Comunismo - Scintilla Rossa

I dieci paesi a "rischio" di rivolte sociali

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view post Posted on 9/7/2013, 14:15

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I dieci paesi a "rischio" di rivolte sociali


Argentina, Cina, India, Indonesia, Malaysia, Russia, Sudafrica, Thailandia, Venezuela e la Francia.

L’analisi dell’esperto di una grande banca d’affari internazionale disegna una mappa delle possibili rivolte sociali dei prossimi mesi. Sono tutti paesi emergenti, ma c’è anche la Francia.

Alastair Newton è un ex diplomatico oggi consulente della Nomura Bank, la grande banca d’affari. Il suo compito è indicare agli investitori il “rischio paese” nelle varie regioni del mondo. Collocare i propri affari in un luogo o in altro, in condizioni di stabilità o instabilità, in società con aspettative crescenti o meno, sono tutti indicatori che i businnesmen ritengono necessari per fare le proprie scelte.

Incrociando due indicatori generali come l’indice internazionale di trasparenza (che segnala il grado di corruzione) e l’indice Gini sui redditi, Alastair Newton ha ricavato una mappa del rischio paese più elevato. Al momento si gode la credibilità ottenuta prevedendo la rivolta in Egitto, ma la sua analisi ha messo in fila come possibili, prossimi, teatri di rivolte sociali i seguenti paesi: Argentina,Cina, India, Indonesia, Malaysia,Russia, Sudafrica,Thailandia, Venezuela. E poi c’è la Francia. In pratica si tratta di tutto il circuito dei Brics e delle nuove tigri asiatiche, con il Brasile già alle prese con fermenti di rivolta sociale piuttosto evidenti.

Interessante è anche l’analisi della composizione sociale e motivazionale dei manifestanti che sono scesi in piazza in Turchia, Brasile ed ora in Egitto.

Il 53% sono giovani sotto i 25 anni; il 77% sono laureati; il 71% manifestavano per la prima volta, l’84% si dichiara non appartenente a alcun movimento politico; il 40% si dice indignato dalla corruzione e il 56% era mossa dalla rabbia per l’aumento delle tariffe dei trasporti pubblici ritenuta ingiusta.

Secondo Newton si tratta di rivolte e movimenti di giovani istruiti, appartenenti alle nascenti classi medie, scarsamente politicizzati, esasperati dalla situazione economica e indignati contro la corruzione delle elite dirigenti.
Colpisce che l'unico paese occidentale inserito nella lista dei paesi a rischio sia la Francia. Un paese "di cerniera" tra il nucleo duro europeo (intorno alla Germania) e l'area dei paesi euromediterranei devastati dai diktat della Troika.
Secondo Alastair Newton le controriforme su pensioni e mercato del lavoro potrebbero innescare proteste e rivolte sociali anche in Francia. Come si dice: tutto il mondo sta esplodendo ma per l'Italia ancora non si intravvede la miccia sociale (*). Gli apparati di consenso (dai sindacati ai partiti, dal Vaticano al terzo settore) sembrano ancora funzionare. Nei paesi emergenti i giovani e le classi medie hanno maturato aspettative crescenti sul futuro che le classi dominanti disattendono piuttosto brutalmente. In Italia e nei paesi Pigs, al contrario, le classi medie vivono nel terrore della loro perdita di status oggi rimessa bruscamente in discussione dalla crisi e dalle misure antisociali adottate dai governi e imposte dalla Troika. Bisognerà vedere fino a quando, soprattutto in presenza di un surriscadamento del clima politico e conflittuale nel Mediterraneo.

Su questo vedi anche La geografia delle rivolte sociali

fonte

(*) questo è quanto io sostengo da tempo e per il resto (a mio avviso) questo bravo esperto ha sbagliato alcune cose!
 
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babeuf
view post Posted on 9/7/2013, 15:09




Interessante, anche sulla composizione...si tratta di quello che qualcuno definisce lavoro cognitivo.
In Italia se scoppia qualcosa ci potrebbe essere un'alleanza con settori di classe e quindi diventare fatto più pericoloso..
 
