premetto che io non ho travisato, ho proprio detto che non comprendevo cosa intendessi, chiedendoti di approfondire il concetto.
CITAZIONE
Citavo una certa tendenza degli apologeti del gender, che nemmeno lontanamente impostano il discorso così come lo imposti tu, ricordandone le origini.
ecco, io non so chi siano questi "apologeti" né cosa teorizzino, io posso rispondere per me, o casomai discutere una tesi che conosco, non capendo a cosa ti riferisci con questi "apologeti", non so di cosa stiamo parlando esattamente.
CITAZIONE
Il senso di questa puntualizzazione è che i generi attribuiti strettamente ai due sessi, secondo la bipartizione classica, se sono imposizioni(come in una certa parte, sociale, effettivamente sono), coloro che come i transessuali scelgono di appartenere a un genere non associato al proprio sesso, non fanno che imitare una imposizione.
sorvolando un attimo il "limite binario" che ti fa considerare solo una "piena" contrapposizione tra sesso biologico e identità, per cui consideri maschio-femmina e viceversa e basta, mentre ti assicuro che esiste un intero spettro (per cui un individuo può "sentire" ed esprimere una commistione tra identità e ruoli di genere, e non sentirsi legato esclusivamente ad un genere), l'imposizione di cui parlavo io è quella che vorrebbe legare i ruoli sociali di genere (e quindi spesso l'identità di genere) al sesso biologico, per cui si impone ad un maschio biologico di vestirsi, comportarsi in una certa maniera, frequentare certi spazi e non altri, avere certi orientamenti sessuali e non altri.
queste imposizioni non sono leggi naturali, ma norme sociali che cambiano in base alla culture culture espresse dalle società a cui ci riferiamo.
questo concetto lo ribadisci giustamente anche tu quando parli di come veniva concepita la sessualità nel mondo grecoromano, col ruolo di passivo e attivo (anche se è un po' più complessa di cosi eh, ma sei intelligente e preparato e presumo abbia avuto modo di vederlo anche tu).
per fare un altro esempio ancora, molto diverso sia dal mondo grecoromano che da quello nostro contemporaneo, prendo i casi delle sacerdotesse transgender della dea Inanna (poi Afrodite nel mondo greco) nel mondo sumero e babilonese, sacerdotesse che potevano essere sia eunuchi e castrati (Assinu), che "travestiti" (Kurgarru).
essendo sacerdotesse avevano una posizione sociale molto alta ed erano ritenute molto importanti per la vita religiosa e politica della città, e nei riti erano coinvolti anche rapporti sessuali di vario tipo, in quella che i greci chiamavano
ierogamia, una delle varie forme di prostituzione sacra e uso "religioso" della sessualità che si son visti nella storia umana.
questa realtà si trasmetterà poi anche al mondo greco e romano, nel quale si presenta nella figura del
Gallo, sacerdoti eunuchi con ruoli di genere femminili, che probabilmente erano coinvolti anch'essi in riti ierogamici.
CITAZIONE
Nel caso più semplice(quello della transessuale), vi è una semplice imitazione del già presente.
sempre riducendo il discorso al binarismo per semplicità, in questo caso è proprio quello che una persona transessuale vuole fare, "imitare" i ruoli di genere che ritiene consoni alla propria identità di genere, mica vuole creare una cosa che non è già presente.
il punto è che anche quando stabiliamo che una persona trans sta "imitando" il sesso opposto a quello suo biologico, che cosa ne traiamo? cosa cambia nel modo in cui la società si rapporta a questi individui attraverso le istituzioni?
è questo di cui parlo, le speculazioni filosofiche sul perchè e percome determinate persone ritengono di voler o dover imitare il sesso opposto nei propri comportamenti e col proprio corpo, o nel caso dell'omosessualità, del capire perchè certi individui presentano questa ovvia "anomalia" biologica che li spinge a voler soddisfare i propri desideri sessuali in modo "sterile", mi interessano fino ad un certo punto, e le considero appunto speculazioni, teorizzazioni che possono esprimere di tutto in base a chi le esprime, al mondo culturale da cui si parte, agli obiettivi che si vogliono raggiungere...
magari mi interessano di più i legittimi e doverosi studi scientifici che partano da quesiti intellettuali e razionali cercano di analizzare qualcosa che esiste anche se non si sa bene come mai, ma parlare di studi scientifici e sempre difficile quando si trattano queste questioni, e comunque è un lavoro che lascio fare a chi sa farlo ovviamente.
quello che interessa a me, come ho detto prima, è quale tipo di rapporto potrebbe/dovrebbe esserci tra società, istutuzioni e individui in materia sessuale, e basta, tutto il resto è relativo, l'omosessualità e la sua esistenza ovviamente stimoleranno una moltitudine di "idee" e teorie sulle sue dinamiche, sul suo "senso", che partono dall'influsso del demonio sull'umanità alla "perversione" (concetto interessante per come ambiguamente usato, come se l'eterosessualità non presentasse "perversioni"...), mi interessano poco.
quindi parlando del rapporto società/individuo sulle preferenze sessuali e sull'identità di genere, bisogna capire se sia auspicabile o meno che una società reprima o meno gli individui per le loro scelte sessuali, e da questo procedere per gradi.
