Comunismo - Scintilla Rossa

La lotta di classe in Zambia

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view post Posted on 19/7/2023, 13:56

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Vorrei raccontarvi un piccolo episodio accaduto ieri in centro città dalle mie parti, per chi non lo sapesse vivo a Lusaka, in Zambia.

Il centro città, che noi qui chiamiamo semplicemente "Town", è il cuore commerciale dei beni di consumo del paese. Town è essenzialmente un luogo colmo di negozi, ristoranti, centri commerciali, banche ed uffici.

Chi fa commercio in Zambia viene periodicamente a Lusaka Town ad ordinare il proprio stock da rivendere, ma spesso anche da barattare, nel proprio villaggio.

Uno dei problemi principali in Town è il traffico. Gli omicidi stradali sono all'ordine del giorno. Gli africani guidano come assassini, completamente incuranti di chiunque. Non vi è compassione che faccia loro premere il freno. Attraversare la strada è una sfida ogni volta; le strisce pedonali sono inutili, solitamente si riesce ad attraversare solo quando si formano gruppi di pedoni in grado di bloccare il flusso di veicoli. La situazione viene peggiorata dal fatto che i marciapiedi sono perennemente occupati dagli street vendors (venditori non autorizzati), il che porta i pedoni a camminare ai bordi della carreggiata.

La presenza di migliaia di street vendors comporta un ulteriore sovraffolamento che a sua volta incrementa il traffico. Qua non esiste tram e metro, la gente che non ha la macchina si muove in minibus e automobili-bus.

Questo sovraffollamento porta i borseggiatori. L'altro giorno sono stato preso di mira da due di loro che nella folla si sono stretti a me dai lati mentre mi venivano incontro ed uno di loro ha tentato con una mano di sfilarmi il cellulare dalla tasca anteriore dei pantaloni. Ormai abituato a queste evenienze l'ho visto subito e con un movimento del corpo gliel'ho impedito, poi mi sono girato mentre se ne stava andando, l'ho spintonato ma non si è voltato e ha continuato a camminare come se nulla fosse, probabilmente consapevole del fatto che se avessi urlato "ladro" la folla sarebbe accorsa per lapidarlo sul posto, come è accaduto una settimana fa nel mercato dove ho il mio negozio, qualcuno ha tentato di scambiare i propri jeans vecchi con un paio nuovi. Il proprietario ha urlato "ladro" e tutti sono arrivati per pestarlo a sangue. Qua la legge si fa così. Se ne ammazza uno per educarne cento. È necessario dato che in Town, specialmente sotto i ponti che collegano il centro alla periferia, vivono migliaia di "street kids", cioè i barboni, drogati (sniffatori di benzina), e sciacalli (veri e propri raccoglitori di rifiuti che rivendono per pochi spiccioli alle aziende che riciclano).

Allo stesso tempo la polizia, armata di kalashnikov, non ha tempo per simili quisquilie, è impegnata in ben altro.

Giusto ieri camionette piene di poliziotti in tenuta antisommossa, hanno circondato Downtown, un quartiere sud in Town, dove si trova il mio negozio. I poliziotti sono scesi coi manganelli ed hanno cominciato a scacciare gli street vendors dai marciapiedi, dalla strada, e da ciò che dovrebbero essere "prati" ma che in realtà sono sempre occupati dagli ambulanti, tanto che non si riesce a camminare.

Subito è scoppiata la rivolta, gli street vendors hanno cominciato a tirare pietre ai poliziotti i quali hanno risposto prima con i lacrimogeni al peperoncino, poi con le pallottole.

Il panico è scoppiato e masse di civili si sono riversate per le strade e per il mercato dove stiamo noi. La gente ha cominciato a correre, buttare giù roba, spintonare. Nel caos qualche sciacallo ha pensato bene di iniziare a rubare. I negozianti più freddi hanno chiuso di fretta e furia le saracinesche dei negozi sia propri che altrui (da notare la complicità), mentre quelli più codardi sono semplicemente scappati. Una donna ha serrato il negozio senza badare al fatto che dentro vi fosse ancora la sorella. Un nigeriano ha abbandonato moglie e bambino nel negozio senza avvisare di cosa stava succedendo. Io ho chiamato mia moglie e mia cognata, abbiamo chiuso il negozio e ci siamo diretti verso una delle tre uscite del mercato, che è circoscritto da mura di cinta e cancelli. Nella fuga mia moglie si è ferita con un chiodo al piede, dato che a lei piace stare scalza. Io tenevo in mano il mio coltello che ho sempre con me perché essendo bianco divento spesso un bersaglio, ma non ho dovuto usarlo questa volta.

