Comunismo - Scintilla Rossa

omossessuali, che fare?

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Pol Pot
view post Posted on 14/8/2016, 08:29




CITAZIONE (primomaggio1945 @ 14/8/2016, 06:06) 
possiamo ritenere la famiglia socialista l'istituto regolante il rapporto di coppia e, in parte, l'educazione dei figli...ma siamo nella fase del socialismo, in cui persistono le divisioni in classi nella società; noi non sappiamo lo sviluppo che avrà l'istituto famigliare nel comunismo, se si arriverà ad un suo superamento. La negazione della negazione, do you remember?

superamento,negazione della negazione,non basta giustapporre queste frasi in senso folcloristico per avere automaticamente una concezione dialettica del mondo.


CITAZIONE
Può scomparire la prostituzione senza trascinare con sé, nell’abisso, la monogamia?

Engels si riferisce sempre alle condizioni monogamiche borghesi dove la donna è una proprietà e considerata alla stregua di un mezzo produttivo. Anche Marx nei manoscritti redicolizza rapporti non monogamici ("comunismo rozzo") .

CITAZIONE
è l'abc dell'economia politica marxista, è alla base della teoria della crisi, al di fuori c'è il revisionismo

E poi io sarei il dogmatico ? L'abc dell'economia politica marxista ? Ti consiglio vivamente di dare una spolverata alle trattazioni marxiste in materia di economia politica. L'economia politica è una scienza e chi ne mette in risalto i lati deboli o sviluppa le teorie precedenti non può essere chiamato revisionista. Al contrario chi si aggrappa a teorie già confutate dalla letteratura scientifica è un dogmatico o un religioso.
 
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view post Posted on 14/8/2016, 22:32
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CITAZIONE
superamento,negazione della negazione,non basta giustapporre queste frasi in senso folcloristico per avere automaticamente una concezione dialettica del mondo.


Il comunismo è, in quanto negazione della negazione, affermazione; perciò è il momento reale, e necessario per il prossimo svolgimento storico, dell'emancipazione e della riconquista dell'uomo. Il comunismo è la struttura necessaria e il principio propulsore del prossimo futuro; ma il comunismo non è come tale la meta dello svolgimento storico, la struttura della società umana.


K. Marx Manoscritti economico fiilosofici del 1844

CITAZIONE
. Anche Marx nei manoscritti redicolizza rapporti non monogamici ("comunismo rozzo") .



La soppressione positiva della proprietà privata, in quanto appropriazione della vita umana, è dunque la soppressione positiva di ogni estraniazione, e quindi il ritorno dell'uomo, dalla religione, dalla famiglia, dallo stato, ecc., alla sua esistenza umana, cioè sociale.


Idem
CITAZIONE
Al contrario chi si aggrappa a teorie già confutate dalla letteratura scientifica

E chi l'ha confutata? quale letteratura cosiddetta scientifica? leggi un po' qua https://marxismocritico.com/2016/05/24/die...oltre-la-crisi/
 
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Pol Pot
view post Posted on 15/8/2016, 12:45




Basta andare un po' avanti con il testo dei manoscritti per contestualizzare quelle frasi estrapolate sulla "soppressione positiva" della famiglia e quant'altro. L'ho gia detto per Engels e non voglio ripetermi,anche perchè la discussione porebbe diventare tediosa.

Per quanto riguarda la composizione organica, anche se siamo completamente off topic,la sua crescita,come la crescita della sezione I (mezzi produttivi) è congiunturale al periodo della accumulazione primitiva,successivamente perde importanza o tende al livellamento come dice il marxista Joseph Gillman: "con lo sviluppo della tecnologia ,che consente un risparmio di capitale,come aveva previsto Marx ,cessa di crescere ,si livella e sviluppa perfino una tendenza alla dinimuzione. Allora il saggio di plusvalore,come abbiamo visto tende a salire" (Critica Marxista, pp. 101 ) .
Anche Lenin affermava che "dallo schema su riportato di Marx non si può trarre alcuna conclusione circa la preponderanza della categoria I sulla II : in questo schema entrambe si svilupparno parallelamente" (Opere, I , p. 78 ).
Se poi si annette la congiuntura storica e la propensione tecnica del capitalsimo "è già ovvio che se viene apportata questa modifica allo schema ,si avrà un incremento più rapido dei mezzi di produzione rispetto ai beni di consumo" (ivi) .
Infatti con il passaggio dal capitalismo concorrenziale al quello monopolistico "se è vero che gli oligopoli riescono a spuntare i prezzi molto vicini al prezzo teorico di monopolio, [...] ne consegue a rigor di logica che il surplus non potrà non avere una forte e continua tendenza all'aumento" (Sweezy-Baran, op. p. 67) . Si tratta quindi non tanto della caduta del saggio di profitto,ma di una sovrabbondanza di plusvalore (o surplus,estendendo il concetto ai costi socialmente utili) che ha come diretta conseguenza la saturazione degli sbocchi di investimento e la stagnazione perpetua. Solo in tal senso il plsuvalore non realizzato provoca una stagnazione del saggio di profitto.
Personalmente io mi tiro fuori da questa discussione,le varie posizioni ci sono,ognuno ci mediti se ne ha voglia :)
 
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view post Posted on 15/8/2016, 15:43
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Personalmente mi ritrovo nelle posizioni di "Pol Pot", a parte la caduta tendenziale che necessita di una trattazione a parte.

CITAZIONE
Il comunismo è, in quanto negazione della negazione, affermazione; perciò è il momento reale, e necessario per il prossimo svolgimento storico, dell'emancipazione e della riconquista dell'uomo. Il comunismo è la struttura necessaria e il principio propulsore del prossimo futuro; ma il comunismo non è come tale la meta dello svolgimento storico, la struttura della società umana.

K. Marx Manoscritti economico fiilosofici del 1844

Lenin, se non sbaglio ne Gli amici del popolo ecc., afferma che i passi di Marx ed Engels sulla negazione della negazione sono più che altro un riferimento all'origine della dottrina, cioè a Hegel. Ed anche in quest'ultimo le leggi della dialettica non figurano mai come argomento che debba dimostrare qualcosa, perfino il più incallito idealista è obbligato ad attingere dati dalla storia reale (ad esempio la disparità di ricchezze come causa del declino dell'antica Sparta, nella Filosofia della storia) per "far funzionare" il suo schema. Non so se mi spiego: la doppia negazione esiste, ciò è indubbio, ma espressa in questa formula astratta non ci dà alcun apporto conoscitivo. Bisogna procedere nell'ordine opposto, come faceva Engels: esaminare specificamente il movimento della materia e solo dopo, eventualmente, constatarne la conformità alla dialettica.

