Comunismo - Scintilla Rossa

No TAV

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view post Posted on 9/7/2014, 11:13

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Per un’estate di lotta notav


Anche quest’anno, qui nei luoghi storici della nostra resistenza e in questa Valle che da oltre un ventennio non si arrende, ci prepariamo ad una nuova estate di lotta.

In questi mesi abbiamo continuato a mettere in campo tutte le nostre energie per affrontare ogni duro momento che abbiamo incontrato lungo il nostro cammino e per continuare questa battaglia con intelligenza e pazienza.

Molte cose sono cambiate dagli scorsi anni.

La talpa,anche se molto più lentamente di quanto vorrebbero, scava e il cantiere è una realtà che devasta e inquina il territorio circostante.

Esercito, militarizzazione e controllo del territorio sono realtà con cui noi Valsusini abbiamo imparato a fare i conti quotidianamente, ma non ci abituiamo a questa situazione, anzi è pratica collettiva lavorare per inceppare questo meccanismo, a partire dalle più piccole iniziative fino ad arrivare alle manifestazioni di massa che continuano a dimostrarci quanto sia solida la nostra forza nonostante il passare del tempo.

La Procura Torinese ha continuato durante quest’anno ad indossare l’elmetto, consapevole ormai che un movimento come quello No Tav non può essere scalfito da qualche denuncia e da titoli roboanti sui giornali. Ed ecco il tentativo, che addiritura la Cassazione valuta spropositato, di incarcerare quattro di noi con l’accusa di terrorismo. La risposta, non scontata al giorno d’oggi ma spontanea per il movimento, è stata quella di stringersi ancora di più attorno agli arrestati, alle loro famiglie e mettere in piedi una campagna per la loro liberazione che sappiamo ben presto avverrà.

In questo paese sempre più devastato dalla crisi, solo più in pochi riescono a credere che si troveranno i soldi per portare avanti un’opera così costosa e i lavori, con le promesse dei vari politicanti, una dopo l’altra si infrangono contro una realtà fatta di povertà sempre più diffusa tra la popolazione.

Se da un lato la Francia e diversi altri paesi europei fanno molti passi indietro, ogni nuovo governo italiano fa automaticamente sua la battaglia per la costruzione della Torino-Lione, da destra a sinistra, senza se e senza ma. Troppi sono gli interessi in gioco, troppo comodo ed assodato il sistema per ingrassare le tasche dei soliti noti. Per loro sfortuna però, prima o poi, sono tutti costretti a fare i conti con i fatti e, soprattutto, con il movimento che compatto continua il suo percorso di opposizione.

I grandi appalti, da sempre portatori di notevoli interessi, anche in Valle sono sempre più in odor di mafia nonostante in molti si affannino ad elevare il cantiere di Chiomonte come esempio di una trasparente gestione. Purtroppo per loro oggi ci sono anche le carte che parlano chiaro.

Abbiamo imparato in questi anni che i nostri luoghi di battaglia sono molti. Sul territorio, nelle piazze, in tribunale, nell’informazione e su ognuno di questi ambiti quotidianamente ci attrezziamo e giochiamo le carte a nostra disposizione.

Non lasciamo nulla di intentato consapevoli che, alla fine, saremo noi a determinare il risultato di questa giusta battaglia grazie al nostro coraggio e al nostro spirito indomabile.

Con l’inizio dell’estate un nuovo fronte di questa battaglia dev’essere riaperto in tutti i luoghi che valuteremo necessari e con le modalità che decideremo di darci, ma con la consapevolezza che quella che sta arrivando dovrà essere un’altra importante estate di lotta.Inviatiamo pertanto in Valle tutti i No Tav che vorrano unirsi a noi nei mesi estivi, dando alcune indicazioni generali che verrranno definte meglio poco alla volta:

Da questa settimana si apre l’accoglienza presso il campeggio di Venaus che fino all’11 luglio sarà autogestito. Pertanto tutti sono invitati a portare il necessario per prepararsi da mangiare ed attenersi scrupolosamente alle indicazioni che il movimento darà.
L’11, il 12 e il 13 luglio,sempre a Venaus, ci sarà una tre giorni nazionale di discussione, confronto e iniziative in cui temi principali saranno l’estate in corso e le lotte che vedranno protagoniste le varie realtà italiane nella stagione autunnale.
Dal 17 al 27 luglio, mentre continuerà ad essere garantita l’accoglienza al presidio di Venaus, il movimento No Tav organizza la marcia/campeggio itinerante contro il Tav. Tappe della marcia saranno Avigliana, Vaie, San DIdero, Bussoleno, San Giuliano di Susa , Venaus e Chiomonte. Per poi concludersi con la consueta marcia Giaglione / Chiomonte.
L’estate continuerà poi per tutto agosto ma il resto lo costruiremo insieme, strada facendo

Ci vediamo in Valsusa!

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view post Posted on 9/7/2014, 18:58

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‘Ndranghetav: tra gli arresti la ditta che asfalta per la polizia nel cantiere


tratto da notav.info

Lo avevamo detto e scritto sulle montagne. Lo diciamo meglio oggi, dopo gli arresti avvenuti in Piemonte nell’ambito dell’operazione “San Michele” condotta dai Ros dei carabinieri e disposta dalla Procura distrettuale Antimafia di Torino.
Venti arresti e molti indagati, tutti infilati per bene nel sistema delle opere (grandi o piccole) pubbliche del Piemonte, con un’occhio di riguardo allo smaltimenti dei rifiuti pericolosi provenienti dai cantieri.

I titolisti dei giornali si sbracciano nello scrivere che la criminalità organizzata “puntava al cantiere Tav della Torino Lione, evidentemente imbeccati dai magistrati con conferenze stampa e comunicati. C’è anche chi come il solito Esposito plaude all’operato delle forze dell’ordine e dei magistrati, perchè non hanno fatto infiltrare la ndrangheta nel suo bene amato cantiere.

Invece c’è molto di più di quello che si vuole far apparire in questa vicenda: il cantiere Tav è stato ben toccato, anzi ben “asfaltato”, dagli imprenditori arrestati oggi, e una delle cave in questione è quella tra Chiusa San Michele (stesso nome dell’operazione) e Sant’Ambrogio, luogo oggetto d’indagine e crimini non ancora avvenuti perchè bloccati dagli arresti di oggi.