Per fortuna le guardie del mercato hanno avuto la prontezza di chiudere i cancelli così da lasciare i rivoltosi e la polizia fuori dal mercato. Siamo rimasti chiusi per ore fin quando fuori non è finita la rivolta, e devo dire che con più gente costretta a stare nel mercato abbiamo anche venduto di più.

Oggi non abbiamo aperto perché i rastrellamenti continuano in Town, quartiere per quartiere.

Arriviamo allora all'analisi politica di quello che sta accadendo. È una lotta tra media e piccola borghesia.

Gente come me, indiani, lebanesi, cinesi, zambiani arricchiti, hanno tutto il vantaggio a rimuovere la piccola-borghesia dalle strade. Gli street vendors non pagano tasse né affitto né permessi, sporcano e generano disordine. Si piazzano di fronte ai negozi rubandoci clienti.

La loro utilità sociale è nulla. Essi comprano la nostra merce che ordiniamo dai grandi rivenditori all'ingrosso o che importiamo dall'estero, e la rivendono. Ma qualunque consumatore volesse quella merce potrebbe semplicemente venire a comprarla nei negozi. Gli street vendors sarebbe meglio facessero un lavoro che producesse ricchezza invece di fare pura speculazione, sono un anello inutile della catena distributiva. Lo Zambia, come tutta l'Africa, ha bisogno di industrializzazione, meccanizzazione, operai. Non di speculatori.

Il governo zambiano in carica da due anni ha dovuto affrontare molte sfide, ha dichiarato guerra ai "cudders" (piccoli politici mafiosi) di tutto il paese e con successo ora riesce a prelevare tasse. Prima eravamo tenuti a pagare il pizzo al signorotto locale, ora invece lo stato borghese ha preso il controllo e si sta rafforzando perché premia chi paga le tasse e fa la guerra a chi non le paga, tra cui gli street vendors. Per questo credo che questa volta vincerà lo stato. Una situazione del genere infatti era già accaduta anni fa quando il governo precedente tentò di ripulire le strade ma questa volta è diverso perché i mafiosi sono stati eliminati.

A cosa porterà questo colpo di mano? Se vince lo stato, si avrà un incremento della disoccupazione. Qua trovare lavoro è quasi impossibile senza conoscenze. Le belle ragazze lo trovano vendendosi ai "boss" (i datori di lavoro). Gli altri devono attrezzarsi, ma a quanto pare dovranno farlo altrove, se ne dovranno tornare nei "compound" (le baraccopoli). Questa situazione non potrà durare a lungo, il governo dovrà trovare un'alternativa per questa gente. E come al solito, quale strategia migliore per controllare le masse se non il divide et impera? Lo stato ha appena finito di costruire un nuovo grande mercato in Town. Chi di questi street vendors avrà abbastanza capitale da parte per pagare qualche mese di anticipo di affitto ed un po' di stock in più, potrà trasferirsi nel nuovo mercato. Tutti gli altri saranno vittime di una proletarizzazione di stato.

Questa è la quotidiniatà di un capitalismo ancora agli albori.

Qualcuno potrebbe chiedere, perché questi street vendors non vengono semplicemente sconfitti dalla concorrenza rappresentata dai negozi, i quali sono più economici? Perché il "libero mercato" non riesce ad eliminare elementi superflui? Perché è necessaria la forza dello stato borghese per riportare ordine e procedere verso il capitalismo monopolistico?

La risposta che mi sono dato è che nel commercio vige "l'asimmetria informativa", ossia l'ignoranza da una parte ed il segreto dall'altra. I commercianti nascondono avidamente la loro fonte: l'informazione su chi sono i loro "supplier" (fornitori) non va mai divulgata, pena la concorrenza.

Di conseguenza, i consumatori non sanno dove trovare i prodotti che cercano. Essi girano per strada, vedono qualcosa che li attira e la comprano. Non sanno che a 100 metri da lì possono trovare un negozio che rivende lo stesso identico oggetto alla metà del prezzo.

Per esempio, una delle strategie di vendita più comuni di chi fa online business è quella del drop-shipping. Pubblicizzano qualcosa su internet, e quando un cliente abbocca, comprano la merce da un negozio e la rivendono al cliente.

È chiaro che tutta questa forza-lavoro è sprecata: i consumatori spendono di più e gli street vendors svolgono una mansione inutile.

E così abbiamo i consumatori finali che nulla sanno dei prezzi e di dove trovare la merce, poiché non è il loro lavoro saperlo, e quindi comprano dal primo che la vende, finendo per pagare il doppio o il triplo.

Gli street vendors che vorrebbero sapere dove prendere la merce, ma finiscono per rifornirsi sempre dai soliti due-tre negozi che hanno trovato e di cui gelosamente tengono segreta l'informazione.

I negozianti che comprano all'ingrosso dai fornitori locali (solitamente cinesi).

