Comunismo - Scintilla Rossa

Trotskismo: Teoria e storia, Kostas Mavrakis

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Yuri Gagarin
view post Posted on 29/10/2013, 21:13




Trotskismo: Teoria e Storia



Kostas Mavrakis




INDICE



Introduzione

I Cronologia

II Un dogmatismo atemporale

La teoria "originale" di Trotsky
Dalla rivoluzione democratica alla rivoluzione socialista
Lenin si è convertito al Trotskismo ?
Trosky e i contadini
Il socialismo in un solo paese
Rivoluzione permanente o rivoluzione ininterrotta per tappe ?


III L'inattitudine all'analisi corretta

Brest Litovsk
Pianificazione amministrativa o economia politica
La pianificazione e la NEP
la grande svolta del 1929
L'accumulazione originaria socialista e i problemi della transizione


IV Un antiburocratismo burocratico

La questione del centralismo democratico
La critica trotskista della burocrazia
Trotsky e l'URSS
La questione di Stalin


V Degenerazione revisionista o rivoluzione culturale

La posizione trotskista
La base sociale della restaurazione capitalistica
Le nuove tesi di Ernest Mandel
Alcuni fatti che illustrano la restaurazione del capitalismo in URSS
La rivoluzione culturale

VI Stalin e Trotsky di fronte alla rivoluzione cinese

Introduzione
La cronaca : punti di riferimento
Come Isaac Deutscher scrive la storia
Trotsky e la rivoluzione cinese
Stalin ha tradito deliberatamente la rivoluzione cinese ?
Il Comintern e il PCC nel periodo dal 1928 al 1934
Trotsky e la rivoluzione cinese dopo il 1927
L'influenza delle interpretazioni trotskiste


VII La sconfitta dei comunisti greci

I comunisti greci nella Resistenza
L'intervento britannico del 1944
Dopo Varzika
La guerra civile
Le responsabilità di Stalin


VIII Conclusione : i tratti fondamentali del trotskismo

IX Le nostre critiche ad alcune organizzazioni trotskiste


La IV internazionale
I lambertisti e l'OCI

Appendice 1

Deciso fronte unito contro l'imperialismo americano

Appendice 2

La JCR nel maggio 1968

Appendice 3

L'itinerario ideologico di Ch'en Tu-hsiu

Bibliografia sommaria



INTRODUZIONE



Trotsky e i suoi epigoni hanno sempre negato l'esistenza del "trotskismo ". Essi si dichiarano i fedeli discepoli di Lenin. Secondo loro gli "staliniani" hanno coniato questo termine per designare una presunta teoria propria di Trotky allo scopo di farne il bersaglio dei loro attacchi , diretti in realtà contro la rivoluzione in URSS e nel mondo . Trotsky ha protestato , affermando che la sua concezione della rivoluzione permanente è derivata da Marx e che Lenin l'ha condivisa tacitamente nelle sue Tesi d'aprile . Certi elementi trotskisti o trotskizzanti , in particolare Isaac Deutscher e Alfred Rosmer , hanno affermato che non v'era differenza alcuna tra la rivoluzione permanente del loro maestro e la rivoluzione ininterrotta per tappe di Mao.
"Non ho mai preteso e non pretendo di creare una dottrina particolare . In teoria sono un allievo di Marx . Per quanto concerne i metodi della rivoluzione sono passato attraverso i metodi di Lenin" (1)
Vien da pensare che la difesa del trotskismo implichi la sua sconfessione e l'ignoranza dell'apporto teorico di Lenin . Nei dinieghi di Trotsky esiste tuttavia un fondo di verità .
Deutscher ha insistito nel suo attaccamento al " marxismo classico" . Dimostreremo in seguito che si tratta di un eufemismo designante un modo di procedere dogmatico ed empirico a un tempo , in quanto l'impotenza teorica che il dogmatismo comporta conduce coloro che ne sono afflitti a cadere nell'empirismo . Bukharin ha detto di lui che " eccelleva (..) nel tracciare prospettive rivoluzionarie generali " . I suoi talenti di teorico , in effetti , finiscono qui . Contrariamente a Lenin e a Mao , egli non ha mai saputo analizzare una situazione nella sua specificità , determinare la contraddizione principale e la parola d'ordine principale .Dal momento che non ha saputo individuare le leggi della rivoluzione in seno a una formazione sociale applicando nella pratica della lotta di classe i princìpi universali del materialismo storico , il suo contributo a questa scienza è nullo.Le sue poche "idee" originali non sono d'altronde le sue , poiché egli ha sopratutto volgarizzato quelle degli altri . Inoltre , non dava prova di molto discernimento nel suo ricollegarsi ai classici , come si vedrà nel caso della "accumulazione originaria socialista" Perfino i suoi partigiani più accesi sono imbarazzati quando si chiede loro quali siano i concetti da lui creati.
Per tutti questi motivi , si può parlare di trotskismo in quanto corrente ideologica ma difficilmente come di corpo dottrinale e per nulla di " guida per l'azione" . Le palinodie di Trotsky nei confronti della "reazione termidoriana"illustrano perfettamente la sua totale impotenza teorica . I trotskisti moderni , da parte loro praticano il dogmatismo di un dogmatismo. Nell'epoca della rivoluzione culturale , terza tappa del marxismo essi sono i relitti di un'epoca passata , marxisti della prima fase, come dire che non sono affatto marxisti.
I propagandisti borghesi e gli ideologi trotskisti hanno fatto lega all'insegna della comunanza dei beni .I primi forniscono ai secondi i loro laboratori di ricerca e documentazione . Le opere di cremlinologia e di sinologia , le pubblicazioni del consolato generale degli Stati Uniti a Hong Kong costituiscono le principali fonti delle diatribe trotskiste contro i paesi socialisti(2).
Da parte loro , i trotskisti sono importanti fornitori di ipotesi "teoriche " , di schemi e di falsificazioni storiche che permettono di attaccare Stalin e la Cina Popolare da un punto di vista apparentemente di "sinistra" , e ciò rappresenta una grande risorsa per certi giornalisti che si vogliono illuminati. Si tratta di "armonia prestabilita" , non di collusione deliberata . Per ragioni differenti, gli uni e gli altri propagano l'idea secondo la quale i partiti comunisti non erano altro che fantocci manipolati da mosca e da Stalin , origine di tutti i mali. Uno dgli argomenti più curiosi degli apologeti di Trotsky consiste nel paragonare l'uomo d'ingegno, lo scrittore brillante che era il loro idolo all'autodidatta Stalin , dallo stile pesante e sgraziato , per concludere che il secondo non potesse avere ragione contro il primo . Come se la validità, nella scienza marxista-leninista , fosse una questione di talento letterario.
Questa concezione corre come un filo nero attraverso tutte le pagine della biografia di Trotsky scritta da Isaac Deutscher. Lo stesso sottolinea con insistenza che Stalin non si era imposto come teorico prima del 1924. Orbene , da questo punto di vista , era Bukharin a godere del più alto prestigio dopo Lenin.Si vuole con ciò affermare che egli ebbe ragione di sostenere i kulaki , di lanciar loro la parola d'ordine "arricchitevi" , di perorare la costruzione del socialismo "a passo di lumaca "?Una simile logica sfiora talvolta il grottesco , come quando Deutscher dichiara che Ch'en Tu-hsiu era un "teorico" ben superiore a Mao (3).
I pubblicisti borghesi ragionano allo stesso modo. L'anarco trotskizzante Cadar rimprovera a Mao di essere un "primitivo" e di non avere un pensiero "raffinato". Gli sembra incomprensibile che autori "sofisticati" come Althusser , Glucksmann o Sollers(4) tengano Mao in così alta considerazione. L Bianco dichiara che Mao non è un "profondo pensatore " bensì un " mediocre teorico"(5). E' evidente che per lui essere un "pensatore" significa essere un "contemplativo". Egli constata che Mao ha saputo "svincolarsi dal dogma e vedere la realtà quale era" ma non si rende conto che per " vedere la realtà come è " occorrono lenti teoriche singolarmente potenti , oltre la capacità di dirigere le lotte delle masse che trasformano in modo rivoluzionario questa realtà ( per conoscere il gusto di una pera bisogna trasformarla mangiandola). Ciò che questi autori , analogamente a Trotsky , non riescono a concepire è il legame tra la teoria e la pratica e la forma concreta di questo legame : la linea di massa. Trotsky non ha avuto forse la pretesa di giudicare i rivoluzionari del mondo intero dal suo studio di Prinkipo o di Coyoacan senza nemmeno dirigere , come Stalin , una vera internazionale radicata nelle masse ?
Il risultato ( i suoi articoli), se ha talvolta lo splendore del vetro , ne ha anche la fragilità.
Il suo stile e la sua vasta cultura gli facevano credere che le sue idee fossero altrettanto profonde e solide.Molto spesso in lui la contrapposizione meccanica si sostituisce all'analisi razionale e la retorica al pensiero concreto. Si può anche dire che fu vittima tanto dei suoi lati positivi quanto delle sue debolezze; i primi gli davano l'illusione di possedere capacità che gli mancavano: quelle dello stratega politico e del teorico. Mao ha detto: « Più ci si crede superiori, più i risultati che si ottengono sono mediocri. » Chi ha avvicinato Trotsky ha notato la sua ambizione, il suo orgoglio, o meglio la sua arroganza. Egli poneva se stesso al di sopra di tutti, non concedendo che una sola eccezione, e ciò solo per il periodo dal 1917 al 1924. Nei suoi scritti, Trotsky ha almeno il buon senso di non insistere sull'ottima opinione che ha di se stesso. Per contro, non ci nasconde il disprezzo che nutre verso i dirigenti bolscevichi più eminenti. Un giorno si dovrà riunire un'antologia dei testi in cui condanna, denigra, ridicolizza i suoi avversari comunisti o i suoi compagni di lotta. La sua polemica metterà in ridicolo le sue vittime ma finirà per ritorcersi contro di lui. Noi non impiegheremo le stesse armi. Sottoporremo le sue tesi a un severo ma equo esame critico. È facile compilare una voluminosa raccolta di sciocchezze con estratti dei suoi libri e forte è la tentazione di passare sotto silenzio i meriti che egli ha acquisito accettando la direzione di Lenin durante i primi cinque anni della rivoluzione: questo è il modo di procedere degli autori revisionisti. Quanto a noi, preferiamo prendere di petto il fenomeno Trotsky poiché, dopo tutto, esso è sempre vivo, a dispetto di tutti gli esorcismi. È chiaro che Trotsky era dotato di grande talento. Brillante pubblicista, oratore pieno di brio, organizzatore dell'Armata Rossa, egli ha reso grandi servigi alla rivoluzione da quando entrò nel partito bolscevico. Il rovescio della medaglia sta nel suo estremo individualismo, nel suo orgoglio, nella sua arroganza e nel fatto che il rigore del suo pensiero era quello di un avvocato, non quello di un teorico che attinga la sua forza dal legame con le masse e dalla sua capacità di dirigerle. Le sue opere più conosciute Nuovo corso, La rivoluzione tradita, La rivoluzione permanente so-no abili e brillanti requisitorie pro domo sua, ma di limitato interesse dato che dimostrano, tutt'al più, che alcune delle critiche rivoltegli erano prive di fondamento. Effettivamente non tutto quanto ha affermato nella sua polemica contro Stalin era falso. Ma, come vedremo, si è sbagliato sull'essenziale. Il suo rivale possedeva su di lui un vantaggio determinante, che emerge quando si confrontano í loro rispettivi contributi al dibattito; era un leninista, un dirigente rivoluzionario della seconda fase del marxismo; Trotsky era un rivoluzionario « classico » sopravvissuto in un mondo post-classico, come ha affermato il suo biografo. Queste vecchie controversie presenterebbero un interesse unicamente storico, se i trotskisti non vi attingessero parte della loro argomentazione. E tenendo presente che essi esercitano una notevole influenza nell'ambito del movimento studentesco, facendo leva sulla confusione ideologica che regna in quest'ultimo, è di grande utilità confrontare con i fatti i principali temi della loro propaganda. I trotskisti partono da « principi teorici » di cui esamineremo la portata scientifica, ossia la capacità di comprendere la realtà in vista della sua trasformazione. Oltre a ciò, essi utilizzano esempi tratti dalla storia del movimento operaio. Non avendo mai assunto la direzione autonoma di una rivoluzione vittoriosa, dopo quarant'anni di esistenza delle loro organizzazioni su scala inter-nazionale, i trotskisti non possono appoggiarsi su esperienze esemplari compiute in base all'applicazione dei loro principi. La loro argomentazione è dunque fondata sulla critica dell'esperienza altrui. Vedremo che la loro versione della storia è, in ogni singolo caso, uno schema molto lontano dalla realtà. Non bastano a giustificarli i libri in cui Trotsky, i suoi discepoli e coloro che ne hanno subito l'influenza, accusano (spesso a ragione) gli storici « staliniani » di aver falsificato la storia. È forse il caso di stupirci se quest'ultima esce ancor più falsificata dalla loro letteratura apologetica? (6)
Da lungo tempo la menzogna e l'invettiva si sono sostituite alla seria confutazione del trotskismo. Le opere storiche sovietiche presentano una versione dei fatti talmente monca e unilaterale da risultare inutilizzabili da parte di un pubblico che può disporre di informazioni ulteriori, anche contraddittorie. La Storia dell'URSS di Aragon, da questo punto di vista, supera tutte le altre. Basta menzionare la disinvoltura con cui l'autore nasconde la polemica sulla rivoluzione cinese del 1927. È dunque opportuno far luce su questi problemi, in particolare per quanto concerne il movimento della gioventù, un settore importante del movimento popolare rivoluzionario. Sta di fatto che la degenerazione opportunista di numerosi partiti comunisti, specialmente in America Latina e in Europa, a partire dal 1945 e, in seguito, l'adozione delle tesi revisioniste del XX Congresso del PCUS, hanno contribuito a infondere un « secondo slancio » al trotskismo. Dopo esser stato controrivoluzionario (nel periodo 1929-1945), esso tende attualmente a incarnare, tramite parole d'ordine ultrarivoluzionarie, la rivolta della piccola borghesia intel-lettuale. Si spiega così il progresso costante e generale dei movimenti trotskisti dopo il 1960. Gli attacchi indiscrimi-nati di Krusciov contro la persona di Stalin e l'assenza di autocritica scientifica da parte del PCUS hanno .fornito ai trotskisti la possibilità di far passare í giudizi sull'URSS, espressi dal loro « profeta » negli anni venti o trenta, come previsioni sull'evoluzione di questo paese negli anni '50 e '60. Essi possono in tal modo giustificare retrospettivamente il loro atteggiamento durante l'epoca di Stalin, ingannando giovani dalle conoscenze storiche sommarie e, di conseguenza, vulnerabili di fronte a schemi d'interpretazione che, se hanno il merito della semplicità, non brillano certamente per rigore. Approfittando di questa favorevole situazione, essi pro-clamano spavaldamente che « il trotskismo... è divenuto la pietra di paragone... di tutti i movimenti rivoluzionari con-temporanei ».(7) La pubblicazione del libro di Léo Fíguères Il trotskismo, questo antileninismo (8) dimostra che il PCF è ormai costretto a riconoscere questa nuova situazione. Esso la fronteggia con í metodi consueti. Léo Figuères intitola un capitolo del suo libro: « Trotsky populista », ma si guarda bene dal mettere in guardia il lettore sul fatto che questa « prima parte della vita militante » di Trotsky, oggetto della trattazione, va situata nel periodo in cui questi aveva meno di 19 anni! Riferendosi alla guerra di Spagna, il nostro autore mette sul conto del trotskismo gli errori del POUM, mentre era stato proprio il capo della IV Internazionale ad accusare alcuni membri del POUM di essere « centristi impotenti ». Léo Figuères attribuisce infine a Trotsky un'opinione che lo stesso aveva combattuto, cioè che la burocrazia è una « nuova classe ». Queste ingiuste accuse (e altre più gravi che tralasciamo) provano a sufficienza che un libro simile è suscettibile di convincere solo gli ignoranti o coloro che sono già convinti in partenza. Nel criticare il trotskísmo da un punto di vista di destra, l'autore contribuisce a conferirgli un'aureola di sinistra che esso non merita affatto. L'intento del nostro libro non è di tracciare il bilancio del ruolo storico svolto da Stalin o da Trotsky e dal suo movimento. Noi ci proponiamo solo:

