Comunismo - Scintilla Rossa

Tentazione Solženicyn

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Gudaria
view post Posted on 7/10/2014, 13:03




Sono tentato dal leggere qualcosa di Solženicyn , credete che ne valga la pena ? Qualcuno mi ha detto che ha scritto un sacco di menzogne,ma mi piacerebbe giudicarlo da me.
 
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view post Posted on 7/10/2014, 16:18

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Scusa ma (citando questo bastardo al servizio della cia) ci vuoi prendere per il culo?
 
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view post Posted on 7/10/2014, 18:40

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“Per la salute della società è necessario che tutti i giudizi pubblici di condanna o di glorificare di persone realmente esistite, siano coerenti con i fatti e diano una valutazione oggettiva delle azioni e delle motivazioni, per dirla semplicemente è necessario essere onesti.” А. Krоn
 
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view post Posted on 7/10/2014, 20:16
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Perché no? Puoi leggerlo e analizzarlo criticamente come qualsiasi altro testo. Sul fatto se ne valga la pena o meno, non ti saprei dire, non so se valesse cime scrittore. Forse dovremmo interpellare Sandor Krasna, che qui dentro mi sembra il più preparato in letteratura.
 
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view post Posted on 7/10/2014, 21:58
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CITAZIONE (Gudaria @ 7/10/2014, 14:03) 
Sono tentato dal leggere qualcosa di Solženicyn, credete che ne valga la pena?

Dipende.
Una giornata di Ivan Denisovic è il suo libro migliore, perché contiene tutto quello che questo scribacchino aveva da dire, e lo dice meglio. La qualità letteraria c'è. La butta molto sul patetico, ma almeno non scade nel predicatorio come nei libri successivi. E' l'opera di un buon epigono di Dostoevskij.
Ma naturalmente non è questo che conta, perché di scrittori di buon livello la Russia è sempre stata piena. Se si fosse trattato solo di qualità letteraria e realismo spicciolo, Solženicyn sarebbe famoso come Sholochov o Trifonov, cioè per niente.
Quello che conta è il fatto che può essere usato per scardinare da dentro la cultura sovientica precedente al XX congresso, negare l'autonomia politica e culturale di metà della storia sovietica (la metà che conta), espellere il realismo socialista dal canone della dignità liquidandolo come propaganda per gonzi creduloni. Prima ancora che un'accusa al Gulag o a Stalin (o, ancora implicitamente, all'intero socialismo sovietico), il Denisovic è la negazione della possibilità che il socialismo possa avere una sua cultura autonoma e corente. Si presenta come la rivelazione, la Verità che emerge dalla nebbia e spazza via le menzogne.
La cosa non dura, ovviamente. Il romanzo esce nel '62, in pieno revisionismo, quando in Unione Sovietica Stalin e Zdanov sono innominabili e il realismo socialista è un cane morto. E' chiaro che ormai la crociata di Solženicyn ha un po' il fiato corto. La strada è ovvia: alza il tiro e punta direttamente alla politica, alla storia. Divisione Cancro e Il primo cerchio sono leggibili solo come operazioni da guerra fredda, tentativi di negare il diritto a esistere del socialismo. La qualità letteraria non conta più. Non è più letteratura, è una collezione di slogan. In questo periodo (seconda metà degli anni sessanta) la sua posizione si è assestata: Solženicyn non si presenta più come il povero martire dissidente che denuncia dall'interno in nome della verità da stabilire, ma in tutto e per tutto come un nemico pronto all'attacco.
Ma non basta, di nuovo, perché in quel periodo di scribacchini calunniatori, di sedicenti gerarchi fuggiti dall'URSS e pronti a vuotare il sacco ne è pieno il mondo. Serve il profeta, qualcuno che con voce tonante intoni il suo sermone e urli fino a venire a noia. Ed ecco Arcipelago Gulag.
Come operazione culturale, chapeau. Gli hanno pure dato il Nobel, a questo brogliaccio interminabile scritto con una finezza che al confronto l'elenco del telefono pare la Recherche. Ma se l'ha vinto Churchill può vincerlo anche lui, direi. E' un libro che non va letto (è fisicamente, letteralmente, materialmente illeggibile): va soltanto nominato, e si capisce già tutto.
Che cos'è, un romanzo? No, direi di no. "Saggio di inchiesta narrativa" vuol dire poco o niente. Un libro di storia? Ci hanno provato a spacciarlo per tale, ma ci cascano solo i gonzi. Milleottocentoerotte pagine di "mi hanno detto che", "ho sentito dire", "mi ricordo che" agli storici veri fanno ridere. E' l'equivalente del libretto rosso per gli anticomunisti: qualcosa da agitare in mano un po' per ogni occasione. Se si finisce a parlare di Stalin una bella citazione da questo mattone può fargli comodo, e l'onere della prova spetterà sempre agli altri. Non c'è una riga in milleottocentoerotte pagine che sia dimostrabile, ma non è questo il punto. Il punto è che gli anticomunisti di tutto il mondo hanno il loro profeta e la loro Bibbia. Come tutti i testi sacri, non c'è bisogno di leggerlo: basta crederci.
Quello che fa pietà, semai, è il tentativo di presentare Solženicyn come bravo scrittore in sé: cioè, per dirla meglio, cercare qualcosa che faccia sopravvivere i suoi ragli oltre il limite della contingenza storica. Risultati: zero. Nel primo romanzo era mediocre, poi è diventato una nullità.
La fine è nota. Caduto il socialismo reale, è passato di moda anche il gran profeta. L'ultima volta che l'ho visto stava lingua in bocca con Putin e sbraitava contro l'Occidente che corrompe la gioventù russa con il rock e i jeans. Giusto per mettere in chiaro la statura intellettuale del personaggio.
Vuoi leggere qualcosa? Tranquillo, lo trovi in tutte le librerie. Meglio ancora se nel reparto dell'usato.

