legge 28 gennaio 2009, n. 2 con il quale il Governo vara un primo pacchetto di misure a sostegno della famiglia, del lavoro, dell’occupazione e dell’impresa, con l’obiettivo di ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro delle politiche del lavoro estendendo la possibilità di andare in CIG ai lavoratori a tempo indeterminato delle aziende o dei settori per i quali non sono previsti gli ordinari ammortizzatori sociali, gli apprendisti, i lavoratori con contratto a tempo determinato, di somministrazione e a progetto. Sulla carta tutto perfetto. Il problema nasce come sempre quando bisogna fare uscire le risorse. L’accordo Stato- Regioni del 12 febbraio 2009 prevede che queste misure siano cofinanziate per il 70% dallo Stato e per il 30% dalle Regioni con le risorse del FSE (Fondo Sociale Europeo). Fino qui tutto bene come diceva Huber nel film L’Odio. Il problema non è la caduta ma l’atterraggio. Essendo in Italia il “lavoro” materia concorrente dove anche gli enti locali partecipano in sussidiarietà alla regolamentazione, molte Regioni hanno esaurito (o utilizzato per altri scopi) quasi subito i fondi messi a disposizione dal FSE nella programmazione 2007/2013 mentre il Governo nelle varie Leggi di Stabilità (specialmente quella 2013) dedica sempre meno risorse a questo strumento. Risultato: moltissimi lavoratori che nel 2013 hanno presentato domanda di Mobilità e CIGS in deroga avendone diritto sono stati esclusi dall’erogazione del beneficio con un impatto devastante per le famiglie e per i territori in particolare quelli dove insistono piccole e medie imprese (specialmente Nordest e Mezzogiorno).

Passiamo al dato scottante della disoccupazione giovanile e dell’aumento del trend su quella generale. Come si rileva la disoccupazione in Italia? Senza dare lezioni di statistica a nessuno leggiamo sul sito dell’Istat. Disoccupati: comprendono le persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che: hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento dell’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive; oppure, inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla settimana di riferimento e sarebbero disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.

Gli occupati invece comprendono le persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento: hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura; hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente; sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia). I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi, oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50% della retribuzione. Gli indipendenti assenti dal lavoro, ad eccezione dei coadiuvanti familiari, sono considerati occupati se, durante il periodo di assenza, mantengono l’attività. I coadiuvanti familiari sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi.

Se calcoliamo solo la disoccupazione giovanile l’età di riferimento è dai 14 ai 24 esclusi studenti a tempo pieno ed i così detti NEET (Not in Education, Employment or Training) i giovani che non studiano e non lavorano che sono oltre due milioni, dramma nel dramma. Questo significa due cose. La prima è che secondo i criteri dell’Istat (utilizzati a livello internazionale ed elaborati dal dall’International Labour Office) il restante 58,3% (sul dato a gennaio 2014 del 41,3% di disoccupazione) di giovani sono solo in parte “occupati” nel senso ormai romantico e dignitoso del termine, gli altri sono, come emerge dalla definizione, in cerca di lavoro o con un lavoro precario. Inoltre sfuggono alle statistiche tutti quei ragazzi e quelle ragazze che si arrangiano con lavori a nero nel più totale sfruttamento e quei giovani migranti spesso anche minorenni che la legislazione e le statistiche definiscono “irregolari” appositamente per tenere basso il costo del lavoro. È proprio alla situazione di massima ricattabilità e di schiavitù già sperimentata sulla pelle dei migranti che vogliono portare tutti i lavoratori e le lavoratrici a partire dai giovani. Questo è l’obiettivo dei Governi, dell’Europa e delle lobbie finanziarie ed industriali. Far ripartire l’economia con il taglio del costo del lavoro e dei diritti. Altro che crescita alle porte!


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view post Posted on 20/1/2014, 15:32

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Operai Fiat Termini Imerese manifestano davanti i cancelli della fabbrica e davanti la Regione


A Palermo l'assedio dei palazzi continua con gli operai della Fiat di Termini Imerese. Da oggi davanti la sede della Regione Sicilia in sintonia con la settimana di mobilitazione generale che segue la grande manifestazione del 19 ottobre.

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view post Posted on 26/1/2014, 11:13

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Granarolo: due facchini arrestati. E' sciopero della logistica in tutta la provincia!