1. Di cogliere quella che, a nostro avviso, è l'essenza del trotskismo, per dimostrare in cosa esso si oppone al leninismo, in cosa è antidialettico e antiscientifico e dunque non rivoluzionario, per non dire controrivoluzionario;

2. Di dissipare i miti e le leggende intorno alla sua pretesa argomentazione storica, mostrando come essa sia contraddetta dai fatti o, in altri termini, da un'analisi scientifica della lotta di classe nel periodo considerato.

Diamo ragione a Stalin unicamente nei limiti del dibattito che l'ha opposto a Trotsky. La critica del secondo è riscontrabile negli scritti del primo, ma non inversamente. Ora, una confutazione di Trotsky non risulta esauriente se non viene associata a una critica di Stalin. Quest'ultima fa appello ai concetti formulati da Mao Tse-tung. Grazie a lui e alla rivoluzione culturale è oggi possibile superare lo « stalinismo » e, di conseguenza, regolare definitivamente i conti che esso ha in sospeso con il trotskismo sul piano teorico e pratico. Andando al di là dell'argomento base, che è la confutazione del trotskismo, le domande finiscono spesso per prevalere sulle risposte. Avvertiamo il lettore di questo fatto perché egli non venga indotto in errore dal tono talvolta troppo spigliato di queste pagine. Il nostro scopo non è quello di concludere il dibattito , ma di farlo avanzare .

NOTE

(1) L.Trotsky " la révolution défigurée " , De la révolution , Ed de Minuit , p. 111
(2) Vedere ad esempio , l'uso che ne fa Pierre Broué in le Parti Bolchevique , Ed de Minuit , Parigi , 1963 , e Livio Maitan nel suo rapporto sulla Rivoluzione Culturale al IX congresso della IV Internazionale
(3) Cfr Appendice 3
(4) Cfr le discours de la guerre , Ed l'herne , 1967
(5) Cfr Les origines del la révolution chinoise, Gallimard , 1967, p 133
(6) Prima della pubblicazione di Lezioni d'Ottobre, nell'ottobre 1924, la rivista « Bolchevik », criticando gli articoli di Trotsky, notava a ra-gione: « Il compagno Trotsky menziona gli stretti collaboratori di Lenin, coloro che hanno costituito il nucleo fondamentale del bolsce-vismo, soltanto nella misura in cui può sottolineare i loro errori. » (Citato da P. e I. Sorlin, Lénine, Trotsky, Staline, 1921-1927, Ed. A. Colin, 1961.)
(7) Pierre Naville , "le Monde", 5 aprile 1969 .
(8) Ed sociales, 1969


Edited by Sandor_Krasna - 4/2/2015, 01:41
 
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Yuri Gagarin
view post Posted on 30/10/2013, 21:13




I. CRONOLOGIA



Questa cronologia fornisce dettagli su alcuni punti non trattati nelle pagine seguenti e offre un quadro di riferimento per agevolare la loro comprensione. Tutto ciò che non era indispensabile a tale scopo è stato omesso.


