Comunismo - Scintilla Rossa

PREFAZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA DEL "MANUALE DI ECONOMIA POLITICA - ACCADEMIA DELLE SCIENZE DELL'URSS (1954), Prefazione di Ubaldo Buttafava

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view post Posted on 15/10/2020, 00:50
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UBALDO BUTTAFAVA - PREFAZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA DEL "MANUALE DI ECONOMIA POLITICA - ACCADEMIA DELLE SCIENZE DELL'URSS (1954)"



Volgendo lo sguardo al passato, la vicenda umana ci appare come una lotta colossale,
che attraverso un lavoro immane, progressi inimmaginabili, sofferenze indicibili, ha creato l'uomo moderno. Guardando con prospettiva futura, rispetto ai grandi compiti ancora irrisolti, il passato appare, a chi lotta per un umanità libera dallo sfruttamento e dal ricatto economico, dal dominio delle oligarchie, dalle sofferenze della povertà, della morte per fame, dalla paura per il proprio futuro e per quello dei figli, a chi lotta contro le potenze delle tenebre dell'ignoranza, il passato - dicevamo - appare solo come prei-
storia. I grandiosi sviluppi dell'economia, delle scienze e della tecnica, che immense possibilità offrono all'uomo, non hanno posto fine alle ingiustizie sociali. Nell'epoca del capitalismo, del dominio delle multinazionali finanziarie, le grandi conquiste dell'umanità si convertono in terribili strumenti di morte e di degrado della vita stessa sul nostro pianeta.
Eppure dall'era della pietra, degli schiavi, dei servi della gleba del feudalesimo, il progresso è innegabile. C'è chi sostiene che comunque, pur nelle mutate condizioni, un dato è immutabile, eterno, «i ricchi e i poveri sono sempre esistiti e sempre esisteranno, ciò è il frutto della natura umana». Questa tesi non ha alcuna validità "scientifica", con queste banalità non si spiega né lo sviluppo umano, né le differenze fra le varie epoche storiche.
Quindi, al capitalismo, quale sistema succederà? e sarà sempre fondato sulla proprietà di pochi? L'aspirazione delle classi sfruttate all'emancipazione è un utopia oppure vi sono oggi le condizioni economiche, politiche, sociali e culturali perché questa aspirazione divenga realtà?
Karl Marx si pose il compito di comprendere la causa del progresso sociale, la fonte della ricchezza, la direzione verso cui cammina la Storia. Per secoli l'umanità ha guardato alle sue stesse opere con meraviglia, chiedendosi quale fosse il segreto della sua "avventura". Sia gli interessi delle classi dominanti, che l'ignoranza, hanno dato risposte errate o fantastiche: dio, il genio di alcune persone, le capacità dei pochi e così via. Numerose sono le scoperte scientifiche che hanno segnato la Storia, scoperte ben più grandi di opere monumentali come le piramidi o il Colosseo, fra queste scoperte, quella
che a nostro giudizio rappresenta un radicale e rivoluzionario salto di qualità della conoscenza è la Legge economica fondamentale del capitalismo: la Legge del plusvalore. Essa spiega che il tasso di plusvalore di cui si appropriano le classi dominanti è il rapporto tra il plusvalore complessivo ed il lavoro vivo dei proletari; come la classe operaia produca e riproduca se stessa, la ricchezza accumulata in precedenza dai capitalisti
e il surplus di cui si appropriano quest'ultimi, per cui il salario dell'operaio non rappresenta tutto il valore prodotto o il prezzo del suo lavoro, ma solo il valore della forzalavoro dell'operaio, la quale è una merce come qualsiasi altra, che ha un prezzo, il quale si determina in base al costo per ricostituirla. Il capitalista paga dunque solo il valore della forza-lavoro (la classe operaia) e tiene per sé quindi il plusvalore creato sia per il suo profitto, che per ricostituire il suo capitale che altrimenti col tempo si consumerebbe. Inoltre, questo capitale accumulato in passato, non ha il potere di creare nuovo valore, ma solo di cederlo gradualmente fino all'esaurimento, solo il lavoro vivo degli operai rigenera e dà vita a questo capitale; per questo Marx diceva che nel capitalismo il mondo dei morti domina il mondo dei vivi. Questa scoperta svelava il segreto più sacro per i capitalisti, ed affermava il ruolo fondamentale della classe operaia. Ruolo rivoluzionario, perché solo questa classe sociale
può assumersi il compito di risolvere la contraddizione tra una produzione che tende a creare immense ricchezze e la relativa ed assoluta povertà della classe operaia e dei popoli del mondo; la contraddizione tra il crescente carattere sociale della produzione e l'appropriazione privata, capitalistica, della ricchezza.