E’ meglio essere chiari in questa vicenda, se no rischiamo di fare il gioco di chi plaude al lavoro degli altri e chiude gli occhi di fronte all’evidenza. Giovanni Toro, titolare della Toro srl, arrestato oggi nell’inchiesta ha già svolto lavori nel cantiere, e pensate un po' come? Su richiesta delle forze dell’ordine, infatti il piccolo imprenditore arrestato ha già eseguito importanti lavori proprio presso il cantiere del tunnel geognostico di Chiomonte provvedendo, come scritto sulla Relazione finale dei lavori del contratto C11119 “alla bitumatura della viabilità interna di cantiere, richiesta dalle forze dell’ordine e formalizzata attraverso l’Ods n R-02”. I lavori erano stati dati in subappalto dall’appaltatore che, guarda caso, era un’ATI formata da due imprese locali di proprietà di persone già citate nell’inchiesta Minotauro. Inoltre facevano parte dei due contratti relativi a lavori di recinzione del cantiere, oggetto oltre un anno fa di un esposto presentato in Procura da numerosi Sindaci ed amministratori locali.(leggi il cantiere di Virano).

Nel merito delle solite ditte Tav della Valle di Susa, tanto osannate dai vari ministri che sono venuti in visita al cantiere, c’è da dire che è indagato a piede libero l’imprenditore valsusino Ferdinando Lazzaro, che avrebbe chiesto a Toro di poter usare la sua cava per nascondere tonnellate di rifiuti. Ma i carabinieri sono riusciti a bloccare un camion carico di detriti, pronto per essere svuotato. Anche qui ci si affretta a dire che i rifiuti non provenivano dal cantiere Tav, diamolo per buono, ma quali altri lavori ha in piedi Lazzaro?

Quindi parliamo chiaramente di ‘Ndranghetav è inutile girarci intorno, e sappiamo di certo che nelle stanze di Ltf l’umore non è dei migliori.

Ma torniamo al dibattito politico che si dovrebbe aprire e alle responsabilità dirette che ci sono: com’è possibile che i notav vengono incarcerati e chi fa affari con e per le mafie viene invitato nel cantiere per rifare le strade alle forze dell’ordine.

E ancora, dopo la campagna di santificazione degli imprenditori colpiti dai notav, com’è possibile che in ogni inchiesta sulla criminalità organizzata spuntino fuori i soliti nomi, che anche se non direttamente indagati o arrestati, sono sempre parte dei rapporti criminali.

Il cantiere della Maddalena è stato costruito dopo aver sgomberato con la forza i notav con l’ausilio di queste ditte, poi è stato recintato e asfaltato sempre da questi personaggi che compaiono in tutte le inchieste, e qualcuno ha ancora coraggio di avversare la giusta lotta del movimento notav, che queste cose le ha dette e scritte senza aspettare le inchieste della magistratura, che al contrario ha da tempo scelto come nemico pubblico proprio il movimento.

Alleghiamo qui il contratto da notare pag 76 del pdf. ->All 3 conratti c 11070 c 11119

Il documento è stato prodotto da LTF al Tar Lazio nell’ambito di un ricorso presentato dalla Comunità Montana, ed è veramente surreale che prima vi sia il protocollo di intesa tra LTF e Prefettura per evitare le infiltrazioni e poi, dopo poche pagine, C’è SCRITTO NERO SU BIANCO CHE UN SUBAPPALTO è STATO AFFIDATO AD UNA DITTA CLASSIFICATA OGGI COME APPARTENENTE ALLA ‘NDRANGHETA.

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view post Posted on 11/7/2014, 19:27

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Contro l'ennesima vendetta/montatura al movimento NO_TAV, solidarietà ai compagni arrestati
NoTav. Altri arresti per l'attacco al cantiere del 13 maggio


Verso le 5.30 di questa mattina, la polizia si è presentata in grande stile, incappucciata e con armi alla mano, nelle abitazioni di quattro attivisti notav. L'operazione ha portato all'arresto di tre persone tra Milano e Lecce e ad almeno una perquisizione, nell'ambito dell'indagine che portò il 9 dicembre scorso all'arresto di 4 attivisti notav, accusati di terrorismo.
A richiedere le misure i due pm con l'elmetto Andrea Padalino e Antonio Rinaudo, che evidentemente scontenti della decisione della corte di cassazione che ha negato la configurabilità del reato di terrorismo, ora puntano a prendersi la loro personale, quanto ridicola, rivincita, pensando bene di proseguire l'indagine riguardante l'assalto notturno al cantiere della Tav di Chiomonte tra il 13 e il 14 maggio 2013. L'operazione di oggi è significativa di come i due Pm cerchino ora di allargare il raggio di azione, andando a colpire altri compagni e compagne.
Secondo le prime informazioni, i tre arrestati questa mattina sono accusati di fabbricazione e porto d’armi di "armi da guerra e congegni esplosivi", danneggiamento, incendio e violenza a pubblico ufficiale aggravata. Sono tuttavia da verificare l'esattezza dei capi di imputazione, mentre i tre sono tutt'ora in questura. All'interno dell'operazione di questa mattina, anche una lunga perquisizione a casa di una quarta persona, sempre nel milanese.
Una prima diretta sugli arresti di stamattina da Radio BlackOut
 
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view post Posted on 26/7/2014, 11:18

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Val Susa. Giornata e notte di lotta popolare In evidenza


Nella notte di ieri gli attivisti del movimento No Tav sono tornati a manifestare la loro ferma oppposizione, manofestando fino a raggiungere il cantiere di Chiomonte. La zona è stata illuminata da petardi e fuochi d'artificio, a cui le forze dell'ordine hanno risposto con il solito fitto lancio di lacrimogeni.

Un sostituto commissario di polizia ha deciso di farsi "refertare" (e prendere qualche giorno di "malattia") accusandodolori dopo che un petardo lo ha colpito ad una caviglia. Le cosiddette forze dell'ordine hanno trovato e sequestrato nella zona un ponte artigianale, costruito con legno e fil di ferro, e utilizzato dai manifestanti per attraversare il torrente Clarea.

Inarrivabile e degna della migliore commedia all'italiana la reazione del ministro Lupi, addetto alle infrastrutture e capo fan dell'alta velocità: "Siamo davanti ad eventi criminali compiuti da persone, alcuni vengono anche dall'estero, che vogliono utilizzare un'opera per attaccare lo Stato. Non avranno alcun spazio".

L'autostrada del Frejus Torino-Bardonecchia, chiusa intorno alla mezzanotte dopo che alcuni pneumatici avevano preso fuoco nella galleria di Giaglione, è stata riaperta intorno alle 3.30. All'interno del cantiere, dove le attività sono state sospese per precauzione, il lavoro è ripreso al termine della manifestazione.

