Comunismo - Scintilla Rossa

No TAV

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view post Posted on 29/4/2015, 17:16

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No Tav attaccano nella notte il cantiere di Chiomonte


Una ventina di attivisti, poi identificati, ha anche lanciato petardi. La polizia ha risposto con i lacrimogeni..

Nuovo attacco nella notte al cantiere dell'alta velocità di Chiomonte. Una ventina di attivisti No Tav ha lanciato verso il cancello numero 4, presidiato da polizia e guardia di finanza, diversi petardi. In risposta, per disperdere i manifestanti, le forze dell'ordine sono state costrette a usare i lacrimogeni e gli idranti. Fuggiti verso il ponte Clarea, i partecipanti al blitz sono stati poi identificati e controllati. Il raid è avvenuto intorno alle 22 di ieri sera ed è l'ultimo di una lunga serie.

http://proletaricomunisti.blogspot.it/2015...iniziativa.html
 
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view post Posted on 20/6/2015, 12:53

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lorenzo e claudio assolti con formula piena per via tecci



(da notavterzovalico)
Pubblicato il 19/06/2015 di pennatagliente


Ogni tanto arriva una buona notizia. Questa mattina Lorenzo e Claudio, attivisti dei comitati No Tav – Terzo Valico della Valverde e di Arquata sono stati assolti in primo grado con formula piena dal Giudice del Tribunale di Genova per i fatti relativi alla giornata di resistenza del 2 maggio 2013 a San Quirico in Valpolcevera. Secondo il Giudice il fatto non costituisce reato e le accuse di violenza privata per cui erano stati denunciati alla magistratura dalla digos genovese si sono sciolte come neve al sole. Una volta tanto la verità storica di quella giornata coincide con quella processuale anche grazie all’eccellente lavoro di difesa degli avvocati Laura Tartarini e Alessandro Gorla. Il 2 maggio 2013 Lorenzo e Claudio insieme ad altre decine di persone si opposero all’inizio dei lavori di cantierizzazione della Finestra Polcevera, nonostante che quei terreni dovessero ancora essere espropriati e ci si trovasse davanti ad uno dei tanti abusi a cui siamo stati abituati in questi anni.

Una buona notizia da festeggiare con la consapevolezza che la lotta in difesa della propria terra è lungi dal concludersi e con l’amarezza dettata dal fatto che quella collina è oggi stata trasformata in un deserto dai devastatori. In alto i bicchieri per Lorenzo e Claudio, in alto i bicchieri per la resistenza del Movimento No Tav – Terzo Valico!
 
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la marcia no tav rompe i divieti e fa cadere reti e barriere con l’orgoglio! (da notav.info)

Pubblicato il 29/06/2015 di pennatagliente
https://i0.wp.com/www.notav.info/wp-conten...851653145_n.jpg

La giornata appena conclusa è stata una giornata decisamente positiva. Abbiamo pensato e organizzato la manifestazione per rimetterci in marcia verso il cantiere, tutti insieme, con la determinazione che appartiene al nostro dna notav. Ci siamo trovati a Exilles con l’ottusità della prefettura e della questura che ancora una volta ha deciso di cancellare il diritto alla libera circolazione in Valsusa, piegato ai voleri e agli affari del sistema tav e alla cricca delle grandi opere. Prescrizioni e divieti che ci dovevano impedire di percorrere le strade della nostra terra oggi e magari chiedere “permesso?” per spostarci domani.

Fin dal mattino presto abbiamo capito che oggi il popolo no tav non avrebbe accettato divieti e con le propie forze avrebbe tentato l’impossibile per andare fino al cantiere. Così tra colori, sorrisi e bandiere non abbiamo osservato, uno dopo l’altro, i divieti che ci erano stati imposti e in migliaia siamo partiti dal Forte di Exilles per arrivare fino al punto più vicino al cantiere: i cancelli della centrale di Chiomonte.

Tutti insieme siamo andati fino a dove ci è stato possibile e come ci eravamo prefissati, abbiamo tentato di superare gli sbarramenti con un mix di partecipazione che ci caratterizza: giovani e meno giovani, come sempre. Qui un gruppo di noi ha provato il passo in più e ha tentato di agganciare i betadefence con i rampini per tentare di farli cadere. Non è stato possibile, una pioggia di lacrimogeni ha tempestato le prime file e le retroguardie del corteo, facendoci indietreggiare.

“Ci copriamo il volto per farci vedere” ha affermato una volta il popolo zapatista, e anche noi abbiamo dovuto fare lo stesso. Troppo alto il prezzo pagato in questi due anni per difendere la nostra terra per andare a volto scoperto incontro al momento in cui era necessario tentare di spostare le barriere poste in serata. Troppi i sacrifici chiesti ai notav in questi anni per essere riconosciuti facilmente dagli inquirenti per non usare kway e maschere antigas. Ed è qui che la cronaca poliziesca e giornalistica ha visto i “black bloc” con cui hanno composto titoli e articoli di queste ore. Lo dicemmo nel 2011, qui non ci sono nè black nè bloc, ci sono giovani e meno giovani che si attrezzano con abiti a basso costo per praticare la resistenza. Il nero è il colore che va per la maggiore tra questi capi, vorrà dire che la prossima volta cambieremo colore se potrà servire.