26 ottobre 1879 Nascita di Lev Davidovic Bronstein.
1897 Inizio dell'attività militante a Odessa.
1898 Arresto. Influenzato per breve tempo dal populismo, egli diviene marxista con la lettura, in carcere, dell'opera di Lenin Lo sviluppo del capitalismo in Russia.
1902 Fugge dal suo luogo di deportazione in Siberia e giunge a Londra.
luglio 1903 Secondo congresso del partito socialdemocratico russo, risoltosi con una scissione. Trotsky appoggia l'ala opportunista, che verrà ormai designata col nome di menscevichi (minoritari) contro Lenin e i bolscevichi (maggioritari).
1904 Trotsky si reca a Monaco dove incontra il teorico socialdemocratico tedesco di origine russa Parvus. Trotsky mutuerà da lui gli elementi della sua teoria della rivoluzione permanente.
9 gennaio1905 Domenica di sangue. Le "forze dell'ordine"aprono il fuoco su una manifestazione pacifica diretta dal prete Gapone
febbraio 1905 Trotsky arriva a Kiev , poco dopo si reca a San Pietroburgo
ottobre 1905 Sciopero generale a Pietroburgo, Gli operai formano un soviet (consiglio) di delegati , di cui Trotsky viene eletto presidente. Spaventato lo zar pubblica un "manifesto" in cui promette una costituzione , le libertà civili e il suffragio universale , pur non avendo affatto l'intenzione di mantenere la parola
3 dicembre 1905 La polizia arresta tutti i membri del Soviet. Per tutta risposta gli operai di Mosca diretti dai bolscevichi si sollevano. Vengono schiacciati dall'esercito dopo 10 giorni di combat-timento sulle barricate. Parecchie altre rivolte. I socialdemocratici boicottano le elezioni alla Duma.
19 settembre - 2 novembre 1906 Processo del Soviet di San PietroburgoGli accusati sono condannati alla deportazione perpetua.
febbraio 1907 Trotsky si dà alla fuga prima che il convoglio dei prigionieri arrivi a de-stinazione
aprile 1907 Il III° Congresso del partito social-democratico si riunisce a Londra. Trotsky nega l'importanza delle divergenze che oppongono bolscevichi e menscevichi. Assume l'atteggiamen
to di un conciliatore « al di sopra della mischia », ma si unisce ai menscevichi per attaccare Lenin a proposito delle attività di guerriglia dei commando bolscevichi, in particolare nel Caucaso, sotto la direzione di Stalin.
ottobre 1908 Trotsky si stabilisce a Vienna, occupandosi soprattutto di giornalismo. Trotsky pubblica il primo numero della « Pravda ».
gennaio 1910 I dirigenti menscevichi e bolscevichi si riuniscono a Parigi e decidono:

1. Di escludere gli « otzovisti » (boicottatori della Duma) che con-dannavano qualsiasi attività legale e i « liquidatori » avversi al lavoro clandestino;

2. Di dissolvere le loro organizzazioni e di fonderle. I menscevichi tuttavia violano ben presto l'accordo. Si rifiutano di espellere i liqui-datori e conservano la loro organizzazione separata. Lenin, al contrario, tien fede ai suoi impegni. Trotsky, nella « Pravda », si astiene dal condannare l'atteggiamento scissionista dei menscevichi. Indipendentemente dalle sue professioni di fede, a lui ciò che importa non è l'unità, bensì la sua posizione d'arbitro fra i due campi.

1912 Conferenza di Praga dei bolscevichi che decidono di rompere con i menscevichi. Trotsky li denuncia violentemente. La sua collera raggiunge il culmine quando, nell'aprile 1912, i bolscevichi fanno uscire a Pietroburgo un quitidiano chiamato "Pravda" , il cui capo redattore è Stalin . Dopo averli minacciati di "prendere altre misure" se il loro giornale non avesse mutato nome, è lui che rinuncia a continuare la pubblicazione della sua "Pravda"
agosto 1912Su iniziativa di Trotsky, i menscevichi, i liquidatori, i bolscevichi di sinistra (o otzovisti), il Bund ebreo e il gruppo di Trotsky si riuniscono in una Conferenza a Vienna e formano ciò che è noto come « Blocco d'agosto ». Il fine di questa manovra è di rigettare su Lenin la responsabilità della scissione. Il Blocco d'agosto si sfalderà molto rapidamente.
aprile 1913 Lettera di Trotsky al dirigente menscevico Ccheidze in cui dichiara: « Tutto il leninismo in questo momento è fondato sulla menzogna e sulla falsificazione e porta in sé il germe della propria decomposizione. »
5 agosto 1914 Scoppia la prima guerra mondiale. I partiti socialdemocratici delle potenze belligeranti, a eccezione dei bolscevichi, tradiscono gli impegni che avevano presi al Congresso della II° Internazionale, votano i crediti di guerra, si pronunciano per la « difesa nazionale » e per l'« unione sacra ».
gennaio 1915A Parigi, Trotsky diviene, insieme con Martov, redattore in capo di « Naché Slovo ». In questo giornale difende la sua parola d'ordine: « Né vittoria né sconfitta » che egli oppone al disfattismo rivoluzionario o « trasformazione della guerra imperialista in guerra civile » di Lenin. Quest'ultimo rispondeva che i partigiani dello slogan « Né vittoria né sconfitta » si schierano in realtà a fianco della borghesia e degli opportunisti, poiché essi « non credono » nella possibilità di azioni rivoluzionarie internazionali della classe operaia contro i rispettivi governi e non vogliono contribuire allo sviluppo delle sue azioni.
settembre 1915Conferenza di Zimmerwald (Svizzera) che riunisce i socialisti che si oppongono alla guerra (in maggioranza pacifisti). Il manifesto adottato alla fine della conferenza è conforme alla posizione centrista di Trotsky
aprile 1916La polizia francese vieta « Naché Slovo ».
30 ottobre 1916Trotsky viene espulso e instradato verso la Spagna, da dove si reca negli Stati Uniti
8-15 marzo (21-28 marzo) 1917 Il popolo rovescia lo zarismo. La borghesia gli sottrae la vittoria e instaura un governo provvisorio presieduto dal principe L'vov. Il Soviet dei deputati operai e soldati dominato da socialistirivoluzionari e menscevichi gli cede il potere.
16 (29) aprile Lenin fa rientro a Pietrogrado. Pubblica le sue Tesi d'aprile.

Edited by Yuri Gagarin - 31/10/2013, 20:23
 
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Yuri Gagarin
view post Posted on 31/10/2013, 20:44




17 (30) maggio 1917Trotsky arriva a Pietrogrado.
3 (16) luglio 1917 Manifestazioni armate chiedono che sia dato tutto il potere ai Soviet. I bolscevichi scavalcati dalle masse riescono a malapena a impedire che la manifestazione degeneri in insurrezione. La repressione si abbatte sui bolscevichi. La « Pravda » è proibita. Lenin si nasconde.
23 luglio (3 agosto)Trotsky viene arrestato.
26 luglio (6 agosto) VI Congresso del partito bolscevico. Stalin presenta il rapporto politico del Comitato Centrale. Il Congresso ammette nel partito l'organizzazione di Trotsky. Quest'ultimo viene eletto al Comitato Centrale.
24 agosto (6 settembre)Il generale Kornílov tenta di prendere il potere ma le truppe che egli lancia contro Pietrogrado, convinte dalla propaganda bolscevica, passano dalla parte del popolo.
4(17) settembre Trotsky è liberato
9 (22) settembre. I bolscevichi ottengono 'la maggioranza al Soviet di Pietrogrado; il Comitato Centrale bolscevico decide la preparazione immediata dell'insurrezione. Trotsky vi si oppone, insistendo perché si attenda fino al II Congresso dei Soviet. Questo fatto è taciuto da Trotsky nella sua Storia della rivoluzione russa dove, tuttavia, egli mette minuziosamente in evidenza ogni errore di Stalin o di altri dirigenti bolscevichi.
17 (30) ottobreZinov'ev e Kamenev, ostili all'insurrezione rivelano la decisione del Comitato Centrale nel giornale di Gorki « Novaia Gizn »
24 ottobre (6 novembre)Lenin giunge a Pietrogrado e si reca all'Istituto Smolny, sede del Soviet e quartiere generale dell'insurrezione, che egli dirigeva assistito da Trotsky e Antonov Ovséienko, membri del Centro militare rivoluzionario del partito bolscevico. Nella notte dal 24 al 25 tutti i punti strategici della capitale vengono occupati.
25 ottobre (7 novembre)L'appello redatto da Lenin « Ai cittadini di Russia » annuncia la destituzione del governo provvisorio e la presa del potere da parte del Soviet di Pietrogrado. il II° Congresso dei Soviet si riunisce la sera stessa. I due terzi dei delegati sono bolscevichi
2 (15) dicembre 1917Apertura dei negoziati di pace di Brest-Litovsk fra i rappresentanti delle potenze centrali e quelli del governo sovietico con alla testa Trotsky, commissario agli Affari Esteri. Decreto sulla creazione dell'Armata Rossa.
1(14) febbraio Adozione del calendario gregoriano.
10 febbraioI sovietici (che applicano il piano di Trotsky) rompono le trattative dichiarando che avrebbero smobilitato ma senza firmare la pace.
18 febbraio I tedeschi sfondano il fronte e avanzano verso la capitale senza incontrare resistenza
 
