Comunismo - Scintilla Rossa

Proposta di discussione in 8 punti, di Amedeo Curatoli

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Enrikovic
view post Posted on 12/9/2012, 19:58




CITAZIONE
La Corea del Nord sì è un paese socialista e in questo senso dobbiamo sostenerla, ma ci sono alcune pecche soprattutto ideologiche che vanno chiarite (ad esempio mi piacerebbe sapere che posizione hanno i Kim su Mao una volta per tutte..).

Ti prego assolutamente di argomentare queste "pecche soprattutto ideologiche" così da poterle chiarire insieme. Perché non sei sicuro delle posizioni di Kim Il Sung, ad esempio, riguardo Mao?
 
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view post Posted on 12/9/2012, 20:32
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QUOTE (Ceskystev @ 11/9/2012, 22:27) 
Tesi sulla Cina imperialista

1) Subito dopo la morte di Mao vi fu uno scontro all'interno del partito: da una parte si contrapponevano Deng ed i destri, considerati tali non solo da molti di noi per le politiche economiche poco socialiste intraprese, ma anche dallo stesso Mao che criticò più volte la sua fazione; dall'altra la banda dei 4, composta da compagni fidati di Mao che avevano intenzione di proseguire il cammino verso il socialismo, o almeno quello di Mao. La banda dei 4 è stata sconfitta, Deng ha preso il potere con la sua fazione. Oggi la Cina ha moltissimi rapporti con gli USA, le tensioni che esistono tra la Cina odierna e gli USA sono più basse persino delle tensioni che vi erano tra l'URSS revisionista di Kruscev e Breznev. Come considerare in base a questo la Cina odierna, socialista? E quale paese socialista avrebbe permesso una tale ingiustizia come quella accaduta in Libia? Un veto non costa vite umane, ne denaro. E quale paese socialista non si adopera per la diffusione del marxismo-leninismo negli altri paesi? E per organizzare congressi dei socialisti in tutto il mondo?

Se il compagno Curatoli mi risponderà ne sarò lieto.

Obiezioni ineccepibili! Però sono curioso di seguire il dibattito.

QUOTE (noize87 @ 12/9/2012, 19:56) 
A livello economico a mio avviso era piu' vicina al comunismo l'Urss di Stalin che la Cina di Mao. Questo non toglie assolutamente nulla agli arricchimenti teorici e pratici di Mao inerenti la costruzione del socialismo come il metodo di affrontare le contraddizioni (in seno al popolo e non) o la lotta contro la borghesia che si crea nel socialismo.
Detto questo una persona che conosce il marxismo-leninismo come Curatoli deve fare autocritica per le stronzate che spara riguardo sto presunto socialismo cinese. Te pensi compagno maoista che non sappia Curatoli cio che hai appena postato riguardo la situazione cinese?

Non sarebbe il caso di evitare gli insulti?
 
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view post Posted on 12/9/2012, 20:58
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QUOTE (amedeo curatoli @ 12/9/2012, 19:44) 
Scriverò un articolo sulla Cina vincendo la mia "proverbiale pigrizia" (come dice il compagno Carre). A tutti i compagni consiglio di stare più attenti: il giudizio sulla Cina (è SOCIALISTA, è IMPERIALISTA?) è determinante. Cominciate a leggere quotidianamente (c'è in francese e in inglese) il "People's daily" organo del PCC. Andate alla ricerca dei documenti congressuali del PCC. Sul sito troverete anche le opere scelte di Deng Xiaoping (oltre che quelle di Mao, ovviamente). I marxisti leninisti hanno il dovere di essere colti, altrimenti parlano per parlare rimasticando le ideuzze che girano in Occidente sul grande paese asiatico. Una situazione complessa richiede un cervello complesso. Se alle cose complicate diamo una risposta semplice siamo marxisti da prima elementare

Ho ascoltato il consiglio e ne vale la pena:

http://english.peopledaily.com.cn/90782/7946605.html

Non se la prenda ma io resto perplesso.

