Comunismo - Scintilla Rossa

Trotskismo: Teoria e storia, Kostas Mavrakis

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Yuri Gagarin
view post Posted on 29/10/2013, 21:13 by: Yuri Gagarin




Trotskismo: Teoria e Storia



Kostas Mavrakis




INDICE



Introduzione

I Cronologia

II Un dogmatismo atemporale

La teoria "originale" di Trotsky
Dalla rivoluzione democratica alla rivoluzione socialista
Lenin si è convertito al Trotskismo ?
Trosky e i contadini
Il socialismo in un solo paese
Rivoluzione permanente o rivoluzione ininterrotta per tappe ?


III L'inattitudine all'analisi corretta

Brest Litovsk
Pianificazione amministrativa o economia politica
La pianificazione e la NEP
la grande svolta del 1929
L'accumulazione originaria socialista e i problemi della transizione


IV Un antiburocratismo burocratico

La questione del centralismo democratico
La critica trotskista della burocrazia
Trotsky e l'URSS
La questione di Stalin


V Degenerazione revisionista o rivoluzione culturale

La posizione trotskista
La base sociale della restaurazione capitalistica
Le nuove tesi di Ernest Mandel
Alcuni fatti che illustrano la restaurazione del capitalismo in URSS
La rivoluzione culturale

VI Stalin e Trotsky di fronte alla rivoluzione cinese

Introduzione
La cronaca : punti di riferimento
Come Isaac Deutscher scrive la storia
Trotsky e la rivoluzione cinese
Stalin ha tradito deliberatamente la rivoluzione cinese ?
Il Comintern e il PCC nel periodo dal 1928 al 1934
Trotsky e la rivoluzione cinese dopo il 1927
L'influenza delle interpretazioni trotskiste


VII La sconfitta dei comunisti greci

I comunisti greci nella Resistenza
L'intervento britannico del 1944
Dopo Varzika
La guerra civile
Le responsabilità di Stalin


