Comunismo - Scintilla Rossa

Domande sul materialismo dialettico, Scusate vivamente l'ignoranza

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view post Posted on 18/6/2020, 13:18
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Compagni.
Volevo porvi delle domande sul diamat: premetto che sto iniziando a studaire seriamente il diamat da pochissimo tempo (Cioè qualche notte insonne a leggere vari articoli di stalinismo vegano, qua sul forum e altro).

<<per comodità di esposizione tratterà prima del carattere universale della contraddizione, e poi del suo carattere particolare. Questo perché il carattere universale della contraddizione può essere spiegato con poche parole, essendo ormai riconosciuto da molti, da quando la concezione materialistico-dialettica del mondo è stata scoperta e la dialettica materialistica applicata con grande successo nell’analisi di molti aspetti della storia dell’umanità e della natura e nella trasformazione di molti aspetti della società e della natura (per esempio nell’URSS) dai grandi fondatori e continuatori del marxismo, Marx, Engels, Lenin e Stalin. Il problema del carattere particolare della contraddizione, invece, non è stato ancora compreso da molti compagni, specialmente dai dogmatici>>

Il carattere "universale" della contraddizione si differenzia dal carattere "particolare" semplicemente perché l'analisi non può essere sempre universalistica e ci sono delle caratteristiche "particolari" che caratterizzano un paese o altro? Sennò qual è la differenza?

I due "opposti" possono essere riconosciuti in un modo esatto? Per capire se eventualmente si sta sbagliando, e si stia analizzando una contraddizione che nei fatti non c'è.

Domanda veramente stupida: borghesia e proletariato sono una contraddizione? (Cioè persone che detengono i mezzi di produzione - persone che NON detengono i mezzi di produzione).

Il materialismo dialettico sono le leggi della dialettica applicate alla natura(in chiave materialista), e, contrariamente alle altre concezioni metafisiche del mondo, non isola gli opposti e dice che fra di essi vi è una "relazione". (Spero di aver detto correttamente). Il materialismo dialettico si limita solamente a riconoscere la contraddizione, lasciando lo studio di essa all'intelligenza umana(Ad esempio posso dire che la morte non esisterebbe senza la vita, ma non il contrario), oppure il materialismo dialettico studia anche in grosse linee la contraddizione? Se sì il materialismo dialettico in questo senso può essere sviluppato?

Scusate le domande compagni.
Saluti Marxisti-Leninisti.
 
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view post Posted on 18/6/2020, 16:34
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CITAZIONE
Il carattere "universale" della contraddizione si differenzia dal carattere "particolare" semplicemente perché l'analisi non può essere sempre universalistica e ci sono delle caratteristiche "particolari" che caratterizzano un paese o altro? Sennò qual è la differenza?

La contraddizione universale non è un tipo particolare di contraddizione. Non è - ad esempio - la contraddizione tra i paesi imperialistici contrapposta a contraddizioni particolari interne.

Nulla di tutto questo.
La contraddizione universale è semplicemente il fatto che essa esiste in ogni processo di sviluppo delle cose. Le contraddizioni sono quindi ovunque: è questa onnipresenza delle contraddizioni a costituire il carattere universale della contraddizione.
È universale nel senso di universalmente presente. La contraddizione governa ogni processo di sviluppo: non esiste un momento privo di contraddizioni perché la contraddizione è onnipresente.

Il carattere particolare della contraddizione invece è un'altra cosa. Ovvero: certo la contraddizione è onnipresente in ogni processo, ma non si tratta di una sola contraddizione che governa tutto. Il carattere universale della contraddizione è semplicemente l'onnipresenza di contraddizioni nei processi di sviluppo delle cose, nel loro movimento(che è di per se stesso contraddizione). Si badi bene: contraddizioni al plurale.
Dunque ogni cosa avrà la sua propria contraddizione particolare, ogni movimento della materia ha al suo interno una contraddizione particolare. Altrimenti come spiegare l'esistenza di cose di qualità differente tra loro? Se a definire una cosa è la sua contraddizione, allora le contraddizioni che definiscono le cose(tutte diverse tra loro) dovranno essere contraddizioni diverse, particolari, di qualità particolare.
Scrive Mao sempre in "Sulla contraddizione":

《Ogni forma di movimento contiene in sé la sua propria contraddizione
particolare. Questa contraddizione particolare costituisce la qualità particolare che distingue una cosa dalle altre. In questo consiste la causa interna o, come noi diciamo, la base delle migliaia di caratteri per cui le cose si distinguono l’una dall’altra. In natura vi sono numerose forme di movimento: il movimento meccanico, il suono, la luce, il calore, l’elettricità, la dissociazione, la combinazione, ecc. Tutte queste forme di movimento sono interdipendenti e nello stesso tempo si differenziano qualitativamente l’una dall’altra. La qualità particolare di ogni forma
di movimento è determinata dalla sua particolare contraddizione interna. Questo vale non solo in natura, ma anche nella società e nel pensiero. Ogni forma di società, ogni forma di pensiero ha la sua contraddizione particolare e la sua qualità
particolare.》


CITAZIONE
I due "opposti" possono essere riconosciuti in un modo esatto? Per capire se eventualmente si sta sbagliando, e si stia analizzando una contraddizione che nei fatti non c'è.

Certo. E la natura/qualità particolare di una contraddizione particolare è data(soprattutto) dal rapporto tra i due opposti(aspetti) della contraddizione stessa che sono assolutamente definibili o parleremmo del vuoto.
Scrive sempre Mao nell'opera sopracitata:

《Comprendere i due aspetti
di una contraddizione significa comprendere la posizione specifica che occupa ciascun aspetto, la forma concreta in cui esso è legato da un nesso di interdipendenza all’aspetto opposto e nello stesso tempo lotta contro di esso e i metodi concreti con cui esso lotta contro il suo opposto sia quando i due aspetti sono interdipendenti e nello stesso tempo in contraddizione sia quando il rapporto di interdipendenza si spezza.》


Bisogna comprendere la posizione specifica di ognuno dei due opposti(aspetti) della contraddizione, quale dei due sia "l'aspetto principale" che governa la contraddizione e quale dei due sia "l'aspetto secondario" che va invece dietro la contraddizione principale.
Scrive sempre Mao:

《In un determinato processo o in una determinata fase di sviluppo della contraddizione l’aspetto principale è A e quello secondario B; in un’altra fase di sviluppo o in un altro processo di sviluppo la posizione rispettiva di questi aspetti si capovolge. Il cambiamento avviene in funzione del grado di aumento o di diminuzione della forza con cui ognuno dei due aspetti lotta contro l’altro nel processo di sviluppo della cosa.》

La qualità di una cosa è data soprattutto dall'aspetto principale della contraddizione che la definisce.
Scrive Mao:

《Quando l’aspetto principale della contraddizione, ossia quello che occupa la posizione predominante, subisce una modificazione, muta in conseguenza anche la qualità della cosa.》

E fa un esempio molto concreto:

《Con lo sviluppo delle forze produttive la borghesia da classe nuova che svolgeva una funzione progressiva diventa una classe vecchia, che svolge una funzione reazionaria e infine viene rovesciata dal proletariato e trasformata in una classe che, espropriata dei mezzi di produzione e privata del potere, a sua volta va verso l’estinzione. Il proletariato, che numericamente è molto superiore alla borghesia e si sviluppa contemporaneamente ad essa, ma che si trova sotto il suo dominio, costituisce la forza nuova; da una posizione iniziale di subordinazione alla borghesia, esso diventa via via più forte e diventa una classe autonoma e assume un ruolo dirigente nella storia finché conquista il potere e diventa classe dominante. A quel punto la natura della società cambia da quella della vecchia società capitalista in quella della nuova società socialista.》

Dunque è di massima importanza definire i due aspetti/opposti e capire la loro posizione reciproca(fase dopo fase) per comprendere la qualità stessa della contraddizione.