Una volta ritirati, il corteo è rimasto unito e in marcia, si è diretto a Chiomonte per riposarsi dopo la mattinata di fatica sotto il solo, e doopo un’ora di ristoro ha ripreso la marcia verso il cantiere passando dal paese di Chiomonte, scendendo per i tornanti che dal paese portano verso la centrale idroelettrica. Qui dopo una lunga battitura, con dei rampini e delle corde sono caduti come in un soffio di vento i betadefence posti sul ponte, e per una manciata di minuti le truppe di occupazione, che poco prima ci osservavano con disprezzo dalle reti , si sono trovate in difficoltà.

Uniti e compatti abbiamo tenuto il tempo necessario e nel frattempo un gruppo di notav riusciva ad entrare nel cantiere passando da un sentiero secondario, piombando nella zona definitiva inviolabile. Con orgoglio, come ci eravamo prefissati, siamo rientrati in paese, soddisfatti e contenti per aver dimostrato ancora una volta che ci siamo e che, una battaglia alla volta, fermeremo questo scempio.

Non potevamo non pensare a come, mentre a Ventimiglia per uomini e donne in cerca di futuro le frontiere siano chiuse e come invece qui nella nostra valle, le frontiere per le merci (che non ci sono) vengano spalancate da tunnel e difese da eserciti di polizia.

Non potevamo non pensare a come ogni euro speso per quest’oscenità sia un euro rubato a qualcosa di utile per tutti.

Non potevamo e non lo abbiamo fatto. Ci abbiamo messo coraggio, cuore e tenacia, e ci abbiamo provato portando a casa una buona giornata di lotta.

Nel tardo pomeriggio arriva poi la ripicca della questura, che evidentemente in imbarazzo per le reti cadute in un soffio, si vendica fermando il furgone dell’amplificazione mettendo in stato di fermo (nel momento in cui scriviamo) due notav, Brandua e Gianluca, che volgiamo liberi qui tra di noi.

Avanti notav, la resistenza si fa un passo alla volta!
 
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view post Posted on 1/7/2015, 10:26

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se lo paghino loro


Pubblicato il 01/07/2015 di pennatagliente

Il Lavoro/pagine genovesi di Repubblica – a pagina VIII dell’edizione di martedì trenta giugno, in un articolo a firma Massimo Minella – informa: “Terzo valico dei Giovi, il verdetto di Bruxelles: l’opera non è europea”; il catenaccio precisa che è stata “ancora respinta la richiesta di finanziamento”.

Si tratta di una notizia estremamente interessante, checché ne possa dire il pennivendolo; in sostanza l’Unione Europea nega quello che i favorevoli all’opera sostengono da sempre: la realizzazione della nuova linea ad alta capacità ferroviaria non è affatto una richiesta che ci giunge dall’Europa, bensì un capriccio del Governo italiano per scopi interni.

In sostanza, il commissario europeo ai Trasporti respinge la richiesta di fondi continentali – 160 milioni, su un totale di 6,2 miliardi – con la motivazione che la linea ferroviaria in questione collega soltanto due regioni interne allo stesso Stato: la Liguria e il Piemonte.

La cosa importante di questa affermazione è che il preteso collegamento con il famigerato Corridoio 24 – la Genova-Rotterdam-Anversa – strombazzato dai sotenitori della devastazione del territorio, non interessa affatto le istituzioni comunitarie.

Anzi, tenuto conto che le stesse approvano e finanziano ben tre progetti riguardanti il porto di Genova, è evidente che costoro considerano del tutto inutile la nuova linea ferroviaria anche per il semplice potenziamento dello stesso.

A questo punto a chi scrive pare ci siano gli estremi per denunciare le amministrazioni, convintamente favorevoli allo scempio ambientale, per danno erariale; loro vogliono continuare nella costruzione di una strada ferrata che ormai nessuno giudica utile: se proprio vogliono, la paghino gli amministratori pubblici favorevoli ed i loro accoliti, non la popolazione.

APPROFONDIMENTO
 
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view post Posted on 19/7/2015, 07:56

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Cassazione: "Assalto No Tav al cantiere di Chiomonte: non fu terrorismo"... e agli ignobili forcaioli Caselli e Rinaudo, al PD e alla loro stampa che su questo hanno fatto criminale campagna diffamatoria non succede niente?

Cassazione: "Assalto No Tav a Chiomonte non fu terrorismo"
Respinto il ricorso dei pm torinesi sui fatti del maggio 2013. Il difensore Novaro: "Spero che questa decisione sia la pietra tombale su quell'accusa "


La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso con cui la procura di Torino chiedeva venisse riconosciuta la validità dell'accusa di terrorismo a tre anarchici No Tav. , Accusati di aver partecipato all'assalto del 14 maggio 2013 al cantiere di Chiomonte, lo scorso 27 maggio sono stati condannati a due anni e dieci mesi di carcere dal tribunale di Torino, per reati minori. " Spero che questa decisione della Cassazione sia la pietra tombale sulla qualificazione giuridica di terrorismo. E spero che i corifei che hanno sostenuto la procura di Torino in questi anni si facciano qualche domanda"o ha detto l'avvocato Claudio Novaro, difensore dei No Tav insieme al collega Eugenio Losco, commentando il 'no' della Cassazione.
Pubblicato da maoist a 06:37

FONTE
 
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view post Posted on 25/7/2015, 11:18

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Val di Susa. Notte "movimentata" intorno ai cantieri della Tav