E poi gente come me che non fa business senza conoscere la fonte, e importa direttamente dalla Cina o compra dalle poche industrie presenti nel paese.

Solo in un sistema socialista chiunque sarebbe a conoscenza di dove comprare ciò di cui ha bisogno e quindi pagare il giusto prezzo, togliendo di mezzo tutti gli speculatori intermedi.

Edited by k7ygd - 19/7/2023, 21:14
 
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view post Posted on 19/7/2023, 16:26
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Interessante testimonianza, convengo anche con le tue conclusioni. Perché non provi a scrivere un articolo da far pubblicare in qualche giornale comunista?
 
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view post Posted on 19/7/2023, 16:41
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Si può ipotizzare che l' ultima evoluzione del capitalismo e dei processi di scambio sia la sostituzione di tutti i mercati locali in mercanti distanti come sostiene Marx nel libro 2 del capitale,oppure il socialismo,l' intelligenza artificiale forse ha il potenziale per sconfiggere l' asimmetria informativa, l' alta presenza di capitale commerciale in un paese ma anche nel mondo significa però anche che il capitale industriale non è così sviluppato o è in stagnazione (per diversi motivi)
 
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view post Posted on 19/7/2023, 19:52

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QUOTE (Shokut L @ 19/7/2023, 17:26) 
Interessante testimonianza, convengo anche con le tue conclusioni. Perché non provi a scrivere un articolo da far pubblicare in qualche giornale comunista?

Ti ringrazio, oltre al fatto che non mi piace la mia scrittura poco scorrevole da leggere, non saprei con chi collaborare.
Credo ci sia interesse pero' perche' si sente parlare poco delle condizioni di vita nel terzo mondo, le quali richiamano a grandi linee il capitalismo studiato da Marx.

QUOTE (aixo @ 19/7/2023, 17:41) 
Si può ipotizzare che l' ultima evoluzione del capitalismo e dei processi di scambio sia la sostituzione di tutti i mercati locali in mercanti distanti come sostiene Marx nel libro 2 del capitale,oppure il socialismo

Non mi e' chiaro. Intendi dire che la centralizzazione di capitale portera' a concentrare la produzione in pochi punti del mondo da dove tutti i mercati vicini e lontani attingeranno?

QUOTE
,l' intelligenza artificiale forse ha il potenziale per sconfiggere l' asimmetria informativa,

Credo che l'e-commerce ci abbia fatto fare passi da gigante su questo. Quando nella catena distributiva si arrivava a far pagare un paio di scarpe 200 euro e ora si deve competere con Amazon che le offre ai consumatori a 50 euro, i rivenditori hanno dovuto abbassare i prezzi o fallire.
Poi e' chiaro, l'asimmetria rimane perche' chi compra da Amazon magari ordina su Alibaba, che a sua volta ordina da 1688, che a sua volta ordina dalla fabbrica cinese. Quindi la contraddizione non si e' ancora risolta (e mai lo sara' in capitalismo), ma intanto ha dato un colpo duro alla speculazione commerciale.
D'altra parte l'AI se fosse libera di analizzare tutti i dati di tutti i venditori del mondo, potrebbe trovare in un attimo il fornitore migliore. In parte cercano di farlo app come Google Lens ma non hanno tutti i dati di tutti i siti. In capitalismo questa asimmetria e' irrisolvibile perche' i monopoli dell'e-commerce collaborano con quelli dei big-data del proprio polo imperialista contro quelli di altri poli.
L'AI potrebbe pero' anche imparare a fare reverse-engineering, cosi' che i beni di consumo invece che importati dalla Cina potrebbero essere prodotti direttamente sul posto, basterebbe allora investire sulla meccanizzazione, perche' qua le materie prime non mancano. Senza necessita' di conoscere come e cosa produrre, basterebbe mettere in pasto all'AI una foto di una borsetta ed il computer potrebbe restituire il progetto pronto per essere realizzato dalle macchine.

QUOTE
l' alta presenza di capitale commerciale in un paese ma anche nel mondo significa però anche che il capitale industriale non è così sviluppato o è in stagnazione (per diversi motivi)

E' un grave sbilanciamento. Se si rimane in capitalismo, si necessita di capitale straniero (con tutti i mali che porta) per dare propulsione all'industrializzazione. E infatti sta arrivando, buona parte dei centri commerciali e delle strade sono stati costruiti in questi anni dai cinesi, ovviamente a debito. Il mercato a fianco al nostro dovra' pagare ancora per 16 anni l'affitto alla Cina.
Se questo non avviene pero', se l'imperialismo non trova interesse nel paese se non la pura estrazione di materie prime, allora la citta' diventa un degenerato centro di speculazione, un po' come avvenne a Phnom Penh, dove Pol Pot fu costretto a far evacuare la capitale pur di ricostruire l'economia cambogiana ripartendo dalle campagne.