CITAZIONE
Domanda veramente stupida: borghesia e proletariato sono una contraddizione? (Cioè persone che detengono i mezzi di produzione - persone che NON detengono i mezzi di produzione).

Certamente. Vedi l'esempio di Mao sopra.

CITAZIONE
Il materialismo dialettico si limita solamente a riconoscere la contraddizione, lasciando lo studio di essa all'intelligenza umana(Ad esempio posso dire che la morte non esisterebbe senza la vita, ma non il contrario), oppure il materialismo dialettico studia anche in grosse linee la contraddizione? Se sì il materialismo dialettico in questo senso può essere sviluppato?

Nemmeno la vita esisterebbe senza la morte. Scrive Mao:

《In un organismo la morte delle vecchie cellule è il presupposto indispensabile della produzione di nuove cellule ed è il presupposto indispensabile del processo della vita. I due aspetti contraddittori vita e morte sono compresenti in ogni organismo e anche si trasformano l’uno nell’altro: cellule vive diventano cellule morte e cellule morte si trasformano in cellule vive (le cellule vive sono generate grazie alle cellule morte).》

Il resto della domanda non l'ho ben capita, compagno. Credo che la tua domanda abbia già risposta in ciò che ho scritto sopra(contraddizione come cosa universalmente presente e singole contraddizioni particolari presenti in ogni cosa). E allora sì: il materialismo dialettico non si limita a dire che la contraddizione governa tutto, ma si spinge ad analizzare le singole contraddizioni effettivamente presenti e il loro rapporto reciproco(quale di queste è contraddizione principale e quali sono invece secondarie). Questo è presupposto indispensabile per un'analisi/sintesi realmente scientifica.


Ma ti invito a leggere tutto il testo di Mao("Sulla contraddizione"): QUI puoi trovare il pdf. Credo sia quello più completo perché contiene anche la parti non presenti nella pubblicazione finale.
 
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view post Posted on 19/6/2020, 18:20
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vietcong

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Se non lo hai già letto ti consiglio Materialismo Dialettico e Materialismo Storico del compagno Stalin, una lettura breve e propedeutica.

Un saluto
 
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view post Posted on 20/6/2020, 15:16
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Grazie mille compagni per le risposte e consigli esaustivi :D


CITAZIONE
《Con lo sviluppo delle forze produttive la borghesia da classe nuova che svolgeva una funzione progressiva diventa una classe vecchia, che svolge una funzione reazionaria e infine viene rovesciata dal proletariato e trasformata in una classe che, espropriata dei mezzi di produzione e privata del potere, a sua volta va verso l’estinzione. Il proletariato, che numericamente è molto superiore alla borghesia e si sviluppa contemporaneamente ad essa, ma che si trova sotto il suo dominio, costituisce la forza nuova; da una posizione iniziale di subordinazione alla borghesia, esso diventa via via più forte e diventa una classe autonoma e assume un ruolo dirigente nella storia finché conquista il potere e diventa classe dominante. A quel punto la natura della società cambia da quella della vecchia società capitalista in quella della nuova società socialista.》

Scusa se chiedo troppo: ma potresti dirmi dove vi sono le contraddizioni rappresentate in questo testo e come vengono "superate"?
 
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view post Posted on 20/6/2020, 17:58
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CITAZIONE (Stalinista @ 20/6/2020, 16:16) 
Grazie mille compagni per le risposte e consigli esaustivi :D


CITAZIONE
《Con lo sviluppo delle forze produttive la borghesia da classe nuova che svolgeva una funzione progressiva diventa una classe vecchia, che svolge una funzione reazionaria e infine viene rovesciata dal proletariato e trasformata in una classe che, espropriata dei mezzi di produzione e privata del potere, a sua volta va verso l’estinzione. Il proletariato, che numericamente è molto superiore alla borghesia e si sviluppa contemporaneamente ad essa, ma che si trova sotto il suo dominio, costituisce la forza nuova; da una posizione iniziale di subordinazione alla borghesia, esso diventa via via più forte e diventa una classe autonoma e assume un ruolo dirigente nella storia finché conquista il potere e diventa classe dominante. A quel punto la natura della società cambia da quella della vecchia società capitalista in quella della nuova società socialista.》

Scusa se chiedo troppo: ma potresti dirmi dove vi sono le contraddizioni rappresentate in questo testo e come vengono "superate"?

La contraddizione di cui parla Mao in quel testo è la contraddizione tra la classe borghese e proletaria, e viene risolta con la rivoluzione da parte della classe proletaria che prende il potere(prima detenuto dalla borghesia) ed edifica così la società socialista.
Borghesia e proletariato sono sì opposti, ma la loro esistenza è reciprocamente condizionata(senza borghesia non si forma proletariato e senza proletariato non può esserci borghesia) e in questa loro interdipendenza sta la loro prima "identità".

Ma ad un dato momento l'elemento proletario diventa(acquistando sempre più forza o vedendo diminuita la forza della borghesia) elemento principale, predominante(ruolo prima assunto dalla borghesia) e infine diventa ciò che prima era la borghesia, ovvero classe dominante. Ecco che quindi i due opposti si sono convertiti l'uno nell'altro: la borghesia ora occupa il ruolo di classe dominata prima occupato dal proletariato e il proletariato occupa il ruolo di classe dominante prima occupato dalla borghesia. Questa conversione reciproca degli opposti è la loro seconda "identità".

Scrive Mao sempre in "Sulla contraddizione":

《Riflettete: può uno dei due aspetti contraddittori di una cosa o di un concetto del pensiero umano esistere indipendentemente dall’altro? Senza vita non c’è morte; senza morte non c’è vita.
Senza alto non c’è basso; senza basso non c’è alto. Senza infelicità non esiste felicità; senza felicità non esiste infelicità. Senza il facile non esiste il difficile; senza il difficile non esiste il facile. Senza il proprietario terriero non esiste il fittavolo; senza il fittavolo non esiste il proprietario terriero. Senza borghesia non vi è proletariato; senza proletariato non vi è borghesia. Senza oppressione nazionale imperialista non esisterebbero colonie e semicolonie; senza colonie e semicolonie non esisterebbe oppressione nazionale imperialista. Così accade per tutti gli opposti. In determinate condizioni essi da una parte sono opposti fra loro e dall’altra sono reciprocamente connessi, si compenetrano, si permeano reciprocamente, sono interdipendenti: questo è ciò che si chiama identità. In determinate condizioni a tutti gli aspetti contraddittori è inerente la non-identità e perciò essi si chiamano opposti.
Ma allo stesso tempo fra loro esiste anche identità e per questo sono reciprocamente connessi. Appunto a ciò si riferisce Lenin, laddove afferma che la dialettica studia “come gli opposti possono essere e come essi possono diventare identici”. Come possono esserlo? In ragione del fatto che la loro esistenza è reciprocamente condizionata. Questo è il primo significato dell’identità.
Ma è sufficiente affermare solamente che l’esistenza di entrambi gli aspetti della contraddizione è reciprocamente condizionata, ossia che tra di essi esiste un’identità e pertanto essi coesistono in una sola entità? No, non è sufficiente. La questione non si limita al fatto che i due aspetti della contraddizione condizionano reciprocamente l’esistenza l’uno dell’altro. Ancor più importante è il fatto che gli opposti si convertono l’uno nell’altro. In altre parole, in determinate condizioni ciascuno dei due aspetti contraddittori inerenti a una cosa si trasforma nel suo opposto, passa nella posizione occupata in precedenza dal suo opposto. Questo è il secondo significato dell’identità degli opposti. Perché c’è anche identità? Voi vedete che mediante la rivoluzione il proletariato da classe dominata si trasforma in classe dominante e la borghesia, che aveva fino allora dominato, si trasforma in classe dominata, passa nella posizione occupata in precedenza dal suo opposto. Nell’Unione Sovietica ciò è già avvenuto e così accadrà in tutto il mondo. Io chiedo: come potrebbe verificarsi un simile mutamento, se fra gli opposti non esistesse, in determinate condizioni, un nesso
e un’identità?