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Yuri Gagarin
view post Posted on 31/10/2013, 21:11




23 febbraio La nuova Armata Rossa blocca provvisoriamente i tedeschi davanti a Pskov e Narva (« Giornata dell'Armata Rossa »).
24 febbraio Trotsky dà le dimissioni dal suo posto di commissario agli Affari Esteri.
3 marzo Viene firmato, a Brest-Litovsk, il nuovo diktat tedesco.
13 marzo Trotsky è nominato commissario alla Guerra.
25 maggio Dietro istigazione della Francia, la legione cecoslovacca e le guardie bianche si impadroniscono della Siberia e avanzano fino a Kazan. I giapponesi e gli americani sbarcano a Vladivostok, gli inglesi prendono Baku e Arkhangelsk.
11 novembre Fine della guerra mondiale
2-7 marzo 1919 I Congresso dell'Internazionale comunista.
novembre Disfatta delle armate bianche di Judenic (nei pressi di Pietrogrado) e di Denikin (in Ucraina).
gennaio1920 Crollo dei Bianchi in Siberia
24 aprile I polacchi sostenuti dagli anglofrancesi attaccano la Russia sovietica e conquistano Kiev.
21 luglio-6 agosto II° Congresso dell'Internazionale.
12 ottobre Trattato di pace con la Polonia
novembre Sconfitta di Wrangel e fine della guerra civile
2-17 marzo 1921 Insurrezione di Kronstadt.
8-16 marzo X Congresso del Partito. Adozione della NEP; divieto delle frazioni. Trotsky è battuto sulla questione dei sindacati
22 giugno-12 luglioIII Congresso dell'Internazionale
3 aprile 1922 Stalin eletto segretario generale.
26 maggio Lenin subisce un primo attacco
16 dicembre Secondo attacco di Lenin
25 dicembreTestamento di Lenin
gennaio-marzoUltimi articoli di Lenin
15 ottobre Lettera di 46 eminenti oppositori che criticano la politica economica e l'assenza di democrazia nel partito. È Trotsky ad ispirarli dietro le quinte.
7 novembreApertura di un pubblico dibattito sulla lettera dei 46.
dicembre Pubblicazione del Nuovo Corso di Trotsky: egli attacca la « vecchia guardia » bolscevica, di cui teme la degenerazione burocratica, e fa appello alla gioventù. Zinov'ev chiede che Trotsky venga espulso dal Partito e arrestato. Stalin si oppone energicamente
 
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Yuri Gagarin
view post Posted on 1/11/2013, 13:01




16-18 gennaio 1924 La XIII Conferenza del Partito condanna Trotsky e i 46
21 gennaio Morte di Lenin
ottobre Trotsky pubblica le Lezioni di Ottobre. In questo testo egli tenta, ricordando i loro passati errori, di gettare il discredito su Zinov'ev e Kamenev che si trovano con Stalin alla testa del Partito. Riesce solo a suscitare una levata di scudi contro se stesso: « dibattito letterario ».
15 gennaio 1925 Trotsky da le dimissioni dal commissariato alla Guerra. Kamenev tenta di far abbandonare ii segretariato a Stalin, proponendo che quest'ultimo sostituisca Trotsky.
27-29 aprileXIV Conferenza del Partito. Prima divergenza tra Stalin, da un lato, che afferma la possibilita di costruire il socialismo in un solo paese, e Zinov'ev e Kamenev, dall'altro, che la negano. Nel corso dell'estate i seguaci di Zinov'ev polemizzano contro i bukhariniani, che accusano di difendere kulaki. Stalin sostiene Bukharin ma rifiuta la sua parola d'ordine « Arricchitevi » indirizzata ai contadini. Bukharin fa l'autocritica su questo punto.
18-31 dicembre XIV Congresso: Zinov'ev e Kamenev sono battuti. Trotsky non prende la parola. E da un anno che si disinteressa della politica e non si accorge neppure della nascita di una nuova opposizione
aprile 1926 Zinov'ev e Kamenev formano con Trotsky l'opposizione unificata.
14-23 luglio Trotsky presenta davanti al Comitato Centrale ii programma dell'opposizione. Zinov'ev perde il suo posto nell'Ufficio politico.
23-26 ottobre Trotsky e Kamenev vengono esclusi dall'Ufficio politico.Bukharin sostituisce Zinov'ev alla testa dell'Internazionale.
31 marzo 1927 Trotsky attacca la politica cinese dell'Ufficio politico.
luglio «Dichiarazione Clemenceau» di Trotsky. Egli annuncia che, in caso di guerra, l'opposizione tentera di prendere il potere per meglio assicurare la difesa del paese.
27 settembre Trotsky escluso dal Comitato esecutivo dell'Internazionale
21-28 ottobreTrotsky e Zinov'ev vengono espulsi dal Comitato Centrale.
7 novembre L'opposizione tenta di partecipare alle manifestazioni ufficiali con le proprie parole d'ordine: « colpite i kulaki, gli uomini della NEP e i burocrati », « applicate ii testamento di Lenin », « salvaguardate l'unita bolscevica ».
15 novembre Trotsky e Zinov'ev vengono espulsi dal Partito.
2-19 dicembre XV Congresso. il programma dell'opposizione era stato sottoscritto da solo 6.000 membri su 725.000. Zinov'ev e Kamenev riconoscono che le loro posizioni erano « erronee e antileniniste ».
17 gennaio 1928 Trotsky e esiliato ad Alma-Ata. Poiche i kulaki Si sono rifiutati di consegnare il grano al prezzo fissato, la carestia si fa sentire sempre più nelle citta.
6-11 aprile Il Comitato Centrale chiama alla lotta contro il pericolo kulak. Esso ordina la requisizione delle riserve di grano. Inizia il nuovo corso contro la destra.
settembre Discorsi di Kujbysev sull'accelerazione dell'industrializzazione. L'ala destra di Mosca viene eliminata. Bukharin critica la svolta a sinistra con il suo scritto Osservazioni di un economista.
10 febbraio 1929 Trotsky esiliato dall'URSS. Si installa nelle Isole dei Principi presso Costantinopoli.
16-23 aprile Il CC condanna la deviazione di destra
23-25 aprile La XIV Conferenza del Partito adotta il primo Piano quinquennale.
24 ottobre Crollo di Wall Street, inizio della grande crisi.
10-17 novembre Bukharin viene escluso dall'Ufficio politico. Fa l'autocritica.
27 dicembre Stalin lancia un appello per l'accelerazione della collettivizzazione e la liquidazione dei kulaki in quanto classe.
1930 Trotsky pubblica La rivoluzione sfigurata e La rivoluzione permanente. Fa uscire il primo numero del « Bol-lettino dell'opposizione »
1931-1932 Trotsky mette in guardia contro l'ascesa del nazismo e critica la tattica del PC tedesco.
30 gennaio 1933 Hitler al potere.
15-18 gennaio 1935 Primo processo di Zinov'ev e Kamenev, accusati di complicita nell'assassinio di Kirov. Trotsky pubblica Lo Stato Operaio, Termidoro e bonapartismo.
giugno Espulso dalla Francia, Trotsky e accolto in Norvegia.
febbraio 1936 Pubblicazione di La rivoluzione tradita.
giugno Vittoria del Fronte popolare in Francia
17 luglio Inizio della guerra civile di Spagna
19-24 agosto Primi processi di Mosca. Zinov'ev e Kamenev sono condannati a morte.
settembre L'URSS porta il suo aiuto alla Spagna repubblicana
27 settembre Yezhov sostituisce Jagoda alla testa della NKVD.
novembre L'VIII congresso straordinario dei soviet adotta una nuova costituzione, "la più democratica del mondo"
9 gennaio 1937Trotsky giunge in Messico
23-30 gennaio Processo di Pjatakov e di Radek
3 marzo Stalin presenta davanti al CC il suo rapporto « Per una formazione bolscevica »
11 giugnoComunicato che annuncia l'esecuzione di Tuchacevskij e di altri capi dell'Armata rossa.
2-13 marzo 1938 Processo di Bukharin e di Rykov
3 settembre Conferenza di fondazione della IV Internazionale.
30 settembre Accordo di Monaco.
dicembre Yezhov sostituito da Beria.Fine della grande purga.
28 febbraio 1939 Fine della guerra di Spagna.
22 agosto Patto russo-tedesco.
settembre 1939 agosto 1940 Trotsky scrive In defense of Marxism
maggio-giugno 1940 I tedeschi invadono la Francia
20 agosto Assassinio di Trotsky nella sua residenza di Coyoacan, per mano di un presunto agente dei servizi speciali sovietici.

