Porterei avanti qui la
discussione sul fascismo.
Provo a dare il mio contributo.
QUOTE (Pepito 17 @ 27/6/2023, 23:32)
Dipende cosa si intende per fascismo. Certamente lo stato russo non garantisce libertà sufficienti per il libero sviluppo della lotta di classe. Uno stato fascista è per me uno stato in cui la lotta di classe è fuorilegge. E se la lotta di classe è illegale significa che non esiste nessuna prospettiva di rivoluzione socialista.
PS: Secondo questa definizione Italia, Germania e USA sono esempi di stati borghesi non fascisti, perché la lotta di classe è ammessa. Russia e Cina sono invece esempi di stati borghesi fascisti, perché la lotta di classe è illegale.
Vanno individuati gli elementi strutturali che caratterizzano e causano il fascismo, solo dopo si possono derivare e spiegare quelli sovrastrutturali.
Quando si parla di fascismo come "dittatura aperta", "autoritarismo", "sciovinismo", "militarismo", si stanno elencando caratteristiche sovrastrutturali, che riguardano lo stato e la politica, non le dinamiche storiche dei rapporti sociali di produzione.
Il fascismo è una fase transitoria dell'egemonia borghese data da una necessità urgente di un avanzamento capitalistico da rapporti di produzione concorrenziali a monopolistici, che evidentemente non è stata soddisfatta per tempo attraverso le riforme democratiche, necessità storica che si presenta ogniqualvolta l'accumulazione di capitale raggiunge un limite (in termini di saggio di profitto) posto dall'impreparata struttura sociale, ossia da fattori quali le rispettive posizioni conquistate nella lotta di classe, la mancanza di sbocchi imperialistici e l'assenza di un'organizzazione nazionale dell'economia. In questo frangente solo un patto di unione borghese, capace di governare di concerto e accordo il braccio armato dello stato, può superare tali contraddizioni, ristabilendo cioè la supremazia nella lotta di classe, riorganizzando l'economia in senso statale-corporativo, stringendo accordi con il capitale finanziario internazionale ed adoperandosi per la conquista di "spazio vitale" ossia di sbocchi imperialistici.
Stando così le cose sebbene sia evidente che la Russia abbia affrontato problematiche del genere verso la fine degli anni '90 - quando l'implosione del socialimperialismo fece ripiombare la Russia in un caotico capitalismo concorrenziale da cui si riprese con l'arrivo di Putin, da subito ristabilendo l'ordine monopolistico, poi rafforzando la supremazia di classe ed infine ritrovando gli sbocchi imperialistici persi con la caduta dell'URSS, prima nel Caucaso ed ora in Europa orientale - l'eredità sovietica non completamente sfaldata permise una riorganizzazione sociale che non necessitò dell'instaurazione di una dittatura terroristica in tutto e per tutto fascista, ossia vietante in modo assoluto una qualunque opposizione politica e sindacale e perpetrante una manipolazione ideologica totalitaria, per ristabilire l'ordine monopolistico ma solo di un certo autoritarismo non così lontano dalla Russia precedente la Rivoluzione d'Ottobre.
Diverso è il caso cinese, che è davvero complicato e che non credo possa essere semplicemente catalogato nel calderone del fascismo.
QUOTE (Kollontaj @ 28/6/2023, 01:08)
ritengo che la repressione fascista, o altre forme simili, denoti sempre una grande debolezza della borghesia e tendono sempre ad essere insostenibili nel tempo, e a scatenare reazioni poderose.
Credo invece sia il contrario, denota cioè la forza della borghesia nella sua capacità di organizzarsi e reagire alla crisi storica invece che lasciar cadere la società nell'anarchia. Così come denota l'inadeguatezza dell'avanguardia proletaria non solo a prendere in mano la situazione ma anche a guidare le classi dominate a difendere i propri diritti più fondamentali.
Le reazioni poderose delle classi dominate invece si verificarono solo quando il fascismo era al collasso.
Edited by k7ygd - 4/7/2023, 19:48