Comunismo - Scintilla Rossa

Posts written by Kollontaj_2

view post Posted: 13/5/2020, 14:37 Proletari Comunisti (PCm) - Partiti e movimenti comunisti
https://proletaricomunisti.blogspot.com/20...-populisti.html

pc 12 maggio - Mentre i fascio populisti interni ed esterni al governo bloccano ogni provvedimento di sanatoria per gli immigrati... sviluppare la lotta autorganizzata dei migranti

La posizione dello Slai cobas per il sindacato di classe

Mettiamo in campo una mobilitazione nazionale effettiva
contro la falsa "regolarizzazione" che il Governo sta per varare, ma soprattutto perché tutte le esperienze precedenti dimostrano che tutti i provvedimenti a favore dei migranti sono stati conquistati non grazie a campagne di opinione ma attraverso le dure e difficili lotte, proteste, in cui i migranti sono stati protagonisti in prima persona.
Sviluppiamo in ogni territorio l'autorganizzazione dei braccianti migranti a partire da tutte quelle realtà dai braccianti bloccati nelle baraccopoli.
Siamo per la sanatoria incondizionata per tutti i presenti in Italia, che sia proporzionata all'emergenza del coronavirus, la cui salute e la stessa vita è messa in grave rischio dalla condizione di non lavoro, dalla mancanza di reddito e/o di alloggi. Per tutti occorre rivendicare documenti, permesso di soggiorno, reddito, case, diritto d'asilo, contratti di lavoro, chiusura dei CPR, blocco delle espulsioni e riapertura dei porti.

L'appello di Campagne in lotta
Dai ghetti delle campagne ai tempi del COVID:
l'immigrazione non è un crimine, la solidarietà non è un reato!
Lavorare sfruttati e senza contratti, vivere senza documenti e abitare in ghetti sovraffollati senza acqua corrente o assistenza medica, non sono una novità nelle campagne italiane. E allora perché in questi giorni, proprio quando si parla solo di COVID, si sono riaccesi i riflettori sui ghetti ed i braccianti immigrati?
Se da una parte è chiaro che le condizioni di vita dei lavoratori delle campagne importano solo quando potrebbero mettere a rischio anche noialtri, dall’altro il più grande motivo di preoccupazione, per chi ora va in televisione a improvvisarsi salvatore dei braccianti, rimane la mancanza di forza
lavoro per l'agricoltura. Se oggi ci parlano dell'effetto del COVID nelle campagne è soprattutto perché il settore agricolo in Italia, così come in molti altri paesi europei, rischia di essere messo in ginocchio dall’assenza di manodopera a disposizione.
D'improvviso, gli scaffali nei supermercati restano vuoti e ogni alternativa per risolvere questo deficit di manodopera si conferma irrealizzabile. Ed ecco allora che chi finora è rimasto zitto e contrariato davanti alle lotte che rivendicavano documenti per tutti, grida al miracolo della sanatoria, come se offrire qualche debole permesso di soggiorno temporaneo, senza mettere in discussione la dinamica della ricattabilità, rappresentasse altro che una stampella necessaria alla prosecuzione dello stesso sfruttamento. Si parla di regolarizzazione... ma solo per chi dimostra di poter ottenere un contratto di lavoro, solo per chi si dimostra indispensabile per il settore agricolo. In poche parole i diritti di una persona acquisiscono valore se e solo se l'economia non può farne a meno, mentre tutte le lotte portate avanti negli ultimi anni vengono dimenticate, e chi vi ha preso parte schiacciato e represso.
E così, mentre il COVID getta luce su problemi tutt'altro che nuovi, le istituzioni reagiscono con sanatorie e altri espedienti emergenziali e temporanei, un approccio che si riconferma razzista e contraddittorio. Si impone il rispetto delle norme igieniche, negando però l'accesso all'acqua corrente; si impone alle persone di non uscire di casa, salvo poi minacciare lo sgombero degli insediamenti in cui vivono e affibbiare dei daspo; si necessitano stagionali che garantiscano l'approvvigionamento di prodotti ortofrutticoli, salvo poi multarli per il mancato rispetto della distanza minima all'interno del furgone in cui vanno a lavoro.

Contro la violenta gestione delle loro vite da parte delle istituzioni, da anni i lavoratori e le lavoratrici delle campagne portano avanti, nonostante l'indifferenza dei media, una lotta tenace e serrata per rivendicare la propria necessità di autodeterminarsi e di ottenere documenti, case e contratti. A questa lotta, le risposte preferite sono sempre le stesse, briciole e repressione. Allo Stato seguono associazioni e sindacati, troppo impegnati a distribuire qualche simbolico pacco di pasta (ma solo se c'è qualche telecamera a riprendere) per ascoltare le reali rivendicazioni di chi vive nei ghetti.
E a questo si aggiungono le varie forme di repressione, controllo e segregazione cui i lavoratori sono sottoposti, e con loro le e i solidali che da anni sostengono le loro lotte. Già, perché in questi tempi difficili in cui tanti servizi vengono sospesi a causa dell'emergenza, la polizia non ha problemi a notificare denunce e fogli di via, denunce, decreti penali, limitazioni della libertà di movimento.
Se in questi tempi difficili la paralisi e l'isolamento sembrano inevitabili, noi non possiamo permetterceli. La solidarietà ha tante forme, le maniere per organizzarci altrettante. Intanto, per chi può, per aiutarci ad affrontare le ingenti spese legali, c’è la possibilità di dare un contributo direttamente sul nostro sito campagneinlotta.org, attraverso il pulsante DONAZIONE. Inoltre, la Cassa di Solidarietà La Lima da anni supporta (non solo economicamente) chi lotta, ma anche chi vivendo ai margini viene colpito dalla repressione. Sosteniamoci a vicenda sin da ora. Oggi più che mai, le lotte delle campagne non possono passare sotto silenzio, oggi più che mai non possiamo voltare le spalle a chi soffre nella stretta della repressione. L’emergenza la viviamo tutti, perché a pagare devono essere sempre le stesse persone?
L'immigrazione non è un crimine, la solidarietà non è un reato!
view post Posted: 11/5/2020, 17:42 Maturità 2020: bocciare tutti? - Off topic
ma perchè, non si riesce a fare online?
che siamo nel 1970?
dobbiamo far perdere un anno a tutti, anche a quelli in grado di studiare in autonomia per dire, perchè abbiamo vissuto 2/3 mesi così?
poi sulla didattica a distanza non ne ho idea, ma se non siamo in grado di gestire 2/3 mesi di didattica a distanza con dei 18enni, siamo messi molto peggio di quel che pensavo.
view post Posted: 9/5/2020, 21:01 omossessuali - Scienze Sociali
Diritti delle famiglie e coppie omo-affettive in discussione

