Comunismo - Scintilla Rossa

Posts written by Paderborner

view post Posted: 26/9/2019, 22:39 Partito Comunista - Partiti e movimenti comunisti
CITAZIONE
Beh le case editrici lo fanno perchè ci guadagnano ovviamente, probabilmente è anche questo il caso, però io ci credo poco ai discorsi di lotta di classe e poi si va nell' azienda di uno dei peggiori capitalisti della storia italiana (voglio ricordarti che anche Salvini è un suo prodotto)

Ripeto, i mezzi del capitale vengono usati per sovvertirlo, è un concetto decisamente proprio del marxismo-leninismo. La lotta di classe il PC la conduce giorno per giorno nelle strade, nei luoghi di studio e di lavoro, ed è stato il primo Partito (salvo realtà praticamente inesistenti) che in almeno trent'anni si è apertamente opposto alle logiche della sinistra borghese e padronale.
view post Posted: 26/9/2019, 21:43 MAPPA POLITICA ULTRAS - Calcio
La mappa postata da Khleb è interessante e ben fatta, ma incompleta. La presenza di estrema destra nelle curve non è infatti, purtroppo, circoscritta solo a quel numero di realtà. Mi limito a citare Lucchese, Viterbese, Varese, Roma, Frosinone, Spezia e Ascoli.

Per il resto, onore ai compagni del Livorno:







view post Posted: 26/9/2019, 21:26 Partito Comunista - Partiti e movimenti comunisti
CITAZIONE (carre @ 26/9/2019, 22:24) 
CITAZIONE
Direi che questa è la dimostrazione che di comunista questo partito non ha nulla (almeno per quanto riguarda i dirigenti). Se combatto una guerra, non vado nel quartier generale del nemico.

Ma stiamo ancora a questo punto? E quale sarebbe un media amico? Allora non si dovrebbe andare da nessuna parte. Anche i giornali sono fatti con la carta degli industriali cartari.
C'erano dei bolscevichi che dopo la Rivoluzione volevano sfasciare le ferrovie perché erano zariste. Stalin li definì "trogloditi".



CITAZIONE
Ma il capitale non viene distrutto così. Se invitano Rizzo è perchè il capitale è talmente forte da assorbire a suo favore le critiche interne.

Anche le opere di Marx, Engels e Lenin vengono stampate da case editrici non certo comuniste. Insomma, siamo realisti.
view post Posted: 26/9/2019, 21:08 La bellezza del dolore in Petrarca (Santagata) - Letteratura
Propongo questo articolo: un'intervista a Marco Santagata, uno dei più autorevoli studiosi del Petrarca. Ho avuto l'onore di studiare sulla versione da lui curata del Canzoniere, e di leggere un libro a riguardo, I frammenti dell'anima, veramente illuminante.


LA BELLEZZA DEL DOLORE, SANTAGATA: QUANDO PETRARCA RACCONTÒ L' AMOR SCORTESE



Lei, professor Santagata, sostiene che Petrarca sia il poeta che canta l' amore e sé stesso...
«Posso correggerla?».
Certamente.
«Invertirei l' ordine: Petrarca canta prima sé stesso e poi l' amore. L' amore è il grimaldello che gli serve per aprire i meandri dell' intimità».

