| Ringraziando l'utente marcolino del forum "Orologiando" allego una sua ricerca piuttosto interessante e completa sulla gloriosa orologeria Sovietica.
"Nell'ottobre 2000, l'azienda leader dell'orologeria russa, la Prima fabbrica moscovita di orologi "Poljot", celebrò il suo 70esimo anniversario, che coincideva con l'identico anniversario dell'industria orologiera russa.
L'industria del settore, all'epoca degli Zar, consisteva solamente in piccoli laboratori e imprese. Di solito questi assemblavano orologi utilizzando componenti fabbricate all'estero. Dopo la Rivoluzione d'Ottobre l'intera industria orologiera divenne parte del Raggruppamento della Meccanica di precisione. Si trattava di un complesso di aziende, negozi, laboratori e magazzini di parti finite e semilavorati che appartenevano a famosi fabbricanti quali Burer, Mozer, Reinin, Dmitriev ecc. prima della Rivoluzione.
Intorno al 1926, tuttavia, la fornitura di orologi e componenti era pressoché cessata. La domanda, all'opposto, era sempre crescente, per le necessità dell'esercito, della marina, delle ferrovie e anche per la popolazione. Di conseguenza l'Unione Sovietica si trovò costretta a comprare orologi e ricambi dall'estero pagando in oro. Quindi il 21 dicembre 1927 il Consiglio per il lavoro e la Difesa espresse una risoluzione riguardante la futura organizzazione della fabbricazione di segnatempo in URSS.
Nello stesso tempo gli Stati Uniti fecero un'offerta per la cessione all'URSS di una fabbrica di orologi dismessa, la "Duber Hampton", da cui seguì nell'aprile del '29 la stipula di due contratti di vendita: il primo riguardava l'acquisto degli impianti (capaci di una produzione fino a 250.000 pezzi all'anno) per una somma pari a 325.000 dollari, il secondo l'acquisto di semilavorati e pezzi di ricambio per 135.000 dollari.
Per iniziare la produzione, vennero scelte quattro tipologie di orologi: un tasca da uomo (15 rubini) per le necessità del Ministero dei Trasporti, un polso da uomo (7 rubini) per l'Armata Rossa, un tasca da uomo e un polso da donna (entrambi a 7 rubini) per il mercato civile.
Nell'aprile del 1930 una nave che trasportava attrezzature americane salpò alla volta della Russia. Contemporaneamente, a Mosca, iniziava la costruzione di un edificio (destinato ad ospitare la fabbrica di orologi) nel luogo dove sorgeva una fabbrica di sigarette chiamata "Krasnaja Zvevda" (Red Star) nella via Voronczovskaja. La costruzione era terminata nell'aprile 1930, e fu seguita dall'installazione dei macchinari che venne completata nel settembre dello stesso anno.
Il primo prodotto uscito dalla fabbrica (inizialmente chiamata "Prima fabbrica di orologi di stato", 1^ GY3 e successivamente "Prima fabbrica di orologi moscovita", 1^ MY3) fu un orologio da tasca "Primo modello" o K-43 con piccoli secondi al 9. E' da notare che sin dal principio iniziò un'attività di esportazione degli orologi fabbricati dalla 1^ MY3.
All'inizio della sua attività la fabbrica ebbe la necessità di utilizzare l'aiuto tecnico di specialisti americani e tedeschi, tuttavia dopo un paio d'anni raggiunse l'indipendenza dall'esterno e divenne in grado non solo di risolvere le problematiche tecniche incontrate ma anche di svilupparsi autonomamente. Iniziò così una nuova produzione. In accordo con gli ordini del Comando dell'Aviazione Militare, venne progettato e fabbricato un orologio di bordo per aeroplani, e nel 1932 venne presa la decisione di iniziare la produzione di cronometri.
La storia della "Prima fabbrica moscovita di orologi" è quindi indissolubilmente connessa con quella dell'aviazione sovietica e russa. Tutti i velivoli da guerra sovietici erano forniti con orologi di bordo fabbricati dalla 1^ MY3 "Kirowa" (dal nome del riconoscimento attribuitole, intitolato al politico comunista S.M. Kirov) sin dagli anni 30. I piloti e i navigatori dell'aviazione militare non volavano se non avevano al polso un orologio con il marchio "Kirowa" prima e Poljot poi.
In quel periodo iniziò un consistente sviluppo tecnico con l'acquisto, negli anni '35-'36, di centinaia di nuove macchine da aziende in tutto il mondo, mentre altre attrezzature vennero sviluppate e prodotte in seno alla fabbrica stessa. Fino al 1941, la produzione raggiunse un totale di 2,7 milioni di pezzi. Prima dello scoppio della II Guerra Mondiale vennero prodotti orologi per aviazione, cronometri, orologi a carica automatica o elettrica per veicoli, cronometri e orologi di bordo navali, più ogni altra tipologia di orologio e movimento che necessitasse all'economia nazionale.