Non ha voluto far mancare il suo apporto umoristico neanche il sanatore Pd Stefano Esposito, che si è esibito con le agenzie di stampa sul tema a lui più caro: "il solito triste copione" scritto da "teppisti, anarchici e autonomi, italiani ed europei".

La protesta ha preso corpo nei giorni scorsi, quando la mobilitazione imperniata sul campeggio itinerante si è condensata, martedì, in un "consiglio comunale aperto", con la partecipazione degli amministratori di quasi tutti i comuni della Valle (con non poco imbarazzo del Pd, cui sono ufficialmente iscritti parecchi dei convenuti) al termine del quale è stata approvata una delibera contro il Tav che respinge ogni proposta di compensazione economica. Alla faccia di chi prova da anni, con impegno che sarebbe meglio utilizzato altrove (per esempio: nell'individuazione delle imprese di subappalto legate a mafia e 'ndrangheta), a disegnare una inesistente contrapposizione tra la "brava gente disinformata della Valle" e "gli anarco-tettoristi che vengono anche dall'estero".

E mentre gli amministratori della Valle di Susa contrari alla ferrovia Torino-Lione fanno i loro passi istituzionali - Susa e Condove hanno anche annunciato il ritiro dei loro rappresentanti dall'Osservatorio sulla Torino-Lione, presieduto dal feldmaresciallo Mario Virano - gli attivisti movimentano le piazze. Si blocca l'autostrada del Frejus, si "disturba" una delle ditte impegnate nel cantiere di Chiomonte, si manifesta a Susa davanti all'hotel che ospita le forze dell'ordine.

Da NoTav.info

Ieri notte la passeggiata notturna al cantiere ha riportato alla luce la battaglia della Valle di Susa contro il sistema Tav.

Utilizzando un detto francese che ben fa capire cosa intendiamo “On a remis l’église au milieu du village” ovvero abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio; il movimento notav ha riportato al centro la sua molteplice iniziativa popolare ormai ventennale, fatta di resistenza popolare, composta da bandiere ai balconi, marce, raccolte di firme, dibattiti, volantinaggi e iniziative di contrasto al cantiere.

Non c’è nulla di cui stupirsi perchè i notav abbiano assediato il cantiere, è già avvenuto moltissime volte e altre avverrà ancora. E’ normale, il centro del problema è quello, ed è quel mostro illuminato a giorno anche di notte che erode terra, rocce, bosco e soldi pubblici.

Erode presente e futuro non solo più alle Valle di Susa, ma a tutto il Paese attraverso falsità tecniche ed economiche che politici e corte di turno continuano a raccontare.

Ma dopo l’ennesima iniziativa dell’estate di lotta abbiamo rimesso al centro del villaggio anche tutto quello che è il sistema tav, fatto di tanti personaggi che si uniscono in un sol coro quando c’è da difendere l’indifendibile. Quel cantiere rappresenta un buco nelle casse pubbliche di proporzioni enormi: gli stessi che oggi si scagliano con paroloni contro i notav, sono gli stessi che si sono fatti asfaltare una strada lì dentro da aziende in puzza di ndrangheta, che non sanno neanche controllare i certificati antimafia, che indebitano questo Paese per una crociata che serve solo ad alimentare il potere politico ed economico che detengono ormai al lumicino.

Sentissimo questi paroloni dai vari Lupi o Chiamparino quando cade il tetto di una scuola, quando un fiume esce dai propri argini per un pò di pioggia o quando una famiglia viene sfrattata e buttata in mezzo alla strada. Non li sentiamo mai, eppure la vicenda Tav è direttamente collegata a tutte le mancanze di questo Paese, perchè frutto di una scelta che i vari governi si sono tramandati: quelli di investire soldi pubblici in quel buco inutile piuttosto che in tante piccole opere di cui i territori avrebbero bisogno.

Ma del resto nemmeno i mercenari che lavorano per il Tav sono presi in considerazione, forze dell’ordine, militari e operai respirano polveri che nessuno sa veramente quanto sono nocive, e si lamentano delle condizioni in cui lavorano (leggi Tra cessi e maleducazione: i mercenari del sistema tav), quindi cosa c’è da aspettarsi.

Ltf ha recentemente detto ad un processo che dall’inizio del cantiere per la sicurezza sono stati spesi già 10 milioni di euro tra telecamere, reti, muri e fari (chissà che cresta!); a suo tempo il Sap disse che la sicurezza al cantiere costa 90 mila euro al giorno. Tutti soldi pubblici per difendere un’opera inutile e dannosa che non avrebbe senso di esistere se solo non rappresentasse il bancomat della politica.

La magistratura da oltre due anni tenta di mettere fuori gioco più notav possibili per far proseguire indisturbato questo sistema di dissanguamento delle casse pubbliche, arrivando ad accusare il movimento di terrorismo.

Eppure ieri sera i notav erano lì, come sempre, senza paura, e sabato saranno in marcia di nuovo tra gli stessi sentieri, che un tempo erano nostri e che oggi sono frequentati dai blindati della polizia.

Si rassegnino i vari Lupi o Chiamparino che oggi dice che non esiste un popolo notav. Il Ministro Lupi si dovrebbe vergognare di portare le scolaresche a visitare il cantiere.

Si rassegnino questo è il popolo notav che non ha mai smesso di lottare e che non smetterà di farlo.

E’ il popolo notav che decide le inziative, ne decide il tenore e l’intensità da sempre, solo che non ci sono titoloni sui giornali quando fa tutte le altre attività che fa di solito, smontando quotidianamente le balle che vengono raccontate.

Ecco ora abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio.

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view post Posted on 28/7/2014, 19:32

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un metodo sbagliato e controproducente


pennatagliente
La notizia ha girato per circa una settimana su Internet; una festa No Tav-Terzo Valico sabato due agosto a Bosio (Al), in piazza 1° Luglio – meglio conosciuta dagli abitanti come piazza Mogge – nel pieno dell’agosto bosiese: un evento, insomma.
Bene, penso: finalmente qualcuno ha avuto l’ottima idea di provare a confrontarsi con la popolazione di un paese non direttamente colpito da questa calamità in-naturale e che magari vede – non conoscendo direttamente i danni che ne deriverebbero – nella costruzione della linea ad alta capacità un’opportunità per l’economia della zona.
Peccato che manchi un tassello fondamentale: a quanto pare, ad oggi, nessuno ha chiesto ufficialmente all’amministrazione comunale il permesso di occupazione della piazza.
Quando, è il sabato precedente, la manifestazione sparisce dal programma delle iniziative contro quest’opera inutile, dannosa, e costosissima, chi scrive contatta il sindaco del paese – il compagno Stefano Persano – per cercare di saperne di più; la risposta del primo cittadino è disarmante: “qualcuno ci ha contattato, ma l’incontro dovrebbe avenire nella prossima settimana”.
Ora: al di là delle mie posizioni personali, e di quelle della Giunta comunale interessata alla vicenda, mi sembra quanto meno curioso che si possa annunciare un’iniziativa – di qualunque genere essa sia – in un certo posto, con giorno e ora precisa, senza aver domandato a chi di competenza la disponibilità dell’area.
Come direbbe Giuseppe Piero Grillo, il noto comico genovese: “Belin, ma ci sono o ci fanno?”.