Marco Santagata è professore di letteratura italiana a Pisa, ha scritto molto su Francesco Petrarca, ha curato l' intero Meridiano Mondadori, e negli ultimi anni si è dedicato anche a Dante (del quale uscirà a fine mese, sempre per Mondadori, una sua biografia). Su entrambi i poeti ha appena tenuto due letture pubbliche a Modena (il 6 e l' 8 agosto): "Dante, un egocentrico di genio" e "Amore e nevrosi nel Canzoniere". Petrarca nevrotico per amore?
«Detta così, è una semplificazione eccessiva. Il fatto di non riuscire ad appagare il desiderio amoroso è fonte di nevrosi. Però tutto rientra in un senso di complessiva insicurezza. Petrarca lamenta non solo che l' oggetto del desiderio è imprendibile, ma che il desiderio stesso è peccaminoso. La sua irraggiungibilità è un tormento e anche semplicemente provarlo è un peccato».
L' amore è inappagabile, è tormento e sofferenza. Cos' altro?
«Petrarca è seguace di Sant' Agostino. L' amore è una perversione dei valori. Siamo all' opposto di Dante. Inoltre l' amore produce solitudine. Ricorda Solo et pensosoi più deserti campi ?».
Ma la solitudine è anche un privilegio, se è condizione per la saggezza.
«Nel caso descritto da questo sonetto la solitudine è uno stato patologico. Petrarca racconta di voler sottrarre allo sguardo degli altri uomini lo spettacolo della propria sofferenza».
L' amore è un sentimento di cui liberarsi?
«L' amore è un sentimento di cui ci si dovrebbe liberare. Di cui, però, non ci si riesce a liberare. In questo Petrarca è moderno. Le sue categorie morali sono diverse dalle nostre, lui è un uomo di fede che prova inquietudini, dubbi sulla vita ultraterrena, ai quali reagisce accentuando il rigore, ma dall' altro lato aprendo dei varchi su una interiorità spaesata».
E qual è la fenomenologia di questa interiorità?
«Il segno più evidente è l' accidia»
Di cui parla anche Dante.
«Una volta - mi scusi la digressione - proposi di intitolare Accidia un mio romanzo. E l' editore sbottò: "Saremmo in quattro a capire che cos' è"».
Ecco, che cos' è l' accidia per Petrarca?
«Né più né meno che la nostra depressione. Ne parla in alcune opere latine, come il Secretum, e in qualche Epistola. Vista dalla sua ottica è un peccato. Significa non avere lo sguardo verso l' alto, non mirare alle finalità che sono proprie di un essere umano. Dentro questa depressione, Petrarca c' è tutto. Non affiora in prima persona o solo raramente. Ma questo senso di spaesamento preme dietro la sua scrittura poetica. Il discorso amoroso è una specie di catalizzatore, in cui frustrazione e peccaminosità si conciliano in una visione perplessa della vita».
E questo è un elemento che attrae la sensibilità moderna.
«È la grande novità di Petrarca ed è ciò che lo rende attuale. In questo si distanzia dai due secoli di poesia precedente. Intendiamoci: l' impostazione di fondo del rapporto amoroso non è diversa in Petrarca rispetto all' amore cortese, espresso dalla poesia provenzale. L' amore è un sentimento squilibrato, la donna è troppo in alto, si nega. Petrarca innova quando indaga sulle cause di questa frustrazione».
E che differenze ci sono rispetto a Dante?
«Anche Dante è un innovatore. Intendo il Dante stilnovista, del Tanto gentile e tanto onesta pare. Il Dante che non scrive versi in cui un amante si rivolge a un' amata, ma realizza una poesia d' amore fine a se stessa, quasi un preludio di autonomia dell' arte».
Invece Petrarca?
«Se vuole, fa un passo indietro. Riprende il rapporto tradizionale a due e sposta le sue analisi sulle reazioni di chi prova amore. La donna della poesia cortese non si concedeva per motivi di carattere sociale. La donna di Petrarca, Laura, è irraggiungibile in sé stessa. Ecco il desiderio come tensione inappagata e inappagabile. Petrarca occupa interamente la scena della sua poesia con il proprio io. In fondo, come si è detto, Laura è soggetta a una specie di spezzettamento feticistico. Si parla dei suoi occhi, delle sue chiome, delle sue mani, mai dell' insieme. Non conta l' oggetto d' amore, contano le risonanze che esso ha sul soggetto che ama».
E mettere sé stesso al centro, lei sostiene, è tutt' altro che un impoverimento.
«Nei secoli la poesia petrarchesca si è manifestata come un territorio sconfinato. E questo ha consacrato il suo artefice quale capofila della poesia moderna. Petrarca ha sottratto il discorso amoroso ai condizionamenti del tempo e ha costruito una soggettività con le proprie contraddizioni,i propri tormenti e, appunto, con l' accidia, un morbo dalla componente peccaminosa».
Ma il Canzoniere ha una struttura unitaria e indica un percorso di salvezza. O no?
«Il Canzoniere testimonia la svolta del poeta, cioè il progressivo ritrovamento della propria integrità intellettuale. In qualche modo l' io lacerato dalla passione amorosa recupera la compiutezza. L' animo dell' innamorato è in parte alienato da sé, il suo animo è frammentato. D' altronde questo è detto fin dall' esordio del Canzoniere ».
Nel sonetto "Voi ch' ascoltate in rime sparse il suono"?
«Le rime sparse raffigurano la dissociazione. La passione d' amore è un' esperienza irrazionale, sulla quale grava il giudizio etico. La guarigione si ottiene con la padronanza di sé. Il Canzoniere realizza questa tesi. O almeno dovrebbe realizzarla».
È un caso che fra i petrarchisti del Cinquecento, poeti che ripropongono lingua e materiali del Canzoniere, ci siano donne, Gaspara Stampa, Vittoria Colonna e altre ancora?
«Ho l' impressione che sia stata data enfasi eccessiva alla scrittura lirica femminile. Strutturalmente il petrarchismo è un punto di vista maschile. E il petrarchismo banalizza i tormenti di Petrarca, li cristallizza in formule retoriche».
Quali sono i poeti più vicini a noi che traggono linfa dal discorso amoroso di Petrarca?
«In generale la poesia d' amore del Novecento, per reazione all' orgia dei secoli precedenti, è minoritaria. E quando ci si riferisce a Petrarca, lo si fa ammiccando. È un elemento della tradizione, ma con lui non c' è continuità. Il discorso amoroso del Novecento va rintracciato in un altro canale espressivo, che non è la poesia laureata».
E qual è?
«Sono i testi delle canzoni. Quando la poesia alta abbandona il discorso amoroso, questo si ritrae nella canzone, che per tutta la prima metà del secolo parla quasi esclusivamente d' amore. Poi la canzone matura, amplia lo spettro dei suoi temi, arriva la canzone impegnata e così il discorso amoroso si individualizza, senza codici fissi».
Un poeta petrarchista di oggi?
«Patrizia Valduga dà una versione osé del petrarchismo di grande fascino».
La più incisiva delle eredità petrarchesche?
«La poesia come perdita. È raro trovare la poesia d' amore che celebri la pienezza e la felicità».