Edited by Yuri Gagarin - 1/11/2013, 14:05
 
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Yuri Gagarin
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II. UN DOGMATISMO ATEMPORALE



La teoria « originale » di Trotsky

Nel maggio 1904 Trotsky era appena stato allontanato dal comitato di redazione dell'« Iskra », su proposta di Plekhanov. Egli continuò comunque a collaborare al giornale menscevico. In quel periodo si recò a Monaco, dove conobbe il socialdemocratico russo Helphand, il cui pseudonimo era Parvus. Rimarra con lui fino al febbraio del 1905 e ne sara' profondamente influenzato. Pur riservando, come il primo, la sua simpatia ai menscevichi, egli pretenderà di svolgere il ruolo di arbitro, di giudice e di paciere tra le due frazioni del , partito socialdemocratico russo e si terra perciò in disparte dall'una e dall'altra. La « teoria » della rivoluzione permanente è dovuta, nei suoi tratti essenziali, a Parvus. E' stato quest'ultimo a elaborare per primo parte delle idee che costituiranno l'ossatura del pensiero trotskista fino ai nostri giorni. In una serie di articoli intitolati Guerra e Rivoluzione, egli affermava che lo Stato nazionale, il cui sorgere aveva corrisposto alle esigenze del capitalismo industriale, poteva considerarsi ormai superato. Lo sviluppo di un mercato mondiale avrebbe abbattuto questa divisione in compartimenti stagni, accentuando l'interdipendenza reciproca delle nazioni. All'inizio della rivoluzione del 1905, Parvus scrisse una prefazione al libro di Trotsky I nostri compiti politici, in cui affermava: « II governo rivoluzionario provvisorio di Russia sara un governo di democrazia operaia... Siccome il partito socialdemocratico e alla testa del movimento rivoluzionario... questo governo sara socialdemocratico... un governo coerente con una maggioranza socialdemocratica. »
Trotsky ne dedusse molto semplicemente che un tale tipo di governo non avrebbe potuto che applicare una politica specificatamente socialdemocratica e che avrebbe preso immediatamente la strada delle trasformazioni in senso socialista. In questo egli si opponeva tanto ai menscevichi — che basandosi sul carattere democratico-borghese della rivoluzione sostenevano la grande borghesia liberale che stava cercando un compromesso con lo zarismo — quanto ai bolscevichi che, sia pur distinguendo fra la tappa democratica e la tappa socialista, ritenevano che ii proletariato dovesse mobilitare i contadini per assumere la direzione della rivoluzione democratica e portarne i compiti fino in fondo, cosa che non implicava assolutamente il fatto che la socialdemocrazia avesse la maggioranza in un governo che si fosse costituito in seguito a una vittoria popolare.(1)
Trotsky, questo eloquente tribuno, venne accettato alla testa del Soviet di Pietrogrado dai menscevichi e dai bolscevichi, appunto perche non rappresentava che se stesso e pertanto non avrebbe interferito nelle politiche che ciascuno porzava avanti. Lo dimostra ii fatto che sia gli uni che gli altri, pur continuando a polemizzare fra di loro, si preoccuperanno in seguito assai poco di combattere le sue concezioni. Prima di passare alla discussione sulla « rivoluzione permanente » partendo da una analisi della situazione concreta nel 1905, ricordiamo che Trotsky, in seguito, non sarebbe stato tanto fiero di essere considerato ii discepolo di Par-vus. Questi, nel 1914, si rivelera un social-sciovinista e, per giunta, mercante di cannoni e ignobile speculatore. Ecco perche Trotsky faceva risalire la propria teoria a Marx an-che se non osava negare ii suo debito nei confronti di Parvus. E vero che Marx usa ii termine « rivoluzione permanen-te », specialmente in Le lotte di classe in Francia, ma cio che dice su questo argomento si situa a un tale livello di astra-zione che risulta impossibile basarsi su questo test° per conferire la palma dell'ortodossia a Parvus e a Trotsky o a Lenin e a Mao. Sia gli uni che gli altri sono in accordo con Marxsia pur divergendo fra di loro. Marx era d'altra parte consapevole del carattere relativamente generale e astratto della sua definizione della rivoluzione permanente poiche si scusa di non poterla sviluppare sufficientemente a causa della mancanza di spazio.Il concetto di rivoluzione permanente cosi come viene sviluppato da Parvus e da Trotsky e un tentativo di risposta ai problemi della tattica rivoluzionaria nel 1905. E a partire da quel momento che su questo concetto appaiono delle divergenze fra coloro che si dicono marxisti. Queste divergenze saranno oggetto del nostro studio.

Dalla rivoluzione democratica alla rivoluzione socialista

(Riassunto delle pagine 16-24 dell'opuscolo Che fare? n. 3 cfr. bibliografia.)

Nel 1905, la rivoluzione imminente doveva realizzare compiti democratico-borghesi, ossia eliminare lo Stato zarista e la sua base sociale, la proprieta feudale, che frenavano lo sviluppo del capitalismo. La borghesia non poteva tuttavia dirigere questa rivoluzione, data la sua alleanza con i proprietari fondiari e la sua penetrazione nell'apparato statale, che essa trasformava graduaimente dall'interno. Da cio l'apparente paradosso: la borghesia non era interessata alla rivoluzione borghese; essa preferiva inevitabilmente il compromesso con lo zarismo. Nelle campagne, ciò nonostante, la borghesia rurale non si era ancora pienamente sviluppata, trovandosi irretita nei rapporti feudali. Tutte le categorie di contadini in via di differenziazione avevano inoltre un comu-ne interesse a rovesciare lo zarismo. Ii proletariato e i contadini erano dunque in questo momento le principali forze rivoluzionarie. Un'alleanza tra le due classi era necessaria per abbattere lo zarismo in modo rivoluzionario. Ii proletariato doveva dirigere questa alleanza: solo esso disponeva di una capacita organizzativa tale da rendere la propria egemonia possibile e necessaria. Per il proletariato, dirigere la rivoluzione significava: coinvolgere i contadini, appoggiarsi sull'iniziativa rivoluzionaria delle masse contadine, impedire alla borghesia di conquistarsi la direzione del movimento contadino per poi spezzarlo con una riforma agraria incompleta e burocratica (decretata dall'alto). La parola d'ordine « dittatura democratica rivoluzionaria del proletariato e dei contadini » stava a significare questa alleanza e questa egemonia. Inolire la direzione proletaria, col garantire la continuità della rivoluzione (e ii suo carattere radicale), avrebbe creato le condizioni per una rivoluzione socialista. Questa parola d'ordine rendeva possibile la partecipazione bolscevica a un governo rivoluzionario provvisorio che doveva esercitare tale dittatura. Di quali partiti si sarebbe dovuto comporre in maniera stabile questo governo? Era una domanda astratta, nel senso che solo la pratica poteva risolvere il problema, solo lo sviluppo reale della rivoluzione poteva apportare elementi per una risposta. La stessa domanda perse significato dopo ii fallimento della rivoluzione e l'apparizione di un nuovo assetto delle forze di classe. Questo punto e essenziale. Lo slogan « dittatura democratica rivoluzionaria del proletariato e del contadini » corrispondeva in modo adeguato alla situazione oggettiva della rivoluzione del 1905. Esso traduceva con molta precisione i compiti del proletariato: organizzare i contadini per l'instaurazione della dittatura comune. Non dava adito a nessun « enigma » (Trotsky). Una parola d'ordine risponde alle esigenze del momento. Quella dei bolscevichi nel 1905 era, come ogni parola d'ordine, uno strumento di agitazione e di propaganda; essa mostrava agli operai la via principale che doveva imboccare il cammino della rivoluzione: l'organizzazione dei contadini verso la conquista di un potere democratico conseguente; essa orientava la rivoluzione proletaria, sprigionava l'iniziativa contadina. Trotsky, dal canto suo, proponeva al proletariato di impadronirsi del potere statale e di servirsene successivamente per mobilitare i contadini: « Molti strati delle masse lavoratrici, particolarmente nelle campagne, saranno per la prima volta portati a partecipare alla rivoluzione e riceveranno un'organizzazione politica solo dopo che l'avanguardia della rivoluzione, il proletariato urbano, sara giunta al timone del potere.(3)
Nel 1917, la seconda rivoluzione trionfa, in piena guerra imperialista.Quest'ultima aveva contribuito ad accelerare lo sviluppo sociale .Il capitalismo sie era trasformato in capitalismo monopolistico di stato. Nelle campagne, il processo di differenziazione aveva compiuto notevoli rogressi.La riforma agraria zarista (stolpyn ) aveva consolidato la borghesia rurale. La guerra aveva unito operai e contadini in modo uniforme ; sono gli stessi soldati ammutinati che rovesceranno il governo zarista .La rivoluzione del 1917 portò all'instaurazione di un doppio potere.Da un lato il governo provvisorio che rappresentava la borghesia repubblicana imperialista , dall'altro i soviet. Questi si differenziavano dai soviet sorti dalle masse del 1905 per il fatto:

1 che erano armati
2 che, dato che la Russia era in guerra, esistevano soviet di soldati (in gran parte coscritti contadini).