A conclusione del tradizionale campeggio estivo di Venaus, c'è stata una "passeggiata notturna" al cantiere della Tav di Chiomonte. Centinaia di attivisti del movimento No Tav che si oppone alla Torino-Lione, hanno dato vita ad un fitto lancio di petardi e fuochi d'artificio nella zona del cantiere, senza però riuscire ad avvicinarsi alle reti. La polizia che presidia ancora in forze tutta la zona, ha risposto con il lancio di alcuni lacrimogeni. Il corteo dei No Tav è arrivato al ponte della Clarea ma ha trovato il passaggio sbarrato dal betafence con le reti metalliche. Qui i no tav si sono divisi in due gruppi: il primo gruppo è rimasto sul sentiero principale riuscendo ad impedire l’avanzata della polizia, il secondo gruppo è salito verso il bosco riuscendo a raggiungere l’area del cantiere presidiata da centinaia di forze dell’ordine. L’assedio notav al cantiere è iniziato intorno a mezzanotte. La polizia ha cominciato a sparare molti lacrimogeni per cercare di allontanare i notav dai boschi ma il lancio di fuochi d’artificio e di petardi contro il cantiere non si è fermato. Dopo gli ultimi fuochi d’artificio sul cantiere, tutti i notav iniziavano lentamente a rientrare a Giaglione.

L’estate di lotta si avvia quindi verso la conclusione, col ritorno di centinaia di No Tav sui luoghi storici della mobilitazione. Un’estate che ha dimostrato a più riprese e in forme diverse che la militarizzazione della valle e gli attacchi della controparte non fermano la determinazione dei No Tav nel voler bloccare quest’opera inutile. Per chi pensa di fermare la lotta contro la Tav, ancora una volta il messaggio è stato chiaro…a sarà dura!
 
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view post Posted on 26/7/2015, 15:03

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NO TAV - nulla e nessuno può fermare una lotta giusta
Il nostro coraggio e le alte barricate


Basta guardare gli occhi di chi c’era stanotte per capire cos’è che può fare la differenza di questi tempi.
Sapere come ci si sente a marciare al buio, in un silenzio irreale dove al rumore dei passi e degli zaini che scricchiolano si aggiungono solo i canti degli animali della natura, che continuano le loro attività nonostante il nostro passaggio.
Sentire il cuore che batte un po’ più forte, quando si cammina stretti, con la mano che cerca l’umida pietra per non avvicinarsi troppo al dirupo, attenti a chi sta davanti e a chi c’è dietro…per non perdersi neanche un istante, per rinnovare ad ogni passo il coraggio consapevoli che ogni metro ci avvicina a chi ci è nemico.
Chi non c’è, e i giornali non lo racconteranno, non può sapere dei piccoli gesti di solidarietà che in questi momenti fanno la differenza, di come ognuno mette a disposizione ciò che ha e ciò che può
fare per essere d’aiuto, che si tratti del prestare un accendino, di aiutare a spostare un grosso tronco o di allungare un po’ di Maalox a chi retrocede dalle prime vie.
E poi c’è chi sta davanti, i nostri coraggiosi armati di un grande cuore e non solo di buone gambe.
Quella passata è stata una grande notte notte in Val di Susa.
In centinaia, dalla valle e da tutta Italia, ci si è ritrovati per questa intensa estate di lotta e per una passeggiata notturna che si sapeva determinata.
Tra blocchi, battiture, azioni di disturbo e l’iniziativa di stanotte in quest’estate di lotta il Movimento No Tav ha dato un buon segnale a tutti quei politicanti e affaristi che si riempiono la bocca con una parola che in questa valle non è di casa: pacificazione.
Come non sarà mai accettabile che a fronte di enormi disastri ambientali e una situazione di crisi che continua ad affaticare le vite di molti, avvenga un tale sperpero di denaro pubblico.
Uno schiaffo in faccia a chi rimane senza lavoro, a chi perde la casa, a chi non riesce a pagarsi le bollette, a chi per avere adeguate cure sanitarie deve aspettare troppi mesi, ai nostri figli che vanno a studiare in scuole fatiscenti.
In questi decenni di lotta generazioni di giovani sono cresciuti tra i presidi e i cortei No Tav, in tutta Italia la nostra lotta è diventata un simbolo di speranza e ogni anno da tutto il paese e dall’Europa sono tantissimi a passare di qua, per conoscere questa storia di Resistenza e dare il proprio contributo.
L’arroganza della politica e la violenza delle istituzioni si legittimano tra di loro, nel tentativo mal riuscito in tutti questi anni di piegare la nostra volontà a suon di militarizzazione del territorio, minacce, ricatti, denunce, processi e galera. Sicuramente l’hanno messa alla prova, ma essa è più forte di quanto forse anche alcuni di noi potessero immaginare.
Notti come quella appena passata dimostrano che, nonostante le difficoltà e queste nessuno le nega, la speranza di cambiare le cose e di decidere del nostro futuro continua ad essere più forte di ogni loro violenza.
Anche stanotte i nostri sentieri ci hanno aperto la via per arrivare al cantiere e il resto l’ha fatto il nostro coraggio, solido come le alte barricate che al buio abbiamo costruito per contrastare l’avanzata del nemico.
Avanti No Tav, la Resistenza si fa un passo alla volta!

http://proletaricomunisti.blogspot.it/2015...essuno-puo.html
 
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view post Posted on 26/7/2015, 15:27

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"I popoli in rivolta scrivono la storia, No Tav fino alla vittoria"


No Tav, scontri nella notte al cantiere di Chiomonte: lancio di razzi contro la polizia che risponde con lacrimogeni
No Tav, tafferugli nella notte al cantiere di Chiomonte: razzi e lacrimogeni
La recinzione intorno al cantiere di Chiomonte

TORINO - Hanno raggiunto la zona del cantiere della Torino-Lione, a Chiomonte, i No Tav che da ieri sera manifestano in Val Susa contro la nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità. I manifestanti, alcune centinaia, hanno lanciato fuochi d'artificio a cui le forze dell'ordine hanno risposto con alcuni lacrimogeni.