Fonte: https://ricerca.repubblica.it/repubblica/a...o-petrarca.html


Edited by Paderborner - 26/9/2019, 23:57
view post Posted: 26/9/2019, 20:44 Partito Comunista - Partiti e movimenti comunisti
CITAZIONE
Non è stato travisato nulla, il concetto è abbastanza chiaro e i termini usati non danno adito a fraintendimenti.

E' una citazione completamente decontestualizzata: anche se utilizzassimo tutta la cattiva fede presente nel mondo non potremmo dire che Rizzo simpatizza per Salvini, suvvia. Per quale motivo, altrimenti, il Partito Comunista avrebbe condotto una strenua opposizione nei confronti del governo gialloverde? Rizzo ha pubblicamente criticato Salvini in ogni modo possibile, soprattutto adottando il metodo marxista-leninista.

CITAZIONE
Al momento il suo è un chiaro messaggio ai rossobruni!

I rossobruni non sono bene accetti nel Partito, sono stati e continueranno ad essere cacciati fuori da esso, posso garantirlo per esperienza diretta. Una banalissima prova di ciò risiede nei rapporti che il PC porta avanti con il KPRF, non sempre buoni proprio a causa delle sporadiche tendenze a destra che ogni tanto quest'ultimo manifesta.

CITAZIONE
Carissimo Paderborner, ti voglio davvero bene e non abbiamo mai perso i contatti ma non ci troviamo mai sullo stesso fronte. è destino :woot: :P :D

*****, ti voglio molto bene anche io, e ci conosciamo da ormai otto anni, è evidente che l'amicizia non viene scalfita da motivi ideologici ^_^


CITAZIONE
Vedere le pagine piene di " sono leghista ma approvo.." "ero nei NAR ma stimo..." mi delude molto, soprattutto perché necessiterebbero di una ferma e continua presa di distanze che invece non avviene mai.

Perdonami compagno, ma ciò non è corretto, poiché ci impegnamo, specie noi giovani del Fronte (spesso più abituati all'utilizzo dei social), io in primis, a prendere le distanze continuamente da simili commenti. Allo stesso tempo tuttavia credo non possa essere negativo se proletari abbagliati dalla reazione borghese (lega in primis), poiché abbandonati dalla sinistra borghese e revisionista, si avvicinino a noi, anzi, il nostro obbiettivo è proprio quello di svelare le contraddizioni in seno alla destra e di riportare i proletari nell'ottica del movimento comunista marxista-leninista.

CITAZIONE
Direi che questa è la dimostrazione che di comunista questo partito non ha nulla (almeno per quanto riguarda i dirigenti). Se combatto una guerra, non vado nel quartier generale del nemico.

Partecipare a un dibattito televisivo può essere molto utile per far conoscere ai tanti proletari che sono, purtroppo, abbagliati dalla visione di un canale simile, il Partito comunista. Non vedo nulla di male nell'utilizzare gli strumenti del capitale per distruggerlo, anzi. In ogni caso mi sembra decisamente poco dialettico giudicare un Partito come comunista in base a una determinata scelta strategica, e non in base all'impostazione teorica e all'azione pratica di esso.