Il proletariato - prendendo il potere - si avvia nell'edificazione socialista con l'obiettivo(lentamente acquisito proprio tramite l'edificazione socialista) di una società senza classi. Se borghesia e proletariato esistono in maniera interdipendente, in un certo senso smettono di esistere in maniera connessa e viene così superata la contraddizione antagonista di classe(nella misura in cui le due classi scompaiono).
Scrive Engels nell' "Anti-Duhring":

《Il proletariato si impadronisce del potere dello Stato e anzitutto trasforma i mezzi di produzione in proprietà dello Stato. Ma così sopprime se stesso come proletariato, sopprime ogni differenza di classe e ogni antagonismo di classe.》

Ecco allora il superamento definitivo della contraddizione prolerariato-borghesia: la loro estinzione come classi.

Non devi pensare - compagno - a contraddizioni ideali o giochi di parole. Mi pare che forse tu stia cercando nel testo una specie di contraddizione concettuale. Si parla invece di contraddizioni assolutamente materiali, di interessi di classe contrapposti, di ruoli di classe contrapposti, di rapporti di forza oggettivi etc.
 
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view post Posted on 21/6/2020, 10:17
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compagno

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Scusate, ma "stalinismo vegano" è un errore da T9, una battuta, un modo di dire o che cos'altro.
Grazie
 
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view post Posted on 21/6/2020, 10:43
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CITAZIONE (carre @ 21/6/2020, 11:17) 
Scusate, ma "stalinismo vegano" è un errore da T9, una battuta, un modo di dire o che cos'altro.
Grazie

È un blog :D
 
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view post Posted on 22/6/2020, 11:35
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Grazie mille al compagno Ruhan per le esaustive risposte :D

Saluti leninisti
 
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view post Posted on 22/6/2020, 15:38
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CITAZIONE (Stalinista @ 22/6/2020, 12:35) 
Grazie mille al compagno Ruhan per le esaustive risposte :D

Saluti leninisti

Figurati compagno :)

Quando vuoi siamo qui
 
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view post Posted on 24/6/2020, 09:29
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segnalo, forse può essere utile

www.tazebao.org/sulla-contraddizione/
 
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view post Posted on 20/12/2021, 21:16

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Sto leggendo Sulla contraddizione di Mao e alcune cose proprio non le capisco.

QUOTE (Ruhan @ 18/6/2020, 16:34) 
ogni movimento della materia ha al suo interno una contraddizione particolare

Dove sta la contraddizione in un corpo che viaggia nel vuoto cosmico in moto rettilineo uniforme?

QUOTE
la contraddizione è onnipresente

Dove sta la contraddizione in un corpo in equilibrio? o in un corpo fermo e isolato?

QUOTE
Nello stesso modo Lenin ha spiegato l’universalità della contraddizione:
“Nella matematica + e -. Differenziale e integrale.
Nella meccanica: azione e reazione.
Nella fisica: elettricità positiva e negativa.
Nella chimica: associazione e dissociazione degli atomi.
Nella scienza sociale: lotta di classe”

ma se la contraddizione è onnipresente ed è nel particolare oltre che nell'universale, allora non dovrebbero esserci anche una contraddizione nel "+" e una nel "-"? ossia non dovrebbero esserci contraddizioni all'infinito nell'infinitamente piccolo?
se per esempio diciamo che in un protone, carica positiva, ci sono quark up e down di cariche opposte allora c'è la contraddizione, ma che dire delle particelle elementari? anche in esse c'è la contraddizione e semplicemente non è stata ancora scoperta? dov'è la contraddizione in un bosone di Higgs che ha solo massa e niente carica o spin? e dov'è quella di un fotone (o di un gluone) che ha solo spin e niente massa o carica?
 
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view post Posted on 21/12/2021, 00:25
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CITAZIONE (k7ygd @ 20/12/2021, 21:16) 
Sto leggendo Sulla contraddizione di Mao e alcune cose proprio non le capisco.

CITAZIONE (Ruhan @ 18/6/2020, 16:34) 
ogni movimento della materia ha al suo interno una contraddizione particolare

Dove sta la contraddizione in un corpo che viaggia nel vuoto cosmico in moto rettilineo uniforme?

CITAZIONE
la contraddizione è onnipresente

Dove sta la contraddizione in un corpo in equilibrio? o in un corpo fermo e isolato?

CITAZIONE
Nello stesso modo Lenin ha spiegato l’universalità della contraddizione:
“Nella matematica + e -. Differenziale e integrale.
Nella meccanica: azione e reazione.
Nella fisica: elettricità positiva e negativa.
Nella chimica: associazione e dissociazione degli atomi.
Nella scienza sociale: lotta di classe”

ma se la contraddizione è onnipresente ed è nel particolare oltre che nell'universale, allora non dovrebbero esserci anche una contraddizione nel "+" e una nel "-"? ossia non dovrebbero esserci contraddizioni all'infinito nell'infinitamente piccolo?
se per esempio diciamo che in un protone, carica positiva, ci sono quark up e down di cariche opposte allora c'è la contraddizione, ma che dire delle particelle elementari? anche in esse c'è la contraddizione e semplicemente non è stata ancora scoperta? dov'è la contraddizione in un bosone di Higgs che ha solo massa e niente carica o spin? e dov'è quella di un fotone (o di un gluone) che ha solo spin e niente massa o carica?

La medesima domanda potrebbe farsi nel mondo sociale. Dove sta la contraddizione nel proletariato in sé e per sé? La questione posta dal materialismo dialettico è che il proletariato non sta mai in sé e per sé, ma è intrinsecamente in relazione dialettica e contraddittoria con la borghesia. La relazione contraddittoria non riguarda quindi l'elemento astrattamente considerato(vecchio modo idealista e metafisico di considerare le cose), ma l'elemento inserito nella rete concreta di relazioni con gli altri elementi. La contraddizione riguarda il proletariato nella misura in cui esso è legato alla borghesia e non potrebbe essere da essa slegato poiché sorge dipendentemente dalla borghesia e viceversa la borghesia in relazione al proletariato.

Non conosco sinceramente a sufficienza la fisica teorica sovietica o la matematica sovietica. Cercherò di applicare, lo stesso ragionamento fatto per il proletariato, anche alle domande interessanti da te poste, pur senza volontà di esaurirle non essendo io né un fisico né un matematico.

CITAZIONE (k7ygd @ 20/12/2021, 21:16) 
Dove sta la contraddizione in un corpo che viaggia nel vuoto cosmico in moto rettilineo uniforme?

