Comunismo - Scintilla Rossa

No TAV

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view post Posted on 24/10/2015, 09:52

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Avviso di garanzia per il giornalista Davide Falcioni.
«Un attacco al diritto di cronaca e alla libertà di raccontare»



«Penso che la mia vicenda rappresenti un attacco inaccettabile al diritto di cronaca e alla libertà dei cronisti di raccontare in modo indipendente ciò che osservano. Per questo ribadisco che rifarei esattamente ciò che feci in quell’agosto di tre anni fa, indipendentemente da come evolverà l’eventuale processo a mio carico», ci ha detto Davide.

Cosa è successo? Dopo mesi di silenzio Davide Falcioni ha ricevuto un avviso di garanzia per “violazione di domicilio” per aver partecipato, come cronista, ad un presidio No Tav (ne avevamo parlato dettagliatamente a novembre in questo articolo “No Tav: il cronista Davide Falcioni indagato per aver raccontato la Val di Susa“).

Ricapitoliamo.

Davide era presente, nel 2012, come cronista per AgoraVox, al presidio della sede di una società coinvolta nella realizzazione della Tav e ha raccontato la sua esperienza nell’articolo “Io ero con i No Tav arrestati. Vi racconto come sono andate davvero le cose“:

Dipinta come un’azione violenta realizzata dei soliti “facinorosi” dei centri sociali torinesi, in realtà ha visto la partecipazione pacifica di decine di persone di ogni età ed organizzazione politica o sociale. L’azione si è svolta a volto scoperto, suonando il citofono e facendosi aprire. Una volta entrati, è stato srotolato uno striscione ed accesi un paio di fumogeni rossi. Nessun danno è stato arrecato agli oggetti dello studio. Nessuna minaccia ai dipendenti che, anzi, hanno amabilmente chiacchierato con i militanti No Tav presenti.

In seguito le persone presenti al presidio vengono denunciate (accuse: violazione di domicilio, danneggiamento informatico, furto e violenza privata) e per questo Davide Falcioni si è offerto come testimone.

Il 28 novembre scorso era in aula a Torino per raccontare quello che, da cronista, aveva visto e vissuto. Durante il processo Davide non ha nemmeno potuto finire la sua testimonianza: alla frase “c’era un clima sereno” il Pm ha interrotto l’esame del teste informandolo che, dato il contenuto della sua deposizione, sarebbe stato indagato per gli stessi reati di cui sono accusati gli imputati.
Con la mutazione da testimone a indagato, la testimonianza di Davide Falcioni è diventata, di fatto, nulla.

Questi fatti ci portano ad aprire una riflessione che parte da più punti: primo, l’unico testimone presente all’azione, venduta come “violenza” dalla narrazione dell’accusa, è invalidato.

Secondo: viene violato il diritto di cronaca, un patrimonio che è lungi dall’essere esclusiva di chi ha un tesserino da giornalista.

Terzo: la Val di Susa, il movimento no Tav e chi prova a raccontarlo diversamente, sono un terreno, Il terreno, dove si sta giocando intorno ai diritti fondamentali e dove si cerca di far tacere chi vuole, non diciamo un’altra soluzione, ma anche solo un’altra narrazione.

La redazione di AgoraVox Italia rinnova la sua solidarietà all’amico e collega Davide Falcioni.

www.notav.info/post/avviso-di-garan...-di-raccontare/
 
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view post Posted on 31/10/2015, 17:00

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L'apericena No Tav diventa passeggiata a sorpresa (lacrimogeni e idranti)



Grandezza carattere Riduci grandezza carattere incrementa grandezza carattere Stampa E-mail
altDopo la battitura a sorpresa di giovedì, una nuova serata di lotta ha disturbato il cantiere Tav in Clarea: il consueto appuntamento del venerdì per l'apericena ai cancelli della centrale si è infatti trasformato in una passeggiata di un centinaio di No Tav verso i boschi che circondano il cantiere. I dieci fermati al termine dell'iniziativa sono stati tutti rilasciati poco dopo le 11, mentre già ci si prepara per la giornata di domani, 31 ottobre: a 10 anni di distanza dalla battaglia del Seghino i No Tav torneranno infatti su quei sentieri di resistenza (qui il programma) per ribadire che oggi come ieri la lotta prosegue senza farsi intimidire.

Da notav.info la cronaca della serata di oggi:

Il consueto apericena si è trasformato in una passeggiata tra le vigne e i boschi attorno al cantiere.

Verso le 19 un centinaio di notav ha preso la via dei sentieri visto che l’accesso a via dell’Avanà era sbarrato da decine di poliziotti in assetto antisommossa, così si è proseguito verso l’area archeologica dividendosi in due gruppi.

Cori, battiture e fuochi d’artificio e non ci si è fatti intimidire dalla polizia che ha lanciato lacrimogeni e usato l’idrante alla rinfusa.
Ancora un tentativo di raggiungere via dall’Avanà e poi sul sentiero del ritorno alcuni No Tav sono stati identificati. Il resto del gruppo si è poi ritrovato davanti ai cancelli della centrale per aspettare i fermati (una decina e mentre scriviamo stiamo aspettando ancora notizie).

Chiaro il messaggio lanciato anche questa sera, nessuna pacificazione in questa valle invasa dalle truppe d’occupazione e dal partito del tondino e del cemento.

La valle non vi vuole, andatevene via!

http://www.infoaut.org/index.php/blog/no-t...ogeni-e-idranti
 
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altro che alta velocità: ridateci il trenino!


Pubblicato il 01/01/2016 di pennatagliente
Mercoledì trenta dicembre, a partire dalle ore 15:30, alcune decine di appartenenti al comitato “Full Monty, Lavoro e Mobilità” del progetto politico denominato Possibile, danno vita ad una mobilitazione lampo itinerante per chiedere la riapertura della storica ferrovia Genova-Casella.

La strada ferrata in questione – il cui progetto originale, purtroppo rimasto incompiuto, avrebbe dovuto collegare la Liguria interna con l’Emilia, attraverso l’allacciamento alla ormai defunta linea Piacenza-Bettola – è ferma dal novembre del 2013, a causa di alcune frane che ne hanno inibito la continuità di esercizio, dopo l’ennesima alluvione che ha colpito il capoluogo ligure ed il suo entroterra.

Da qualche tempo, sul tragitto si sta operando per rimettere in funzione la tratta – attualmente gestita in concessione dalla genovese Azienda Mobilità e Trasporti – ma i lavori vanno a rilento, ed in più occasioni gli amministratori pubblici ne hanno paventato la possibile chiusura definitiva.