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cociv ritenta gli espropri il 30 luglio. ai nostri posti ci troverete (da notavterzovalico)



Puntuali come orologi svizzeri sono state nuovamente recapitate a Serravalle e ad Arquata le lettere di esecuzione degli espropri appena respinti dal movimento nelle giornate di lotta del 9 luglio, del 10 luglio e del 15 luglio. Quasi tutti i cittadini si sono visti recapitare una lettera con cui il Cociv si scusa di non essersi presentato agli appuntamenti e comunica che si recherà nuovamente presso le abitazioni e i terreni nella giornata di mercoledì 30 luglio. In pratica, quasi tutti gli espropri delle tre giornate di metà luglio sono stati concentrati in un’unica data, scelta che fa presagire la volontà di tentare con più determinazione di entrare in possesso delle aree utili alla realizzazione del Terzo Valico. A fare la differenza sarà, come sempre, la partecipazione popolare alla giornata e la scelta della Prefettura di Alessandria e del Ministero dell’Interno di mettere a disposizione del consorzio la forza pubblica oppure rinunciare nuovamente a forzare la mano come avvenuto fino ad oggi in occasione degli espropri.
La sera del 22 luglio si sono riuniti i comitati piemontesi e hanno nuovamente deciso di mettere in campo una giornata di resistenza. Una giornata in cui c’è bisogno della partecipazione di tante persone per scongiurare l’esecuzione degli espropri e proseguire la resistenza contro la costruzione di un’opera inutile, devastante per l’ambiente e la salute dei cittadini. L’appuntamento è alle ore 6,00 presso il bar della Libarna di Serravalle per poi dirigersi tutti insieme a proteggere i cortili e i campi che vorrebbero espropriare. I blocchi come di consuetudine verranno tenuti fino allo scoccare della mezzanotte. Come sempre il Cociv si troverà davanti cittadini pacifici determinati ad impedire che le immissioni in possesso abbiano luogo. E’ altresì richiesta da parte del movimento la partecipazione di Deputati, Senatori, Consiglieri Regionali e Comunali che sono vicini alle ragioni di chi da anni si batte contro la costruzione della nuova linea ferroviaria.
Il 30 luglio verrà scritta una nuova pagina di resistenza alla follia delle grandi opere. Da una parte la dignità e la determinazione di centinaia di cittadini in lotta per difendere la propria terra, dall’altra tutta l’arroganza di chi quella terra vorrebbe devastarla nel nome del profitto.

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baraonda al cantiere del terzo valico ferroviario dei giovi


Si tiene a Genova – sabato ventisei luglio, a partire dalle ore 9:30, con concentramento presso il piazzale antistante la stazione ferroviaria di Bolzaneto – una manifestazione contro la costruzione della linea ad alta capacità Genova Fegino-Rivalta Scrivia.
Il percorso scelto per il corteo è dal luogo di ritrovo fino al cantiere di Trasta, dove – nelle intenzioni degli organizzatori – si dovrebbe procedere ad inscenare una rumorosa protesta.
All’arrivo di chi scrive – sono le ore 9:30 – i presenti sono una decina, quasi tutti appartenenti ai comitati No Tav-Terzo Valico della val Polcevera e della val Verde, controllati da lontano da altrettanti componenti delle forze repressive dello Stato borghese.
Nei minuti successivi arriva il sound-system – composto da un motocarro tipo ape, sopra a cui sono montate due casse acustiche – ed alla spicciolata altri partecipanti, compresi alcuni solidali appartenenti alla Federazione Anarchica Italiana e al Partito Comunista.
Nell’attesa della partenza della manifestazione ho modo di notare il degrado in cui versa la zona; l’emblema di questa condizione è dato da una panchina di forma circolare, posta attorno ad un albero: questa pianta è talmente poco curata da invadere quasi completamente la struttura, ed impedirne l’utilizzo a chi ne volesse usufruire.
Finalmente, sono ormai giunte le ore 11:00, si parte; nel frattempo le file dei partecipanti si sono ingrossate fino a raggiungere circa le cento unità, mentre le ‘forze dell’ordine’ presenti sono diminuite: certamente non un gran numero, ma bisogna tenere conto che in contemporanea vi è un corteo in val di Susa, e qualcuno si è recato là.
La marcia si conclude davanti all’entrata del cantiere, dove sono state allestite strutture per il ping-pong ed il calcetto; sono inoltre presenti due gazebo: sotto uno di questi vengono offerti gadgets del movimento, mentre l’altro è adibito ad una piccola cucina da campo.

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view post Posted on 1/8/2014, 19:16

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Cariche e lacrimogeni contro i No Tav - Terzo Valico: la gente resiste!
http://www.infoaut.org/index.php/blog/no-t...a-gente-resiste
 
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view post Posted on 19/8/2014, 14:02

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a pozzolo formigaro il pd chiama la polizia per proteggersi da 7 anziani no tav! (da notavterzovalico)


