Comunismo - Scintilla Rossa

Crisi, lavoratori allo sbaraglio

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view post Posted on 7/5/2020, 22:52
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compagno

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normalita

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Ancora una crisi aziendale a Milano, la Fruttital azienda specializzata nella produzione e distribuzione dell’ortofrutta butta sulla strada tutti i lavoratori del sito. Dopo gli scioperi di marzo, la risposta padronale è stata quella di chiudere con la scusa dell’assenteismo operaio. Nessuna parola, da parte loro, sui 5 casi accertati di Covid e sui 7 lavoratori messi in quarantena dalle autorità sanitarie, nessuna parola sulla mancanza di sicurezza e la penuria dei mezzi di protezione al corona virus.
Proprio la mancanza di sicurezza aveva indotto i lavoratori ed il SOL Cobas allo sciopero e alla presentazione di un dossier in Prefettura.L’intenzione dell’azienda è chiudere il sito milanese e spostare la produzione a Verona.
Nel frattempo, i lavoratori hanno fatto un’assemblea davanti ai cancelli, poi nel piazzale infine hanno occupato la fabbrica. Purtroppo, a seguito dell’intervento della Polizia non è stato possibile fermare il trasferimento dei macchinari, ma il Comitato Operaio di Occupazione prosegue l’occupazione di Fruttital per simboleggiare la volontà di un riscatto imminente ed una nuova speranza per tutti in un futuro diverso fondato sulla sollevazione e la dignità di cui gli operai per primi possono essere degni rappresentanti.
Ancora una volta i padroni vogliono far pagare la crisi ai lavoratori, come sempre non si fanno scrupoli a lasciare a casa e mettere sul lastrico più di 60 famiglie.
Esprimiamo la nostra solidarietà a tutti i lavoratori e al sindacato SOL Cobas in lotta.
Condanniamo fermamente lo sciacallaggio aziendale.
Difendiamo in modo intransigente i nostri interessi di lavoratori: siamo noi con il nostro lavoro a creare tutta la ricchezza; uniamoci e organizziamoci per l’unità di classe.

f.i.p. 06-05-2020

Coordinamento Comunista Lombardia (CCL) – [email protected]
Coordinamento comunista toscano (CCT) – [email protected]
Piattaforma Comunista-per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia –[email protected]

La lotta di classe non va in quarantena!
 
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view post Posted on 9/5/2020, 10:24
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Pubblicato il 05/05/2020 di pennatagliente
Nel tentativo di rimanere sul pezzo… vi inoltro un articolo su quello che sta succedendo nelle sale cinematografiche dall’altra parte dell’oceano.
Assumendomi anche il tentativo di commentare brevemente l’articolo… mi permetterei di fare due riflessioni.
L’articolo inizia raccontandoci che “I membri della NATO (“National Associaton of Theatre Owners” n.d.a d’altra parte con tale acronimo che ci sarebbe da aspettarsi…), che raccoglie i proprietari di sale cinematografiche dei gringos, hanno dato un tono ottimista” (alla “santo” Checco Zalone “Ottimismo!), proseguendo solo qualche riga dopo con “65.000 DIPENDENTI DEI TRE MAGGIORI CIRCUITI DEL PAESE DEL PAESE SONO STATI LICENZIATI” (alla faccia del “tono ottimista”).
Proseguendo nella lettura si passa dalla tragedia (ma quelli della “cinematown” non commentano… niente o nessuno può mettere un ombra sul loro ottimismo…) al canzonare (per dirla elengantemente…) subito dopo quando riportano:
“Prendersi cura dei dipendenti è altrettanto importante e una preoccupazione fondamentale, perché vogliamo che rimangono con noi (a parte i 65.000, N.d.A.). Vogliamo dipendenti che siano formati e credano nell’esperienza cinematografica”.
“Non ci posso credere” ma per gli esercenti yankee penso che hanno fatto loro la citazione di Alfred Hitchcock “Prendo in giro la gente, perché alla gente piace essere presa in giro”.
In attesa di una voce di protesta (ma dalle parti dello “Zio Sam” non hanno evidentemente “l’eroe de noantri” Alessandro Gassman tra una pubblicità e l’altra, delle scatolette di tonno dove hanno rinchiuso anche noi poracci “operatori dello spettacolo”) di qualche divo hollywoodiano tra una vasca e l’altra nelle loro ville losangeline.
Sul tema mi permetterei di consigliare la visione del film “Il Nuotatore” di Frank Perry sulla presa di coscienza della fine dell’amerikan dream molto prima della visione, di qualche giorno fa, dall’alto della “grande fossa” dove mettevano i morti, però poveri, accanto all altro nel Bronx newyorkese, fossa già utilizzata pre “carognavirus” per chi non poteva permettersi una fossa nel “camposanto”.
L’importante, cronaca di questi ultimi giorni di “carognavirus” è commentare la “scapigliatura” o il completo in saldo non griffato della inviata “imperialista” di “Raiset” (geniale connubio del buon Fulvio Grimaldi) Giovanna Botteri.
Però colleghi, come scriveva Ennio Flaiano che è stato anche critico cinematografico collegandomi al futuro della sala cinematografica “coraggio, perché il meglio è già passato”, perché come gridava il regista Marco Ferreri al Festival dell’arte cinematografica di Venezia nel 1996 “il cinema è morto” (quello in sala), come noi spettatori ridotti a “manichini” con un sfuggevole sguardo tra una piattaforma televisiva e l’altra, perché “il cinema (non) è di chi lo guarda” ma è di chi lo “possiede”.
Stefano Contena Valsecchi
Operatore Patronato Vimercate
 