Le comunità che affollano i paesi collegati da questa bellissima ferrovia a scartamento ridotto – San Pantaleo, Sant’Antonino, Capuccio, Poggino, Trensasco, Campi, Pino, Torrazza, Sardorella, Vallombrosa, Vicomorasso, Sant’Olcese, Busalletta, Molinetti, Niusci, Crocetta d’Orero, e Casella – hanno bisogno di questo collegamento con il capoluogo ligure.

Attualmente sono costrette a fare giri assurdi per raggiungere Genova: questo comporta un aggravio in termini di percorrenza, con annesso ovvio peggioramento della qualità della vita dei pendolari che affollano le carrozze del trenino.
 
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view post Posted on 31/1/2016, 13:24

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No Tav, passeggiata notturna con lacrimogeni.
Appuntamenti di Sab 30/01



E’ partita alle 21,30 la passeggiata notturna che ha visto centinaia di No Tav riprendere i sentieri della Clarea e con fiera determinazione andare a contestare il fortino militarizzato.

Dopo le prime due ore di osservazione è iniziato il fronteggiamento, con i No Tav impegnati nel lancio di fuochi d’artificio e la polizia nel rispondere con numerosi lacrimogeni fino a rendere, ma solo per pochi minuti, l’aria irrespirabile.

Dopo aver resistito per circa mezzora le prime fila sono rientrate con tranquillità al campo base e mentre vi scriviamo, alle 2,30 di notte, un nuovo attacco ai jersey lungo il sentiero e alla polizia è in corso, con nuovamente un lancio di lacrimogeni verso i No Tav.

Da sottilineare come anche questa volta i tutori dell’ordine non si siano risparmiati arrivando a lanciare, da almeno 30 metri di altezza, pietre sulla testa dei manifestanti.

A nulla è valso l’attacchinaggio fatto stamane dalla questura torinese, al campo sportivo di Giaglione, dell’ordinanza prefettizia che fino a domani mattina alle 7, sabato 30 gennaio, vieta l’avvicinamento al cantiere.

Già nel tardo pomeriggio di oggi erano state montate le strutture per permettere ai No Tav una notte più confortevole e il campo base, così è stato rinominato, è immediatamente diventato luogo di raccolta di varie cibarie e di piacevoli chiacchiere.

I No Tav hanno deciso di rimanere tutta la notte e continuare domani a presidiare i sentieri, invitano quindi tutti e tutte a partecipare agli appuntamenti:

Sabato 30/01

ore 12 in Clarea al “campo base” (che troverete camminando lungo il sentiero principale) pranzo con i Fornelli in Lotta

ore 19 in Clarea polentata con Mariano&co.

La Resistenza si fa un passo alla volta, tutti insieme.

Avanti No Tav, ci vediamo in C
 
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view post Posted on 3/2/2016, 13:47

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Condanna contro un No Tav. Solidarietà a Silvano



Corte d’appello di Torino, 25 gennaio 2016. Il tribunale conferma definitivamente l’ennesima condanna contro un NO TAV. Ad essere condannato, con sentenza esecutiva, a quattro mesi di arresto, ad una multa di 700€ ed alle spese processuali è Silvano, un compagno impegnato da sempre nelle lotte sociali e ambientaliste del Canavese, ed anche attivo, generoso militante della lotta NO TAV, nel in Valle di Susa come nel Chivassese : a lui va la nostra fraterna, attiva solidarietà.

Con questa sentenza i si conclude una vicenda iniziatasi il 27 luglio del 2011. Allora Silvano venne fermato in auto ad Avigliana per un controllo. A bordo furono trovati “una fionda e nr. 96 biglie di piombo” e “ 57 maschere antigas con relativi filtri”. Il giorno dopo i giornali di regime si scatenarono, La Stampa in testa, che usci col solito titolo ad effetto: Il caso Tav, nuovi scontri Bloccato il corriere della guerriglia Un autonomo portava le “armi” in Val Susa.

Ma quali erano queste “armi”?

Quanto alle 96 biglie di piombo ( semplicemente i piombini che Silvano usava per andare a pesca) ed alla micidiale fionda, la loro pericolosità fa il paio con la “macchina da guerra”, scovata, in quegli stessi mesi, con grande acume, dalle forze dell’ordine: la catapulta rudimentale ed innocua, posta come sfottò all’ingresso del “Villaggio di Asterix”.

A proposito delle maschere antigas, se non fossero state sequestrate e (nonostante il successivo dissequestro) mai più restituite, sarebbero tornate sicuramente utili a difesa della salute di noi tutti, in quell’estate avvelenata dai lacrimogeni che venivano sparsi a piene mani su uomini donne e bambini da un esercito di robocop in assetto antisommossa.

Ma quelle maschere ci sarebbero ancor più indispensabili ora, non solo per proteggerci dai lacrimogeni che continuano a piovere su di noi, ma per offrirci un qualche riparo dal polverone di amianto e uranio che quotidianamente attossica i luoghi che furono boschi e castagneti ed ora sono un inferno di macchine, ferro e cemento, contro cui continua la nostra irriducibile lotta di popolo.

L’unica certezza, in questi tempi sempre più bui: Silvano, come gli altri compagni fatti oggetto di repressione, non è solo: nella lotta NO TAV, come sempre, si parte e si torna insieme.

da www.notav.info

http://www.infoaut.org/index.php/blog/no-t...C3%A0-a-silvano
 
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view post Posted on 22/2/2016, 18:03

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Appello 8 marzo NoTav, a Venezia contro il vertice Renzi- Hollande




