Comunismo - Scintilla Rossa

La questione nazionale corsa

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view post Posted on 9/12/2012, 16:29

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Corsica: ondata di attentati contro speculazione edilizia

Ondata di attentati dinamitardi nella notte in Corsica, contro numerose abitazioni estive. Secondo quanto riferiscono i media francesi e la polizia, ad essere prese di mira sono state 24 ville usate dai vacanzieri durante l'estate. Tutte le abitazioni - alcune ancora in costruzione - erano vuote e le esplosioni non hanno provocato feriti ma hanno completamente distrutto i fabbricati. La sigla dell'Flnc-Uc, la fazione dissidente del Fronte nazionale di liberazione corso è stata trovata sui muri di una delle ville colpite. Il Fnlc colpisce spesso le ville estive usate dai cittadini francesi o italiani provenienti dal continente, accusando i costruttori di deturpare il paesaggio costiero e di provocare l'aumento dei prezzi delle abitazioni.
Secondo fonti vicine agli investigatori un militante nazionalista é stato trovato in possesso di esplosivo e fermato in durante un controllo di routine prima degli attentati.
Quella di questa notte è la terza serie di attentati da gennaio in Corsica. In maggio il Flnc aveva fatto saltare altre case di proprietà di francesi e italiani, definite simbolo della ''espropriazione'' della terra corsa e della ''deriva speculativa''. A settembre era toccato alle grandi catene di distribuzione accusate di arricchirsi alle spalle della popolazione dell'isola.
 
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Yuri Gagarin
view post Posted on 9/12/2012, 16:30




CORSICA LIBERA !
 
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view post Posted on 9/12/2012, 17:00

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regno delle due sicilie libero :asd:
 
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view post Posted on 9/12/2012, 17:02
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al massimo repubblica delle due sicilie
 
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Yuri Gagarin
view post Posted on 9/12/2012, 17:09




a parte gli scherzi la questione meridionale per gramsci fu importante ! Corsica , sardegna catalogna ecc sono indipendentismi genuini , nati dallo sfruttmento sciovinista della madrepatria e dell'europa , io son con loro ! la loro indipendenza inoltre sul piano strategico darebbe dei grattacapi alla bce
 
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babeuf
view post Posted on 9/12/2012, 21:32




Personalmente sulla corsica e sulla catalogna ho qualche dubbio...

CITAZIONE (Yuri Gagarin @ 9/12/2012, 17:09) 
a parte gli scherzi la questione meridionale per gramsci fu importante ! Corsica , sardegna catalogna ecc sono indipendentismi genuini , nati dallo sfruttmento sciovinista della madrepatria e dell'europa , io son con loro ! la loro indipendenza inoltre sul piano strategico darebbe dei grattacapi alla bce

 
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view post Posted on 10/12/2012, 13:43
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Sulla Corsica non ho alcun dubbio, sulla catalogna anche io ho molti dubbi...
 
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view post Posted on 10/12/2012, 15:49
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Ma è la fiera del "dubito ergo sum"? :)
 
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babeuf
view post Posted on 10/12/2012, 19:46




ah, ah, hai ragione. :D Non mi esprimo in termini di certezza perchè non conosco perfettamente le situazioni. Ma a quanto mi risulta l'indipendentismo catalano è controllato dalla borghesia di Barcellona ...non proprio un fenomeno progressivo.
Sulla Corsica ho remore di altro tipo..una lotta nata su basi di classe, ma che ha forti infilltrazioni da parte della criminalità corsa (borghesia nera).

CITAZIONE (carre @ 10/12/2012, 15:49) 
Ma è la fiera del "dubito ergo sum"? :)

 
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view post Posted on 11/12/2012, 20:08
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A me è bastato vedere il pubblico che sventolava bandierine dell'Europa e della Catalogna insieme... Insomma sempre la solita storia, cambiare tutto per non cambiare niente...

Riguarda alla Corsica, cosa intendi per infiltrazioni da parte della criminalità corsa?
 
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babeuf
view post Posted on 12/12/2012, 13:52




Ovviamente d'accordo sul fenomeno catalano ..Cosa intendo sulla corsica ? Un mio amico che studia queste cose mi raccontava che il milieu francese di origine corsa ha impiantato sull'isola diverse attività imprenditoriali , lecite o meno, e cerca di controllare l'indipendentismo politico.
In Europa diciamo che la sinistra indipendentista più ancorata ad un discorso di classe è quella basca, ed in parte quella irlandese.
 
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view post Posted on 5/8/2013, 11:05
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E' una notizia un po' datata, risale a giugno.

