Comunismo - Scintilla Rossa

Il complotto contro la Rivoluzione russa (1944), Dimitrov, Ercoli, Ponomarev, Krupskaja, Fischer

« Older   Newer »
  Share  
MDCCXCIII
view post Posted on 6/4/2011, 15:55




CITAZIONE (RêdÐrãgóñ™ @ 2/4/2011, 14:50) 
Quello che ci preme sottolineare, in questa nota, è il voltafaccia di Togliatti sulla questione Trotski: quando si chiamava “Ercoli”, quando cioè era dirigente marxista leninista e figura di primo piano della Terza Internazionale, Togliatti usò, verso Trotski, un determinato linguaggio (addirittura eccessivamente ridondante!-i lettori potranno giudicare), ma allorquando, nella svolta dell’VIII Congresso egli sancì, in linea con la controrivoluzione kruscioviana, l’abbandono dei capisaldi del leninismo, era inevitabile che prima o poi la demonizzazione di Stalin dovesse risolversi, per “induzione” in una contrapposta riabilitazione di Trotski.

Da nessuna parte Curatoli ha scritto che Togliatti ha direttamente riabilitato Trotski.
Come al solito Lepontico combatte contro i mulini a vento. Inoltre interviene sul forum solo per difendere il suo beniamino Togliatti, niente di male, ma abbastanza emblematico del "partito" in cui milita.
 
Top
Lepontico
view post Posted on 13/4/2011, 15:44




Non credo di conoscerti e non credo tu possa conoscere la mia attività su questo forum.
Non mi importa di difendere un dirigente politico morto quasi 50 anni fa di un partito che non esiste più, mi importa invece far rilevare alcune colossali inesattezze storiche. So bene che è impossibile e controproducente tentare di fare o discutere di storia con metodo "scientifico" su forum, blog e altro. In questo campo la semplificazione e la sintesi necessarie per gli strumenti della rete non si conciliano per niente con la necessità dell'approfondimento completo propria dell'analisi storica. Però di fronte a balle sparate in aria e subito prese per vere pur di fronte all'inconsistenza delle "prove" si può anche tentare una piccola reazione.
Comunque Curatoli lo ha scritto: "Quindi fra i revisionismi di Togliatti non solo vi è l’attiva complicità con Krusciov nella demonizzazione di Stalin, ma anche (e anche qui complice con Krusciov), la riabilitazione di una delle più orrende fugure di rinnegati anticomunisti e antisovietici."
E' questo che scrive. A me sembra che parli proprio di una riabilitazione diretta. Anche perché altrimenti non avrebbe senso polemizzare col Togliatti degli anni '30 accusatore di Trotski. E ripeto, quella frase contiene tre falsità storiche: la prima nella complicità con Krusviov (mai esistita, anzi, Togliatti solidarizzava con i gruppi che poi toglieranno Krusciov dal potere), la seconda nella demonizzazione di Stalin (Togliatti si è sempre espresso contro la demonizzazione di una persona sola propria dell'impostazione kruscieviana e contro il concetto di stalinismo), la terza sulla riabilitazione di Trotski. L'unica "prova" che Curatoli porta è una pubblicazione di sette anni dopo la morte di Togliatti da parte di....Gruppi...
 
Top
view post Posted on 13/11/2011, 20:39

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


In data odierna ho spostato una piccola parte che era stata erroneamente da me attribuita ad ercoli e che invece è stata scritta da dimitrov - praticamente ho dovuto solo spostare alcune righe iniziali del "post di ercoli" più su e inserirle nel post di dimitrov e in ogni caso l'ordine delle pagine era stato rispettato.... ) comunque ho sottoposto nuovamente a revisione tutto lo scritto e non mi pare emergano altri errori.
Ringrazio il compagno Klim Voroshilov che ha gentilmente evidenziato l'errore e chiedo scusa a tutti compagni.
 