Per finire, ci tenevo a citare un breve scritto del compagno Alessandro Mustillo (di FGC e PC) riguardo la questione. Credo che esso possa chiarire molti dubbi:

Una parte consistente delle classi popolari in questi anni si è spostata a destra, attirata da ragionamenti apertamente reazionari che affascinano e trasmettono l'illusione di soluzioni facili e immediate. I comunisti, è vero, hanno la necessità di riconquistare la fiducia di quei settori e di prendere le distanze nette da quella sinistra che è stata la principale responsabile di questo processo. Ma il modo peggiore per farlo sarebbe proprio cedere a quelle idee reazionarie, pensando che sia sufficiente toccare quelle corde per aprire scorciatoie e riconquistare simpatie e consensi, sostituendosi con posizioni virtuali alla presenza reale nel conflitto e nelle contraddizioni di classe.
La nostra epoca, così complessa e piena di sfide, e così difficile per la scarsità delle nostre forze, non richiede strizzate d'occhio, ma strategia e chiarezza politica, che non rinunci a combattere senza quartiere le concezioni sbagliate professate da ogni parte provengano.


Edited by Petruzza - 27/9/2019, 14:39
view post Posted: 26/9/2019, 15:26 Partito Comunista - Partiti e movimenti comunisti
Le affermazioni di Rizzo sono state completamente travisate dalla stampa borghese la quale, lo ricordiamo, da sempre cerca di confondere le idee al proletariato.

La sinistra borghese, ovviamente, ha colto al volo l'occasione, avendo la possibilità di confondere ulteriormente le acque e di allontanare il proletariato da un Partito comunista.
view post Posted: 25/9/2019, 20:25 Partito Comunista - Partiti e movimenti comunisti
CITAZIONE (carre @ 25/9/2019, 20:58) 
Bravo Pader

Ti ringrazio, e i miei ringraziamenti vanno all'intero forum, il quale ha avuto un ruolo fondamentale nella mia formazione politica.
view post Posted: 25/9/2019, 20:23 I funerali di Honecker - Storia
Video breve ma interessante, specie per le opinioni, verso la fine, di due cittadini comuni della riunita Berlino, entrambe a favore del grande compagno Erich.



Altro documento interessante:

view post Posted: 25/9/2019, 19:54 Partito Comunista - Partiti e movimenti comunisti
CITAZIONE (Petruzza @ 23/9/2019, 21:45) 
CITAZIONE
Se in passato ho condiviso una serie di posizioni che prese Berlinguer, principalmente non in base a una decisa convinzione ideologica ma alla stima nei confronti della persona, ciò non significa che non possa fare autocritica e cambiare posizione. Mi ritengo pienamente marxista-leninista, né condivido il revisionismo che il PCI portò avanti già, purtroppo, a partire da ben prima di Berlinguer. Pensavo tuttavia di aver specificato il mio pensiero in maniera sufficientemente precisa in questo forum.!

La mia non era una provocazione ma una semplice battuta in considerazione della stima che ho sempre avuto nei tuoi riguardi e quindi non era necessario fare certe specifiche che io già sapevo. Posso solo dirti che mi fa davvero piacere!
Purtroppo è la stima verso la persona Berlinguer che devia certi compagni ma che di un certo sentimentalismo ne sia colpita la generazione di quel periodo può (per modo di dire) essere comprensibile, era un loro idolo ma tu sei un ragazzo ;)

La stima è reciproca, ci tengo solo a non essere etichettato come revisionista, sarebbe infatti un insulto e una scorrettezza, per quanto mi riguarda. In passato ho certamente nutrito simpatia per la "via italiana al socialismo", sono tuttavia passati anni e anni dalla mia abiura nei confronti di essa: la mia adesione al Fronte della Gioventù Comunista (e la mia precedente uscita da un partito revisionista) avvengono alla luce della mia più totale convinzione nel marxismo-leninismo.
view post Posted: 23/9/2019, 20:36 Partito Comunista - Partiti e movimenti comunisti
CITAZIONE (Petruzza @ 22/9/2019, 10:41) 
CITAZIONE (carre @ 14/9/2019, 11:53) 
Quello che noi dobbiamo valutare e se questi due "colpi" vanno a favore del proletariato o della borghesia imperialista. Sennò ricadiamo nel dogmatismo idealista.

Questo è opportunismo (tipico dei vecchi politicanti italiani) che va a favore del soggetto e mai del proletariato; mi pare che il compagno primomaggio ha chiarito molto bene!
In quel partito l'unica cosa storta è il capo ma purtroppo (nel piccolo come avvenne per Berlinguer) è diventato un idolo e i militanti i suoi fan (l'autocritica li dentro è termine sconosciuto)!

Veniamo al compagno Paderborner. Come mai questa svolta verso il rizzismo? Hai scoperto che i "valori" (si fa per dire) berlingueriani li dentro vengono conservati? :lol:

Se in passato ho condiviso una serie di posizioni che prese Berlinguer, principalmente non in base a una decisa convinzione ideologica ma alla stima nei confronti della persona, ciò non significa che non possa fare autocritica e cambiare posizione. Mi ritengo pienamente marxista-leninista, né condivido il revisionismo che il PCI portò avanti già, purtroppo, a partire da ben prima di Berlinguer. Pensavo tuttavia di aver specificato il mio pensiero in maniera sufficientemente precisa in questo forum.