Nonostante le poche informazioni in merito, abbiamo appreso che l’8 marzo si svolgerà a Venezia un vertice bilaterale tra Italia e Francia per avviare l’iter parlamentare europeo di rettifica del protocollo di intesa sull’apertura dei cantieri per l’opera definitiva.
Stiamo parlando di un iter che è molto in ritardo rispetto alla tabella di marcia e che dovrà concludersi in sede europea entro fine dell’anno, a rischio ci sarebbero i soldi della UE a finanziamento dell’opera.
L’incontro bilaterale verterà anche su altri temi, tanti i progetti in discussione, ma soprattutto il loro percorso di finanziamento in sede europea.
Denari stanziati che, è bene non dimenticare, non sono il frutto del sudore di Renzi ed Hollande ma del nostro, degli europei, di chi lavora e di chi sopravvive a fatica nella crisi; ogni euro, insomma, destinato a quest’opera inutile e dannosa è sottratto a qualcosa di veramente utile per tutti e tutte.
Continuiamo infatti a parlare di un’opera che si è già rivelata un pozzo senza fondo, a partire dell’apertura del cantiere per il tunnel esplorativo a Chiomonte nel 2011, una sola galleria messa per traverso rispetto a quello che dicono sarà il tunnel vero e proprio che dovrebbe attraversare le Alpi. Un cantiere ad oggi attivo a fasi alterne nonostante le roboanti dichiarazioni, che devasta il territorio, inquina le nostre acque e la nostra aria e specula continuativamente sui costi.
Il tunnel di base che oggi appare ancora molto lontano, prevederebbe 2 gallerie lunghe 57 km mentre oggi quello “esplorativo” è arrivato a 4 km in 4 anni sugli 8 previsti (considerando la dichiarazione di apertura del cantiere). Tempi raddoppiati, costi aumentati; quello di Chiomonte, a conti fatti, si rivela il cantiere perfetto per imprenditori e governo: abbastanza lento, chissà se e quando finirà e nel frattempo continua a mangiare soldi pronti ad essere ridistribuiti a chi è dentro l’affare. C’è chi ringrazierà Renzi ed i suoi amici, ne siamo sicuri.
Nel 2012 andammo a Lione a contestare il vertice tra il nostro paese e quello francese e ricordiamo bene quella che fu l’accoglienza delle autorità francesi che con polizia e blocchi tentò di non farci raggiungere la città, inutilmente.
Pensiamo che la nostra presenza l’8 marzo a Venezia sia importante e ci stiamo organizzando per esserci.
Invitiamo tutti i No Tav e tutti i Comitati e le realtà attive sul territorio veneto e non solo a mobilitarsi insieme a noi, per continuare la battaglia più ampia per la difesa dei territori e contro le speculazioni dei governi italiano ed europeo.
Mentre intorno a noi, in questa ingiusta Europa, si chiudono frontiere e si alzano barriere, pensiamo che Renzi ed Hollande non meritino una vetrina immacolata per mostrare i loro disastri.
Ci vediamo a Venezia l’8 marzo!
Avanti No Tav!

da notav.info
 
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view post Posted on 2/4/2016, 15:07

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Riva ai domiciliari: ingiustizia è fatta

Pubblicato il 02/04/2016 di pennatagliente

Fabio Riva è stato mandato ai domiciliari. I padroni, che hanno ammazzato, sfruttato, truffato, lasciano il carcere, la gente del popolo, gli immigrati anche se non hanno fatto nulla restano anni e alcuni vengono anche uccisi in carcere. Una società che si basa su questa enorme e inaccettabile ingiustizia, deve essere rovesciata!

Le motivazioni degli avvocati di Fabio Riva e quelle della sentenza sono un’offesa verso gli operai, la popolazione di Taranto, ammalata e con tanti morti, per i profitti di questi porci padroni.
Gli avvocati hanno sostenuto che le accuse verso Riva “si tratta di preistoria” – quando non si tratta affatto di preistoria e continuano oggi e continueranno anche negli anni futuri i tumori e le morti.
I giudici hanno accolto la motivazione degli stessi legali, per cui, “essendo mutato il quadro di riferimento della gestione Ilva (da tre anni guidata da commissari di governo), non sussistono esigenze di natura cautelare quanto meno rispetto al pericolo di recidiva”.
Una motivazione ridicola, tenuto conto che i Riva sono tuttora impegnati a nascondere nei vari paradisi fiscali e nelle varie società di comodo i loro miliardi fatti sullo sfruttamento degli operai Ilva di Taranto; e questo inciderà eccome nel processo Ilva per quanto riguarda i risarcimenti alle parti civili. E, quindi, Riva, fuori dal carcere, avraà più mani libere in queste operazioni.
ANCORA UNA VOLTA, LA “GIUSTIZIA” HA DIFESO I PADRONI E HA ATTACCATO I LAVORATORI E LE MASSE POPOLARI

(Da Repubblica) – Fabio Riva, 61 anni, ex numero due del gruppo Riva Fire proprietario dell’Ilva di Taranto, lascia il carcere. Il tribunale del riesame di Taranto ha concesso gli arresti domiciliari all’industriale arrestato il 4 giugno del 2015 su mandato d’arresto europeo per il suo coinvolgimento nell’inchiesta “Ambiente svenduto” sul disastro ambientale di Taranto. Nel processo tarantino Fabio Riva risponde di associazione per delinquere, corruzione, disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e altri reati. A Milano invece l’industriale è stato condannato in primo e secondo grado a sei anni e mezzo di carcere con l’accusa di truffa allo Stato per aver beneficiato illecitamente di fondi statali destinati alle grandi aziende che esportano all’estero.
A dicembre scorso la Cassazione aveva confermato il rischio di inquinamento delle prove ma messo in dubbio quello di reiterazione del reato alla base delle esigenze cautelari dal momento che Riva si è dimesso da ogni incarico nell’azienda di famiglia e com’è noto da più di due anni lo stabilimento è commissariato dal governo. Nell’agosto 2015, invece, dopo il primo no alla scarcerazione del gip Vilma Gilli, il tribunale del riesame aveva negato i domiciliari al figlio del patron Emilio Riva.
Fabio Riva si era rifugiato per più di due anni a Londra per sfuggire al mandato di cattura emesso dalla magistratura italiana,
A chiedere una misura cautelare più blanda del carcere sono stati i difensori di Fabio Riva, gli avvocati Luca Perrone e Nicola Marseglia. In particolare durante la sua discussione davanti ai tre giudici del collegio l’avvocato Perrone per contestare l’attualità della misura cautelare ha fatto notare che le accuse del maxi processo “Ambiente svenduto” partono dal lontano 1995, anno in cui i Riva acquistarono dallo Stato lo stabilimento siderurgico di Taranto. “Si tratta di preistoria – ha detto il legale – A quei tempi, anche se pochi lo ricordano, il presidente del consiglio era Lamberto Dini”.
 
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Ancora un arresto per un’iniziativa no tav ai cancelli! Daniele libero!



(da proletari comunisti)

Pubblicato il 08/04/2016 di pennatagliente


Questa mattina (ieri, n.d.r.) Daniele, giovane notav torinese, è stato arrestato e confinato ai domiciliari con tutte le restrizioni del caso, ovvero divieto di comunicazione con chiunque non sia un suo familiare, per una delle tante iniziative del movimento notav: un aperitivo ai cancelli della centrale di Chiomonte del 20 novembre.

Ancora una volta ci troviamo di fronte un provvedimento spropositato rispetto ai fatti, che ricalca arresti e restrizioni comminati nel tempo ai notav, poi rivisti ed alleviati in seguito, quando qualche giudice di buon senso non sposa la crociata dei pm con l’elmetto.