La contraddizione sta nella relazione dialettica tra lo stato presente(rettilineo uniforme) del corpo e lo stato possibile che potrebbe essere suscitato da un altro corpo che gli si parasse davanti, deviandolo. I due stati sono - per il materialismo dialettico - non isolati e astratti l'uno dall'altro, ma in relazione dialettica reciproca.

La causa esterna suscita semplicemente una deviazione possibile già contenuta tra le possibilità di stato del corpo stesso: un po' il discorso che si fa con il seme e il sasso; l'acqua suscita la pianta nel seme, ma lo stato "pianta" è già contenuto in potenza nel seme, non è l'acqua da sola a generarlo, tanto che se si provasse a versare quella stessa acqua su un sasso, non si otterrebbe nessuna pianta. Dunque la contraddizione tra seme e pianta(stato potenziale interno al seme) è contenuta entro il seme stesso.

Lo stesso avviene con il corpo deviato. Esso può già in potenza deviare dal suo corso presente; l'altro corpo(mettiamo un meteorite vagante) semplicemente permette a questo stato potenziale("contenuto" tra le potenzialità del corpo) di divenire attuale. Se quel corpo non avesse - per assurdo - nessuna potenziale deviazione come stato possibile(in contraddizione con quello presente), allora a nulla servirebbe fargli incontrare corpi devianti.

CITAZIONE (k7ygd @ 20/12/2021, 21:16) 
Dove sta la contraddizione in un corpo in equilibrio? o in un corpo fermo e isolato?

Stesso discorso qui. La contraddizione "sta" tra lo stato di equilibrio o lo stato di quiete, e stati differenti da essi contenuti già potenza "nel" corpo in questione(o meglio, tra le sue potenzialità).

Per il materialismo dialettico gli stati fisici non sono astraibili l'uno dall'altro come di norma fa la vecchia meccanica(classica o quantistica che sia) basata sull'assiomatica galileiana e newtoniana(ad oggi ancora utilizzata), ma sono in relazione di co-appartenenza contraddittoria reciproca. Uno stato contraddirebbe un altro stato e viceversa, e tale tensione contraddittoria è eliminabile solo per astrazione. Tramite accumuli di variazioni quantitative, infine avviene il salto qualitativo da uno stato ad un altro.

CITAZIONE (k7ygd @ 20/12/2021, 21:16) 
ma se la contraddizione è onnipresente ed è nel particolare oltre che nell'universale, allora non dovrebbero esserci anche una contraddizione nel "+" e una nel "-"?

Tra il "+" e il "-", in quanto in necessaria correlazione dialettica.


CITAZIONE (k7ygd @ 20/12/2021, 21:16) 
ossia non dovrebbero esserci contraddizioni all'infinito nell'infinitamente piccolo?

Certo. Ma prestando attenzione al fatto già messo in luce da Lenin: la discesa verso gli elementi "fondamentali" è sostanzialmente infinita. Quello che sembra l'elemento fondamentale e minimo verrà in futuro(come accaduto anche per l'atomo) diviso in elementi "minimi" ulteriori.

CITAZIONE (k7ygd @ 20/12/2021, 21:16) 
ma che dire delle particelle elementari? anche in esse c'è la contraddizione e semplicemente non è stata ancora scoperta? dov'è la contraddizione in un bosone di Higgs che ha solo massa e niente carica o spin? e dov'è quella di un fotone (o di un gluone) che ha solo spin e niente massa o carica?

Questa credo sia la domanda maggiormente interessante. E qui posso davvero solo ipotizzare in punta di piedi. Ipotizzo che la contraddizione "nel" bosone stia tra il suo conferire massa e il suo non conferirla, ovvero tra due stati funzionali.

Nel fotone, invece, forse nel suo dualismo onda e particella? Ipotizzo. O meglio, tra quelle ipotetiche proprietà contraddittore che determinano tale dualismo nel comportamento(osservato) del fotone e che a sua volta determina tale dualismo teorico. Ripeto, è una semplice ipotesi senza davvero nessuna pretesa.




Per quanto riguarda la scienza sovietica, ricordo che in passato si era parlato delle opere dello studioso Loren Graham. Sarebbe un buon punto da cui partire.

Edited by Ruhan - 21/12/2021, 00:54
 
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view post Posted on 21/12/2021, 07:42

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QUOTE (Ruhan @ 21/12/2021, 00:25) 
Dove sta la contraddizione nel proletariato in sé e per sé?

Non dovrebbero essere le "contraddizioni in seno al popolo"? Più materialmente per esempio la contraddizione tra lavoratore intellettuale e manuale.

QUOTE
La contraddizione riguarda il proletariato nella misura in cui esso è legato alla borghesia e non potrebbe essere da essa slegato poiché sorge dipendentemente dalla borghesia e viceversa la borghesia in relazione al proletariato.

Tale contraddizione prima o poi si risolve e nel comunismo entrambi "gli stati" si estinguono in un nuovo "stato a riposo", in un superamento che porta alla società senza classi.
Ha senso parlare di risoluzione delle contraddizioni e di stati a riposo?

QUOTE
La relazione contraddittoria non riguarda quindi l'elemento astrattamente considerato(vecchio modo idealista e metafisico di considerare le cose), ma l'elemento inserito nella rete concreta di relazioni con gli altri elementi.

Da dove sorge allora la necessità di parlare di "automovimento interno" o di "contraddizione particolare" se questi elementi sono contraddittori puramente in potenza, da attuarsi nelle interazioni con l'esterno, con altri stati?
A me sembra che se si comincia a parlare di differenza tra contraddizione "in relazione", "in potenza e in atto", allora essa c'è e non c'è, o meglio c'è quando ci fa comodo che ci sia, in barba al rasoio di Occam.

Dice Mao:
la dialettica materialistica ha combattuto energicamente la teoria metafisica della causa esterna o dell’impulso esterno, propria del materialismo meccanicistico e dell’evoluzionismo volgare. È chiaro che le cause puramente esterne sono capaci soltanto di provocare il movimento meccanico delle cose, cioè di modificare il volume e la quantità, ma non possono spiegare perché le cose sono qualitativamente diverse in infiniti modi e perché le cose si trasformano l’una nell’altra.

è tutto qui il punto?

QUOTE
La contraddizione sta nella relazione dialettica tra lo stato presente(rettilineo uniforme) del corpo e lo stato possibile che potrebbe essere suscitato da un altro corpo che gli si parasse davanti, deviandolo. I due stati sono - per il materialismo dialettico - non isolati e astratti l'uno dall'altro, ma in relazione dialettica reciproca.[...] La causa esterna suscita semplicemente una deviazione possibile già contenuta tra le possibilità di stato del corpo stesso: un po' il discorso che si fa con il seme e il sasso; l'acqua suscita la pianta nel seme, ma lo stato "pianta" è già contenuto in potenza nel seme, non è l'acqua da sola a generarlo, tanto che se si provasse a versare quella stessa acqua su un sasso, non si otterrebbe nessuna pianta. Dunque la contraddizione tra seme e pianta(stato potenziale interno al seme) è contenuta entro il seme stesso.
Lo stesso avviene con il corpo deviato. Esso può già in potenza deviare dal suo corso presente; l'altro corpo(mettiamo un meteorite vagante) semplicemente permette a questo stato potenziale("contenuto" tra le potenzialità del corpo) di divenire attuale. Se quel corpo non avesse - per assurdo - nessuna potenziale deviazione come stato possibile(in contraddizione con quello presente), allora a nulla servirebbe fargli incontrare corpi devianti.[...] Stesso discorso qui. La contraddizione "sta" tra lo stato di equilibrio o lo stato di quiete, e stati differenti da essi contenuti già potenza "nel" corpo in questione(o meglio, tra le sue potenzialità).