Siamo sicuri che sia veramente Curatoli che scrive?
 
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noize87
view post Posted on 12/9/2012, 22:01




CITAZIONE
Ah te dicevi a livello economico...mea culpa. ;) Beh bisogna però tenere conto delle diversissime condizioni esistenti all'epoca tra URSS e Cina, Mao criticò spesso coloro che volevano copiare tutto meccanicamente e acriticamente dall'Unione Sovietica.

Su questo sono d'accordo.Bisogna sempre tenere conto della situazione dei singoli paesi.La Cina era un paese coloniale è naturale che avesse una borghesia piu' rivoluzionaria di quella russa.

CITAZIONE
Ma sicuramente lo saprà, compagno. Il compagno Curatoli sa molte cose, e come ho detto all'inizio è una fortuna che al giorno d'oggi, dopo la morte del compagno Ludo Martens l'anno scorso, possiamo avere storici ed economisti del suo calibro. Però secondo me ha solo male interpretato alcune tesi marxiste. Ad esempio, noi non possiamo allearci con un imperialismo contro un altro imperialismo, a meno che le condizioni inderogabilmente obblighino a fare diversamente (non dimentichiamo l'incontro tra Mao e Nixon e tra Mao e Kissinger rispettivamente nel 1972 e 1973, sebbene naturalmente non si possa parlare di "alleanza", com'è ovvio). Oggi non mi sembra che le condizioni obblighino a fare diversamente. Il compagno Curatoli invece sostiene proprio questo: che dobbiamo allearci con il socialimperialismo cinese contro l'imperialismo USA. Sarebbe stato come dire 40 anni fa allearsi con Brezhnev contro Nixon. L'imperialismo è imperialismo, anche se la sua bandiera è rossa e con un eventuale simbolo comunista dipinto sopra. Quello che devono fare tutti i marxisti-leninisti, secondo me, è creare un fronte comune che sfoci poi nella fondazione del Partito autenticamente proletario e rivoluzionario (che in Italia ahinoi MANCA) e fondare dunque il primo paese socialista. Nel caso dell'Italia, se diventasse socialista sarebbe una vera e propria spina nel fianco per il capitalismo e l'imperialismo e l'UE tutta perché occupiamo una posizione strategica sul Mediterraneo e inoltre confiniamo con uno dei paesi fondatori dell'UE stessa...

Anche su questo,non si puo' che essere d'accordo.Infatti anche Kruscev si vantava di sviluppare il marxismo-leninismo,e nei fatti restaurava il capitalismo,cosi come fece Deng.
questi fatti negativi ci hanno dato degli insegnamenti. Hanno rafforzato la teoria e la prassi marxiste-leniniste per evitare che si ripetano.
In base a questo il compagno Mao sostenne la necessità di creare simili partiti. l'alleanza con "compagni" per quanto colti che siano, che avvallino le tesi della borghesia "rossa" sono controrivoluzionari.Perchè in pratica il "compagno" Curatoli sostiene l' imperialismo cinese,il capitalismo cinese,la sua borghesia contro la borghesia "occidentale". Io sostengo il proletariato cinese contro la sua borghesia nazionale e contro la borghesia internazionale.
E in primis il proletariato italiano contro la borghesia nazionale e non.
Siccome nella sostanza cio' che avviene oggettivamente è il rovesciamento di classe,il revisionismo cinese non differisce da quello sovietico.
Nella forma però il revisionismo cinese è piu' "sviluppato" di quello sovietico.A mio avviso è anche una cosa normale,naturale. I revisionisti cinesi non hanno mai rinnegato il loro passato anzi lo etichettano come necessità storica. questo permette ai loro seguaci di non effettuare un taglio netto coi sostenitori della linea rivoluzionaria come fece invece Kruscev rigettando Stalin.Cosi è piu' difficile individuare il nemico.Essi non rinnegano Stalin,non rinnegano Mao ma essi sono ancora in "prima elementare".li svuotano della loro carica rivoluzionaria.
Il compagno Stalin sostenne che la fusione di elementi rivoluzionari con elementi opportunisti è una caratteristica del trozkismo.
Sostenere l'attuale pc cinese significa in sostanza rigettare lo stesso Mao,anche se ce ne riempiamo la bocca;e con esso si rigettano anche Stalin,Lenin,Marx.
Se Curatoli appoggia il socialimperialismo cinese io dico che non va bene e da un punto di vista marxista è,nel XXI secolo,intollerabile appoggiare questo revisionismo.