Nelle sue Tesi d'aprile, Lenin spiega che la situazione ri-voluzionaria presenta caratteri specifici, in confronto a quella del 1905. La dittatura democratica si è realizzata nei Soviet, seppure in maniera incompleta, dato che il potere stesso coesiste con quello della borghesia imperialista. il compito del momento è di far passare tutto il potere nelle mani dei Soviet. Questa è la parola d'ordine avanzata della democrazia rivoluzionaria. In concreto, questa democrazia rivoluzionaria deve risolvere il problema agrario (compito identico, nei suoi principi, dal 1905 al 1917) e cominciare ad attuare programmi socialisti nelle campagne. È la guerra imperialista che porta all'ordine del giorno questi compiti del socialismo. La rivoluzione del 1917 è stata dunque rivoluzione proletaria, che doveva imboccare la via del socialismo dopo aver realizzato i programmi democratici.
Trotsky riscrive la storia. Egli isola i due momenti: 1905 e 1917, trascurando il periodo che li separa (episodio indubbiamente inutile per la sua dimostrazione); ed ecco ciò che diviene la storia del bolscevismo. Nel, 1905, stando a lui, Lenin ha formulato una « ipotesi »: dittatura rivoluzionaria democratica del proletariato e dei contadini, ipotesi che riposava su una « incognita »: il ruolo politico dei contadini. L'ottobre 1917 toglie l'incognita; l'ipotesi di Lenin (che prospettava la possibilità di un partito contadino avente la maggioranza nel governo rivoluzionario) non si è verificata , in quanto a trionfare è stata la dittatura del solo proletariato.
Il "pronostico" di trotsky , al contrario è confermato.
L'Ottobre 1917 non ha smentito il luglio 1905. A quella data, la parola d'ordine leninista era giusta , poichè corrispondeva ai compiti del movimento d'agitazione e di propaganda,Nel 1917 la nuova parola d'ordine leninista era giusta ,in quanto corrispondeva ai nuovi ì compiti del momento (guerra , differenziazione nelle campagne,sviluppo del capitalismo monopolistico, sviluppo effettivo della situazione che ha prodotto una imprevedibile forma concreta di doppio potere). La teoria di Trotsky suppone che le condizioni del 1905 e del 1917 siano identiche: infatti, per trovare nel 1917 la conferma di ciò che egli affermava nel 1905, Trotsky deve supporre che, tra i due momenti, niente sia mutato. Questo è il nucleo dell'astrazione trotskista. Trotsky, di conseguenza, è costretto a falsificare il significato dei testi di Lenin nel 1917. Questi diceva in effetti che la dittatura democratica si era in certo qual modo realizzata nel 1917 (sotto forma di Soviet). Trotsky finge di credere che, se la dittatura democratica sí è realizzata, essa ha assunto la forma del regime imperialista di Kerenskij: «Se da noi la dittatura democratica si fosse realizzata solo con il regime di Kerenskij al servizio di Lloyd George e di Clemenceau si sarebbe costretti a constatare che la storia si è burlata crudelmente della parola d'ordine strategica del bolscevismo. » (4)Ciò è falso. Lenin concepiva la forma sovietica come realizzazione della dittatura democratica. Trotsky tenta vanamente di mascherare la teoria leninista sotto la propria veste, basandosi sulla apparente coincidenza fra il proprio slogan del 1905 e quello di Lenín del 1917. Lenin non esitava a definire la parola d'ordine « Tutto il potere ai Soviet! » come quella, non del socialismo, ma della « democrazia rivoluzionaria avanzata »; egli si guardava bene dal giocare con le parole e con le astrazioni. La dittatura del proletariato non era per lui un'astrazione; dopo la rivoluzione si sforzerà di spiegare perché lo Stato sovietico era uno Stato operaio e contadino. Per ammissione di Trotsky e dei suoi epigoni la rivoluzione permanente non è una disputa passataLa sua importanza risiede nel suo valore attuale. Teoria generale formulata a partire dalle lezioni d'ottobre, essa avrebbe rapresentato la via universale del bolscevismo. Le "rivoluzioni coloniali", la Cina ieri, il Vietnam oggi lo dimostreranno in maniera brillante .I trotskisti hanno acquisito una notevole esperienza all'applicazione della teoria della rivoluzione permanente . Questa "disinvoltura" dev'essere spiegata : essa poggia sul contenuto stesso della teoria . Formatasi attaraverso la riduzione degli sviluppi concreti della situazione russa , essa si sviluppa nello stesso modo
Prendiamo l'esempio della Cina: durante circa vent'anni il Partito Comunista Cinese mobilita le masse con le parole d'ordine di nuova a democrazia, lotta contro l'imperialismo, il feudalesimo e il capitalismo burocratico. La vittoria di democrazia di tipo nuovo che realizza, sotto la direzione del proletariato, la rivoluzione agraria radicale, apre al socialismo. Per arrivare a questa vittoria, si sono distinguere esattamente le tappe della rivoluzione: latappa borghese nella sua base economica e la tappa socialista; ed è stato necessario preparare internamente alla prima, le condizioni per la seconda. Tutto ciò presuppone una salda direzione della lotta, che sappia guadagnare a sé, attraverso le proprie parole d'ordine, il maggior numero di alleati possibile, isolando il nemico principale. I trotskisti constateranno il risultato — la Cina socialista — e faranno la sottile osservazione: la rivoluzione non si è arrestata, essa si è sviluppata in continuità. Si tratta evidentemente di una rivoluzione permanente. Per vent'anni, lo slogan « staliniano » è è stato insufficiente; esso comportava, secondo l'affermazione dì Trotsky a proposito della parola d'ordine leninista di dittatura democratica rivoluzionaria del proletariato, una incognita « algebrica ». La sua risoluzione, come fosse « aritmetica », sarebbe la rivoluzione socialista. Chi ha fatto il più può fare il meno. Quando si sarà fatta la rivoluzione socialista (il massimo), si sarà fatta nello stesso tempo la rivoluzione democratica (il minimo). Dal fatto che la rivoluzione democratica si trasforma, a una fase determinata, in rivoluzione socialista, ì trotskisti deducono che la rivoluzione socialista è all'inizio democratica. Il loro rivoluzionarismo viene esaltato da questo giochetto di reciprocità che, eviden temente, è capzioso, poiché occorre preparare la fase in cui la rivoluzione si trasforma. Ciò suppone che le fasi siano distinte. È una condizione particolare per sprigionare l'iniziativa contadina. Nei paesi dominati dall'imperialismo, la rivoluzione agraria è un compito fondamentale. Il processo di subordinazione della classe dei proprietari fondiari all'imperialismo conferisce un nuovo senso concreto alla tesi: la questione agraria, in fondo, è una questione nazionale; la rivoluzione democratica, in ultima analisi, è una rivoluzione nazionale. Dal punto di vista strategico, l'esempio vietnamita lo conferma inequivocabilmente: il nemico principale di una rivoluzione democratica conseguente è l'imperialismo; un imperialismo concreto, nel nostro caso quello americano. La prima tappa della rivoluzione ininterrotta è dunque nazionale democratica. Colpendo lo stesso nemico della rivoluzione proletaria mondiale, essa fa parte di quest'ultima. Tutto ciò assicura migliori condizioni alla necessaria direzione della lotta da parte del proletariato, senza di che la rivoluzione nazionale democratica non sarebbe pienamente conseguente e non potrebbe trasformarsi in rivoluzione socialista. Questa necessaria direzione non è inevitabile, come dimostra la vittoria della rivoluzione nazionale non democratica in Egitto o in Algeria. Trotsky escludeva del tutto la possibilità di una vittoria rivoluzionaria nazionale diretta dalla democrazia piccolo-borghese.(5) La realtà smentisce il formalismo trotskista. La direzione proletaria suppone che l'iniziativa rivoluzionaria dei contadini si sviluppi nel corso della presa del potere e non dopo la presa del potere per mano degli operai (tesi di Trotsky). Questa direzione presuppone metodi d'organizzazione propri ai contadini per la conquista del potere. Affermando che i contadini non sono in grado di organizzarsi in « partito indipendente », Trotsky esclude la possibilità di organizzarli per la presa del potere. Riconoscere chiaramente questa condizione significa ammettere il carattere democratico rivoluzionario del potere da conquistare. I trotskisti non possono riconoscere la necessità (la legittimità) di un governo democratico (tesi del Fronte di Liberazione Nazionale) sorto sulle rovine dell'antico apparato statale, feudale, coloniale o neocoloniale. Riconoscere la necessità di inventare le forme di direzione che sprigionino l'iniziativa delle masse contadine significa rendere possibile la guerra popolare e la sua illimitata creatività rivoluzionaria.
(CONTINUA)

NOTE
1 Perche un partito diriga un movimento rivoluzionario non e necessario che la sua autorità venga riconosciuta dai suoi alleati. E' necessario e sufficiente che la sua linea politica sia conseguente, le sue parole d'ordine siano corrette, conformi agli interessi e ai desideri delle masse e capaci di unire tutti coloro che possono essere uniti in funzione di combattere ii nemico principale. I suoi alleati sono allora costretti a seguirlo almeno in una certa misura. Quando non lo seguono, questi si isolano e la loro influenza diminuisce dato che il partito applica nei loro riguardi una politica di unita e di lotta, appoggiandoli nella misura in cui queki alleati si oppongono al comune nemico, criticandoli quando tendono a piegarsi a dei compromessi.
2 Le lotte di classe in Francia dal 1848 at 1850, in Marx-Engels, Opere scelte, Editori Riuniti, Roma,
1966, p. 463.
3 La rivoluzione permanente, Einaudi, 1967, p. 53
4 La rivoluzione permanente, p. 86.
5 La rivoluzione permanente, p. 95 e sgg.


Edited by Yuri Gagarin - 18/11/2013, 21:50
 
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Yuri Gagarin
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Lenin si è convertito al trotskismo?