Dunque, il capitalismo, a differenza delle società schiavistica e feudale ha suscitato
quelle forze sociali, tecniche e scientifiche, per uscire dal regno della necessità ed entrare nel regno della libertà, il comunismo appunto. Ma l'esperienza dimostra che lo sfruttamento e le devastanti crisi del capitalismo (in un
secolo di vita del solo imperialismo capitalista, questo ha prodotto due conflitti mondiali e centinaia "locali") di per sé non portano alla fine del capitalismo ed al futuro comunista (da ognuno secondo le sue possibilità, totalmente sviluppate, ad ognuno secondo i suoi bisogni).
Karl Marx ha dimostrato quali sono le leggi immanenti che porteranno alla fine del ca-
pitalismo, e come questo crei le condizioni per il passaggio ad una società nuova; naturalmente, come sottolineava J. Stalin, queste leggi debbono operare attraverso l'uomo, debbono diventare coscienza.
Questo manuale, opera scientifica dei massimi specialisti del Partito Comunista
dell'Urss dei primi anni '50, illustra con assoluto rigore e semplicità non solo la colossale opera marxista, ma tutti gli ulteriori sviluppi di F. Engels, V. I. Lenin e J. Stalin, quindi analizza sia le modificazioni dell'epoca imperialista del capitalismo, che le leggi economiche della società di transizione al comunismo: il socialismo. Gli ideologi del capitalismo sostengono che la ricerca del profitto è la leva del progresso, senza la quale non ci sarebbe stimolo alla produzione, essi, così argomentando, tacciono sul fatto che questo stimolo è valido solo per le ristrette classi dominanti, mentre miliardi di esseri umani sono esclusi da ogni funzione decisionale e sono condannati ad
un alienante e cieco lavoro. Questi ideologi borghesi non sanno spiegarsi le cause più profonde delle crisi economiche, ne sono interessati allo studio delle tendenze storiche immanenti del capitalismo; vivono alla giornata e si limitano alla gestione della realtà
esistente. Essi "dimenticano" che è dal plusvalore creato dagli operai nella produzione dei beni che scaturisce il benessere dei capitalisti e dei latifondisti, la rendita urbana, il profitto commerciale, gli interessi del capitale da prestito, gli stipendi e i guadagni degli strati e dei gruppi sociali improduttivi. Gli economisti borghesi non sanno spiegarsi la tendenza alla caduta del tasso medio di profitto, e la conseguente forsennata ricerca del massimo profitto. Essi non analizzano i
motivi del dominio del capitale finanziario, la crescita abnorme di masse monetarie che trovano una crescente difficoltà ad essere valorizzate, mentre la produzione langue, i profitti scendono e lo sfruttamento del lavoro vivo arriva a livelli parossistici e così la disoccupazione.
Cresce la potenza produttiva e parallelamente la miseria; cresce la necessità dell'investimento in capitali per la produzione e diminuiscono i profitti; le catene anguste della proprietà soffocano lo sviluppo, mentre aumentano le speculazioni e il parassitismo del
capitale finanziario. Le crisi del capitalismo sono crisi di sovrapproduzione relativa; relativa perché mentre cresce la quantità di beni prodotti, diminuisce la domanda di lavoratori, i quali vedono ridursi il salario reale, ed aumentare le tasse dirette ed indirette, il costo della vita, per la casa, la salute. ecc. Il "tappo" della proprietà borghese tende a saltare, il comunismo "dissolverebbe" queste proprietà accumulate, e per difenderle, per conservarne il valore, per garantire i
profitti, i capitalisti incrementano le spese improduttive (specie quelle militari), ostacolano lo sviluppo delle forze produttive specialmente umane, provocano guerre per rilanciare il ciclo produttivo. Mai come oggi, con lo sviluppo dei mezzi di comunicazione e informazione la demagogia sulla libertà è stata assordante; e mai come ora la libertà è stata nelle poche mani delle oligarchie mondiali. Il dominio del capitale monopolistico finanziario internazionale è planetario, ed è la base economica dell'attuale imperialismo. Le "multinazionali" cercano di determinare tutti gli aspetti della nostra vita grazie alla
concentrazione della produzione e dei capitali, alla fusione fra il capitale industriale e quello bancario, al controllo delle fonti di materie prime, alla totale fusione fra alta finanza e Stato, ai prezzi di monopolio, grazie alla dittatura finanziaria che strangola i popoli del mondo. Il potere delle "multinazionali" e dei loro strumenti come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale impone una divisione del lavoro su scala planetaria, l'egemonia delle monete forti, i modelli di "sviluppo" e quelli di "consumo", pianifica (entro certi limiti) i tassi di sfruttamento e dei profitti, accentra e restringe le sedi della ricerca scientifica, impone determinate tecnologie, privilegia lo sviluppo nei settori militari e in quelli più remunerativi, senza alcun riguardo alla vita stessa sulla Terra.