Su Berlinguer: http://www.senzatregua.it/2014/06/11/berli...ione-comunista/

CITAZIONE
l'autocritica li dentro è termine sconosciuto

Posso garantirti che l'autocritica è uno dei cardini di azione di PC e FGC, già a partire da ogni azione sul territorio.

CITAZIONE
non si adottano linee politiche comuni

Non sarebbe un evento negativo, tuttavia.
view post Posted: 21/9/2019, 15:42 come organizzereste una repubblica popolare in Italia ? - Off topic
CITAZIONE
sono anche un patriota, manterrò alcuni simboli borghesi

Il patriottismo socialista è ben diverso dal patriottismo borghese.
view post Posted: 21/9/2019, 15:27 Partito Comunista - Partiti e movimenti comunisti
CITAZIONE (carre @ 13/9/2019, 19:22) 
Sinceramente non sono daccordo con primomaggio. Nell'intervista Rizzo non ha mai detto che la Cina è un paese socialista, ma si è barcamenato assai per non doverlo affermare, ad onta delle domande. Anzi, tra una riga e l'altra, ha sottolineato come il progresso economico di per sè non significhi socialismo.

Pienamente d'accordo, nel Partito comunista siamo tutti convinti che la Cina non sia certo un paese socialista, anzi.

Consiglio vivamente la lettura di questo articolo:


Cina e imperialismo, un’analisi storico-economica

In questi ultimi giorni ha avuto particolare risalto sui mezzi di informazione l’incontro di stato a Palm Beach tra Donald Trump e Xi Jinping. In particolare suscita l’interesse di molti la posizione della Cina riguardo questioni quali la guerra in Siria e la Corea del Nord. Potrebbe dunque essere legittimo chiedersi se in questa fase la Cina possa assumere un ruolo di argine all’imperialismo e di speranza per i popoli del mondo. Per dare una risposta occorre analizzare la situazione cinese in relazione al concetto di imperialismo, un punto centrale per l’analisi marxista della società, spesso frainteso anche da una parte del movimento comunista.

Per una chiara ed esatta chiave di lettura dell’imperialismo occorre rifarsi alla definizione che Lenin diede nel suo saggio del 1916, “L’imperialismo, fase suprema del capitalismo“:

«Quindi noi […] dobbiamo dare una definizione dell’imperialismo, che contenga i suoi cinque principali contrassegni, e cioè:

1) la concentrazione della produzione e del capitale, che ha raggiunto un grado talmente alto di sviluppo da creare i monopoli con funzione decisiva nella vita economica;

2) la fusione del capitale bancario col capitale industriale e il formarsi, sulla base di questo “capitale finanziario”, di un’oligarchia finanziaria;

3) la grande importanza acquistata dall’esportazione di capitale in confronto con l’esportazione di merci;

4) il sorgere di associazioni monopolistiche internazionali di capitalisti, che si ripartiscono il mondo;

5) la compiuta ripartizione della terra tra le più grandi potenze capitalistiche.

L’imperialismo è dunque il capitalismo giunto a quella fase di sviluppo, in cui si è formato il dominio dei monopoli e del capitale finanziario, l’esportazione di capitale ha acquistato grande importanza, è cominciata la ripartizione del mondo tra i trust internazionali, ed è già compiuta la ripartizione dell’intera superficie terrestre tra i più grandi paesi capitalistici» (cfr. V.I. Lenin, L’imperialismo (1916), Editori Riuniti, 1974, pag. 128).

Secondo questa definizione il militarismo e l’aggressività nei confronti di altre nazioni non sono caratteristiche preponderanti dell’imperialismo, ma soltanto sue possibili manifestazioni. Alla luce della teoria leninista è possibile individuare quali stati, nel corso della storia recente, abbiano effettivamente assunto un ruolo di argine all’imperialismo.

L’Unione Sovietica è senz’altro uno degli esempi più lampanti di potenza antimperialista in quanto priva di esportazione di capitale (la grande maggioranza del commercio estero sovietico era con altri stati socialisti). Infatti anche dopo il 1956, anno in cui le politiche di Chruščёv iniziarono a compromettere l’impianto socialista dello stato e i cui sviluppi furono la restaurazione del capitalismo con Gorbačëv nel 1991, nonostante l’aumento delle esportazioni, l’URSS non esportò capitale.