In queste risposte pare che la contraddizione negli esempi presi sia solo in potenza, allora quando si dice che la contraddizione è universale, è onnipresente, si intende che non lo è solo in atto ma anche in potenza? Esisterebbero dunque moltissimi "stati a riposo" in cui certe contraddizioni sono temporaneamente risolte?
Altrimenti se la contraddizione è sempre in atto, dove sono le contraddizioni in atto di un corpo in equilibrio, immobile o in moto rettilineo uniforme? In un corpo dove non sono presenti forze e momenti esterni (e dunque la somma di essi è zero), o la contraddizione è temporaneamente risolta e rimane solo potenziale per cause esterne, oppure va cercata in qualcos'altro tipo nella struttura della materia del corpo stesso. Si direbbe allora che certe contraddizioni in atto spariscono momentaneamente e tornano in potenza ma da qui nascerebbe una nuova domanda e cioè: esistono oggetti dove la contraddizione è esclusivamente in potenza (una stringa?) ed altri dove è esclusivamente in atto (Dio?) :D

Forse il mio errore è questo: io penso alla contraddizione come una eterna e ubiquitaria lotta in atto fra opposti. Se essa è onnipresente allora deve essere una lotta continua eterna in ogni cosa, non c'è mai uno stato di riposo né una seppur temporanea risoluzione, semplicemente si trasformerebbe in qualcos'altro ogniqualvolta un opposto vince sull'altro, da qui i miei dubbi sulla "potenzialità della contraddizione" che si attuerebbe solo quando intervengono cause esterne.
L'unica soluzione che mi viene in mente è che ogni particolare presenti una pluralità di contraddizioni che aumentano e diminuiscono, mutano, nascono, muoiono, non sono mai sempre le stesse, non sono mai una soltanto, vanno solo individuate e comprese.

Sempre Mao:
I processi cambiano, i vecchi processi e le vecchie contraddizioni spariscono, sorgono nuovi processi e nuove contraddizioni


QUOTE
Tra il "+" e il "-", in quanto in necessaria correlazione dialettica.

Questo è chiaro, però:
QUOTE
la discesa verso gli elementi "fondamentali" è sostanzialmente infinita. Quello che sembra l'elemento fondamentale e minimo verrà in futuro(come accaduto anche per l'atomo) diviso in elementi "minimi" ulteriori.

se vogliamo scendere in profondità dobbiamo cercare la contraddizione all'interno del "-" indipendentemente dal "+", oppure ci è impossibile perché:
QUOTE
Per il materialismo dialettico gli stati fisici non sono astraibili l'uno dall'altro come di norma fa la vecchia meccanica(classica o quantistica che sia) basata sull'assiomatica galileiana e newtoniana(ad oggi ancora utilizzata), ma sono in relazione di co-appartenenza contraddittoria reciproca. Uno stato contraddirebbe un altro stato e viceversa, e tale tensione contraddittoria è eliminabile solo per astrazione. Tramite accumuli di variazioni quantitative, infine avviene il salto qualitativo da uno stato ad un altro.

Eppure nel protone è stato possibile isolare questo "+" dal "-" (il protone dall'elettrone) e trovare che entro di esso c'erano altri "+" e -" (quark up e down).
Se tuttavia prendiamo l'elettrone, seppur oggi sia considerato come particella elementare, la dialettica ci dice (credo) che in esso, nel particolare, al di là delle potenziali contraddizioni con cause esterne, c'è contraddizione e che va individuata, non che c'è solo in relazione al protone (l'esterno) e dunque non è necessario "scavare ulteriormente".

QUOTE
Ipotizzo che la contraddizione "nel" bosone stia tra il suo conferire massa e il suo non conferirla, ovvero tra due stati funzionali.

Plausibile ma neanche io sono un fisico.

QUOTE
Nel fotone, invece, forse nel suo dualismo onda e particella? Ipotizzo. O meglio, tra quelle ipotetiche proprietà contraddittore che determinano tale dualismo nel comportamento(osservato) del fotone e che a sua volta determina tale dualismo teorico.

Da quel che so questa contraddizione è in tutte le particelle:

Il comportamento quantistico degli oggetti atomici (elettroni, protoni, neutroni e così via) è lo stesso per tutti, sono tutti "onde-particelle", o qualunque altro nome vi piaccia dar loro.
- Feynman

Tuttavia mi chiedo se abbia senso considerarla una contraddizione della materia (dell'oggetto) e non una contraddizione su come la osserviamo (rapporto soggetto-oggetto), ha senso per il diamat porsi questa domanda oppure l'oggetto sarà sempre in realtà l'osservato in quanto non potrà mai staccarsi (idealisticamente) dal soggetto?

Sempre Feynman:
Una volta si pensava che l'elettrone si comportasse come una particella e si scoprì poi che, sotto molto aspetti, si comporta come un'onda. Cosicché in realtà non si comporta in nessuno dei due modi. Ora abbiamo lasciato perdere. Diciamo: "non è né l'una né l'altra cosa". Fortunatamente c'è uno spiraglio: gli elettroni si comportano esattamente come la luce.

"Feynman e la dialettica della natura" :woot:

Edited by k7ygd - 21/12/2021, 11:43
 
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CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
Non dovrebbero essere le "contraddizioni in seno al popolo"? Più materialmente per esempio la contraddizione tra lavoratore intellettuale e manuale.

No. Nemmeno la contraddizione tra lavoro intellettuale e manuale riguarda il proletariato in sé e per sé; riguarda il proletariato in quanto classe e quindi in quanto classe dialetticamente in rapporto alla classe borghese. Non si può nemmeno in quel caso considerare il proletariato come una classe isolata a sé: 1) perché questa è sempre in relazione con la borghesia e le due classi spariscono assieme così come sono sorte assieme; mai il proletariato è in sé e per sé 2) perché la contraddizione tra lavoro manuale ed intellettuale è intessuta - addirittura anche "post"-rivoluzione - di quegli elementi che il socialismo eredita dal vecchio modo di produzione da cui transita, e dunque anche dalla sua necessaria configurazione di classe(= non riguarda mai il proletariato preso in sé e per sé).

In ogni caso il discorso lì non era "quale contraddizione sottostante vi sia entro il proletariato stesso", ma se il proletariato possa o meno essere preso astrattamente così come fa l'assiomatica scientifica con gli stati fisici o il "+" e il "-". Il punto è che anche la contraddizione tra il proletariato e la borghesia definisce intrinsecamente il proletariato, sta "nel" proletariato, ovvero esso è definito qualitativamente dal rapporto contraddittorio con il suo opposto(tanto che sorge con esso e perisce con esso).

La contraddizione non riguarda mai un elemento isolato, ma un elemento entro la relazione con altri elementi. Lì ho portato l'esempio classico della contraddizione tra borghesia e proletariato, che non riguarda il proletariato considerato astrattamente(visione metafisica), ma il proletariato considerato nella sua relazione concreta dialettica con la borghesia, la stessa da cui è concretamente sorto. Il medesimo discorso lo si potrebbe fare anche con la contraddizione tra lavoratore manuale ed intellettuale. Sempre e solo di contraddizioni tra elementi necessariamente in relazione dialettica. Mai isolati, mai astratti l'uno dall'altro.

CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
Tale contraddizione prima o poi si risolve e nel comunismo entrambi "gli stati" si estinguono in un nuovo "stato a riposo", in un superamento che porta alla società senza classi.
Ha senso parlare di risoluzione delle contraddizioni e di stati a riposo?