"I popoli in rivolta scrivono la storia, No Tav fino alla vittoria", lo slogan intonato dagli attivisti che si oppongono al 'supertreno' lungo i sentieri che da Giaglione, ieri sera luogo del loro ritrovamento, portano attraverso i boschi al cantiere della Tav. I manifestanti hanno realizzato alcune barricate artigianali per contrastare una eventuale avanzata delle forze dell'ordine, che presidiano la zona. La 'passeggiata notturna al cantiere', come viene definita la manifestazione dai No Tav, rientra tra le iniziative del movimento che da alcune settimane ha ripreso la protesta in Val Susa.
...nei giorni scorsi si sono susseguite le dimostrazioni rumorose e i tentativi di forzare o aggirare i cordoni delle forze dell'ordine. E sulla strada che porta al cantiere sono anche spuntati chiodi a tre punte, che hanno danneggiato le gomme delle auto di alcuni operai.

A tarda notte la 'passeggiata notturna' dei No Tav in Val Susa. I manifestanti, sono riusciti ad avvicinarsi alle reti del cantiere della Torino-Lione. E, dopo un fitto lancio di petardi e fuochi d'artificio, si sono scontrati con le forze dell'ordine - che avevano risposto con alcuni lacrimogeni - uscite dal cantiere. I No Tav hanno poi fatto rientro verso Giaglione, da dove ieri sera erano partiti in corteo.

fonte
 
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view post Posted on 3/8/2015, 10:04

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amianto nelle rocce del terzo valico dei giovi? ma va, che strano!


Pubblicato il 02/08/2015 di pennatagliente

E’ sempre brutto dire: avevo ragione; leggendo, però, la notizia che Il Lavoro/pagine genovesi di Repubblica fornisce – a pagina quattro dell’edizione di sabato primo agosto, a firma Stefano Origone – il primo pensero non può che essere quello.

Secondo quanto scrive il quotidiano estremista renziano – non certo, quindi, un covo di ‘pericolosi bolscevichi’, ma piuttosto di veri ultrà delle ferrovie ad alta velocità/alta capacità – gli operai che lavorano alla ‘finestra Polcevera’ del Terzo Valico ferroviario dei Giovi avrebbero trovato amianto nelle rocce; la logica conseguenza è stata che la Azienda Sanitaria Locale ha bloccato immediatamente il cantiere per metterlo in sicurezza.

Chi scrive – che segue la vicenda da molti anni, ormai – si sarebbe stupito che, nelle rocce in questione, non si fosse trovato alcunché: geologi indipendenti hanno segnalato da lungo tempo che nella zona interessata dagli scavi si sarebbe potuto trovare materiale amiantifero in proporzioni che sarebbero potute arrivare anche al cinquanta per cento.

Ora è proprio il Consorzio Collegamenti Integrati Veloci (Cociv), a segnalare la presenza di materiale mortifero nelle terre di smarino; ci si deve chiedere se finalmente cambierà qualcosa: a sentire il sindaco di Campomorone – il paese nel cui territorio insiste il detto cantiere di Cravasco – Paola Guidi, non ci sarebbero pericoli perché “nell’aria non sono state riscontrate fibre”.

E’ chiaro, però, che la movimentazione del terreno rischia di immettere quantità rilevanti di asbesto nell’aria, con conseguenze ben immaginabili per la popolazione; per difendere la salute pubblica occorre una cosa soltanto: farla finita con questa folle opera inutile e devastante.
 
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view post Posted on 6/9/2015, 14:20

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Nuova protesta contro l’alta velocità. Otto arresti in Val Susa



Ieri pomeriggio e poi di nuovo ieri in tarda serata un nutrito gruppo di No Tav provenienti dalla Val Susa ma anche da altre località del nord Italia ha manifestato vicino al cantiere della Val Clarea nell’ennesima iniziativa di contestazione alla devastazione del territorio e allo sperpero di risorse pubbliche per la realizzazione di una grande opera dannosa e costosissima.
Un gruppo di circa duecento attivisti ha dato vita nel pomeriggio alla «battitura» delle recinzioni mentre Turi Vaccaro, un noto pacifista siciliano, è riuscito a intrufolarsi all’interno del perimetro del cantiere prima di essere cacciato dagli agenti. Nel corso della manifestazione è stata eseguita una semina simbolica dei terreni circostanti. «Vogliamo ribadire ancora una volta che per noi quel cantiere di morte e devastazione va chiuso. La Valsusa che vogliamo non è cemento e recinzioni, non è un corridoio di traffico, ma una valle viva e verde» hanno spiegato i promotori della semina.
Dopo una prima fase relativamente tranquilla la tensione è salita con il buio, quando una trentina di attivisti ha iniziato contro il cantiere un lancio di pietre e petardi. Un reparto di polizia è però riuscito a dividere il gruppo dei manifestanti in due tronconi, uno dei quali non è più riuscito ad allontanarsi dalla zona militarizzata. Alla fine gli arrestati sono stati otto: tra di loro ci sono due studenti delle scuole superiori, uno di Torino e uno di Bologna, che sono stati portati al carcere minorile di Torino. Altri 4 arrestati sono invece studenti universitari torinesi, un altro è un attivista del centro sociale Askatasuna di Torino e un altro ancora un No Tav bolognese.