Il comunicato del Laboratorio Crash



Ieri la resistenza degli operai e dei solidali davanti ai cancelli della Granarolo è stata tenace e grande espressione di dignità. I cazzotti, le manganellate, i trascinamenti, gli insulti, il gas urticante spruzzato in faccia e poi gli arresti non hanno piegato la lotta degli operai (tutti gli episodi di violenza e brutalità sono stati filmati e circolano in rete). Al loro fianco tanti compagni e compagne stretti in un forte cordone di solidarietà.

Non appena scattati gli arresti e davanti tanta violenza poliziesca e sopruso padronale i compagni del S.I.Cobas hanno dichiarato lo sciopero generale della logistica in tutta la provincia di Bologna.

Questa mattina sui tre giornali locali la Granarolo ha comprato un'intera pagina dove invita le istituzioni di Bologna a colpire duro gli operai e addita all'opinione pubblica cittadina i S.I.Cobas e Laboratorio Crash come i fomentatori di soprusi contro la loro azienda, che a loro dire, è manifestazione di grande valore etico-aziendale.

In città il padronato e le istituzioni fanno quadrato e puntano con ogni mezzo ad aggredire la lotta. Ieri ad esempio alcuni facchini rimasti isolati sono stati pestati da decine di crumiri delle cooperative della logistica che lavorano per Granarolo.

Alle aggressioni e alle provocazioni poliziesche, alla disinformazione, e alle iniziativa dei mercenari di Granarolo rispondiamo con il sorriso degno di chi lotta per il giusto e per i diritti. Resisteremo al oltranza e fino a quando i 51 facchini non verranno tutti riassunti e fino a quando non saranno riconosciuti i loro diritti e le rivendicazioni della lotta: al primo punto la dignità!

Chiediamo l'immediata liberazione dei due operai arrestati e rilanciamo la mobilitazione in tutta la città per il loro rilascio!

Facciamo appello ai movimenti sociali di tutta Italia ad esprimere solidarietà militante per una lotta che riguarda tutti e tutte. E confermiamo la preparazione di una giornata di boicottaggio internazionale contro Granarolo da fissare nei prossimi giorni. Facciamo appello ai compagni e alle compagne, ai movimenti e al sindacalismo conflittuale di Bologna a recarsi oggi in solidarietà al presidio fisso davanti Granarolo che nonostante la durissima repressione resiste!

Sciopero e picchetti fino alla vittoria!

Laboratorio Crash!

FONTE E ALTRI COMUNICATI

 
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view post Posted on 28/1/2014, 20:25

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Riparte il presidio permanente degli operai della Fiat di Termini Imerese


E' iniziata una nuova settimana del presidio/lotta degli operai Fiat e indotto a Piazza Indipendenza - Presidenza della Regione, organizzato dallo slai cobas per il sindacato di classe

Gli operai hanno tenuto nel gazebo un'assemblea in cui si è cercato di fare il punto:
la costanza nel mantenere da 9 giorni il presidio (il gazebo semidistrutto dal maltempo è stato ricostruito), è servita a comunicare e informare altri operai innanzitutto, ma anche altri lavoratori che in questa settimana hanno protestato davanti la Regione, e più in generale l'opinione pubblica, sul senso di una mobilitazione che è necessaria sulla base della parola d'ordine "basta con la cassa integrazione in deroga, riprendiamoci la fabbrica" contro il reale rischio di perdere migliaia di posti di lavoro; è servita ad allargare ad altri operai Fiat la partecipazione al presidio in vista innanzitutto dell'incontro che si terrà a Roma il 31 gennaio.

Organizzarsi adesso per essere pronti ad ogni evenienza! È con questo spirito che gli operai hanno discusso:

* sulla notizia arrivata in questi ultimi giorni che gli operai hanno 5 giorni di tempo per recarsi presso il centro per l'impiego per la dichiarazione di disponibilità al lavoro, necessità legata alla cassa integrazione in deroga prevista fino alla fine di giugno

* sulle ultime novità sulla Fiat-Chrysler/Marchionne in merito al trasferimento della sede legale in Gran Bretagna e tutto ciò che ne consegue per i padroni (in termini di ulteriori profitti) e per gli operai che vedranno probabilmente svanire anche le promesse di nuovi investimenti

* sull'incontro fissato per mercoledì 29 pomeriggio alle ore 15,30 con il Capo di Gabinetto della Presidenza della Regione Dott. Silvia, è stato detto che non si tratta di "chiedere" alle controparti ma di pretendere che mettano in campo soluzioni concrete, tangibili e immediate, e gli operai in questo vogliono dire la loro direttamente! in vista anche del 31 gennaio a Roma, senza ripercorrere la strada delle promesse eterne ma senza sostanza fino ad oggi e delle passerelle tra gli operai di politici siciliani "interessati" come già sta riaccadendo in questi giorni a Termini davanti la fabbrica ... le elezioni europee d'altronde si avvicinano.