CITAZIONE
La Corea del Nord sì è un paese socialista e in questo senso dobbiamo sostenerla, ma ci sono alcune pecche soprattutto ideologiche che vanno chiarite (ad esempio mi piacerebbe sapere che posizione hanno i Kim su Mao una volta per tutte..).

io anche sul juchè e sulle modalità elettive del partito.

 
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Andrej Zdanov
view post Posted on 12/9/2012, 22:05




CITAZIONE
La Corea del Nord sì è un paese socialista e in questo senso dobbiamo sostenerla, ma ci sono alcune pecche soprattutto ideologiche che vanno chiarite (ad esempio mi piacerebbe sapere che posizione hanno i Kim su Mao una volta per tutte..).

CITAZIONE
io anche sul juchè e sulle modalità elettive del partito.

Mi unisco al compagno Enrikovic nella richiesta di chiarimenti. In ogni caso, segnalo il seguente sito sull'Idea del Juché: http://juche-songun.italiacoreapopolare.it/. Ci sono molti scritti e discorsi dei Kim. Nello specifico, a proposito del Juché, Kim Jong Il formulò una critica al materialismo dialettico, la quale trattasi in realtà di una critica alle deformazioni positivistiche dello stesso. Nella sostanza, mi pare che il Juché non si discosti affatto dal marxismo-leninismo "classico".

Sulla Corea del Nord in generale, c'è il seguente sito: www.italiacoreapopolare.it/. Tra le altre cose, si trova anche l'attuale Costituzione, interamente tradotta in italiano.
 
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view post Posted on 12/9/2012, 23:11
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Siamo sicuri che sia veramente Curatoli che scrive?

Ho ricevuto ampia conferma.

 
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view post Posted on 13/9/2012, 13:05
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Perché non sei sicuro delle posizioni di Kim Il Sung, ad esempio, riguardo Mao?

Non solo di Kim Il-Sung, ma anche di Kim Jong-Il e Kim Jong-Un. Per esempio, in alcuni scritti di Kim Jong-Il che ho letto ci si rifà abbastanza spesso a Marx, Engels, Lenin e Stalin, ma Mao non è citato. Poi, correggimi se sbaglio, ma Kim Il-Sung non ruotava nell'orbita moscovita allo scoppio della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria? E non sostenne attivamente il revisionista Ceausescu arrivando persino a denigrare la Rivoluzione Rumena e la giusta esecuzione del conducator chiamandola "cosa terribile"? E il Juche non è in contraddizione col marxismo per quanto riguarda il rapporto dell'uomo con la natura? Insomma queste sono le uniche domande che ho, gli unici dubbi che un po' mi tormentano, cioè non sono convinto al 100% dell'ortodossia ideologica della RPDC. Però so che il Juche è una valida applicazione creativa del marxismo-leninismo, che fra l'altro include anche parti del Pensiero di Mao stesso.
 
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Andrej Zdanov
view post Posted on 13/9/2012, 13:36




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Poi, correggimi se sbaglio, ma Kim Il-Sung non ruotava nell'orbita moscovita allo scoppio della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria?