Nel definire l'orientamento generale della lotta, l'obiettivo cui devono tendere tutti gli sforzi dei socialdemocratici, Lenin dichiara nelle Due tattiche: « ...la forza capace di riportare una "vittoria decisiva sullo zarismo" può essere unicamente il popolo, vale a dire il proletariato e i contadini... La "vittoria
decisiva".., è la dittatura democratica rivoluzionaria del proletariato e dei contadini. » Questa dittatura avrà il compito di realizzare le « trasformazioni assolutamente e immediatamente necessarie al proletariato e ai contadini », ovvero il « programma minimo » del Partito. E Lenin aggiunge: « Non sarà però evidentemente una dittatura socialista, ma una dittatura democratica, che non potrà intaccare (senza che la rivoluzione abbia percorso varie tappe intermedie) le basi del capitalismo. » (6)Che dice Trotsky al proposito? « Il solo fatto, per i rappresentanti del proletariato, di entrare nel governo non come ostaggi impotenti ma come forza dirigente, distrugge la barriera tra programma minimo e massimo, pone cioè il collettivismo all'ordine del giorno... Per questo motivo, non può trattarsi di una forma speciale di dittatura del proletariato nella rivoluzione borghese, di una dittatura democratica (o del proletariato e dei contadini)... » (7) Qualche pagina prima aveva sottolineato: « Tutto il problema si riduce a questa domanda: chi determinerà il contenuto della politica governativa, chi formerà nel suo seno una solida maggioranza? »Questa la ragione per cui Lenin ha voluto verosimilmente attribuirgli la parola d'ordine « Niente zar ma un governo operaio » che riassume abbastanza bene la sua posizione.(9) Spiegando la risoluzione del III Congresso del POSDR Lenin dichiara al contrario: « ...si parla esclusivamente del governo rivoluzionario provvisorio e di nient'altro; non si parla affatto, cioè, per esempio, della "conquista del potere" in generale ecc... poiche la situazione politica della Russia non pone affatto all'ordine del giorno simili questioni, mentre ii popolo intero ha posto all'ordine del giorno l'abbattimento dell'autocrazia e la convocazione dell'Assemblea costituente. I congressi del Partito devono risolvere non i problemi sollevati, a torto o a ragione, da questo o quel pubblicista, ma quelli che, date le condizioni del momento e il corso oggettivo dello sviluppo sociale, hanno una seria importanza politica. » (10) (Corsivi dell'autore. [N.d.R.]) Quanto alla partecipazione dei socialdemocratici al governo rivoluzionario provvisorio, il III Congresso aveva semplicemente concluso che ciò era ammissibile. « In funzione del rapporto di forze e di altri fattori impossibili da determinare con precisione in precedenza. »(11) Si constata che Lenin non era per nulla incline a fare « pronostici» e la sua unica preoccupazione era di formulare parole che rispondessero ai compiti del momento indicandone i punti « essenziali, generali ». Più tardi Trotsky spieghera': « io mi opposi alla formula "dittatura democratica del proletariato e dei contadini" perche essa aveva, secondo me, il difetto di lasciare in sospeso la questione: a quale di queste due classi spettera la dittatura effettiva? »(12) Questa affermazione e esatta se Trotsky intende dire che Lenin non fissava a priori la composizione del governo « che avrebbe dovuto esercitare la dittatura democratica... ».(13)Ma essa è falsa se insinua che Lenin non parlava del ruolo egemonico della classe operaia. Nelle Due tattiche, ii capo bolscevico si è espresso piU di una volta sull'argomento: « La nostra intenzione e di dirigere... non soltanto il proletariato organizzato dal Partito socialdemocratico, ma anche quella piccola borghesia capace di marciare al nostro fianco.» (14) e anche: « ...il proletariato... deve essere abbastanza cosciente e forte per elevare i contadini alla coscienza rivoluzionaria, per dirigere la loro offensiva e attuare cosi di propria iniziativa una democrazia proletaria conseguente. » (15) Le critiche di Trotsky sono dunque assolutamente prive di fondamento. Prospettando un governo socialdemocratico omogeneo, egli sopravvaluta ii livello di coscienza politica dei lavoratori russi, sottovalutando nello stesso tempo, il potenziale rivoluzionario della massa contadina non ancora differenziata nel 1905. Nell'aprile 1917, la situazione e profondamente diversa. Lenin constata « l'approfondirsi del fossato tra gli operai agricoli e i contadini poveri da un lato, e i contadini proprietari dall'altro. » (16) Egli insiste sulla « lotta perchè predominino, in seno ai Soviet dei deputati, gli operai, i salariati agricoli, i contadini e i soldati ».(17) Se ora la formula della « dittatura democratica » ha fatto ii suo tempo, e per due ragioni:
1. Essa viene realizzata in certo qual modo nei Soviet: « Il Soviet dei deputati operai e soldati e la dittatura del proletariato e dei soldati; questi ultimi sono in massima par-te contadini. Si tratta dunque di una dittatura degli operai e contadini. » (18)
2. I Soviet, sotto la direzione della piccola borghesia, hanno cecluto il potere al governo provvisorio, e cioè alla borghesia.
Nella particolare situazione del 1917, bisognava colpire in primo luogo i rappresentanti politici di questa piccola borghesia, poiché essa ingannava le masse e consolidava il dominio della borghesia imperialista. Sappiamo che Stalin ha generalizzato questo caso particolare, mentre Mao ha seguito il principio contrario (e generale) di guadagnare le forze intermedie isolando i reazionari irriducibili. I trotskisti affermano che Lenin avrebbe condiviso « tacitamente », nell'aprile 1917, il punto di vista di Trotsky.(19) Lenin ha inflitto loro in anticipo delle solenni smentite, come questa che data appunto dell'aprile 1917: « Il trotskismo dice: "Niente zar, ma un governo operaio". È falso. La piccola borghesia esiste, non si può non tenerne conto. Ma essa si compone di due parti. La parte povera marcia con la classe operaia. »(20) E quest'altra che data del 1918: « Tutto si è svolto esattamente come avevamo previsto. Lo sviluppo della rivoluzione ha confermato l'esattezza del nostro ragionamento. In un primo tempo [Corsivo dell'autore. (N.d.R.)] essa è stata fatta insieme a "tutti" í contadini contro la monarchia, contro i grandi proprietari fondiari, contro il medio evo (ed è così rimasta una rivoluzione democratico-borghese). Successivamente [Corsivo dell'autore. (N.d. R.)] essa è andata avanti con i contadini poveri, con i semi-proletari, con tutti gli sfruttati contro il capitalismo, e in questo modo è diventata socialista. » (21) Si vede quale credito convenga accordare alla leggenda fatta circolare dai trotskisti, secondo cui Lenin si sarebbe convertito al trotskismo nel 1917 e avrebbe riconosciuto di essersi sbagliato a distinguere la fase democratica e la fase socialista. La nostra precedente dimostrazione proa il contrario. I trotskisti, tentando di rendere verosimile la loro tesi, sono perciò obbligati a spingersi ancora più in là sulla strada della falsificazione, inventandosi un Lenin che nega l'interpenetrazione di una tappa nell'altra. È ciò che fa Isaac Deutscher a beneficio dei suoi lettori:
« La sua politica [quella di Lenin] era saldamente fondata sul principio che la rivoluzione russa si sarebbe attenuta ai suoi obiettivi antifeudali. » (22) Se ci prendiamo la briga di verificare, constateremo che Lenin ha detto esattamente il contrario in Due tattiche della socialdemocrazia: « La dittatura socialdemocratica rivoluzionaria del proletariato e dei contadini.., ha un passato e un avvenire. Il suo passato è l'autocrazia, la servitù della gleba, la monarchia, il privilegio... Il suo avvenire è la lotta contro la proprietà privata, è la lotta del salariato contro il padrone, è la lotta per il socialismo. »(23)Dopo aver istillato nella mente dei suoi lettori ignari una prima contro-verità, Deutscher faticherà di meno nel far ammettere loro la seconda (quella che gli importa) che sembrerà ovvia: « Nel 1917,... Lenin cambiò idea. Nel concreto, la tesi della rivoluzione permanente [naturalmente non la sua denominazione piuttosto libresca] fu adottata dal Partito. » (24 )Così, per dare ragione a Trotsky, si deve imputare a Lenin un volgare errore opportunistico nel 1905, ciò che permette in seguito di falsificare in senso contrario le sue posizioni del 1917. Ammiriamo poi quel « naturalmente », che dispensa Deutscher dallo spiegarci come mai Lenin non abbia adottato la « denominazione » di « rivoluzione permanente », se era vero che questa corrispondeva a un concetto scientifico. Lenin avrebbe avuto timore dei termini e dei libri marxisti?

NOTE

6 Lenin, Opere complete, vol. IX, pp. 47-48.
7 « Results and Prospects », Permanent Revolution and Results and Prospects, Pioneer Publisher, New York, 1965, p. 212.
8 Ibid., p. 201. 9 Secondo Trotsky questo sarebbe ii titolo di un opuscolo di cui l'autore era Parvus. Cfr. La rivoluzione permanente, p. 39.
10 Opere complete, vol. IX, pp. 18-19.
11 Ibid., p. 18.
12 La rivoluzione permanente, p. 20.
13 Secondo Lenin questa formula non prevedeva « che un rapporto fra classi, e non un'istituzione politica che materializzasse questo rapporto, questa collaborazione ». (Opere complete, vol. IX.)
14 Opere complete, vol. IX, p. 38. Per piccola borghesia Lenin intende i piccoli produttori indipendenti, quindi specialmente i piccoli proprietari contadini.
15 Ibid., p. 51.
16 Opere complete, vol. XXIV p. 37.
17 Ibid., p. 39.
18 27 aprile 1917. Opere complete, vol. XXIV .
19 Cfr. Isaac Deutscher, Staline, Club du meilleur livre, 1961, p. 293; Pierre Broué, Le Parti bolchevique, 1963, p. 83.
20 Opere complete, vol. XXIV, p. 145. 21 Cfr. La rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky.
22 Staline, p. 293.
23 Due tattiche della socialdemocrazia (Opere complete, vol. IX, p.75).
24 Ibid.


