Comunismo - Scintilla Rossa

Il ciclo lungo del capitale - storia del capitalismo dal 1837 al 2008, Sam Williams

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Yenan
view post Posted on 18/12/2018, 19:08




Condivido con tutti i compagni del forum una serie di post dal blog di Sam Williams (ho già tradotto il suo ultimo articolo sulle elezioni midterm americane del 2018). Inserisco la raccolta qui perché si tratta di una lunghissima serie organica di analisi attorno al tema centrale della teoria delle crisi. Di fatto, nel complesso, sono da considerare come 19 capitoli di un unico libro. Consiglio a tutti di leggere allora questo libro, perché si tratta, a mio parere, di un contributo di indubbio valore scientifico all'avanzamento della teoria economica marxista nel XXI secolo.

[Forumcommunity cospira contro di me e per qualche motivo non riesco a copiare tutto qui, vi linko il documento su Mega]

Edited by Yenan - 18/12/2018, 20:19
 
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view post Posted on 20/12/2018, 19:59
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ammazza quanta roba traduci, io ci avrei messo mesi xD
grazie!

comunque, non sei riuscito a postare il testo perchè è troppo lungo per stare in un solo post, la prossima volta che ti dovesse capitare basta dividerlo in più post in base alla lunghezza del testo.
la lunghezza massima è circa 100k caratteri, quello che volevi postare tu ne ha più di 950k, quindi andrebbe postato in 10 post.

comunque dato che è bello lungo e l'hai tradotto tu, potremmo postarlo tutto nella sezione "Inediti", se per te è ok, e/o editarlo un minimo e farne un pdf.
 
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Yenan
view post Posted on 20/12/2018, 21:55




CITAZIONE (Kollontaj @ 20/12/2018, 19:59) 
comunque, non sei riuscito a postare il testo perchè è troppo lungo per stare in un solo post, la prossima volta che ti dovesse capitare basta dividerlo in più post in base alla lunghezza del testo.
la lunghezza massima è circa 100k caratteri, quello che volevi postare tu ne ha più di 950k, quindi andrebbe postato in 10 post.

È quello che ho provato a fare. compagno! Ma per qualche motivo il forum non mi lascia(va?) postare più di due messaggi di fila, praticamente a partire dal secondo post, tutto veniva accorpato, fermo restando però il limite massimo di caratteri...


CITAZIONE
ammazza quanta roba traduci, io ci avrei messo mesi xD

In realtà io faccio in larga parte un lavoro di revisione e di confronto col testo originale, perché per il resto ci pensa Google Translate (che ormai è migliorato facendo passi da gigante!) che mi semplifica enormemente il lavoro. È anche vero che comunque sto libro m'ha portato via almeno una settimana, ma penso che ne sia valsa la pena.
Di certo, non vedo un futuro roseo per gli aspiranti traduttori :P
 
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view post Posted on 21/12/2018, 16:43

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Credo che il compagno Yenan merita davvero i complimenti e i ringraziamenti di tutto il forum, sta svolgendo una lodevole opera!
 
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view post Posted on 23/12/2018, 08:13
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addàrivenì baffone

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Compagni, io non riesco ad aprire il file di Mega che compare nel primo messaggio, Kollontaj se riesci a scaricarlo tu potremmo metterlo nella cartella mega dove teniamo tutti i lavori di scintilla, oltre che i classici. Ovviamente creditiamo la traduzione al compagno yenan e al suo fido Google translator :P
 
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view post Posted on 23/12/2018, 12:37

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CITAZIONE (Khleb @ 23/12/2018, 08:13) 
Compagni, io non riesco ad aprire il file di Mega che compare nel primo messaggio, Kollontaj se riesci a scaricarlo tu potremmo metterlo nella cartella mega dove teniamo tutti i lavori di scintilla, oltre che i classici. Ovviamente creditiamo la traduzione al compagno yenan e al suo fido Google translator :P

Ma una bottiglia di birra almeno sei capace di aprirla o ti servono le istruzioni? :P

Comunque dopo lo metto su dropbox se il compagno Yenan è d'accordo!
 
