Comunismo - Scintilla Rossa

MANIFESTAZIONI e Appuntamenti politici

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view post Posted on 18/8/2014, 18:24

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Edited by Petruzza - 17/10/2019, 15:44
 
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Manifestazione nazionale per la Palestina a settembre


Un appello lanciato dalle comunità palestinesi in Italia chiede a tutte le forze solidali con il popolo palestinese e indignate per l'ennesimo mattatoio scatenato da Iraele contro Gaza di mobilitarsi e indica una data, sabato 27 settembre, per una manifestazione nazionale a Roma.

Qui di seguito il testo dell'appello:

Terra, pace e diritti per il popolo palestinese. Fermiamo l’occupazione

Appello per una manifestazione nazionale in sostegno al popolo palestinese il 27 settembre a Roma

L’aggressione Israeliana contro il popolo palestinese continua, dalla pulizia etnica del 1948, ai vari massacri di questi decenni, dal muro dell’apartheid, all’embargo illegale imposto alla striscia di Gaza e i sistematici omicidi mirati, per finire con il fallito tentativo di sterminio perpetuato in questi ultimi giorni sempre a Gaza causando più di 2000 morti ed oltre 10.000 ferite.

Il Coordinamento delle comunità palestinesi in Italia indice una manifestazione nazionale di solidarietà:

- per il diritto all’autodeterminazione e alla resistenza del popolo palestinese:

- per mettere fine all’occupazione militare israeliana;

- per la libertà di tutti i prigionieri politici palestinesi detenuti nelle carceri israeliane;

- per la fine dell’embargo a Gaza e la riapertura dei valichi;

- per mettere fine alla costruzione degli insediamenti nei territori palestinesi.

- per il rispetto della legalità internazionale e l’applicazione delle risoluzione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

- per uno stato democratico laico in Palestina con Gerusalemme capitale (come sancito da molte risoluzioni dell’Onu).

- l’attuazione del dritto al ritorno dei profughi palestinesi secondo la risoluzione 194 dell’Onu e la IV Convenzione di Ginevra.

Chiediamo a tutte le forze democratiche e progressiste di far sentire la loro voce contro ogni forma di accordi militari con Israele.

Chiediamo al Governo italiano e in qualità di presidente del “semestre” dell’UE di adoperarsi per il riconoscimento europeo dei legittimi diritti del popolo palestinese e mettere fine alle politiche di aggressione di Israele, utilizzando anche la pressione economica e commerciale su Israele.

Il coordinamento delle Comunità palestinesi in Italia chiede a tutte le forze politiche e sindacali e a tutti le associazioni e comitati che lavorano per la pace e la giustizia nel mondo di aderire alla nostra manifestazione inviando l’adesione al nostro indirizzo mail [email protected]

Coordinamento delle Comunità Palestinesi in Italia

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view post Posted on 26/8/2014, 16:30

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30 agosto

Cagliari. Assemblea contro la partecipazione di Israele alle manovre militari



Cagliari. Assemblea contro la partecipazione di Israele alle manovre militari
Un granello di sabbia nella macchina del massacro. Per una assemblea internazionale contro le esercitazioni israeliane in Sardegna e per il sostegno alla campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni.

Per settimane lo stato di Israele ha seminato morte e distruzione nella striscia di Gaza, bombardando deliberatamente ospedali, scuole, strutture civili, abitazioni, persino cimiteri.

Quasi 2000 vittime, in larghissima parte civili, donne e bambini sono stati assassinati scientemente dall'esercito, dall'aviazione e dalla marina israeliana che hanno trasformato l'enorme prigione a cielo aperto di Gaza in un mattatoio, dove si vive e si muore “per un sì o per un no”, perché si è andati a fare la spesa nel momento sbagliato, perché ci si è rifugiati in una scuola dell'ONU, perché si lavora o ci si cura in un ospedale, perché, semplicemente, si vive nella Striscia di Gaza.

Lo stato di Israele e il suo governo sono i soli responsabili della situazione in cui versa Gaza e tutta la Palestina: non solo perché in maniera tronfia cercano di ammazzarne o espellerne gli abitanti oggi, ma perché perseguono la politica di occupazione e de-arabizzazione della regione da oltre sessant'anni.

In tutto il mondo è montata la rabbia e la protesta per porre fine al massacro e perché i governi non si rendano ancora complici, con trattati commerciali, militari e di cooperazione con uno stato che opprime, soggioga, uccide e nega il diritto di esistenza ai palestinesi.

L'Italia è oggi il principale partner europeo in materia di armamenti dello stato di Israele. In Sardegna le forze armate israeliane svolgono, ormai da anni, parti rilevanti delle loro esercitazioni e delle loro sperimentazioni, cosa che ha portato uno stato europeo evidentemente più sensibile dell'Italia, la Svezia, a rifiutare le esercitazioni congiunte con Israele. Le stesse armi che vengono sperimentate nei poligoni dell'Isola, causando danni all'economia, alla salute e alla libertà dei sardi, portano distruzione e morte in Palestina. Già nel 2006 alle esercitazioni congiunte effettuate dalle forze armate israeliane in Sardegna seguì, di poco, l'aggressione al Libano.

Non possiamo rimanere silenti di fronte a questi fatti; non possiamo né vogliamo essere complici del massacro di Gaza, dell'occupazione e dell'apartheid in Palestina; non possiamo continuare a sopportare l'occupazione militare della Sardegna.

Da settembre riprenderanno le esercitazioni militari israeliane nella nostra isola. Deve essere chiaro a tutti che quelle armi, testate qui in Sardegna, sono congegni di morte che uccidono i civili palestinesi a Gaza e in Cisgiordania.