“Questi arresti non ci intimidiscono e non fermeranno la nostra lotta che è fatta di tanti momenti, tra cui le iniziative notturne contro quel cantiere che devasta e uccide il nostro territorio e il futuro di tutti.
Stasera confermiamo il presidio sotto il carcere delle Vallette, appuntamento alle 19 al capolinea del tre. Per mercoledì sera organizzeremo una fiaccolata di solidarietà a Bussoleno” scrivono i No Tav in un comunicato.
Subito scatenati, sul fronte opposti, i sindacati di destra ed estrema destra delle forze dell'ordine. Il Siap chiede che si vietino tutte le manifestazioni vicine al cantiere, il Sap da parte sua parla di "aumento di una deriva violenta ed eversiva".

* * *

8 arresti notav nella notte per iniziativa contro il cantiere


freedom
Ieri sera un nutrito gruppo di no tav ha cercato di avvicinarsi al cantiere della Val Clarea. Durante l’iniziativa un reparto di polizia è riuscito a dividere il gruppo in due tronconi uno dei quali non è più riuscito ad allontanarsi. Gli arrestati sono otto tra cui uno studente delle scuole superiori di Torino che è stato portato al carcere minorile di Torino. Altri 4 sono studenti universitari torinesi, un altro un compagno del centro sociale Askatasuna e due No Tav bolognesi.
Questi arresti non ci intimidiscono e non fermeranno la nostra lotta che è fatta di tanti momenti, tra cui le iniziative notturne contro quel cantiere che devasta e uccide il nostro territorio e il futuro di tutti.
Stasera confermiamo il presidio sotto il carcere delle Vallette, appuntamento alle 19 al capolinea del tre.

Per mercoledì sera organizzeremo una fiaccolata di solidarietà a Bussoleno.

liberi tutti, avanti notav!

http://www.notav.info/post/8-arresti-notav...ro-il-cantiere/
 
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view post Posted on 10/9/2015, 10:34

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La Valsusa non si arresta! Scarcerati i compagni
Gli 8 notav escono dal carcere


E ‘notizia di questa mattina che gli 8 notav arrestati nei giorni scorsi usciranno dal carcere questo pomeriggio. Chiaramente non saranno completamente liberi, tra arresti domiciliari e obblighi di dimora, ma saranno fuori da quelle finestre con le sbarre che hanno visto già troppi notav rinchiusi.
Il Gip Ambra Cerabon ha evidentemente respinto le solite accuse dopate dei pm con l’elmetto, Marco Gianoglio e Antonio Rinaudo che si erano affrettati a inserire vari capi d’imputazione nell’accusa. A differenza di altre volte il gip non ha sposato in pieno la tesi della procura che in questi anni ha fatto dell’uso della carcerazione preventiva, un rito ben abusato che ha trovato sempre piena collaborazione in altri gip.
Aspettiamo la loro uscita dal carcere e confermiamo la fiaccolata di questa sera alle 20.30 a Bussoleno.
Liberi tutti, Avanti NoTav!
di seguito la dichiarazione dell’avv. Claudio Novaro rilasciata a Repubblica
“La decisione del giudice mi sembra corretta ed apprezzabile e in linea con la disciplina della materia ispirata al principio del “minore sacrificio necessario”, vale a dire che la compressione della libertà personale vada contenuta entro i limiti minimi indispensabili a soddisfare le esigenze cautelari del caso concreto”. Il difensore ha poi aggiunto: “Ciò che stupisce, ancora una volta, è invece la richiesta della Procura, disattesa dal giudice, di applicare a tutti la custodia cautelare in carcere, richiesta che appare del tutto in contrasto con i principi costituzionali e con le recenti riforme adottate del legislatore, sulla scorta di plurime decisioni della Corte europea e della Corte costituzionale”
 
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view post Posted on 14/9/2015, 13:37

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I NOTAV Terzo Valico hanno ragione! Amianto, indagata la ditta per lo smaltimento



L'amianto frena il Terzo Valico indagata la ditta per lo smaltimento

La Htr di Roma non avrebbe rispettato le prescrizioni su sicurezza e prevenzione Dopo essere stata multata è stata denunciata alla Procura della Repubblica
SULL’amianto del Terzo Valico non molla “l’osso”, il procuratore capo Michele Di Lecce. Lui - ad Alessandria ricordato come un “mastino”, che ha fato fastidio ai colossi come Montedison e Michelin, con indagini sulla sicurezza in fabbrica - a Genova ha già indagato i vertici della ditta che ha in subappalto lo smaltimento del materiale.

Negli anni in cui Di Lecce ha guidato quella Procura, ha disturbato i colossi industriali, con indagini sugli ambienti di lavoro e sulla sicurezza degli operai: una riguardante il decesso di addetti nello stabilimento chimico della Montedison di Spinetta Marengo; l'altra alla Michelin, con 5 dirigenti a processo. E a Genova ha già iscritto i titolari della Htr, l'azienda che dal Cociv (società di Impregilo, general contractor del Terzo Valico) ha in subappalto lo smaltimento delle rocce ricche di amianto, provenienti dagli scavi del passante ferroviario ad Alta Velocità.