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Yenan
view post Posted on 23/12/2018, 15:40




CITAZIONE (Skatered @ 23/12/2018, 12:37) 
CITAZIONE (Khleb @ 23/12/2018, 08:13) 
Compagni, io non riesco ad aprire il file di Mega che compare nel primo messaggio, Kollontaj se riesci a scaricarlo tu potremmo metterlo nella cartella mega dove teniamo tutti i lavori di scintilla, oltre che i classici. Ovviamente creditiamo la traduzione al compagno yenan e al suo fido Google translator :P

Comunque dopo lo metto su dropbox se il compagno Yenan è d'accordo!

 
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view post Posted on 23/12/2018, 20:34
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addàrivenì baffone

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CITAZIONE (Skatered @ 23/12/2018, 12:37) 
Ma una bottiglia di birra almeno sei capace di aprirla o ti servono le istruzioni? :P

Se Google translator apre pure le bottiglie di birra mi risparmio volentieri questa fatica.

Grazie per l'agevolazione.
 
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view post Posted on 13/1/2019, 00:46
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si tratta di un testo d'ispirazione trotskijsta, che però può essere interessante...forse bisognerebbe fare una piccola introduzione che spieghi come ci si può trarre degli elementi interessanti anche se ho seri dubbi che si tratti
CITAZIONE
di un contributo di indubbio valore scientifico all'avanzamento della teoria economica marxista nel XXI secolo.

...spiegando insomma che si tratta di un testo da leggere nonostante l'impostazione dell'autore...

qui non c'è:
https://mega.nz/#F!I1EQXQbL!Bnt3An_DIbn_In0KWYFSAg

dove l'avete messo?

una domanda per Yenan: scusami compagno potresti indicarmi l'indirizzo web da cui hai tratto l'originale?
grazie
 
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view post Posted on 13/1/2019, 10:49
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addàrivenì baffone

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l'indirizzo web da cui hai tratto l'originale

https://critiqueofcrisistheory.wordpress.com

dovrebbe essere questo
 
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Yenan
view post Posted on 13/1/2019, 14:30




CITAZIONE (primomaggio1945 @ 13/1/2019, 00:46) 
si tratta di un testo d'ispirazione trotskijsta, che però può essere interessante...forse bisognerebbe fare una piccola introduzione che spieghi come ci si può trarre degli elementi interessanti

Scrivo in fretta i due principali fra quelli che ritengo essere gli elementi d'interesse di questo testo:

1. Innanzitutto, l'autore si propone di dimostrare l'esistenza del ciclo lungo (o qualcosa che gli assomiglia) nella produzione capitalistica, individuandone una base materiale nel ciclo di produzione dell'oro. Questo sarebbe molto importante, perché ci permetterebbe di inserire con maggiore scientificità la nostra azione politica all'interno delle fasi di sviluppo storico del capitalismo, evitando l'isteria, il senso di disorientamento e la demoralizzazione che potrebbero anche assalire molti compagni rivoluzionari nei periodi in cui il capitalismo mostra chiari segni di crescita (anche se in questi anni non dobbiamo certamente preoccuparci di questo). Molti gruppi maoisti, per fare un esempio concreto, parlano della crisi odierna come "l'ultima crisi del capitalismo" che precede la vittoria della rivoluzione socialista; per quanto questo sarebbe auspicabile, e dobbiamo fare di tutto affinché questo possa avverarsi, si tratta comunque di un'idea falsa e senza alcun fondamento. Senza contare ovviamente l'azione rivoluzionaria delle masse, possiamo dire che il capitalismo sarà prossimo alla fine quando esso non sarà più in grado di sostenere lo sviluppo delle forze produttive, in linea con il progresso tecnologico. Punto.