L'addestramento e l'esercitazione fanno pienamente parte del dispositivo militare di offesa che lo stato di Israele utilizza nei teatri di guerra. La collaborazione approntata dallo Stato italiano è dunque collaborazione con uno stato in guerra. Fermare questa collaborazione è un aiuto concreto alla popolazione martoriata dall'aggressione: ogni giorno di sospensione delle esercitazioni israeliane in Sardegna è un granello di sabbia nella macchina bellica che opprime e massacra il popolo palestinese.

La Sardegna è dunque diventata nel corso degli anni uno snodo importante per le politiche di guerra, anche per quelle israeliane.

Facciamo appello, dunque, a tutti i democratici, ai pacifisti, al mondo della solidarietà internazionale e della cooperazione, a tutti i solidali col popolo palestinese per una mobilitazione generale finalizzata a bloccare le esercitazioni e a rilanciare la campagna BDS in Sardegna.

Chiediamo alla Giunta Regionale della Sardegna e a tutte le istituzioni democratiche di ogni ordine e grado, a partire dai Comuni,di prendere una posizione chiara nel merito e di attivarsi per esigere la sospensione delle esercitazioni previste.

Proponiamo una assemblea generale, da tenersi in Sardegna, a Cagliari, il 30 agosto, per costruire un percorso concreto di mobilitazione per il blocco delle esercitazioni e per il sostegno alla campagna BDS.

Associazione Amicizia Sardegna Palestina
Unione Democratica Arabo Palestinese UDAP
BDS Sardegna

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Edited by §kãtê®RëЙ - 26/8/2014, 17:48
 
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Contro il vertice di guerra della NATO in Galles -


Newport: Stop NATO - Stop the WAR
First Day of Protests Against NATO Summit In Newport - March to Celtic Manor on 4th September and Dinner of Death highlights in the forthcoming week

THE RED BLOCK will be on the March to Celtic Manor and at the Dinner of Death on Thursday 4th September..

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Palestina. Una manifestazione nazionale a Roma
per non permettere a Israele di "fare quello che fa"


Palestina. Una manifestazione nazionale a Roma per non permettere a Israele di "fare quello che fa"
Ha scelto come logo il personaggio di Handala con la bandiera palestinese e piano piano sta prendendo corpo con una serie di incontri preparatori in varie città la manifestazione nazionale per la Palestina convocata dalle Comunità Palestinesi in Italia per sabato 27 settembre a Roma. L'appuntamento per la partenza del corteo è prevista per le 14.30 in piazza della Repubblica, la manifestazione percorrerà via Cavour e si concluderà in piazza SS Apostoli.

Nonostante più di qualcuno tema l'effetto dei “riflettori spenti” dopo le giornate di tensione e mobilitazione di questa estate durante l'ennesimo mattatoio israeliano contro i palestinesi di Gaza, sono in molti a ritenere che sarebbe un errore clamoroso abbassare l'attenzione, la tensione e la mobilitazione intorno alla resistenza palestinese contro l'occupazione israeliana. Gli inviati sono tornati a casa, i riflettori si sono spenti, di Gaza si poco parla poco, ma sarebbe sufficiente seguire con un minimo di attenzione quanto succede tutti i giorni nei territori palestinesi in Cisgiordania (arresti, uccisioni, nuovi insediamenti coloniali) per capire quale errore sarebbe quello di abbassare la guardia e – come ebbe a dire Ilan Pappe - “continuare a permettere ad Israele di fare quello che fa”.

Nata come proposta nel momento di massima emozione per quanto accadeva a Gaza, la manifestazione del 27 settembre mantiene tutta la sua validità, anche per dimostrare ai molti complici del sionismo e del colonialismo israeliano in Italia che “la nuttata non è passata” e tutto può tornare come prima. Non lo hanno accettato i palestinesi di Gaza sotto le bombe, rifiutando per ben due volte una tregua che si sarebbe rivelata del tutto inservibile a sbloccare l'assedio che dura ormai da otto anni.I ntorno alla manifestazione del 27 settembre stanno crescendo le adesioni e cominciano ad essere indicati gli appuntamenti dei pullman per andare a Roma. Per gli aggiornamenti è utile seguire il sito www.forumpalestina,org.

Le adesioni pervenute finora sono: Comitato con la Palestina nel cuore Roma, le comunità palestinesi di Roma e Lazio, Puglia, Campania, Toscana, Lombardia, Sardegna, Emilia Romagna, Abruzzo e Molise, Veneto, Associazione amici dei prigionieri palestinesi, Unione generale ingegneri e architetti palestinesi, Unione generale medici e farmacisti palestinesi, Mezza luna rossa palestinese, Associazione Amici della Mezza luna rossa Palestinese, Unione Democratica Arabo Palestinese- UDAP Italia, Fronte Palestina, Associazione Amicizia Sardegna Palestina, Partito dei comunisti italiani (Nazionale ), Rifondazione comunista (nazionale ), Rete dei Comunisti, Confederazione Cobas, Unione Sindacale di Base, Forum Palestina, Assopace Roma, Rete palermitana di solidarietà "Con la Palestina nel cuore" di Palermo, Rete romana di solidarietà con la Palestina, Piattaforma Comunista, I sindaci di Soriano nel Cimino (VT) e di Rieti, Ada Donno AWMR Italia – donne della Regione Mediterranea.

Qui di seguito il testo dell'appello di convocazione della manifestazione del 27 settembre a Roma:

Appello per una manifestazione nazionale in sostegno al popolo palestinese

L’aggressione Israeliana contro il popolo palestinese continua, dalla pulizia etnica del 1948, ai vari massacri di questi decenni, dal muro dell’apartheid, all’embargo illegale imposto alla striscia di Gaza e i sistematici omicidi mirati, per finire con il fallito tentativo di sterminio perpetuato in questi ultimi giorni sempre a Gaza causando più di 2000 morti ed oltre 10.000 ferite.