originale: http://www.redsemlac-cuba.net/diversidad-s...VdVl14u3s8ncmOw



Famiglie diverse, il nuovo Codice della famiglia a Cuba e la trasformazione sociale necessaria per il pieno esercizio dei diritti delle persone con sessualità non eteronormative sono state le ragioni del dialogo che ha promosso un forum di dibattito online, nell'ambito delle attività della XIII Conferenza Cubana contro l'omofobia e la transfobia.

Lo scambio sotto il nome "Decostruzione dei miti sulle famiglie e le coppie omo-affettive", organizzato dal Centro nazionale per l'educazione sessuale (Cenesex), ha visto la partecipazione della dottoressa in Scienze psicologiche Patricia Arés Muzio e dei laureati Lilian Rosa Burgos Martínez e Delia Rosa Suárez Socarrás, di Cenesex.

Durante lo scambio, sono emerse molteplici sfide legali e sociali. Diverse persone hanno fatto riferimento al nuovo Codice della famiglia, che deve essere sottoposto a referendum e genera polemiche nella società cubana in merito ai diritti al matrimonio e all'adozione della popolazione LGBT (lesbica, gay, bisessuale, trans e intersessuale), tra le altre questioni. .

“Sebbene non sia l'unico documento che ci protegge dai diritti, sono preoccupato di sapere che altre persone voteranno su ciò che dovrebbe essere già costituzionalmente concesso. Che cosa accadrà in quel momento? ”Chiese Dairong.

A questo proposito, ha riflettuto anche Manuel Vázquez Seijido , vicedirettore di Cenesex, per il quale esiste una reale possibilità e il momento storico attuale che stiamo vivendo deve sfruttare; "Sono dell'opinione che dobbiamo unire le forze tra le istituzioni statali e la società civile al fine di sensibilizzare la società e ottenere un voto favorevole ", ha scritto.

Delia Rosa Suárez, di Cenesex, intendeva dire che si tratta di diritti ed è per questo che la norma legale è una necessità. Vari tipi di famiglie coesistono oggi a Cuba ed è necessario proteggerli tutti legalmente, ha detto.

Esempi di questo sono stati presentati dai membri del forum Yponce e JuanCCV . La prima, una madre lesbica che ha costruito una convivenza armoniosa come famiglia, ma a rischio di non avere garanzie legali su questioni come il diritto all'eredità, la custodia e altri. Il secondo, un uomo che ha cresciuto due figli con il suo partner, in una famiglia di due genitori che, per 13 anni, ha dimostrato che "i miti e la discriminazione nella società portano solo più discriminazione".

"Come noi, ci sono molti cubani che hanno bisogno di cambiamenti che non danneggino coloro che non ne hanno bisogno, ma proteggeranno quelli che ne hanno bisogno", ha firmato Yponce .

La Dott.ssa Patricia Ares ha commentato che "i criteri di rifiuto o accettazione non si basano sempre su argomenti scientifici, ma su pregiudizi" e ha affermato che, insieme alle azioni in materia legale, è necessario realizzare quelli educativi "al fine di creare sensibilità sociale e un maggior rispetto per la diversità. Non è sufficiente che appaia nel Codice, è necessario spostare le coscienze e disarticolare gli argomenti ”, ha sottolineato.

La psicologa ha accennato ai cambiamenti che si sono verificati rispetto ad altre volte, quando c'era una forte opposizione all'aborto o al divorzio, e ha detto che è necessario continuare a disarticolare le immagini sociali in modo che le famiglie omoparental possano avere lo stesso destino.

Al di là dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere, il benessere di bambini e adolescenti in ambienti familiari in cui prevalgono relazioni di affinità, affetto e comprensione dovrebbe essere al centro delle preoccupazioni, ha aggiunto Arés.

Per quanto riguarda il popolare processo di consultazione sul Codice della famiglia, ha spiegato che in anticipo le persone avranno il diritto di commentare tutti gli articoli, attraverso assemblee a livello di quartiere, nello stesso modo in cui è stato fatto con la Costituzione cubana in vigore dal 2019.

A tale proposito, Vázquez Seijido ha spiegato che, anche se il Codice non era stato deciso di sottoporlo a referendum, doveva essere votato dall'Assemblea nazionale del potere popolare (organo legislativo). "La Costituzione ha regolato in modo inclusivo tutto ciò che riguarda le famiglie e il matrimonio, ma ciò non elimina la validità dell'attuale codice della famiglia", motivo per cui richiede la sua modifica.

Per quanto riguarda la questione del perché votare su una questione di diritti, l'avvocato ha chiarito che, allo stesso modo in cui tutti i testi costituzionali devono essere approvati attraverso referendum popolari, per garantire la loro legittimità, il contenuto più pertinente, come i diritti e le garanzie riconosciuti al cittadinanza, può essere portato a una consultazione.