2. Lo schema astratto dei tre cicli viene utilizzato per reiterpretare la realtà concreta, ricostruendo la storia del capitalismo negli ultimi due secoli, dal boom mid-vittoriano fino alla crisi del 2007. Tra le altre cose, mediante tale operazione, all'interno del testo, vengono spiegati in maniera originale, en passant, anche fenomeni sociali e culturali come la diffusione della gang culture nelle comunità nere americane a partire dagli anni '80, in collegamento con tutte le nefaste conseguenze del cosiddetto Volcker shock. Onestamente, non penso che ci siano molti compagni, almeno in Italia, che siano coscienti dell'importanza storica dello stesso Volcker shock o, per dire, della tariffa Smoot-Hawley del 1930...

In tutto ciò le scorie trotskiste, per quanto affiorino in certe parti isolate e sporadicamente, in particolare in un paio di note, non mi pare che giochino alcun vero ruolo.

CITAZIONE (Khleb @ 13/1/2019, 10:49) 
CITAZIONE
l'indirizzo web da cui hai tratto l'originale

https://critiqueofcrisistheory.wordpress.com

dovrebbe essere questo

Esattamente.
Questo è il primo articolo.
Questo invece è l'ultimo articolo.
Gli altri capitoli del libro sono tutti i post che, se date un'occhiata alla parte destra del blog, si trovano compresi fra gli articoli che ho linkato sopra.
 
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view post Posted on 13/1/2019, 22:43
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l'esistenza del ciclo lungo

scusa l'ignoranza, ma cosa significa?

CITAZIONE
Senza contare ovviamente l'azione rivoluzionaria delle masse, possiamo dire che il capitalismo sarà prossimo alla fine quando esso non sarà più in grado di sostenere lo sviluppo delle forze produttive, in linea con il progresso tecnologico. Punto.

tenterei di riformulare in senso autenticamente marxista...il capitalismo entra in crisi quando lo sviluppo delle forze produttive entra in contraddizione con i rapporti di produzione e a quel punto conta l'azione rivoluzionaria delle masse...Il resto è attendismo.
la crisi del capitalismo è in corso dall'inizio degli anni settanta (il primo suggello politico fu la rottura degli accordi di Bretton Woods): una crisi che possiamo definire come "lunga depressione" con i suoi alti e bassi ma con la tendenza alla caduta del saggio di profitto e alla sovrapproduzione di capitali che si manifesta, in linea generale, fin da allora...l'esplosione della bolla dei mutui subprime nel 2007 è solo la manifestazione della venuta al pettine dei nodi della finanziariazzione del capitalismo, una delle controtendenze alla caduta tendenziale del saggio di profitto messe in atto in ambito imperialista fin dagli anni ottanta.
 
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Yenan
view post Posted on 13/1/2019, 23:32




CITAZIONE (primomaggio1945 @ 13/1/2019, 22:43) 
CITAZIONE
l'esistenza del ciclo lungo

scusa l'ignoranza, ma cosa significa?

Il ciclo di Kondratieff... praticamente un (presunto) ciclo economico analogo al classico ciclo industriale individuato da Marx, ma che si sviluppa lungo un periodo più o meno irregolare, ma grossomodo della durata di 50 anni.

CITAZIONE
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Senza contare ovviamente l'azione rivoluzionaria delle masse, possiamo dire che il capitalismo sarà prossimo alla fine quando esso non sarà più in grado di sostenere lo sviluppo delle forze produttive, in linea con il progresso tecnologico. Punto.

tenterei di riformulare in senso autenticamente marxista...il capitalismo entra in crisi quando lo sviluppo delle forze produttive entra in contraddizione con i rapporti di produzione e a quel punto conta l'azione rivoluzionaria delle masse...Il resto è attendismo.
la crisi del capitalismo è in corso dall'inizio degli anni settanta (il primo suggello politico fu la rottura degli accordi di Bretton Woods): una crisi che possiamo definire come "lunga depressione" con i suoi alti e bassi ma con la tendenza alla caduta del saggio di profitto e alla sovrapproduzione di capitali che si manifesta, in linea generale, fin da allora...l'esplosione della bolla dei mutui subprime nel 2007 è solo la manifestazione della venuta al pettine dei nodi della finanziariazzione del capitalismo, una delle controtendenze alla caduta tendenziale del saggio di profitto messe in atto in ambito imperialista fin dagli anni ottanta.

