Comunismo - Scintilla Rossa

QUANDO CROCE APPOGGIAVA IL FASCISMO IN FUNZIONE ANTICOMUNISTA

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view post Posted on 26/2/2021, 00:58
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da I Maestri del Socialismo

QUANDO CROCE APPOGGIAVA IL FASCISMO IN FUNZIONE ANTICOMUNISTA


Si ricorda spesso il Manifesto degli intellettuali antifascisti (1925) promosso da Benedetto Croce (Pescasseroli, 25 febbraio 1866 – Napoli, 20 novembre 1952), ma si ricorda meno il fatto che il massimo rappresentante della cultura liberale italiana di inizio '900 strizzasse ampiamente l'occhio al Governo Mussolini prima del delitto Matteotti e della sua involuzione autoritaria, mostrando come in fondo Croce non disprezzasse il ruolo repressivo e classista assunto dal fascismo prima illegalmente e poi "legalmente". Non deve stupire, dato che i liberali tutto sommato furono ben lieti di liberarsi della minaccia rappresentata dai comunisti e dai socialisti, salvo poi, almeno qualcuno di essi, ricredersi nel tempo. Ricordiamo, a conferma di tali affermazioni, la presente intervista a Benedetto Croce, dal "Corriere Italiano" del 1° febbraio 1924 (pochi mesi prima delle elezioni politiche che sancirono la maggioranza assoluta dei fascisti, ma ben dopo i provvedimenti economici liberisti, la riforma Gentile della scuola, la legge Acerbo e i primi processi politici subiti dai comunisti):
"-...Ma, secondo Lei, può il fascismo creare un sistema politico nuovo?
-Le ho già detto che non fo previsioni ma auguri. Da parte mia, parlando da filosofo e da storico, non escludo in tesi generale che qualcosa di politicamente nuovo possa sorgere dal travaglio presente della vita italiana ed europea. Lo spirito umano è creatore, e non c'è schema intellettuale che possa restringere e imprigionare questa sua libera forza. Dunque, potrà ben dari che il fascismo crei un sistema politico affatto diverso dal liberale. Ma, per ora, non ne vedo in modo determinato neppure le prime linee. Se qualcosa riesco a vedere, è invece lo spontaneo avviamento, mercé le elezioni politiche, a un ritorno, come si dice, alla legalità, cioè alla pratica costituzionale.
-Taluno potrebbe pensare che Ella, così parlando, ferisca al cuore il movimento fascista.
-Non al cuore, ma piuttosto, se mi permette la celia, alla testa. Il cuore del fascismo non credo sia quello: è l'amore alla patria italiana, è il sentimento della sua salvezza, della salvezza dello Stato. E per questa parte ha prodotto, produce e produrrà i suoi effetti. Tra i quali io pongo non in ultimo luogo quello di accrescere il numero di coloro che, scotendo il tradizionale indifferentismo italiano, sentono la passione politica e prendono profondo interesse alle cose dello Stato. Anche il liberalismo (che non è democraticismo e demagogismo) ha per suo fondamento il concetto di uno Stato così saldo che possa accogliere in sé le tendenze antitetiche e permetterne lo sviluppo, mantenendo di continuo l'equilibrio tra esse e compiendo di continuo l'opera unitaria, d'interesse generale e nazionale. E stimo un così grande beneficio la cura a cui il fascismo ha sottoposto l'Italia, che mi do pensiero piuttosto che la convalescente non si levi troppo presto da letto, a rischio di qualche grave ricaduta."
 
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