Gli operai invitano ancora una volta tutti ad essere presenti al gazebo...
Domani saranno di nuovo in piazza con loro i lavoratori, precari e disoccupati dei cobas dello Slai Cobas s.c... anch'essi in lotta per il lavoro, per la salvaguardia della dignità del vivere che ogni giorno padroni, governi e istituzioni vogliono cancellare.

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view post Posted on 31/1/2014, 11:32
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Perché l'Europa è in crisi, ma la sua moneta vale, oggi, 1,35 Dollari?

Perché l'Europa in questo momento funge da camera di compensazione per il debito pubblico americano. Il debito pubblico americano è schizzato alle stelle a causa delle costosissime guerre...........

In fondo Monti in un'intervista ad un canale televisivo americano ha ammesso apertamente che la recessione non è un male per l'Europa in questo momento. Le imprese europee, quelle piccole e medie in particolare, devono fallire, ridimensionrsi, perché non devono fare concorrenza a quelle americane. Per questo le banche non concedono più prestiti alle imprese piccole e medie.

Il dollaro svalutato, la nuova area di libero scambio UE-USA creata con il TTIP, favoriscono le importazioni dei prodotti americani e la crescita del pil USA (nel quarto trimestre è cresciuto del 3,2 %). Ciò consente di pagare gli interessi sul debito pubblico e sostenere le spese militari.

Un livello di sviluppo identico o tendente all'equilibrio sarebbe esplosivo. Non ci si arriverà mai perché le èlite dominanti dei paesi più sviluppati vedrebbero ridursi i loro profitti e scatenerebbero delle guerre e delle sommosse civili. E' quello che stanno facendo in Europa.

Il professor Bagnai, accecato dal suo fascismo, si è dimenticato di studiare una legge importante scoperta da un intellettuale rivoluzionario del passato.


Sì, lo so, Mundell non era "de sinistra". Però non era nemmeno un imbecille (comincio a pensare che ci sia un nesso). Quindi capiva che in una unione monetaria fra paesi diversi il recupero di competitività nel breve periodo passa per il taglio dei salari, e questo taglio non è possibile senza un drastico aumento della disoccupazione. La disoccupazione è già aumentata, però. Ora resta il taglio dei salari, per chi ci sta. Chi non ci sta va ad aumentare ulteriormente la disoccupazione, e l'azienda se ne va in Polonia, grazie alla simpatica mobilità dei capitali, che l'integrazione finanziaria europea favorisce.



http://goofynomics.blogspot.it/2014/01/i-p...o-di-faggi.html

Le piccole e medie imprese non vanno in Polonia professore. Le piccole e medie imprese falliscono, perché non hanno i capitali per andare in Polonia. Altrimenti ci andrebbero. Ci vanno le multinazionali. Ma quello che sta avvenendo è spiegabile perfettamente con una Legge scoperta da un grande rivoluzionario del passato, legge che però tutt'ora spiega i suoi effetti e che prima o poi imporrà "necessariamente" una soluzione. E la soluzione non è il ritorno alla moneta nazionale. egregio Professore. Come molti sanno il diritto di batter moneta deriva dalle armi. Professor Bagnai, lei pensa che la borghesia di serie B sia in grado di far uscire le singole nazioni dall'Euro e di dotarle di armi atomiche in grado di agire da deterrente nei confronti delle mire dell'èlite che domina nella area "occidentale" del pianeta ? Lei crede le l'èlite se ne starebbe lì lì buona a guardare?

Comincio a pensare che tra miopia politica ed essere di destra ci sia un nesso.
 
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view post Posted on 3/2/2014, 14:32

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Napoli in lotta per il lavoro


Un gruppo di aderenti al movimento di disoccupati dei «Banchi Nuovi» ha occupato per protesta la Cappella Sansevero, monumento che si trova nel centro antico di Napoli, nelle immediate vicinanze di piazza San Domenico Maggiore, dov'è esposto «Il Cristo velato».
La richiesta dei disoccupati è quella dell'intero movimento dei precari Bros: la convocazione di un tavolo interistituzionale (Governo, Regione, Provincia e Comune) in grado di affrontare risolutamente la lunga e complessa Vertenza Bros.

Gli ex dipendenti dei Consorzi di bacino, dopo aver occupato la sede della Provincia, minacciano di lanciarsi nel vuoto.