Certo, come avevo scritto anche nei miei interventi passati in questa discussione, le due classi sorgono assieme e spariscono assieme. Sono dialetticamente legate. Tuttavia non è che la contraddizione si risolva prima o poi, ma solo attraverso lo scontro dialettico e la vittoria di un elemento(e solo di quell'elemento; la vittoria della borghesia non produrrebbe lo stesso effetto) sull'altro.

Non direi però che la società senza classi sia uno stato di riposo. Piuttosto uno stato nel quale le contraddizioni saranno altre e non più quella di classe.

CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
Da dove sorge allora la necessità di parlare di "automovimento interno" o di "contraddizione particolare" se questi elementi sono contraddittori puramente in potenza, da attuarsi nelle interazioni con l'esterno, con altri stati?
A me sembra che se si comincia a parlare di differenza tra contraddizione "in relazione", "in potenza e in atto", allora essa c'è e non c'è, o meglio c'è quando ci fa comodo che ci sia, in barba al rasoio di Occam.

CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
In queste risposte pare che la contraddizione negli esempi presi sia solo in potenza, allora quando si dice che la contraddizione è universale, è onnipresente, si intende che non lo è solo in atto ma anche in potenza?

In primo luogo non è esattamente così. Probabilmente non mi sono spiegato a dovere su questo nodo delicato. È vero che lo stato contraddittorio è in "potenza"(non è attuale), ma la contraddizione con lo stato presente non è solo potenziale. Per l'attuale fisica teorica borghese lo potrebbe essere forse in una situazione ideale di vuoto assoluto(e nemmeno in quel caso, perché anche il rischio 0 è pur sempre un "rischio"; la contraddizione esiste ed è attuale pure se non acuta), ma non nella realtà concreta. In essa esiste costantemente un rischio - probabilisticamente calcolabile se parliamo di corpi - che lo stato attuale venga sostituito da quello potenziale. E tale rischio aumenta ad ogni nuovo accumulo quantitativo di sollecitazioni, fino al salto qualitativo. Questo per il diamat significa che la contraddizione è assolutamente attuale esattamente come le probabilità di rischio esistono pure prima che il rischio si palesi. Non so se rendo l'idea.

Quella di considerare la contraddizione come attuale solo a frittata fatta, di pensare che l'uovo non contenga in sé già la contraddizione tra il suo essere uovo e l'essere cotto(faccio un esempio ridicolo), è un punto di vista metafisico.

Perché questa sistemazione? chiedi. E hai ragione a chiederlo. La necessità di tale sistemazione sorge dal fatto che senza parlare di contraddizioni interne alla "cosa" - secondo il materialismo dialettico - non si spiega per quale motivo le cose siano qualitativamente diverse, per quale motivo una cosa diventi X se sollecitata da Y e non diventi invece Z. Per distinguere qualitativamente il seme dalla pietra o il capitalismo dal modo di produzione schiavistico antico o da quello feudale.


Il vecchio punto di vista metafisico(di cui Occam è un esempio in questo frangente) considerava lo stato potenziale e quello attuale isolatamente. Il diamat si limita a ricucire il rapporto contraddittorio(attuale) tra essi.
CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
Dice Mao:
la dialettica materialistica ha combattuto energicamente la teoria metafisica della causa esterna o dell’impulso esterno, propria del materialismo meccanicistico e dell’evoluzionismo volgare. È chiaro che le cause puramente esterne sono capaci soltanto di provocare il movimento meccanico delle cose, cioè di modificare il volume e la quantità, ma non possono spiegare perché le cose sono qualitativamente diverse in infiniti modi e perché le cose si trasformano l’una nell’altra.

è tutto qui il punto?

Esattamente.


CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
Esisterebbero dunque moltissimi "stati a riposo" in cui certe contraddizioni sono temporaneamente risolte?

Lo stato di equilibrio tra i due poli è solo temporaneo(come avrai letto anche dal testo di Mao); non dura a lungo ed è sempre messo a rischio. Ma anche in quel caso la contraddizione rimane attuale. Semplicemente un tipo di contraddizione meno acuta, ma c'è. La contraddizione permane lungo tutto il processo(ovvero l'esistenza della "cosa").

CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
Altrimenti se la contraddizione è sempre in atto, dove sono le contraddizioni in atto di un corpo in equilibrio, immobile o in moto rettilineo uniforme? In un corpo dove non sono presenti forze e momenti esterni (e dunque la somma di essi è zero), o la contraddizione è temporaneamente risolta e rimane solo potenziale per cause esterne, oppure va cercata in qualcos'altro tipo nella struttura della materia del corpo stesso.

La contraddizione in atto è tra uno stato presente e uno possibile. Tutto qua. Tale contraddizione esiste anche in una condizione "ideale" nella quale il rischio di deviazione sia uguale a zero. Semplicemente è meno acuta di una situazione nella quale il rischio sia uguale ad "1".

CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
Si direbbe allora che certe contraddizioni in atto spariscono momentaneamente e tornano in potenza ma da qui nascerebbe una nuova domanda e cioè: esistono oggetti dove la contraddizione è esclusivamente in potenza (una stringa?) ed altri dove è esclusivamente in atto (Dio?) :D

Sono tutte in atto lungo tutto il processo. Non spariscono mai se non quando il processo(che è qualitativamente definito dalla particolare contraddizione che lo anima) si esaurisce.

CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
Forse il mio errore è questo: io penso alla contraddizione come una eterna e ubiquitaria lotta in atto fra opposti. Se essa è onnipresente allora deve essere una lotta continua eterna in ogni cosa, non c'è mai uno stato di riposo né una seppur temporanea risoluzione, semplicemente si trasformerebbe in qualcos'altro ogniqualvolta un opposto vince sull'altro, da qui i miei dubbi sulla "potenzialità della contraddizione" che si attuerebbe solo quando intervengono cause esterne.

Mi pare che quello che qui scrivi sia corretto, anziché essere un errore.

Quello che mi pare essere il tuo errore è l'identificazione dell'attualità della contraddizione con la sua sola fase più acuta e maggiormente visibile.


CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
L'unica soluzione che mi viene in mente è che ogni particolare presenti una pluralità di contraddizioni che aumentano e diminuiscono, mutano, nascono, muoiono, non sono mai sempre le stesse, non sono mai una soltanto, vanno solo individuate e comprese.

Sempre Mao:
I processi cambiano, i vecchi processi e le vecchie contraddizioni spariscono, sorgono nuovi processi e nuove contraddizioni

È così infatti. Ma quando analizziamo una singola contraddizione, ci concentriamo su di essa prima di tutto e la colleghiamo alle altre sottostanti o soprastanti, avendola definita nel particolare e purtuttavia questa contraddizione particolare è definita pure da quelle soprastanti. È un movimento dialettico anche quello della sistemazione teorica.

Le varie contraddizioni definiscono la qualità dell'intero processo, ovvero della cosa. È ovvio che poi per semplificazione ci si concentri solo su una contraddizione alla volta, specie quando si fa divulgazione.


CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
se vogliamo scendere in profondità dobbiamo cercare la contraddizione all'interno del "-" indipendentemente dal "+", oppure ci è impossibile perché:

Probabilmente esiste. Non sono un matematico.

Il punto è che anche la contraddizione tra il "-" e il "+" definisce intrinsecamente il "-", esattamente come quella tra proletariato e borghesia definisce intrinsecamente il proletariato.
Tale contraddizione esiste "dentro" lo stesso "-" in quanto elemento non scindibile dal "+", definito(dipendente da) tale contraddizione.

CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
Eppure nel protone è stato possibile isolare questo "+" dal "-" (il protone dall'elettrone) e trovare che entro di esso c'erano altri "+" e -" (quark up e down).

Tale isolamento è solo teorico; non si considera più teoricamente quel tipo di rapporto per trovarne altri sottostanti; nella realtà il "+" e il "-" non sono mai isolati. Semplicemente quegli altri "+" e "-" in relazione dialettica stanno in un elemento "più grande" che a sua volta è in relazione dialettica con un "-" "più grande".

Il rapporto dialettico tra elettrone e protone non sparisce; semplicemente si trova che lo stesso protone ha delle contraddizioni sottostanti.
Non sono un fisico, ma penso che la scienza sovietica avrebbe considerato tali contraddizioni sottostanti come in rapporto alla contraddizione soprastante(tra protone ed elettrone), essendo l'elettrone qualitativamente definito(e così anche le sue contraddizioni sottostanti) da essa. Chiaro. Questo punto di vista non è quello della fisica teorica borghese, basata sulla vecchia assiomatica classica.

CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
Se tuttavia prendiamo l'elettrone, seppur oggi sia considerato come particella elementare, la dialettica ci dice (credo) che in esso, nel particolare, al di là delle potenziali contraddizioni con cause esterne, c'è contraddizione e che va individuata, non che c'è solo in relazione al protone (l'esterno) e dunque non è necessario "scavare ulteriormente".

Nessuno dice di non scavare. Il punto è che la stessa contraddizione con l'altro elemento definisce l'elemento stesso. Gli opposti si definiscono l'un l'altro attraverso il loro rapporto dialettico. La contraddizione non è mai semplicemente esterna.


CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
Da quel che so questa contraddizione è in tutte le particelle:

Il comportamento quantistico degli oggetti atomici (elettroni, protoni, neutroni e così via) è lo stesso per tutti, sono tutti "onde-particelle", o qualunque altro nome vi piaccia dar loro.
- Feynman

Certo. Ma chiaramente la contraddizione onda-particella dei fotoni è la contraddizione onda-particella dei fotoni e non quella dei protoni, pur essendo a livello superficiale simili o uguali tra loro. A meno di pensare che tale dualismo sia come un'idea platonica unica sotto il cui ombrello sono poste tutte le particelle. Non so se mi spiego.

CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
Tuttavia mi chiedo se abbia senso considerarla una contraddizione della materia (dell'oggetto) e non una contraddizione su come la osserviamo (rapporto soggetto-oggetto), ha senso per il diamat porsi questa domanda oppure l'oggetto sarà sempre in realtà l'osservato in quanto non potrà mai staccarsi (idealisticamente) dal soggetto?

Ha senso. Può darsi che sia solo un errore di osservazione dettato dai pochi strumenti teorici attuali. Nondimeno una volta che saremo in grado di individuare le reali proprietà del fotone o di altre particelle, scoveremo in esse contraddizioni "sottostanti", o addirittura che riguardano la particella X con quella Y.

CITAZIONE (k7ygd @ 21/12/2021, 07:42) 
"Feynman e la dialettica della natura" :woot:

:D esatto; un probabile errore di osservazione, ma di cui per ora è meglio non occuparsi.



Spero di aver chiarito meglio la questione diamat.


Edit: ho corretto una parte perché non si capiva che mi stessi riferendo al punto di vista "metafisico" della fisica teorica attuale.

Edited by Ruhan - 21/12/2021, 13:32
 
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QUOTE (Ruhan @ 21/12/2021, 13:11) 
No. Nemmeno la contraddizione tra lavoro intellettuale e manuale riguarda il proletariato in sé e per sé; riguarda il proletariato in quanto classe e quindi in quanto classe dialetticamente in rapporto alla classe borghese. Non si può nemmeno in quel caso considerare il proletariato come una classe isolata a sé: 1) perché questa è sempre in relazione con la borghesia e le due classi spariscono assieme così come sono sorte assieme; mai il proletariato è in sé e per sé 2) perché la contraddizione tra lavoro manuale ed intellettuale è intessuta - addirittura anche "post"-rivoluzione - di quegli elementi che il socialismo eredita dal vecchio modo di produzione da cui transita, e dunque anche dalla sua necessaria configurazione di classe(= non riguarda mai il proletariato preso in sé e per sé).

In ogni caso il discorso lì non era "quale contraddizione sottostante vi sia entro il proletariato stesso", ma se il proletariato possa o meno essere preso astrattamente così come fa l'assiomatica scientifica con gli stati fisici o il "+" e il "-". Il punto è che anche la contraddizione tra il proletariato e la borghesia definisce intrinsecamente il proletariato, sta "nel" proletariato, ovvero esso è definito qualitativamente dal rapporto contraddittorio con il suo opposto(tanto che sorge con esso e perisce con esso).

Hai ragione scusa ho scritto una scemenza, me ne sono accorto e poi non ho avuto il tempo di correggere. Ad ogni modo meglio che tu l'abbia spiegata per chi ci legge.


QUOTE
La contraddizione non riguarda mai un elemento isolato, ma un elemento entro la relazione con altri elementi. Lì ho portato l'esempio classico della contraddizione tra borghesia e proletariato, che non riguarda il proletariato considerato astrattamente(visione metafisica), ma il proletariato considerato nella sua relazione concreta dialettica con la borghesia, la stessa da cui è concretamente sorto. Il medesimo discorso lo si potrebbe fare anche con la contraddizione tra lavoratore manuale ed intellettuale. Sempre e solo di contraddizioni tra elementi necessariamente in relazione dialettica. Mai isolati, mai astratti l'uno dall'altro.

Credo di cominciare a capire, forse quando ho chiesto i casi ideali (equilibrio, moto rettilineo, ecc) stavo già ponendo la domanda sbagliata appunto perché sono astrazioni ideali, nella realtà credo non esistano corpi isolati o perfettamente in equilibrio.

QUOTE
Certo, come avevo scritto anche nei miei interventi passati in questa discussione, le due classi sorgono assieme e spariscono assieme. Sono dialetticamente legate. Tuttavia non è che la contraddizione si risolva prima o poi, ma solo attraverso lo scontro dialettico e la vittoria di un elemento(e solo di quell'elemento; la vittoria della borghesia non produrrebbe lo stesso effetto) sull'altro.

Non direi però che la società senza classi sia uno stato di riposo. Piuttosto uno stato nel quale le contraddizioni saranno altre e non più quella di classe.

In pratica se ho capito bene si esaurisce il processo, si risolve la contraddizione particolare, nascono nuovi processi e nuove contraddizioni.


QUOTE
In primo luogo non è esattamente così. Probabilmente non mi sono spiegato a dovere su questo nodo delicato. È vero che lo stato contraddittorio è in "potenza"(non è attuale), ma la contraddizione con lo stato presente non è solo potenziale. Per l'attuale fisica teorica borghese lo potrebbe essere forse in una situazione ideale di vuoto assoluto(e nemmeno in quel caso, perché anche il rischio 0 è pur sempre un "rischio"; la contraddizione esiste ed è attuale pure se non acuta), ma non nella realtà concreta. In essa esiste costantemente un rischio - probabilisticamente calcolabile se parliamo di corpi - che lo stato attuale venga sostituito da quello potenziale. E tale rischio aumenta ad ogni nuovo accumulo quantitativo di sollecitazioni, fino al salto qualitativo. Questo per il diamat significa che la contraddizione è assolutamente attuale esattamente come le probabilità di rischio esistono pure prima che il rischio si palesi. Non so se rendo l'idea.