Edited by k7ygd - 19/7/2023, 21:23
 
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view post Posted on 19/7/2023, 20:19
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QUOTE (aixo @ 19/7/2023, 17:41) 
Non mi e' chiaro. Intendi dire che la centralizzazione di capitale portera' a concentrare la produzione in pochi punti del mondo da dove tutti i mercati vicini e lontani attingeranno?

Penso che il ritorno al locale degli ultimi anni siam molto legato a una crisi della grande distribuzione che oltre le grandi città non può espandersi, tuttavia una delle possibili utopie capitaliste sia che ci sia un' unico grande centro di scambio concentrato in un' unico luogo da cui tutti (anche gli eventuali intermediari) comprano, è uno scenario teorico ma possibile se il capitalismo continuerà a svilupparsi in maniera "razionale" o alternative socialiste non siano prese in considerazione. Già il fatto comunque che oggi molti acquisti sono fatti in un' unico paese (Cina) significa che lo scenario si sta realizzando

QUOTE
E' un grave sbilanciamento. Se si rimane in capitalismo, si necessita di capitale straniero (con tutti i mali che porta) per dare propulsione all'industrializzazione. E infatti sta arrivando, buona parte dei centri commerciali e delle strade sono stati costruiti in questi anni dai cinesi, ovviamente a debito. Il mercato a fianco al nostro dovra' pagare ancora per 16 anni l'affitto alla Cina.
Se questo non avviene pero', se l'imperialismo non trova interesse nel paese se non la pura estrazione di materie prime, allora la citta' diventa un puro centro di speculazione e degenerazione, un po' come avvenne a Phnom Penh, dove Pol Pot fu costretto a far evacuare la capitale pur di ricostruire l'economia cambogiana ripartendo dalle campagne.

Penso che un' africa sottosviluppata faccia comodo agli imperialisti, proprio per le risorse, la soluzione sarebbe che in africa ci fosse un' unica struttura politica,eliminare le nazioni locali( residuo del colonialismo e del tribalismo) e acquisire così maggiore peso politico indipendente, è ovvio che un' africa unita sarebbe più potente

Edited by aixo - 19/7/2023, 21:36
 
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view post Posted on 19/7/2023, 22:10
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CITAZIONE
Non mi e' chiaro. Intendi dire che la centralizzazione di capitale portera' a concentrare la produzione in pochi punti del mondo da dove tutti i mercati vicini e lontani attingeranno?

Cosa che non corrisponde alla realtà. Stando alla Geografia Politica ed Economica borghese, la sede delle grandi multinazionali rimane nel paese d'origine, ma stabilimenti e perfino sedi gestionali vengono aperte nei paesi più disparati, quindi parrebbe che si stia assistendo al processo opposto. Considerando poi il fenomeno della delocalizzazione che dal crollo dell'Urss si estrinseca in tutta la sua essenza questa tendenza alla distribuzione sarebbe confermata
 
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view post Posted on 19/7/2023, 22:27
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QUOTE (Shokut L @ 19/7/2023, 23:10) 
QUOTE
Non mi e' chiaro. Intendi dire che la centralizzazione di capitale portera' a concentrare la produzione in pochi punti del mondo da dove tutti i mercati vicini e lontani attingeranno?

Cosa che non corrisponde alla realtà. Stando alla Geografia Politica ed Economica borghese, la sede delle grandi multinazionali rimane nel paese d'origine, ma stabilimenti e perfino sedi gestionali vengono aperte nei paesi più disparati, quindi parrebbe che si stia assistendo al processo opposto. Considerando poi il fenomeno della delocalizzazione che dal crollo dell'Urss si estrinseca in tutta la sua essenza questa tendenza alla distribuzione sarebbe confermata

Non credo anzi, la maggior parte delle multinazionali sono americane che appunto devono cercare mercati lontani per massimizzare i loro profitti, e tutto in linea con quello che ha detto Marx,poi ovviamente bisogna considerare anche le dinamiche geopolitiche e imperialiste dei vari stati
 
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view post Posted on 19/7/2023, 22:44
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interessante.
interessante anche intendere gli street vendor come piccolo-borghesi.
ho vissuto qualche anno in nord Africa e alcune cose le riconosco.
però direi che sulla questione dell'inutilità dei vendors nel mercato, ho qualche dubbio.
se fossero inutili non sarebbero numerosi, se sono numerosi un mercato lo hanno.
la questione che la gente non sappia che in un negozio a 100 metri si trovino gli stessi articoli che cercano, non sta proprio in piedi dai.
in ogni città la gente conosce molto bene quantomeno il proprio quartiere, e in genere anche altri, per parentele, lavoro, etc.