Web  Top
view post Posted on 13/11/2011, 23:58
Avatar

compagno

Group:
Founder
Posts:
15,565
Location:
Comunismo . Scintilla Rossa

Status:


Devo confessare che mi era sfuggito l'ennesimo intervento di Lepontico, postato qua sopra, in difesa del revisionismo e dei revisionisti.
Scopriamo che, secondo Lepontico, Togliatti non avrebbe mai demonizzato Stalin. Ma chissà come mai, allora, per esempio, la stampa delle Opere Complete di Stalin, arrivate nel 1956 soltanto al X volume, cioè agli scritti sino al 1927, furono improvvisamente sospese dalle Edizioni Rinascita e mai più completate.
Scopriamo che, secondo Lepontico, Togliatti e Kruscev erano su linee d'onda diverse. Però, come ammoniva anche il compagno Stalin, un comunista si misura da quello che fa, ed entrambi andavano cianciando, per esempio, di vie parlamentari al socialismo.
Non mi sembra un'affinità (antimarxista) di poco conto.
E questo può essere solo l'antipasto.....
 
Top
view post Posted on 16/5/2012, 13:04

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


VOSTOK, mi dispiace doverti dire che questo scritto è già stato riportato qui :)
lo mettiamo nella stessa discussione come allegato ;)
 
Web  Top
VOSTOK
view post Posted on 16/5/2012, 19:45




CITAZIONE (§kãtê®RëЙ @ 16/5/2012, 14:04) 
VOSTOK, mi dispiace doverti dire che questo scritto è già stato riportato qui :)
lo mettiamo nella stessa discussione come allegato ;)

Azz, scusa Skate, avevo stupidamente cercato Krupskaja nel motore di ricerca e non il titolo del saggio quindi credevo che non fosse stato postato, vabbe' magari la lettura dalle pagine scannerizzate risulta piu' piacevole :D
 
Top
view post Posted on 28/11/2014, 21:14

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:




Alcune osservazioni sui processi di Mosca





http://users.skynet.be/roger.romain/proces_de_moscou.htm

Sul forum "Pace socialismo comunismo" si faceva questione dei famosi processi di Mosca degli anni '30, promossi contro delitti imputabili allo "stalinismo". D’altra parte, questi processi tornano puntualmente agli onori della stampa, libri e giornali, come veri slogan che la propaganda anticomunista non si cura mai nè di approfondire nè di smentire.

Li richiamo dunque, facendo ricorso alle osservazioni e alle testimonianze d'epoca seguenti:



Estratti del libro, pubblicato nel 1943 a Zurigo, di J.E. Davies «Ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca. Relazioni autentiche e confidenziali sull'Unione Sovietica fino all’ottobre 1941.»

Davies ha seguito – tutti i diplomatici potevano farlo – i processi di Mosca, come osservatore (era giurista).

Il 17 Marzo 1938 egli inviò a Washington le sue impressioni sul processo di Bukharin e altri a Mosca. Il dispaccio è così concepito (estratti):

«Nonostante i miei pregiudizi (...) dopo aver osservato quotidianamente i testimoni e il loro modo di deporre, e in ragione di fatti finora sconosciuti, giustificati (...) sono arrivato alla conclusione che gli accusati abbiano effettivamente violato le leggi sovietiche enumerate negli atti d'accusa. Le stesse, confermate nel contraddittorio, provano le accuse d'alto tradimento e giustificano le condanne emesse contro di loro. L'opinione dei diplomatici che hanno assistito regolarmente ai dibattiti è stata unanime: il processo ha denunciato l'esistenza di una congiura d'opposizione politica di altissimo livello. Il processo ha permesso loro di capire fatti che erano fino ad allora incomprensibili.»
(p. 209)

Davies aveva già nel 1937 assistito al processo di Radek e altri, e il 17 febbraio dello stesso anno aveva inviato un rapporto in merito al Segretario di Stato degli Stati Uniti. In esso affermava (p.33):



«Una ragione oggettiva (...) mi ha fatto concludere – a malincuore - che lo Stato ha realmente provato le accuse. Non esiste alcun dubbio sull'esistenza di una cospirazione assai grave fra i dirigenti contro il governo sovietico, e sul fatto che le violazioni della legge indicate nei capi d'accusa siano realmente state commesse, e siano dunque punibili. Ho parlato con praticamente tutti i membri del corpo diplomatico qui presenti, e tranne, forse, una sola eccezione, tutti sono dell’avviso che i dibattiti abbiano stabilito l’effettiva esistenza di un piano segreto e di una cospirazione miranti ad eliminare il governo.»