Il modo, quindi, di garantire gli interessi contenuti in tale organo giuridico è quello della divulgazione e della consapevolezza, ha sottolineato Lilian Burgos , specialista di Cenesex.

Varie istituzioni, gruppi e attivisti che difendono i diritti delle persone LGBTIQ hanno un ruolo fondamentale, ha affermato lo specialista, che ha sottolineato il contributo di iniziative come quello stesso forum online e altre attività della Giornata contro l'omofobia e la Transfobia, che Cesenex mette in campo. , in questa edizione dallo spazio virtuale, a causa della pandemia di COVID-19.

Scienza vs. pregiudizi

"Esistono prove scientifiche di un'evoluzione delle dinamiche familiari verso un modello più rispettoso della diversità sessuale? Quali orientamenti sessuali o identità di genere sono la causa di maggiori conflitti a causa della persistenza di pregiudizi omofobici e transfobici? ”, Ha chiesto l'utente paquitoeldecuba , di condurre il dialogo in altre direzioni.

A questo proposito, la dott.ssa Patricia Arés ha spiegato che, sulla base di una serie di indagini che mostrano i punti di forza e di debolezza dei diversi tipi di famiglia, è stato stabilito che le coppie omogenitoriali non fanno alcuna differenza per quanto riguarda il normale sviluppo della loro prole nè la sua funzionalità è influenzata dal fatto dell'orientamento sessuale.

"Sono famiglie che hanno punti di forza comparativi in ​​termini di flessibilità di ruoli e potere", ha detto lo psicologo; tuttavia, lavorano di più per l'anonimato e l'invisibilità. Certamente "due donne che vivono insieme non producono lo stesso sospetto di due uomini", ma "il problema qui non è l'orientamento sessuale, ma la cultura omofobica, che complica il rapporto con la famiglia di origine e con il normale adattamento sociale che implica accettazione e standardizzazione ”.

La società ha fatto progressi, ha affermato Arés, ma queste famiglie soffrono ancora molto di pregiudizi. È anche il motivo per cui vanno alla consultazione, ha aggiunto.

Teresa de Jesus , una delle partecipanti, ha condiviso che nel caso delle coppie di donne lesbiche , devono spesso affrontare la pressione della cultura del patriarcato, della famiglia di origine e persino delle molestie del padre dei bambini. Ciò è stato confermato dal professor Arés, che ha ritenuto che siano queste dinamiche di rifiuto ed esclusione familiari e sociali che danneggiano maggiormente le famiglie omogenitoriali in generale.

Per quanto riguarda il ruolo e le priorità dell'attivismo, un altro degli argomenti affrontati durante lo scambio, l'utente Raiza ha affermato che è uno spazio che deve crescere nel pensiero e nell'armonia, insieme a "fermare e ripensare ciò che è redditizio e cosa non per il tuo futuro. "

Da parte sua, Delia Rosa Suárez ha raccomandato di unire gli sforzi per ottenere la garanzia di tutti i diritti per tutte le persone in modo più efficace. "Non si tratta di concordare tutti gli aspetti, ma il dissenso dovrebbe portarci a crescere e cercare le migliori strategie", ha affermato.
view post Posted: 8/5/2020, 20:34 immigrazione - Esteri
CITAZIONE
L'alternativa, quella che vogliono i padroni, è incrementare l'esercito di riserva del lavoro a loro tanto utile per il ricatto.

questo è un punto che mi interessa molto, perchè va ben oltre il tema particolare.
premesso che qua stiamo parlando di lavoratori che già sono sul territorio, e che in gran parte già lavorano, o lavorerebbero.
quindi non capisco come, se anche li consideriamo esercito industriale di riserva, il fatto che sono senza documenti possa tornarci utile.
semmai è peggio, perchè tenderanno ad accettare condizioni peggiori etc.


detto questo, la mia interpretazione è che la questione dell'esercito di riserva, ossia di una sovrappopolazione relativa del proletariato, è legata alle dinamiche di riproduzione e accumulazione (e centralizzazione) del capitale stesso, e non alle migrazioni, che semmai hanno a che fare con la quantità di lavoro richiesta, precisamente con l'aumento di forza lavoro richiesta in certe fasi di sviluppo (qui posso sbagliarmi, però mi pare che i flussi migratori dell'ultimo secolo, dimostrino questo).
mentre l'esercito di riserva è, all'opposto, prodotto della diminuzione della forza lavoro richiesta, o meglio, della diminuzione della parte variabile del capitale, nella dinamica di composizione organica del capitale.

dato che questo è un argomento per me molto importante, e in cui secondo me ci sono delle interpretazioni discutibili, o proprio errate, permettetemi di citare i passaggi del Capitale in cui questo viene discusso, per capire attraverso questa discussione se sono io che sbaglio, se interpreto male qualche concetto, o sbaglia chi mette in relazione esercito industriale di riserva, popolazione immigrata e variazioni salariali.
da Il Capitale, Libro I, capitolo 23.
(chiedo scusa per la lunghezza delle citazioni e per il disordine che potrebbe derivarne, ma non potevo limitarmi a citare solo brevi frasi né tantomeno a riportare tutto il testo).

parto da uno dei passaggi più chiari ed espliciti.