CITAZIONE
La soppressione positiva della proprietà privata, in quanto appropriazione della vita umana, è dunque la soppressione positiva di ogni estraniazione, e quindi il ritorno dell'uomo, dalla religione, dalla famiglia, dallo stato, ecc., alla sua esistenza umana, cioè sociale.

Idem

E' lapallissiano che per famiglia qui si intende la famiglia borghese. Come questa venga soppressa l'ha illustrato bene Engels: emancipazione della donna mediante la socializzazione del lavoro domestico, educazione dei figli da parte della collettività, nient'altro. Poi ovvio, non avendo ancora visto la pratica Engels precisava che si può provedere ben poco, ma alla prova empirica il socialismo (sistema sociale cento volte più avanzato del capitalismo) non ha comportato né la nascita di "famiglie lgbt" né il ritorno alla poligamia e robe simili.
 
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view post Posted on 15/8/2016, 21:27
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Pol Pot ti consiglio questa lettura http://piattaformacomunista.com/CADUTA_SAGGIO_PROFITTO.pdf

CITAZIONE
Bisogna procedere nell'ordine opposto, come faceva Engels:esaminare specificamente il movimento della materia e solo dopo, eventualmente, constatarne la conformità alla dialettica.

quindi Engels era un empirista...ma che cazzo stai a dì?

CITAZIONE
E' lapallissiano che per famiglia qui si intende la famiglia borghese

perchè devi mettere un aggettivo dove non c'è? Marx non era un coglione...e allora anche lo stato non è destinato ad estinguersi, ma solo lo stato "borghese", pur non specificato...eppure tutti i classici hanno confermato questa previsione del marxismo...quindi? tra l'altro società senza stato non ne abbiamo mai viste, invece abbiamo visto lo sviluppo degli stati socialisti, ma nessun teorico marxista degno di questo nome ha da questo desunto che lo stato sia destinato a durare in eterno...
il vostro ragionamento sull'assolutezza della famiglia come istituzione sociale nelle diverse formazioni sociali, quindi della sua permanenza nel comunismo, è, dal punto di vista generale e sostanziale, antimaterialista e antimarxista
 
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view post Posted on 15/8/2016, 23:05
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CITAZIONE
quindi Engels era un empirista...ma che cazzo stai a dì?

Ecco che sto a dì:

Marx non pensa dunque, caratterizzando questo processo come negazione della negazione, di dimostrare per questa via che esso è un processo storicamente necessario. Al contrario: dopo aver dimostrato storicamente che il processo, in effetti, in parte si è compiuto e in parte deve ancora compiersi, lo caratterizza inoltre come un processo che si compie secondo una legge dialettica determinata. Questo è tutto.

Anti-Dühring, Negazione della negazione.

CITAZIONE
perchè devi mettere un aggettivo dove non c'è? Marx non era un coglione...e allora anche lo stato non è destinato ad estinguersi, ma solo lo stato "borghese", pur non specificato...eppure tutti i classici hanno confermato questa previsione del marxismo...quindi? tra l'altro società senza stato non ne abbiamo mai viste, invece abbiamo visto lo sviluppo degli stati socialisti, ma nessun teorico marxista degno di questo nome ha da questo desunto che lo stato sia destinato a durare in eterno...
il vostro ragionamento sull'assolutezza della famiglia come istituzione sociale nelle diverse formazioni sociali, quindi della sua permanenza nel comunismo, è, dal punto di vista generale e sostanziale, antimaterialista e antimarxista

L'esempio dello stato calza a pennello: secondo il marxismo lo stato è l'apparato preposto alla repressione sistematica della classe sfruttata da parte di quella dominante che nasce quando gli antagonismi di classe divengono inconciliabili; se nel comunismo sopravvive, come prevedono Marx e Stalin, un organo di pianificazione centrale che ad uno sguardo superficiale potrebbe sembrare uno stato, esso comunque non rientra nel concetto marxista di stato. Per dire, i concetti marxisti di stato, famiglia ecc. non coincidono con le rappresentazioni volgari diffuse dalla sociologia borghese, quindi quando Engels parla di fine della monogamia intende semplicemente, e poco dopo lo precisa, che l'uomo sarà reso effettivamente monogamo più le cose che dicevo prima, non interpreta cioè il termine alla lettera. perciò quando si parla di superamento della famiglia non si intende la rappresentazione comunemente diffusa ma il preciso concetto marxista, come per il materialismo storico proletario non è chi ha solo la prole ma chi è privo di mezzi di produzione e vende la propria forza lavoro in cambio del salario.

ps: lo stato borghese difatti è proprio un'altra cosa, viene demolito della rivoluzione. Lo stato proletario non è neanche più uno stato in senso stretto ma un semi-stato in via d'estinzione, proprio perché non rientra nel concetto di prima.
 
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view post Posted on 16/8/2016, 22:13
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CITAZIONE
Marx non pensa dunque, caratterizzando questo processo come negazione della negazione, di dimostrare per questa via che esso è un processo storicamente necessario. Al contrario: dopo aver dimostrato storicamente che il processo, in effetti, in parte si è compiuto e in parte deve ancora compiersi, lo caratterizza inoltre come un processo che si compie secondo una legge dialettica determinata. Questo è tutto.

Anti-Dühring, Negazione della negazione

.

è tutt'altro di quello che hai detto prima...
CITAZIONE
Lo stato proletario non è neanche più uno stato in senso stretto ma un semi-stato in via d'estinzione, proprio perché non rientra nel concetto di prima.

e se applicassi questo stesso ragionamento anche alla famiglia? perchè non dovremmo? non sarebbe pienamente coerente con la teoria materialista? così come lo stato, struttura della società divista in classi, si estingue essendo superato dalla comunità sociale dei lavoratori organizzati, così la famiglia, struttura della società divista in classi, si estingue essendo superata da questa stessa comunità, nella sua dimensione dei rapporti affettivi, sessuali, di educazione e mantenimento della prole, complessivamente intesi e praticati.
le parole di Marx ed Engels sono chiare in tal senso (non possono essere precise perchè sarebbero profeti e non comunisti) e la stessa famiglia socialista non è una famiglia in senso stretto, perchè non è fondata sul patriarcato o comunque su rapporti sociali individualistici e alienanti (cioè delle società divise in classi) e tende a dialettizzarsi con l'educazione e il mantenimento collettivo della prole.
 