Edited by Sandor_Krasna - 12/10/2014, 02:34
 
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Gudaria
view post Posted on 7/10/2014, 23:04




Scusa ma (citando questo bastardo al servizio della cia) ci vuoi prendere per il culo?

Certo che no.E' da qualche giorno che ho una "piccola discussione" con un fan di Solženicyn,so benissimo che era al servizio della CIA ed un traditore,ma non ho mai letto niente di lui,e visto che quando partecipo a discussioni vorrei essere almeno sufficientemente preparato per rispondere,ho chiesto aiuto.
Sai,nel mondo reale non ci sono solo Comunisti,purtroppo.

Grazie Sandor Krasna.
Sei stato molto gentile e preciso.
Non credo comunque che comprerò nulla,al massimo farò una ricerca qua e la , ma la tua risposta basta e avanza :D
 
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view post Posted on 10/4/2022, 23:17
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CITAZIONE
Ed ecco Arcipelago Gulag.
Come operazione culturale, chapeau. Gli hanno pure dato il Nobel, a questo brogliaccio interminabile scritto con una finezza che al confronto l'elenco del telefono pare la Recherche. Ma se l'ha vinto Churchill può vincerlo anche lui, direi. E' un libro che non va letto (è fisicamente, letteralmente, materialmente illeggibile): va soltanto nominato, e si capisce già tutto.
Che cos'è, un romanzo? No, direi di no. "Saggio di inchiesta narrativa" vuol dire poco o niente. Un libro di storia? Ci hanno provato a spacciarlo per tale, ma ci cascano solo i gonzi. Milleottocentoerotte pagine di "mi hanno detto che", "ho sentito dire", "mi ricordo che" agli storici veri fanno ridere. E' l'equivalente del libretto rosso per gli anticomunisti: qualcosa da agitare in mano un po' per ogni occasione.