Grazie all’uso spropositato della carcerazione preventiva (o delle restrizioni come obblighi di firma, fogli di via, o divieti di dimora) diversi notav vengono messi ai margini della lotta per tentare di indebolire il movimento notav. Se i pm con l’elmetto ordinano, c’è chi esegue, portando avanti un’anomalia giudiziaria che non ha precedenti nel nostro Paese, che ha il solo intento di rafforzare il sistema tav, indebolendo chi si oppone e si vede perseguitato con strumenti utilizzati “allegramente” nelle mani di inquirenti particolarmente esaltati dal loro utilizzo, che non risparmia nessuno, nemmeno giornalisti che tentano di fare una cronaca non di parte.

Non ci faremo intimidire nè tantomeno spaventare, e nemmeno ci rassegneremo a cronache quotidiane d’ingiustizia scritte sulla pelle di chi difende la Valle e il futuro di tutti e tutte.

Daniele Libero subito! Libertà per tutti i notav!
 
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view post Posted on 10/5/2016, 17:22

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Assolti i No Tav sotto accusa per il sequestro di un carabiniere a Chiomonte
Il fatto risale all’estate 2011. La sentenza li scagiona: non hanno commesso il fatto

http://www.lastampa.it/2016/05/10/cronaca/...5KL/pagina.html
 
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terzo valico uguale ‘ndrangheta! notavterzovalico,
martedì 19 luglio: giornata di resistenza agli espropri


(da proletari comunisti)
Pubblicato il 20/07/2016 di pennatagliente

Nessuno avrebbe scommesso che quattro anni dopo il primo tentativo di esproprio Cociv, consorzio costruttore del Terzo Valico, non fosse ancora riuscito a chiudere questa partita. In questi anni sono state decine le giornate di lotta organizzate dal movimento per impedire la presa in possesso dei terreni necessari alla realizzazione della nuova linea ferroviaria ed è a partire da questo che sono stati accumulati due anni di ritardo sulla tabella di marcia dei lavori.
Martedì 19 luglio Cociv torna alla carica con l’intento di eseguire gli ultimi due espropri mancanti (sempre che non se inventino qualcun altro) e lo fa cercando di espropriare due luoghi altamente simbolici e strategici per il movimento.
Il primo è il terreno collettivo acquistato a Pozzolo Formigaro da 101 No Tav – Terzo Valico. Un piccolo appezzamento di 180 metri quadrati che sorge proprio sul tracciato della linea ferroviaria e che pertanto è indispensabile per proseguire i lavori. Un tentativo di esproprio in “Zona Cesarini” considerato che neppure una settimana dopo scade il decreto autorizzativo che non potrebbe più essere rinnovato visto che è anche scaduta la dichiarazione di pubblica utilità.
Il secondo è un grande bosco a Fraconalto di proprietà dell’Agriturismo La Sereta, un luogo amico del movimento a partire dalla militanza dei suoi proprietari fra le nostre fila e dal rifiuto a fornire vitto e alloggio agli operai del Cociv. Il bosco in questione che avrebbero voluto espropriare già a febbraio serve per ampliare il cantiere della galleria di servizio di Fraconalto con la costruzione di uno sfiatatoio e di una nuova strada.
Manco a dirlo i due espropri, che sono ad oltre 45 chilometri di distanza fra loro, sono stati fissati con lo stesso orario così da determinare la ripartizione delle forze del movimento che ha comunque deciso di provare a resistere con la stessa fierezza del 30 luglio ad entrambe le esecuzioni. Proprio per suddividere con cognizione le forze in campo si è deciso di dare indicazioni precise rispetto a dove convergere in quella giornata.
L’appuntamento per l’esproprio di Pozzolo è alle ore 7,00 sul lato sinistro della strada provinciale 211 della Lomellina in direzione Tortona. Qui convergeranno gli attivisti dei comitati piemontesi e tutti gli altri solidali in arrivo dalle altre città.
L’appuntamento per l’esproprio di Fraconalto è sempre alle ore 7,00 presso l’agriturismo La Sereta via San Rocco 47a località Sereta di Tegli. Qui convergeranno gli attivisti dei comitati liguri e i tanti amici dell’agriturismo La Sereta.
Dalle ore 18 di lunedì 18 luglio (il giorno prima) campeggio libero sia a Pozzolo che a Fraconalto.
Si fa appello ai tanti solidali che hanno sostenuto in questi anni la battaglia contro il Terzo Valico ad organizzarsi per scrivere insieme una nuova pagina di resistenza contro le grandi opere.
da notavterzovalico
 
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view post Posted on 25/7/2016, 15:18

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sempre peggio


Pubblicato il 25/07/2016 di pennatagliente

Nel Paese nel quale tutti i governi borghesi, da oltre vent’anni, puntano sull’insensato progetto dell’alta velocità/alta capacità ferroviaria può capitare anche questo: una littorina in servizio sulla linea Biella-Novara, a causa di un banalissimo temporale, è costretta a fermarsi in mezzo alla campagna che circonda il Comune di Rovasenda (Vc), accumulando un ritardo vergognoso.

E’ accaduto venerdì ventidue luglio, e a darne notizia è l’edizione digitale biellese della Stampa: la Redazione – così è firmato il pezzo – riporta che il mezzo di trasporto è approdato a Novara con quarantacinque minuti di ritardo, rendendo piuttosto nervosi i viaggiatori che non solo hanno perso le coincidenze, ma in sovrappiù hanno pure dovuto subire la beffa del mancato rimborso del biglietto perché il ritardo era inferiore ai sessanta minuti.

Siamo all’assurdo che, secondo le Ferrovie dello Stato, arrivare a destinazione con cinquantanove minuti di ritardo deve essere considerata una cosa normale: tutto questo mentre si spendono miliardi per linee totalmente inutili – per non parlare della devastazione ambientale che si portano appresso – e probabilmente qualche milione per installare su ogni treno un annunciatore automatico che, parlando persino in inglese, dovrebbe agevolare le comunicazioni tra il personale e gli utenti, ma di fatto complica le cose, dato che per fortuna non si è tenuti a conoscere quella lingua.
 