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view post Posted on 27/8/2016, 02:01
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CITAZIONE (Kollontaj @ 5/8/2016, 15:23) 
quindi sarebbe ora che certi comunisti capissero che l'unico approccio corretto per un marxista nei confronti della famiglia ("naturale", monogamica, quel che volete) e delle politiche famigliari borghesi è la loro distruzione ed il loro superamento, possibile ovviamente solo in regime socialista, ma la cui lotta comincia già in regime borghese (come tutte le altre lotte, razzismo etc, non possono risolversi completamente in regime borghese, ma non per questo smettiamo di lottare)

Partendo dal presupposto che lo svolgersi dell'estinzione del patriarcato non possiamo descriverlo in quanto non avvenuto e al massimo annunciato; e partendo anche dal fatto che sono d'accordo quando dici che la famiglia naturale è la denominazione di una particolare forma famigliare presente nell'Occidente capitalistico ed esportata assieme ai movimenti del capitale, non si può però ignorare che seppur in forme diverse nelle varie epoche e zone geografiche, la famiglia caratterizzata dal binarismo da te citato, è certamente maggiormente osservabile della forma omosessuale.
Quindi il tuo discorso contro l'idealismo ha senso nella misura in cui si vorrebbe negare l'esistenza dell'omosessualità o della bisessualità nella storia. Perché nel dire che la famiglia omosessuale sia quanto meno un fenomeno moderno, i tradizionalisti ci hanno certamente preso. Bisognerebbe tirar giù un trattato di antropologia e storia, ma possiamo dire che l'omosessualità come fenomeno sovrastrutturale prettamente affettivo, è qualcosa di nuovo. Pensa alla Roma e Grecia antica e capirai cosa intendo.
Ora, che l'affetto omosessuale esistesse anche nell'antichità non lo si può mettere in dubbio, ma non era riconosciuto e registrato dalla morale di allora.
Non vorrei dire castronerie, ma da quel che so la situazione asiatica era pressoché simile.
E anzi, il fatto che si sia passati dal considerare omosessuali gli atti al considerare omosessuali le persone, fa ben intendere come sia moderna l'idea che l'omosessualità sia prima di tutto un qualcosa di affettivo e quindi legato più alle persone che agli atti.
Dunque bisogna capire cosa sia avvenuto.
Detto ciò, io sono totalmente d'accordo sul fatto che i generi si affermino assieme al sistema di produzione e che il binarismo stretto di genere sia stato generato proprio dalla necessità di bipartizione dei compiti produttivi. Sarebbe interessante fare una ricerca a riguardo.

Ma il punto è che io rintraccio un certo idealismo anche nella teoria del genere riportata da certe parti(non da te). Più di una volta ho letto di come il sesso biologico sia ininfluente. Questa è una negazione delle stesse teorizzazioni scientifiche sui due sessi, che hanno portato addirittura alla scoperta che i due sessi funzionano diversamente in termini di malattie e cure.
Negare le differenze biologiche e ormonali dei due sessi, significa negare la base materiale dei generi stessi, che seppur non statici, rimangono idealità.
Una transessuale si sentirà donna. In che senso? Nel senso della donna in quanto idea di donna in questa particolare frazione geografico-temporale. Ma questa idea di donna parte da una base assolutamente materiale. E anzi, la materia in questo senso è ciò che c'era già, ciò che viene sempre un po' prima: l'idea di donna non può non accordarsi, in un modo o in un altro, con la base materiale del sesso femminile, ovvero la donna fatta così o cosà, per fare un esempio banale(base materiale che può certamente modificarsi in termini evolutivi).
Spero converrai su questo.

Detto tutto questo, vorrei porre una domanda: le lotte anti-razziste e lgbt come sono posizionate in termini di coscienza di classe? Non noti anche tu una tendenza ad eliminare ogni questione riguardante la classe tramite la bipartizione da tifoseria e i diritti individuali? Sacrosanti diritti, ma scissi completamente nella loro affermazione, dalla lotta di classe.
I diritti individuali come oscuramento di quelli sociali.
Su questo bisognerebbe concentrarsi, anziché su oziose discussioni riguardo ideali famigliole da mulino bianco che fai bene a smentire.

CITAZIONE
b) Contrariamente alla metafisica, la dialettica considera la natura non come uno stato di riposo
e di immobilità, di stagnazione e di immutabilità, ma come uno stato di movimento e di
cambiamento perpetui, di rinnovamento e sviluppo incessanti, dove sempre qualche cosa nasce e si
sviluppa, qualche cosa si disgrega e scompare.

Qui il compagno Stalin si riferiva ad una certa metafisica idealista nel senso più platonico del termine.
La stessa dialettica è metafisica in quanto descrive l'essere nel particolare modo in cui lo descrive lo stesso Stalin.
Non c'entra nulla, ma finché lasceremo la metafisica nelle mani di coloro che relegano l'essere in cielo o nelle idee o nella materia, e insomma, finché l'essere sarà qui o lì e non ovunque, non potremo imporre la dialettica in quanto metafisica, ovvero descrizione dell'essere come movimento internamente auto-disciplinato di figure che esclude un esterno. Un reale che esclude ogni trascendere o trascendenza.
E fino ad allora i discorsi sulla bontà o meno di una figura invaderanno i salotti, distogliendo dal loro movimento reale e dialettico.

Quoto l'ultimo intervento del compagno Primomaggio

Edited by Ruhan - 27/8/2016, 03:42
 
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Pisè
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Quoto il compagno Ruhan.
 
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view post Posted on 29/8/2016, 13:01
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non si può però ignorare che seppur in forme diverse nelle varie epoche e zone geografiche, la famiglia caratterizzata dal binarismo da te citato, è certamente maggiormente osservabile della forma omosessuale.

e chi l'ha ignorato?

CITAZIONE
Perché nel dire che la famiglia omosessuale sia quanto meno un fenomeno moderno

e chi lo nega?