Il Coordinamento delle comunità palestinesi in Italia indice una manifestazione nazionale di solidarietà:

- per il diritto all’autodeterminazione e alla resistenza del popolo palestinese;

- per mettere fine all’occupazione militare israeliana;

- per la libertà di tutti i prigionieri politici palestinesi detenuti nelle carceri israeliane;

- per la fine dell’embargo a Gaza e la riapertura dei valichi;

- per mettere fine alla costruzione degli insediamenti nei territori palestinesi;

- per il rispetto della legalità internazionale e l’applicazione delle risoluzione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;

- per uno stato democratico laico in Palestina con Gerusalemme capitale (come sancito da molte risoluzioni dell’Onu);

- l’attuazione del dritto al ritorno dei profughi palestinesi secondo la risoluzione 194 dell’Onu e la IV Convenzione di Ginevra.

Chiediamo a tutte le forze democratiche e progressiste di far sentire la loro voce contro ogni forma di accordi militari con Israele.

Chiediamo al Governo italiano e in qualità di presidente del “semestre” dell’UE di adoperarsi per il riconoscimento europeo dei legittimi diritti del popolo palestinese e mettere fine alle politiche di aggressione di Israele, utilizzando anche la pressione economica e commerciale su Israele.

Il coordinamento delle Comunità palestinesi in Italia chiede a tutte le forze politiche e sindacali e a tutti le associazioni e comitati che lavorano per la pace e la giustizia nel mondo di aderire alla nostra manifestazione inviando l’adesione al nostro indirizzo mail : [email protected]
Coordinamento delle Comunità Palestinesi in Italia

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venerdì 12 settembre:
alla festa del partito comunista si parla di imperialismo

di pennatagliente
Venerdì dodici settembre, Torino: a pochi passi dalla porta due dello stabilimento Fiat di Mirafiori – presso i giardini della bocciofila di corso Siracusa 209 – si tiene la festa della federazione provinciale del Partito Comunista.
Il menù della giornata prevede un aperitivo solidale – il cui ricavato andrà alla Carovana antifascista, promossa dal gruppo musicale Banda Bassotti – ed un concerto del complesso degli Egin.
Nel mezzo, l’evento politico, rappresentato da un dibattito su “Ucraina e Palestina: due fronti dell’imperialismo”, che vede come relatori: Enrico Vigna e Claudio Panero del Centro di Cultura e Documentazione Popolare, che ha sede in città in via Riggio 14; Kutaiba Younis, del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina; Graziano Gulotta, del Fronte della Gioventù Comunista; Enzo Pellegrin, segretario provinciale del Partito Comunista.
Davanti a circa trenta persone – tra cui si riconoscono i rappresentanti della sezione locale del Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza-per il Comunismo – introduce la serata il rappresentante dell’ala giovanile del partito guidato da Marco Rizzo: presenta i relatori, e cede la parola al compagno Kutaiba.
Questi si incarica di fare un breve excursus storico degli avvenimenti nel Medio Oriente, per poi scendere nei dettagli di quanto successo nell’ultimo periodo in Palestina, con l’aggressione dell’entità sionista; di particolare interesse è il passaggio nel quale spiega come la resistenza – a differenza di quanto sostenuto dai media occidentali – è stata sin da subito attuata dalla jihad islamica e dal Fplp: solo successivamente si è unito anche Hamas.
A seguire tocca al compagno Enrico Vigna, il quale si occupa di informare i convenuti sulla situazione in Ucraina; lo fa da un’angolazione particolare: attraverso la riproposizione di notizie di prima mano sulla guerra – ottenute grazie all’ascolto dei mass media russi – che in occidente non arriveranno mai, a causa dello schieramento dei sedicenti giornalisti a favore dei golpisti neonazisti di Kiev.
Subito dopo prende la parola il compagno Panero, che precisa il ruolo dell’Organizzazione Terroristica dell’Atlantico del Nord nelle situazioni di crisi di cui hanno parlato i precedenti intervenuti, ricordando come siano sempre gli imperialisti yanqui – o direttamente o tramite un loro fantoccio, messo a capo della Nato soltanto per nascondere i veri padroni – a guidare questo gruppo armato di pressione su quella parte del mondo libera dalla loro influenza.
Ne è la testimonianza più eloquente il fatto che siano proprio i servi di Barack Hussein Obama a pretendere dai loro vassalli europei di aumentare le spese militari (per l’Italia si parla di portarle – dall’attuale 1,3 per cento – fino al due per cento del Prodotto Interno Lordo).
Conclude l’incontro il Pellegrin, che collega l’aumento – preteso dagli yanqui per finanziare le loro guerre di aggressione in giro per il mondo – delle spese militari ai continui pesanti tagli allo stato sociale che lo Stato italiano è costretto a fare per obbedire al padrone nord americano.

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ricordiamo!