Manteneva una posizione equidistante ed era più appartato rispetto ai paesi socialisti dell'Europa orientale, pur propendendo verso la Cina. Per esempio, non aderì mai alle varie organizzazioni promosse dall'URSS (Comecon, Patto di Varsavia, ecc.). Soventemente criticò Krusciov, per esempio, a proposito della crisi dei missili di Cuba.

Comunque, in seguito al discorso di Kim Il Sung sulla Eliminazione del dogmatismo e del formalismo e il costituirsi dello juché nel lavoro ideologico, gli elementi revisionisti non ebbero vita facile in Korea. Tendenze revisioniste ricomparvero negli anni Sessanta, ma furono rapidamente estirpate per iniziativa di Kim Jong Il.

CITAZIONE
E non sostenne attivamente il revisionista Ceausescu arrivando persino a denigrare la Rivoluzione Rumena e la giusta esecuzione del conducator chiamandola "cosa terribile"?

Effettivamente lo fece, ma non ci vedo nulla di male. Sulla Romania: www.resistenze.org/sito/te/po/ro/poro9m29-005956.htm, www.agenziastampaitalia.it/index.ph...stere&Itemid=40. Ceausescu non è certo il miglior esempio di comunista e commise inoltre l'errore di affidarsi eccessivamente ai crediti occidentali. Ma, dal riconoscere questo a sostenere una "rivoluzione" fantoccio, architettata dagli americani per eliminare Ceusescu (che aveva quasi interamente pagato i debiti), ce ne passa parecchio. Sulla "rivoluzione" vedi anche: https://scintillarossa.forumcommunity.net/?t=52296897.

CITAZIONE
E il Juche non è in contraddizione col marxismo per quanto riguarda il rapporto dell'uomo con la natura?

Non credo. Secondo il Juché, solamente i comunisti, ossia coloro che hanno compreso le leggi oggettive dello sviluppo storico, possono dominare la storia; ciò coincide con il concetto marxista-leninista di necessità cosciente (cfr. F. Engels, Anti-Dühring, Prima Sezione, Cap. XI). Probabilmente un approccio simile viene adottato anche nei confronti del rapporto uomo-natura. Forse il compagno Enrikovic potrà fornirci le delucidazioni necessarie.

Edited by Andrej Zdanov - 13/9/2012, 15:01
 
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view post Posted on 13/9/2012, 16:08
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Manteneva una posizione equidistante ed era più appartato rispetto ai paesi socialisti dell'Europa orientale, pur propendendo verso la Cina. Per esempio, non aderì mai alle varie organizzazioni promosse dall'URSS (Comecon, Patto di Varsavia, ecc.). Soventemente criticò Krusciov, per esempio, a proposito della crisi dei missili di Cuba.

Ah beh questo anche Mao ma erano promosse dall'URSS socialista di Stalin, non dai revisionisti. Il dubbio quindi si sposta su questo, ma comunque
CITAZIONE
Effettivamente lo fece, ma non ci vedo nulla di male. Sulla Romania: www.resistenze.org/sito/te/po/ro/poro9m29-005956.htm, www.agenziastampaitalia.it/index.ph...stere&Itemid=40. Ceausescu non è certo il miglior esempio di comunista e commise inoltre l'errore di affidarsi eccessivamente ai crediti occidentali. Ma, dal riconoscere questo a sostenere una "rivoluzione" fantoccio, architettata dagli americani per eliminare Ceusescu (che aveva quasi interamente pagato i debiti), ce ne passa parecchio. Sulla "rivoluzione" vedi anche: https://scintillarossa.forumcommunity.net/?t=52296897.