CITAZIONE
Bisognerebbe tirar giù un trattato di antropologia e storia, ma possiamo dire che l'omosessualità come fenomeno sovrastrutturale prettamente affettivo, è qualcosa di nuovo. Pensa alla Roma e Grecia antica e capirai cosa intendo.

io non ho mai parlato di "affettività" o simili, comunque, questa frase la trovo opinabile, ma dato che esula fortemente dal discorso, rimandiamo ad un'altra eventuale discussione su come si intendevano certe forme di sessualità nel mondo greco e romano (in cui l'affettività contava eccome tra l'altro, Antinoo è stato deificato da Adriano per amore, dopo anni di convivenza...comunque se il discorso era che veniva vissuta in modo diverso da oggi, sono ovviamente d'accordo, anzi era un po' il senso di tutto il mio discorso)

CITAZIONE
Ma il punto è che io rintraccio un certo idealismo anche nella teoria del genere riportata da certe parti(non da te).

il mondo è pieno di idealismo, io posso rispondere solo delle mie idee, ovviamente.

CITAZIONE
CITAZIONE
Più di una volta ho letto di come il sesso biologico sia ininfluente. Questa è una negazione delle stesse teorizzazioni scientifiche sui due sessi

dove l'hai letto? "ininfluente" rispetto a cosa? rispetto all'orientamento sessuale? all'identità di genere? ai ruoli sociali di genere? la tua frase messa cosi non significa nulla.

CITAZIONE
Negare le differenze biologiche e ormonali dei due sessi, significa negare la base materiale dei generi stessi, che seppur non statici, rimangono idealità.

chi le nega? una donna rimane incinta, un uomo no, c'è qualcuno forse che nega questa ovvia differenza biologica?
oppure tu parti di SUPPOSTE differenze caratteriali, dovute a queste differenze fisiologiche e biologiche?
spiegamo meglio le differenze biologiche e soprattutto "ormonali" di cui parli, e ne possiamo discutere.
se la tesi è che uomini e donne essendo biologicamente diversi devono esserlo anche socialmente (cioè avere ruoli sociali, e conseguenti "scelte" di orientamento sessuale etc), allora parliamone.
spiegati meglio.

CITAZIONE
Una transessuale si sentirà donna. In che senso? Nel senso della donna in quanto idea di donna in questa particolare frazione geografico-temporale. Ma questa idea di donna parte da una base assolutamente materiale. E anzi, la materia in questo senso è ciò che c'era già, ciò che viene sempre un po' prima: l'idea di donna non può non accordarsi, in un modo o in un altro, con la base materiale del sesso femminile, ovvero la donna fatta così o cosà, per fare un esempio banale(base materiale che può certamente modificarsi in termini evolutivi).
Spero converrai su questo.

ammetto di non aver capito pienamente cosa vuoi dire.
comunque, per spiegarmi meglio anch'io, quando si parla di identità di genere si parla di persone che, per vari motivi, sentono di avere una identità che differisce dal sesso biologico di nascita.
per cui le persone nascono maschio o femmina biologicamente, poi c'è uno spettro di identità di genere in cui "ci si riconosce", in base a questa identità di genere si tende ad avere ruoli sociali di genere (che sono "imposti" dalla società), ed infine c'è l'orientamento sessuale, che è completamente slegato da tutto il resto.
i concetti di uomini "effemminati" e donne "maschiaccio" sono molto antichi, presenti in ogni cultura dei 5 continenti, e con approcci e livelli di "intensità" diversi da caso a caso.

partiamo dal caso più "classico" e riconosciuto scientificamente, la disforia di genere, in cui una persona nasce di un certo sesso biologico, ma fin da subito il proprio cervello, la propria "coscienza", non riconosce quel sesso biologico di nascita, fino al punto di stare male fisicamente e psicologicamente per via di questa situazione, che viene risolta con trattamenti ormonali e infine operazione di riassegnazione del sesso.
queste a tutti gli effetti non sono "trans", spesso da fastidio essere considerate "trans", perchè per loro la transizione è solo una fase obbligata e dolorosa per arrivare finalmente all'equilibrio psicofisico che cercano.

oltre alle persone afflitte dalla disforia di genere, nel mondo "trans" ci sono individui che non soffrono di questa disforia, ciò nonostante ritengono di avere una identità di genere "diversa" da quella che sentono assegnatagli dalla società per via del suo sesso biologico.
ad esempio, un uomo biologico che si trucca e si mette la gonna.
ora il problema vero, è l'uomo che si trucca e si mette la gonna, e quindi, per mille motivi che son tutti suoi personali, decide di non seguire le norme sociali di differenziazione di genere (che passano anche attraverso il vestiario), o il problema è chi cerca di impedirglielo, sulla base che essendo uomo biologico, DEVE anche comportarsi come la società si aspetta che si comporti un uomo biologico.

Vedi, a me non interessa stabilire se è una condizione "normale", "naturale" o meno, non mi interessa conoscere le varie idee di perversione delle persone per sapere se considerano "perverso" o meno questo comportamento, né mi interessa particolarmente, se non da un punto di vista di curiosità intellettuale, come bisogna "considerare" questi comportamenti dal punto di vista "scientifico".
a me interessa capire in che modo l'autorità, lo Stato (sia borghese, perchè è quello in cui viviamo oggi, sia e soprattutto socialista, perchè è quello in cui vorrei vivere domani) deve rapportarsi a queste realtà, a questi individui, cosa può e cosa non può fare.

CITAZIONE
Detto tutto questo, vorrei porre una domanda: le lotte anti-razziste e lgbt come sono posizionate in termini di coscienza di classe? Non noti anche tu una tendenza ad eliminare ogni questione riguardante la classe tramite la bipartizione da tifoseria e i diritti individuali? Sacrosanti diritti, ma scissi completamente nella loro affermazione, dalla lotta di classe.
I diritti individuali come oscuramento di quelli sociali.

se stai parlando della narrativa LGBT "mainstream", istituzionale, borghese o come la vogliamo definire, ripeto per l'ennesima volta che io ne sono critico quanto e più di voi.
ma non potete continuare a pensare che chiunque parli di argomenti LGBTQ sia espressione di quella narrativa, o che addirittura gli argomenti genere/orientamento sessuale siano per forza di cose "borghesi", perchè vi inviterei fortemente a farvi un giro nel mondo reale.
quindi quello che faccio io in questo thread (e in generale su questi argomenti) è ragionare su questi argomenti partendo dalla mia base, che è quella di un proletario comunista "rivoluzionario" che cerca con tutti i limiti di approcciare le cose del mondo in modo dialettico e materialistico, e oserei dire rivoluzionario.

