Condanna esecutiva oggi. La Procura di Milano emetterà in giornata il decreto di esecuzione della pena con sospensione per Berlusconi.
La Suprema Corte già ieri sera ha inoltrato il dispositivo della sentenza che ha confermato la condanna a 4 anni di reclusione (tre coperti da indulto) per il Cavaliere alla Procura generale di Milano che ha poi trasmesso il dispositivo, come da procedura, all'ufficio esecuzioni della Procura di Milano e, in particolare, al pm Ferdinando Pomarici. Ora in Procura stanno provvedendo ad iscrivere il fascicolo dell'esecuzione pena a carico di Berlusconi e in giornata dovrebbe essere pronto il decreto di esecuzione con sospensione della pena, perché al Cavaliere resta da scontare un anno, dato che tre sono cancellati dall'indulto.
fonte E in tivù sembrava Breznev (*)
Un videomessaggio, come nel '93. Ma allora era giovanile, ottimista e pieno di futuro. Ieri era gonfio, livoroso e prigioniero del passato. Eppure, no: questa storia che ci tiene prigionieri da vent'anni non è ancora finita(02 agosto 2013) «L'Italia è il Paese che amo...». Con queste parole era cominciata l'avventura, quasi venti anni fa, il 26 gennaio 1994. «E' così che questo Paese mi ripaga?», ha esclamato giovedì sera lo stesso uomo in un altro videomessaggio, più sbalordito che indignato.
Segno che al di là della narrazione del martirio abilmente messa in scena negli ultimi giorni, Silvio Berlusconi si aspettava un'assoluzione o almeno un annullamento della sentenza di condanna con rinvio a Milano che avrebbe consegnato il processo alla solita prescrizione.
Così appariva il Cavaliere un'ora prima della lettura della sentenza, al telefono con Enrico Mentana. Alle 19 e 40, invece, il gioco si è spezzato. Finale di partita, Berlusconi condannato.
Nel video-messaggio del '94 Berlusconi era un uomo relativamente giovane, 57 anni, ottimista, entusiasta. Desideroso di incarnare il nuovo, di spazzare via i vecchi partiti di governo, la Dc, il Psi di Craxi che pure lo avevano beneficiato con la prima di tutte le leggi ad personam, la legge Mammì sull'emittenza televisiva. «La vecchia classe politica italiana è stata travolta dai fatti e superata dai tempi», diceva Berlusconi in quel messaggio. «L'auto-affondamento dei vecchi governanti schiacciati dal peso del debito pubblico e dal sistema di finanziamento illegale dei partiti lascia il paese incerto al passaggio di una nuova Repubblica».
Il verdetto è una condanna definitiva per l'uomo che sognava il nuovo miracolo italiano e ha costretto gli italiani a vivere le sue ossessioni, i suoi incubi.
E' apparso gonfio, impastato, irriconoscibile, vagamente brezneviano. «Quasi alla fine della mia vita attiva», ha ammesso a un certo punto, come improvvisamente invecchiato, come se si sentisse già la fine addosso. Prigioniero del passato, dunque costretto a ripeterlo: «Resto in campo, serve una nuova Forza Italia».
fonte(*) le teste di cazzo si somigliano sempre!