Non è invece di immediata interpretazione la situazione dell’attuale Repubblica Popolare Cinese. Per un’adeguata valutazione è necessario comprendere come si è giunti all’odierna condizione economico-sociale del paese. A seguito del XX Congresso del PCUS del 1956, il Partito Comunista Cinese, sotto la guida di Mao Zedong, criticò, coerentemente con la teoria marxista-leninista, il revisionismo chruscioviano in URSS, che fu definito revisionismo moderno per distinguerlo dal revisionismo bernsteiniano-kautskiano. Tuttavia, subito dopo la morte di Mao nel 1976, un nuovo tipo di revisionismo si manifestò in Cina a seguito della presa del potere dell’ala destra del PCC, che faceva capo a Deng Xiaoping, dopo la condanna della cosiddetta Banda dei Quattro, un gruppo di dirigenti del Partito che aveva avuto un ruolo determinante nella Rivoluzione Culturale.

Contrariamente a quanto avvenuto in Unione Sovietica, in cui la figura di Stalin fu criminalizzata, il revisionismo denghista, che potrebbe essere definito come revisionismo contemporaneo, non attaccò mai apertamente Mao, ma continuò a celebrarlo e a rivendicare una, peraltro inesistente, continuità con la sua politica. Al contempo Deng elaborò la teoria del socialismo di mercato, o socialismo con caratteristiche cinesi, una soluzione strategica di media o lunga durata, in attesa di un non meglio definito ritorno al socialismo. Molti sostenitori delle attuali politiche della Cina paragonano le riforme di Deng con la Nuova Politica Economica (NEP), applicata da Lenin nell’URSS reduce dal conflitto mondiale e dalla guerra civile. Questo rappresenta tuttavia una valutazione fallace: la NEP, che fu un provvedimento transitorio e di breve durata (dal 1921 al 1928), prevedeva delle limitate concessioni al capitalismo al fine di ripristinare l’industria nazionale, devastata dalla guerra, nella prospettiva dell’accumulazione di forze necessarie, e si realizzava nel quadro della dittatura del proletariato (non vi erano capitalisti e miliardari nel Partito e il settore privato consentito non coinvolgeva i grandi mezzi di produzione ma solo i piccoli, come nell’ambito del commercio interno). Era quindi basata sul rafforzamento della classe operaia, mentre, come ad oggi è stato possibile constatare, in Cina il socialismo di mercato ha rappresentato una manovra di transizione dal socialismo al capitalismo vero e proprio, con la reintroduzione dei rapporti di produzione tipici del capitalismo.

Conferma di quanto detto è la creazione delle Zone Economiche Speciali (ZES), nelle quali, a partire dal 1979, specifiche legislazioni economiche favoriscono e incoraggiano l’afflusso di capitale proveniente da multinazionali straniere attraverso una fiscalità vantaggiosa e una larga indipendenza per le imprese (è da sottolineare come il governo cinese abbia approvato recentemente un piano per la creazione di una nuova ZES, che porterà alla fondazione di un’imponente città chiamata Xiongan, e che ha visto immediatamente dopo l’annuncio governativo l’afflusso massiccio di speculatori intenzionati ad acquistare immobili nelle aree interessate da rivendere a prezzi raddoppiati).

Merita inoltre di essere menzionata la cosiddetta teoria delle tre rappresentanze, dottrina ideata nel 2000 da Jiang Zemin, successore di Deng, che di fatto forniva all’imprenditoria ancora maggior riconoscimento politico e sociale. Secondo tale teoria, infatti, il Partito doveva rappresentare anche gli imprenditori, non più soltanto il proletariato e le masse lavoratrici. Il PCC abbandonava quindi anche formalmente il principio della lotta di classe, trasformandosi in un partito interclassista. Veniva così permesso l’ingresso sempre più palese di elementi borghesi all’interno del Partito, ormai definitivamente deideologizzato, seppur già compromesso dalla gestione di Deng.

È bene chiarire a questo punto il seguente concetto: il socialismo prevede relazioni di produzione nelle quali la classe operaia ha il potere e, di conseguenza, detiene i mezzi di produzione. In questo senso, ha come condizione necessaria il dominio della proprietà statale socialista su quella privata e la scomparsa progressiva di ogni mezzo di produzione privato, compresa la piccola proprietà. È inevitabile che ci siano differenze tra i vari paesi nella costruzione del socialismo, ma queste non possono essere mai di principio, ossia differenze che contraddicano i principi universali su cui il socialismo si basa; in particolare, nel caso cinese, si hanno rapporti di produzione grazie ai quali predomina il capitale privato, con una tendenza al maggiore sviluppo dello stesso.