di pennatagliente


Pubblichiamo il racconto scritto da uno dei sette No Tav che il 14 agosto sono andati alla festa del PD a distribuire un volantino. Lasciamo a voi ogni commento.
—–
CHE RIDERE!!!
Festa del PD a Pozzolo, giovedi sera, ospite il senatore FORNARO: potevano i “NoTav Terzo Valico” non portargli un volantino in cui si invitava a vergognarsi per gli elogi alla violenza delle forze dell’ordine dopo i fatti del 30 luglio a Serravalle ed Arquata? Certo che no! E allora ecco che 7 violentissimi loschi figuri con i capelli bianchi ed i reumatismi si presentano puntuali alle 19.30 in Piazza Castello ed iniziano a distribuire il volantino ai pochi presenti (e fra i pochi c’è anche il summenzionato ospite, che, confermando la consuetudine che le persone importanti arrivano un po’ più tardi, è stato fra i primi a presentarsi…)
Qualcuno del drappello dei 7 violenti, forse per par condicio, invita anche sindaco e vice-sindaco ed ex sindaco a vergognarsi pure loro – non soffermiamoci sul perché dovrebbero farlo, su motivazioni che tutti conosciamo – parliamo solo della farsa che ne scaturisce: il Pappadà che cerca di sostenere che non si possano distribuire volantini perché “qui siamo a casa nostra” (grave lapsus freudiano? N.B.: si era sulla pubblica piazza), un fedele del partito farcito di “dogmi democratici” che cerca di chiacchierare di democrazia e legalità, ma riesce solo a pronunciare frasi fatte, il neo sindaco che si offende e … dobbiamo ammetterlo, lascia tutti attoniti: con sprezzo del ridicolo e senza perdere tempo chiama i VIGILI, i CARABINIERI e la DIGOS! Tre auto delle rispettive forze piombano sulla piazza e finalmente l’ordine, che sicuramente sarebbe stato compromesso dai facinorosi No Tav, viene garantito. Il primo cittadino, con senso di responsabilità e tempismo dimostra di saper agire con rapidità ed astuzia per difendere il territorio conquistato e di non lasciarsi intimidire neppure da 7 terribili sovversivi.
CHE RIDERE!!!
Ci guardiamo intorno per capire se siamo su “Scherzi a Parte”… Ripeto: 7 poveri diavoli con dei fogli di carta in mano… fogli, non bombe!
Vorremmo ricordare al sindaco che il precedente consiglio comunale, nella seduta del 15 dicembre 2012, ha espresso all’unanimità “contrarietà di fondo al progetto del Terzo Valico dei Giovi”: se contrarietà significa assecondare in tutto il “Co.C.I.V.”, ubbidire ciecamente ai suoi ordini, dimenticare i controlli sui cantieri già aperti e sulle ditte che vi lavorano, rendersi complici di chi rappresenta quei pochi che trarranno vantaggio dall’opera, abbia almeno il buon gusto di rinnegare quella delibera e dichiarare finalmente chi sono gli “amici”.
Per i “nemici” abbiamo già avuto conferma giovedi sera in Piazza Castello.
COMUNQUE: CHE RIDERE!!!
P.S. FORNARO non si è avvicinato, si è vigliaccamente ritirato, forse ad abbuffarsi di buon cibo democratico…
Vorremmo rammentargli, anche se è sottinteso, di estendere l’invito a vergognarsi anche al suo compare BORIOLI (non sia mai che si senta escluso…)

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report della due giorni no tav in val verde “sopra il cantiere sotto le stelle” (da notavterzovalico)

pennatagliente


E’ stata una bella e densa due giorni no tav-terzovalico quella svoltasi in Valverde in questo week-end di un inizio settembre stranamente caldo. L’iniziativa, ribattezzata “Sotto le stelle, sopra il cantiere” è iniziata sabato mattina con il risveglio della quieta Campomorone attraverso un volantinaggio e la seguente rumorosa carovana di macchine addobbate di bandiere notav dirette a Isoverde. Da qui si è partiti in corteo verso il cantiere della Finestra Cravasco, cantiere molto attivo negli ultimi mesi e già teatro di una manifestazione molto intensa e partecipata il 3 agosto, in risposta alle cariche e ai lacrimogeni del 30 luglio ad Arquata.
Non scoraggiati dall’anomala calura di un mezzogiorno rovente, i No Tav, attraverso una battitura costante e rumorosa, hanno raggiunto, presidiato e bloccato l’ingresso del cantiere da cui, per alcune ore, non sono entrati né usciti i mezzi che quotidianamente sfrecciano minacciosi e pericolosi per le tortuose vie che scendono da Cravasco verso Genova. Solo con due ore di ritardo rispetto ai normali orari della pausa pranzo, con il surreale cordone di mezza digos genovese e dei blindati di polizia a garantirne l’uscita, e con l’altrettanto anomala deviazione attraverso la lunga strada a monte del cantiere per raggiungere le trattorie che a valle distano invece solo poche centinaia di metri, un furgone carico di tute arancioni (gli operai del cantiere) è uscito dal cantiere per raggiungere l’agognato pranzo.
Lo sforzo della questura impiegato nella difesa dell’Alta velocità è risultato una volta di più tanto apparentemente sproporzionato nei numeri quanto significativo nella sostanza; che la Questura genovese abbia deciso di impegnare venticinque uomini della cosiddetta polizia politica (la Digos) e 5 blindati di celerini (schierati nel piazzale dentro il cantiere) a protezione del cantiere è infatti indicativo di cosa rappresenti il Terzo Valico sia come priorità nell’agenda delle mafie politiche-affaristiche al potere sia nella considerazione di chi ha deciso di opporsi ad esse.
La blindatura feroce del cantiere a seguito del recente blocco avvenuto del 3 agosto (il cancello e il perimetro che dà sulla strada sono stato rinforzati da spesse lastre di metallo che ne impediscono la visuale all’interno) è un’ulteriore dimostrazione della necessità di adeguare architettonicamente il controllo militare di questa situazione.
Verso le 16, i Notav hanno dismesso il blocco e hanno raggiunto il magnifico prato del Monte Carlo, significativamente collocato a metà strada tra il Passo della Bocchetta e il cantiere, su cui il Monte Carlo stesso incombe con la forza di una montagna che offre il nido a splendidi rapaci. Godendo di una vista sugli appennini e su tutte le vallate fino al mare che rendeva immediatamente comprensibile a chi c’era la necessità di opporsi e fermare un’opera devastatrice di luoghi simili, è stato montato il campeggio e si è svolta una partecipata assemblea. Chi è rimasto dopo l’assemblea ha condiviso la cena generosamente offerta dai compagni piemontesi e una notte sotto le stelle cadenti. Si dice che la notte porta consiglio; sicuramente una notte così, in un luogo e sotto un cielo simili, non può che aver portato molte idee e buoni consigli sul futuro della
lotta ai notav accampati. La mattina successiva ci si è diretti a pulire e “correggere” l’ardito sentiero che da sempre collega Isoverde al Monte Carlo affinché chi abita questi luoghi possa scrutare, dall’alto, lo scempio che vuole rovinarli e cancellarli, per sempre. Il cantiere era fermo, difeso solo dagli onnipresenti poliziotti, e le grida contro la devastazione in atto sono risuonate forti nella vallata. Dopo un’altra mezza giornata di condivisione, discussione e convivialità, il campeggio si è chiuso in giornata tra le risate dei notav che hanno scorto la digos appostata tra i cespugli dirimpetto al prato in atteggiamento da guardoni intenti a fotografare e filmare l’accampamento.
Dal lato genovese e ligure dell’appennino ci sono mille e una ragioni per opporsi al Terzo Valico e alle grandi opere. Starà all’intelligenza della lotta toccare i tasti giusti e trovare le chiavi di volta per farle dilagare e vincere. Intanto chi è stato a questa due giorni sotto le stelle sopra il cantiere, per la bellezza dei luoghi e per la piacevolezza della situazione
vissuta tra i presenti, non può non aver colto un paio tra le più importanti tra di esse. Al di là dell’appennino, dal lato piemontese, di ragioni ce ne sono altrettante, alcune comuni, altre peculiari di quei luoghi e della loro storia. Mercoledì 10 settembre, ad Arquata, sarà un’occasione, l’ennesima, per comprenderle e per difenderle. E’ importante esserci, è la stessa lotta. Il passo della Bocchetta vigila nel mezzo, sovrastando i cantieri e tenendo vicine, e amiche, le stelle.
 