rivoluzionario perchè cambiando i rapporti di produzione, per forza di cose il proletariato rivoluzionerà anche tutti gli elementi derivanti da queste, la "morale", la divisione uomo/donna, e ovviamente il modo di intendere la sessualità (come fatto "sociale"), e sinceramente, non capisco bene perchè dopo una rivoluzione proletaria si dovrebbe continuare a trascinarsi dietro tutta una serie di condizionamenti sulla sessualità che derivano dai vecchi modi di produzione e dai loro condizionamenti culturali retrogradi e opprimenti (perchè opprimenti erano le loro società), nei confrondi delle "minoranze sessuali" e delle donne.
e metto insieme le due cose perchè lo sviluppo e l'evoluzione di tutti i "codici morali" che condannano l'andar fuori dai propri ruoli sociali assegnati, sentirsi "diverso" dal proprio sesso biologico, sono direttamente collegati con lo sviluppo del dominio dell'uomo sulla donna, che a sua volta nasce dalla proprietà privata e dalla suddivisione della società in classi (ed in particolare riguardano la riproduzione dei rapporti produttivi, attraverso la riproduzione delle classi).

Secondo la concezione materialistica, il momento determinante della storia, in ultima istanza, è la
produzione e la riproduzione della vita immediata. Ma questa è a sua volta di duplice specie. Da un lato, la
produzione di mezzi di sussistenza, di generi per l'alimentazione, di oggetti di vestiario, di abitazione e di
strumenti necessari per queste cose; dall'altro, la produzione degli uomini stessi: la riproduzione della
specie. Le istituzioni sociali entro le quali gli uomini di una determinata epoca storica e di un determinato
paese vivono, sono condizionate da entrambe le specie della produzione


CITAZIONE
Qui il compagno Stalin si riferiva ad una certa metafisica idealista nel senso più platonico del termine.
La stessa dialettica è metafisica in quanto descrive l'essere nel particolare modo in cui lo descrive lo stesso Stalin.
Non c'entra nulla, ma finché lasceremo la metafisica nelle mani di coloro che relegano l'essere in cielo o nelle idee o nella materia, e insomma, finché l'essere sarà qui o lì e non ovunque, non potremo imporre la dialettica in quanto metafisica, ovvero descrizione dell'essere come movimento internamente auto-disciplinato di figure che esclude un esterno. Un reale che esclude ogni trascendere o trascendenza.
E fino ad allora i discorsi sulla bontà o meno di una figura invaderanno i salotti, distogliendo dal loro movimento reale e dialettico.

qui ammetto di averti perso, non ho proprio capito nulla, limite mio, pardon.

Edited by Kollontaj - 29/8/2016, 15:10
 
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view post Posted on 29/8/2016, 14:12
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in cui l'affettività contava eccome tra l'altro, Antinoo è stato deificato da Adriano per amore, dopo anni di convivenza.

Non ho negato la presenza di affettività. Ho negato, come negano la storiografia e le fonti, la concezione morale di omosessualità come dato prettamente affettivo o come natura umana contrapposta all'eterosessualità. Il caso da te citato è talmente raro che una sua citazione risulta essere faziosa.
Nel mondo greco e romano contava il ruolo passivo o attivo. Il primo una vergogna per un non-schiavo e dunque nascosto o non praticato. Ergo, era l'atto a contare.

CITAZIONE
la tua frase messa cosi non significa nulla.

Temo tu abbia il vizio di travisare le parole del tuo interlocutore. Lo hai dimostrato anche nella discussione sull'islam.
Citavo una certa tendenza degli apologeti del gender, che nemmeno lontanamente impostano il discorso così come lo imposti tu, ricordandone le origini. La tua contestazione non ha alcun senso.

CITAZIONE
se la tesi è che uomini e donne essendo biologicamente diversi devono esserlo anche socialmente (cioè avere ruoli sociali, e conseguenti "scelte" di orientamento sessuale etc), allora parliamone.

Compagno, lascia che ti riinviti a non travisare le parole del tuo intelocutore. Io ho specificato molto bene che cosa per me sia la bipartizione dei ruoli sociali, ovvero un risultato del modo di produrre.
Quando parlo di differenze, parlo di questioni riguardanti la risposta alle cure, ad esempio o più concretamente, certe qualità dovute al ruolo nella riproduzione, che determina atteggiamenti sessuali diversi nella scelta del partner, nell'atteggiamento verso il sesso etc. etc.
Questo intendevo. E non essendo sessuologo, non mi spingo oltre nell'affermare, ma leggevo addirittura di una ricerca che evidenziava un diverso atteggiamento femminile nei confronti della durata della relazione, determinata dall'evoluzione che ha creato la necessità nella femmina di ricercare un partner sempre adatto, scartando quello oramai inadatto. Che questo non avvenga per tutte le donne, secondo un bieco determinismo, sono più che sicuro, ma non ignorerei certi studi.

CITAZIONE
ammetto di non aver capito pienamente cosa vuoi dire.

Intendevo dire che anche una transessuale si comporterà e vestirà come una donna, secondo il ruolo sessuale imposto a quest'ultima dalla società e dalle caratterizzazioni biologiche.
Il senso di questa puntualizzazione è che i generi attribuiti strettamente ai due sessi, secondo la bipartizione classica, se sono imposizioni(come in una certa parte, sociale, effettivamente sono), coloro che come i transessuali scelgono di appartenere a un genere non associato al proprio sesso, non fanno che imitare una imposizione. Ragion per cui in un certo qual modo i generi continuano a conservarsi e non sono affatto rivoluzionati o aboliti nella loro funzione sociale. Nel caso più semplice(quello della transessuale), vi è una semplice imitazione del già presente. Questo intendevo.

Hai fatto bene a precisare tutte le sfumature poco più sotto. Non ho nulla da aggiungere o contestare. Condivido le tue parole.

CITAZIONE
parli di argomenti LGBTQ sia espressione di quella narrativa, o che addirittura gli argomenti genere/orientamento sessuale siano per forza di cose "borghesi", perchè vi inviterei fortemente a farvi un giro nel mondo reale.

