ENVER HOXHA
I TRAGICI EVENTI DEL CILE - UN INSEGNAMENTO PER I RIVOLUZIONARI DEL MONDO INTERO
INTRODUZIONE
Cinquanta anni fa, l’11 settembre 1973, un colpo di stato militare rovesciò in Cile il presidente Salvador Allende, ponendo fine in quel paese al primo governo di sinistra eletto mediante la democrazia borghese.
Il sanguinoso regime anticomunista e antioperaio messo in piedi dal generale golpista Pinochet (1973-1990) provocò più di 250 mila esiliati. Vi furono circa 3.500 giustiziati fra cui militanti politici, artisti, oppositori. Circa 39 mila furono gli arrestati e torturati nelle carceri e nei centri di detenzione illegali, dove 102 bambini nacquero da madri prigioniere. Più di 1200 furono i “desaparecidos”.
Negli anni seguenti, il Cile divenne un laboratorio della macelleria sociale neoliberista e una base del terrorismo fascista e della “guerra sporca”, sotto la direzione della CIA.
Vi fu comunque resistenza operaia e popolare, nelle dure condizioni di una dittatura militare fascista che influenzò i militari e le destre latinoamericane.
Come si giunse al golpe? Unidad Popular (UP) era il nome della coalizione di organizzazioni di sinistra composta dal Partito Socialista, dal Partito Comunista, dal Movimento di Azione Popolare Unitaria, dall’Azione Popolare Indipendente, dal Partito Socialdemocratico, dalla Sinistra Cristiana e dal Partito della Sinistra Radicale, che portò Allende a vincere le elezioni nel settembre 1970.
Coloro che promossero questo processo parlavano di raggiungere il socialismo, utilizzando metodi pacifici e la legalità borghese. Iniziarono i processi di riforma agraria, la nazionalizzazione delle banche, del rame e delle imprese, il controllo dei prezzi, tra le altre azioni.
I fatti hanno dimostrato che la “via pacifica e parlamentare” al socialismo non è percorribile. La borghesia quando sente minacciato il proprio potere non sente ragioni, ma reagisce violentemente, aiutata dalle forze reazionarie e imperialiste.
Il boicottaggio dell’economia cilena creò le condizioni politiche che la borghesia utilizzò per manipolare la popolazione, con l’aiuto dei media, a cui seguì l’azione dei militari golpisti che abbatterono il governo legittimo di UP.
I documenti declassificati dimostrano che fu l’imperialismo nordamericano a promuovere e dirigere l’azione dei golpisti, come i comunisti hanno sempre denunciato pubblicamente.
Henry Kissinger, segretario di Stato degli Stati Uniti nel governo di Richard Nixon, ordinò le azioni condotte ai vari livelli dell’apparato imperialista per manipolare l’opinione pubblica, sabotare l’economia, finanziare gli oppositori, coordinare operazioni con altri governi borghesi, infiltrarsi nelle organizzazioni popolari, formare e scatenare un apparato repressivo. Queste ed altre attività eversive portarono al golpe per “fermare il comunismo” e non perdere posizioni nel continente sudamericano che gli USA hanno da sempre ritenuto il proprio “cortile di casa”.
Il golpe cileno è una profonda cicatrice che dopo mezzo secolo non scompare, ma si approfondisce a causa dell’amnistia che ha protetto i criminali fascisti e delle enormi differenze sociali che tuttora persistono.
A 50 anni dal golpe cileno, i comunisti e gli operai avanzati sono chiamati a studiare l’esperienza cilena e i suoi limiti, per trarne le dovute lezioni, tenendo a mente che l’imperialismo è “reazione su tutta la linea e intensificazione dell’oppressione nazionale” (Lenin).
Invitiamo pertanto alla lettura di un importante articolo del compagno Enver Hoxha scritto a pochi giorni di distanza dal golpe cileno, finora inedito nella sua interezza in italiano.
11 settembre 2023Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’ItaliaLEGGI E SCARICA L’ARTICOLO DI ENVER HOXHA SUL GOLPE IN CILE
