Comunismo - Scintilla Rossa

la rivolta di Okinawa

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view post Posted on 21/12/2023, 15:58
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da Cronache Ribelli


Nell’aprile del '45, mentre la Seconda guerra mondiale volgeva al termine in Europa, iniziava la sanguinosa battaglia di Okinawa, nel Pacifico. Dopo Iwo Jima, gli Stati Uniti e i loro alleati si apprestavano ad attaccare un’altra isola che era di fatto territorio giapponese, situata alcune centinaia di chilometri a sud dalle isole principali. Come a Iwo Jima avrebbero pagato col sangue ogni metro conquistato. La campagna di Okinawa durò circa tre mesi e costò alle parti in causa oltre centomila morti. Finita la guerra, arrivarono nuovi nemici. I giapponesi erano ora alleati e Okinawa divenne una tra le più importanti basi statunitensi nel Pacifico; non solo, l’intera isola e tutto l’arcipelago delle Ryukyu passò sotto il controllo degli USA. Negli anni Sessanta l’importanza dell’isola crebbe parallelamente all’intensificarsi della guerra in Vietnam. Decine di migliaia di soldati e civili americani erano di stanza nell’isola. Nel frattempo, Giappone e USA avevano già deciso che l’isola sarebbe tornata sotto il controllo nipponico nel 1972; tuttavia vi sarebbe rimasta un’importante presenza militare a stelle e strisce.
La notizia non fu accolta con piacere dagli abitanti dell’isola, che mal tolleravano i militari. Il punto di rottura avvenne la sera del 20 dicembre del 1970.
A scatenare la rabbia dei cittadini fu un incidente stradale nel quale un soldato statunitense visibilmente ubriaco aveva investito, senza gravi conseguenze, un civile giapponese nell’area di Koza. Non erano inusuali incidenti simili: il traffico dei militari costituiva una grossa percentuale del traffico complessivo dell’isola.
In pochi attimi montò l’odio. Il guidatore venne portato via dalla polizia e la rabbia della folla si scatenò su un altro soldato - estraneo alla vicenda - e sulla sua ragazza. Minacciati dalla folla, vennero presto raggiunti dalla polizia militare, il cui veicolo venne preso a sassate. Centinaia di persone iniziarono a radunarsi a Koza. Dalla strada dove era avvenuto l’incidente iniziò rapidamente una vera e propria rivolta: le auto americane vennero distrutte e incendiate e ormai i manifestanti per strada erano migliaia.
Ogni tentativo di disperdere la folla fu inutile e solo l’ultima linea di difesa a protezione delle dimore degli ufficiali riuscì a contenere i manifestanti che, per molte ore, fino al primo pomeriggio del 21 dicembre, tennero in scacco Okinawa. L’esercerbarsi di un clima di impunità per i soldati statunitensi, responsabili di furti e stupri per anni a danni dei civili, aveva portato alla rivolta che causò circa sessanta feriti tra gli americani e l’arresto di venti giapponesi. La presenza militare USA è ancora forte, oggi, ad Okinawa. Nel 2010 ben centomila persone scesero in piazza in segno di protesta, evento che portò persino a un’importante crisi di governo nel Paese del Sol Levante.
 
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