Certo bisogna vedere quanto effettivamente gli americani si mossero dietro le varie rivoluzioni dell'Est Europeo, ma non dimenticare che erano regimi retti da revisionisti quindi prima o poi sarebbero caduti. È vero anche che la Romania di Ceausescu era l'unico paese aderente al Patto di Varsavia totalmente (o quasi) indipendente dall'URSS (come dimenticare che Ceausescu denunciò l'invasione di Praga in un infuocato discorso pubblico nel 1968?), tant'è vero che lui e sua moglie furono ricevuti da Mao a Pechino nel 1971, però non si può non definire revisionista il regime ceausista, e quindi giusta e da appoggiare la Rivoluzione Rumena. Il che non equivale affatto a negare i meriti di Ceausescu, molti anche grandi, alcuni dei quali già citati dal compagno Andrej Zdanov.
Ok, mi sono chiarito le idee sul Juche, avevo letto da qualche parte che il Juche sosterrebbe che l'umano è totalmente libero e sovrano sulla natura, e quindi contrario a Marx che sosteneva il contrario, ma ora so che è una bella inesattezza. E poi sul sito della KFA ho letto che il Juche è un qualcosa di universale, mentre "il pensiero di Stalin" è una cosa non universale, a detta loro...ciò non equivale forse a contrapporre il Juche allo stalinismo, cui pure i compagni Kim si rifanno?
CITAZIONE
Non credo che i successori Kim Jong Il e Kim Jong Un si siano molto allontanati dalle idee di Kim Il Sung. Infatti anche negli scritti di Kim Il Sung si fa riferimento a Marx, Engels, Lenin e Stalin e non si fanno mai accenni concreti al pensiero di Mao

Infatti non se ne sono affatto allontanati. Però anche Hoxha si rifaceva a Marx, Engels, Lenin e Stalin e non a Mao, infatti era anti-maoista. So che è diverso perché Kim Il-Sung non attaccò mai Mao però, insomma, il pensiero potrebbe venire...
 
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Yuri Gagarin
view post Posted on 13/9/2012, 16:41




CITAZIONE
Infatti non se ne sono affatto allontanati. Però anche Hoxha si rifaceva a Marx, Engels, Lenin e Stalin e non a Mao, infatti era anti-maoista. So che è diverso perché Kim Il-Sung non attaccò mai Mao però, insomma, il pensiero potrebbe venire...

FU dovuto sopratutto al fatto che kim non aveva pregiudiziali nei confronti di mao che hoxha decise di non avere relazioni con la DPRK
 
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Andrej Zdanov
view post Posted on 13/9/2012, 17:44




CITAZIONE
Ah beh questo anche Mao ma erano promosse dall'URSS socialista di Stalin, non dai revisionisti.

Il Patto di Varsavia è stato fondato nel 1955, due anni dopo la morte di Stalin. Il Comecon è stato fondato nel 1949, ma poi, secondo la tesi dei maoisti, divenne un mezzo del dominio sovietico. Anche senza aderire al Comecon nel periodo staliniano, la Korea aveva forti legami con l'URSS e con la Cina, che l'appoggiarono in guerra.

CITAZIONE
...non si può non definire revisionista il regime ceausista, e quindi giusta e da appoggiare la Rivoluzione Rumena.

Dissento da questo schematismo. La “rivoluzione” eliminò la pianificazione economica, segnando quindi un passo indietro nel processo storico del paese. Applicando una logica analoga, si potrebbe tranquillamente sostenere la parte del clero che si oppone al capitalismo; il che, marxisticamente, è assurdo.

CITAZIONE
E poi sul sito della KFA ho letto che il Juche è un qualcosa di universale, mentre "il pensiero di Stalin" è una cosa non universale, a detta loro...

Semmai è il contrario:

16. La Corea del Nord è un paese “stalinista”?
Il termine “stalinista” è usato frequentemente non come un termine descrittivo, ma con accezione denigratoria. Il sistema politico della Repubblica Popolare Democratica di Corea è basato sull’Idea del Juché, una teoria originale sviluppata dal Presidente Kim Il Sung incentrata sull’autosufficienza nazionale e sullo sviluppo in accordo con le caratteristiche di ogni singola nazione. D’altra parte invece, il pensiero di Stalin era articolato come una ideologia politica di tipo universale.
La RPDC è certamente uno stato socialista, ciò significa che tutti i mezzi di produzione sono di proprietà collettiva.
(Fonte: www.italiacoreapopolare.it/page17/page17.html)

Il marxismo-leninismo ha una portata universale, mentre il Juché è adatto alle caratteristiche particolari della Korea.