VIII Conclusione : i tratti fondamentali del trotskismo

IX Le nostre critiche ad alcune organizzazioni trotskiste


La IV internazionale
I lambertisti e l'OCI

Appendice 1

Deciso fronte unito contro l'imperialismo americano

Appendice 2

La JCR nel maggio 1968

Appendice 3

L'itinerario ideologico di Ch'en Tu-hsiu

Bibliografia sommaria



INTRODUZIONE



Trotsky e i suoi epigoni hanno sempre negato l'esistenza del "trotskismo ". Essi si dichiarano i fedeli discepoli di Lenin. Secondo loro gli "staliniani" hanno coniato questo termine per designare una presunta teoria propria di Trotky allo scopo di farne il bersaglio dei loro attacchi , diretti in realtà contro la rivoluzione in URSS e nel mondo . Trotsky ha protestato , affermando che la sua concezione della rivoluzione permanente è derivata da Marx e che Lenin l'ha condivisa tacitamente nelle sue Tesi d'aprile . Certi elementi trotskisti o trotskizzanti , in particolare Isaac Deutscher e Alfred Rosmer , hanno affermato che non v'era differenza alcuna tra la rivoluzione permanente del loro maestro e la rivoluzione ininterrotta per tappe di Mao.
"Non ho mai preteso e non pretendo di creare una dottrina particolare . In teoria sono un allievo di Marx . Per quanto concerne i metodi della rivoluzione sono passato attraverso i metodi di Lenin" (1)
Vien da pensare che la difesa del trotskismo implichi la sua sconfessione e l'ignoranza dell'apporto teorico di Lenin . Nei dinieghi di Trotsky esiste tuttavia un fondo di verità .
Deutscher ha insistito nel suo attaccamento al " marxismo classico" . Dimostreremo in seguito che si tratta di un eufemismo designante un modo di procedere dogmatico ed empirico a un tempo , in quanto l'impotenza teorica che il dogmatismo comporta conduce coloro che ne sono afflitti a cadere nell'empirismo . Bukharin ha detto di lui che " eccelleva (..) nel tracciare prospettive rivoluzionarie generali " . I suoi talenti di teorico , in effetti , finiscono qui . Contrariamente a Lenin e a Mao , egli non ha mai saputo analizzare una situazione nella sua specificità , determinare la contraddizione principale e la parola d'ordine principale .Dal momento che non ha saputo individuare le leggi della rivoluzione in seno a una formazione sociale applicando nella pratica della lotta di classe i princìpi universali del materialismo storico , il suo contributo a questa scienza è nullo.Le sue poche "idee" originali non sono d'altronde le sue , poiché egli ha sopratutto volgarizzato quelle degli altri . Inoltre , non dava prova di molto discernimento nel suo ricollegarsi ai classici , come si vedrà nel caso della "accumulazione originaria socialista" Perfino i suoi partigiani più accesi sono imbarazzati quando si chiede loro quali siano i concetti da lui creati.
Per tutti questi motivi , si può parlare di trotskismo in quanto corrente ideologica ma difficilmente come di corpo dottrinale e per nulla di " guida per l'azione" . Le palinodie di Trotsky nei confronti della "reazione termidoriana"illustrano perfettamente la sua totale impotenza teorica . I trotskisti moderni , da parte loro praticano il dogmatismo di un dogmatismo. Nell'epoca della rivoluzione culturale , terza tappa del marxismo essi sono i relitti di un'epoca passata , marxisti della prima fase, come dire che non sono affatto marxisti.
I propagandisti borghesi e gli ideologi trotskisti hanno fatto lega all'insegna della comunanza dei beni .I primi forniscono ai secondi i loro laboratori di ricerca e documentazione . Le opere di cremlinologia e di sinologia , le pubblicazioni del consolato generale degli Stati Uniti a Hong Kong costituiscono le principali fonti delle diatribe trotskiste contro i paesi socialisti(2).
Da parte loro , i trotskisti sono importanti fornitori di ipotesi "teoriche " , di schemi e di falsificazioni storiche che permettono di attaccare Stalin e la Cina Popolare da un punto di vista apparentemente di "sinistra" , e ciò rappresenta una grande risorsa per certi giornalisti che si vogliono illuminati. Si tratta di "armonia prestabilita" , non di collusione deliberata . Per ragioni differenti, gli uni e gli altri propagano l'idea secondo la quale i partiti comunisti non erano altro che fantocci manipolati da mosca e da Stalin , origine di tutti i mali. Uno dgli argomenti più curiosi degli apologeti di Trotsky consiste nel paragonare l'uomo d'ingegno, lo scrittore brillante che era il loro idolo all'autodidatta Stalin , dallo stile pesante e sgraziato , per concludere che il secondo non potesse avere ragione contro il primo . Come se la validità, nella scienza marxista-leninista , fosse una questione di talento letterario.