in Marocco ci sono vari tipi di street vendor più o meno abusivi, e ognuno di loro ha un piccolo valore aggiunto che lo tiene sul mercato, certo poca roba ma non sono mai inutili.
tutte queste figure alla fine hanno lo stesso ruolo di qualsiasi altro commerciante al dettaglio, e in genere coprono la mancanza di strutture distributive più organizzate come quelle dei capitalismi avanzati.

sull'abusivismo, illegalità, e tasse non pagate, a me sembra una costante dei capitalismi arretrati e/o depredati, e credo sia dovuto soprattutto all'altissima disoccupazione e alla necessità per ampi strati della popolazione di doversi inventare qualcosa, in qualche modo, che per molti è una zona grigia di abusivismo, per qualcuno è ovviamente la piccola criminalità di cui parli.
non è una questione che quei regimi possono pensare di risolvere per decreto.

comunque sei un tipo interessante, non voglio farmi i fatti tuoi ma praticamente tu sei italiano e ti è venuta l'idea di trasferirti in Zambia e aprire lì un negozio, vivendo tra i locals?
 
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view post Posted on 20/7/2023, 05:08
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QUOTE
Ti ringrazio, oltre al fatto che non mi piace la mia scrittura poco scorrevole da leggere, non saprei con chi collaborare.

Se hai tempo potresti fare un portale web di informazione intitolato "la lotta di classe in africa" e da lì attirare collaboratori, molti comunque qui sopravvalutano l' informazione comunista che c' è in italia, a parte questo sito e il pmli non è di così di alto livello (sopratutto dal punto di vista di analisi della verità),se siamo precipitati in una certa posizione in classifica nel mondo come libertà di stampa un motivo ci sarà

QUOTE
in ogni città la gente conosce molto bene quantomeno il proprio quartiere, e in genere anche altri, per parentele, lavoro, etc.

A me non sembra così incredibile
 
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view post Posted on 20/7/2023, 14:15

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QUOTE (aixo @ 19/7/2023, 21:19) 
una delle possibili utopie capitaliste sia che ci sia un' unico grande centro di scambio concentrato in un' unico luogo da cui tutti (anche gli eventuali intermediari) comprano

Per esempio la Cina? Pero' allora dovrebbe essere un luogo che cambia posizione a seconda di dove la forza-lavoro e' piu' conveniente e l'industria piu' avanzata.

QUOTE
Penso che un' africa sottosviluppata faccia comodo agli imperialisti, proprio per le risorse,

Pero' come dicevo, il luogo di concentrazione della produzione deve muoversi. Quando la Cina comincera' ad esportare piu' capitali di quanto esporti merci, avra' raggiunto un grado di sviluppo che spingera' la produzione in luoghi piu' economici. L'Africa, dove il salario giornaliero in fabbrica e' pari a 1 euro, potrebbe essere il posto adatto (astraendo dalla robotizzazione in arrivo).


QUOTE
la soluzione sarebbe che in africa ci fosse un' unica struttura politica,eliminare tutte le nazioni locali( residuo del colonialismo e del tribalismo) e acquisire così maggiore peso politico indipendente, è ovvio che un' africa unita sarebbe più potente

Fare un'Africa unita e' piu' difficile che fare l'Europa unita. Il tribalismo e' ancora in via di superamento (per dire, in Zambia ci sono 72 lingue).
Per fare un esempio, non puoi unire Zambia e Congo, si odiano a vicenda. I congolesi sono dei guerrafondai, gli zambiani no. Ci sono ancora dispute sui confini. In Congo c'e disordine anarchico, in Zambia no. Semmai si potrebbero rafforzare le comunita' regionali per semplificare gli scambi commerciali e la mobilita' dei lavoratori. Per esempio uno dei problemi principali di Zambia e Malawi e' la mancanza del mare, il che li porta alla necessita' di collaborare con la Tanzania.

QUOTE (Shokut L @ 19/7/2023, 23:10) 
la sede delle grandi multinazionali rimane nel paese d'origine, ma stabilimenti e perfino sedi gestionali vengono aperte nei paesi più disparati, quindi parrebbe che si stia assistendo al processo opposto. Considerando poi il fenomeno della delocalizzazione che dal crollo dell'Urss si estrinseca in tutta la sua essenza questa tendenza alla distribuzione sarebbe confermata

Se prendessimo Apple come esempio, la maggior parte della produzione industriale sarebbe in Asia. Quindi anche se la sede legale amministrativa si trova in USA, la produzione non e' distribuita in tutti i paesi del mondo ma in una regione specifica, ossia dove persiste ancora un equilibrio conveniente tra avanzamento industriale ed economicita' della forza-lavoro.

QUOTE (Kollontaj @ 19/7/2023, 23:44) 
interessante anche intendere gli street vendor come piccolo-borghesi.