Mai detto.
Aggiungo che il giro nel mondo reale, forse, dovresti farlo anche tu. E non sarebbe male una bella gita spensierata. Perché bisogna proprio esser anime belle per pensare che affermare qualcosa riguardante la gender theory, sia marxista se ad affermarlo è uno che si professa tale. Tu sei inserito in un contesto in cui la visione egemonica riguardo la teoria di genere è quella mainstream.
Quindi, il rischio è quello di venir gettati in quella fossa comune.
Bisognerebbe quindi capire come comportarsi, anziché accusare di chiusura chi come me nutre dubbi circa una giustificazione di tali teorie.
Tu fai bene a citare il socialismo, il modo di produrre e il materialismo storico e dialettico nei tuoi discorsi. Ma il problema è : come porsi nei confronti di questo tipo di lotte, oggi? Se per te la domanda è banale, per molti compagni non lo è.
La gender theory non è un angelo che aleggia nel cielo delle idee; è come ogni idealità posta sulla viva terra e con questa evolve. Motivo per cui rintracciare le origini di una teoria, è senz'altro buona cosa per pulire questa dalle aggiunte borghesi o dall'eliminazione della lotta di classe, ma per farlo bisogna essere - a mio modo di vedere - polemici tanto con i movimenti LGBT mainstream, quanto con i tradizionalisti più omofobi.

CITAZIONE
e sinceramente, non capisco bene perchè dopo una rivoluzione proletaria si dovrebbe continuare a trascinarsi dietro tutta una serie di condizionamenti sulla sessualità che derivano dai vecchi modi di produzione e dai loro condizionamenti culturali retrogradi e opprimenti (perchè opprimenti erano le loro società), nei confrondi delle "minoranze sessuali" e delle donne.

Mai detto.

Nulla da dire circa la tua analisi riguardo i rapporti di produzione e i ruoli sociali nella riproduzione. Sono d'accordo.

CITAZIONE
qui ammetto di averti perso, non ho proprio capito nulla, limite mio, pardon.

Intendo dire che l'essere per tanta parte della filosofia non racchiude mai l'interezza dell'esistente, impendendo così una visione dialettica dell'essere stesso.

Edited by Ruhan - 29/8/2016, 16:06
 
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premetto che io non ho travisato, ho proprio detto che non comprendevo cosa intendessi, chiedendoti di approfondire il concetto.

CITAZIONE
Citavo una certa tendenza degli apologeti del gender, che nemmeno lontanamente impostano il discorso così come lo imposti tu, ricordandone le origini.

ecco, io non so chi siano questi "apologeti" né cosa teorizzino, io posso rispondere per me, o casomai discutere una tesi che conosco, non capendo a cosa ti riferisci con questi "apologeti", non so di cosa stiamo parlando esattamente.

CITAZIONE
Il senso di questa puntualizzazione è che i generi attribuiti strettamente ai due sessi, secondo la bipartizione classica, se sono imposizioni(come in una certa parte, sociale, effettivamente sono), coloro che come i transessuali scelgono di appartenere a un genere non associato al proprio sesso, non fanno che imitare una imposizione.

sorvolando un attimo il "limite binario" che ti fa considerare solo una "piena" contrapposizione tra sesso biologico e identità, per cui consideri maschio-femmina e viceversa e basta, mentre ti assicuro che esiste un intero spettro (per cui un individuo può "sentire" ed esprimere una commistione tra identità e ruoli di genere, e non sentirsi legato esclusivamente ad un genere), l'imposizione di cui parlavo io è quella che vorrebbe legare i ruoli sociali di genere (e quindi spesso l'identità di genere) al sesso biologico, per cui si impone ad un maschio biologico di vestirsi, comportarsi in una certa maniera, frequentare certi spazi e non altri, avere certi orientamenti sessuali e non altri.
queste imposizioni non sono leggi naturali, ma norme sociali che cambiano in base alla culture culture espresse dalle società a cui ci riferiamo.
questo concetto lo ribadisci giustamente anche tu quando parli di come veniva concepita la sessualità nel mondo grecoromano, col ruolo di passivo e attivo (anche se è un po' più complessa di cosi eh, ma sei intelligente e preparato e presumo abbia avuto modo di vederlo anche tu).
per fare un altro esempio ancora, molto diverso sia dal mondo grecoromano che da quello nostro contemporaneo, prendo i casi delle sacerdotesse transgender della dea Inanna (poi Afrodite nel mondo greco) nel mondo sumero e babilonese, sacerdotesse che potevano essere sia eunuchi e castrati (Assinu), che "travestiti" (Kurgarru).
essendo sacerdotesse avevano una posizione sociale molto alta ed erano ritenute molto importanti per la vita religiosa e politica della città, e nei riti erano coinvolti anche rapporti sessuali di vario tipo, in quella che i greci chiamavano ierogamia, una delle varie forme di prostituzione sacra e uso "religioso" della sessualità che si son visti nella storia umana.
questa realtà si trasmetterà poi anche al mondo greco e romano, nel quale si presenta nella figura del Gallo, sacerdoti eunuchi con ruoli di genere femminili, che probabilmente erano coinvolti anch'essi in riti ierogamici.

CITAZIONE
Nel caso più semplice(quello della transessuale), vi è una semplice imitazione del già presente.

sempre riducendo il discorso al binarismo per semplicità, in questo caso è proprio quello che una persona transessuale vuole fare, "imitare" i ruoli di genere che ritiene consoni alla propria identità di genere, mica vuole creare una cosa che non è già presente.
il punto è che anche quando stabiliamo che una persona trans sta "imitando" il sesso opposto a quello suo biologico, che cosa ne traiamo? cosa cambia nel modo in cui la società si rapporta a questi individui attraverso le istituzioni?

è questo di cui parlo, le speculazioni filosofiche sul perchè e percome determinate persone ritengono di voler o dover imitare il sesso opposto nei propri comportamenti e col proprio corpo, o nel caso dell'omosessualità, del capire perchè certi individui presentano questa ovvia "anomalia" biologica che li spinge a voler soddisfare i propri desideri sessuali in modo "sterile", mi interessano fino ad un certo punto, e le considero appunto speculazioni, teorizzazioni che possono esprimere di tutto in base a chi le esprime, al mondo culturale da cui si parte, agli obiettivi che si vogliono raggiungere...
magari mi interessano di più i legittimi e doverosi studi scientifici che partano da quesiti intellettuali e razionali cercano di analizzare qualcosa che esiste anche se non si sa bene come mai, ma parlare di studi scientifici e sempre difficile quando si trattano queste questioni, e comunque è un lavoro che lascio fare a chi sa farlo ovviamente.

