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Disastro ecologico nel Pacifico e inizio della fine del Giappone

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Ceskystev
view post Posted on 29/8/2013, 19:51




Fukushima: le autorità parlano di catastrofe planetaria

Edoardo Capuano | 24 agosto 2013

Il mondo si è distratto ma farebbe bene a preoccuparsi per quanto sta accadendo in Giappone nell'area della centrale nucleare di Fukushima. Inizialmente, le autorità giapponesi avevano classificato la gravità della recente perdita di materiale radioattivo al livello 1, il più basso, su una scala di 7 livelli.

Ma alla fine l'autorità nucleare ha dovuto ammettere la pericolosità dell'accaduto. L'agenzia di stampa Kyodo ha reso noto che una pozza di acqua contaminata rinvenuta nel sito sta emettendo 100 millisievert di radiazioni all'ora.

Intervistato dall'agenzia Reuters, Masayuki Ono, il general manager della Tepco, la società proprietaria del sito, ha ammesso che “100 millisievert l'ora sono il limite di esposizione accumulata nell'arco di cinque anni dai dipendenti che lavorano per la centrale; dunque, si può dire che abbiamo rinvenuto livelli di radiazione abbastanza forti da colpire un individuo con una dose di radiazione di cinque anni in un'ora”.

Il problema e che l'acqua radioattiva presente nel terreno di Fukushima si sta ormai riversandonel mare, e fino a 40.000 miliardi di becquerel (unità di misura del Sistema internazionale dell'attività di un radionuclide, con 1 Bq che corrisponde ad 1 disintegrazione al secondo) si stanno riversando nell'Oceano Pacifico.

La stessa Tepco ha dovuto ammettere che tra i 20.000 e i 40.000 miliardi di becquerel di trizio (isotopo radioattivo) si sono riversati nell'oceano.

Alle devastanti e inquietanti devastazioni ecologiche si sommano anche quelle economiche, particolarmente dolorose per un Giappone che solo adesso sembrava riprendersi dalla crisi e dalla stagnazione che lo avevo colpito nel 1997.

Sui mercati infatti si è diffuso il panico e alla Borsa di Tokyo i guadagni accumulati sino a quel momento sono evaporati completamente segnando il tracollo improvviso di 250 punti dell'indice azionario Nikkei 225 in seguito alle notizie sulle fuoriuscite radioattive da Fukushima.

Fonte: contropiano.org


www.ecplanet.com/node/3971



Considerando la debole situazione economica del Giappone, questa e' stata la catastrofe che portera' il paese al tracollo, difatti l'inflazione elevata e le difficili procedure per uscire dalla crisi aveva indebolito terribilmente il paese del sol levante che, adesso, probabilmente non sara' piu' in grado di risollevarsi. Il paese piu' occidentale dell'Asia, credo proprio, stia iniziando a cedere.
 
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view post Posted on 29/8/2013, 19:55
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La dottrina Abe.. che altro non è se non l'ennesimo tentativo di keynesismo sta spingendo la produzione ultimamente, ma i costi sono esorbitanti, il Giappone è già da un po' di tempo che naviga in cattive acque
 
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view post Posted on 29/8/2013, 22:58
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compagno

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Il Giappone, come tutti gli altri Paesi del mondo (tranne forse qualche Principato fantoccio esentasse), è costituito in stragrande maggioranza da masse popolari. Sarebbe bene ricordarlo quando si scrivono o si riportano articoli che menzionano un Paese come se fosse un unico monolite, senza classi e senza lotta di classe (idealismo borghese).
 
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Ceskystev
view post Posted on 30/8/2013, 06:57




E' inteso che la crisi cronica del paese asiatico piu' occidentalizzato e capitalista sia positivo e faccia sperare in qualche risveglio popolare, anche se non conosco la situazione del partito comunista giapponese. Considerando che il Giappone e' un paese che ha una struttura burocratica non molto moderna, ma uno sviluppo delle forze produttive avanzato, servirebbe "solo" un buon partito comunista.
 