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view post Posted on 15/5/2020, 07:54
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view post Posted on 15/5/2020, 16:06
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view post Posted on 18/5/2020, 19:51
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Due imprenditori agricoli di Terracina, padre e figlio, sono indagati per estorsione, rapina e lesioni personali aggravate, nell’ambito dello sfruttamento di braccianti agricoli stranieri. A far scattare le indagini il referto medico di un 33enne indiano finito al pronto soccorso, dopo essere stato picchiato e gettato in un canale dal datore di lavoro, perché chiedeva una mascherina.

continua su: https://roma.fanpage.it/terracina-arrestat...e-in-un-canale/
https://roma.fanpage.it/
 
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view post Posted on 19/5/2020, 12:58
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view post Posted on 31/5/2020, 22:53
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LA CASSA INTEGRAZIONE DIVENTA SMART-WORKING : sfruttare i lavoratori truffando lo Stato

“Non dovreste lavorare, ma se state portando avanti un progetto valutate voi. Regolatevi come meglio credete”.
Una frase, che chi ha familiarità con il lavoro da casa, ha sentito più e più volte.
Nello smart working, la realtà dei fatti, è che molto spesso le aziende impongono, in maniera neanche tanto mascherata, di lavorare anche di più, dato che non c’è un vero MONTE ORE e l’orario in teoria viene gestito autonomamente dal dipendente.

Il giochino è semplice : far lavorare un dipendente in cassa integrazione sarebbe truffa ai danni dello Stato, ma se è il dipendente a “scegliere liberamente” di continuare a fare quello che ha sempre fatto, per esempio partecipando alle riunioni, a cui non può mancare per non restare indietro, o a rispondere alle mail e telefonate, il problema non c’è.
E pensate che qualcuno ha addirittura scoperto di essere stato messo in cassa integrazione RETROATTIVAMENTE !

E quindi...in cassa integrazione ( anche all’80% dei massimali INPS ), si continua imperterriti a lavorare, con la differenza che ora le aziende sanno che gran parte dello stipendio lo pagano i contribuenti Italiani, e non l’azienda come dovrebbe essere.
In pratica: lo smart working da strumento di welfare aziendale si trasforma in una possibile truffa ai danni dello Stato.
Se da un lato era urgente trovare una soluzione per salvare la vita a migliaia di imprese – e a milioni di dipendenti – dall'altra il governo avrebbe dovuto riflettere sulle conseguenza dell’incapacità a legiferare in modo chiaro e deciso e di continuare a sottostare al volere delle GRANDI MULTINAZIONALI.
 
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