Nel suo diario, l’11 Marzo 1937, Davies ha annotato quest'episodio:

«Un altro diplomatico ha fatto ieri una considerazione istruttiva. Parlavamo del processo ed egli ha affermato: "Gli accusati sono senza alcun dubbio colpevoli, abbiamo tutti assistito al processo, siamo unanimi. Ma per il mondo esterno, al contrario, le descrizioni del processo hanno il carattere di una messinscena". Sapeva come ciò non rispondesse al vero, ma apparentemente era bene che il resto del mondo avesse questa impressione.» (p.86)

Davies parla di numerosi arresti ed "epurazioni" avvenuti il 4 luglio su ordine del ministro degli Affari esteri Litvinov.

A proposito di quest’ultimo, riporta:

«Litvinov (...) ha dichiarato che grazie a queste epurazioni è certo che nessun tradimento a favore di Berlino o Tokyo sarebbe più possibile. Un giorno il mondo capirà che ciò che è stato fatto era necessario. Occorreva che proteggessero il loro governo da questo "tradimento minaccioso". In effetti, hanno reso servizio al mondo intero, preservando dal pericolo del dominio mondiale dei nazisti di Hitler. L'Unione Sovietica è un forte bastione contro il pericolo nazionalsocialista. Verrà un giorno in cui il mondo intero potrà riconoscere quale grande uomo fu Stalin.»
(p.128)

Ricca d’insegnamenti è anche la descrizione della conversazione avuta con Stalin, contenuta nella lettera del 9 giugno 1938 a sua figlia. Egli rimase impressionato dalla personalità di Stalin:

«Se riesci ad immaginare un personaggio totalmente diverso, in tutti i sensi, da ciò che i suoi più feroci avversari sono arrivati a descrivere, allora hai un'immagine di quest’uomo. La situazione che constato qui e la sua personalità sono diametralmente opposte. La spiegazione di questo risiede forse nel fatto che questi uomini sono pronti a fare per una religione o una "causa" ciò che non avrebbero mai fatto altrimenti.»
(p. 276)

Dopo l'aggressione dell'Unione Sovietica da parte dei fascisti, Davies riassume le sue opinioni nel 1941 affermando che «i processi per alto tradimento hanno messo in rotta la quinta colonna di Hitler». (p.209)

Nel 1936 ebbero luogo i processi contro Zinoviev e altri. L'avvocato britannico D.N. Pritt (K.C.) potè assistervi. Scrisse le sue impressioni nel libro "From Right to Left" uscito nel 1965 a Londra.

«La mia impressione è che il processo sia stato condotto equamente, e che gli accusati fossero realmente colpevoli. La stessa sensazione è condivisa da tutti i giornalisti con i quali ho potuto parlare. E certamente pensavano la stessa cosa tutti gli osservatori stranieri (ce n’erano molti, soprattutto diplomatici). Ho sentito uno di loro affermare: "Naturalmente, sono colpevoli. Ma per ragioni di propaganda, dobbiamo negare.»
(p. 110-111)

Dalle affermazioni di esperti di legge quali i non-comunisti Davies e Pritt, appare evidente che gli accusati dei processi di Mosca del 1936, 1937 e 1938 furono condannati perché le accuse sono state provate. In questo contesto è utile ricordare ciò che Berthold Brecht scrisse su questi processi, per esempio la concezione degli accusati.