Gli indipendentisti corsi del Flnc sono sul piede di guerra per ottenere dalla Francia i diritti nazionali.
Non bastava la crisi a turbare i sonni di Francois Hollande, non bastavano le vibranti polemiche legate ai matrimoni tra omosessuali, ora ci si mettono anche gli indipendentisti corsi del Fronte di liberazione nazionale corso (Flnc), gli stessi che nel 2012 avevano rivendicato decine di attentati, destando l’attenzione dei media dopo anni di torpore. Proprio gli indipendentisti hanno dichiarato in un comunicato trasmesso in occasione della visita sull’isola del ministro dell’Interno, Manuel Valls,: ”Siamo pronti a imbracciare le armi affinche’ la Francia riconosca i nostri diritti nazionali”. Nato nel 1976, il Flnc ebbe la sua prima conferenza stampa in un luogo altamente simbolico, il Convento di Sant’Antonio a Casabianca, lo stesso luogo dove Pasquale Paoli il 14 luglio 1755 proclamò l’indipendenza della Corsica. Presente soprattutto in Corsica e meno in Francia, a partire dalla sua fondazione ha compiuto migliaia di assalti, attentati dinamitardi e rapine a mano armata contro banche, edifici pubblici civili e militari, strutture turistiche e tutto quanto è legato alla Francia. Si occupa anche di estorsioni di denaro a danni di attività commerciali come “tasse rivoluzionarie”. Tra le operazioni più spettacolari compiute dal gruppo l’attacco il 13 gennaio 1978 della base Nato a Solenzara. Ufficialmente il Flnc si è disciolto il 5 gennaio 1983, e da quel gruppo sono gemmate le Brigate Rivoluzionarie Corse e l’Armata di liberazione nazionale corsa.In passato si sono registrati scontri molto violenti tra il FLNC e altre organizzazioni nazionalistiche corse, che sono costate la vita a molti militanti. Questi episodi sono di recente diminuiti poiché le fazioni rivali hanno trovato un accordo, e questo nuovo proclama mostrerebbe una nuova volontà di colpire

Fonte: tribuno del popolo
 
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view post Posted on 28/3/2022, 15:47
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La rivolta dei giovani in Corsica contro la Francia "assassina" del mito Yvan Colonna

AGI - A Cargése ci sono due chiesine una di fronte all’altra: una è latina, l’altra greco-ortodossa. Per trenta minuti le campane di entrambe suonano a morto nella valle ammutolita dove splendono gli elicrisi colore del sole.

Quello a Yvan Colonna potrebbe sembrare l’assurdo funerale di Stato a un uomo che per lo Stato è un criminale. Perché sono presenti quattro parlamentari, il presidente della Regione, Gilles Simeoni, i vigili del fuoco che attendono la bara all’ingresso della chiesa latina accanto a un’opera in legno che raffigura il defunto e perché le bandiere sventolano e un prete indica chi non c’è più come “esempio di passione e attaccamento alla sua terra”.
Invece è un funerale ‘contro’ “lo Statu francese assassinu”, così hanno scritto in rosso e nero sui muri e sugli striscioni appesi alle finestre. Il saluto a Colonna, aggredito il 2 marzo da un compagno di cella mentre stava scontando l’ergastolo per aver ucciso il prefetto Claude Erignac nel 1998, segna una pausa di raccoglimento dopo giorni di dolore e rabbia rovesciati nelle strade della Corsica col bilancio di una sessantina di feriti a Bastia.

In nome del suo ‘enfant du pays’, una parte dell’isola, tra cui tantissimi giovani uniti nel movimento separatista ‘Ghjuventù Corsa’, ripropone con una forza nuova i temi antichi dell’autonomia e, in misura minoritaria, dell’indipendenza.

Nessuna delle cinquemila persone che trattengono il fiato mentre il feretro avvolto dalla bandiera col Moro scende lentamente verso la chiesa da una strada scoscesa crede che l’ex pastore di pecore abbia ammazzato il prefetto e tutti sono convinti che la polizia francese abbia assistito per una decina di minuti, senza voler intervenire, al suo strangolamento nel carcere provenzale di Arles.

Nelle prime file ad aspettare la bara c’è Renato Corti, 78 anni, considerato uno dei più importanti intellettuali corsi e un raffinato poeta. Tutti lo salutano con rispetto e ammirazione. “Come da 150 anni a questa parte lo Stato francese tortura gli innocenti e li assassina - dice all’AGI -. Ricordiamoci che nel diciottesimo secolo, quello dei lumi, qui i francesi impiccavano i giovani ai lecci e ai castagni”. Corti sembra commosso: “La morte di Yvan è per me devastante. Non ci siamo mai visti ma abbiamo tenuto una corrispondenza lunga 19 anni in cui ho avuto modo di conoscere la sua lucida visione politica”. Ora sta pensando di pubblicare queste lettere come testamento dell’amico.
In un bar al centro del paese il deputato nazionalista Paul - André Colombani discute coi suoi elettori con grande familiarità. In Corsica ci sono 340mila abitanti, il rapporto tra chi vota e i rappresentanti è molto stretto. “E’ la sola isola del Mediterraneo che non ha uno statuto di autonomia, come per esempio la Sardegna e la Sicilia - spiega -. Tutto viene deciso a Parigi. I giovani che hanno manifestato a Bastia non se la sono presa coi negozi, non hanno distrutto le automobili, se la sono presa coi simboli dello Stato. Questo vuol dire che hanno una profonda cultura politica alle spalle”.

