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Sesso e «libero amore» in URSS, da Fb di Francesco Alarico della Scala

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view post Posted on 30/7/2021, 16:29
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in “Vie Nuove”, IV, 39, 2 ottobre 1949, p. 2.
Alfredo Di Legge di Roma, Pilina di San Remo, Glauco Licata di Palermo e molti altri lettori ci chiedono particolari su una serie di problemi che si riferiscono alle relazioni tra i sessi nell’Urss, in particolare quello della prostituzione, del «libero amore», della famiglia, del lavoro femminile, della «mascolinizzazione» delle donne, ecc. Crediamo utile dare una risposta complessiva a tutti questi quesiti, illustrando alcuni punti essenziali sull’argomento.

La prostituzione femminile. – Considerata quale una delle peggiori conseguenze sociali e morali della divisione della società in sfruttati e sfruttatori, essa è stata vietata e combattuta nell’Urss sin dai primi anni del potere sovietico, mentre le prostitute venivano inviate in appositi luoghi di rieducazione. Però, naturalmente, finché la nuova società sovietica non fu in grado di assicurare a tutti i cittadini un lavoro, ossia finché esistette nell’Urss, per le rovine e le difficoltà ereditate dalle guerre e dal precedente regime, la disoccupazione, sussistette pure — malgrado tutte le misure repressive — la prostituzione, sebbene in misura limitata. Ma dopo la scomparsa, verso il 1929-30, della disoccupazione e, contemporaneamente, degli ultimi residui delle classi sfruttatrici, non esistevano più le basi economiche del fenomeno e con esse il problema. Quanto agli strascichi morali, ossia ai residui della corruzione e dissolutezza proprie del regime capitalistico, scomparse le cause economiche la loro soluzione fu più facile per cui oggi nell’Urss non esiste realmente più prostituzione. Con ciò evidentemente non si vuol dire che non possano verificarsi nell’Urss casi di donne disposte a concedersi a uomini non per inclinazione ma per calcolo materiale, ma tali casi sono oramai eccezioni, sono ogni giorno più rari e sono unanimemente condannati dalla opinione e dalla morale pubblica sovietiche. Molti altri lettori hanno però posto il quesito: ma allora come se la cavano i giovani prima del matrimonio? La domanda non è del tutto ingiustificata, perché, evidentemente, se esistesse nell’Urss, come esiste negli Stati capitalistici, tutto uno strato di giovani scapoli, per cui si pone con una certa acutezza il problema delle relazioni sessuali, la richiesta finirebbe per suscitare anche l’offerta, e risorgerebbe allora, se non la prostituzione vera e propria, un fenomeno di diffusa corruzione e dissolutezza. Ma questi lettori non tengono conto del fatto che i matrimoni tardivi in regime capitalistico sono causati soprattutto dalle difficoltà che incontra un giovane a trovare un lavoro stabile, una sistemazione economica sicura, un posto nella vita. Nell’Urss, invece, questi problemi non si pongono e i giovani si sposano molto presto, di solito verso i 20 anni.
Amore libero. – La teoria del cosiddetto «amore libero» come sistema di vita è rigorosamente condannata dal marxismo, quale deviazione anarcoide e fenomeno di dissolutezza piccolo borghese. Ciò che invece esiste e ha pieno vigore nell’Urss è il principio giuridico secondo il quale ogni persona che abbia raggiunto i 18 anni ha pieno diritto di disporre liberamente del proprio corpo. Ciò significa, ad esempio, che tanto l’uomo che la donna possono annodare relazioni con chiunque, che il reato di seduzione o d’adulterio non esistono per il codice sovietico. Ma questo, però, non significa affatto che la dissolutezza sia ammessa o anche tollerata nella nuova società socialista. Estrinsecazione normale dei rapporti fra i sessi nella società sovietica è la creazione da parte di un uomo e di una donna — aventi uguali diritti — che si sentono attratti l’uno verso l’altro spiritualmente, sentimentalmente e sessualmente, di una libera associazione famigliare per la vita in comune e per l’educazione della prole; mentre qualsiasi condotta che eriga a sistema di vita lo stabilire continuamente relazioni sessuali temporanee con persone diverse è severissimamente condannata dalla morale socialista e può persino essere perseguita non solo in sede sociale (mediante biasimi e richiami da parte delle organizzazioni sindacali, di partito, ecc.) ma persino penalmente (quale attentato alla moralità socialista) nei casi particolarmente gravi e incorreggibili. E ciò vale per i due sessi.
La vita familiare. – Essa è caratterizzata nell’Urss dal fatto che ambedue i coniugi godono dei medesimi diritti non solo sulla carta, ma di fatto. Anzitutto di solito lavorano sia il marito che la moglie (il che è facilitato dall’esistenza presso ogni azienda di nidi e giardini di infanzia, di lavanderie meccaniche, di refettori e mense, ecc.); ciò assicura alla donna completa indipendenza economica dal marito. Inoltre, la moglie può conservare il proprio cognome così come può dare ai figli il suo cognome invece di quello del padre. La moglie non ha l’obbligo di seguire il marito e di conviverci, mentre l’obbligo dell’assistenza morale e materiale all’altro coniuge è ambivalente. Il reato d’adulterio è sconosciuto alla legislazione sovietica. La moglie conserva anche la proprietà dei suoi beni personali, tanto acquisiti prima che durante il matrimonio, così come le spetta, per diritto, la metà dei beni acquisiti congiuntamente col marito. Il divorzio esiste, ma è concesso con molta cautela.
Mascolinizzazione. – Questa situazione di piena uguaglianza in diritti dell’uomo e della donna evidentemente non ha nulla a che vedere con la «mascolinizzazione» della donna, che non si verifica affatto nell’Unione Sovietica. La donna sovietica tiene invece in modo particolare a porre in valore e in risalto la propria femminilità, di cui va fiera. Evidentemente, ciò avviene anche perché essa non ha nessun bisogno di mettersi i pantaloni lunghi o di tagliarsi i capelli per avvicinarsi — ma solo esteriormente — agli uomini, visto che è la loro simile e la loro pari in tutti i campi, politico, economico, giuridico, e anche nel costume quotidiano.
(Luigi Longo jr.)
― Vie Nuove risponde, Editoriale Vie Nuove, Roma 1953, pp. 213-214.
 
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