Mentre in Italia il piccolo-borghese potrebbe essere un imprenditore con una decina di dipendenti, qua la scala e' diversa. Basta un capitale pari ad un cesto di arance per guadagnarsi da vivere.
Certo gli street vendors, essendo lavoratori autonomi, non creano un rapporto capitalista-salariato, ma possiedono comunque una accumulazione originaria che sfruttano attraverso il meccanismo capitalistico denaro-merce-denaro.

QUOTE
ho vissuto qualche anno in nord Africa e alcune cose le riconosco.

Credo ci sia similarita' a livello di condizioni di vita un po' tra tutti i paesi sotto-sviluppati ma la cultura fa tanto la differenza. Una persona che e' stata in Vietnam mi ha raccontato di un mondo simile ma dove le persone erano completamente diverse, umili e gentili.
Pur essendo stato brevemente in Egitto e Tunisia, non conosco bene i nordafricani. Qua nell'Africa nera e' la giungla, nessuno ti regala niente, non esiste lealta' ne' onesta'. Se sei in difficolta' ti tendono la mano, ti sfilano l'orologio e poi ti tirano un calcio in bocca per farti cadere dal dirupo. Ma sono fatti cosi, bisogna cambiare paradigma ed adattarsi a loro o si finisce col culo per terra.

QUOTE
però direi che sulla questione dell'inutilità dei vendors nel mercato, ho qualche dubbio.
se fossero inutili non sarebbero numerosi, se sono numerosi un mercato lo hanno.

Certamente sarebbero inutili in socialismo ma credo diventino progressivamente inutili anche in capitalismo.
Inizialmente la loro funzione e' data dalla somma dei loro tanti piccoli capitali che permette ai magazzini dei grandi negozi di svuotarsi appena si riempiono, dando la possibilita' di far circolare rapidamente il capitale.
Cominciano pero' a perdere di utilita' sociale non appena la media-borghesia accumula abbastanza capitale da non avere piu' necessita' di smaltire le scorte ad alto ritmo perche' con un'organizzazione, un magazzino ed uno stock piu' ampio, riesce a distribuire ai clienti senza particolari ritardi.
A questo punto, onde evitare scompensi, anche la piccola-borghesia deve fare un salto, i negozi piccoli devono accumulare capitale per far fluire velocemente i prodotti al consumatore finale.
Se questo processo e' impedito per la troppa concorrenza rappresentata dagli street vendors, il meccanismo si inceppa.
Allora o aumenta il numero di piccoli negozianti e di street vendors (ma ci sono limiti dati sia dal prezzo minimo a cui si puo' vendere ai consumatori oltre il quale non e' piu' conveniente stare sul mercato, sia dallo spazio fisico presente per commerciare), oppure i piccoli negozianti fagocitano gli street vendors (se possono abbassando i prezzi altrimenti usando la forza dello stato per scacciarli).
Cosi' si acuisce la lotta di classe tra piccola e micro borghesia.

E' come un sistema a buffer, fin quando il sistema non riesce ad elaborare (vendere) abbastanza velocemente ha necessita' di tenere le risorse in coda (i rivenditori) ma quando il sistema supera queste difficolta' i buffer perdono di utilita' ed anzi causano latenze nel sistema (sovrapprezzi causati da una coda di intermediari troppo lunga), e allora vanno ridotti.

Oppure e' come una cisterna (il grande negozio) che distribuisce acqua (prodotti) attraverso tubi (negozianti) aventi una certa resistenza al flusso (prezzo) alle destinazioni (consumatori finali).
Se la cisterna diventa piu' grande e deve distribuire piu' acqua, i tanti tubi piccoli vanno rimpiazzati con tubi piu' grandi di modo da ridurre la resistenza al flusso dell'acqua verso la destinazione.

QUOTE
la questione che la gente non sappia che in un negozio a 100 metri si trovino gli stessi articoli che cercano, non sta proprio in piedi dai.

Penso di essermi spiegato male.
Quello che intendevo dire e' che ogni prodotto proviene da una fonte in rapido esaurimento. I consumatori non hanno informazioni su dove si trovi la fonte di ciascun prodotto. Nemmeno i piccoli negozianti e gli street vendors ce l'hanno, hanno solo informazioni migliori su prodotti specifici.
Quindi non e' che tutti i negozi sono piu' convenienti di tutti gli street vendors, anche se spesso si comprano i prodotti fra loro perche' non trovano la fonte, ma ogni prodotto viene venduto ad un prezzo basso solo da pochi negozi grandi, e poi tutti i negozianti piccoli applicano i loro prezzi.

Facendo un esempio e tenendo a mente che 1 euro = 20 kwacha = 8 yuan

SPOILER (click to view)
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Queste borsette vengono in questo momento vendute nel mercato locale cinese a circa 41 kwacha (molto probabilmente costavano meno mesi fa quando sono state ordinate), con la spedizione per nave diventano 56 kwacha.