Il cosmopolitismo delle "multinazionali" annichilisce le culture nazionali, tende ad imporre modelli, concezioni e persino psicologie miranti a rendere gli individui non solo carne da cannone, ma robot.
Ed ancora una volta ci possiamo chiedere: questo stato di cose resterà così? Muteranno le forme ma la sostanza resterà la stessa? L'umanità è riuscita a volare, ad andare sulla Luna, a debellare terribili malattie, a comunicare per video in tempo reale, a dominare l'energia nucleare, potrà liberare il lavoro dallo sfruttamento? potrà sviluppare pienamente le sue colossali forze produttive dando a tutti benessere e cultura? Questo Manuale scientifico dimostra, senza nulla concedere alle utopie, ai sogni, perché
oggi l'umanità proletaria può vincere la sua battaglia più importante. È per lo meno curioso che questa opera di economia politica, la più famosa, se così possiamo dire, dopo i classici del marxismo-leninismo, non sia mai stata tradotta dal Partito Comunista Italiano o da qualche casa editrice, eppure come il lettore può constatare, non esiste in Italia un trattato di così eccezionale valore, in grado di dare a chiunque una coscienza scientifica e totale del mondo in cui viviamo. Non è difficile capire che dare ai lavoratori e agli intellettuali un arma come questa significa creare una forza ideale prorompente, significa illuminare la via alle grandi masse, dare a loro la convinzione scientifica, la certezza, sul loro futuro.
La sinistra ufficiale ha prodotto molte opere di filosofia e di storia - spesso discutibili - ma quasi nulla sul terreno dell'economia politica marxista, proprio in quel campo dove è più importante capire il sistema capitalista, e dove è più difficile "truccare le carte". Questo Manuale riassumendo il pensiero degli autori classici rivoluzionari espone le cause del declino storico dell'imperialismo capitalista: lo sviluppo ineguale delle economie delle diverse potenze, la fine del ruolo propulsivo dell'economia fondata sul capitale morto e sul profitto, la lotta per i mercati, la sottoproduzione e la disoccupazione. Per questo V. I. Lenin concludeva che l'imperialismo è la fase suprema ed ultima del capitalismo.
Non sono mancati, anzi, i tentativi degli economisti della borghesia di confutare le teorie rivoluzionarie marxiste-leniniste, ma sono finiti tutti in una bolla di sapone, per cui si è preferito ignorare il marxismo. Da tempo la borghesia non è più una classe sociale rivoluzionaria e la sua economia politica si è fermata ai suoi autori classici: Adam Smith (1723-1790) e David Ricardo (1772-1823). Oggi impera l'economia politica volgare, la quale non si preoccupa di studiare la fisiologia del sistema, ma abbandonandosi al più bieco soggettivismo, si limita all'analisi dei fenomeni della circolazione delle merci, alla dinamica della domanda e della offerta; questa economia volgare cerca di spiegare i prezzi delle merci con la teoria delle spese di produzione, ignorando o sottacendo la Legge del valore, spiegando i prezzi con i prezzi di altre merci: i prezzi si spiegano perciò con i prezzi, così quindi non si spiega nulla. L'economia politica volgare nega il valore di scambio che pone a confronto merci qualitativamente diverse in base al tempo di lavoro necessario per produrle, e sostiene che lo scambio avviene in base al loro valore d'uso, sulla base del valore soggettivo che viene dato dall'acquirente. Due sono state le scuole di pensiero anticomuniste attorno a cui si è fatto più clamore, anche perché si presentavano come le più "serie" confutazioni della scienza marxista.
La scuola austriaca fondata sulla teoria "dell'utilità marginale", la quale partendo dalla concezione soggettivista secondo cui - come si è detto - il valore di una merce non è determinato dalla quantità di forza-lavoro in essa contenuta, ma dall'utilità che gli attribuisce il compratore, sviluppava questa teoria sostenendo che il valore dipendeva dall'apprezzamento soggettivo dell'utilità di una unità di merce che soddisfa uno dei bisogni meno essenziali dell'uomo; questa teoria dimenticava che non solo il criterio di
utilità cambia da individuo a individuo, ma che, comunque sia valutata soggettivamente
l'utilità di una data merce, essa conserva il suo valore determinato dal tempo di lavoro. La scuola austriaca ha tentato perciò di confutare la teoria marxista del plusvalore con quella risibile della produttività del capitale morto. La seconda scuola di pensiero prende il nome dall'economista J. M. Keynes (1883-
1946), essa, prodotto dell'epoca delle grandi crisi legate all'imperialismo, ha sostenuto il ruolo fondamentale dello Stato per attutire le tensioni sociali, che secondo Keynes non sono dovute alla natura del capitalismo, ma alla mancanza di una regolamentazione. Keynes sosteneva ad esempio che la tendenza al non consumo era dovuta alla propensione al risparmio delle masse, che lo Stato doveva intervenire, per assicurare la redditività dei capitali, abbassando il salario reale attraverso l'inflazione (eccessiva
emissione di carta moneta), l'abbassamento dei tassi di interesse e l'incremento delle spese improduttive.