Manifestazione nazionale di solidarietà con la Palestina
Sabato 27 a Roma alle 14 Manifestazione Nazionale Indetta dalle Comunità Palestinesi

Appello per una manifestazione nazionale in sostegno al popolo palestinese

http://proletaricomunisti.blogspot.it/2014...festazione.html
 
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TENARIS DALMINE: BOICOTTIAMO IL FASCISMO SINDACALE IN FABBRICA

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lunedì 29 settembre: presidio antifascista per il donbass. ma la falsa sinistra riformista dov’era?


di pennatagliente

Genova, lunedì ventinove settembre; davanti al civico numero due di via San Vincenzo si tiene, a partire dalle ore 17:30, un presidio in solidarietà con la carovana antifascista – ideata dal gruppo musicale Banda Bassotti – nelle repubbliche popolari del Donbass: Donetsk e Lugansk.
I partecipanti, riuniti attorno ad uno striscione rosso con scritta nera “Con la Carovana antifascista nelle Repubbliche del Donbass. No Pasaran!”, non sono tantissimi; una cinquantina in tutto, appartenenti a: City Strike Workers-collettivo Noi saremo tutto Genova, Partito Comunista, Partito Comunista dei Lavoratori, Circolo Culturale Proletario, e Proletari Comunisti.
Come si può vedere, nessuno dei partiti della falsa sinistra si è degnato di venire a protestare contro il governo fascista di Kiev; forse il fatto di avere a che fare con il Partito (sedicente) Democratico, nelle ormai prossime elezioni regionali, ne riduce drasticamente le possibilità di manovra.
In fondo, Don Matteo Renzi ed i suoi sgherri, all’inizio della rivolta – che ha preso il là da piazza Maidan – si sono immediatamente schierati contro il governo legittimo di Viktor Fiodorovic Yanukovich.
In mattinata il raggruppamento dell’Altra Liguria ha fatto uscire un comunicato stampa nel quale annunciava che si presenterà alle elezioni regionali in contrapposizione con i sedicenti democratici: forse, se questa gente fosse stata presente alla manifestazione, sarebbe stata anche un po’ più credibile; così ha solo dato dimostrazione di parlare, sempre e comunque, a vanvera.
 
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3 Ottobre 2014: Lotta di classe internazionale contro la disoccupazione



Federazione Sindacale Mondiale FSM - WFTU | wftucentral.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

27/09/2014

3 Ottobre 2014: Perché una giornata contro la disoccupazione?

La Segreteria della FSM mette al centro della Giornata di Azione internazionale 2014, la lotta contro la disoccupazione. Non si tratta di una scelta casuale. La disoccupazione rappresenta oggi il problema maggiore e più pericoloso per la classe operaia internazionale in tutto il mondo capitalista.

I disoccupati sono milioni e milioni, condannati alla povertà e privati perfino dei bisogni più basilari; accanto a loro altri milioni di schiavi impiegati in nero, a tempo parziale, esternalizzati, in condizioni lavorative e salariali squallide. Ogni famiglia conta uno o più disoccupati: la disoccupazione è un problema generalizzato.

La borghesia e i loro governi traggono vantaggi da questo problema: riducono gli stipendi, tagliano gli ammortizzatori sociali; propongono condizioni di lavoro a favore dei monopoli: i lavoratori non hanno diritti, ottengono bassi stipendi, nessuna stabilità, nessuna sicurezza sociale, dequalificazione.

La Segreteria della FSM insiste sul fatto che la lotta contro la disoccupazione è un compito centrale per la classe operaia e per tutte le organizzazioni sindacali. Solo la lotta di classe consente di creare le condizioni per una via d'uscita dalla situazione attuale a favore dei disoccupati, per i lavoratori, per gli strati popolari.

La classe operaia in alleanza con i contadini poveri, i lavoratori autonomi, le popolazioni indigene e i progressisti devono esigere soluzioni favorevoli ai popoli. Per oggi e per domani.

Disoccupati, lavoratori,
in Asia, in Sud e Nord America, in Europa, in Africa, in Medio Oriente, in Australia, la disoccupazione è una caratteristica intrinseca del capitalismo; fa parte del suo DNA. Oggi, a causa della crisi capitalista internazionale, il tasso di disoccupazione segna un andamento in crescita in tutti i paesi.

La Federazione Sindacale Mondiale fa appello a tutte le Organizzazioni sindacali a partecipare alla Giornata di Azione Internazionale per la difesa del diritto al lavoro, il diritto al lavoro dignitoso e per rivendicare misure immediate di tutela dei disoccupati.

La FSM e i suoi membri chiamano il 3 Ottobre 2014 milioni di lavoratori in tutto il mondo a partecipare alle attività, iniziative, picchetti, proteste, manifestazioni e scioperi nei paesi di tutto il mondo.

Quanti sono i disoccupati?

Anche se la disoccupazione è una grande ferita per la classe operaia di tutto il mondo, non conosciamo l'entità specifica del problema. I metodi di controllo statistico della disoccupazione sono inaffidabili poiché restano uno strumento per le manovre politiche e governative di manipolazione dell'opinione pubblica. I numeri descrivono le indicazioni dei governi e dei datori di lavoro.

I dati statistici ufficiali sono individuati in base alla definizione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro. Secondo questa definizione: "Il tasso di disoccupazione rappresenta i disoccupati come percentuale delle forze del lavoro. Le forze lavoro totali sono rappresentate dagli occupati e dai disoccupati. I disoccupati sono le persone in età compresa tra i 15 e i 74 anni che:

- Sono senza lavoro nella settimana di riferimento (!!!)
- Sono disponibili a lavorare entro le prossime due settimane (!!!)
- Hanno fatto ricerca attiva di lavoro nelle ultime quattro settimane o inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla settimana di riferimento (!!!)".

Secondo l'OIL nel 2012 oltre 197 milioni di persone sono disoccupate nel mondo, vale a dire il 6% della forza del lavoro globale.

E' chiaro, tuttavia, che la definizione dell'OIL esclude un gran numero di persone disoccupate o prive di un salario di sussistenza. Per esempio, coloro che hanno lavorato una sola ora durante la settimana della rilevazione dei dati, i lavoratori stagionali, i lavoratori in imprese familiari, i lavoratori sottopagati, quelli che hanno dichiarato di non essere in grado di iniziare un lavoro nelle due settimane successive alla rilevazione (ad esempio per motivi di salute), quelli che partecipano a programmi di formazione professionale o sono in tirocinio e non ricevono un reddito, i ricercatori che hanno perso la speranza di fare ricerca a causa della disoccupazione di lunga durata, i contadini che hanno recentemente perso la terra e sono alla ricerca di occupazione.