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view post Posted on 10/7/2013, 10:40

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in Italia staremo sempre buoni buoni perché è il papa che lo vuole!
 
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babeuf
view post Posted on 10/7/2013, 11:56




..Oddio dal 1968 al 1977 è stato il paese d'occidente con più conflitti operai e sociali..e il Papa c'era..

CITAZIONE (§kãtê®RëЙ @ 10/7/2013, 11:40) 
in Italia staremo sempre buoni buoni perché è il papa che lo vuole!
 
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view post Posted on 10/7/2013, 13:35

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erano altri tempi, erano altri papi... ;)
Forse un tempo (come per esempio anche durante il fascismo) si poteva anche essere incatenati mani e piedi ma la mente era sempre libera. Oggi, invece, è proprio la mente ad essere imbrigliata.
 
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view post Posted on 10/7/2013, 13:45
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Io parlerei di condizioni differenti, spesso peggiori per una grande fetta di proletariato, rispetto ad ora. Le condizioni peggiori, fanno tirare più calci, questo è ovvio.
 
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Teshup
view post Posted on 15/7/2013, 11:14




Tutte queste, possibili, rivoluzioni sono anche il frutto di un crisi culturale figlia della globalizzazione secondo me. Trovo molto interessante che moltissimi non siano politicizzati. Ho l'impressione che masse non politicizzate hanno in seno uno spirito di rinnovamento più vivo rispetto a chi ha i "filtri" della politica corrente
 
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view post Posted on 15/7/2013, 11:32
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CITAZIONE
masse non politicizzate

Se si intende quelle sulla risma del M5S, temo rinnoveranno solo il colore del proprio gabinetto.
CITAZIONE
sono anche il frutto di un crisi culturale figlia della globalizzazione secondo me.

Certamente, le identità culturali sono minacciate, non dalle migrazioni come vorrebbero far pensare i destroidi, ma dall'egemonia culturale di alcuni paesi su altri. Ovviamente come insegna il buon Lenin, le masse proletarie non devono sputare sulle proprie usanze e sulla propria identità, ma questo, nell'ottica di un rifiuto verso il proprio passato schiavista, quindi ciò avviene, senz'altro attraverso una distruzione di ciò che è borghese, per forgiare un'identità proletaria.
Ecco il passo di Lenin:
CITAZIONE
E' il senso d'orgoglio nazionale alieno per noi, proletari coscienti della Grande Russia? Certamente no! Noi amiamo la nostra lingua e il nostro paese, e noi stiamo facendo del nostro meglio per far innalzare le sue masse che duramente lavorano (ovvero i nove decimi della sua popolazione) ad un livello di coscienza democratica e socialista. A noi è assai più penoso vedere e percepire le violenze, l'oppressione e le umiliazioni che il nostro amato paese soffre per mano dei macellai dello zar, i nobili ed i capitalisti. Noi prendiamo orgoglio della resistenza a queste violenze che è scaturita dalle nostre file, dai Grandi-Russi.
 
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Humbol
view post Posted on 22/7/2013, 22:50




Salve, in Maggio o Giugno 2013 su Repubblica on line o sul Fatto Quotidiano on line ho letto un articolo di uno studioso che collegava alcune variabili sociali fino ad estrarre un quoziente preciso oltre il quale diceva prevedibile la rivolta. Non riesco a rintracciare quell'articolo, non e' che qualcuno di voi ne e'a conoscenza e sa indicarmi come reperirlo?
 
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Ceskystev
view post Posted on 23/7/2013, 13:41




Non ne vedo nulla di buono. La rivoluzione e' processo, queste rivolte sono spontanee, senza organizzazione, senza obiettivo. Tutto cio' porterebbe o ad una repressione o ad un cambio di governi in favore di altri, che sarebbero diversi da quelli precedenti piu' per facciata che per consistenza, demagogici e magari esaltatori degli stati nazione, contro la globalizzazione enon contro il capitalismo in generale, ma contro il liberalismo. Non c'e' nulla che possa far preferire un'altra forma di governo capitalista rispetto a quella liberale, anzi potrebbe anche essere deleterio, i governi attuali sono molli, un cambio di amministrazione potrebbe farne nascere di piu' forti e repressivi. La Russia a me sembra stabile e il Veneziela non mi sembra che vada in quella direzione. In generale credo che in Egitto abbia solo avuto fortuna e che l'analisi non si fondi su dati certi. Io oggi sentivo al tabaccaio un disoccupato che incitava alla rivoluzione, ovvio, saranno chiacchiere da bar, ma gli italiani non sono servi per natura, semplicemente non c'e' nessuno.
 