La società romana è chiamata a rispondere di violazioni sulla sicurezza degli ambienti di lavoro, tanto da essere stata sanzionata dalla Asl Tre: prima con una multa (varia da 1500 a 3000 euro a seconda degli articoli), poi con la segnalazione alla Procura della Repubblica. A fine agosto, infatti, i tecnici dell'Uopsal (acronimo che sta per Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro) sono piombati nei cantieri di Cravasco, spediti appunto dal procuratore capo di Genova che qualche giorno prima aveva ricevuto due esposti da parte di attivisti No Tav. Di Lecce aveva ricevuto ben due esposti: uno da parte di attivisti No Tav, l'altro dai consiglieri di due gruppi di minoranza del Comune di Campomorone, il Movimento 5 Stelle e Altra Campomorone.

Le denunce, con allegate fotografie, segnalavano le "violazioni delle norme di trattamento delle rocce con percentuali di amianto superiori al grammo per ogni chilo di materiale". «Che, in queste condizioni, non sono più semplici rocce da scavo, ma di rifiuti speciali - spiega Attilio Businelli, direttore dell'Uopsal - pertanto, devono essere trattate come tali, con opportuni accorgimenti e prescrizioni». Non possono essere inviate ai riempimenti del porto o per la "coltivazione" di vecchie e dismesse cave. Sigillate, devono essere trasferite in opportune discariche controllate. Gli ispettori hanno accertato che nei piazzali di raccolta dello "smarino" non sono rispettate le prescrizioni dettate dal piano di lavoro. I detriti non verrebbero bagnati e chiusi ermeticamente nei sacconi, nei cosiddetti "big bags", appunto per evitare che le fibre di amianto si volatizzino nell'ambiente; e gli operai non adotterebbero i dispositivi di protezione per evitare l'inalazione.

* * *

la Santa Inquisizione contro i NOTAV non demorde..il 15 ottobre solidarietà in aula!
"No Tav terroristi": il pg Maddalena riporta l'accusa in aula in Appello




l 15 ottobre prima udienza in Appello per i quattro attivisti: il procuratore generale di Torino sosterrà le tesi dei pm respinte in primo grado: "Atto di guerra contro lo Stato per condizionarlo"

IL 15 OTTOBRE gli imputati del movimento No Tav torneranno nell'aula della Corte d'Appello e troveranno il Procuratore generale Marcello Maddalena a sostenere l'accusa. Sono i quattro giovani attivisti arrestati per aver assalito il quartiere di Chiomonte nella notte tra il 13 e il 14 maggio del 2013 e imputati in primo grado anche di attentato con finalità di terrorismo dai pm Antonio Rinaudo e Andrea Padalino, accusa dalla quale furono assolti. Ed è proprio l'importanza giuridica e politica del processo, e delle molte polemiche che accompagnarono già il primo grado, ad aver fatto decidere a Maddalena di impegnarsi in prima persona nel processo, il penultimo prima della pensione (dopo ci sarà ancora l'appello di Francesco Furchì, condannato per l'omicidio dell'avvocato e consigliere comunale Alberto Musy).

Si tornerà a parlare di terrorismo, e per capirlo basta leggere le 130 pagine scritte da Rinaudo e Padalino per chiedere l'appello fissato per ottobre. "L'assalto nella notte tra il 13 e il 14 maggio- scrivevano i due pm- si colloca nell'antagonismo estremo, un atto di guerra contro il nostro Stato, per condannare le sue scelte di politica economica o condizionarlo nelle sue scelte future ". Mentre i discorsi fatti in aula dai quattro imputati sono, per Rinaudo e Padalino, "espressi nel puro stile delle rivendicazioni di azioni terroristiche".
"Mi pare un processo importante, dove è giusto che ci sia il procuratore generale a rappresentare l'ufficio" dice Marcello Maddalena, che sostiene di voler esprimere le sue linee di merito soltanto nell'aula processuale, "per correttezza ". Ma, in quell'aula, Maddalena andrà a sostenere le ragioni dei pubblici ministeri del primo grado.

Rinaudo e Padalino avevano contestato, per la prima volta nel caso dei No Tav, ai quattro imputati i reati di "attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, oltre che detenzione di armi da guerra e danneggiamenti". Una tesi accolta anche dal tribunale del riesame nel gennaio del 2014, con la motivazione che l'attacco al cantiere fu un'azione terroristica "idonea ad arrecare grave danno allo Stato". "L'azione è stata posta in essere - aggiungono i giudici - allo scopo di costringere i pubblici poteri ad astenersi dalla realizzazione di un'opera pubblica di rilevanza internazionale ". La vicenda finisce in Cassazione, dove il 15 maggio il giudizio del riesame di Torino è ribaltato: non si possono accusare i quattro di terrorismo perché non c'è stato un "grave danno per un Paese o un'organizzazione internazionale " e perché non si è "creata un'apprezzabile possibilità di rinuncia da parte dello Stato alla prosecuzione delle opere per l'Alta Velocità". La sesta sezione penale chiede un nuovo giudizio al tribunale del riesame, sostenendo che esiste una "sproporzione di scala tra i modesti danni materiali provocati e il macroevento di rischio cui la legge condiziona la nozione di terrorismo" e parlando di "una ricostruzione dei fatti non sufficientemente argomentata, per poi desumerne comunque conseguenze giuridicamente scorrette". Gli imputati rinunciano a tornare al riesame, e aspettano la sentenza di primo grado, che li assolverà dall'accusa di terrorismo condannandoli invece per reati meno gravi. Tre anni e sei mesi per detenzione di armi da guerra (in relazione all'uso di bottiglie molotov), danneggiamento seguito da incendio e violenza a pubblico ufficiale.