" La legge della produzione capitalistica, che sta alla base della pretesa «legge naturale della. popolazione», si riduce semplicemente a questo: il rapporto fra capitale, accumulazione e saggio del salario non è altro che il rapporto fra il lavoro non retribuito trasformato in capitale e il lavoro addizionale richiesto dal movimento del capitale addizionale. Non si tratta dunque affatto di un rapporto fra due grandezze indipendenti fra di loro, da una parte la grandezza del capitale e dall’altra il numero della popolazione operaia, si tratta bensì in ultima istanza solo del rapporto fra il lavoro non retribuito e quello retribuito di una medesima popolazione operaia. Se la quantità del lavoro non retribuito, fornito dalla classe operaia e accumulato dalla classe dei capitalisti, cresce con rapidità sufficiente perchè si possa trasformare in capitale solo con un’aggiunta straordinaria di lavoro retribuito, il salario cresce, e, supponendo eguali tutte le altre circostanze, il lavoro non retribuito diminuisce in proporzione Ma non appena questa diminuzione tocca il punto in cui il pluslavoro che alimenta il capitale non viene più offerto in quantità normale, subentra una reazione: una parte minore del reddito viene capitalizzata, l’accumulazione viene paralizzata e il movimento dei i salari in aumento subisce un contraccolpo. L’aumento del prezzo del lavoro rimane dunque confinato entro limiti che non solo lasciano intatta la base del sistema capitalistico, ma assicurano anche la sua riproduzione su scala crescente. La legge dell’accumulazione capitalistica mistificata in legge di natura esprime dunque in realtà solo il fatto che la sua natura esclude ogni diminuzione del grado di sfruttamento del lavoro o ogni aumento del prezzo del lavoro che siano tali da esporre a un serio pericolo la costante riproduzione del rapporto capitalistico e la sua riproduzione su scala sempre più allargata. Non può essere diversamente in un modo di produzione entro il quale l’operaio esiste per i bisogni di valorizzazione di valori esistenti, invece che, viceversa, la ricchezza materiale esista per i bisogni di sviluppo dell’operaio.

Come l’uomo è dominato nella religione dall’opera della propria testa, così nella produzione capitalistica egli è dominato dall’opera della propria mano "


ora metto le altre in ordine

Con l’aumentare del capitale complessivo cresce, è vero, anche la sua parte costitutiva variabile ossia la forza-lavoro incorporatale, ma cresce in proporzione costantemente decrescente.

Gli intervalli in cui l’accumulazione opera come semplice allargamento della produzione sulla base tecnica data, si accorciano. Non soltanto si rende necessaria un’accumulazione del capitale complessivo accelerata in progressione crescente per assorbire un numero addizionale di operai di una certa grandezza o anche, a causa della costante metamorfosi del vecchio capitale, soltanto per occupare il numero già operante; a sua volta questa crescente accumulazione e centralizzazione stessa si converte ancora in una fonte di nuovi cambiamenti nella composizione del capitale o in una diminuzione di bel nuovo accelerata della sua parte costitutiva variabile a paragone della costante, Questa diminuzione relativa della parte costitutiva variabile, accelerata con l’aumentare del capitale complessivo e accelerata in misura maggiore del proprio aumento, appare dall’altra parte, viceversa, come un aumento assoluto della popolazione operaia costantemente più rapido dì quello del capitale variabile ossia dei mezzi che le danno occupazioni. È invece l’accumulazione capitalistica che costantemente produce, precisamente in proporzione della propria energia e del proprio volume, una popolazione operaia relativa, cioè eccedente i bisogni medi di valorizzazione del capitale, e quindi superflua ossia addizionale.

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La produzione di plusvalore o il fare di più è la legge assoluta di questo modo di produzione. La forza-lavoro è vendibile solo in quanto conserva i mezzi di produzione come capitale, in quanto riproduce il proprio valore come capitale e fornisce nel lavoro non retribuito una fonte di capitale addizionale. Le condizioni della sua vendita, siano esse più favorevoli all’operaio o meno, implicano quindi la necessità della sua costante rivendita e la sempre ampliata riproduzione della ricchezza come capitale. Il salario esige costantemente, come si è visto, per sua natura, la fornitura di una determinata quantità di lavoro non retribuito da parte dell’operaio. Del tutto prescindendo dall’aumento del salario accompagnato alla diminuzione del prezzo del lavoro ecc., il suo crescere, nel caso migliore, non significa che il calare quantitativo del lavoro non retribuito che l’operaio deve compiere. Questo calare non può mai continuare fino al punto in cui minaccerebbe il sistema stesso. Fatta astrazione dai conflitti violenti intorno al saggio del salario, e Adam Smith ha già mostrato come in un conflitto del genere tutto sommato il padrone resta sempre padrone, l’aumento del prezzo del lavoro derivato dall’accumulazione del capitale presuppone la seguente alternativa:

O il prezzo del lavoro continua a crescere perchè il suo aumento non turba il progresso dell’accumulazione; e in questo non vi è nulla di strano
... In questo caso è evidente che una diminuzione del lavoro non retribuito non pregiudica affatto l’estensione del dominio del capitale.
Oppure, e questo è l’altro lato dell’alternativa, l’accumulazione si allenta in seguito all’aumento del prezzo del lavoro, perchè ottunde lo stimolo del guadagno L’accumulazione diminuisce. Ma mentre essa diminuisce scompare la causa della sua diminuzione, ossia la sproporzione fra capitale e forza-lavoro sfruttabile. Il meccanismo del processo di produzione capitalistico elimina dunque esso stesso gli ostacoli che crea momentaneamente. Il prezzo del lavoro ricade a un livello corrispondente ai bisogni di valorizzazione del capitale, sia esso più basso, sia esso più alto del livello considerato normale prima dell’aumento dei salari, sia esso eguale a questo.

È chiaro: nel primo caso non è la diminuzione dell’incremento assoluto o proporzionale della forza-lavoro o della popolazione operaia che rende il capitale eccedente, ma, viceversa, è l’aumento del capitale che rende insufficiente la forza-lavoro sfruttabile. Nel secondo caso non è l’aumento dell’incremento assoluto o proporzionale della forza-lavoro o della popolazione operaia che rende insufficiente il capitale, ma, viceversa, la diminuzione del capitale rende eccedente la forza-lavoro sfruttabile o, piuttosto, il suo prezzo. Sono questi movimenti assoluti entro l’accumulazione del capitale che si rispecchiano come movimenti relativi entro la massa della forza-lavoro sfruttabile e quindi sembrano dovuti al movimento proprio di quest’ultima.