Questa concezione corre come un filo nero attraverso tutte le pagine della biografia di Trotsky scritta da Isaac Deutscher. Lo stesso sottolinea con insistenza che Stalin non si era imposto come teorico prima del 1924. Orbene , da questo punto di vista , era Bukharin a godere del più alto prestigio dopo Lenin.Si vuole con ciò affermare che egli ebbe ragione di sostenere i kulaki , di lanciar loro la parola d'ordine "arricchitevi" , di perorare la costruzione del socialismo "a passo di lumaca "?Una simile logica sfiora talvolta il grottesco , come quando Deutscher dichiara che Ch'en Tu-hsiu era un "teorico" ben superiore a Mao (3).
I pubblicisti borghesi ragionano allo stesso modo. L'anarco trotskizzante Cadar rimprovera a Mao di essere un "primitivo" e di non avere un pensiero "raffinato". Gli sembra incomprensibile che autori "sofisticati" come Althusser , Glucksmann o Sollers(4) tengano Mao in così alta considerazione. L Bianco dichiara che Mao non è un "profondo pensatore " bensì un " mediocre teorico"(5). E' evidente che per lui essere un "pensatore" significa essere un "contemplativo". Egli constata che Mao ha saputo "svincolarsi dal dogma e vedere la realtà quale era" ma non si rende conto che per " vedere la realtà come è " occorrono lenti teoriche singolarmente potenti , oltre la capacità di dirigere le lotte delle masse che trasformano in modo rivoluzionario questa realtà ( per conoscere il gusto di una pera bisogna trasformarla mangiandola). Ciò che questi autori , analogamente a Trotsky , non riescono a concepire è il legame tra la teoria e la pratica e la forma concreta di questo legame : la linea di massa. Trotsky non ha avuto forse la pretesa di giudicare i rivoluzionari del mondo intero dal suo studio di Prinkipo o di Coyoacan senza nemmeno dirigere , come Stalin , una vera internazionale radicata nelle masse ?
Il risultato ( i suoi articoli), se ha talvolta lo splendore del vetro , ne ha anche la fragilità.
Il suo stile e la sua vasta cultura gli facevano credere che le sue idee fossero altrettanto profonde e solide.Molto spesso in lui la contrapposizione meccanica si sostituisce all'analisi razionale e la retorica al pensiero concreto. Si può anche dire che fu vittima tanto dei suoi lati positivi quanto delle sue debolezze; i primi gli davano l'illusione di possedere capacità che gli mancavano: quelle dello stratega politico e del teorico. Mao ha detto: « Più ci si crede superiori, più i risultati che si ottengono sono mediocri. » Chi ha avvicinato Trotsky ha notato la sua ambizione, il suo orgoglio, o meglio la sua arroganza. Egli poneva se stesso al di sopra di tutti, non concedendo che una sola eccezione, e ciò solo per il periodo dal 1917 al 1924. Nei suoi scritti, Trotsky ha almeno il buon senso di non insistere sull'ottima opinione che ha di se stesso. Per contro, non ci nasconde il disprezzo che nutre verso i dirigenti bolscevichi più eminenti. Un giorno si dovrà riunire un'antologia dei testi in cui condanna, denigra, ridicolizza i suoi avversari comunisti o i suoi compagni di lotta. La sua polemica metterà in ridicolo le sue vittime ma finirà per ritorcersi contro di lui. Noi non impiegheremo le stesse armi. Sottoporremo le sue tesi a un severo ma equo esame critico. È facile compilare una voluminosa raccolta di sciocchezze con estratti dei suoi libri e forte è la tentazione di passare sotto silenzio i meriti che egli ha acquisito accettando la direzione di Lenin durante i primi cinque anni della rivoluzione: questo è il modo di procedere degli autori revisionisti. Quanto a noi, preferiamo prendere di petto il fenomeno Trotsky poiché, dopo tutto, esso è sempre vivo, a dispetto di tutti gli esorcismi. È chiaro che Trotsky era dotato di grande talento. Brillante pubblicista, oratore pieno di brio, organizzatore dell'Armata Rossa, egli ha reso grandi servigi alla rivoluzione da quando entrò nel partito bolscevico. Il rovescio della medaglia sta nel suo estremo individualismo, nel suo orgoglio, nella sua arroganza e nel fatto che il rigore del suo pensiero era quello di un avvocato, non quello di un teorico che attinga la sua forza dal legame con le masse e dalla sua capacità di dirigerle. Le sue opere più conosciute Nuovo corso, La rivoluzione tradita, La rivoluzione permanente so-no abili e brillanti requisitorie pro domo sua, ma di limitato interesse dato che dimostrano, tutt'al più, che alcune delle critiche rivoltegli erano prive di fondamento. Effettivamente non tutto quanto ha affermato nella sua polemica contro Stalin era falso. Ma, come vedremo, si è sbagliato sull'essenziale. Il suo rivale possedeva su di lui un vantaggio determinante, che emerge quando si confrontano í loro rispettivi contributi al dibattito; era un leninista, un dirigente rivoluzionario della seconda fase del marxismo; Trotsky era un rivoluzionario « classico » sopravvissuto in un mondo post-classico, come ha affermato il suo biografo. Queste vecchie