è di questo che parlo quando dico che si può e si deve avere un "approccio" marxista-leninista anche sulle questioni sessuali, per capire come e perchè prima di noi questi temi sono stati trattati in un modo o nell'altro, e per capire come si potrebbe/dovrebbe trattare questi aspetti in una società socialista.
inoltre sono convinto che la recente narrativa borghese sui temi LGBT (perchè è recentissima, fino a pochi decenni fa nel "primo mondo" gli omosessuali si reprimevano senza nessun problema, tanto in carcere quanto ancora peggio nelle istituzioni psichiatriche) faccia andare fuori strada certi compagni che partendo dalla giusta critica a certe tesi ipocrite ed opportuniste propagate come "diritti civili" arrivano a pensare che TUTTE le persone omo o trans vivano questa specie di "sogno americano frocio", quando ancora oggi nel "primo mondo" ci sono aggressioni anche mortali a persone perchè si vestono ed agiscono in modi che certi elementi della società giudicano inadatti, per non parlare delle certamente piccole ma diffusissime discriminazioni quotidiane che molti subiscono, e più sono in basso nella scala sociale, più sono proletari e già vessati dal dominio borghese, più discriminazioni subiscono (i borghesi, specie l'alta borghesia, hanno tutti i mezzi economici, politici e sociali per evitare le discriminazioni, un operaio ne ha molto meno), quindi cerco, per quel che posso, di far notare che nonostante questa patina arcobaleno ipocrita e paracula le minoranze sessuali sono discriminate eccome, su più livelli, e spesso i motivi di discriminazione hanno le loro radici ben salde nei condizionamenti culturali patriarcali e religiosi che ci portiamo appresso da secoli, e questa mi sembra una questione che riguardi eccome il proletariato.
CITAZIONE
Perché bisogna proprio esser anime belle per pensare che affermare qualcosa riguardante la gender theory, sia marxista se ad affermarlo è uno che si professa tale.
ma dove l'ho mai detto???
io ho detto che secondo me si potrebbe/dovrebbe avere un'approccio marxista alle tematiche LGBTQ, non che qualsiasi cazzata che riguardi quel mondo è automaticamente giusta, o addirittura marxista.
approccio marxista significa semplicemente con il metodo del materialismo dialettico, che se mi pare di aver capito almeno qualcosina, dovrebbe essere il metodo col quale un marxista dovrebbe analizzare e studiare TUTTI i fenomeni naturali e sociali, quindi perchè non si dovrebbero avere delle tesi riguardo alle tematiche lgbtq che partano dal presupposto di un'analisi materialistica e dialettica dei "fenomeni" lgbtq?
CITAZIONE
Ma il problema è : come porsi nei confronti di questo tipo di lotte, oggi? Se per te la domanda è banale, per molti compagni non lo è.
non è affatto banale ed è esattamente il riassunto di tutto quello che ho detto finora in questo thread.
il punto è che tu subito dopo dici:
e ci areniamo ancora in un problema di comunicazione.
non esiste nessuna "gender theory", se si vuole parlare di cose che esistono davvero, bisogna parlare di "gender studies", o studi di genere, studi accademici interdisciplinari che vengono portati avanti da figure diverse, sociologi, antropologi, psicologi, storici, politologi etc etc, studi che cercano di analizzare, studiare, fare luce sulle dinamiche che portano alla costruzione dell'identità di genere, al rapporto tra sesso biologico e identità di genere, tra identità e ruoli sociali, studiare i vari modi con cui le società si sono rapportate a questi argomenti e cosi via.
nel caso specifico, abbiamo delle realtà ben precise, reazionari cattolici di vario tipo, che si sono inventati il termine "gender theory" per impanicare l'opinione pubblica, prendendo normali termini accademici inglesi, togliendo studies e mettendo "theory", la quale tra l'altro avrebbe comunque un significato decisamente diverso dalla parola "teoria" in italiano, dato che "theory" nel mondo accademico anglosassone indica qualsiasi ambito di ricerca, in cui si fa "teoria".
quindi di che teoria stiamo parlando esattamente?
per cercare di capirlo googlo "teoria gender" e vedo cosa ne dicono quelli che ne parlano, che guardacaso sono tutti reazionari cattolici di vario tipo, gli stessi che hanno tirato fuori il termine, quindi bisognerebbe capire se sono quelle le tesi a cui ti riferisci, alle quali risponderei volentieri, o è qualcos'altro che non so, e quindi ti chiedo di spiegarmelo meglio.
Edited by Kollontaj - 29/8/2016, 17:37