Per usare un’espressione matematica: la grandezza dell’accumulazione è la variabile indipendente, la grandezza del salario quella dipendente, non viceversa.


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«La medesima causa», dice A. Smith, «che fa aumentare i salari, ossia l’aumento del capitale, tende ad aumentare le capacità produttive del lavoro e permette a una minore quantità di lavoro di produrre una maggiore quantità di prodotti».
Ma che sia condizione o che sia conseguenza, la crescente grandezza di volume dei mezzi di produzione paragonata alla forza-lavoro ad essi incorporata esprime la crescente produttività del lavoro.

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l’accumulazione, il graduale aumento del capitale mediante la riproduzione che dalla forma di circolo trapassa in quella di spirale, è un procedimento lentissimo a paragone della centralizzazione la quale non ha che da mutare il raggruppamento quantitativo delle parti integranti del capitale sociale. Il mondo sarebbe tuttora privo di ferrovie, se avesse dovuto aspettare che l’accumulazione avesse messo in grado alcuni capitali individuali di poter affrontare la costruzione di una ferrovia. La centralizzazione, invece, è riuscita a farlo d’un tratto, mediante le società per azioni. E mentre la centralizzazione aumenta in tal modo gli effetti dell’accumulazione e li accelera, essa allarga ed accelera allo stesso tempo i rivolgimenti nella composizione tecnica del capitale, che ne aumentano la parte costante a spese di quella variabile, e con ciò diminuiscono la domanda relativa di lavoro.

Le masse di capitale saldate da un giorno all’altro mediante la centralizzazione si riproducono e aumentano come le altre, solo che aumentano più rapidamente, diventando in tal modo nuove potenti leve dell’accumulazione sociale. Se si parla dunque del progresso dell’accumulazione sociale — oggi —, vi sono tacitamente compresi gli effetti della centralizzazione.

Da un lato il capitale addizionale formato nel progredire del l’accumulazione attrae, in rapporto alla propria grandezza, sempre meno operai. Dall’altro il capitale vecchio riprodotto periodicamente in nuova composizione respinge un numero sempre maggiore di operai prima da lui occupati.


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Per quanto riguarda il capitale sociale complessivo, il movimento della sua accumulazione ora provoca un cambiamento periodico, ora i suoi momenti si distribuiscono contemporaneamente nelle sfere diverse della produzione. In alcune sfere si verifica un cambiamento nella composizione del capitale senza aumento della sua grandezza assoluta a seguito della semplice concentrazione, in altre l’aumento assoluto del capitale è collegato a una diminuzione assoluta della sua parte costitutiva variabile, ossia della forza-lavoro da essa assorbita; in altre ora il capitale continua ad aumentare sulla propria base tecnica data attraendo forza-lavoro addizionale in proporzione del proprio aumento, ora subentra un cambiamento organico e la sua parte costitutiva variabile si contrae; in tutte le sfere l’aumento della parte variabile del capitale e quindi del numero degli operai occupati è sempre legato a violente fluttuazioni e a una passeggera produzione di sovrappopolazione, sia che questa assuma la forma più vistosa respingendo gli operai già occupati, sia che assuma quella meno appariscente, ma non meno efficace, di una maggiore difficoltà nell’assorbimento della popolazione operaia addizionale nei consueti canali di sfogo.
...Quindi la popolazione operaia produce in misura crescente, mediante l’accumulazione del capitale da essa stessa prodotta, i mezzi per render se stessa relativamente eccedente

È questa una legge della popolazione peculiare del modo di produzione capitalistico, come di fatto ogni modo di produzione storico particolare ha le proprie leggi della popolazione particolari, storicamente valide. Una legge astratta della popolazione esiste soltanto per le piante e per gli animali nella misura in cui l’uomo non interviene portandovi la storia.


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Ma se una sovrappopolazione operaia è il prodotto necessario della accumulazione ossia dello sviluppo della ricchezza su base capitalistica, questa sovrappopolazione diventa, viceversa, la leva dell’accumulazione capitalistica e addirittura una delle condizioni d’esistenza del modo di produzione capitalistico.
Essa costituisce un esercito industriale di riserva disponibile che appartiene al capitale in maniera così completa come se quest’ultimo l’avesse allevato a sue proprie spese, e crea per i mutevoli bisogni di valorizzazione di esso il materiale umano sfruttabile sempre pronto, indipendentemente dai limiti del reale aumento della popolazione.
Insieme con l’accumulazione e con lo sviluppo della forza produttiva del lavoro ad essa concomitante cresce la forza d’espansione subitanea del capitale non soltanto perchè crescono l’elasticità del capitale funzionante e la ricchezza assoluta, di cui il capitale costituisce semplicemente una parte elastica, non soltanto perchè il credito mette, ad ogni stimolo particolare, in un batter d’occhio, una parte straordinaria di questa ricchezza in veste di capitale addizionale, a disposizione della produzione.
Le condizioni tecniche dello stesso processo di produzione, le macchine, i mezzi di trasporto ecc. consentono, sulla scala più larga, la più rapida trasformazione del plusprodotto in mezzi addizionali di produzione.
La massa della ricchezza sociale che con il progredire dell’accumulazione trabocca e diventa trasformabile in capitale addizionale entra impetuosamente e con frenesia in rami vecchi della produzione, il cui mercato improvvisamente si allarga, oppure in rami dischiusi per la prima volta, come ferrovie ecc., la cui necessità sorge dallo sviluppo dei rami vecchi della produzione.
In tutti questi casi grandi masse di uomini devono essere spostabili improvvisamente nei punti decisivi, senza pregiudizio della scala di produzione in altre sfere; le fornisce la sovrappopolazione. Il ciclo vitale caratteristico dell’industria moderna, la forma di un ciclo decennale di periodi di vivacità media, produzione con pressione massima, crisi e stagnazione, interrotto da piccole oscillazioni, si basa sulla costante formazione, sul maggiore o minore assorbimento e sulla nuova formazione dell’esercito industriale di riserva della sovrappopolazione. Le alterne vicende del ciclo industriale reclutano a loro volta la sovrappopolazione e diventano uno degli agenti più energici della sua riproduzione.


