Comunismo - Scintilla Rossa

Trotskismo: Teoria e storia, Kostas Mavrakis

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Yuri Gagarin
view post Posted on 18/11/2013, 21:54 by: Yuri Gagarin




Lenin si è convertito al trotskismo?

Nel definire l'orientamento generale della lotta, l'obiettivo cui devono tendere tutti gli sforzi dei socialdemocratici, Lenin dichiara nelle Due tattiche: « ...la forza capace di riportare una "vittoria decisiva sullo zarismo" può essere unicamente il popolo, vale a dire il proletariato e i contadini... La "vittoria
decisiva".., è la dittatura democratica rivoluzionaria del proletariato e dei contadini. » Questa dittatura avrà il compito di realizzare le « trasformazioni assolutamente e immediatamente necessarie al proletariato e ai contadini », ovvero il « programma minimo » del Partito. E Lenin aggiunge: « Non sarà però evidentemente una dittatura socialista, ma una dittatura democratica, che non potrà intaccare (senza che la rivoluzione abbia percorso varie tappe intermedie) le basi del capitalismo. » (6)Che dice Trotsky al proposito? « Il solo fatto, per i rappresentanti del proletariato, di entrare nel governo non come ostaggi impotenti ma come forza dirigente, distrugge la barriera tra programma minimo e massimo, pone cioè il collettivismo all'ordine del giorno... Per questo motivo, non può trattarsi di una forma speciale di dittatura del proletariato nella rivoluzione borghese, di una dittatura democratica (o del proletariato e dei contadini)... » (7) Qualche pagina prima aveva sottolineato: « Tutto il problema si riduce a questa domanda: chi determinerà il contenuto della politica governativa, chi formerà nel suo seno una solida maggioranza? »Questa la ragione per cui Lenin ha voluto verosimilmente attribuirgli la parola d'ordine « Niente zar ma un governo operaio » che riassume abbastanza bene la sua posizione.(9) Spiegando la risoluzione del III Congresso del POSDR Lenin dichiara al contrario: « ...si parla esclusivamente del governo rivoluzionario provvisorio e di nient'altro; non si parla affatto, cioè, per esempio, della "conquista del potere" in generale ecc... poiche la situazione politica della Russia non pone affatto all'ordine del giorno simili questioni, mentre ii popolo intero ha posto all'ordine del giorno l'abbattimento dell'autocrazia e la convocazione dell'Assemblea costituente. I congressi del Partito devono risolvere non i problemi sollevati, a torto o a ragione, da questo o quel pubblicista, ma quelli che, date le condizioni del momento e il corso oggettivo dello sviluppo sociale, hanno una seria importanza politica. » (10) (Corsivi dell'autore. [N.d.R.]) Quanto alla partecipazione dei socialdemocratici al governo rivoluzionario provvisorio, il III Congresso aveva semplicemente concluso che ciò era ammissibile. « In funzione del rapporto di forze e di altri fattori impossibili da determinare con precisione in precedenza. »(11) Si constata che Lenin non era per nulla incline a fare « pronostici» e la sua unica preoccupazione era di formulare parole che rispondessero ai compiti del momento indicandone i punti « essenziali, generali ». Più tardi Trotsky spieghera': « io mi opposi alla formula "dittatura democratica del proletariato e dei contadini" perche essa aveva, secondo me, il difetto di lasciare in sospeso la questione: a quale di queste due classi spettera la dittatura effettiva? »(12) Questa affermazione e esatta se Trotsky intende dire che Lenin non fissava a priori la composizione del governo « che avrebbe dovuto esercitare la dittatura democratica... ».(13)Ma essa è falsa se insinua che Lenin non parlava del ruolo egemonico della classe operaia. Nelle Due tattiche, ii capo bolscevico si è espresso piU di una volta sull'argomento: « La nostra intenzione e di dirigere... non soltanto il proletariato organizzato dal Partito socialdemocratico, ma anche quella piccola borghesia capace di marciare al nostro fianco.» (14) e anche: « ...il proletariato... deve essere abbastanza cosciente e forte per elevare i contadini alla coscienza rivoluzionaria, per dirigere la loro offensiva e attuare cosi di propria iniziativa una democrazia proletaria conseguente. » (15) Le critiche di Trotsky sono dunque assolutamente prive di fondamento. Prospettando un governo socialdemocratico omogeneo, egli sopravvaluta ii livello di coscienza politica dei lavoratori russi, sottovalutando nello stesso tempo, il potenziale rivoluzionario della massa contadina non ancora differenziata nel 1905. Nell'aprile 1917, la situazione e profondamente diversa. Lenin constata « l'approfondirsi del fossato tra gli operai agricoli e i contadini poveri da un lato, e i contadini proprietari dall'altro. » (16) Egli insiste sulla « lotta perchè predominino, in seno ai Soviet dei deputati, gli operai, i salariati agricoli, i contadini e i soldati ».(17) Se ora la formula della « dittatura democratica » ha fatto ii suo tempo, e per due ragioni:
1. Essa viene realizzata in certo qual modo nei Soviet: « Il Soviet dei deputati operai e soldati e la dittatura del proletariato e dei soldati; questi ultimi sono in massima par-te contadini. Si tratta dunque di una dittatura degli operai e contadini. » (18)
2. I Soviet, sotto la direzione della piccola borghesia, hanno cecluto il potere al governo provvisorio, e cioè alla borghesia.
Nella particolare situazione del 1917, bisognava colpire in primo luogo i rappresentanti politici di questa piccola borghesia, poiché essa ingannava le masse e consolidava il dominio della borghesia imperialista. Sappiamo che Stalin ha generalizzato questo caso particolare, mentre Mao ha seguito il principio contrario (e generale) di guadagnare le forze intermedie isolando i reazionari irriducibili. I trotskisti affermano che Lenin avrebbe condiviso « tacitamente », nell'aprile 1917, il punto di vista di Trotsky.(19) Lenin ha inflitto loro in anticipo delle solenni smentite, come questa che data appunto dell'aprile 1917: « Il trotskismo dice: "Niente zar, ma un governo operaio". È falso. La piccola borghesia esiste, non si può non tenerne conto. Ma essa si compone di due parti. La parte povera marcia con la classe operaia. »(20) E quest'altra che data del 1918: « Tutto si è svolto esattamente come avevamo previsto. Lo sviluppo della rivoluzione ha confermato l'esattezza del nostro ragionamento. In un primo tempo [Corsivo dell'autore. (N.d.R.)] essa è stata fatta insieme a "tutti" í contadini contro la monarchia, contro i grandi proprietari fondiari, contro il medio evo (ed è così rimasta una rivoluzione democratico-borghese). Successivamente [Corsivo dell'autore. (N.d. R.)] essa è andata avanti con i contadini poveri, con i semi-proletari, con tutti gli sfruttati contro il capitalismo, e in questo modo è diventata socialista. » (21) Si vede quale credito convenga accordare alla leggenda fatta circolare dai trotskisti, secondo cui Lenin si sarebbe convertito al trotskismo nel 1917 e avrebbe riconosciuto di essersi sbagliato a distinguere la fase democratica e la fase socialista. La nostra precedente dimostrazione proa il contrario. I trotskisti, tentando di rendere verosimile la loro tesi, sono perciò obbligati a spingersi ancora più in là sulla strada della falsificazione, inventandosi un Lenin che nega l'interpenetrazione di una tappa nell'altra. È ciò che fa Isaac Deutscher a beneficio dei suoi lettori:
« La sua politica [quella di Lenin] era saldamente fondata sul principio che la rivoluzione russa si sarebbe attenuta ai suoi obiettivi antifeudali. » (22) Se ci prendiamo la briga di verificare, constateremo che Lenin ha detto esattamente il contrario in Due tattiche della socialdemocrazia: « La dittatura socialdemocratica rivoluzionaria del proletariato e dei contadini.., ha un passato e un avvenire. Il suo passato è l'autocrazia, la servitù della gleba, la monarchia, il privilegio... Il suo avvenire è la lotta contro la proprietà privata, è la lotta del salariato contro il padrone, è la lotta per il socialismo. »(23)Dopo aver istillato nella mente dei suoi lettori ignari una prima contro-verità, Deutscher faticherà di meno nel far ammettere loro la seconda (quella che gli importa) che sembrerà ovvia: « Nel 1917,... Lenin cambiò idea. Nel concreto, la tesi della rivoluzione permanente [naturalmente non la sua denominazione piuttosto libresca] fu adottata dal Partito. » (24 )Così, per dare ragione a Trotsky, si deve imputare a Lenin un volgare errore opportunistico nel 1905, ciò che permette in seguito di falsificare in senso contrario le sue posizioni del 1917. Ammiriamo poi quel « naturalmente », che dispensa Deutscher dallo spiegarci come mai Lenin non abbia adottato la « denominazione » di « rivoluzione permanente », se era vero che questa corrispondeva a un concetto scientifico. Lenin avrebbe avuto timore dei termini e dei libri marxisti?