Per meglio comprendere l’importanza che le imprese private assumono in Cina, basta esaminare alcune cifre riguardanti il peso del settore privato nello stato a seguito della privatizzazioni massicce applicate da Deng in poi: nel 2005 il numero di imprese private ammontava a 4,3 milioni, nel 2010 a 7,5 milioni e nel 2015 a 12 milioni, mentre nello stesso anno le imprese statali erano 2,3 milioni; attualmente circa il 70% della produzione industriale cinese è dovuta a imprese non statali, oltre l’80% della forza-lavoro industriale è impiegata nel settore privato e solo il 13% dei lavoratori urbani sono dipendenti statali; inoltre la crescita delle imprese private è di gran lunga superiore a quella delle imprese statali (negli ultimi 3 decenni il 95% dell’aumento della forza-lavoro urbana è dovuta a compagnie private).

È dunque evidente come in Cina il ritorno al capitalismo sia pressoché completo, tutt’al più in una sua variante statalista, ma bisogna prendere in considerazione alcuni dati economici per convincersi del fatto che il paese sia ormai giunto anche alla fase imperialista.

Secondo la rivista Forbes, stimando il patrimonio in dollari, attualmente in Cina sono presenti ben 400 miliardari, che detengono circa 947,03 miliardi. Questi dati pongono la Cina al secondo posto tra gli stati al mondo con più miliardari, seconda solo agli Stati Uniti, che nel 2016 ne contavano 540, e testimoniano come l’accumulazione della ricchezza nel paese abbia raggiunto livelli impressionanti, tali da creare un’oligarchia finanziaria, a ulteriore riprova di come la forma statale socialista sia ormai solo una definizione de iure.

Inoltre, secondo la Chinese Sociological Review, nel 2012 l’1% della popolazione cinese possedeva oltre il 33% della ricchezza, mentre il 25% più povero meno del 2%.

Secondo il Center for China and Globalization l’esportazione cinese di capitale nel 2015 aveva superato il capitale straniero nel paese; gli investimenti diretti esteri (OFDI) ammontavano a 145,6 miliardi di dollari, mentre il capitale estero in Cina era di 135,6 miliardi di dollari. A tale proposito, secondo il Financial Times, nel 2017 la Cina risulta essere il più grande esportatore di capitale in Africa, per la maggior parte al fine estrattivo di risorse naturali, proseguendo la depredazione del continente a cui secoli di colonialismo e imperialismo ci hanno tristemente abituato. Proprio in Africa, a Gibuti, sorgerà una base militare cinese capace di ospitare circa 10˙000 soldati e navi da guerra veloci.

Per quanto riguarda l’energia, come anche in altri settori, quali ad esempio le comunicazioni, va segnalata la presenza di monopoli, tra cui la China Petroleum and Chemical Corporation (Sinopec, 4ª società al mondo per ricavi nel 2015) e la China National Petroleum Corporation (CNPC, 3ª società al mondo per ricavi nel 2015), che rappresentano due società internazionali tra le maggiori al mondo nel campo del petrolio e del gas.

Infine il settore bancario cinese vanta ben 4 delle 10 banche più potenti al mondo, tra cui le 5 maggiori sono la Industrial and Commercial Bank of China (la più grande banca al mondo per capitale), la China Construction Bank, la Bank of China, la Agricultural Bank of China e la China Development Bank. Tutte queste banche possiedono sedi all’estero (Asia, Europa, Africa e America), ma quella più presente a livello internazionale è la BOC.

In aggiunta a quanto detto bisogna anche considerare il ruolo della Cina nel blocco dei BRICS, alleanza imperialista, in cui svolge un ruolo da protagonista. Fa parte dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, di cui sono membri anche la Russia e vari stati dell’Asia Centrale, e che si occupa non solo di sicurezza, ma anche di cooperazione economica (è importante il ruolo della SCO Interbank Association, che riunisce rappresentanze della banche delle nazioni aderenti all’organizzazione). Uno dei possibili sbocchi economici dell’Organizzazione, peraltro più volte suggerito dalla stessa Cina, potrebbe essere la creazione di un’area di libero mercato tra gli stati membri, ma già ad oggi sono previste norme che facilitino gli scambi commerciali interni.

Un altro elemento fondamentale per inquadrare l’azione della Cina e dei BRICS nello scacchiere mondiale è la creazione della Nuova Banca di Sviluppo: costituita nel 2014, durante il IV Summit dei BRICS, la NBS nasce a seguito del rifiuto da parte delle potenze imperialiste tradizionali, a guida USA-UE, di effettuare una distribuzione delle quote di voto più vantaggiosa per i paesi emergenti all’interno del Fondo Monetario Internazionale (di cui la Cina rappresenta il terzo investitore con 30 miliardi di dollari). La NBS costituisce la prima grande struttura finanziaria internazionale nata dopo gli accordi di Bretton Woods, e rivestirà un ruolo analogo e in competizione con quello del FMI e della Banca Mondiale, nati nel 1944 proprio alla luce degli accordi di Bretton Woods. La NBS permetterà ai BRICS di estendere la propria influenza su altre economie più deboli, attraverso le pressioni esercitate da questo nuovo e potente mezzo.