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view post Posted on 31/7/2016, 11:13

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Docenti di ca’ foscari in difesa della tesi di laurea di roberta chiroli sul movimento no tav. una posizione da diffondere

(da proletari comunisti)
Pubblicato il 31/07/2016 di pennatagliente
In difesa della tesi di laurea – Alcuni docenti di Ca’ Foscari

Qui di seguito un documento sottoscritto da alcuni docenti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia dopo la pubblicazione delle motiviazioni della sentenza del tribunale di Torino che ha condannato una laureata di Antropologia dell’ateneo per la sua tesi sul movimento NoTav

***

Il 7 luglio sono state depositate le motivazioni della sentenza del tribunale di Torino che ha condannato a due mesi di reclusione Roberta Chiroli, laureata in Antropologia a Ca’ Foscari con una tesi sul movimento No Tav. La tesi di laurea è stata utilizzata come prova decisiva a carico dell’imputata, perché un’azione di protesta vi è descritta usando la prima persona plurale: una prospettiva che nelle scienze sociali si chiama “osservazione partecipante” ma che secondo i magistrati di Torino dimostra “la coscienza e volontà in capo all’imputata di aderire […] alla commissione dei reati”. Con questo documento esponiamo le ragioni per cui una tesi di laurea non dovrebbe mai essere usata come prova in un processo penale a carico di chi l’ha scritta. Riteniamo infatti che il caso di Roberta Chiroli costituisca un precedente grave e preoccupante, di fronte al quale la comunità accademica ha il dovere di prendere una posizione che tuteli non solo i suoi studenti ma i processi costituenti della formazione alla ricerca.

***

La tesi di laurea è una forma di apprendistato a una pratica di ricerca e alle metodologie che la caratterizzano. Essa è scritta da un “apprendista” per un pubblico ristretto di “specialisti” di un certo ambito scientifico. A partire da questo presupposto il laureando definisce il “patto narrativo” che regola il posizionamento, il linguaggio e lo stile che adotterà nella scrittura. Una lettura non esperta di una tesi di laurea, come di un qualsiasi altro testo specialistico, potrebbe risultare ingenua, inadeguata, fonte di fraintendimenti. Per questo riteniamo che un documento scientifico e accademico non possa essere utilizzato a fini giudiziari senza conoscere regole, abitudini e codici espressivi del campo disciplinare in cui esso si inserisce. Una tesi di laurea è un documento scritto per uno scopo didattico e non ha valore di pubblicazione.

Un libro, un articolo su rivista, un intervento in un blog sono forme diverse di espressione del pensiero e di presentazione dei risultati di una ricerca nelle quali l’autore afferma in pubblico i propri convincimenti, assumendosene le responsabilità. Invece le tesi di laurea – così come le tesine, i colloqui d’esame, gli scambi di e-mail o le conversazioni a ricevimento con il professore – non sono pubblicazioni ma hanno natura eminentemente didattica: si collocano all’interno di una relazione di fiducia tra lo studente e i suoi docenti. In quanto tale la tesi di laurea è strutturalmente “imperfetta” e non conclusa; proprio per questo l’elaborato finale viene discusso tra il laureando e una commissione di docenti che gli danno indicazioni su come migliorare la sua ricerca e la modalità espositiva. L’università deve garantire la peculiarità di questa relazione fiduciaria tra studenti e docenti che è alla base del processo educativo e formativo; la magistratura dovrebbe riconoscere l’autonomia di questo ambito e non piegare documenti didattici a fini inquisitori.

Chi si laurea ha la facoltà di depositare la propria tesi nell’archivio dell’università dichiarando il documento come “riservato”, cioè non consultabile al di fuori dei membri della commissione di laurea. Infatti i regolamenti di ateneo mettono in capo al laureando la responsabilità di valutare sull’opportunità di tutelare l’originalità e anche l’incompiutezza della propria ricerca (una tesi di laurea non è una pubblicazione). In particolare chi lavora sul contemporaneo e sulla storia recente, chi fa ricerche per la tesi di laurea sul campo, in contatto con persone viventi, raccogliendo informazioni personali o fonti orali o trattando documenti privati o protetti dal diritto d’autore, ha delle responsabilità ulteriori che possono orientarne la scelta di rendere non consultabile il proprio elaborato. I codici deontologici e le buone pratiche delle comunità scientifiche di riferimento pongono all’attenzione del ricercatore l’importanza di non mettere in pericolo se stesso e i propri informatori e di tutelare la privacy e la reputazione degli individui che possono comparire nella tesi sia come testimoni che come oggetto di osservazione diretta o di testimonianze altrui. Solo fidandosi di questo impegno alla riservatezza è possibile garantire la conservazione all’interno della tesi di laurea di informazioni più precise e dettagliate, evitando forme di autocensura che potrebbero pregiudicare la valutazione delle procedure seguite nella ricerca e mutilarne le conclusioni più originali.
Riteniamo pertanto che le università debbano dotarsi di procedure sicure per l’archiviazione delle tesi di laurea e dei dati intermedi della ricerca, definite di intesa con i diversi specialisti, e far valere – per quanto la legge consente – la garanzia della riservatezza, quando sia stata espressamente richiesta.

Venezia, 19 luglio 2016

Duccio Basosi, Giulia Bencini, Bruna Bianchi, Valentina Bonifacio, Alessandro Casellato, Federica Cavallo, Francesca Coin, Marco Dalla Gassa, Giovanni Favero, Marco Fincardi, Vladi Finotto, Gianluca Ligi, Adelisa Malena, Sabrina Marchetti, Antonio Montefusco, Fabio Perocco, Glauco Sanga, Paolo Scarpi, Donatella Schmidt, Silvana Tamiozzo, Franca Tamisari, Maria Turchetto, Francesco Vallerani, Gilda Zazzara
 
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Se 25 anni vi sembran pochi.
Un nuovo anno di resistenza al Terzo Valico (2016)


Come di consueto, per iniziare un nuovo anno di lotta al Terzo Valico, volgiamo lo sguardo indietro. L’anno appena trascorso è stato il venticinquesimo di resistenza al Terzo Valico dalla costituzione del primo comitato contro quello che allora si chiamava supertreno Milano – Genova e il quinto anno dalla nascita del Movimento No Tav – Terzo Valico. Cinque anni sembrano un’eternità, venticinque sono un pezzo importante di storia. La storia di migliaia di donne e di uomini che non si sono piegati davanti all’ennesima grande opera inutile imposta dai governanti. Una storia di resistenza lunga 25 anni che non è ancora finita e di cui bisogna ancora scrivere l’ultima pagina.

Gennaio 2016

La befana porta a Pontedecimo una delle centinaia di scritte di resistenza con cui parlano i muri delle nostre valli e pochi giorni dopo anche il Tar della Liguria dà ragione a chi si era opposto all’ennesimo esproprio truffaldino realizzato dal Cociv. A metà gennaio una delegazione di No Tav – Terzo Valico partecipano al decennale della fondazione del comitato No Tav di Susa – Monpantero e viene lanciata l’allerta rossa per l’arrivo della “talpa” ad Arquata. Ripartono gli scavi al cantiere di Cravasco dopo lo stop per la presenza di amianto e il 27 gennaio un centinaio di No Tav presidiano per tutta la notte ad Arquata per bloccare l’arrivo della “talpa”. Due giorni dopo si torna in piazza a Pontedecimo per rivendicare con forza la cacciata di Cociv dal giardino di via Coni Zugna.