Perché disoccupazione esiste?

La disoccupazione è una caratteristica intrinseca del modo di produzione capitalistico. L'esclusivo obiettivo della produzione capitalistica è il profitto, non il soddisfacimento dei bisogni popolari.

La disoccupazione è utile al capitale. E' utilizzata per preservare il timore del licenziamento e come arma di ricatto per contenere il tenore di vita e le sue rivendicazioni economiche nelle trattative per il prezzo della sua forza lavoro.

In nome della disoccupazione, vengono violati e aboliti i diritti lavorativi e sindacali, cancellata la giornata lavorativa di 8 ore, sono promosse condizioni di lavoro flessibili, il lavoro precarizzato a mesi, settimane, giorni, viene legalizzato subappalto di manodopera: un sistema di schiavitù moderno, in cui alle imprese vengono offerti finanziamenti statali per assumere forza lavoro accanto a enormi esenzioni fiscali.

Inoltre, la disoccupazione è necessaria al capitalismo consentendo che la riserva dei disoccupati siano una fonte inesauribile di forza lavoro disponibile per tutte le possibili scelte di investimento capitalista.

Perché la disoccupazione aumenta rapidamente?

In condizioni di crisi capitalista internazionale, il tasso di profitto che i capitalisti traggono dai loro investimenti è inferiore al periodo di sviluppo o comunque al livello desiderato. Questo è uno dei motivi fondamentali per cui le imprese vengono fuse o acquisite, gli investimenti arrestati o delocalizzati, c'è un riordinamento generale, con la concentrazione e la centralizzazione della produzione nel quadro competitivo, per esempio con il trasferimento di investimenti verso paesi con manodopera più economica o condizioni più favorevoli al capitale. Molte aziende di medie e grandi dimensioni chiudono.

In generale, la distruzione delle forze produttive impatta pesantemente sulla più grande forza produttiva: la classe operaia. Milioni di salariati sono spinti alla disoccupazione dalla chiusura di imprese o dall'applicazione di riforme nel settore pubblico. Tanti subiscono politiche antisindacali, con riduzioni di stipendio e tagli alle pensioni, sotto scacco i diritti lavorativi e sociali.

Inoltre, gli attacchi imperialisti, le guerre imperialiste intensificano il problema e aggravano la situazione.

La disoccupazione può essere eliminata?

Sicuramente! Questo deve essere l'obiettivo della lotta di classe operaia mondiale: lo sradicamento della disoccupazione e l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. Per una società in cui le persone avranno un lavoro e condizioni di vita e sanitarie dignitose e sarà assicurato uno sviluppo a tutti i livelli. Per una società umana.

Nel corso di questa lotta, ogni giorno combattiamo ovunque per la tutela dei disoccupati. Al giorno d'oggi, le esigenze sociali contemporanee delle masse popolari vanno espandendosi. Allo stesso tempo milioni di mani esperte e abili nel lavoro rimangono inutilizzate a causa della disoccupazione. La soddisfazione di tutti i bisogni contemporanei fornirebbero notevoli opportunità di lavoro. Anche la fine delle privatizzazioni genererebbero posti di lavoro, mettendo un freno ai licenziamenti e alle persecuzioni.

Contemporaneamente, il progresso tecnologico e scientifico e lo sviluppo di nuovi mezzi di produzione potrebbero migliorare immensamente le condizioni di lavoro e di vita, riducendo le ore di lavoro necessarie a 7 o 6 ore al giorno per tutti i lavoratori, con un miglioramento degli stipendi. Al contrario di ciò che accade oggi quando il capitalista sceglie di sfruttare un lavoratore per 10-13 ore o dividere uno stipendio su due lavoratori come contratto part-time.

Inoltre, l'eliminazione della fame, delle malattie, la tutela dell'ambiente, il miglioramento dell'assistenza sanitaria, dell'istruzione, dei servizi sociali, la creazione di organismi pubblici per la protezione contro le catastrofi naturali, il soddisfacimento dei bisogni abitativi della popolazione, l'attuazione di politiche per lo sport e la cultura dei popoli, l'uso corretto delle risorse naturali, l'ulteriore progresso tecnologico e scientifico impiegherebbero milioni di lavoratori.

Queste politiche sono impedite dall'anarchia del modo di produzione capitalistico in cui gli investimenti non vengono incanalati verso i bisogni sociali, ma votati al tasso di profitto; sono politiche bloccate dal saccheggio delle risorse, dai cartelli e dalle multinazionali nei paesi di Africa, America Latina, Asia. Bloccate perché il potere è nelle mani della borghesia e dei suoi rappresentanti politici.

Questo è il motivo per cui, insieme alla lotta quotidiana per la sopravvivenza dei disoccupati, accanto alla lotta contro le politiche che generano e accrescono la disoccupazione, è necessario che aiutiamo la classe operaia internazionale a rendersi conto che una soluzione completa e reale alla situazione, passa da un'assunzione diretta della questione nelle sue proprie mani.

Con questo orientamento, la Federazione Sindacale Mondiale riconosce e tutela il diritto al lavoro e lotta per l'eliminazione della disoccupazione. Lotta per tutti i piccoli e grandi problemi dei lavoratori.

Allo stesso tempo, la FSM sottolinea che con l'abolizione della barbarie capitalista e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, con la formazione di una società in cui siano centrali nel processo decisionale i bisogni delle persone e non il profitto, la disoccupazione sarà un lontano ricordo.