Nel frattempo, alla vicenda erano stati dedicati anche appelli e convegni, come quello del 13 maggio 2014 al campus Einaudi con Amedeo Cottino, Carlo Freccero, Peppino Ortoleva e Maurizio Riverditi. L'assenza di condanne per terrorismo (un reato attribuito anche ai tre successivi imputati, condannati anche loro solo per reati minori) aveva, in qualche modo, rimosso dalla scena giuridica e politica uno dei momenti di più alta tensione in relazione al movimento No Tav e alla Val di Susa. E nel frattempo le inchieste e i processi dedicati al movimento si erano fatti più rari, fino al punto di redistribuire in altri pool i sostituti che se ne erano sempre occupati, nell'ultima geografia della Procura stabilita da Armando Spataro. Anche gli ultimi fermi, relativi alle "scampagnate" notturne al cantiere di questa fine estate, sono stati affidati a Andrea Padalino e Marco Gianoglio, senza più una specifica squadra di sostituti.

Ora questa parola, che per alcuni appartiene "a un preciso significato e periodo storico" e non può essere usata contro "ogni forma di protesta" tornerà in un'aula, richiamando l'attenzione su un movimento del quale si parla ormai poco. Un processo importante, che ha spinto Marcello Maddalena a esserci di persona per la penultima volta nella sua lunga carriera.

http://proletaricomunisti.blogspot.it/
 
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view post Posted on 22/9/2015, 13:17

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No Tav. Chiesti otto mesi di carcere per (il sionista) Erri De Luca





Alla Procura di Torino giganteggia una visione del diritto e della giustizia decisamente anomala. Per aver detto, in una intervista ormai famosa, che il Tav in Valsusa, opera inutile, costosa, violenta e osteggiata dalla popolazione residente, "andava sabotato", lo scrittore Erri De Luca è stato denunciato e rinviato a giudizio. E già questo sembrava un'enormità.

Al processo, stamattina, il pm Antonio Rinaudo ha chiesto addirittura otto mesi di reclusione per "istigazione al sabotaggio". "Nelle interviste rilasciate pubblicamente - ha detto il pm - lo scrittore ha commesso incitazione a commettere il sabotaggio. È indiscutibile che si debba concludere arrivando alla penale responsabilità dell'imputato riconoscendo comunque le attenuanti generiche per il comportamento processuale e perché non si è mai tirato indietro rispetto alle domande dell'accusa e del giudice".
Erri, presente, in aula, non si scomposto e ha rilanciato con qualche ironia: "Non sono un martire, non sono una vittima, sono un testimone della volontà di censura della parola. Sono stupito della differenza tra gli argomenti prodotti e l'entità della pena richiesta. Mi sarei aspettato il massimo. Questa sentenza sara' un messaggio sulla libertà di espressione".

Qui il sionista de luca
 
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view post Posted on 4/10/2015, 15:07

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Tav-Val di Susa... il moderno fascismo che avanza nel nostro paese è volto a frenare ogni azione che possa ostacolare la dittatura del profitto del Capitale
notav parlamentari europei
Botte e spintoni agli europarlamentari in visita al cantiere tav di Chiomonte
Quanto accaduto in questa due giorni valsusina di visita al cantiere tav Torino Lione da parte di un folto gruppo di europarlamentari rasenta la follia… o forse no. Partiamo con i fatti, da oggi, sabato 3 ottobre. Era in programma una visita congiunta di eurodeputati al cantiere, passando dal comune di Giaglione, andando verso la val clarea, lungo la strada percorsa dai proprietari dei terreni limitrofi alle recinzioni. L’appuntamento è pubblico, pubblicizzato da tempo attraverso i quotidiani, le televisioni e i social media, alle ore 9.30 partenza dalla piazza di Giaglione.
Si parte insieme, proprietari dei terreni, deputati, giornalisti e attivisti no tav. Dopo circa un’oretta di cammino ecco però la sorpresa (situazione assai comune però ai semplici cittadini), la strada è sbarrata, “problemi di ordine pubblico, non si passa”. Decine di poliziotti, un idrante e alcuni mezzi impediscono l’accesso alla val Clarea, ben lontani dall’area recintata e occupata dal cantiere ma così è, impossibile proseguire. Alcuni tra i quali la deputata Fiorenza, la Beghin, Marco Valli e altri ancora chiedono spiegazioni, si presentano, spiegano le ragioni della visita, il prano in compagnia per loro preparato ma nulla. Il sostituto del prefetto è irremovibile, non si passa rispondendo addirittura che se una telefonata fosse stata fatta ieri… Citando articoli e norme tra le quali il diritto di libera circolazione, il ruolo ispettivo senza preavviso di cui gli eurodeputati dispongono (che non è un loro diritto ma un dovere istituzionale per la salute pubblica, la trasparenza e il controllo) decidono così di non fermarsi all’alt insolente delle forze di polizia italiane.
Così decine di persone vengono coinvolte in una carica, scaraventate a terra, eurodeputati compresi, e subiscono pressioni e calci. Alcuni ancora in questo momento stanno ricorrendo a cure mediche. Quello che purtroppo sembra essere una pratica quotidiana in valle di Susa ha oggi superato ogni tipo di limite. Al di sopra di ogni legge e di ogni decenza. Se poi estendiamo quanto accaduto oggi a quanto successo ieri e cioè al deragliamento del trenino che si muove all’interno del tunnel geognostico e che stava trasportando gli operai e i deputati raggiungiamo il ridicolo.
La verità ovviamente sta scritta tutta nei numeri, 26 mld di euro di progetto non trovano freni nè ostacoli. Chi si frappone tra la ricchezza pubblica o debito che sia e chi la vuole incassare costruendo un’opera inutile va schiacciato. Una strana connivenza tra apparati dello stato, forze di polizia, magistratura e imprese di costruzione, tra politica ed economia. L’uno che protegge l’altro, assolutamente non lecito per nessuno, eurodeputati compresi fare domande o sollevare dubbi.
Un cantiere che sa sempre più di macina spremi denaro, protetto senza timore di nulla, nè di legge nè di opinione pubblica dai vari attori della commedia-tragedia Torino Lione, oggi un poliziotto che picchia sul campo, domani un giudice o un procuratore, poi magari un ministro, un capo di governo e molto altro ancora.
 