Un secondo presidio di manifestanti aderenti agli Lsu del comparto scuola si trova invece davanti la sede della Regione in via De Cesare, mentre lungo via De Gasperi - dinanzi l'assessorato all'Ambiente - manifestano i dipendenti della Asti, azienda partecipata della Regione in stato di liquidazione.+

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view post Posted on 5/2/2014, 14:45

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Senza tregua il presidio degli operai fiat termini imerese sotto la Regione a Palermo


Oggi pomeriggio, 5 febbraio, c'è un altro incontro degli operai che hanno deciso per ora di continuare il presidio davanti la Presidenza della Regione con i responsabili della Regione, in continuità con le iniziative decise in assemblea dagli operai, nei prossimi giorni si deciderà se e quando mobilitarsi attivamente anche verso Comune e Provincia

La rabbia degli operai è ancora tutta in campo visto che la riunione del 31 a Roma, tenuta presso il Ministero,non ha risolto le preoccupazioni degli operai rispetto al loro futuro, anzi, la delegazione di politici e sindacalisti che è stata a Roma ha riferito che il rappresentante della Fiat-Chrysler ha tenuto a precisare, ancora prima che cominciasse la riunione, che l'azienda non è affatto interessata al rilancio dello stabilimento di Termini Imerese!
La promessa di altra cassa in deroga, come risulta da documento consegnato alla delegazione, non può in nessun caso calmare gli animi degli operai ..., dato che questa storia dell'attesa e delle promesse dura già da due anni.

La riconvocazione del Tavolo per il 14 febbraio prossimo al Mise con la presenza promessa di un rappresentante del governo, se da un lato è stata ottenuta perché gli operai hanno rimesso in campo la lotta, dall'altro significa altra perdita di tempo, tempo guadagnato dal governo e dall'azienda Fiat che provano a “rasserenare” gli operai con

la concessione dio altri ammortizzatori sociali perché non vogliono dare seguito alle promesse già fatte nel 2011 con il vecchio Accordo di Programma.

Davanti a questa situazione il “programma” di lotta degli operai dovrà per forza continuare “fino a risultato conseguito” per dirla con le parole del governo!

Il foglio consegnato alla delegazione che si è presentata al Mise e che riportiamo sotto ne è la conferma:

***



TAVOLO TERMINI IMERESE


31 Gennaio 2014

Conclusioni del governo
Il Tavolo Termini Imerese è riconvocato al Ministero dello sviluppo Economico il prossimo 14 febbraio, confermando l'impegno diretto, oltre che del Mise, della Presidenza del Consiglio.

Nel merito dei problemi sollevati:

a) Il Governo è impegnato nella fase di strutturazione del finanziamento dei progetti industriali già individuati ed è impegnato altresì a sostenere le prospettive di reindustrializzazione del sito di Termini Imerese fino a risultato conseguito

b) Per questa ragione il Governo si adopererà per tutelare il reddito dei lavoratori attraverso l'utilizzo degli ammortizzatori sociali necessari ad accompagnare il processo di reindustrializzazione. Inoltre sarà verificata la possibilità di utilizzare le residue posizioni esodabili a fini pensionistici

c) E' confermato l'impegno assunto nell'accordo dell'ottobre 2013 al pagamento diretto della CIG in deroga da parte dell'INPS, come sancito nell'apposito Decreto della regione Siciliana

d) La Regione siciliana si sta adoperando per creare le condizioni per la revoca dei licenziamenti nella Lear, che ha dichiarato la sua disponibilità ad aderire alla CIG in deroga qualora quelle condizioni siano verificate


3) Governo e regione stanno predisponendo il testo di aggiornamento dell'Accordo di Programma comprensivo delle necessarie risorse, che sarà firmato a breve.

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view post Posted on 6/2/2014, 13:52

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PINO DE CRESCENZO
OPERAIO FIAT DELLO SLAI COBAS DI POMIGLIANO
E' STATO "UCCISO"!