Questo peculiare ciclo vitale dell’industria moderna, che non incontriamo in alcun periodo anteriore dell’umanità, era stato impossibile anche nel periodo dell’infanzia della produzione capitalistica. La composizione del capitale si è modificata solo molto gradualmente. Alla sua accumulazione corrispondeva quindi in complesso un aumento proporzionale della domanda di lavoro.
Per quanto fosse lento il progresso dell’accumulazione del capitale, paragonato all’epoca moderna, esso s’imbatteva in limiti naturali della popolazione operaia sfruttabile che solo i mezzi violenti, di cui parleremo più avanti, potevano eliminare.
L’espansione improvvisa e a scatti della scala di produzione è il presupposto della sua improvvisa contrazione; quest’ultima provoca di nuovo la prima, ma la prima non è possibile senza un materiale umano disponibile, senza un aumento degli operai indipendente dall’aumento assoluto della popolazione. L’aumento degli operai viene creato mediante un processo semplice che ne « libera » costantemente una parte, in virtù di metodi che diminuiscono il numero degli operai occupati in rapporto alla produzione aumentata.
La forma di tutto il movimento dell’industria moderna nasce dunque dalla costante trasformazione di una parte della popolazione operaia in braccia disoccupate o occupate a metà.
La superficialità dell’economia politica risulta fra l’altro nel fatto che essa fa dell’espansione e della contrazione del credito, che sono meri sintomi dei periodi alterni del ciclo industriale, la causa di quei periodi. Proprio allo stesso modo che i corpi celesti, una volta gettati in un certo movimento, lo ripetono costantemente, anche la produzione sociale, una volta gettata in quel movimento di espansione e di contrazione che si alternano, lo ripete costantemente. Effetti diventano a loro volta cause, e le alterne vicende di tutto il processo, che riproduce costantemente le proprie condizioni, assumono la forma della periodicità. Una volta consolidata quest’ultima. perfino l’economia politica riesce a concepire la produzione di una popolazione eccedente relativa, cioè eccedente riguardo al bisogno medio di valorizzazione del capitale, come condizione vitale dell’industria moderna.

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insomma non mi pare che "escludendo" (o limitando) i lavoratori immigrati irregolari, andiamo a diminuire questo esercito, detta in modo grezzo.

per ora mi fermo qua.
view post Posted: 8/5/2020, 18:42 immigrazione - Esteri
son capitato su questo video che mi pare resti in tema.
questi sono lavoratori immigrati ovviamente regolari.
questo permette loro di poter lottare e appoggiare le lotte altrui.
metti caso che fossero in gran parte irregolari, sotto ricatto.
non potrebbero mai pensare di fare una cosa del genere, non ne avrebbero le condizioni minime, anzi si potrebbe ipotizzare il contrario, che il potere borghese riesca a farne dei crumiri a tutti gli effetti, a essere usati come rimpiazzi per quelli che provano ad alzare la testa.

view post Posted: 8/5/2020, 18:35 Partito Comunista - Partiti e movimenti comunisti
chiaro capisco, e condivido.
ma è chiaro che quando si arriva a certe diatribe, non ci si riconosce a vicenda come marxisti-leninisti, compagni etc
e non parlo della discussione venuta fuori in quel gruppo, che mi pare essere solo una delle tantissime diatribe virtuali come ce ne sono molte, e che di fatto c'entra praticamente niente con la rottura pc-fgc.
parlo di altre discussioni viste in questo periodo quelle si tra gente del fronte e gente del partito, con insulti vari, provocazioni etc.
è evidente che gli uni non considerino compagni gli altri, e viceversa.
view post Posted: 8/5/2020, 18:01 immigrazione - Esteri
CITAZIONE
Mi sembra che tu stia facendo confusione tra permessi di soggiorno e prestazioni lavorative con contratto regolare e relative coperture previdenziali e assistenziali.

quale confusione?
hai bisogno di una casa in affitto, come fai senza permesso? sei obbligato a passare per vie sotterranee, accettando case peggiori per costi maggiori, o a entrare in sub-sub-affitto da qualcuno che cresta sul tuo stato di necessità.
hai bisogno di prestazioni sanitarie che vanno oltre il pronto soccorso (che per fortuna cura le persone anche se sprovviste di permesso), come fai? non fai, la prendi in culo e stai zitto.
e così via.
in cosa mi confondo?

CITAZIONE
"riduzione dell’orario di lavoro per permettere la piena occupazione ed evitare la guerra tra poveri, incrementi salariali generalizzati, un piano straordinario infrastrutturale e di riassesto idrogeologico di tutta la nazione.

ma le voglio anch'io queste cose, ma siamo ben lontani dal poterle avere, per evidenti motivi di rapporti di forza.
quindi ripeto, che si fa, si rimanda tutto a un imprecisato futuro?
rimane comunque che le opzioni possibili al momento, per certi lavoratori, è tra lavoro totalmente a nero e situazione burocratica quantomeno precaria, e sotto ricatto, o regolarizzazione burocratica.
non ce ne sono altri, io questo voglio capire, tra questi due scenari, che al momento sono gli unici possibili, possiamo preferire uno all'altro, o diciamo che tanto è uguale e rimandiamo tutto al futuro che verrà?
view post Posted: 8/5/2020, 17:40 immigrazione - Esteri
CITAZIONE
non mi sembra che il PC si sia schierato contro il permesso di cittadinanza a favore degli immigrati, anzi lo ha esteso al concetto di cittadinanza!

quindi la posizione qual è, no al permesso temporaneo, si alla cittadinanza immediata?
non mi pare di aver letto questo.