Febbraio 2016

Il mese si apre con l’assemblea popolare del movimento ad Arquata per decidere i prossimi passi della lotta ed il giorno dopo si torna a marciare in Valverde per chiedere la chiusura dei cantieri. Arriva la notizia che Cociv vorrebbe espropriare i boschi dell’agriturismo la Sereta di proprietà di due attivisti No Tav, si prepara la resistenza. Riesplode la lotta sorella della Valle Bormida contro la discarica di Sezzadio, a Campomorone va in scena un’assemblea indetta dall’amministrazione in cui si gioca con la vita delle persone e viene impedito ai No Tav di intervenire mentre esplode la polemica sul nuovo Dpr che vorrebbe introdurre limiti più restrittivi per l’amianto.

Marzo 2016

Madre natura mostra tutta l’idiozia dell’uomo e il Polcevera si riprende i suoi spazi. A Venezia va in scena una spettacolare battaglia navale contro le grandi opere, su quei barchini anche militanti No Tav – Terzo Valico. Rita Rossa viene nuovamente contestata in Val Bormida e Cociv vince vergognosamente il ricorso al Tar sulle modalità di analisi dell’amianto. Il salone del dlf di Novi si riempie per l’assemblea del movimento sulla modifica dello shunt e nuova assemblea popolare in Val Bormida contro la discarica di Sezzadio e le cave del Terzo Valico.

Aprile 2016

Il movimento annuncia il suo sì al Referendum contro le trivellazioni in mare ed il 4 aprile nuova presentazione del libro di Ravarino “Terzo Valico. L’altra Tav”. Il nostro corvo, che tanto ha fatto disperare in questi anni gli amministratori complici del Terzo Valico, torna a darci informazioni preziose e viene annunciata la contestazione al Consiglio Comunale di Novi sulla modifica del tracciato dell’opera. Si vivono bei momenti durante una contestazione improvvisata in Valverde intorno al nodo amianto e viene lanciata dalla Valle Bormida una bella campagna in difesa dell’acqua. Cociv continua a giocare con la vita delle persone e viene beccato dagli attivisti valverdini, riesplode la protesta a Novi con dure contestazioni e l’occupazione del Consiglio Comunale. Nuova assemblea in Val Bormida e il movimento respinge con fermezza una richiesta di incontro rivotagli dal nuovo Commissario Governativo per la realizzazione dell’opera Iolanda Romano. Il Terzo Valico é solo al 9% del cronoprogramma e i Comitati di Base della Valle Bormida insieme al Movimento No Tav – Terzo Valico annunciano una manifestazione ad Alessandria per l’11 giugno. Viene arrestato per camorra il capo della Lande al lavoro nei cantieri, il movimento, come sempre, aveva denunciato la cosa in netto anticipo.

Maggio 2016

Viene dato l’ultimo saluto ad Armandino del comitato di Pozzolo e viene denunciato dalle colonne di questo sito l’arrivo dell’ennesima ditta corrotta nei cantieri. La battaglia contro il Terzo Valico arriva sulla televisione svizzera. Viene annunciata la creazione di una lista civica alle elezioni comunali di Arquata che otterrà il 20% mentre a Pontecurone una lista civica nettamente contraria al Terzo Valico vincerà le elezioni, un’attivista del movimento diventerà assessore all’ambiente del Comune e riuscirà a sbarazzarsi definitivamente del Cociv non concedendo le autorizzazioni alle cave per lo smarino. Fervono i preparativi per la manifestazione dell’11 giugno ad Alessandria e prosegue la mobilitazione in Valle Bormida.

Giugno 2016

Continua la pressione del movimento per ottenere l’interdittiva antimafia nei confronti della Lande e la Regione Liguria scappa davanti ai cittadini. A Tortona si declina l’invito all’ennesimo Consiglio Comunale farsa e ad Alessandria migliaia di cittadini manifestano contro le discariche ed il Terzo Valico. Una delegazione di No Tav – Terzo Valico partecipa alla fiaccolata a Bussoleno a seguito dell’ennesima operazione della magistratura e il 16 e 17 luglio si reca a Venaus all’assemblea nazionale dei movimenti che con lungimiranza deciderà di intraprendere il percorso del No sociale al Referendum Costituzionale. Viene annunciata la resistenza all’esproprio del terreno di Pozzolo acquistato collettivamente da 101 cittadini.

Luglio 2016

L’esproprio del 19 luglio riguarderà anche i boschi della Sereta. L’invito è a presidiare sia a Pozzolo che a Fraconalto per resistere all’ennesimo sopruso come annunciato in una conferenza stampa. Ancora un’assemblea per salvare la falda acquifera. Arriva il 19 luglio e mentre centinaia di No Tav resistono con generosità all’esecuzione degli espropri giunge notizia di numerosi arresti legati alle infiltrazioni della ‘ndrangheta nei cantieri del Terzo Valico. Emerge come la ‘ndrangheta sostenesse i Sì Tav e temesse la lotta del movimento. Pubblichiamo l’ordinanza di custodia cautelare da cui emerge come Chessa e la destra novese andassero a braccetto con la ‘ndrangheta. La Val Bormida vince la battaglia contro la Grassano e viene annunciata la consueta festa No Tav in Valverde a cavallo fra luglio e agosto. Passano gli anni ed il movimento è sempre dalla parte giusta della barricata.

Agosto 2016

Vengono annunciati gli espropri per la tangenziale di Sezzadio propedeutica alla realizzazione della discarica della Riccoboni e viene annunciata la quarta edizione della festa No Tav di Novi Ligure che avrà il solito successo. I dati di traffico del porto di Genova dimostrano l’inutilità del Terzo Valico mentre Cociv continua impunemente a devastare con sversamenti nel Rio Traversa.

Settembre 2016

Parte il No Tav tour per dire No al referendum e mandare via Renzi e Rita Rossa vende la città di Alessandria al Cociv. Viene reso noto l’aggiornamento del piano cave del Terzo Valico e nuova assemblea a Sezzadio contro la discarica. Facciamo emergere le responsabilità dell’amministrazione di Alessandria nella concessione delle cave e arrivano le condanne per il blocco di una trivella a Trasta. Il 30 settembre assemblea del movimento a Pontedecimo e continua la denuncia dei rischi connessi alle cave nel tortonese.