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Ne arrivano migliaia sul mercato zambiano e vengono vendute da un grosso negozio del centro commerciale di Downtown a 80 kwacha. Talvolta tempo 48 ore c'e il sold-out.

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I piccoli negozianti e gli street vendors rivendono la borsetta a 130 kwacha. Questo negozio nella foto in particolare si trova davvero a 100 metri dal centro commerciale, sempre in Downtown.

SPOILER (click to view)
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Poi ci sono tutti quelli che vengono in Town per comprare e rivendere in periferia o nei villaggi, direi a non meno di 160 kwacha (va considerato il costo del trasporto).

Se c'e chi vende ci sara' anche chi compra.

QUOTE
in ogni città la gente conosce molto bene quantomeno il proprio quartiere, e in genere anche altri, per parentele, lavoro, etc.

Lusaka Town e' almeno 4 km2 di negozi. Per conoscerli tutti dovresti girare Town per qualche settimana a tempo pieno. Poi dovresti indagare i prezzi, perche' solo i negozi grandi scrivono i prezzi sui prodotti, ma poi gli stock cambiano continuamente. Dovresti tenerti aggiornato su quando arrivano gli stock ai fornitori di modo da essere tra i primi a comprare affinche' non vada in sold-out. Insomma nessuno dispone di tutte queste informazioni.
E allora uno che abita nella periferia di Lusaka, e viene in Town una volta al mese quando prende lo stipendio, sa gia' perfettamente cosa comprare e dove comprarlo, oppure frequenta sempre i soliti negozi e al massimo se vede qualcosa di interessante per strada lo compra da un ambulante?

QUOTE
in Marocco ci sono vari tipi di street vendor più o meno abusivi, e ognuno di loro ha un piccolo valore aggiunto che lo tiene sul mercato, certo poca roba ma non sono mai inutili.
tutte queste figure alla fine hanno lo stesso ruolo di qualsiasi altro commerciante al dettaglio, e in genere coprono la mancanza di strutture distributive più organizzate come quelle dei capitalismi avanzati.

Infatti ma questa mancanza prima o poi svanisce e allora, da progressivi che erano, i piccoli distributori diventano reazionari, fanno da concorrenza ai piccoli negozianti sopravvivendo grazie al fatto che non pagano tasse e affitto, finendo per opporsi al naturale sviluppo capitalistico verso il monopolio.

QUOTE
sull'abusivismo, illegalità, e tasse non pagate, a me sembra una costante dei capitalismi arretrati e/o depredati, e credo sia dovuto soprattutto all'altissima disoccupazione e alla necessità per ampi strati della popolazione di doversi inventare qualcosa, in qualche modo, che per molti è una zona grigia di abusivismo, per qualcuno è ovviamente la piccola criminalità di cui parli.
non è una questione che quei regimi possono pensare di risolvere per decreto.

finche' i profitti dell'estrazione del rame e di altre materie prime andranno ai privati, ai politici corrotti ed alle societa' estere sara' dura creare alternative.

QUOTE
praticamente tu sei italiano e ti è venuta l'idea di trasferirti in Zambia e aprire lì un negozio, vivendo tra i locals?

Finita l'universita' ho provato a girare il mondo da solo e senza meta, cosi' sono partito per l'Africa. Kenya, Tanzania, Malawi, Zambia. Dopo un anno ho conosciuto mia moglie, ci siamo sposati e le mie intenzioni di girare sono andate a farsi benedire, anche per tutta una serie di casini in cui mi sono infilato. Prima di aprire il negozio abbiamo provato con altre attivita' fallendo, posso dire di aver fatto anche la fame in questo posto di merda e di essermi salvato per miracolo in certe occasioni. Essendo cresciuto in Liguria mi manca molto il mare, un giorno mi piacerebbe concludere il mio viaggio e visitare Asia, Sudamerica e magari anche Australia come avevo progettato, ma senza soldi non si fa un cazzo e quindi e' bene che mi do' da fare.

QUOTE (aixo @ 20/7/2023, 06:08) 
Se hai tempo potresti fare un portale web di informazione intitolato "la lotta di classe in africa" e da lì attirare collaboratori

E' come pensavo di intitolare inizialmente la discussione ma poi ho visto che c'era dell'altro sul Sudafrica ecc.
Direi che per ora mi limitero' a scrivere ogni tanto qui, prima o poi vorrei dire qualcosa sulla massoneria (specie Rotari e Lions), appena avro' maggiori informazioni condividero'.