CITAZIONE
In primo luogo perché nel comunicato si citano delle riforme

quali, dove?


CITAZIONE
"Solo se riusciamo a dare un lavoro a tutti la regolarizzazione degli immigrati può trasformarsi in cittadinanza piena e in diritti veri

quindi rimandiamo tutto a quando ci sarà la piena occupazione?
tu l'hai mai vista la piena occupazione in un sistema capitalistico?
che significa questo, che rimandiamo tutto a quando ci sarà il socialismo?

boh continuo a non capire.


CITAZIONE
Chiaramente queste "regolarizzazioni" non modificarono in alcun modo le condizioni dei lavoratori immigrati.

questa è una PUTTANATA.
un immigrato che passa dal lavorare in nero e senza alcun permesso di soggiorno, ad una situazione regolare con contratto e permesso, ha un cambiamento delle condizioni generali di vita evidente.
burocrazia, affitti, ricongiungimenti famigliari, copertura sanitaria decente, ricattabilità, contiguità con settori di criminalità e microcriminalità...
ma davvero qualcuno crede il contrario?
view post Posted: 8/5/2020, 17:31 Partito Comunista - Partiti e movimenti comunisti
CITAZIONE
(qui hanno cercato di ricostruire qualcosa ma non facile)

non conoscevo questo gruppo e avendo letto qualcosa adesso, stavo meglio quando non lo conoscevo.
a parte questo, che problema hanno tutti sti boomer con il termine "eteropatriarcato"?
belli poi gli insulti vari a una ragazzina "caccola dal sesso multiplo" "vegetali agamici" "questo ha le rotelle incasinate forte" "Sono trans e sono frocio. In un rigo ha spiegato se stesso. Un demente liberal"


e molti altri qua e la.
il top è quando definiscono "squadrismo" e "fascismo" le segnalazioni di eventuali post fb.

lol bel gruppo di merda, fanno benissimo i giovani a levarsi dal cazzo 'sta gente e andare per la propria strada.
view post Posted: 8/5/2020, 16:48 immigrazione - Esteri
CITAZIONE
mi sembra che tu dipinga un quadro fin troppo felice

boh non mi pare di aver detto niente di simile.
se dico che lavorare in nero e senza documenti è peggio che lavorare con contratto e documenti (e poter avere una casa in affitto etc), perchè questo viene ribaltato in un "quadro felice"?

CITAZIONE
Ovviamente no, ma siamo sicuri che accodarsi alle rivendicazioni borghesi sia una strada molto più proficua?

ma infatti io non dico mica di accodarci, io mi son chiesto quale linea emergesse concretamente da quel comunicato.
una volta detto che siamo contro la proposta in essere, quale è la nostra posizione da comunisti? e ancora più precisamente, quale è la posizione del partito?
una volta preso atto che ci sono tot lavoratori immigrati irregolari a lavorare nei campi, il partito cosa si pone di fare, concretamente? io questo non l'ho capito e cercavo di capirlo meglio attraverso questa discussione.

posso capire che si dica che si è contrari alla proposta specifica, e ok, ma POI? c'è un poi, oppure una volta detto che siamo contrari, per noi la faccenda finisce lì?
perchè a me pare che questo approccio sia pienamente parte del teatrino di cui si parla, si sfrutta un fatto di "cronaca politica" per esprimere un'opinione generale, si cerca di accrescere il consenso poggiandosi su questo fatto, e la cosa finisce lì.

inoltre, sull'accodarsi, scusa ma proprio oggi rizzo ha fatto un post, che condivido, contro la GPA.
si esprime la posizione di contrarietà alla GPA e ad eventuali tentativi di legalizzazione della cosa.
ora, non si dovrebbe esprimere questa posizione, perchè se no ci si accoda alle destre conservatrici e bigotte? o ci si accoda a salvini e meloni, che peraltro, loro possono effettivamente contrapporsi a eventuali tentativi di legalizzazione, noi no perchè siamo esclusi dal gioco legislativo.
quindi il partito si sta accodando in quella posizione, perchè ci sono altre forze che la esprimono?

redsioux anche il pezzo che hai postato di militant va nel senso di quello che dico io e che dice il compagno primomaggio.

CITAZIONE
Eppure a quella fetta di lavoratori sulla carta inesistenti, la possibilità di essere parificati agli altri che pure vivono condizioni di sfruttamento e subordinazione – che dovrebbe essere attuata con misure effettive e non con la ridicola marchetta proposta dalla Bellanova – equivale a ridurre la propria ricattabilità. La fuoriuscita di una fetta del proletariato dal completo anonimato, insomma, il suo costituirsi in classe nazionale è la precondizione del prodursi di un effettivo conflitto di classe. E magari della formazione di una nuova generazione d’avanguardie operaie come l’esempio della logistica ci ha limpidamente dimostrato.

quindi alla fine si arriva a una posizione concreta, e a me comprensibile
view post Posted: 8/5/2020, 14:59 immigrazione - Esteri
CITAZIONE
se così fosse si incorrerebbe nell'errore di aiutare una certa parte dei padroni a risolvere una contraddizione imminente

quale sarebbe questa contraddizione?
questi, regolarizzati o no, sono comunque li a lavorare, nelle condizioni che sappiamo.
in che modo avere dei lavoratori ricattati può essere uguale ad avere dei lavoratori quantomeno regolarizzati, che non temono di essere espulsi da un giorno all'altro, o di perdere quel poco che hanno?