NOTE

6 Lenin, Opere complete, vol. IX, pp. 47-48.
7 « Results and Prospects », Permanent Revolution and Results and Prospects, Pioneer Publisher, New York, 1965, p. 212.
8 Ibid., p. 201. 9 Secondo Trotsky questo sarebbe ii titolo di un opuscolo di cui l'autore era Parvus. Cfr. La rivoluzione permanente, p. 39.
10 Opere complete, vol. IX, pp. 18-19.
11 Ibid., p. 18.
12 La rivoluzione permanente, p. 20.
13 Secondo Lenin questa formula non prevedeva « che un rapporto fra classi, e non un'istituzione politica che materializzasse questo rapporto, questa collaborazione ». (Opere complete, vol. IX.)
14 Opere complete, vol. IX, p. 38. Per piccola borghesia Lenin intende i piccoli produttori indipendenti, quindi specialmente i piccoli proprietari contadini.
15 Ibid., p. 51.
16 Opere complete, vol. XXIV p. 37.
17 Ibid., p. 39.
18 27 aprile 1917. Opere complete, vol. XXIV .
19 Cfr. Isaac Deutscher, Staline, Club du meilleur livre, 1961, p. 293; Pierre Broué, Le Parti bolchevique, 1963, p. 83.
20 Opere complete, vol. XXIV, p. 145. 21 Cfr. La rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky.
22 Staline, p. 293.
23 Due tattiche della socialdemocrazia (Opere complete, vol. IX, p.75).
24 Ibid.


Edited by Yuri Gagarin - 19/11/2013, 21:41
 
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