Comunismo - Scintilla Rossa

Il caso Oppenheimer, fra mezze verità e minacciosi scenari attuali

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view post Posted on 9/4/2024, 09:54
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Con le premiazioni degli Oscar è tornato alla ribalta il film Oppenheimer, che ha ottenuto un ulteriore riconoscimento dalla critica accaparrandosi ben 7 oscar (oltre a 13 nominations) dopo il successo al botteghino (con quasi 1 miliardo di dollari di incassi). Il film ha attirato una vivace attenzione da parte delle nuove generazioni e non solo, questo grazie alla presenza di un cast di attori di prim’ordine (Cillian Murphy, Robert Downey Jr, Matt Damon etc.) e alla pregevole regia di Nolan.

Elementi di successo da sommare a un notevole sviluppo degli effetti speciali, specialmente quelli sonori, e alla pubblicità che ha ottenuto attraverso le piattaforme social.

Il film tratta della vita del fisico J. Robert Oppenheimer, noto per la direzione del progetto “Manhattan” e la realizzazione della prima bomba atomica.

La storia, attraverso frequenti flashback si ambienta in differenti periodi, passando dalla gioventù di Oppenheimer, alla seconda guerra mondiale e agli anni ‘50 e ‘60. La figura di Oppenheimer risulta estremamente complessa: fisico teorico di fama internazionale, ebreo angosciato per l’ascesa del nazismo e il dilagante antisemitismo, progressista e simpatizzante comunista in età giovanile, con affetti e familiari iscritti al partito comunista. Allo stesso tempo, impegnato nei piani strategici dell’imperialismo USA, con tutte le contraddizioni del caso.

L’Unione sovietica, il socialismo realizzato, il marxismo, sono una presenza costante per quasi tutto il film. Tuttavia, complice anche l’impostazione autobiografica della pellicola, il comunismo appare più come un “oscuro elemento” di contorno al genio del protagonista, che viene per tutto il film dilaniato da dubbi e rimorsi per via delle sue concezioni politiche piccolo borghesi, come dimostrato dal fatto che denuncia Eltenton come spia sovietica, finendo per coinvolgere anche l’amico Chevalier.

Nel film il comunismo sembra essere per Oppenheimer esclusivamente un mezzo di approccio col genere femminile e di vanitoso esibizionismo del suo bagaglio culturale. “Il possesso è un furto”, dice il protagonista, confondendosi con “la proprietà”, per poi giustificarsi millantando di aver letto il capitale in tedesco.

Se c’è un merito che da un punto di vista storico va riconosciuto al film, è quello di aver riportato in modo piuttosto accurato un aspetto del maccartismo e della sua feroce repressione anticomunista. L’audizione privata a cui Oppenheimer è sottoposto, e che risulta nei fatti un processo farsa per revocare al fisico il Q clearance per la ricerca nucleare, mostra in piccola parte il reazionario fervore anticomunista dei “democratici” Stati Uniti tipico di quella fase della Guerra Fredda.

Una visione parziale e anticomunista. Non sorprende il poco spazio riservato alla figura di Klaus Fuchs, fisico britannico che era stato assegnato al Laboratorio di ricerca e sviluppo di Los Alamos e passò segreti militari ai sovietici risultando decisivo per lo sviluppo della bomba atomica con il programma Borodino (affidato da Stalin a Kurchatov). Silenzio anche riguardo altre figure associate al progetto Manhattan che passarono informazioni preziose all’Unione Sovietica come Theodore Hall, David Greenglass e Nunn May (che come Bruno Pontecorvo si trovava a Chalk River).

Numerosi documenti storici declassificati dimostrano che fino all’equilibrio strategico ristabilito dall’Urss nel 1949, vi erano devastanti piani di attacco nucleare statunitense al paese del socialismo. Alla luce di ciò risulta evidente il grande contributo dato a tutta l’umanità e al movimento per la pace da questi uomini. Lo sviluppo della trama presenta l’atomica come il contributo di un gruppo di eroici scienziati nella lotta contro il nazismo, spingendo lo spettatore a simpatizzare col progetto,ma una volta che Hitler viene sconfitto prima dello sviluppo dell’atomica (ad opera del sacrificio di milioni di sovietici, citato in modo del tutto marginale),si crea un imbarazzante contesto di incertezza riguardo a cosa fare con l’arma nucleare, se questa possa avere ancora una utilità e come vada impiegata.