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view post Posted on 20/10/2015, 16:12

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Licenziata educatrice de Le Vallette per una maglietta No Tav



A Torino le strutture repressive sono e si sentono fuori controllo, "costituenti" di una un nuovo prdinamento giudiziario e legale, a qualsiasi livello.

Basta leggere questo articolo da Repubblica, rigorosamente nella sola edizione locale (sia mai detto che si possa disturbare il lettore a livello nazionale, ne andrebbe di altri voti persi per il Pd...), per far salire alla mente qualcosa più che cattivi pensieri. Il fascismo reale è questa roba qui...

*****

In carcere con t-shirt "No Tav", educatrice licenziata in tronco
JACOPO RICCA

L'amministrazione penitenziaria: "E' amica degli anarchici". Lei. "Sempre stata corretta, mi negano il lavoro"

Quanto costa essere No Tav? Forse non la libertà di parola, ma un posto di lavoro nella casa circondariale Lorusso e Cutugno almeno si. Almeno questo è quello che pensa Angela Giordano, educatrice a contratto nel padiglione E delle Vallette rimasta senza lavoro dal 17 settembre probabilmente per una maglietta No Tav indossata prima delle state mentre faceva terapia con i suoi pazienti e per un abbraccio a un'amica incontrata all'uscita dal lavoro, e quindi dal carcere, durante un presidio di solidarietà agli arrestati per gli assalti al cantiere di Chiomonte.
Da quella mattina di settembre per lei le porte del carcere non si sono più aperte: «Sospensione temporanea del permesso di accesso» le ha detto la guardia all'ingresso «Motivi di sicurezza» la spiegazione. Quel provvedimento temporaneo il 30 settembre è diventato definitivo, sempre per decisione del direttore della struttura Domenico Minervini. La motivazione ufficiale fa riferimento a due episodi: «Essersi intrattenuta scambiando baci e abbracci con simpatizzanti dell'area anarco-insurrezionalista» e ancora «aver pubblicato sul suo profilo Facebook numerose fotografie di anarchici recentemente arrestati».
L'associazione Morgana, con cui aveva una collaborazione a partita Iva da 40 ore settimanali, non ha potuto far altro che accettare la decisione della direzione e da settembre non ha più pagato la donna. L'organizzazione infatti gestisce, in convenzione con il Sert di corso Lombardia, i percorsi riabilitativi per i detenuti tossicodipendenti e il carcere è l'unico posto di lavoro: se non puoi entrare non lavori.
Tutto però è iniziato con una maglietta, indossata prima dell'estate, dove campeggiava la scritta No Tav. Un t-shirt di quelle comprate per finanziare la lotta contro il treno ad Alta velocità che non è passata in osservata e ha suscitato le critiche dei superiori: «Non è un abbigliamento consono, può essere visto come una provocazione» gli avvertimenti fatti all'educatrice che da quel momento aveva smesso di mettere la maglietta e non si sarebbe aspettata di perdere il lavoro per quello.
La donna conferma di essere simpatizzante del movimento No Tav, ma assicura di non aver mai avuto rapporti con gli anarchici e l'incontro cui si fa riferimento nel provvedimento è avvenuto a metà settembre, quando era stato organizzato un presidio in solidarietà degli 8 arrestati dove uscendo del lavoro è stata chiamata da una sua amica che partecipava alla manifestazione. E anche le foto, ancora visibili sul suo profilo social, ritraggono i giovani che avevano assaltato il cantiere di Chiomonte e che non appartengono all'area anarchica, ma all'autonomia torinese. Il suo legale, Roberto Lamacchia, spera che si sia trattato di un malinteso: «Non era mai successa una cosa simile e le motivazioni che abbiamo non rispondono alla realtà – spiega l'avvocato – Nei prossimi giorni cercheremo di ottenere una revoca».
Il direttore del carcere Minervini invece non vuole entrare nel merito della decisione, ma precisa: «Io ho scritto nel provvedimento le motivazioni. Per volontari e dipendenti di enti convenzionati si valuta il comportamenti e si prende una decisione sulla correttezza. All'inizio non avevamo spiegato le circostanze che mi hanno fatto prendere questa decisione, ma ora sono nero su bianco». Critica l'associazione Antigone: «Serve più chiarezza e un contraddittorio su queste decisioni – commenta Giovanni Torrente del direttivo del gruppo che tutela i diritti dei detenuti – A monte c'è la questione che l'amministrazione penitenziaria ha un potere quasi feudale e con le esigenze di sicurezza giustifica qualsiasi scelta. Questo dovrebbe cambiare».

http://contropiano.org/malapolizia/item/33...aglietta-no-tav
 
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221 replies since 27/2/2012, 11:31   4043 views
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