IERI SI E' SUICIDATO PEPPE, "UNO DI NOI"

PEPPE E' STATO DEPORTATO CON ACCORDO SINDACALE DALLA FIAT POMIGLIANO AL REPARTO-CONFINO "LOGISTICO" DI NOLA NEL MAGGIO 2008 E DA ALLORA COLLOCATO CON ALTRI 300 OPERAI IN CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI SENZA FINE IN QUANTO TALE REPARTO, IL WCL DI NOLA, NON E' MAI ENTRATO IN FUNZIONE PERCHE' LA LOGISTICA, IN UNA FABBRICA AUTOMOBILISTICA, E' NECESSARIAMENTE SVOLTA 'IN LOCO' ESSENDO FUNZIONALE ALL'ALIMENTAZIONE DEI PARTICOLARI DA ASSEMBLARE ALLE SCOCCHE NELLE LINEE DEL MONTAGGIO CARROZZERIA. IL WCL DI NOLA SINTETIZZA AL MASSIMO LE FROTTOLE INDUSTRIALI DELLA FIAT PLAUDITE DA ANNI DALL'INTERO QUADRO POLITICO-ISTITUZIONALE E SINDACALE

"Non è finita compagno, perché non hai mai abbassato la testa. non hai mai detto "si" a comando. non hai accettato che altri patissero affinché tu avessi un posto. tutti devono tornare in fabbrica. o tutti o nessuno. e lo dicesti da subito con il tuo NO forte e deciso al referendum. con i tuoi picchetti. volantinaggi. gridando da quel megafono per far sentire a chi entrava, nascondendo il suo viso, che solo l'unità dei lavoratori era la risposta giusta al ricatto ed alla bugie di Marchionne".
Non ci lasci, ci sei, più di prima. noi non molliamo. come non hai mollato tu!


A Peppe dalle compagne e dai compagni dello Slai cobas
Pomigliano d'Arco - 5.2.14


IERI SI E' SUICIDATO PEPPE, "UNO DI NOI", UNO DEI 1.400 CASSINTEGRATI FIAT SENZA FUTURO.

ALTRO CHE "DISTURBI PSICHICI O DEPRESSIONE PER QUESTIONI FAMILIARI", PEPPE E' STATO AMMAZZATO: DALLE COMPLICITÀ' POLITICHE, SINDACALI ED ISTITUZIONALI COL "PIANO" DI MARCHIONNE CHE HA MANDATO A ROTOLI LA FIAT PRECIPITANDO I LAVORATORI E LE LORO FAMIGLIE NELLA DISPERAZIONE, E CHE STA DISTRUGGENDO L'INTERA ECONOMIA TERRITORIALE

Ieri è toccato a Peppe De Crescenzo, operaio della Fiat di Pomigliano e militante dello Slai cobas da 6 anni confinato, insieme ad altri 300 operai, al reparto fantasma della - inesistente - Logistica di Nola e da allora in cassa integrazione senza futuro. Peppe si è impiccato ieri pomeriggio nella sua casa di Afragola. Peppe era, ed è, "uno di noi"! Lo ricordiamo con affetto, sempre in prima fila in tutte le mobilitazioni col megafono in spalla e macchina fotografica a tracolla.
Per la disperazione, a Pomigliano d'Arco, appena qualche giorno fa stava per suicidarsi lanciandosi dal tetto insieme ai suoi tre figli M. D. moglie trentaduenne di un operaio della Fiat di Pomigliano da 7 anni licenziato arbitrariamente dall'azienda ed ancora in attesa della causa rimandata alle "calende greche" dai giudici del Tribunale del lavoro di Nola.
La notte dello scorso ottobre un altro operaio della Fiat di Pomigliano in cassa integrazione ha tentato il suicidio gettandosi dal cavalcavia dell' A16 (autostrada Napoli.Bari) a Marigliano.
Già nell'agosto del 2011 C. P. operaio della Fiat di Pomigliano di 44 anni di Scampia (NA) tentò il suicidio tagliandosi le vene dei polsi ed infliggendosi profonde ferite al collo ed all'addome dopo aver ricevuto la lettera dall'azienda che gli comunicava la permanenza in cassa integrazione per altri due anni. Il 1° maggio 2010 M. C. addetto in cigs da anni al polo logistico di Nola, dopo essersi licenziato appena un mese prima dalla Fiat per disperazione, si suicidò lanciandosi giù dal balcone della propria casa di Castellammare.
Sono ormai decine le minacce di suicidio fatte pervenire alla Fiat (ai capisquadra, agli assistenti sociali, al direttore di stabilimento ed alla direzione del personale di Torino) da lavoratori disperati che si vedono precluso dalla Fiat ogni futuro.A fronte della tragedia industriale, sociale ed umana causata dalla Fiat con la conseguente escalation di gesti disperati ci colpiscono come un pugno nell'occhio gli asserviti "depistaggi" della prevalenza del sistema mediatico (che in quasi tutti i casi ha omesso l'evidente collegamento con la Fiat) ed orientati anche dalle "veline minimizzatrici" delle forze dell'ordine, il tutto a coprire le gravissime responsabilità aziendali.Anche per questo la necessità di ricostruzione e rilancio della mobilitazione dei lavoratori contro i piani di barbarie industriale della Fiat e dei suoi complici rappresenta oggi non solo la necessaria risposta per la tutela occupazionale ma un forte presidio di tenuta democratica per l'intera società.
E' per questo che oggi Peppe vive e lotta ancora insieme agli operai ed insieme a noi, le loro donne.