Tutte queste soluzioni keynesiane non hanno fatto altro che posticipare le scadenze: il risultato, nel lungo periodo, è stato l'abbassamento del livello di vita della classe operaia, la crisi dei mercati, la creazione di masse enormi e fluttuanti di carta moneta e l'aumento della disoccupazione. A seconda delle necessità questa politica dell'intervento statale è stata mascherata dalla
politica liberista, cioè dal libero gioco selvaggio delle leggi anarchiche del capitalismo; la quale altro non è che un tentativo di salvare i profitti, con gli effetti sociali che tutti conosciamo.
Comunque, il tentativo più "argomentato" di confutazione del marxismo è stato quello che partendo dall'ovvia differenza tra valore di una merce e suo prezzo sul mercato, cercava di negare la teoria del valore e quella del plusvalore. Questo Manuale con chiarezza spiega come il plusvalore viene distribuito fra le classi possidenti e come i prezzi servano da volano del valore, nel quadro della lotta fra i diversi capitali e i differenti tassi di sviluppo nei diversi settori produttivi e all'interno stesso di ognuno di essi.
Nel secondo volume di questo Manuale proseguiremo questa prefazione con un analisi puntuale delle cause della momentanea sconfitta del socialismo, entrando nello specifico dell'economia politica del socialismo: il ruolo della Legge del valore, del mercato, del denaro, ecc. I compiti della dittatura del proletariato nella pianificazione economica, nella distribuzione, negli scambi e nella gestione. Fin da ora possiamo dire che per i comunisti non sono una sorpresa questi flussi e riflussi del processo storico che porterà al comunismo l'umanità proletaria; anche la borghesia ha impiegato secoli per affermare il suo dominio mondiale. Questo non vuole significare necessariamente che le diverse rivoluzioni socialiste siano destinate alla momentanea sconfitta. Qui subentrano problemi di ordine politico.
Un dato è certo, con la Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre si è aperta l'era della rivoluzione proletaria, in tutto il mondo. Come ha indicato lo scomparso eminente marxista-leninista Enver Hoxha, la rivoluzione è una questione posta e che va risolta. Il proletariato mondiale, divenuto oggi un esercito di centinaia di milioni, e i popoli oppressi, sono gli artefici, con le loro lotte, del divenire della Storia. In meno di un secolo essi hanno abbattuto imperi feudali, il vecchio colonialismo, fermato le belve nazi-fasciste. Certamente occorreranno nuove e difficili lotte, nuovi sacrifici ed eroismi, ma è evidente che il rapporto delle forze è a favore delle classi subalterne, mentre l'imperialismo si
dissangua in tutto il mondo per soffocare le lotte sempre più radicali ed estese. Nel corso della pratica rivoluzionaria la scienza marxista-leninista si svilupperà. Per questo
diamo alle stampe questo Manuale, che deve servire come base per la formazione di nuovi combattenti comunisti; come punto di partenza. Certo è che passare da un mondo per secoli fondato sulla proprietà e sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, significa avviare una rivoluzione che attraverso vie inesplorate li quiderà non solo le differenze economiche, ma cambierà il concetto stesso di libertà, di
famiglia, del diritto. Il dominio cosciente di tutta la vita sociale, libererà l'uomo dalla
coercizione, dalla violenza, dall'anarchia, dall'oscurantismo religioso, dal feticismo,
dall'ottuso individualismo, da ogni forma di alienazione. A chi si chiede perché bisogna continuare a lottare, noi rispondiamo che tutti coloro che
non vogliono abdicare alla vita, che la vogliono vivere e non inginocchiarsi e fuggire, non c'è altra via. E - come diceva Karl Marx - se siamo stati sconfitti nella nostra lotta, non ci resta che una cosa da fare: continuare. Ringraziamo, tutti i compagni, che in vario modo hanno contribuito a realizzare questa opera, onerosa da molti punti di vista; senza di loro non sarebbe stata possibile.

Ubaldo Buttafava
Roma, 31 Marzo 1995
 
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view post Posted on 27/5/2022, 10:57
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Grazie Nikos per aver postato questo contributo, quanto mai attuale, del grande compagno Ubaldo.
 
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