Ottobre 2016

Il No Tav tour fa tappa a Genova e viene lanciata la campagna del movimento per il NO al Referendum del 4 dicembre. Il Commissario Iolanda Romano annuncia l’open space tecnology, una pagliacciata di finta partecipazione a cui il movimento risponderà con forza. Se ancora ce ne fosse stato il bisogna viene definitivamente scoperchiata la pentola del malaffare del Terzo Valico con decine di arresti per associazione a delinquere e corruzione. Cociv nonostante l’arresto dei suoi massimi dirigenti avrà la faccia tosta di dichiararsi parte lesa. Nonostante lo scandalo la Commissaria Romano decide di far svolgere ugualmente l’open space tecnology ed il movimento reagisce annunciando di essere intenzionato a rovinare la festa. Emergono particolari inquietanti dalle intercettazioni e la mattina del 29 ottobre il movimento mantiene le promesse contestando duramente la vetrina dei sostenitori dell’opera. La polizia interviene con cariche e feriti, i No Tav si difendono con barricate e ottengono la solidarietà di Anonymous. Nuove assemblee ad Alessandria, Novi, Tortona e in Valverde. Alla farsa dei Sindaci non vi è fine e pubblichiamo l’ordinanza di custodia cautelare del Tribunale di Genova dove il direttore del Cociv Pagani si autodefinisce ladro. Il mese finisce in bellezza con il movimento che si riprende il terreno dei 101 di Pozzolo.

Novembre 2016

Parte il processo beffa ad Antonello, nuova iniziativa al terreno dei 101 di Pozzolo. Il 3 novembre la Valle Bormida tira fuori gli artigli e respinge i tecnici della Riccoboni. Quasi due milioni di Euro di appalti sono finiti nella mani della ‘ndrangheta e nonostante questo il Commissario Romano inventa la nuova pagliacciata del camper informativo a cui il movimento annuncia di voler dare il benvenuto. Nuove rivelazioni sull’inchiesta della magistratura riguardanti Arquata. Arriva il camper a Campomorone e il movimento come sempre mantiene le promesse obbligando la commissaria ad una rapida fuga. Anche ad Arquata il giorno dopo il movimento aspetta il camper che non si presenterà e che rientrerà definitivamente in garage. Ad Arquata grazie al Cociv l’acqua viene contaminata e facciamo esplodere sul sito lo scandalo del Vice Prefetto di Alessandria Ricciardi che informava il Cociv sull’inchiesta in corso. Scandalo che arriva fino all’aula del Senato e che scatenerà l’improbabile difesa del Prefetto Tafuri. L’Anac studia le carte per commissariare il Cociv e si svolge l’ennesima giornata di blocco del cantiere di Cravasco. Il Terzo Valico finisce anche a “Le Iene” e avviene il terzo sversamento del Cociv nel Rio Traversa. Nuova giornata di lotta a Sezzadio contro la discarica ed esplode lo scandalo amianto presente ovunque. Il 27 novembre il movimento marcia a Roma con decine di migliaia di persone per il No al Referendum del 4 dicembre, la cava Clara e Buona di Alessandria viene totalmente sommersa dal Bormida ed il Sindaco è costretta a sospendere le autorizzazioni.

Dicembre 2016

Conferenza stampa del movimento sulla questione amianto ed il 4 dicembre si festeggia con milioni di italiani le dimissioni di Renzi. Finisce a processo per diffamazione il vice Sindaco di Genova Bernini. Saltano i primi subappalti del Terzo Valico ed i cantieri si svuotano. Conferenza stampa in Senato per chiedere la revoca della concessione al Cociv e la fine dell’opera, si organizza il Natale a bassa velocità a Campomorone. Il movimento sbarca in Lombardia ottenendo la sospensione delle autorizzazioni al conferimento dello smarino in una cava di Casei Gerola ed arriva la notizia dello stop di quasi tutti i cantieri. Una bella inchiesta di Wolf Bukowski e Wu Ming svela il ruolo della “difficilitatrice” Iolanda Romano, Rinna e Michele vengono assolti ed arrivano dal Consiglio Comunale di Alessandria nuove notizie sulla cava Clara e Buona. Come di consueto si svolge la cena di Natale quest’anno nella cornice della Soams di Pontecurone.

La lotta continua!

www.infoaut.org/index.php/blog/no-t...rzo-valico-2016
 
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Rita Rossa: per quanto tu ti creda assolta sarai per sempre coinvolta



(da notavterzovalico)
Pubblicato il 10/02/2017 di pennatagliente

Lo avevamo scritto in tempi non sospetti che la storia della revoca delle autorizzazioni per la Cava Clara e Buona di Alessandria sarebbe terminata con la resa del Sindaco Rita Rossa al volere di Cociv, come annunciato dal primo cittadino in una conferenza stampa svoltasi ieri. In realtà non si può neppure parlare di resa essendo stata questa più una commedia che un vero tentativo di resistenza da parte del Sindaco più detestato d’Italia. E’ bene ricordare che dapprima Rita Rossa concesse le autorizzazioni nelle segrete stanze della sua Giunta comunale senza voler confrontarsi con la cittadinanza e che solo successivamente è poi iniziato il balletto della sospensione delle autorizzazioni grazie al crescere della preoccupazione dei cittadini e della mobilitazione popolare.

Rita Rossa sostiene oggi che un Sindaco non può tutto. Sbaglia, è lei quella che non ha mai voluto fare niente per tutelare la salute dei cittadini dal rischio amianto. Ciò che Rita Rossa non potrà mai fare è spiegare come sia possibile che un piccolo Comune come Pontecurone sia riuscito a sconfiggere Cociv e ad impedire l’utilizzo delle cave sul suo territorio mentre il capoluogo di provincia non ce l’abbia fatta. A noi serve poco per spiegarlo. A Pontecurone vi è un’amministrazione comunale contraria all’opera e una brava assessore all’ambiente che è una militante No Tav – Terzo Valico che ha sempre partecipato alla protesta popolare. Ad Alessandria vi è invece un’amministrazione che è sempre stata favorevole all’opera ed un assessore all’ambiente il cui unico scopo è sempre stato quello di tranquillizzare l’opinione pubblica per cercare, senza riuscirci, di depotenziare la protesta popolare. A tal proposito è bene ricordare che l’ingegner Lombardi aveva pubblicamente dichiarato che si sarebbe dimesso se fossero iniziati i conferimenti di smarino nelle cave di Alessandria. Mentre attendiamo che rispetti la sua parola che evidentemente ha valore zero, il suo partitino Sinistra Italiana ha già pronto anche per le prossime elezioni comunali un bell’accordo elettorale col PD di Rita Rossa. Cosa non si fa per una poltrona!