quello che interessa a me, come ho detto prima, è quale tipo di rapporto potrebbe/dovrebbe esserci tra società, istutuzioni e individui in materia sessuale, e basta, tutto il resto è relativo, l'omosessualità e la sua esistenza ovviamente stimoleranno una moltitudine di "idee" e teorie sulle sue dinamiche, sul suo "senso", che partono dall'influsso del demonio sull'umanità alla "perversione" (concetto interessante per come ambiguamente usato, come se l'eterosessualità non presentasse "perversioni"...), mi interessano poco.
quindi parlando del rapporto società/individuo sulle preferenze sessuali e sull'identità di genere, bisogna capire se sia auspicabile o meno che una società reprima o meno gli individui per le loro scelte sessuali, e da questo procedere per gradi.
è di questo che parlo quando dico che si può e si deve avere un "approccio" marxista-leninista anche sulle questioni sessuali, per capire come e perchè prima di noi questi temi sono stati trattati in un modo o nell'altro, e per capire come si potrebbe/dovrebbe trattare questi aspetti in una società socialista.

inoltre sono convinto che la recente narrativa borghese sui temi LGBT (perchè è recentissima, fino a pochi decenni fa nel "primo mondo" gli omosessuali si reprimevano senza nessun problema, tanto in carcere quanto ancora peggio nelle istituzioni psichiatriche) faccia andare fuori strada certi compagni che partendo dalla giusta critica a certe tesi ipocrite ed opportuniste propagate come "diritti civili" arrivano a pensare che TUTTE le persone omo o trans vivano questa specie di "sogno americano frocio", quando ancora oggi nel "primo mondo" ci sono aggressioni anche mortali a persone perchè si vestono ed agiscono in modi che certi elementi della società giudicano inadatti, per non parlare delle certamente piccole ma diffusissime discriminazioni quotidiane che molti subiscono, e più sono in basso nella scala sociale, più sono proletari e già vessati dal dominio borghese, più discriminazioni subiscono (i borghesi, specie l'alta borghesia, hanno tutti i mezzi economici, politici e sociali per evitare le discriminazioni, un operaio ne ha molto meno), quindi cerco, per quel che posso, di far notare che nonostante questa patina arcobaleno ipocrita e paracula le minoranze sessuali sono discriminate eccome, su più livelli, e spesso i motivi di discriminazione hanno le loro radici ben salde nei condizionamenti culturali patriarcali e religiosi che ci portiamo appresso da secoli, e questa mi sembra una questione che riguardi eccome il proletariato.

CITAZIONE
Perché bisogna proprio esser anime belle per pensare che affermare qualcosa riguardante la gender theory, sia marxista se ad affermarlo è uno che si professa tale.

ma dove l'ho mai detto???
io ho detto che secondo me si potrebbe/dovrebbe avere un'approccio marxista alle tematiche LGBTQ, non che qualsiasi cazzata che riguardi quel mondo è automaticamente giusta, o addirittura marxista.
approccio marxista significa semplicemente con il metodo del materialismo dialettico, che se mi pare di aver capito almeno qualcosina, dovrebbe essere il metodo col quale un marxista dovrebbe analizzare e studiare TUTTI i fenomeni naturali e sociali, quindi perchè non si dovrebbero avere delle tesi riguardo alle tematiche lgbtq che partano dal presupposto di un'analisi materialistica e dialettica dei "fenomeni" lgbtq?

CITAZIONE
Ma il problema è : come porsi nei confronti di questo tipo di lotte, oggi? Se per te la domanda è banale, per molti compagni non lo è.

non è affatto banale ed è esattamente il riassunto di tutto quello che ho detto finora in questo thread.
il punto è che tu subito dopo dici:

CITAZIONE
gender theory

e ci areniamo ancora in un problema di comunicazione.
non esiste nessuna "gender theory", se si vuole parlare di cose che esistono davvero, bisogna parlare di "gender studies", o studi di genere, studi accademici interdisciplinari che vengono portati avanti da figure diverse, sociologi, antropologi, psicologi, storici, politologi etc etc, studi che cercano di analizzare, studiare, fare luce sulle dinamiche che portano alla costruzione dell'identità di genere, al rapporto tra sesso biologico e identità di genere, tra identità e ruoli sociali, studiare i vari modi con cui le società si sono rapportate a questi argomenti e cosi via.
nel caso specifico, abbiamo delle realtà ben precise, reazionari cattolici di vario tipo, che si sono inventati il termine "gender theory" per impanicare l'opinione pubblica, prendendo normali termini accademici inglesi, togliendo studies e mettendo "theory", la quale tra l'altro avrebbe comunque un significato decisamente diverso dalla parola "teoria" in italiano, dato che "theory" nel mondo accademico anglosassone indica qualsiasi ambito di ricerca, in cui si fa "teoria".
quindi di che teoria stiamo parlando esattamente?

per cercare di capirlo googlo "teoria gender" e vedo cosa ne dicono quelli che ne parlano, che guardacaso sono tutti reazionari cattolici di vario tipo, gli stessi che hanno tirato fuori il termine, quindi bisognerebbe capire se sono quelle le tesi a cui ti riferisci, alle quali risponderei volentieri, o è qualcos'altro che non so, e quindi ti chiedo di spiegarmelo meglio.

Edited by Kollontaj - 29/8/2016, 17:37
 
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chiedendoti di approfondire il concetto.

Mi domandavi qualcosa riguardo i ruoli sociali che avevo poco prima chiaramente approfondito. Ci saremo fraintesi a vicenda.

CITAZIONE
io non so chi siano questi "apologeti" né cosa teorizzino

Ho distinto fin dall'inizio tra te e questi apologeti. Fortunato tu che non li conosci.

CITAZIONE
mentre ti assicuro che esiste un intero spettro

Come già specificato:
Nel caso più semplice(quello della transessuale), vi è una semplice imitazione del già presente. Questo intendevo.
Ho adottato il binarismo per semplicità. Il mio intento era chiarire un concetto che tu stesso mi avevi richiesto di chiarire; complicare il discorso non mi sembra utile ai fini della discussione. Che lo spettro sia ampio, sono d'accordo. Ma quel che voglio dire è questo: frequentare(ad esempio) un luogo prettamente per donne o vestire in maniera maschile non abolisce la causa di quel luogo o quella veste e il suo riferimento alla/all' donna/uomo in quanto ruolo e genere in questa determinata frazione storica.
Per dirla brevemente e semplificando molto, l'effeminato medievale, bollato come eccentrico, aveva riferimenti femminili diversi dai riferimenti di un effeminato odierno.
E ribadisco: sto semplificando e generalizzando molto.
Solo un ribaltamento dei rapporti di produzione(come da te detto) rivoluzionerà tramite rispecchiamento, anche i ruoli sociali dei sessi.