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NOTAV Renzi mercoledì a Chiomonte? E' atteso...


Molto probabilmente mercoledì 17 settembre il premier Matteo Renzi andrà a riempire con il suo nome le pagine del libro visite del CANTIERE di Chiomonte. Un triste rituale al quale non aveva ancora partecipato e che mercoledì, dopo la visita programmata alla l’Oreal di Settimo dovrebbe consumarsi.
Ma Renzi non può VENIRE a Chiomonte e non incontrare i Notav… l’appuntamento è alle 11 alla CENTRALE di Chiomonte e alle 10 al campo sportivo di Giaglione con bandiere e fischietti.

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17 compagni di taranto condannati per una mobilitazione di solidarietà ai no tav del marzo 2012. tra essi il dirigente di proletari comunisti
Pubblicato il 20/09/2014 di pennatagliente
17 COMPAGNI DI TARANTO CONDANNATI PER UNA MOBILITAZIONE DI SOLIDARIETA’ AI NO TAV DEL MARZO 2012 – TRA ESSI IL DIRIGENTE DI PROLETARI COMUNISTI

NOI INVECE RIVENDICHIAMO PIENAMENTE QUELLA MANIFESTAZIONE!
Cosa era successo a fine febbraio/marzo 2012?
Il 29 febbraio 2012 vi fu una lunga notte di lotta e resistenza in Val Susa battaglia in val susa – pochi giorni prima era caduto dal traliccio Luca a rischio di morire. Alla immediata mobilitazione la polizia, i carabinieri risposero con lo sgombero dei blocchi, cariche violentissime, caccia all’uomo, irruzione in bar e pizzerie della statale da parte della polizia, vetrate dei bar distrutti, per un rastrellamento di antica memoria, e si videro i poliziotti sfoderare anche le armi. Ci furono fermati anche arresti.

Contro questa feroce repressione rispose una grande mobilitazione in tutt’Italia, quasi in ogni città, il 1° marzo. E TARANTO NON POTEVA MANCARE!

A Taranto vi fu un presidio in prefettura e poi corteo improvvisato per le vie del centro, bloccando per oltre un’ora il traffico cittadino e un quarto d’ora il ponte girevole, al grido: Siamo tutti No Tav… “assassini! La repressione alimenta la ribellione”…
Oggi, dopo più di 2 anni e mezzo, lo Stato cerca di vendicarsi.
Ma queste condanne gli si devono rivoltare contro, chiamiamo tutti i compagni condannati a respingerle insieme.
Vediamoci MARTEDI’ 23 SETTEMBRE ORE 18 via Rintone, 22.

I compagni di proletari comunisti – Taranto

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view post Posted on 8/10/2014, 13:40

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L’accusa: due secoli di carcere per i No Tav a processo


Il maxiprocesso per i disordini della Maddalena si sta avviando a conclusione.

Il cumulo delle condanne richieste è degno di un maxiprocesso: 190 anni, con pene che vanno dai sei mesi ai sei anni. Il sapore di farsa giudiziaria che si è respirato negli anni del maxiprocesso ai NoTav, udienza dopo udienza, testimonianza dopo testimonianza, è stato spazzato via dalla gravità e dalla pesantezza delle richieste dei pubblici ministeri. Non che qualcuno si fosse convinto che nell’aula bunker di Torino si scherzasse, anzi, ma nessuno poteva ignorare la sproporzione delle forze in gioco, l’accanimento sistematico, ragionato, calcolato di una procura contro un intero movimento, rappresentato nel maxiprocesso dai 53 imputati per quella che ormai è passata alla storia del movimento come “la battaglia della Maddalena”.

Uno dei principi intorno al quale il processo si è incardinato nel corso di questi anni è stato l’intento - sempre dichiarato, quasi in ogni udienza - da parte degli inquirenti di non entrare nel merito della protesta, ma di limitarsi a valutare e giudicare i reati commessi. Un processo tecnico, in punta di codice, sarebbe dovuto essere. Ma questa linea di condotta ieri è saltata clamorosamente, quando i pm Quaglino e Pedrotta durante le requisitorie hanno addirittura suggerito ai NoTav come avrebbero dovuto lottare: dandosi fuoco come Jan Palach in piazza San Venceslao o facendo lo sciopero della fame come Marco Pannella. In aula si sono levate prima grasse risate e poi urla di sdegno e contestazione, al punto che il giudice ha deciso di sgombrare l’aula, lasciando dentro solo i giornalisti.

Benché i giudici abbiano sempre affermato il contrario, le richieste di condanna denotano la vera natura di questa lunga istruttoria: un processo politico, un processo alle idee. Calata la maschera, gli attori in campo si sono mostrati per quello che sono. Da un lato una magistratura votata alla disarticolazione del movimento di resistenza più grande e complesso oggi presente in Italia, e per questo temibile; dall’altro il movimento stesso che più che alla lotta, rischia di dover dedicare tempo, risorse ed energie a difendersi da quello che ormai è diventato il nemico principale, ovvero gli apparati dello stato.