CITAZIONE
...ciò non equivale forse a contrapporre il Juche allo stalinismo, cui pure i compagni Kim si rifanno?

Nel suo discorso sulla Eliminazione del dogmatismo e del formalismo e il costituirsi dello juché nel lavoro ideologico (28 dicembre 1955), Kim Il Sung disse:

“Copiare solamente lo stile degli altri, senza uno studio approfondito della dottrina marxista-leninista, non solo non porta a nulla di buono, ma anzi causa dei danni.
Nella lotta rivoluzionaria e nell'opera di costruzione dobbiamo fermamente aderire ai principi marxisti-leninisti e applicarli in modo creativo, conformemente alle concrete condizioni e ai particolari problemi del nostro paese.
Se applichiamo meccanicamente le esperienze straniere, ignorando la storia del nostro paese e le tradizioni del nostro popolo, ciò ci porterà a commettere errori di dogmatismo e causerà gravi danni alla rivoluzione.
Una simile pratica non può essere giudicata fedele né al marxismo-leninismo, né all'internazionalismo; va anzi contro i suoi principi.
Il marxismo-leninismo non è un dogma, è una guida per l'azione e una dottrina creativa. Ma esso non può dare prova della sua indistruttibile potenza se non viene applicato in modo creativo, conformemente alle concrete condizioni del paese. Ciò vale anche per le esperienze dei partiti fratelli. Le loro esperienze saranno valide solo se le studiamo per trarne l'essenza e le applichiamo correttamente alle nostre stesse situazioni. Se invece, le assumiamo in blocco per evitare un nostro lavoro, il risultato sarà non solo di portare danno alla nostra attività, ma di far sorgere falsi pregiudizi nei confronti delle valide esperienze dei partiti fratelli.
Per quanto riguarda il consolidarsi dello juché, penso che sia necessario menzionare il patriottismo e l'internazionalismo. L'internazionalismo e il patriottismo sono consapevolmente legati l'uno all'altro. Dobbiamo sapere che l'amore dei comunisti coreani per il nostro paese non è in contraddizione con l'internazionalismo della classe operaia, ma è ad esso perfettamente conforme. Amare la Corea significa amare l'Unione Sovietica e il campo socialista; così, amare l'Unione Sovietica e il campo socialista significa amare la Corea. È una totale unità, perché la causa della classe operaia non ha frontiere e la nostra opera rivoluzionaria è una parte dell'opera rivoluzionaria internazionale di tutta la classe operaia. Il solo obiettivo supremo della classe operaia di tutti i paesi è di costruire la società comunista. La differenza, se ce n'è una, consiste nel fatto che esistono paesi più avanzati e altri arretrati. Sarebbe sbagliato incoraggiare solo il patriottismo per trascurare la solidarietà internazionalista. Per la vittoria della rivoluzione coreana e per la grande causa della classe operaia internazionale, dobbiamo rafforzare la solidarietà con il popolo sovietico, nostro liberatore e nostro appoggio, e con i popoli di tutti i paesi socialisti. È per noi un sacro dovere internazionalista. Dal canto suo, il popolo sovietico fa ogni sforzo per rafforzare la sua solidarietà, non solo con i paesi del campo socialista, ma anche con la classe operaia di tutto il mondo, per compiere nello stesso tempo la costruzione del comunismo in ogni paese e il trionfo della rivoluzione mondiale.
Il patriottismo e l'internazionalismo sono inseparabili l'uno dall'altro Chi non ama la sua patria, non può essere leale nei confronti dell'internazionalismo, e colui che è infedele all'internazionalismo non può essere fedele alla sua patria e al suo popolo. Un autentico patriota è un internazionalista e un autentico internazionali sta è un patriota.”
(Tratto da Kim Il Sung, Opere Scelte, Vol. 1, Associazione italiana per i rapporti culturali con la Repubblica Popolare Democratica di Corea, Roma, 1974)