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view post Posted on 23/9/2013, 13:04

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L'articolo riportato dal compagno Ceskystev dice che sono le autorità a parlare di disastro nucleari e invece questi dicono che le autorità stanno zitte.... :cry:

Fukushima sull’orlo del disastro nucleare nel silenzio delle autorità

A Fukushima la situazione è davvero drammatica, ma ciò che appare più drammatico, è il lungo silenzio sia delle autorità giapponesi che della Tepco, l’azienda che gestiva l’impianto nucleare danneggiato dal terremoto dell’11 marzo 2013.
Nonostante sia passato questo importante arco di tempo, l’unica cosa certa è che al momento anche gli esperti nipponici non stanno capendo nulla della situazione; le vasche che contengono il liquido nucleare sono danneggiate, gli edifici dei reattori sono venuti giù già prima che lo tsunami si abbattesse sulle coste della città giapponese e nell’oceano Pacifico ogni giorno vengono sversati in acqua enormi quantitativi di materiale radioattivo.
Soltanto di fronte all’evidenza la TEPCO ha dovuto ammettere che la situazione non è affatto sotto controllo, specie perché intorno all’area del reattore n.4, il più danneggiato, è quasi impossibile operare: sono già numerosi gli operai che hanno contratto il cancro per via delle esposizioni alla radioattività dell’impianto, mentre alcune fonti parlano anche di robot che si smagnetizzano quando si avvicinano troppo al cuore del reattore.
Di recente, il premier giapponese, Shinzo Abe, è stato in visita nelle zone colpite dal disastro di due anni e mezzo fa ed a Fukushima ha dichiarato come il governo pretende che entro il marzo del 2014 si fermi la fuoriuscita di sostanze radioattive verso l’oceano; ma non è così semplice: i lavori di messa in sicurezza dell’impianto, dovrebbero iniziare entro fine anno, ma il contesto in cui si andrà ad intervenire è davvero pericoloso e delicato.
C’è chi ha azzardato, per esempio, la comparazione dell’operazione di estrazione delle barre d’uranio dal reattore, a quella dell’estrazione di una sigaretta da un pacchetto accartocciato; potrebbe bastare che anche soltanto una di queste barre, indispensabili da levare per fermare l’emorragia di materiale radioattivo, possa subire danneggiamenti, per far sviluppare un incendio, le cui conseguenze non solo per il Giappone ma anche per i paesi limitrofi e forse per l’intero emisfero settentrionale potrebbero essere devastanti.
Ma non solo: alcuni esperti, ipotizzano che a questo punto il materiale radioattivo potrebbe aver iniziato a bucare il terreno e ad infiltrarsi nelle falde acquifere, tanto che si sta ipotizzando un gigantesco blocco di ghiaccio da installare in corrispondenza delle vasche, per bloccare il materiale, operazione questa che mai nella storia si è verificata.
A tutto questo, bisogna aggiungere che se l’operazione di tamponare la fuoriuscita di materiale andrà in porto, in ogni caso la contaminazione dell’acqua resta e soprattutto ci vorranno almeno 60 anni per bonificare l’area, che oramai è un vero e proprio deserto nel raggio di 50 km dalla centrale di Fukushima.
Intanto, la terra anche a distanza di anni continua a tremare; nei giorni scorsi, a pochi chilometri dai radiatori maledetti, un’intensa scossa di magnitudo 5.4 della scala Richter, ha provocato diversi feriti, ma soprattutto ha fatto temere il peggio per la stabilità di ciò che rimane degli edifici della centrale.
Il Giappone è quindi in ansia per le proprie sorti, anche a Tokyo il panico non è da meno e questo a pochi giorni dall’assegnazione alla capitale nipponica delle Olimpiadi 2020. Da Fukushima, oramai etichettabile come il peggio disastro nucleare della storia, prima anche di Chernobyl, passa la sintesi di cosa rischia l’uomo quando si spinge ben oltre la soglia di sicurezza; e così, anche nel Giappone delle cento centrali nucleari (ritenute indistruttibili fino al 2011), si pensa di mandare in pensione l’energia atomica, ma oramai potrebbe essere troppo tardi.

fonte
 
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view post Posted on 12/5/2023, 08:11
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L'acqua contaminata di Fukushima scaricata in mare (o l'arroganza delle grandi potenze)



Frank Schumann | solidaire.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

02/05/2023

Scaricare nell'Oceano Pacifico un milione di tonnellate di acqua contaminata dall'esplosione nucleare di Fukushima? Non è una buona idea. Eppure è quello che sta per fare il Giappone. Contro il parere delle persone interessate. Perché? Per una logica economica e politica ben rodata.