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babeuf
view post Posted on 24/7/2013, 18:33




..Non sono d'accordo, senza le rivolte non ci può essere rivoluzione.
Certo passare dal 1905 e dal Pope Gapon al 1917 e a Lenin non è facile..

CITAZIONE (Ceskystev @ 23/7/2013, 14:41) 
Non ne vedo nulla di buono. La rivoluzione e' processo, queste rivolte sono spontanee, senza organizzazione, senza obiettivo. Tutto cio' porterebbe o ad una repressione o ad un cambio di governi in favore di altri, che sarebbero diversi da quelli precedenti piu' per facciata che per consistenza, demagogici e magari esaltatori degli stati nazione, contro la globalizzazione enon contro il capitalismo in generale, ma contro il liberalismo. Non c'e' nulla che possa far preferire un'altra forma di governo capitalista rispetto a quella liberale, anzi potrebbe anche essere deleterio, i governi attuali sono molli, un cambio di amministrazione potrebbe farne nascere di piu' forti e repressivi. La Russia a me sembra stabile e il Veneziela non mi sembra che vada in quella direzione. In generale credo che in Egitto abbia solo avuto fortuna e che l'analisi non si fondi su dati certi. Io oggi sentivo al tabaccaio un disoccupato che incitava alla rivoluzione, ovvio, saranno chiacchiere da bar, ma gli italiani non sono servi per natura, semplicemente non c'e' nessuno.
 
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view post Posted on 24/7/2013, 23:14
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compagno

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Babeuf tu hai perfettamente e chiaramente ragione. Purtroppo devo notare un notevole "imbarbarimento" del forum nelle ultime settimane, stranamente associato ad un "arrivo" in massa di bizzarri "compagni," tutti negli ultimi mesi.
Credo che ci sarà bisogno di qualche epurazione di leniniana memoria e di leniniano insegnamento.
Spero di averti dalla mia parte.
E ovviamente non mi riferisco ad Elio, se non per il fatto che mi ha dato spunto con questo suo ultimo impreciso intervento
 
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Ceskystev
view post Posted on 25/7/2013, 08:32




Io non voglio essere pedante, o pessimista, ma credo sia sbagliato dedurre che da rivolte spontanee nascano di necessita' rivoluzioni dopo qualche anno. Non credo che il processo rivoluzionario sia cosi' semplice. Sulla Turchia ero fiducioso, lo sono ancora, anche se non ne stanno parlando e in questa anilisi non viene considerata, li' c'e' un partito comunista solido, la Turchia e' un paese in crescita ma anche arretrato, il governo non e' accondiscendente e quindi le lotte sono violentissime. Nella mia ignoranza mi ricorda la Russia di quel tempo.
 
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view post Posted on 25/7/2013, 11:20
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compagno

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CITAZIONE
sia sbagliato dedurre che da rivolte spontanee nascano di necessita' rivoluzioni dopo qualche anno

Il compagnp babeuf non ha scritto "di necessità". E questo fa tutta la differenza del mondo.
Dove sta l'onesta intellettuale?
 
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Ceskystev
view post Posted on 25/7/2013, 13:01




Io non volevo attaccare babeuf. Pero' penso che le rivolte non significo niente se non si pensa a chi le fa, con quali intenzioni e in quale contesto. Quella che nacque in Libia come rivolta non aveva nulla di buono e cio' che avvenne dopo neanche, quindi le rivolte non sono sintomo di risveglio o rivoluzione in chiave socialista. In caso posso pensare che, dato che Stalin disse che servono a fare esperienza, fanno acquisire consapevolezza, ma anche questo dipende dal perche' le persone si rivoltano e chi conduce le rivolte o le stimola omvi partecipa
 
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