Cosa facciamo oggi - Rivendicazioni immediate

I lavoratori e le loro famiglie che non hanno alcuna responsabilità per il fenomeno della disoccupazione, ne sono pesantemente influenzate. Quindi, la FSM richiede le seguenti misure di tutela dei disoccupati:

- Sussidi di disoccupazione sostenuti dal bilancio dello Stato per garantire un tenore di vita dignitoso per i disoccupati e le loro famiglie per tutto il tempo dell'inattività;
- Assistenza sanitaria gratuita per i disoccupati e le loro famiglie;
- Sconti sostanziali sulle tariffe dell'energia, dell'acqua, nelle forniture per il riscaldamento e possibilità di accesso ai mezzi di trasporto di massa:
- Sussidi per la casa (affitti);
- Libero accesso all'istruzione per i figli dei disoccupati;
- Congelamento delle rate dei prestiti e degli interessi;
- Conteggio del periodo di disoccupazione ai fini pensionistici.

Soprattutto durante la crisi capitalista internazionale, i sindacati hanno il dovere particolare di mantenere il contatto con i lavoratori disoccupati, per trovare il modo di organizzare le loro lotte e unirli ai lavoratori occupati e affrontare i problemi dell'assenza di lavoro.

3 Ottobre 2014: Giornata di Azione Internazionale

Il 3 Ottobre in occasione della Giornata di Azione internazionale, denunciamo le cause reali della disoccupazione, informiamo i lavoratori e i disoccupati, organizziamo azioni in ogni paese, uniamo le nostre voci, coordiniamo la nostra azione!

L'evento centrale della Federazione Sindacale Mondiale si terrà il 3-4 ottobre a Palamela, Portogallo, con il titolo: "Combattere la disoccupazione, per un lavoro dignitoso".

La Segreteria della FSM
 
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Con la resistenza kurda contro ISIS e imperialismo -
martedì presidio a Torino


Da più di due anni il popolo del Rojava – regione a maggioranza curda nel nord della Siria – ha liberato il proprio territorio sperimentando una vera e propria rivoluzione sociale, fondata sulla partecipazione dal basso, l’uguaglianza tra uomini e donne e il rispetto dell’ambiente.
Proprio in queste ore, la “confederazione democratica” del Rojava è sotto attacco.
Le sue milizie di difesa del popolo (YPG) e delle donne (YPJ), con l’aiuto dei guerriglieri del PKK, stanno combattendo – in particolare nel cantone di Kobane – un’eroica e disperata resistenza contro i tagliagole dello “Stato islamico”.
L’autogoverno del Rojava sta dimostrando sul campo la possibilità di un’alternativa alla balcanizzazione del Medio oriente, alla guerra fratricida, alla rapina delle risorse...
Proprio per questo si trova isolato, censurato, strangolato, dalla politica ipocrita di tutte le forze statali e capitaliste (Turchia in testa), che sostengono di fatto l’avanzata dell’I.S., mentre pubblicamente fingono di opporvisi.
Proprio per questo, in ogni dove c’è chi sta riconoscendo come propria la resistenza degli uomini e delle donne di Rojava!
Spezziamo l’isolamento! Sosteniamo la resistenza popolare in Rojava!

Presidio di solidarietà – piazza Castello, Torino
martedì 14 ottobre 2014, ore 18:00

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view post Posted on 17/10/2014, 14:12

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Con il movimento che scenderà in piazza a Bologna contro Visco e i fascisti.
Che sia una cacciata "magistrale"!



Sabato 18 ottobre a Bologna Forza Nuova in presidio e Visco per una lectio magistralis.

Dopo la cacciata dei militanti di Forza Nuova travestiti da sentinelle in piedi di domenica 5 ottobre, Roberto Fiore ha convocato per sabato 18 una manifestazione nazionale in centro a Bologna.

Affermiamo con forza la nostra volontà di impedire questo raduno di nostalgici, sessisti e nazisti. Nessuno spazio ai fascisti, a maggior ragione nel ricordo dei 70 anni dall’eccidio di Marzabotto e con una ferita ancora aperta come la strage del 2 agosto 1980.

Sempre sabato 18 ottobre il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco sarà presente qui a Bologna per una lectio magistralis dal titolo “Perché i tempi stanno cambiando”.

Ignazio Visco è uno dei più importanti responsabili della gestione della crisi che produce sofferenze, precarietà e povertà. Visco rappresenta in pieno nel suo ruolo istituzionale l’emanazione diretta dei diktat che la Troika ha imposto all’Europa. Parafrasando il titolo della lectio, proponiamo a tutte e a tutti di riprenderci le strade della nostra città con un corteo che parli e pratichi nuovi e vecchi diritti, perché i tempi cambino davvero.

Sabato 18 ottobre ci riprenderemo parola e spazi di movimento, partendo da piazza XX settembre per poi andare dove sarà necessario esserci. Per costruire questo corteo invitiamo tutte e tutti a partecipare ad un’assemblea cittadina che si terrà mercoledì 15 ottobre in Aula C di via centotrecento 18 (aule di lettere) alle ore 20.

Per una Bologna libera, antisessista, antifascista e anticapitalista!

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view post Posted on 18/10/2014, 15:54

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CONTRO IL CORTEO RAZZISTA E FASCISTA DELLE LEGA, VOLANTINO DI PROLETARI COMUNISTI MILANO
CONTRO RAZZISMO, FASCISMO ANTIFASCISMO MILITANTE!


E LOTTA A TUTTO CAMPO CONTRO IL GOVERNO RENZI!