CITAZIONE
anche se è un po' più complessa di cosi

Specie nel contesto greco. Sfondi una porta aperta, compagno. :)

Gli esempi che porti, confermano la mia teoria sulla valenza egemonica dell'atto nel mondo antico e poi medievale.

CITAZIONE
mica vuole creare una cosa che non è già presente.

È quello che affermo anche io.

CITAZIONE
parlare di studi scientifici e sempre difficile quando si trattano queste questioni, e comunque è un lavoro che lascio fare a chi sa farlo ovviamente.

Io da studente di filosofia mi limito in questi campi a interrogarmi su e registrare i cambi antropologici.
Il perché esistano posso solo domandarmelo accanto agli studi scientifici. Sono campi in cui tener conto della scienza è un dovere dei filosofi, come degli psicologi.

CITAZIONE
quindi parlando del rapporto società/individuo sulle preferenze sessuali e sull'identità di genere, bisogna capire se sia auspicabile o meno che una società reprima o meno gli individui per le loro scelte sessuali, e da questo procedere per gradi.

Non contesto la tua linea, che condivido.
Contesto il tuo minimizzare(pur essendone consapevole anche tu) il problema dei movimenti LGBT borghesi come annullamento egemonico della lotta di classe.

CITAZIONE
TUTTE le persone omo o trans vivano questa specie di "sogno americano frocio

"
Non lo penso. Sono consapevole dell'esistenza di movimenti lgbt minori che contestano l'lgbt mainstream ed egemone, proprio per i motivi per cui io e te muoviamo delle critiche.

CITAZIONE
quindi cerco, per quel che posso, di far notare che nonostante questa patina arcobaleno ipocrita e paracula le minoranze sessuali sono discriminate eccome, su più livelli, e spesso i motivi di discriminazione hanno le loro radici ben salde nei condizionamenti culturali patriarcali e religiosi che ci portiamo appresso da secoli, e questa mi sembra una questione che riguardi eccome il proletariato.

D'accordo. Nulla da dire sul discorso della discriminazione quantitativamente maggiore rispetto alla classe d'appartenenza. Ed è su ciò che credo bisognerà insistere per eliminare la tendenza borghese sopracitata e insirire quel tipo di lotte all'interno della lotta di classe.
Io sono critico riguardo il discorso astratto del lgbt classico. Non al discorso da te fatto.
E se mi consenti, ciò che hai appena detto è ben diverso dal parlare di un astratto individuo e dei suoi rapporti con lo Stato.

CITAZIONE
perchè non si dovrebbero
avere delle tesi riguardo alle tematiche lgbtq che partano dal presupposto di un'analisi materialistica e dialettica dei "fenomeni" lgbtq?

Certo. Chi lo nega? Bisogna però includere il discorso di classe che prima hai analizzato. Altrimenti è individualismo ideale.

CITAZIONE
non esiste nessuna "gender theory", se si vuole parlare di cose che esistono davvero, bisogna parlare di "gender studies"

Compagno, arenarsi in problemi come "non esiste questo e non esiste quello" riguardo un corpo teorico, mi pare inutile. Tanto più perché tale critica perviene spesso da parte dell'opportunismo anti-classista borghese, contro coloro che muovono critiche verso quel corpo teorico, o da parte cattolica, o da parte marxista. Il risultato è che l'argomento del "le cose sono più complicate" è atta a confondere le acque della critica in quanto tale verso quella serie di idealità riguardo l'individuo astratto e i suoi astratti diritti.
È ovvio che siano una serie di studi. Altrettanto ovvio è che tali studi negli ultimi anni propendono verso una certa visione del mondo che quasi nulla ha a che fare con i primi studi di genere e che anzi, risulta essere una ideologizzazione utile al capitale occidentale in più modi(ad esempio come accusa verso imperialismi contrapposti).
Per comodità ho utilizzato quel termine.

CITAZIONE
termine "gender theory" per impanicare l'opinione pubblica, prendendo normali termini accademici inglesi, togliendo studies e mettendo "theory", la quale tra l'altro avrebbe comunque un significato decisamente diverso dalla parola "teoria" in italiano, dato che "theory" nel mondo accademico anglosassone indica qualsiasi ambito di ricerca, in cui si fa "teoria".
quindi di che teoria stiamo parlando esattamente?

Qui hai ragione. E forse è stato un mio errore utilizzarlo, pur se per semplicità. Ma giuro che il mio intento era indicare quella ideologizzazione degli studi di genere che poco fa ho indicato e di cui tu stesso hai parlato. Che lo si voglia o no, oggi, tale ideologizzazione individualistica è egemonica.
Errore mio.
 
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view post Posted on 5/1/2017, 17:46
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se non sono in grado di riprodursi possono definirsi una specie ?

non ho capito, stai dicendo che chi non è eterosessuale non fa parte della specie umana? :O
e le persone sterili, pure non fanno parte della specie umana?
che criteri tassonomici nuovi mi son perso?
e i non etero che per vari motivi han figliato nella loro vita, come li devo considerare?
una lesbica che viene violentata, è "meno umana" del suo violentatore etero?

CITAZIONE
oh poverini deboli ed isolati , sfruttati dal capitalismo omofobo (anzi ormai omofilo) e cattivo.

effettivamente non capita mai che gay, lesbiche o trans vengano attaccate, violentate e ammazzate solo per essere quello che sono, quindi l'omofobia non esiste ed è ridicolo combatterla.
oh wait...
 
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view post Posted on 5/1/2017, 17:52
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effettivamente non capita mai che gay, lesbiche o trans vengano attaccate, violentate e ammazzate solo per essere quello che sono, quindi l'omofobia non esiste ed è ridicolo combatterla.

Qui dovremmo vedere dati e statistiche nelle società borghesi più "avanzate" (quindi non mi riferisco a teocrazie e stati assolutistici contemporanei). Altrimenti dopo la trovata del femminicidio ce ne inventiamo un'altra, il gaycidio?

Mi sa che con gli specialismi per sensibilizzare (a volte legittimamente) sopra un tema si rischia di degenerare in ridicoli eclettismi borghesi.
 
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