Ma io parlavo di fine del capitalismo, non di crisi del capitalismo, altrimenti la mia formulazione sarebbe stata un grossolano errore.
Riguardo al resto del tuo post, in realtà credo che si possa dibattere riguardo alla nozione che l'attuale Lunga Depressione sia effettivamente iniziata negli anni '70. Perché non spiega in maniera soddisfacente i due decenni e poco più compresi fra gli anni '80 e il 2007, conosciuti come Grande Moderazione, che tutto sommato furono anni di espansione economica, sebbene limitata, rispetto all'immediato secondo dopoguerra. In realtà è più che plausibile che la crisi di stagflazione degli anni '70 abbia rappresentato la manifestazione concreta di una fase recessiva del ciclo lungo/di Kondratieff, mentre i due decenni successivi siano corrisposti alla fase espansiva del ciclo lungo che ha seguito quel periodo storico.
La finanziarizzazione di cui parli non è stata necessariamente, come tu affermi, una risposta alla caduta del saggio di profitto - piuttosto io direi che l'attacco neoliberista contro i salari reali che si verificò negli stessi anni incarnò tale controtendenza, ma questa poteva avere luogo anche in assenza del fenomeno economico che conosciamo come finanziarizzazione, non credi? -, quanto piuttosto il frutto della disperata mossa difensiva delle banche centrali americane, in particolare della Federal Reserve, per arginare la crisi di stagflazione degli anni '70, con la sua catastrofica combinazione di movimento economico recessivo generalizzato e l'acuta tendenza all'inflazione (nominale) del prezzo delle merci, perché si rese necessario invertire quest'ultima tendenza mediante una crescita incontrollata dei tassi d'interesse. Come sappiamo, l'interesse non è altro che la porzione di plusvalore che viene destinata al capitale finanziario e, in quanto tale, ogni sua crescita quantitativa esercita una pressione al ribasso sul profitto industriale. Questo significa che, negli anni '80, il capitale finanziario cominciò ad attrarre enormi moli d'investimenti a discapito del capitale industriale: questa è la radice della finanziarizzazione da un lato, e della corrispondente cosiddetta deindustrializzazione dall'altro lato.
In ogni caso l'analisi che ho condiviso in questo thread spiega tutto ciò in maniera eccellente, è chiaro che l'autore potrebbe anche prendere una cantonata grossa come una casa, ma è un ottimo spunto per sollevare un dibattito circa la natura del capitalismo, e del momento storico in cui ci troviamo a lottare. In quanto tale, pone le basi per un processo di unità-lotta-unità che non potrà che arricchire il nostro bagaglio teorico.

P.S.: Una precisazione: in un contesto di crisi del capitalismo, devono intervenire le masse con la propria pratica rivoluzionaria, altrimenti si peccherebbe di attendismo, di meccanicismo. Ma in un contesto di fine del capitalismo, cioè in uno scenario in cui il modo di produzione non può più in alcun modo sostenere un ulteriore sviluppo delle forze produttive, si pone l'alternativa concreta fra rivoluzione e catastrofe, vale a dire la rovina generale di tutte le classi che si contendono il potere.
Riesaminando la storia dell'umanità, conosciamo solamente due esempi di superamento di un modo di produzione che contrapponga una classe di sfruttatori e una classe di sfruttati: certo, sappiamo bene come si risolse il superamento della società feudale, e tale superamento costituisce l'esempio classico di passaggio rivoluzionario ad una nuova epoca... Ma la transizione dalla società schiavista alla società feudale non si verificò in questo modo, in quanto la società schiavista, pur avendo raggiunto un grado di sviluppo tale per cui non era più in grado di sostenere ulteriori progressi tecnologici, non aveva prodotto una classe rivoluzionaria. Per questo motivo, il passaggio all'epoca feudale si dovette produrre traumaticamente, mediante il crollo dell'impero romano almeno in Europa, mediante la catastrofe, mediante la barbarie.
Questo non significa che la catastrofe è in grado di realizzare la società socialista, sarebbe una pura idiozia, ma è solo per chiarire quali possibilità storiche si affaccino in un contesto di fine del capitalismo...