lavorare senza documenti vuol dire che devi accettare tutto, come di fatto fanno, lavoro intensivo per una paga da fame e condizioni di vita scandalose, vivere in rifugi di fortuna, nei campi, con la costante paura di un controllo poliziesco o di violenze xenofobe, e non possono nemmeno reagire, difficile immaginare una lotta sindacale, e quando avviene, avviene in condizioni pazzesche.

e noi stiamo dicendo di ignorare tutto questo, per non favorire una fazione borghese?
fazione che sta evidentemente usando la questione in modo totalmente strumentale, non gliene frega un cazzo a nessuno della regolarizzazione in sé, né agli esponenti politici, né alle aziende coinvolte, men che meno a tutti coloro che da questa situazione ci estraggono profitto.

se si prospettasse una reale crisi del settore, in mancanza di questi lavoratori, avrebbe senso, ma quel settore va avanti tranquillamente come ha sempre fatto finora, li si fa lavorare in nero, chi alza la testa gliela si schiaccia, tutti fanno finta di niente e via.

e che ruolo avrebbero i comunisti in questo scenario?
a quei lavoratori non regolari (non solo quelli agricoli, ce ne sono in tutti i settori), noi come comunisti, cosa diciamo? in che modo pensiamo di poterli organizzare, quali lotte prospettargli?
o basta la non regolarità burocratica a escluderli dalla nostra azione?

io per questo chiedevo spiegazioni sul post di rizzo, perchè questa ultima parte mi manca, cosa si propone di fare in pratica il partito, per questa questione?
view post Posted: 8/5/2020, 14:38 Rizzo, l’ultimo comunista - Bar Toto Cutugno
ogni tanto qualcosa di giusto lo dice XD
scherzi a parte, giusta posizione contro la GPA, giusto l'approccio che non si limita alle coppie omo (che sono una piccola minoranza delle coppie che usufruiscono della GPA).
un piccolo appunto, non tanto al post di rizzo che ci sta tutto, ma a certi commenti e certi ragionamenti, faccio notare che in genere sono i partiti liberali e conservatori ad aver permesso la GPA, in particolare quella commerciale.
insomma non è proprio una roba da "sinistra fucsia", anzi...
per dire, uno dei pochi paesi europei che permette la GPA commerciale, è la Russia di Putin.
e il grosso del mondo femminista ha sempre preso posizione contro la GPA.
le destre, certe destre, hanno cominciato a parlare di GPA solo nell'ultimo periodo, e in sostanza strumentalmente nella loro lotta contro le "lobby gay", quindi facendo finta che la stragrande maggioranza delle GPA per coppie etero non esistano.

view post Posted: 8/5/2020, 12:49 immigrazione - Esteri
CITAZIONE
E come fa il diritto di soggiorno, peraltro sacrosanto, a garantirti quelli sociali?

nessuno ha detto questo, io ho chiesto in che modo, per un lavoratore immigrato non regolare, si può dire che avere o non avere il permesso di soggiorno, è uguale.
è una cosa molto diversa.

nello specifico, se questa affermazione è vera

Serve sopra ogni cosa il diritto di tutti i lavoratori, a prescindere da razza, nazionalità, religione etc, ad avere un salario dignitoso, orari umani e diritti chiari.

come si possono estendere queste condizioni anche agli irregolari, finchè sono irregolari?
o stiamo dicendo che rimandiamo tutto a quando avremo una società socialista, che avrà risolto la contraddizione principale, e fino ad allora, sticazzi degli irregolari?

CITAZIONE
Forse che i lavoratori italiani hanno tutti i diritti, di qualsiasi tipo, che dovrebbero avere, anche per le leggi della nostra borghesia?

certo che no, e anche qui mi chiedo da dove arrivi questo "dubbio".
ma non possiamo dire che è tutto uguale, anche tra i lavoratori italiani stessi, ci sono quelli con contratti regolari e un tot di garanzie, e altri sotto ricatti vari.
lo stesso vale per i lavatori immigrati, tra i quali sicuramente gli irregolari sono sottoposti a ricatti
cui altrimenti non sarebbero sottoposti.

CITAZIONE
Ed infine che senso ha fermarsi socialdemocraticisticamente ai diritti civili come sembra volersi limitare primoaggio?

ma chi l'ha detto che dobbiamo fermarci ai diritti civili?
ma cos'è sta dicotomia tra diritti "civili" e "sociali"?
non siamo forse tutti costretti dai rapporti giuridici borghesi?
vogliam far finta che non conti niente, che tutti i rapporti sono uguali tra loro, che tanto siamo tutti sfruttati quindi documenti o non documenti, è uguale?
boh io continuo a non capire il discorso.

vorrei capire meglio anche la cosa della battaglia principale e della contraddizione principale.
i comunisti, e i lavoratori in generale, fanno un sacco di lotte e battaglie che non risolvono affatto la contraddizione principale, eppure le fanno.
quando si fa una lotta sindacale per un aumento salariale, o per certe condizioni del contratto, si sta forse perseguendo la battaglia principale, si sta risolvendo la contraddizione principale? non mi pare.
si esula dai rapporti giuridici borghesi, dal quadro dei "diritti civili" borghesi? non mi pare.
c'è forse qualche comunista che dice di non perdere tempo in questo tipo di lotte, perchè tanto sono lotte che rimangono ingabbiate nel quadro giuridico borghese?
che dice che tanto un aumento di 100€, o mezzora in più di pausa pranzo, non cambia nulla della sostanza dei rapporti di produzione e dei rapporti giuridici in essere?

Edited by Kollontaj_2 - 8/5/2020, 14:31
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