«La FdS cambi linea. Anche noi con il PD»
«Una Federazione della sinistra che apra senza remore e timidezze un confronto programmatico con il Pd». Le primarie logorano chi le fa, ma anche chi non le fa. Un documento che circola da ieri in rete – ma prima è stato disciplinatamente consegnato ai partiti cui si rivolge – formalizza, per la prima volta apertis verbis, un dissenso all’interno della Federazione della sinistra e della linea politica impressa dal maggior azionista, il Prc di Paolo Ferrero. Primi firmatari trentatré ‘frontisti’, fra rifondazionisti della prima ora (Umberto Carpi, già sottosegretario dei governi Prodi e D’Alema, Vittorio Sartogo, prestigioso presidente di un municipio romano, Sandro Valentini, tuttora dirigente Prc, Vito Nocera, già assessore di Bassolino), partitisti del lavoro (il movimento di Cesare Salvi, che aderisce a Fds), qualche giovane comunista, molti ex delle diverse diaspore cossuttiane, e altrettanti senza tessera vicini alla Federazione della sinistra. Dopo una prima riunione romana, lanciano un appuntamento pubblico per il 6 ottobre a Napoli.
«Quattro tesi per rilanciare la sinistra in Italia», l’impegnativo titolo, il testo parte, come si conviene in casa comunista, dall’analisi della situazione internazionale (definisce «incoraggiante» il «manifesto di Parigi» dei socialisti e socialdemocratici europei e la vittoria di Hollande in Francia). Ma subito atterra sulla prossima scadenza elettorale. Ed è qui che si squaderna il core business del ragionamento: l’alleanza fra Pd e Vendola – dice – «sembra reggere», «benché messa duramente in discussione dai veltroniani, da settori ex dc e da figure come Renzi». L’obiettivo di Bersani sembra «andare in direzione di una alternativa fondata sul Pd, su una sinistra non segnata da tratti antipolitici che spera Vendola possa rappresentare, senza che questa “fotografia” sia chiusa ad altri soggetti ed esperienze e, nel solco della più classica tradizione togliattiana e berlingueriana, parlare a quella parte del mondo cattolico e di centro che può rivolgersi a sinistra» (Per i firmatari è un complimento, per Bersani un guaio). L’alleanza con Casini «non è all’ordine del giorno». Poi il grillismo, l’opposto «della cultura politica della sinistra e dei comunisti italiani».
Ergo, compagni, altro che la Syriza italiana che propone il Prc di Paolo Ferrero: al contrario, le condizioni del paese impongono «in primo luogo una politica che costruisca un processo unitario a sinistra con Idv e Sel» ma «soprattutto una Fds che apra senza remore e timidezze un confronto programmatico con il Pd». E in caso di primarie, non auspicate, il confronto con Vendola, e il voto a lui, è «naturale».
La discussione dei frontisti è partita da tempo, ma il testo arriva dopo la plateale offerta-richiesta di accordo da parte di Oliviero Diliberto, segretario Pdci, dalla festa Pd di Reggio Emilia. Bersani, già cannoneggiato per l’alleanza con Vendola, fin qui evita di rispondere.
Per questa ragione la proposta dei ‘frontisti’ rischierebbe di cadere nel nulla. Se non fosse che l’assemblea del 6 ottobre chiederà di rilanciare con forza – e con un tesseramento autonomo – la Federazione della sinistra per renderla autonoma dalla linea anti-Pd di Ferrero. Proprio quando sui referendum si è momentaneamente composta proprio quella «Syriza italiana» che il Prc propone alle prossime politiche. Ma per i ‘frontisti’ è chiaro: o il rilancio o l’ennesima scissione, visto che dopo soli tre anni di ricongiungimento forzoso, Prc e Pdci sono di nuovo al punto del ’98: governo o rottura.
FONTE
http://www.controlacrisi.org/notizia/Polit...-noi-con-il-pd/Cazz....