Edited by Yuri Gagarin - 19/11/2013, 21:41
 
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Yuri Gagarin
view post Posted on 19/11/2013, 21:43




Trotsky e i contadini

Nella sua pretesa di essere più leninista di Lenin, Trotsky ha negato con veemenza di aver voluto « trascurare i contadini » o di averne sottovalutato il potenziale rivoluzionario. Egli ha accusato Lenin di averlo criticato su questo punto senza aver letto le sue opere. In realtà, nel capitolo Bilanci e prospettive consacrato ai rapporti tra il proletariato al potere e i contadini, egli manifesta apertamente il proprio disprezzo verso questi ultimi. (25) Qualche citazione lo proverà: « Numerosi strati delle masse lavoratrici, in particolare nelle campagne, saranno coinvolti nella rivoluzione e si organizzeranno politicamente solo dopo che l'avanguardia rivoluzionaria, ii proletariato urbano, avrà in mano le redini dello Stato. L'agitazione e l'organizzazione rivoluzionaria saranno allora dirette con l'aiuto delle risorse dello Stato » (pp. 202-203). « In una simile situazione creata dal passaggio del potere al proletariato, ai contadini resterà solo da collegarsi al regime della democrazia operaia. Non importa che i contadini non lo facciano secondo un livello di coscienza più elevato di quando sostenevano il regime borghese » (p. 205). Alludendo alla politica leninista, egli scriveva poi: « Si propone ora di completare questa restrizione politica con una vera "garanzia" antisocialista, imponendo al proletariato un collaboratore: il mugik. » (26)In effetti, secondo Lenin «il proletariato... non può vincere ... se la massa dei contadini non si unisce alla [sua] lotta rivoluzionaria » .(27) Osserviamo innanzi tutto che il capitolo da cui abbiamo estratto le due prime citazioni si intitola « Ii proletariato al potere e i contadini » (Corsivo dell'autore. [N.d.R.]). Trotsky non dice nulla sull'alleanza del proletariato e dei contadini in vista di prendere ii potere. Possiamo riassumere come segue le idee di Trotsky prima del 1917 sull'argomento che stiamo trattando:
— Il proletariato emancipa i contadini e conduce internamente a essi un lavoro d'agitazione e d'organizzazione dopo aver preso ii potere.
— I contadini si congiungono al proletariato con un fatalismo e un'ignoranza verso i propri interessi altrettanto grandi di quando sostenevano un regime reazionario.
— Non è il caso, per Trotsky, di fare concessioni ai contadini affinchè le contraddizioni tra loro e il proletariato rimangano secondarie. Infatti egli non distingue la fase democratica dalla fase socialista della rivoluzione.(28) Inoltre, egli considera che il passaggio a quest'ultima supponga un conflitto tra le due classi.
La definizione data da Lenin alla dittatura del proletariato metterà in luce quanto questa posizione fosse antileninista: « La dittatura del proletariato e una forma particolare dell'alleanza di classe fra proletariato, l'avanguardia dei lavoratori, e i numerosi strati non proletari di lavoratori (piccola borghesia, piccoli proprietari, contadini, intellettuali ecc...) diretta contra il capitale... per l'instaurazione e il con-solidamento del socialismo. » (29)In un paese come la Russia, gli « strati non proletari dei lavoratori » erano principalmente le larghe masse contadine. In Russia, la dittatura del proletariato era dunque per Lenin una forma particolare dell'alleanza di classe tra ii proletariato e i contadini lavoratori e sappiamo che, prima di morire, una delle sue maggiori preoccupazioni era il mantenimento di questa alleanza. Ecco per contra ciò che Trotsky scriveva nel 1922 nella prefazione al suo libro 1905: « Per assicurare la sua vittoria, l'avanguardia proletaria deve, a partire dal suo arrivo al potere, attaccare radicalmente non solo la proprietà feudale ma anche la proprietà borghese. Ne conseguiranno conflitti non solo con tutti i settori della borghesia ma anche con larghe masse contadine, con l'aiuto delle quali il proletariato ha conquistato il potere. Rifiutando questa bella prospettiva, Bukharin muove la seguente obiezione a Trotsky: « La questione coloniale, da cui dipende la sorte del capitalismo, non è insomma per noi bolscevichi che la questione dell'alleanza fra il proletariato industriale europeo e americano e i contadini delle colonie. « I due problemi non sono naturalmente identici; è pertanto vero che la questione coloniale è, nelle sue basi sociali, una questione contadina. Appoggiando le ribellioni attraverso cui i contadini delle colonie minano la società capitalista, la classe operaia assicura la sua egemonia sul movimento contadino coloniale... « Se il conflitto fra proletariato e contadini è inevitabile, lo sarà anche dopo la vittoria mondiale del proletariato. I contadini rappresentano la stragrande maggioranza degli abitanti del globo. Se il proletariato non avesse i mezzi per esercitare un'influenza preponderante su questa maggioranza, la rivoluzione internazionale soccomberebbe o dovrebbe essere rinviata fino a quando la maggior parte degli abitanti del pianeta fosse composta da proletari. » (30) La teoria marxista-leninista aveva previsto, e l'esperienza ha confermato, che era possibile, per il proletariato, stabilire una durevole alleanza sotto la propria direzione con i contadini poveri e i contadini medi di rango inferiore. In Cina la soluzione corretta delle contraddizioni secondarie con la massa contadina è stata facilitata dal fatto che quest'ultima ha visto le condizioni materiali della propria esistenza migliorate dopo la liberazione e a ogni tappa della costruzione del socialismo. Inoltre, tutte le rivoluzioni che hanno condotto all'instaurazione della dittatura del proletariato hanno trionfato nei paesi in cui la maggioranza dei contadini non possedeva terra. Il disprezzo di Trotsky nei confronti dei contadini e la sua concezione feticistica della classe operaia l'hanno condotto a dare prova di una totale incomprensione delle vie particolari della rivoluzione cinese, della quale si era pur tuttavia interessato all'epoca in cui egli poteva attingervi argomenti contro Stalin e Bukharin. Per il fatto che essa si svolgeva nelle campagne, egli è rimasto cieco di fronte a questa lotta, apportatrice del più grande sconvolgimento rivoluzionario di ogni tempo e destinata a segnare profondamente la seconda metà del nostro secolo.

NOTE

25 In numerosi passaggi del libro egli ii definisce « arretrati » « primitivi ecc. I contadini cinesi non lo erano meno, ma Mao ha sempre parlato di loro con la più grande ammirazione a causa del loro spirito rivoluzionario. Se si pensa al numero di insurrezioni contadine degli ultimi decenni del XIX secolo, si può concludere che i contadini russi fossero almeno ugualmente rivoluzionari.
26 1905, «Nos differends », Libr. de l'Humanite, 1923, p. 255.
27 Due tattiche della socialdemocrazia (Opere complete, vol. IX, p. 27.)
28 Trotsky distingue queste due fasi « in teoria », cosi come distingue un programma minimo da un programma massimo. Questa distinzione però scompare, secondo lui, al momento della presa del potere. Infatti non ye n'e traccia nella sua propaganda o nelle sue parole d'ordine. Nel suo libro 1905 egli si rifa a Lassalle che avrebbe tratto dagli eventi del 1848-49 « l'insegnamento irrefutabile che nessuna lotta in Europa pile essere vincente se, fin dal principio, non si manifesta come strettamente socialista » (ibid., p. 55). L'esperienza delle lotte rivoluzionarie a partire dall'inizio del secolo, giustificherebbe piuttosto l'assioma
29 Citato da Stalin in Questioni del Leninismo , ed rinascita 1952 nel capitolo " La rivoluzione d'ottobre e la tattica dei comunisti " p. 101 Cfr anche il "testamento" di Lenin dove è scritto :"Il nostro partito si basa su due classi ; sarebbe possibile smuoverlo e la sua caduta sarebbe inevitabile se non si potesse fare l'alleanza di queste due classi " (opere complete vol XXXVI)
30 « Sulla teoria della rivoluzione permanente », Giuliano Procacci, Staline con/re Trotsky, Maspero, 1965, pp. 99 e 101. Si vede come Bukharin e Stalin abbiano anticipato la strategia dell'accerchiamento delle città a livello mondiale (potenze imperialiste) da parte delle campagne (paesi dominati) di Lin Piao.


Edited by Yuri Gagarin - 21/11/2013, 21:07
 
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Yuri Gagarin
view post Posted on 21/11/2013, 21:09




Il socialismo in un solo paese

Pur dichiarandosi formalmente d'accordo con Lenin sulla legge dello sviluppo ineguale, Trotsky non ne ha mai accettato tutte le conseguenze, che sono in particolare le seguenti:

1. Come conseguenza delle guerre che scoppieranno fra i paesi imperialisti per la spartizione del mondo, la rivoluzione potrà trionfare dapprima in un paese relativamente arretrato (l'anello debole) quale la Russia, grazie all'alleanza del proletariato e dei contadini, e resistere soprattutto grazie alle violente contraddizioni che opporranno i suoi nemici.
2. Questa rivoluzione non sarà necessariamente il preludio immediato alla rivoluzione mondiale, ma quest'ultima continuerà come ha iniziato, attraverso nuove vittorie in particolari paesi (dove il capitalismo è debole) sull'arco di un lungo periodo storico. La maturazione disuguale delle condizioni per un'esplosione rivoluzionaria esclude infatti che essa avvenga simultaneamente in tutti i paesi.

Dal 1906, Trotsky riteneva che una rivoluzione in Russia avrebbe implicato un intervento delle potenze europee, in particolare della Germania e dell'Austria-Ungheria. Questa guerra avrebbe condotto inevitabilmente a una rivoluzione in quei paesi e, poco alla volta, al trionfo del socialismo in tutto il mondo. Questo meccanismo è uno degli aspetti della permanenza della rivoluzione. È necessario, anche per un altro verso, che la rivoluzione oltrepassi subito le frontiere della Russia. Per Trotsky o la rivoluzione sarà mondiale o non ci sarà. Difatti in un paese a predominanza agricola, essa soccomberà molto velocemente

COntinua
 
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