QUOTE
molti comunque qui sopravvalutano l' informazione comunista che c' è in italia, a parte questo sito e il pmli non è di così di alto livello (sopratutto dal punto di vista di analisi della verità),se siamo precipitati in una certa posizione in classifica nel mondo come libertà di stampa un motivo ci sarà

Manca tantissimo anche un canale per i giovani. Video esplicativi, post e meme. In italiano c'e davvero poco o nulla.
 
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view post Posted on 22/7/2023, 11:06
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QUOTE (k7ygd @ 20/7/2023, 15:15) 
Per esempio la Cina? Pero' allora dovrebbe essere un luogo che cambia posizione a seconda di dove la forza-lavoro e' piu' conveniente e l'industria piu' avanzata.

L' industria avanzata proprio per aumentare il valore delle merci sposta la produzione nei luoghi più lontani possibili ,la Cina avendo 2 di queste 3 caratteristiche e ora si sta anche industrializzando si è rivelato il luogo ideale,alla fine nulla accade per caso nel capitalismo,al diavolo tutti gli ideali di libertà ma tutto è pianificato



QUOTE
Finita l'universita' ho provato a girare il mondo da solo e senza meta, cosi' sono partito per l'Africa. Kenya, Tanzania, Malawi, Zambia. Dopo un anno ho conosciuto mia moglie, ci siamo sposati e le mie intenzioni di girare sono andate a farsi benedire, anche per tutta una serie di casini in cui mi sono infilato. Prima di aprire il negozio abbiamo provato con altre attivita' fallendo, posso dire di aver fatto anche la fame in questo posto di merda e di essermi salvato per miracolo in certe occasioni. Essendo cresciuto in Liguria mi manca molto il mare, un giorno mi piacerebbe concludere il mio viaggio e visitare Asia, Sudamerica e magari anche Australia come avevo progettato, ma senza soldi non si fa un cazzo e quindi e' bene che mi do' da fare.

Interessante, come avevi organizzato il viaggio? ti eri portato una certa somma di denaro o lo guadagnavi là? di che parte della liguria sei? ci torni ogni tanto?
 
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view post Posted on 22/7/2023, 12:27

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Come vengono trattati gli europei in Zambia? Che percentuale della popolazione parla inglese?
 
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view post Posted on 22/7/2023, 13:50

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QUOTE (aixo @ 22/7/2023, 12:06) 
come avevi organizzato il viaggio?

Nessuna organizzazione a parte passaporto, visto e vaccini. Il piano era visitare vari paesi e, nel caso avessi trovato posti interessanti, informarmi su come rimanervi.

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ti eri portato una certa somma di denaro o lo guadagnavi là?

Sono partito con 5000 euro e nessuna conoscenza. Spendendo male, piantando casini, sposandomi e tentando di fare impresa, li ho finiti e sono dovuto tornare in Italia. Accumulando un'altra somma sono tornato ed ho iniziato a fare le cose seriamente.

QUOTE
di che parte della liguria sei? ci torni ogni tanto?

Imperia. Da anni ormai la mia intenzione e' di non tornarci piu'.

QUOTE (Pepito 17 @ 22/7/2023, 13:27) 
Come vengono trattati gli europei in Zambia?

Come una ATM i cui diversi codici di prelievo sono la truffa, la supplica pietosa, la concussione, il ladrocinio, il sovrapprezzo, l'adescamento sessuale; il tutto contornato da un razzismo "al contrario" mascherato da finta reverenza e affabilita'.
Per sentito dire, in posti come Congo e Sudafrica tra gli altri metodi vi e' incluso l'omicidio.
Per quanto riguarda invece come veniamo trattati da altri italiani: con tanto sospetto a meno che tu non faccia parte di una loggia.
I cinesi ci ignorano forse perche' non sanno l'inglese. I piu' amichevoli mi sono sembrati i lebanesi, ma anche li' una delle loro prime domande e': sei musulmano?

QUOTE
Che percentuale della popolazione parla inglese?

A parte il fatto che e' la seconda lingua ufficiale piu' parlata, non saprei dirti. La mia esperienza e' che lo conoscono al livello di un B1-B2 tutti coloro che sono andati a scuola. Escluderei dunque elementi troppo poveri o troppo anziani.
Questo per quanto riguarda le citta'. I villaggi veri e propri li ho visti solo di passaggio.
Lo stesso si puo' dire del Kenya. In Malawi e Tanzania fanno piu' fatica, specialmente i poveri.
 
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view post Posted on 22/7/2023, 14:21
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I piu' amichevoli mi sono sembrati i lebanesi

I libanesi in Zambia?
 
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view post Posted on 22/7/2023, 15:11

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Poca roba (qualche centinaio) ma comunque piu' degli italiani. Li ho citati perche' a parte cinesi e indiani sono quelli che possiedono piu' negozi in centro
 
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14 replies since 19/7/2023, 13:56   369 views
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