Lo stesso stato che sostiene l’opera simbolo di tutti gli sprechi e i malaffari legati alle grandi opere, quella linea ad alta velocità che serve solo a chi la promuove, e che porta progresso e ricchezza solo nelle teste e nelle tasche di chi l’ha concepita, che offre comodo riparo a corrotti, corruttori e criminali di ogni estrazione e grado. Lo stesso stato che fa quadrato intorno alla polizia e alla magistratura, alimentando campagne di demonizzazione del movimento, attraverso rappresentazioni disoneste e non veritiere dei principi che lo alimentano da ormai venticinque anni, sproloquiando di "terrorismo", "antagonismo anarchico", "professionismo della violenza". Lo stesso stato che ha intuito la dimensione non solo locale del movimento NoTav, temendone la portata dilagante, contagiosa, inarrestabile, come dimostrano le decine di movimenti del “NO” sparsi in tutta Italia. Lo stesso stato che teme i principi alla base del movimento, ormai talmente perfezionati da aver creato nuove forme di lotta non violenta - ma determinata - così efficaci e fastidiose, che l’unica risposta possibile in mancanza di validi argomenti tecnici e politici, resta l'accanimento giudiziario e poliziesco.
E infatti, alla fine del lungo corso di udienze, il risultato è che le uniche testimonianze attendibili, gli unici documenti validi, le uniche voci inappellabili provengono principalmente dalle forze dell’ordine, in particolare dalla Digos. Non dimentichiamo che è soprattutto sul mare magnum di voci, verbali e lamentazioni varie del personale in divisa in servizio permanente in val Clarea, nonché presente alla Maddalena tra il 26 giugno e il 3 luglio 2011, che l’intero processo si è basato, arrivando alle pesanti richieste di condanna formulate ieri.

Uno schema vecchio e consolidato quella della fiducia incondizionata nella parola delle forze dell’ordine, visto talmente tante di quelle volte, soprattutto nei processi di malapolizia, che non si può che assistere con animo contrito al suo ripetersi, constatando che è così che funziona e continuerà a funzionare nelle aule giudiziarie, in barba a qualsiasi garanzia costituzionale, all’imparzialità e al diritto elementare ad avere un processo equo. È quanto afferma anche il nutrito gruppo di difensori dei NoTav imputati: “la requisitoria dei pm è stata di basso profilo, molto assertiva e si è basata ampiamente sulle annotazioni della Digos. Prove quasi inesistenti, nessun riconoscimento dei presenti sul luogo degli scontri: se i funzionari digos in sede testimoniale affermavano che un manifestante fosse lì presente e commetteva determinati reati, ciò basta come prova regina, senza confutazioni né contraddittorio. Segnaliamo anche le ripetute critiche alle tante personalità istituzionali, amministratori locali e sindaci dichiaratamente NoTav che presero parte ai giorni della Maddalena”.

La storia giudiziaria del movimento appare già scritta. Per questo motivo appaiono assai condivisibili le posizioni radicali dei quattro militanti incredibilmente accusati di terrorismo ancora rinchiusi in regime di carcere duro, i quali dopo aver rilasciato dichiarazioni spontanee in aula, si sono sottratti al riesame dell’accusa. Resta da vedere invece come si evolverà un altro importante processo, quello a carico di Marta Camposano, molestata sessualmente e insultata da alcuni poliziotti in seguito al suo arresto.

Per quanto riguarda il maxiprocesso di Torino le richieste di condanna a sei anni sono a carico di sette NoTav, formulate in base alla recidiva. Le altre richieste partono dai tre anni per resistenza ai tre anni e dieci mesi per resistenza aggravata, senza recidiva, per alcuni con le attenuanti generiche. A partire dalla prossima udienza, prevista per martedì 28 ottobre prossimo, sfileranno in aula le parti civili per le richieste di risarcimento: la Lyon Turin Ferroviaire, la società italo-francese concessionaria dei lavori per il tunnel in Clarea, i ministeri e ben ottanta poliziotti.

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view post Posted on 13/10/2014, 13:17

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"QUELLA NOTTE C'ERAVAMO TUTTI" -


IMPORTANTE OPUSCOLO DEL MOVIMENTO NO TAV E ASSEMBLEA CONTRO LA REPRESSIONE
Soccorso rosso proletario aderisce

ASSEMBLEA POPOLARE
LUNEDI’ 20 OTTOBRE ALLE ORE 20,30
PALANOTAV DI BUSSOLENO


Dall'opuscolo a cura del Movimento No Tav



Quella notte
c’eravamo tutti
Tutti siamo
Chiara, Claudio,
Mattia e Niccolo'

Il comunicato diffuso dal Movimento Notav il 5 ottobre 2014

14 maggio 2013. Un gruppo di No Tav compie un’azione di sabotaggio al cantiere di Chiomonte.
Quella notte venne danneggiato un compressore. Un’azione di lotta non violenta che il movimento No Tav assunse come propria. Un’azione come tante in questi lunghi anni di lotta contro l’occupazione militare, contro l’imposizione violenta di un’opera inutile e dannosa.
Il cantiere/fortezza è ferita inferta alla montagna, un enorme cancro che ha inghiottito alberi e prati, che si mangia ogni giorno la nostra salute. In questo paesaggio di guerra ci sono gli stessi soldati che occupano l’Afganistan.
Un compressore bruciato è poco più di un sogno, il sogno di Davide che abbatte Golia, il sogno che la nostra lotta vuole realizzare.
Il 9 dicembre del 2013 vengono arrestati Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò. Quattro di noi.
Nonostante non sia stato ferito nessuno, sono imputati di attentato con finalità di terrorismo sono accusati di aver tentato di colpire gli operai del cantiere e i militari di guardia.
Ai nostri quattro compagni di lotta viene applicato il carcere duro, in condizioni di isolamento totale o parziale, sono trasferiti in carceri lontane.
Volevano rendere difficili le visite, volevano isolarli ma non ci sono riusciti. Noi andiamo e torniamo insieme: non lasciamo indietro nessuno.
Nonostante la Cassazione abbia smontato l’impianto accusatorio della Procura di Torino, negando che i fatti del 14 maggio possano giustificare l’utilizzo dell’articolo 270 sexies, che definisce la “finalità di terrorismo”, il processo va avanti. In novembre dovrebbe essere pronunciata la sentenza.
Decine di migliaia di No Tav, sin dai primi giorni dopo gli arresti, hanno detto: “quella notte in Clarea c’ero anch’io”.
Il 22 febbraio e il 10 maggio si sono svolte le manifestazioni più importanti, ma non è mancato giorno in cui non vi sia stata un’iniziativa di solidarietà attiva.
Il 24 settembre in aula bunker Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò, per la prima volta dall’inizio del processo, hanno preso la parola, dicendo che quella notte, la notte del 14 maggio 2013, c’erano anche loro.
Le loro parole, pronunciate con fierezza di fronte a chi li ha rinchiusi in una gabbia da quasi un anno, sono le nostre parole, i nostri sentimenti, la nostra stessa strada.
Il Movimento No Tav