Comitato Mogli Operai Pomigliano
 
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view post Posted on 13/2/2014, 15:14

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Roma. I lavoratori Lsu occupano la direzione del Pd


Oggi e domani sono due giorni di sciopero dei lavoratori Lsu impegnati come personale Ata nelle scuole. Migliaia di loro sono a rischio disoccupazione dopo anni di bassi salari. Oggi in centinaia, su convocazione della Usb, hanno manifestato a Roma. Con un blitz una ventina di Lsu hanno occupato la direzione del Pd in via del Nazareno, mentre un centinaio hanno assediato dall'esterno la sede, oggi piena di telecamere per la riunione della direzione nazionale del Pd che deciderà sul futuro del governo Letta. I lavoratori in sciopero nazionale e mobilitazione generale con iniziative in diverse regioni, chiedono di incontrare dei rappresentanti della Direzione PD, partito che in Parlamento non ha mai sostenuto col voto le proposte di legge finalizzate a risolvere attraverso la reinternalizzazione del servizio e dei dipendenti la grave condizione di sfruttamento che riguarda ben 11.000 addetti alle pulizie delle scuole. L’USB sostiene la lotta degli ex-LSU Ata e ribadisce la richiesta di provvedimenti coraggiosi, che impediscano una volta per tutte il vergognoso gioco in atto sulla pelle di questi lavoratori, a cui le nuove aziende aggiudicatarie della Gara Consip riducono orario e salario con un indiscriminato aumento dei carichi di lavoro.
 
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view post Posted on 13/2/2014, 18:14

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Pescara, suicidio di un 23enne perché non trova lavoro


PESCARA – Potrebbe esserci la mancanza di lavoro all’origine del suicidio di un 23enne di Pescara che nel pomeriggio di ieri si è tolto la vita nella sua abitazione. Il giovane, mentre era solo in casa, si è impiccato con un foulard alla grata di una finestra. Ad accorgersi di quanto avvenuto sono stati alcuni vicini che hanno dato l’allarme. Sul posto sono intervenuti 118 e Polizia. Nell’abitazione non sono stati trovati biglietti, ma i genitori hanno riferito agli agenti di difficoltà incontrate dal ragazzo nel trovare un lavoro. Il pm ha disposto la ricognizione cadaverica.



fonte http://www.ilpescara.it/cronaca/pescara-su...ccupazione.html
 
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view post Posted on 14/2/2014, 15:25

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SI ESPANDE LA CAMPAGNA REPRESSIVA DELLA LEGA COOP CONTRO I DIRITTI DEI LAVORATORI


Dopo la censura proposta dall'università di Bergamo, anche “Coop adriatica”, azienda che gestisce centinaia di punti vendita (18 ipercoop e 158 supermercati) in Emilia-Romagna, Veneto, Marche e Abruzzo ha deciso di normare la vita privata dei propri dipendenti.
Il cartello che riportiamo nella foto è presente in tutti i punti vendita e, inutilmente, comunica che la diffamazione è perseguibile per legge, cosa che chiunque tiene presente nella sua vita quotidiana. Semmai il problema sta nelle numerose denunce sindacali per il trattamento che Coop riserva ai lavoratori, a partire dai facchini esternalizzati sino ad arrivare alle nuove forme contrattuali che convivono con quelle vecchie, rendendo normale che due lavoratori che ricoprono la stessa mansione e che svolgano a volte esattamente lo stesso tipo di lavoro abbiano uno il diritto alla pausa mentre l'altro non può abbandonare la postazione neanche un momento per l'intero turno.
Non male per una cooperativa con quella storia, anche se è comprensibile che un sistema, che vive promulgandosi solidale e attento ai bisogni della comunità, si preoccupi tanto dell'immagine. Grazie a questo lavoro di marketing, se nella pratica un lavoratore Coop è trattato come e peggio di un precario, tutto quello che rimane è il fumo gettato negli occhi di milioni di consumatori, che con l'acquisto nei punti vendita della Coop pensano di supportare un sistema etico affidandosi a spot e pubblicità più che ingannevoli.
D’altronde il job-act di Renzi è già realtà in alcuni luoghi di lavoro, e non va dimenticato che Coop è conproprietaria di Eataly e quindi complice di chi afferma che sono accettabili le perquisizioni ai lavoratori e che per vivere 800€ per 40 ore di lavoro sono più che sufficienti!
Sarebbe meglio che stessimo tutti in guardia davanti a questi episodi, perchè qui si travalicano i diritti umani e di etica non se ne trova più traccia.