«Una falsa concezione li ha condotti ad un profondo isolamento e al crimine. Tutte le canaglie del Paese e dell’estero, tutti questi parassiti hanno visto instaurarsi in loro il sabotaggio e lo spionaggio. Avevano gli stessi obiettivi dei criminali. Sono persuaso che questa è la verità, e che come tale sarà intesa nell’Europa dell'Ovest, anche dai lettori nemici...Il politicante che ha bisogno della disfatta per impadronirsi del potere, persegue la disfatta. Colui che vuol essere il "salvatore" opera per mettere in atto una situazione nella quale potrà "salvare", e quindi una situazione cattiva... Trotsky ha dapprima interpretato il crollo dello Stato operaio come una conseguenza della guerra, o meglio del pericolo da essa rappresentato, ma più avanti la stessa è divenuta per lui un presupposto alla sua azione pratica. Se la guerra arrivasse, la costruzione "precipitata" sprofonderebbe, l'apparato sarebbe isolato delle masse. All’esterno occorrerà rinunciare all’Ucraina, alla Siberia orientale, ecc... All'interno, bisognerà fare concessioni, tornare alle forme capitaliste, rinforzare o lasciare rinforzarsi i gulag; ma tutto ciò va nella direzione di una nuova azione, il ritorno di Trotsky. I centri anti-stalinisti non hanno la forza morale di ricorrere al proletariato, non tanto perché siano vigliacchi, quanto piuttosto perché non possiedono una reale base organizzata in seno alle masse, non hanno niente da proporre, non hanno compiti da assegnare alle forze produttive del Paese. Dunque, confessano. E possiamo pensare che confessino anche più di quanto non ci si aspetterebbe. »
(B.Brecht, scritti sulla politica e la società, L.I. 1919-1941. Aufbau-Verlag. Berlino e Weimar 1968 - p.172 e segg.)

Se partiamo dal presupposto che Davies e Pritt (e Brecht), con il loro giudizio sul processo di Mosca, avevano ragione, allora bisognerà porsi necessariamente una domanda: coloro - come Kruscev e Gorbaciov - che hanno dichiarato vittime innocenti i condannati dei processi di Mosca, non l’avranno fatto perché simpatizzavano con essi, o erano addirittura loro complici, e volevano quindi metter fine ad un’impresa fallita?

Tratto da:
communisme-bolchevisme.net/Le_bugie_sull_URSS_al_tempo_di_Stalin.htm


Ecco cosa riferisce Churchill riguardo la cospirazione nell'esercito:

«Nell'autunno del 1936, il presidente Benes ricevette un messaggio di un'alta personalità tedesca che lo informava che, se voleva trarre profitto dalle proposte di Hitler, bisognava che si sbrigasse, perchè ben presto sarebbero successi degli avvenimenti in Russia che avrebbero permesso alla Germania di fare a meno dell'aiuto dei Cechi. Mentre Benes meditava sul senso di questa allusione inquietante, venne a sapere che il governo tedesco
era in contatto con delle importanti personalità russe attraverso il canale dell'ambasciata sovietica a Praga. Ciò faceva parte di quella che è stata chiamata la cospirazione militare e il complotto della vecchia guardia comunista, che mirava a rovesciare Stalin e a introdurre in Russia un nuovo regime la cui politica sarebbe stata filo tedesca. Poco dopo fu messa in atto nella Russia Sovietica una purga spietata ma senza dubbio utile che epurò gli ambienti politici ed economici»

(Churchill, La seconda guerra mondiale, Cercle du bibliophile, 1965, vol 1, pag 295-296)


Isaac Deutscher fu un polacco che nel 1939 emigrò nel Regno Unito. Egli nel suo libro «Stalin: A political biography» descrive il governo sovietico sotto la direzione di Stalin come una distorsione del pensiero di Marx e Lenin; è altresì conosciuto come uno dei maggiori esponenti trotzkisti occidentali. Ecco cosa dice della congiura:

«Tutte le versioni non staliniane concordano su un punto: alcuni generali progettarono veramente un colpo di Stato. [...] L'episodio principale di questo colpo di Stato sarebbe dovuto essere una rivolta di palazzo al Cremlino, che sarebbe culminata con l'assassinio di Stalin [...] Tuchacevskij era l'anima della cospirazione»
(Deutscher, Stalin, Ed. Gallimard, 1973, pag 385-386)