Tra le richieste alla Francia, sottolinea, c’è quella di far tornare a ‘casa’ a scontare la pena Alan Ferrandi e Pierre Alessandri, gli altri due corsi accusati dell’omicidio di Erignac che sono in carcere nell’Île-de-France.

Il giorno del funerale è stata proclamata una giornata, come la chiamano qui, di 'Isula morta’. Trasporti pubblici fermi, negozi chiusi. Ovunque da Bastia ad Ajaccio, sui vagoni dei treni, sui muri degli edifici pubblici e dello stadio, in tutti i colori, è apparsa la scritta: ‘Gloria à te, Yvan” accompagnata dall’immagine del suo volto giovane e fascinoso coi lunghi capelli e l’aria di sfida negli occhi.

La bandiera col Moro bendato di bianco, affiancata al funerale da quella sarda dei 4 Mori e dai vessilli basco e catalano, viene posata perfino tra gli arbusti delle ginestre appena esplose nei prati di questa montagna aspra ingentilita dai fiori in mezzo a un mare favoloso.

Omissis

Chi era Yvan Colonna per il popolo? “Era la nostra identità, un uomo d’onore attaccato alla sua terra” risponde sicuro Thomas, sorseggiando una birra al tavolo con Colombani. “La Francia ha sempre parlato di noi come del problema corso, ma sbaglia prospettiva. Il problema sono loro. Come prima cosa, dovrebbero riconoscere la nostra lingua e la nostra cultura” dice Lisandro, che lavora per una delle tre imprese isolane che imbottigliano le acque minerali locali.
La prospettiva dell’indipendentista Ghjuvan Guido Talamoni, anche lui a Cargese, è diversa ma deve trovare una sponda che al momento non ha per diventare praticabile: “Parigi si è svegliata dopo anni di sonno grazie alle manifestazioni dei giovani dietro ai quali, posso assicurarlo, non c’è nessun partito. Ha mandato subito il ministro dell’Interno per spegnere il fuoco perché tra poco si svolgeranno le elezioni presidenziali, promettendo un’autonomia il cui contenuto però non è stato svelato e noi con le parole non ci facciamo niente. Per i giuristi di tutto il mondo autonomia significa trasferimento del potere legislativo, qui sembra che si debba passare ancora dal centro. Abbiamo capito che lo Stato reagisce solo alle dimostrazioni di forza. Quello che sono riusciti a ottenere i giovani in pochi giorni è molto di più di quanto abbiamo avuto noi e gli autonomisti nonostante abbiamo vinto tutte le elezioni degli ultimi 20 anni anni con un largo margine. Ora vorremmo che i nostri alleati autonomisti in Assemblea regionale abbiano il coraggio politico di proseguire su questa strada. Basta prostrarci per chiedere a Parigi di riceverci e discutere, possiamo bloccare tutto e ribaltare i rapporti di forza se si fermano i nostri agricoltori, i nostri marittimi e se i nostri eletti smettono di riferire al Prefetto che è il vero potere della Corsica. Simeoni, al suo cospetto, non comanda niente”.

In queste ore gira sui social un video in cui si sentono i militari della caserma ‘Furiani’ di Bastia cantare l’inno francese. Sarebbe avvenuto, ma su questo non ci sono certezze, proprio durante il funerale. “Gli ignobili cani da guardia dello Stato hanno gioito per la morte di un patriota” è stato il commento di Ghjuventù Corsa che ha annunciato nuovi presidi davanti alle prefetture nel frattempo impegnate a erigere muri anti sommossa.
Difficile prevedere cosa accadrà ma l’immagine finale dell’addio a Colonna, ora consegnato al mito dei corsi, racconta l’intensità di questo momento storico. Dopo le esequie, tutti i partecipanti al funerale hanno camminato in corteo silenzioso alcuni chilometri per raggiungere il cimitero e dare un’ultima carezza a Yvan.

Nella prima oscurità della sera, tutti hanno intonato, quelli che sono riusciti a entrare nel camposanto e gli altri rimasti fuori, anche molto lontano, il canto popolare che si impara da bambini, ’Corsica nostra’. “Terra d’eroe rizzati libera, fallo per noi/I to figlioli pronti a à marchjà/Portanu u nome di libertà/ i to figlioli pronti à luttà”.
 
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