I princìpi qui illustrati corrispondono pienamente a quelli del cosiddetto «zdanovismo», proliferante in URSS e nell'Europa orientale negli anni immediatamente precedenti. Il seme dello «zdanovismo» era stato gettato in Korea dallo stesso Kim Il Sung nel 1951, nella sua Conversazione con gli scrittori e gli artisti (Opere scelte, vol. I, 1971, pp. 305-312), durante la quale caratterizzò gli artisti, alla maniera staliniana e zdanoviana, come «tecnici dell'animo umano», le cui opere devono servire come una «potente arma e importante fonte d'ispirazione» per il popolo, criticando inoltre quelli che «avevano perso contatto con la vita» ed erano «rimasti indietro rispetto al rapido sviluppo della nostra realtà». Confrontando questi princìpi con i Saggi di letteratura, filosofia e musica di Andrei Zdanov, principale teorico marxista-leninista sovietico, assieme a Stalin stesso, non si notano differenze rilevanti. Ciò denota una condivisione delle posizioni marxiste-leniniste dell'URSS di Stalin, che, come ha dimostrato il compagno Enrikovic (che ringrazio per le sue importanti precisazioni), è proseguita anche dopo la nefasta svolta del XX Congresso del PCUS.
 
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Yuri Gagarin
view post Posted on 17/9/2012, 18:49




CITAZIONE
Un partito marxista leninista può nascere, in Italia, solo dalle ceneri del Pdci, di Rc, del Manifesto, che hanno predicato per decenni l’antistalinismo. Queste forze politiche hanno dato dell’Urss la rappresentazione di un luogo di infamie, e in questa campagna contro il comunismo storico hanno fatto -vergognosamente- da cassa di risonanza alla propaganda borghese imperialista occidentale. Volevano “rifondare” un comunismo mai esistito, un comunismo compatibile con la cultura e l’ideologia di una piccola borghesia velleitaria, pavida e intrisa di pregiudizi. Si sono opposti alla cancellazione della parola comunismo voluta da Occhetto, ma hanno poi usato il nome e i simboli del comunismo per ritornare, di fatto, a propagandare gli inganni di una via pacifica, minimale, ingannevole, inesistente al socialismo. Le contraddizioni fra marxisti leninisti e i gruppi dirigenti di queste sunnominate forze sono di natura antagonistica, insanabile, sono come il contrasto fra rivoluzione e controrivoluzione.

Uno spunto buono , sopratutto per i rifondaroli come me è una critica alle correnti della Fed , non sono ancora ufficiali queste cose :