Robert Coulondre fu ambasciatore francese a Mosca dal 1936 al 1938. Ecco cosa riporta nelle sue memorie:

«Poco dopo l'arresto di Tuchacevskij, il ministro della Lituania,che era legato a parecchi dirigenti bolscevichi, mi disse che il maresciallo, irritato dagli ostacoli che poneva il Partito Comunista allo sviluppo della potenza militare Russa, soprattutto a una buona organizzazione dell'esercito, aveva effettimente preso il comando di un movimento che mirava a soffocare il partito e a instaurare una dittatura militare»
(Robert Coulondre, Da Stalin a Hitler, ed. Hachette, 1950, pag 182-184)

Alexander Werth, giornalista britannico, scrisse nel suo libro Moscou 41, ove vi è dedicato un intero capitolo al processo di Tuchacevskij:

«Sono anche convinto che la purga nell'Armata Rossa avesse molto a che vedere con la paura di Stalin di una guerra imminente con la Germania. Chi era Tuchacevskij? Delle persone del Deuxieme Bureau francese mi dicevano che da lungo tempo Tuchacevskij era filotedesco. E i cechi mi raccontarono la storia straordinaria della visita di Tuchacevskij a Praga, quando, alla fine di un banchetto - in cui si era ben bene ubriacato - si lasciò scappare che un accordo con Hitler sarebbe stata la sola speranza per la Cecoslovacchia e per la Russia. E cominciò a insultare Stalin. I cechi non mancarono di fare rapporto al Cremlino e fu la fine di Tuchacevskij e di molti suoi sostenitori»

(Alexander Werth, Moscou 41, [capitolo il processo di Tuchacevskij], citato in Harpal Brar, Perestroika: The Complete Collapse of Revisionism, London: Harpal Brar, 1992, p. 161)


Ecco cosa annotava Goebbels nel suo diario l'8 maggio 1943:

«Il Fuhrer spiega ancora una volta il caso Tuchacevskij e manifesta l'opinione che all'epoca eravamo assolutamente in errore, quando credevamo che Stalin avrebbe così mandato in rovina l'Armata Rossa. E' vero il contrario: Stalin si è sbarazzato di tutti i circoli di oppositori dell'Armata Rossa ed è riuscito a far sì che non ci sia più una corrente disfattista in questo esercito»

(J. Göbbels, Tagebücher aus den Jahren 1942--1943, (Zurich, 1948), p. 322. Quoted in Hans-Adolf Jacobsen, La seconde guerre mondiale: caractères fondamentaux de la politique et de la stratégie, vol. 1, pp. 213--214)


Ecco cosa diceva il nazista Leon Dregrelle riferendosi a Tuchacevskij:

«Chi avrebbe mai pensato, durante i crimini del Terrore durante la Rivoluzione Francese, che subito dopo un Bonaparte sarebbe venuto fuori e avrebbe sollevato la Francia dagli abissi con il pugno di ferro? Pochi anni dopo, Bonaparte aveva quasi creato 'Europa unita. Un Bonaparte russo potrebbe anche salire. Il giovane maresciallo Tuchacevskij fucilato da Stalin su consiglio Benes, era alla giusta altezza nel 1937»
(Louise Narvaez, m'a dit Degrelle, Postface da Degrelle (Bruxelles: Éditions du Baucens, 1977), pp. 360-361)


L'opinione di Arch Getty, università di Cambridge:

«la grande purga non era stata il prodotto di una burocrazia fossilizzata che eliminava dei dissidenti e distruggeva dei vecchi rivoluzionari radicali. In realtà, è possibile che le purghe fossero proprio il contrario. Non è incompatibile con i dati disponibili argomentare che le purghe fossero una reazione radicale, anche isterica, contro la burocrazia. I funzionari ben sistemati erano eliminati dal basso e dall’alto in un’ondata caotica di volontarismo e puritanesimo rivoluzionario»
(Origins of the great purges, Cambridge University Press, 1985, pag 176)

#entry225039244
 
Web  Top
36 replies since 2/4/2011, 13:50   3095 views
  Share