Chiarissimo, tra l'altro da quel poco che so di meccanica quantistica addirittura esisterebbe un rischio nullo che tutta l'aria della stanza in cui mi trovo si concentri istantaneamente in un unico metro cubo così che io muoia asfissiato o per mancanza di pressione. Ovviamente accade solo se tutte le particelle per puro caso si trovano in uno stato tale da trasferirsi di botto in un unico luogo (cioè mai), tuttavia la meccanica quantistica lo prevede. Questo per dire che la contraddizione c'è sempre seppur la probabilità sia minima, o meglio se la contraddizione non è acuta.

EDIT: preciso questo concetto per chi non ha familiarità con la teoria della probabilità.

Il rischio di un evento è il prodotto tra la sua densità di probabilità e il danno causato.
Esistono densità di probabilità nulle da cui non segue che l'evento non si verifichi. Consideriamo il tiro al bersaglio, per semplicità idealizziamo il bersaglio come fatto di punti e il proiettile che lo colpisce come a sua volta puntiforme. Sparando al bersaglio è certo (probabilità 1) che almeno un punto del bersaglio verrà colpito, tuttavia la probabilità di quel punto di essere colpito è zero. Questo perché i punti colpibili del bersaglio (cioè tutti) sono infiniti. La probabilità di colpire un punto particolare del bersaglio infatti è pari al rapporto tra la probabilità di colpire il bersaglio (1) e il numero di punti nel bersaglio (infinito) ossia zero. Ovviamente stiamo idealizzando, in realtà il bersaglio non è fatto di punti, il proiettile non è puntiforme e non è certo che colpiremo il bersaglio, dunque i numeri veri non saranno né zero né infinito né uno.
Nell'esempio sopra ogni particella nella stanza ha una probabilità seppur minima di spostarsi in un punto determinato della stanza in un determinato istante. Se si fa il prodotto di tutte le probabilità che ciascuna particella ha di trasferirsi in quel luogo in quell'istante, si ottiene la probabilità che tutta l'aria della stanza si vada a collocare in un unico luogo, lasciandomi senz'aria. Questa probabilità è praticamente nulla e dunque il rischio è nullo pur essendoci.



QUOTE
Quella di considerare la contraddizione come attuale solo a frittata fatta, di pensare che l'uovo non contenga in sé già la contraddizione tra il suo essere uovo e l'essere cotto(faccio un esempio ridicolo), è un punto di vista metafisico.

Perché questa sistemazione? chiedi. E hai ragione a chiederlo. La necessità di tale sistemazione sorge dal fatto che senza parlare di contraddizioni interne alla "cosa" - secondo il materialismo dialettico - non si spiega per quale motivo le cose siano qualitativamente diverse, per quale motivo una cosa diventi X se sollecitata da Y e non diventi invece Z. Per distinguere qualitativamente il seme dalla pietra o il capitalismo dal modo di produzione schiavistico antico o da quello feudale.


Il vecchio punto di vista metafisico(di cui Occam è un esempio in questo frangente) considerava lo stato potenziale e quello attuale isolatamente. Il diamat si limita a ricucire il rapporto contraddittorio(attuale) tra essi.

Questa ricucitura implicherebbe il mescolarsi dei concetti metafisici di potenza e atto in un'unione chiamata contraddizione che è sempre sia in potenza che in atto?


QUOTE
Lo stato di equilibrio tra i due poli è solo temporaneo(come avrai letto anche dal testo di Mao); non dura a lungo ed è sempre messo a rischio. Ma anche in quel caso la contraddizione rimane attuale. Semplicemente un tipo di contraddizione meno acuta, ma c'è. La contraddizione permane lungo tutto il processo(ovvero l'esistenza della "cosa").

Sì ora è tutto più chiaro, quando finirò di leggere il testo di Mao magari avrò obiezioni migliori.


QUOTE
La contraddizione in atto è tra uno stato presente e uno possibile. Tutto qua. Tale contraddizione esiste anche in una condizione "ideale" nella quale il rischio di deviazione sia uguale a zero. Semplicemente è meno acuta di una situazione nella quale il rischio sia uguale ad "1". [...] Sono tutte in atto lungo tutto il processo. Non spariscono mai se non quando il processo(che è qualitativamente definito dalla particolare contraddizione che lo anima) si esaurisce. [...] Mi pare che quello che qui scrivi sia corretto, anziché essere un errore.

Quello che mi pare essere il tuo errore è l'identificazione dell'attualità della contraddizione con la sua sola fase più acuta e maggiormente visibile.

È proprio questo che mi mancava, il fatto che se una contraddizione non è acuta, lampante, non significa che non ci sia.


QUOTE
Probabilmente esiste. Non sono un matematico.

Il punto è che anche la contraddizione tra il "-" e il "+" definisce intrinsecamente il "-", esattamente come quella tra proletariato e borghesia definisce intrinsecamente il proletariato.
Tale contraddizione esiste "dentro" lo stesso "-" in quanto elemento non scindibile dal "+", definito(dipendente da) tale contraddizione. [...] Tale isolamento è solo teorico; non si considera più teoricamente quel tipo di rapporto per trovarne altri sottostanti; nella realtà il "+" e il "-" non sono mai isolati. Semplicemente quegli altri "+" e "-" in relazione dialettica stanno in un elemento "più grande" che a sua volta è in relazione dialettica con un "-" "più grande".

Il rapporto dialettico tra elettrone e protone non sparisce; semplicemente si trova che lo stesso protone ha delle contraddizioni sottostanti.

Quindi se he capito bene quando il "-" va studiato al suo interno non si può fare a meno di ricordare la sua contraddizione (interna) che ha all'esterno col "+".

QUOTE
Non sono un fisico, ma penso che la scienza sovietica avrebbe considerato tali contraddizioni sottostanti come in rapporto alla contraddizione soprastante(tra protone ed elettrone), essendo l'elettrone qualitativamente definito(e così anche le sue contraddizioni sottostanti) da essa. Chiaro. Questo punto di vista non è quello della fisica teorica borghese, basata sulla vecchia assiomatica classica. [...] Nessuno dice di non scavare. Il punto è che la stessa contraddizione con l'altro elemento definisce l'elemento stesso. Gli opposti si definiscono l'un l'altro attraverso il loro rapporto dialettico. La contraddizione non è mai semplicemente esterna.

Mi chiedo se gli scienziati (intendo i fisici) abbiano davvero bisogno del metodo dialettico o se l'idealismo galileiano non sia sufficiente allo scopo a causa della semplicità (relativa ad altre scienze) che caratterizza le scienze naturali.
Ossia, ha senso dare un bazooka a chi vuole uccidere una mosca? Oppure sto sottovalutando le scienze naturali?

QUOTE
Certo. Ma chiaramente la contraddizione onda-particella dei fotoni è la contraddizione onda-particella dei fotoni e non quella dei protoni, pur essendo a livello superficiale simili o uguali tra loro. A meno di pensare che tale dualismo sia come un'idea platonica unica sotto il cui ombrello sono poste tutte le particelle. Non so se mi spiego.

Be' se si trovasse che tutte le particelle sono in realtà formate da un un'unica sub-particella che causa questo dualismo allora non sarebbe poi così insensata questa idea platonica, quantomeno per afferrare il concetto.



QUOTE
Spero di aver chiarito meglio la questione diamat.

Sicuramente sei stato molto chiaro, grazie, io ho ancora molto da digerire però :XP:

Edited by k7ygd - 2/1/2022, 11:06
 
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