controversie presenterebbero un interesse unicamente storico, se i trotskisti non vi attingessero parte della loro argomentazione. E tenendo presente che essi esercitano una notevole influenza nell'ambito del movimento studentesco, facendo leva sulla confusione ideologica che regna in quest'ultimo, è di grande utilità confrontare con i fatti i principali temi della loro propaganda. I trotskisti partono da « principi teorici » di cui esamineremo la portata scientifica, ossia la capacità di comprendere la realtà in vista della sua trasformazione. Oltre a ciò, essi utilizzano esempi tratti dalla storia del movimento operaio. Non avendo mai assunto la direzione autonoma di una rivoluzione vittoriosa, dopo quarant'anni di esistenza delle loro organizzazioni su scala inter-nazionale, i trotskisti non possono appoggiarsi su esperienze esemplari compiute in base all'applicazione dei loro principi. La loro argomentazione è dunque fondata sulla critica dell'esperienza altrui. Vedremo che la loro versione della storia è, in ogni singolo caso, uno schema molto lontano dalla realtà. Non bastano a giustificarli i libri in cui Trotsky, i suoi discepoli e coloro che ne hanno subito l'influenza, accusano (spesso a ragione) gli storici « staliniani » di aver falsificato la storia. È forse il caso di stupirci se quest'ultima esce ancor più falsificata dalla loro letteratura apologetica? (6)
Da lungo tempo la menzogna e l'invettiva si sono sostituite alla seria confutazione del trotskismo. Le opere storiche sovietiche presentano una versione dei fatti talmente monca e unilaterale da risultare inutilizzabili da parte di un pubblico che può disporre di informazioni ulteriori, anche contraddittorie. La Storia dell'URSS di Aragon, da questo punto di vista, supera tutte le altre. Basta menzionare la disinvoltura con cui l'autore nasconde la polemica sulla rivoluzione cinese del 1927. È dunque opportuno far luce su questi problemi, in particolare per quanto concerne il movimento della gioventù, un settore importante del movimento popolare rivoluzionario. Sta di fatto che la degenerazione opportunista di numerosi partiti comunisti, specialmente in America Latina e in Europa, a partire dal 1945 e, in seguito, l'adozione delle tesi revisioniste del XX Congresso del PCUS, hanno contribuito a infondere un « secondo slancio » al trotskismo. Dopo esser stato controrivoluzionario (nel periodo 1929-1945), esso tende attualmente a incarnare, tramite parole d'ordine ultrarivoluzionarie, la rivolta della piccola borghesia intel-lettuale. Si spiega così il progresso costante e generale dei movimenti trotskisti dopo il 1960. Gli attacchi indiscrimi-nati di Krusciov contro la persona di Stalin e l'assenza di autocritica scientifica da parte del PCUS hanno .fornito ai trotskisti la possibilità di far passare í giudizi sull'URSS, espressi dal loro « profeta » negli anni venti o trenta, come previsioni sull'evoluzione di questo paese negli anni '50 e '60. Essi possono in tal modo giustificare retrospettivamente il loro atteggiamento durante l'epoca di Stalin, ingannando giovani dalle conoscenze storiche sommarie e, di conseguenza, vulnerabili di fronte a schemi d'interpretazione che, se hanno il merito della semplicità, non brillano certamente per rigore. Approfittando di questa favorevole situazione, essi pro-clamano spavaldamente che « il trotskismo... è divenuto la pietra di paragone... di tutti i movimenti rivoluzionari con-temporanei ».(7) La pubblicazione del libro di Léo Fíguères Il trotskismo, questo antileninismo (8) dimostra che il PCF è ormai costretto a riconoscere questa nuova situazione. Esso la fronteggia con í metodi consueti. Léo Figuères intitola un capitolo del suo libro: « Trotsky populista », ma si guarda bene dal mettere in guardia il lettore sul fatto che questa « prima parte della vita militante » di Trotsky, oggetto della trattazione, va situata nel periodo in cui questi aveva meno di 19 anni! Riferendosi alla guerra di Spagna, il nostro autore mette sul conto del trotskismo gli errori del POUM, mentre era stato proprio il capo della IV Internazionale ad accusare alcuni membri del POUM di essere « centristi impotenti ». Léo Figuères attribuisce infine a Trotsky un'opinione che lo stesso aveva combattuto, cioè che la burocrazia è una « nuova classe ». Queste ingiuste accuse (e altre più gravi che tralasciamo) provano a sufficienza che un libro simile è suscettibile di convincere solo gli ignoranti o coloro che sono già convinti in partenza. Nel criticare il trotskísmo da un punto di vista di destra, l'autore contribuisce a conferirgli un'aureola di sinistra che esso non merita affatto. L'intento del nostro libro non è di tracciare il bilancio del ruolo storico svolto da Stalin o da Trotsky e dal suo movimento. Noi ci proponiamo solo:

1. Di cogliere quella che, a nostro avviso, è l'essenza del trotskismo, per dimostrare in cosa esso si oppone al leninismo, in cosa è antidialettico e antiscientifico e dunque non rivoluzionario, per non dire controrivoluzionario;

2. Di dissipare i miti e le leggende intorno alla sua pretesa argomentazione storica, mostrando come essa sia contraddetta dai fatti o, in altri termini, da un'analisi scientifica della lotta di classe nel periodo considerato.

Diamo ragione a Stalin unicamente nei limiti del dibattito che l'ha opposto a Trotsky. La critica del secondo è riscontrabile negli scritti del primo, ma non inversamente. Ora, una confutazione di Trotsky non risulta esauriente se non viene associata a una critica di Stalin. Quest'ultima fa appello ai concetti formulati da Mao Tse-tung. Grazie a lui e alla rivoluzione culturale è oggi possibile superare lo « stalinismo » e, di conseguenza, regolare definitivamente i conti che esso ha in sospeso con il trotskismo sul piano teorico e pratico. Andando al di là dell'argomento base, che è la confutazione del trotskismo, le domande finiscono spesso per prevalere sulle risposte. Avvertiamo il lettore di questo fatto perché egli non venga indotto in errore dal tono talvolta troppo spigliato di queste pagine. Il nostro scopo non è quello di concludere il dibattito , ma di farlo avanzare .

NOTE

(1) L.Trotsky " la révolution défigurée " , De la révolution , Ed de Minuit , p. 111
(2) Vedere ad esempio , l'uso che ne fa Pierre Broué in le Parti Bolchevique , Ed de Minuit , Parigi , 1963 , e Livio Maitan nel suo rapporto sulla Rivoluzione Culturale al IX congresso della IV Internazionale
(3) Cfr Appendice 3
(4) Cfr le discours de la guerre , Ed l'herne , 1967
(5) Cfr Les origines del la révolution chinoise, Gallimard , 1967, p 133
(6) Prima della pubblicazione di Lezioni d'Ottobre, nell'ottobre 1924, la rivista « Bolchevik », criticando gli articoli di Trotsky, notava a ra-gione: « Il compagno Trotsky menziona gli stretti collaboratori di Lenin, coloro che hanno costituito il nucleo fondamentale del bolsce-vismo, soltanto nella misura in cui può sottolineare i loro errori. » (Citato da P. e I. Sorlin, Lénine, Trotsky, Staline, 1921-1927, Ed. A. Colin, 1961.)
(7) Pierre Naville , "le Monde", 5 aprile 1969 .
(8) Ed sociales, 1969


Edited by Sandor_Krasna - 4/2/2015, 01:41
 
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