Nell'Oceano Pacifico ci sono molte isole e atolli. La loro esistenza è minacciata dall'innalzamento del livello del mare. Questa è una delle conseguenze del cambiamento climatico, causato dai Paesi industrializzati. L'opinione delle popolazioni sull'argomento non viene tenuta in alcuna considerazione. Proprio come quando le grandi potenze coloniali dell'epoca (Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia) vi sperimentarono le loro armi nucleari.

Oggi, una quarta ex potenza coloniale si è aggiunta alla lista: il Giappone. È vero che non sta testando armi nucleari. Ma ora sta progettando di scaricare in mare l'acqua di raffreddamento accumulata dopo il disastro della centrale nucleare di Fukushima.

Un secolo troppo presto

Dall'incidente del 2011, i reattori distrutti hanno avuto il tempo di raffreddarsi. Più di un milione di tonnellate di acqua contaminata radioattivamente è stata immagazzinata in serbatoi nel sito dell'azienda. La società energetica TEPCO ha deciso di scaricare questi liquami radioattivi in mare. A questo scopo verrà scavato un tunnel lungo diversi chilometri.

Il governo di Tokyo ha dato la sua benedizione: "Il materiale radioattivo sarà filtrato e diluito, è innocuo", si dice. Alcune valutazioni scientifiche confermano che non ci sono danni all'ambiente o alle persone. L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), per esempio. Ma perché, in questo caso, 140.000 litri di acque reflue contaminate sono state immagazzinate in serbatoi ogni giorno negli ultimi dodici anni invece di essere scaricate direttamente in mare?

L'acqua di raffreddamento contiene trizio, una forma radioattiva di idrogeno che non può essere filtrata o diluita. La sua emivita (cioè il tempo necessario per perdere metà della sua attività) è poco più di dodici anni, ma solo dopo circa 100 anni decade a sufficienza e non emette più radiazioni sulle cose che lo circondano.

In breve, la sostanza nei serbatoi dovrebbe rimanere lì per un secolo prima di poter essere considerata innocua. Il Giappone non sembra voler aspettare. Nel capitalismo, il tempo è sempre denaro. I pescatori dei paesi costieri temono per la loro sopravvivenza. Anche se l'acqua non dovesse causare danni immediati alla flora e alla fauna (il che è dubbio), questa situazione avrebbe altre conseguenze.

Agricoltori e pescatori minacciati

In Giappone, è noto che gli agricoltori e i pescatori della prefettura di Fukushima non possono vendere i loro prodotti dal disastro del 2011. Tutto ciò che proviene da questa regione non può più essere venduto.

Questo è il destino che attende tutti i pescatori che gettano le loro reti nel Mar del Giappone, nel Mar Giallo e nel Mar Cinese Orientale. E naturalmente ai 18 Stati insulari che si sono riuniti nel Forum delle isole del Pacifico (PIF). Il "consumatore" è ormai abituato a chiedere l'origine dei prodotti. Crostacei, alghe, pesci e altri animali marini provenienti da queste regioni saranno considerati velenosi: attenzione alle radiazioni! Metà del tonno mondiale pescato e lavorato proviene da questa regione...

I rappresentanti del Forum delle isole del Pacifico stanno negoziando da mesi con Tokyo. Ma senza successo. Il fatto che il Giappone, ex aggressore fascista, abbia distrutto molte isole durante la Seconda Guerra Mondiale, che queste isole siano poi state vittime della Guerra Fredda e che presto potrebbero affondare, non smuove Tokyo di molto. Nella sua consueta modalità di dominio capitalista, ignora tutte le obiezioni. Anche le proteste della sua stessa popolazione, della Corea del Sud, della Cina e di Taiwan, rimangono inascoltate.

Dal 19 al 21 maggio, il Giappone ospiterà il vertice del G7: a Hiroshima, dove gli Stati Uniti fecero esplodere la prima bomba atomica su una città popolata nell'agosto 1945. Era militarmente inutile. Un crimine di guerra, dunque. Ma politicamente era una dimostrazione di forza contro l'ex e futuro avversario, con il quale erano ancora alleati. Lo stesso vale per il progetto di smaltimento dei rifiuti di Fukushima. Nei confronti dei vicini e del resto del mondo. È certamente un gesto imperiale da parte del Giappone, ma è del tutto in linea con la potenza dominante del mondo occidentale. Washington vuole dominare il Pacifico per poter contrastare la Cina. Per questo sono necessari vassalli alleati.
 
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