QUOTE (Pepito 17 @ 5/7/2023, 18:14)
È lo stesso ordine di differenze che possono esistere tra diverse economie borghesi liberali, più o meno centralizzate (Francia/Italia), più o meno monopolistiche (Giappone/Europa), più o meno concertative (Germania/Francia), più o meno dirigiste (Francia/USA).
Non dello stesso ordine (quantità) ma dello stesso genere (qualità).
Nel fascismo (congiuntura di massimizzazione degli aspetti strutturali monopolistici), la centralizzazione, il monopolio, la concertazione, il dirigismo, ecc. sono al massimo, non a caso, ma perché le acute contraddizioni strutturali lo richiedono e i rapporti di forza nella lotta di classe lo consentono, di modo da produrre un progresso storico-sociale (in senso contraddittorio reazionario borghese, ovviamente. Sappiamo benissimo, infatti, che l'unica soluzione definitiva alla contraddizione tra proprietà privata e produzione sociale è il socialismo).
All'estremo opposto vi è l'anarchia capitalistica (congiuntura di massimizzazione degli aspetti strutturali concorrenziali), dove le acute contraddizioni strutturali non sono state risolte a causa di debolezze di classe (qualunque classe), e l'organizzazione borghese si sfalda, senza alternativa, causando un regresso storico-sociale.
Infine, in contrapposizione a questi due opposti, abbiamo l'equilibrio capitalista, dove le contraddizioni strutturali rimangono tenui perché la borghesia riesce a risolverle in tempo con metodo democratico.
In esso, l'ordine delle contraddizioni rimane contenuto in una zona di equilibrio al di là della quale si rischia di prodursi un cambiamento qualitativo, dove la democrazia viene sostituita con dell'altro.
Nelle democrazie borghesi, allora, le contraddizioni strutturali, seppur dello stesso genere, ossia qualitativamente identiche (perché il modo di produzione è identico, quello capitalistico), a quelle del fascismo e dell'anarchia, sono per lo più tenui ed oscillanti (quantitativamente), ora da una parte ora dall'altra, esprimendosi in organizzazioni democratiche borghesi diverse (più o meno centralizzate, concertative, ecc.) sulla base delle specifiche strutturali definite dalle forze produttive e dai rapporti di produzione della nazione di riferimento.