Ciò che è realmente mancato in questa vicenda è stata la volontà politica dell’amministrazione di Alessandria di portare a casa il risultato e crediamo che oggi sia evidente a tutti i cittadini come le prese di posizione della Rossa in questi mesi altro non siano state che l’ennesima presa in giro nel tentativo di salvarsi la faccia. Bisognerà far pagare un prezzo salatissimo a Rita Rossa per questo ignobile teatrino e bisognerà farlo tanto nelle strade della città quanto all’interno delle urne elettorali fra pochi mesi. Saranno mesi di mobilitazione per riuscire definitivamente a sbarazzarsi del peggior Sindaco della storia della città e del Partito Democratico.

Con l’amianto e le malattie che provoca come asbestosi, mesotelioma e carcinoma non si può scherzare e se fra trent’anni i cittadini si ammaleranno sanno già da oggi che Rita Rossa è una dei responsabili non avendo voluto tutelare la salute.

Cara Rita Rossa, per quanto tu ti creda assolta, sarai per sempre coinvolta.
 
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view post Posted on 28/3/2017, 16:07

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Due anni di carcere per Nicoletta Dosio e altri 11 militanti No TaV



di Giorgio Cremaschi

HO APPENA SAPUTO CHE NICOLETTA DOSIO E ALTRI MILITANTI NOTAV SONO STATI CONDANNATI A DUE ANNI DI CARCERE. SIAMO CON LORO.

La pesantissima condanna è per una protesta assolutamente pacifica di alcuni anni fa ad un casello dell'autostrada, senza alcun blocco del traffico. Questo è lo stato di polizia che stanno costruendo assieme il sistema di affari e potere, il suo governo, i mass media. Che sono oggi indignati per i 15 giorni di arresto inflitti a Navalny a Mosca, ma che sicuramente applaudiranno alle condanne liberticide in Italia. Come hanno già fatto, protestando contro gli ostacoli posti dalla polizia a manifestare in Russia, ignorando o lodando il sequestro di centinaia di persone a cui è stato impedito di partecipare al corteo Eurostop di Roma. Con la motivazione, dichiarata dal questore, che si è trattato di una selezione dei manifestanti anche "ideologica".

Si conferma così che la violenza repressiva del regime è superata solo dalla ipocrisia della sua propaganda. Siamo con Nicoletta, con i Notav e con tutte e tutti coloro che lottano e pagano per questo. La stupidità autoritaria di sentenze, decreti Minniti, regime di polizia non ci fermerà. Forza e coraggio compagne e compagni.

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-du...tav/6121_19493/

Nicoletta Dosio, movimento no tav,
denuncia la repressione alla manifestazione di roma di sabato



(da proletari comunisti)
Pubblicato il 28/03/2017 di pennatagliente
Ci racconti un po’ come è andata, che cosa è successo, visto che sei tra coloro che hanno raggiunto i fermati?
Sì, certo. Io sono partita al mattino con il treno, mentre un nutrito gruppo di No Tav, insieme a realtà anche torinesi erano partiti la sera prima, dopo l’assemblea che si era tenuta qui a Bussoleno, l’assemblea No Tav. Fin dalla partenza hanno visto come tutte le volte l’auto della Digos che li ha accompagnati fino a Roma, li ha seguiti. Prima di arrivare a Roma Nord li ha superati e li ha aspettati al casello, dove sono stati fermati insieme ad altri pullman che poi hanno ritrovato al centro di identificazione di Tor Cervara. Sono state perquisite le persone… Prima han chiesto i documenti, sembrava tutto risolto, li hanno messi nuovamente sui pullman e invece di lasciarli andare verso il raduno per la manifestazione pomeridiana – quella indetta da Eurostop e dalle realtà del No sociale – si sono visti deviare fuori in questa zona degradatissima, tra l’altro fuori Roma, in questo enorme edificio che è un Cie, centro di identificazione – lo saprete bene voi che lì ci abitate – per tutta quanta l’Italia centrale e meridionale. Quello che ho notato fin da subito era l’arroganza di chi li faceva scendere e li perquisiva. Tra l’altro è pure comparsa una foto – perché noi eravamo in contatto e quindi anche mi mandavano comunicazioni, mi raccontavano… – di uno di questi agenti che si è tirato su la manica e aveva un bel tatuaggio. Un tatuaggio costituito da un pugnale intorno al quale c’era scritto: “si vis pacem, para bellum”, se vuoi la pace prepara la guerra. Questo è il tipo di personale a cui è affidato l’ordine pubblico in questa nostra situazione; che è non solo di vera emergenza democratica, ma ormai direi di fascismo neanche più nascosto, sempre più evidente. Sono stati portati in questo centro in condizioni diverse, perché ad un anziano No Tav è stato trovato un coltellino, un Opinel, a cui tra l’altro aveva attaccato un fischietto all’Opinel. E sono gli strumenti che di solito ci si porta sul pullman perché le manifestazioni, i viaggi in pullman, sono anche un momento di socialità. Ci si porta da mangiare, si sta insieme, si condivide, come facciamo in valle, nella nostra vita, nei luoghi del presidio e via dicendo. Quindi questo coltellino, insieme a forchetta e cucchiaio, aveva questo significato, cioè quello di posata quotidiana per mangiare, per stare insieme. E questa è diventata un’arma particolarmente pericolosa, difatti lui l’han preso immediatamente da parte e l’han chiuso con un altro ragazzino, a cui era stato trovata non una “maschera antigas” sopraffina, ma una di quelle cose che ci si mette sulla bocca e che abbiamo un po’ tutti in tasca, o comunque nelle nostre borse, perché in Clarea spesso e volentieri ci accolgono con i lacrimogeni. Lui tra l’altro, probabilmente, l’aveva persino dimenticata… E quindi questo è stato il motivo per cui anche questo ragazzo minorenne è stato isolato, in camere dove non è stato passato neanche cibo, in vera e propria situazione di detenzione preventiva. E gli altri erano raggruppati insieme, portati anche loro in questo Cie; han preso i documenti e glieli hanno tenuti per tutto il giorno, fino alla fine della manifestazione, praticamente. Ah, oltre a questi nostri due compagni c’erano anche altri 4 ragazzi pisani, che sono stati anch’essi tenuti chiusi, detenuti pure loro in questo Cie, perché gli han trovato nello zaino una felpa, che di solito ci si porta o come cambio o comunque per mettersi addosso perché le giornate non sono proprio di grande caldo. Quindi per una felpa una persona può essere presa, può essere detenuta per 10 ore e può ricevere un foglio di via di tre anni. Lo stesso può succedere ad un anziano per un coltellino con cui tagliava il formaggio. Questa è la situazione democratica del nostro paese…
 
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