La Cina ha annunciato inoltre di aver sospeso per il 2017 l’acquisto di carbone dalla Corea del Nord in applicazione delle sanzioni decise, su richiesta degli Stati Uniti, dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (e che la Cina ha accettato, non avendo esercitato il proprio diritto di veto). Ciò priva lo stato socialista nordcoreano di 1 miliardo di dollari. La Cina sta anche lavorando per la creazione di un’area di libero scambio con Giappone e Corea del Sud.

Nell’interpretare l’azione cinese nel contesto internazionale, bisogna considerare che ogni membro della piramide imperialista si muove sulla base della propria forza economica, militare e politica, nella direzione di rafforzare la propria posizione e la competitività dei propri monopoli attraverso la strategia ad essi più congeniale, a volte attraverso politiche di “pace”, a volte attraverso mezzi militari. È su questa base che è possibile comprendere alcune delle mosse della Cina che, in apparenza, seguono un approccio diverso rispetto a quello di altre potenze imperialiste. In particolare, risalta il fatto che la Cina prediliga utilizzare a livello internazionale un approccio di “soft power“, ovvero un metodo di esercizio della propria influenza senza il ricorso ad interventi diretti, in contrapposizione a quello di “hard power” caratteristico dei centri imperialisti tradizionali, che prevede politiche aggressive e interventi militari nell’esercizio della propria influenza. Ciò, alla luce di quanto espresso precedentemente, non deve trarre in inganno, in quanto l’aggressività militare non è una caratteristica preponderante dell’imperialismo. Bisogna inoltre considerare il fatto che, nel continuo evolversi dei rapporti di forza economici e militari su scala globale, la strategia dei diversi blocchi potrebbe variare repentinamente da un approccio di soft power a quello di hard power e viceversa.

Appurato come anche la Russia svolga un ruolo di prim’ordine nella piramide imperialista internazionale, è necessario per i comunisti avere massima consapevolezza della natura imperialistica dei paesi BRICS, che si pongono in aperto contrasto con le potenze imperialiste tradizionali USA (al vertice della piramide) e UE soltanto nel tentativo di imporre la propria egemonia, in uno scontro inter-imperialistico nel quale si intensifica la tendenza alla guerra imposta dal capofila statunitense (che oltre contro la Russia procede nella concentrazione di potenza di fuoco anche intorno alla Cina nel Mar Cinese Meridionale e Orientale) che rischia di gettare i popoli del mondo in una nuova guerra generale alla quale tutte le potenze si stanno preparando.

Va a tale proposito ricordato come i lavoratori abbiano soltanto da perdere da un conflitto di questo tipo, e che, come insegna Lenin, i comunisti non devono schierarsi dalla parte di nessuno dei contendenti in gioco, disarmando politicamente, organizzativamente e ideologicamente la classe lavoratrice. Al contrario questi devono stabilire una posizione indipendente di classe per sfruttare attivamente queste contraddizioni nella piramide imperialista, al fine di indebolire le “proprie” borghesie nella direzione di rovesciare nei propri paesi il capitalismo, rifiutando al contempo sia la guerra imperialista, sia la pace imperialista. Solo la lotta per un diverso modello di società potrà dare ai popoli la liberazione dallo sfruttamento e dal capitale, e questa lotta ha come artefici e alleati i proletari di ogni paese.


http://www.lariscossa.com/2017/04/15/cina-...rico-economica/
view post Posted: 12/9/2019, 19:17 Partito Comunista - Partiti e movimenti comunisti
In passato ho avuto dubbi riguardo questa organizzazione, ma li ho in parte risolti e messi da parte. Il Partito Comunista è ora come ora l'unico partito veramente comunista e marxista-leninista in Italia a difesa degli sfruttati e degli oppressi. Per tale motivo mi sono oggi iscritto nella loro organizzazione giovanile, il Fronte della Gioventù Comunista.
view post Posted: 26/7/2019, 17:25 omossessuali - Scienze Sociali
CITAZIONE (DDR Neujahr @ 22/7/2019, 00:10) 
Tutte stronzate poco rilevanti ai fini del socialismo.
Se nel socialismo un trans mi produce tot merci in tot tempo, per me può anche farsi trapiantare il cazzo al posto del naso.

Non mi sembra molto socialista coma affermazione.
327 replies since 2/6/2014