fonte e dcoumento da leggere
 
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view post Posted on 14/2/2014, 21:43

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Roma: terzo giorno di sciopero della fame per i licenziati della Co.tr.i


Sono giunti al terzo giorno di sciopero della fame i lavoratori licenziati da Trotta Bus Service Spa e Mauritius Autotrasporti Srl, società facenti parte del consorzio CO.TR.I. che gestisce in appalto dal Comune di Roma le linee periferiche del trasporto pubblico capitolino.

Nonostante la solidarietà espressa da tutti i capi gruppo, sia della maggioranza che del Movimento 5 Stelle, i quali hanno firmato la mozione di solidarietà presentata dall’ USB al Consiglio comunale di martedì 11 febbraio, a tutt’oggi non è stata data nessuna risposta ai lavoratori.

Per questo i licenziati sono fermamente decisi a proseguire lo sciopero della fame e, nonostante i primi segnali di forte indebolimento fisico, continuano nella protesta sotto alla sede dell’assessorato ai Trasporti, in via Capitan Bavastro a Roma.

L’USB continua a lottare al loro fianco, invitando le istituzioni locali ad intervenire per risolvere il problema in quanto responsabili in solido con le aziende cui affidano in appalto il servizio di trasporto pubblico. Le istituzioni non debbono lasciar passare il segnale che i lavoratori che denunciano le mancanze di tali aziende, come il mancato pagamento degli stipendi ed altre violazioni al contratto di servizio, possano essere licenziati in tronco. È inoltre compito delle istituzioni verificare le denunce fatte dall’USB con l’ausilio dei lavoratori e, sulla base delle violazioni accertate, sanzionare le aziende che non rispettino il contratto di servizio stipulato con il comune di Roma, violazioni che peraltro ricadono direttamente sulla qualità del servizio svolto, causando un danno diretto alla cittadinanza che fruisce del trasporto pubblico.
 
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view post Posted on 19/2/2014, 15:50

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Da Marchionne all'Electrolux i capitalisti ricattano e minacciano come veri parassiti e briganti: dateci i soldi o chiudiamo!


Marchionne si conferma ogni giorno di più come l'esempio del fascismo padronale, atteggiamento che si sta diffondendo ampiamente. Dopo la chiusura dello scontro con il fondo Veba, il fondo sanitario dei lavoratori americani del settore auto, adesso è passato a minacciare il governo canadese. "La posta in gioco – riporta il sole 24 ore di ieri - sono centinaia di milioni in aiuti per investire nei due stabilimenti canadesi di Chrysler: quello di Windsor, da cui escono i monovolume; e quello di Brampton, che sforna le berline di grandi dimensioni."
La minaccia è pesante e diretta e ripete quello già fatto in Serbia, in Italia (dove si appresta a fare lo stesso per i prossimi "investimenti" e che troverà le porte aperte dal nuovo primo ministro Renzi, quello che disse «con Marchionne senza se e senza ma»,) "… se il Canada non darà gli aiuti necessari ci sono numerosi altri stati pronti a farlo per aggiudicarsi gli investimenti. Il manager ha citato il Brasile, dove il maxinvestimento per la nuova fabbrica Fiat di Pernambuco è finanziato all'85% da prestiti a tassi agevolati da banche pubbliche brasiliane."
E il giochetto per recuperare soldi facendoli risparmiare alla famiglia Agnelli/Elkann si ripete: "Chrysler ha ipotizzato un investimento di 2.6 miliardi di dollari canadesi a Windsor (circa 1,75 miliardi di euro) e un altro miliardo a Brampton; secondo il "Globe and Mail" avrebbe chiesto ai connazionali canadesi una partecipazione di 700 milioni (circa 450 milioni di euro)." Soldi che poi non si sa se verranno davvero investiti o utilizzati per altri scopi come temono alcuni analisti.
Il governo canadese, che non si fida del noto manager, e "che ha partecipato insieme a Washington al salvataggio di Chrysler nel 2009 – ha per ora stanziato 500 milioni di dollari canadesi in un "Fondo per l'innovazione automotive", e ha chiesto di vedere il dettaglio degli investimenti previsti."