Il corteo promosso a Milano dalla Lega con lo slogan Stop invasione, Basta immigrazione rappresenta la prova generale di piazza della saldatura delle forze xenofobe, razziste, fasciste. Un vento reazionario che attraversa l’intera Europa. In preparazione della campagna per le elezioni comunali si delineano gli schieramenti e ogni “pezzo” cerca la sua visibilità: vedi il protagonismo mass mediatico di Salvini, la manifestazione del NCD di La Russa in stazione centrale contro i rifugiati, le dichiarazioni di vari esponenti tesi a dimostrare la “barbarie” dei musulmani rispetto una supposta superiore civiltà e valori occidentali.

Abbiamo già assistito a vili aggressioni ad immigrati, sino ad uccisioni: ogni campagna di criminalizzazione fomenta e “giustifica”, spande a piene mani razzismo. Le parole d’ordine “prima gli italiani”, le campagne che vedono gli immigrati come “favoriti” nell’assegnazione di case, come beneficiari di aiuti, alimentano in perfetto stile populista odio razziale, soprattutto in questa fase di crisi e distolgono l’attenzione delle masse popolari dalle politiche che dal governo vedono il peggioramento delle condizioni di vita, tagli a sanità, scuola e ai servizi in generale. Giusto contrapporre un corteo e contrastare questa feccia. Ma ciò non basta. Quello che deve muovere profondamente gli antirazzisti, gli antifascisti è la chiarezza che occorre un movimento Reale in grado di contrastare quotidianamente le molteplici forme in cui essi si manifestano.

Ciò vuol dire che non si può prescindere dalla lotta a tutto campo al governo - Moderno Fascista - Renzi che avanza come un carro armato nelle sue politiche al servizio del capitale e contro lavoratori, occupanti di case, immigrati, giovani, donne. Così come nel rafforzamento pratico e legislativo dello Stato di Polizia e nell’interventismo imperialista in tutti gli scacchieri caldi del mondo. Per questo occorrono iniziative permanenti contro la Repressione, il Fascismo e il Razzismo, contro l’interventismo imperialista del governo. Occorre sviluppare solidarietà internazionalista con le lotte proletarie e dei popoli oppressi in armi, dalla Palestina al Kurdistan, dal Brasile alla Turchia, all’India e per questo bisogna strenuamente lavorare.

Su questo accumulare forza, costruire unità, realizzare esperienze avanzate, costruire il partito nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse.

Circolo proletari comunisti Mi/Bg
 
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view post Posted on 22/10/2014, 13:51

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Verso lo Sciopero Generale del 24 ottobre

Da settimane andiamo segnalando che la potente accelerazione, impressa dall’esecutivo di Matteo Renzi, rappresenta un notevole cambio all’ordinario corso politico borghese conosciuto negli anni passati, in materia di strategie di governance e per tutto ciò che attiene all’insieme delle modalità di gestione/amministrazione del capitalismo tricolore.

Una condizione che è il prodotto di diversi fattori oggettivi e strutturali che si intrecciano tra loro in maniera convulsa e, spesso, contraddittoria con una tempistica sempre più veloce ed incalzante rispetto all’abituale tran/tran a cui eravamo abituati fino a pochi mesi fa.

Mentre le dinamiche generali della crisi economica non fanno intravedere, neanche agli osservatori più ottimisti, tempi di superamento a breve termine e mentre i fattori di competizione globale interimperialistica si accentuano sia in Europa e sia nel resto del mondo, per l’Azienda/Italia vengono a compimento alcuni snodi fondamentali o per un suo possibile rilancio nell’ambito dei paesi leader del capitalismo globale o per un ulteriore declino politico ed economico.

In questo contesto si situano l’azione del Governo Renzi e la sequenza di provvedimenti legislativi (dal Job Act alla Legge di Stabilità) che stanno ulteriormente deregolamentando, in senso marcatamente antisociale, non solo il mercato del lavoro ed il sistema delle relazioni sindacali e politiche ma la società in quanto tale e il suo ordinario involucro politico istituzionale.

In maniera complementare a questa nuova dimensione dell’azione di governo si colloca la ripresa dell’interventismo militare (dalla Libia, considerata da Renzi il cortile di casa dell’Italia, al ruolo che il belpaese sta svolgendo in Medio Oriente ed a ridosso della vicenda ucraina) di cui la nomina di Federica Mogherini a super/ministro dell’Unione Europea è l’esemplificazione materiale ed agente.

Un rinnovato ruolo del capitalismo tricolore esaltato dall’attuale semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea in cui il governo Renzi prova a riconquistare credibilità e spazi di manovra anche nei confronti del ruolo di capofila della Germania e dei settori più intransigenti della borghesia continentale europea.

Si configura quindi, con buona pace di molti nostalgici dell’inviolabilità del dettato costituzionale del 1945, un processo involutivo e scopertamente antidemocratico che allude ad una vera e propria democrazia autoritaria la quale spinge in avanti tutti i fattori di svuotamento formale e sostanziale degli ultimi simulacri del vecchio compromesso sociale che, fino ad ora, ha retto il caso/Italia.

Siamo – quindi – di fronte ad una modifica vera del quadro politico e dei tempi e modi dell’offensiva padronale e governativa la quale, nella sua azione multiforme e generale, punta ad una fortissima svalorizzazione del lavoro ed alla distruzione di ogni elemento di unità politica e materiale della classe, ben oltre gli attuali stadi di frantumazione e disgregazione del blocco sociale afferente i settori popolari della società.

Una risposta politica e sociale all’altezza della sfida dei poteri forti

Di fronte a queste novità e di fronte al maturare di scenari e problematiche inedite non è possibile resistere – né sul piano sindacale e né sul piano politico – continuando ad operare come se nulla fosse accaduto e come se vigessero le vecchie regole del gioco.

In tal senso, preoccupati dall’accelerazione avviata da Renzi e mantenendo la data decisa del 14 Novembre, ci sembrava opportuno tenere testa ai tempi imposti dal governo ed anticipare la risposta di lotta in modo unitario.