La decisione ricade sul tristemente noto doppio bombardamento del Giappone, raccontato attraverso il punto di vista contorto e ingannevole dello Stato Maggiore Americano, oltre che quello di Oppenheimer. Hiroshima e Nagasaki infatti non erano due obiettivi militari, come sostiene il presidente americano, ma in realtà solo due cittadine inermi e prive di installazioni belliche.

I capi statunitensi sapevano del desiderio del Giappone di arrendersi, tanto che aveva deciso di mandare a Mosca il principe Konoye per i negoziati di pace.

I servizi segreti USA lessero (con il codice “magic”) i messaggi del ministro degli esteri giapponese all’ambasciatore a Mosca. Era inoltre noto da tempo che i sovietici avrebbero dichiarato guerra al Giappone entro 90 giorni dalla resa della Germania nazista.

A metà del luglio 1945, il comitato unificato del controspionaggio anglo-americano attraverso un memorandum affermò al comitato unificato dei capi di stato maggiore, che appena l’Unione Sovietica avesse iniziato la guerra contro il Giappone, il governo di Tokio “probabilmente desidererà finire la guerra a qualsiasi condizione”.

Per gli Stati Uniti, l’ingresso dell’Unione Sovietica nella guerra contro il Giappone significava una perdita di influenza in Estremo Oriente, perciò quando Truman apprende del successo del test delle armi nucleari il 16 luglio 1945, non ha più interesse a coinvolgere l’URSS nel conflitto.

Le stime, tenute segrete, fatte dai militari USA valutavano nell’ordine di 40 mila le vittime possibili tra i soldati americani, nel caso che si fosse invaso il Giappone.

Ma Truman diffuse la voce secondo cui le vittime sarebbero state almeno 500 mila se non addirittura oltre un milione, così da giustificare l’uso delle bombe e i conseguenti 200 mila morti.

I bombardamenti quindi furono funzionali esclusivamente ad assicurarsi il controllo sul paese nipponico a danno dei sovietici e soprattutto a mostrare al movimento comunista e ai popoli un’arma di enorme potenza, capace di rompere gli equilibri geopolitici del tempo e imporre l’egemonia USA a livello mondiale. A conferma di ciò anche J. Roblat, fisico nucleare impiegato a Los Alamos e Nobel per la pace nel ‘95, raccontò di come nel marzo ‘44 avesse sentito Leslie Groves (capo militare del progetto Manhattan) dire che il vero scopo della bomba era la sottomissione dei sovietici.

Inoltre, la dichiarazione di guerra dell’8 Agosto 1945 da parte dell’Unione Sovietica, così come l’inizio dell’offensiva manciuriana, colse il Giappone e i giapponesi totalmente di sorpresa.

Dopo il primo bombardamento i vertici militari nipponici, insieme al governo che aveva tentato di nascondere la portata della devastazione di quest’ultimo, avevano comunicato la volontà di proseguire il conflitto, ma fu la penetrazione di un milione di soldati sovietici in Manciuria (dalla Mongolia il Fronte Trans-baikalico, guidato da Malinovsky e dall’estremo est il Fronte Orientale alle dipendenze di Meretskov) a cambiare realmente gli equilibri e a costringere il Giappone alla resa, ormai privo di speranze militarmente e diplomaticamente.

Ha inoltre suscitato le giuste proteste delle comunità del New Mexico il fatto che il film non citi le vittime civili causate dalle radiazioni del Test Trinity. Il deserto di Los Alamos non era disabitato come viene raccontato, ma nella zona vivevano circa mezzo milione di persone che non furono avvertite dei test militari in nome della “massima segretezza”. Nei decenni successivi ne subirono le terribili conseguenze, senza ricevere alcun risarcimento.

Uno scenario spaventosamente attuale. Nel finale Oppenheimer a colloquio con Einstein esprime le sue preoccupazioni sul fatto di aver innescato una reazione a catena che potrebbe distruggere il mondo.

In uno scenario mondiale dove si perpetuano il conflitto interimperialista in Ucraina e il genocidio del popolo palestinese da parte dello stato sionista di Israele e più volte è stato paventato l’uso delle armi nucleari da parte delle varie potenze imperialiste, in un allargamento del conflitto che appare sempre più probabile, simili parole risultano di grande attualità e devono spronare tutti gli amanti della pace e della libertà dei popoli a mobilitarsi e organizzarsi contro l’imperialismo, le sue armi distruttive, le sue guerre ingiuste.

Da Scintilla n. 144, aprile 2024
 
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