Edited by Yenan - 13/1/2019, 23:55
 
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view post Posted on 14/1/2019, 00:03
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Il ciclo di Kondratieff... praticamente un (presunto) ciclo economico analogo al classico ciclo industriale individuato da Marx, ma che si sviluppa lungo un periodo più o meno irregolare, ma grossomodo della durata di 50 anni.

quelle di Kondratieff furono teorie economiche borghesi che i trotkijsti come Mandel ripresero...hanno poco a che vedere con il marxismo...

CITAZIONE
Ma io parlavo di fine del capitalismo, non di crisi del capitalismo

la fine definitiva del capitalismo sarà possibile quando instaureremo il comunismo...prima contano le condizioni oggettive (la crisi) e quelle soggettive (l'azione rivoluzionaria delle masse come dici tu)...il resto è economicismo...

CITAZIONE
Perché non spiega in maniera soddisfacente i due decenni e poco più compresi fra gli anni '80 e il 2007, conosciuti come Grande Moderazione, che tutto sommato furono anni di espansione economica, sebbene limitata, rispetto all'immediato secondo dopoguerra.

gli indici economici borghesi ci dicono in parte quello che affermi tu...ma in realtà quei decenni si situò il più vasto arretramento della condizione operaia e proletaria nella storia...rispetto alle conquiste degli anni sessanta e settanta...come mai? Il capitale recuperò quote rilevanti di plusvalore, arrestando la cadute tendenziale del saggio di profitto (i cui fattori oggettivi continuavano però a sussistere pure occultati) e contemporaneamente s'innestarono delle controtendenze quali la finanziarizzazione, la rivoluzione informatica, il toyotismo, la caduta del campo socialista...che inevitabilmente consentirono non solo la riproduzione del capitale ma anche prolungate ma pur sempre temporanee fasi di accumulazione positiva...

CITAZIONE
negli anni '80, il capitale finanziario cominciò ad attrarre enormi moli d'investimenti a discapito del capitale industriale

ma perchè? perchè nella produzione reale c'era sovraaccumulazione di capitali che, restringendosi i margini di profitto nel settore industriale, li ricercavano in termini fittizi in quello finanziario...tu confondi cause e conseguenze...

CITAZIONE
In ogni caso l'analisi che ho condiviso in questo thread spiega tutto ciò in maniera eccellente, è chiaro che l'autore potrebbe anche prendere una cantonata grossa come una casa, ma è un ottimo spunto per sollevare un dibattito circa la natura del capitalismo, e del momento storico in cui ci troviamo a lottare. In quanto tale, pone le basi per un processo di unità-lotta-unità che non potrà che arricchire il nostro bagaglio teorico.

non lo so...a me la sintesi tra il pensiero del kulako Kondratieff e del trotskijsta Mandel e del suo epigono Williams già mi mette sulla guardia...comunque si può imparare qualcosa anche dal nemico...
CITAZIONE
Questo non significa che la catastrofe è in grado di realizzare la società socialista, sarebbe una pura idiozia, ma è solo per chiarire quali possibilità storiche si affaccino in un contesto di fine del capitalismo...

è dimostrato storicamente che la catastrofe della guerra imperialista (a cui la crisi del capitalismo conduce in un certo senso producendo le condizioni della sua stessa fine specie con la moderna tecnologia nucleare) produce le condizioni per la rivoluzione, come accaduto nella prima e nella seconda guerra mondiale. Quindi, forse, si può dire che, essendoci una classe rivoluzionaria, il rapporto tra catastrofe e società nuova è quello di unità di opposti che si rivela nel processo storico.
 
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