"Quanto potrà durare il negoziato?" si chiede il giornalista. Per non continuare a "perdere quote di mercato", come dicono gli economisti, il "negoziato" dovrebbe durare poco dato che "Secondo la stampa canadese, la minaccia di Marchionne di portare altrove l'investimento (per esempio in Messico) potrebbe costare a Chrysler un ritardo nel lancio dei nuovi prodotti; [che è proprio uno dei motivi della chiusura degli stabilimenti in Italia] non è detto, inoltre che sia facile trovare un impianto sufficientemente scarico da poter accogliere una linea completamente nuova per uno dei prodotti di punta del gruppo americano. Ma sono conseguenze che il manager italo-canadese in passato è stato disposto ad affrontare; per esempio, quando spostò la 500L da Mirafiori alla Serbia." A spese degli operai di Mirafiori sui quali si continua ad abbattere la cassa integrazione - proroga di un anno di cassa integrazione straordinaria - e il futuro assolutamente incerto!

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view post Posted on 19/2/2014, 20:12

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Sciopero e blocchi alla TNT di Orbassano


Nuova giornata di sciopero del settore della logistica quest'oggi allo stabilimento della TNT di Orbassano (Torino): dopo le iniziative e le lotte intraprese nei mesi scorsi, questa mattina alcune decine di lavoratori sono tornati a mobilitarsi bloccando i cancelli dell'azienda e la produzione.

Dalle 7 di questa mattina fino al primo pomeriggio i lavoratori hanno dunque ripreso lo sciopero, chiedendo l'immediato reintegro di quanti sono stati licenziati o ai quali non è stato rinnovato il contratto (peraltro tutti iscritti al sindacato Si Cobas), il pagamento delle ferie arretrate e il rispetto dell'accordo siglato dalla cooperativa con la quale sono assunti lo scorso 17 giugno - risultato ottenuto con le lotte dei mesi scorsi ma di fatto mai rispettato - che dava attuazione alle norme sul contratto nazionale per tutti.

Durante lo sciopero e i blocchi di questa mattina i rappresentanti della cooperativa hanno scelto di non presentarsi, mandando invece alcuni agenti della Questura a fare da intermediari e a cercare di fomentare i crumiri che pretendevano di poter uscire coi mezzi e lavorare. A quel punto ci sono stati alcuni momenti di tensione con i lavoratori in sciopero, che non si sono però fatti intimidire né dall'arrivo di un blindato dei carabinieri né dagli agenti della Digos che hanno identificato tutti i presenti.

Significativo l'atteggiamento dei dirigenti della TNT, i quali hanno affermato di non conoscere le condizioni di lavoro imposte dalla cooperativa (dopo 7 mesi di scioperi e mobilitazioni?!), la quale - secondo alcune voci - vorrebbe ora rinunciare all'appalto.

La giornata di lotta si è conclusa nel pomeriggio con l'istituzione di un tavolo tra i facchini e i dirigenti della TNT ma nei prossimi giorni i lavoratori sono pronti a riprendere lo sciopero se le loro richieste rimarranno inascoltate.

FONTE
 
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view post Posted on 22/2/2014, 17:42

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- RIPRENDONO I BLOCCHI DEGLI OPERAI LOGISTICA, QUESTA VOLTA A TREZZO




Oggi un’altra giornata di lotta ha visto protagonisti i lavoratori delle piattaforme della logistica di Vignate e Capriate, che stanno scioperando da giovedì.
Dal primo pomeriggio e fino a sera, decine di camion son stati bloccati a singhiozzo ai cancelli del magazzino LDD di Trezzo.
Questa è stata la risposta alla strategia del dividi et impera messa in atto dalle cooperative che gestiscono la nuova piattaforma e che vorrebbero assumere, alle loro condizioni, solo una minima parte degli 170 addetti al momento senza lavoro.
Oltre che ai problemi facilmente intuibili dentro il magazzino, i camion fermi hanno causato rallentamenti e blocchi del traffico anche nelle vie e nello svincolo adiacenti, dando modo ai manifestanti di effettuare dei volantinaggi che son stati accolti con calorosa solidarietà dalla quasi totalità degli automobilisti. Altra nota positiva la presenza di diversi lavoratori tesserati cgil che, contravvenendo alle indicazioni del proprio sindacato, hanno partecipato attivamente alle varie fasi della giornata.

SABATO 22 FEBBRAIO saremo di nuovo al capannone giallo LDD di Trezzo d’Adda dalla mattina.

NON SIAMO SCHIAVI - NON SIAMO NUMERI – LAVORO, DIRITTI, DIGNITA’ PER TUTTI!

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