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unire le forze contro la repressione. assemblea popolare no tav, 20 ottobre, bussoleno
https://pennatagliente.wordpress.com/2014/...obre-bussoleno/
 
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NO TAV - Grande assemblea popolare a Bussoleno


- letto il messaggio di Soccorso Rosso Proletario
Dall’assemblea popolare un cammino di lotta e solidarietà

Palanotav pieno come nelle occasioni che contano. Un clima allegro e al contempo pensieroso ha fatto da cornice per tutta la sera alla discussione del movimento, chiamato a decidere le mobilitazioni dei prossimi mesi, dove si attenderanno due sentenze molto importanti: la sentenza per Chiara,Claudio, Mattia e Niccolò e quella del maxiprocesso. Entrambe previste per l’inverno, tra dicembre e gennaio, sono state oggetto di discussione per tutta la serata. Molte idee in merito, con diverse proposte da discutere ancora più a fondo ed altre da organizzare da subito per la loro migliore riuscita.
Il dato certo è che il movimento notav risponderà alle sentenze, facendo del suo meglio. Sono state rimandate ad alcune assemblee nei paesi e ad una nuova assemblea popolare le decisioni effettive ma fin da subito possiamo dire che faremo appello alla mobilitazione territoriale, come avvenne già il 22 febbraio scorso, per la metà di novembre, e che in Valle l’otto dicembre potrebbe essere la data giusta per una manifestazione che denunci l’ingiustizia di questi due processi e rilanci la lotta.
In una serata riflessiva e senza troppi acuti, il movimento si è confrontato come fa da sempre, a viso aperto, tutti insieme. Nei prossimi giorni elaboreremo tutti insieme le proposte e, calendario alla mano, daremo il via alla mobilitazione.
movimento no tav

Il messaggio di SRP letto in apertura dell'assemblea


All'assemblea NOTAV Bussoleno



cari compagni e amici,

la repressione non spegne ma alimenta la ribellione, perchè le ragioni dei ribelli sono giuste e quelle dei repressori ingiusti

200 anni richiesti per i compagni del movimento NOTAV, che si uniscono alle innumerevoli denunce, ai processi e condanne per lavoratori, precari e disoccupati – in particolare al sud Taranto, Brindisi, Napoli, Palermo – per il movimento per la casa romano e in tutta italia, per il movimento studentesco in tutta Italia, per gli antifascisti, antirazzisti, per il movimento NOMUOS, per gli spazi occupati, che si uniscono alle cariche sistematiche delle manifestazioni che fuoriescono giustamente dalla ritualità obbligata dallo stato e governo che ci scaricano la crisi addosso e vorrebbero pure che stessimo zitti, buoni e inquadrati in un dissenso di facciata che lascia in pace il 'manovratore'


E' naturale e legittimo un fronte unito contro tutto questo e ci auguriamo che il movimento NOTAV prenda una grande iniziativa su questo.

Noi cogliamo l'occasione anche della vostra assemblea per riaffermare

- la nostra solidarietà a tutti i prigionieri politici e sociali che sono nelle carceri del nostro paese

- la lotta contro tutte le montature poliziesche e giudiziarie che vedono processati compagni, proletari, organizzazioni proletarie e antagoniste
- Il nostro impegno a lavorare per la massima unità contro la repressione e le carceri per un organismo unitario generale nel nostro paese.
Facciamo appello tutte le realtà politiche e sociali di lotta autorganizzata a dare vita in ogni città a una struttura comune di soccorso rosso proletario aperta e attiva e a marciare insieme verso una Assemblea nazionale e una nuova grande manifestazione nazionale a Torino o in Val Susa

Soccorso Rosso Proletario – – Italia
[email protected]
ottobre 2014

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view post Posted on 22/10/2014, 15:51

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LA TAV UNA GRANDE SPECULAZIONE FINANZIARIA - QUEL CHE IN FRANCIA VALE 500 MILA EURO IN ITALIA 95 MILIONI..


Rfi ha valutato 95 milioni una partecipazione che per la Francia vale solo 500mila euro.
Quel che in Francia vale 500 mila euro, in Italia vale 95 milioni. Una differenza clamorosa, un rapporto di uno a 190 che nessuna differenza di principi contabili sembra in grado di giustificare. Quella differenza di valutazione sta bloccando la nascita della società mista italo-francese che dovrà sostituire Ltf per costruire e gestire il tunnel di base della Torino-Lione. Una vicenda imbarazzante che crea in queste ore discussioni e scontri nei ministeri romani.
Tutto nasce dalle scelte contabili delle ferrovie italiane nel 2007. Fino ad allora infatti il valore di Ltf era lo stesso di qua e di là delle Alpi. La Lyon-Turin Ferroviarie era stata costituita nel 2001 con un capitale sociale di 1 milione di euro ed era posseduta per metà dalle ferrovie francesi e per metà da quelle italiane. Ciascuno aveva una partecipazione del valore di 500 mila euro. Nel 2007 il colpo di scena: le ferrovie italiane iscrivono a bilancio il valore della partecipazione di Ltf a 95.121 milioni di euro. Quel valore è rimasto tale fino ad oggi, come si deduce dal bilancio 2013 di Rfi. All'epoca le ferrovie sostennero che l'incredibile aumento di valore era stato deciso per osservare i principi contabili imposti dalla legge italiana. In sostanza, calcolando diversamente il di una stessa cosa, quel che in Francia vale mezzo milione in Italia ne vale 95.
La circostanza sta creando non pochi problemi. Il 7 ottobre scorso infatti la Francia ha annunciato di voler affidare al suo ministero del Tesoro la quota del 50 per cento della nuova Ltf che costruirà e gestirà il supertunnel. Dunque lo Stato francese pagherà 500 mila euro alle ferrovie d'oltralpe, esattamente il valore della partecipazione. Analogamente dovrebbe fare il Tesoro italiano. Ma Rfi si mette di traverso perché se ottenesse, come dovrebbe, i 500 mila euro dallo Stato italiano, svaluterebbe di quasi 95 milioni la sua partecipazione creando un buco, tecnicamente una minusvalenza, nel bilancio. Così da settimane il braccio di ferro tra Tesoro italiano e Rfi sta bloccando l'operazione.
Al di là dei riflessi che la storia finirà per avere sulla vicenda Tav, resta il fatto singolarissimo che si possa moltiplicare per 190 il valore di un bene e iscriverlo così a bilancio. Una stranezza sulla quale si preannunciano non poche polemiche.

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221 replies since 27/2/2012, 11:31   4044 views
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