L'ho un po' sfogliato e devo dire che è un vero capolavoro della comicità, ecco a voi la prova provante della malvagità del regime staliniano:
"Nella cattura dei semplici membri del partito c'era invece, a quanto pare, un motivo segreto, mai menzionato apertamente nei verbali o nelle sentenze: quello di arrestare precipuamente i membri del partito con un tirocinio "anteriore" al 1924.
Questo fu attuato con particolare rigore a Leningrado, perché proprio là tutti firmavano la piattaforma della Nuova opposizione. (E come avrebbero potuto non firmare come avrebbero potuto non fidarsi del loro comitato di Leningrado?) Ecco una scenetta di quegli anni.
Si sta svolgendo (nella regione di Mosca) una conferenza regionale di partito.
La dirige il nuovo segretario del comitato rionale, nominato al posto dell'altro, recentemente arrestato.
Alla fine della conferenza viene approvato un messaggio di fedeltà a Stalin. Naturalmente tutti si alzano in piedi (come nel corso della conferenza tutti balzavano su a ogni menzione del suo nome).
Nella piccola sala è una burrasca di applausi che diventa ovazione.
Tre minuti, quattro minuti, cinque minuti: sono sempre burrascosi e si tramutano sempre in ovazione.
Ma già le palme sono indolenzite.
Già le braccia alzate sono informicolite.
Già gli anziani hanno l'affanno.
Sta diventando insopportabilmente ridicolo anche per chi adora sinceramente Stalin.
Ma chi oserà smettere "per primo"? Lo potrebbe fare il segretario del comitato rionale, in piedi sul podio, il quale ha appena letto il messaggio.
Ma è nominato da poco, al posto d'un arrestato, ha paura! Infatti vi sono in sala quelli dell'N.K.V.D., in piedi ad applaudire, osservano chi smetterà per primo! E gli applausi, in una piccola sala sperduta, all'insaputa del grande capo, continuano 6 minuti! 7 minuti! 8 minuti! Sono perduti! Rovinati! Non possono più fermarsi fino a quando non saranno caduti colti da infarto! In fondo alla sala, nella calca, si può ancora fingere, battere le mani meno frequentemente, con minore forza e furore, ma al tavolo della presidenza, in piena vista di tutti? Il direttore della cartiera locale, uomo forte e indipendente, rendendosi pienamente conto della falsità della situazione senza scampo, è tra la presidenza e applaude. 9 minuti! 10 minuti! Egli guarda angosciato il segretario del comitato rionale ma quello non sa fermarsi.
Follia! Follia collettiva! I dirigenti del rione, gettando occhiate l'uno all'altro con un filo di speranza ma con la sola esultanza dipinta sulla faccia, applaudiranno fino a cadere, fino a quando li porteranno fuori in barella.
E anche allora i rimanenti non batteranno ciglio! All'undicesimo minuto il direttore della cartiera assume un'aria indaffarata e si siede al suo posto al tavolo della presidenza.
Oh miracolo! dov'è andato a finire il generale indescrivibile irrefrenabile entusiasmo? Tutti in una volta, con l'ultimo battito di mani, cessano e si mettono a sedere. Sono salvi! Lo scoiattolo ha saputo schizzare fuori dalla gabbia con la ruota che gira!
Tuttavia proprio così si riconoscono gli uomini indipendenti.
Proprio così si tolgono di mezzo.
La stessa notte il direttore della cartiera è arrestato.
Gli appioppano senza difficoltà, per tutt'altro motivo, dieci anni.
Ma dopo la firma dell'articolo 206 (del protocollo conclusivo dell'istruttoria) il giudice gli rammenta: E non smetta mai per primo di applaudire!

(Solženicyn - Arcipelago Gulag)

Sembra uscito dalla cronaca di un film di Fantozzi. La narrazione si conclude poi con una fonte inoppugnabile:
"Raccontato da N. G-ko. [Nota dell'Autore]"

Tornando un attimo seri, davvero non capisco come mai la borghesia abbia puntato su un personaggio talmente grottesco quando ce ne sono altri sicuramente più credibili, ma soprattutto come faccia la gente a credere a cose simili
 
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