Questo anche per contrastare la ripresa della demagogia della Cgil (e di Landini) la quale sta, stancamente, ripetendo un abusato copione già rappresentato altre volte nel nostro paese ogni volta che si è palesato un passaggio importante dell’attacco capitalistico.

Una demagogia che ha, sempre, disorientato, come dimostra la storia sindacale di questo paese, migliaia di delegati onesti e combattivi contribuendo, di fatto, all’affermazione degli obiettivi del padronato e di Confindustria.

Purtroppo, nella discussione tra i compagni e nelle fila degli attivisti, ancora una volta, è prevalso il dato della frammentazione e si è imposto uno stile di lavoro ripiegato, a volte anche inconsapevolmente, sulle proprie specificità vertenziali e locali e poco attento alle responsabilità politiche su scala generale a cui, tutti noi, dovremmo puntare nella costruzione quotidiana del conflitto e delle sue forme di organizzazione, di lotta e di rappresentanza.

In tale scenario comunque lo sciopero generale indetto per il 24 Ottobre dalla USB, dall’ORSA e dall’UNICOBAS, con manifestazioni in tutte le principali città, ha l’importante funzione di garantire la continuità dello scontro con Renzi e di distinguersi dall’iniziativa della CGIL che tenta di recuperare in modo strumentale i consensi perduti tra i lavoratori.

Per questo - come Rete dei Comunisti - stiamo dando il nostro contributo militante anche alla mobilitazione generale del 24 Ottobre contro le politiche economiche e sociali del governo e contro i diktat della Trojka assieme a settori di lavoratori, di precari, di disoccupati, di immigrati e di comitati di scopo e mantenendo l’obiettivo di costruire un fronte di lotta unitario.

Settori di classe questi che hanno la necessità di costruire un forte sindacalismo conflittuale imperniato sulle esigenze moderne di una nuova confederalità, di un diffuso sindacalismo metropolitano e di un nuovo movimento operaio in una proiezione internazionale ed internazionalista.

Le lotte in corso e la loro prospettiva

Le ultime settimane ci segnalano - in un quadro generale in cui ancora prevalgono le tendenze alla frantumazione sociale e l’assenza di significative risposte sociali al complesso delle misure governative - alcuni episodi che, se correttamente interpretati, possono auspicare l’enuclearsi di un fronte di lotta politico e sociale nel paese adeguato alla sfida politica in campo.

Gli applausi raccolti dalla manifestazione napoletana contro il vertice della Banca Centrale Europea, le manifestazioni studentesche e dei precari della scuola dei giorni scorsi, le mobilitazioni di Torino e Milano contro le riunioni dei ministri dell’Unione Europea, la risposta di piazza di Bologna al raduno fascista e la contestazione alla conferenza del presidente di Banca Italia, il corteo di Genova contro la devastazione del territorio e le produzioni di morte del capitale, ma anche i fortissimi fischi alla Camusso a Terni, lo sciopero dei lavoratori della logistica e le tante vertenze diffuse nei territori sono segnali che indicano un paese non ancora pacificato in cui gli effetti della crisi stanno provocando, oltre alla rassegnazione, anche prime reazioni sociali.

Naturalmente queste lotte, queste resistenze sono ancora di tipo settoriale e non si pongono il tema della loro strutturazione organizzata nei posti di lavoro e nei territori. Non si evince ancora quell’embrione di blocco sociale coeso il quale potrebbe avanzare proposte di rottura dell’Unione Europea, dell’Euro, dei Trattati e dell’insieme delle politiche antisociali di cui è soggetto attivo il governo di Matteo Renzi.

Pesa e non poco, in questa situazione, la catastrofe teorica, politica e culturale della sinistra, fino ai suoi ultimi epigoni, i quali, in una perversa logica di coazione a ripetere hanno riproposto, per anni e per troppo tempo, una micidiale linea politica che, subalterna alle esigenze del capitale e del mercato, ha aperto varchi enormi all’iniziativa dell’avversario di classe.

L’orizzonte della trasformazione radicale della società e l’idea/forza del conflitto per difendere gli interessi di classe sono stati opacizzati, espunti e sacrificati all’affermazione di logiche e pratiche compromissorie, trasformiste, elettoralistiche ed, apertamente, conciliati con i poteri forti del capitale.

Da tempo sosteniamo che occorre ricostruire e riqualificare la Rappresentanza degli interessi del blocco sociale che può e dovrà concepirsi come un processo distinto e distante da ogni impossibile riedizione di unità delle sinistre o di mero assemblaggio di microrganizzazioni ma dovrà sperimentarsi nel vivo del conflitto e delle lotte sociali.

Anche su questo versante un primo, parziale, segnale di controtendenza è arrivato dalla recente Assemblea Nazionale di ROSS@, tenuta a Bologna, http://www.retedeicomunisti.org/index.php/...lancia-la-sfida la quale ha lanciato una proposta di lotta e di organizzazione per rompere una impasse politica che da qualche anno pesa nel nostro paese.

In tale contesto – è evidente – che non sarà indifferente la riuscita dello Sciopero Generale del 24 ottobre il quale potrà essere un viatico positivo per avanzare sulla strada di una ancora possibile ricomposizione politica e sociale (di cui lo Sciopero Sociale del 14 novembre è un ulteriore tassello) dei mille rivoli in cui, oggi, sono costrette le manifestazioni dell’insofferenza sociale nel nostro paese.

Facciamo appello, quindi, a tutti gli attivisti politici, ai militanti dei movimenti di lotta ad utilizzare l’appuntamento del 24 ottobre ed i cortei che sfileranno nelle varie città per ridare forma pubblica al loro protagonismo sociale e politico.

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