http://web.rifondazione.it/home/index.php/...alce-e-martello

https://scintillarossa.forumcommunity.net/?t=52429731

www.federazionedellasinistra.com/federazione/?p=6911

Pur essendo la seconda una corrente più minoritaria la proposta di confronto col PD è anche una prerogativa dilibertiana e di numerose sedi locali della Federazione , questo comporta scarsa credibilità e una deriva destrorsa del partito , gia su posizioni troppo riformiste , la prima invece è un fronte anti monti e viene da Ferrero , e come avete visto vogliono un'alleanza con SEL e IDV . Anche queste ultime formazioni sono troppo legate al PD e sono troppo distanti dalle idee comuniste , quindi è da interpretare come il ritorno alla sinistra arcobaleno . Chiaramente questo porterà ad un 'ulteriore disgregazione della fds , delle sue correnti e del possibile riassorbimento nel csx , come dice curatoli siamo troppo allineati alla borghesia visto che tutti i progetti della dirigenza portano a posizioni kautskiane .
Detto questo penso che la morte definitiva di Rifondazione Comunista può essere un bene SOLO se i marxisti leninisti sapranno costiutuire un partito alternativo di chiara concezione comunista , recuperando si gli spazi lasciati da rifo , ma costruendo un soggetto che recuperi gli insegnamenti VERI di antonio gramsci e che ripulisca il socialismo italiano da vedute revisionistiche come il togliattismo e il berlinguerismo .
Tali posizioni hanno addormentato i comunisti e hanno segnato anche il percorso di rifondazione vista la somiglianza di Cossutta , Garavini , Bertinotti con Togliatti e Berlinguer che non hanno saputo organizzare seriamente l'agitazione popolare sopratutto in questi tempi facendosi fregare da comici come beppe grillo o da razzisti come la lega .
Ora alcune cose che ho detto in questo forum sono risapute , ma come possiamo far capire al comunista medio certe cose ? come possiamo far capire agli operai che ci vuole un partito lontano dalle posizioni delle dirigenze che si sono susseguite negli ultimi anni ? Come far capire a quella massa di partitelli comunisti che occorre rileggersi seriamente lenin , abbandonare istinti scissionisti e fondare un soggetto m-l ?
 
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view post Posted on 17/9/2012, 21:50
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Ancora co' 'sti forchettoni rossi d'annata!
 
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view post Posted on 17/9/2012, 22:25
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Abdullah Calahamed (EAU) Vladimir Sevchenko (Belarus)

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Il compagno Curatoli invece sostiene proprio questo: che dobbiamo allearci con il socialimperialismo cinese contro l'imperialismo USA. Sarebbe stato come dire 40 anni fa allearsi con Brezhnev contro Nixon.

Il tuo amatissimo Mao non si alleò con i nazionalisti cinesi contro i giapponesi?
 
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Ceskystev
view post Posted on 17/9/2012, 22:38




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Ora alcune cose che ho detto in questo forum sono risapute , ma come possiamo far capire al comunista medio certe cose ? come possiamo far capire agli operai che ci vuole un partito lontano dalle posizioni delle dirigenze che si sono susseguite negli ultimi anni ? Come far capire a quella massa di partitelli comunisti che occorre rileggersi seriamente lenin , abbandonare istinti scissionisti e fondare un soggetto m-l ?

Un operaio difficilmente leggerà Lenin. Ma la rivoluzione russa non si è compiuta perché tutti i suoi partecipanti lessero Marx, ma perché i dirigenti sapevano comunicare alle masse il pensiero socialista, l'acculturamento avveniva anche non direttamente, e anche questo funziona. Ma quando non si hanno a disposizione gente che sa e con voglia di agire allora non si otterrà niente. Se si vuole organizzare qualcosa bisogna cominciare a smuovere le coscienze, all'inizio poche, poi sempre di più. Bisogna approfittare di qualsiasi situazione per lottare (e le situazioni di lotta non mancano) e continuare a diffondere il pensiero socialista, non è necessario diffonderlo con le stesse parole dei maestri, basta non modificarne i contenuti, sono i contenuti che devono essere trasmessi, non le frasi a memoria. Detto questo la situazione per ora può essere solo di preparazione, si potrà poi davvero instaurare un partito forte quando se ne sentirà un bisogno spasmodico ed inevitabile, quando la situazione sarà talmente al limite che bisognerà che la gente stravolga il suo modo di vedere e di pensare e capisca realmente che non avrà più niente da perdere ma tutto da guadagnare dalla rivoluzione. Ma non si può stare adesso con le mani in mano ad aspettare che arrivi poi questo periodo perché anche i demagoghi e populisti possono ingannare le masse e sviarle dal socialismo, quindi bisogna sempre lavorare, anche adesso, affinché quando sarà il momento tutti si ricordino che i socialisti hanno sempre detto certe cose a favore della popolazione, che non hanno stipulato mai compromessi con la feccia e che non sono stati a curare l'orticello privato finché questo non gli è stato tolto.
 
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