Comunismo - Scintilla Rossa

Tentazione Solženicyn

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Sandor_Krasna
view post Posted on 7/10/2014, 21:58 by: Sandor_Krasna
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CITAZIONE (Gudaria @ 7/10/2014, 14:03) 
Sono tentato dal leggere qualcosa di Solženicyn, credete che ne valga la pena?

Dipende.
Una giornata di Ivan Denisovic è il suo libro migliore, perché contiene tutto quello che questo scribacchino aveva da dire, e lo dice meglio. La qualità letteraria c'è. La butta molto sul patetico, ma almeno non scade nel predicatorio come nei libri successivi. E' l'opera di un buon epigono di Dostoevskij.
Ma naturalmente non è questo che conta, perché di scrittori di buon livello la Russia è sempre stata piena. Se si fosse trattato solo di qualità letteraria e realismo spicciolo, Solženicyn sarebbe famoso come Sholochov o Trifonov, cioè per niente.
Quello che conta è il fatto che può essere usato per scardinare da dentro la cultura sovientica precedente al XX congresso, negare l'autonomia politica e culturale di metà della storia sovietica (la metà che conta), espellere il realismo socialista dal canone della dignità liquidandolo come propaganda per gonzi creduloni. Prima ancora che un'accusa al Gulag o a Stalin (o, ancora implicitamente, all'intero socialismo sovietico), il Denisovic è la negazione della possibilità che il socialismo possa avere una sua cultura autonoma e corente. Si presenta come la rivelazione, la Verità che emerge dalla nebbia e spazza via le menzogne.
La cosa non dura, ovviamente. Il romanzo esce nel '62, in pieno revisionismo, quando in Unione Sovietica Stalin e Zdanov sono innominabili e il realismo socialista è un cane morto. E' chiaro che ormai la crociata di Solženicyn ha un po' il fiato corto. La strada è ovvia: alza il tiro e punta direttamente alla politica, alla storia. Divisione Cancro e Il primo cerchio sono leggibili solo come operazioni da guerra fredda, tentativi di negare il diritto a esistere del socialismo. La qualità letteraria non conta più. Non è più letteratura, è una collezione di slogan. In questo periodo (seconda metà degli anni sessanta) la sua posizione si è assestata: Solženicyn non si presenta più come il povero martire dissidente che denuncia dall'interno in nome della verità da stabilire, ma in tutto e per tutto come un nemico pronto all'attacco.
Ma non basta, di nuovo, perché in quel periodo di scribacchini calunniatori, di sedicenti gerarchi fuggiti dall'URSS e pronti a vuotare il sacco ne è pieno il mondo. Serve il profeta, qualcuno che con voce tonante intoni il suo sermone e urli fino a venire a noia. Ed ecco Arcipelago Gulag.
Come operazione culturale, chapeau. Gli hanno pure dato il Nobel, a questo brogliaccio interminabile scritto con una finezza che al confronto l'elenco del telefono pare la Recherche. Ma se l'ha vinto Churchill può vincerlo anche lui, direi. E' un libro che non va letto (è fisicamente, letteralmente, materialmente illeggibile): va soltanto nominato, e si capisce già tutto.
Che cos'è, un romanzo? No, direi di no. "Saggio di inchiesta narrativa" vuol dire poco o niente. Un libro di storia? Ci hanno provato a spacciarlo per tale, ma ci cascano solo i gonzi. Milleottocentoerotte pagine di "mi hanno detto che", "ho sentito dire", "mi ricordo che" agli storici veri fanno ridere. E' l'equivalente del libretto rosso per gli anticomunisti: qualcosa da agitare in mano un po' per ogni occasione. Se si finisce a parlare di Stalin una bella citazione da questo mattone può fargli comodo, e l'onere della prova spetterà sempre agli altri. Non c'è una riga in milleottocentoerotte pagine che sia dimostrabile, ma non è questo il punto. Il punto è che gli anticomunisti di tutto il mondo hanno il loro profeta e la loro Bibbia. Come tutti i testi sacri, non c'è bisogno di leggerlo: basta crederci.
Quello che fa pietà, semai, è il tentativo di presentare Solženicyn come bravo scrittore in sé: cioè, per dirla meglio, cercare qualcosa che faccia sopravvivere i suoi ragli oltre il limite della contingenza storica. Risultati: zero. Nel primo romanzo era mediocre, poi è diventato una nullità.
La fine è nota. Caduto il socialismo reale, è passato di moda anche il gran profeta. L'ultima volta che l'ho visto stava lingua in bocca con Putin e sbraitava contro l'Occidente che corrompe la gioventù russa con il rock e i jeans. Giusto per mettere in chiaro la statura intellettuale del personaggio.
Vuoi leggere qualcosa? Tranquillo, lo trovi in tutte le librerie. Meglio ancora se nel reparto dell'usato.

Edited by Sandor_Krasna - 12/10/2014, 02:34
 
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