Durante il secondo conflitto mondiale nella fabbrica venne allestita la produzione di altri prodotti per la difesa che richiedessero particolare cura nella fabbricazione: munizioni, vetri per aeroplani, e persino alcune componenti per i razzi "Katyusha".
Gli eventi bellici inoltre costrinsero a spostare gli impianti di produzione della 2^ Fabbrica Moscovita di Orologi lontano dalla città, in una cittadina sulle rive del fiume Kama, Chistopol, nella regione russa centro-orientale del Tatarstan. Benché la produzione fosse riconvertita in prodotti destinati all'uso militare, dopo la guerra riprese la fabbricazione di orologi, e la fabbrica, che non venne più spostata, avrebbe successivamente (1969) preso il nome di "Vostok", rimanendo legata all'ambito militare grazie a commesse di segnatempo per le esigenze del Ministero della difesa, con orologi da polso, da tasca, da parete, con la celebre linea "Komandirskie" destinata all'uso militare (1962) e successivamente gli "Amphibia" (1967), orologi da immersione con eccellenti caratteristiche di robustezza, precisione, impermeabilità.
Per quanto riguarda invece la 1^ MY3, la guerra non era ancora terminata e già la fabbrica riprendeva a pieno ritmo la produzione civile, iniziando nel '43 a produrre anche macchine per la produzione di orologi. Nel '45 iniziava la progettazione del nuovo modello K-26 "Pobeda" ("Vittoria").
La produzione del Pobeda con secondi continui al 9 iniziò nel 1946. Stalin stesso approvò il nome, il disegno e le specifiche. La 1^ MY3 fabbricò questo modello sino al 1953, tuttavia la produzione continuò anche in seguito in altre fabbriche.
Nel 1949 vennero messi in produzione gli orologi "Shturmanskye" ("Navigatore"). Nel solco della tradizione che aveva sempre visto forti legami tra la fabbrica e l'Aviazione sovietica, questi orologi furono prodotti per l'aviazione militare, di conseguenza non furono resi disponibili per il mercato civile. Il 12 aprile 1961 Juri Gagarin utilizzò uno di questi orologi durante il suo volo spaziale, non riscontrando alcun problema di funzionamento pur in assenza di gravità. [Fu in seguito a questo evento che la 1^ MY3 prese il nome di "Poljot" ("Volo"). In seguito, questo orologio ormai leggendario fu donato al museo della fabbrica].
Nel 1955, erano stati ormai prodotti dalla 1^ MY3 1 milione di orologi da polso. L'anno successivo iniziò la produzione del primo orologio con movimento automatico, chiamato "Rodina" ("Patria"). Questo movimento aprì la strada a una nuova linea di calibri da 24 mm, 22 rubini, con secondi centrali.
Nel 1957 venne inviata la prima spedizione sovietica per l'esplorazione dell'Antartide. In tale occasione fu perciò creato uno speciale orologio chiamato "Antarktida" con cui equipaggiare I partecipanti alla spedizione. Gli orologi avevano un quadrante su 24 ore, protezione antimagnetica, e movimento basato sul "Pobeda". Ancora basato sul Pobeda fu un orologio emesso nel 1957 in occasione del lancio del primo satellite artificiale Sputnik. Per commemorare questo evento furono prodotti due orologi con secondi centrali, uno dei quali aveva la sagoma di un satellite ruotante al posto della sfera dei secondi. Ad ogni modo sia l'Antarktida che lo Sputnik rimasero in produzione un solo anno.
Negli anni successivi le esportazioni crebbero sempre di più, dirette verso una settantina di paesi, mentre continuava lo sviluppo di nuovi orologi e movimenti, tra cui il primo svegliarino con calibro 2612 (sostanzialmente una copia del calibro A. Schild 1475), e il primo cronografo ("Strela", cioè "Freccia") basato sul movimento 3017 (1959), prodotto però esclusivamente per le forze armate e sotto la loro supervisione. La storia di questo movimento può essere fatta risalire al Venus 150, un tradizionale calibro svizzero ruota a colonne da 18.000 A/h, con totalizzatore crono a 45 minuti, in produzione da prima della II Guerra mondiale. La Poljot acquisì la licenza di produzione derivandone appunto il 3017. Questo orologio fu al polso dei primi cosmonauti russi Beliaev e Leonov in occasione della loro prima uscita nello spazio interplanetario. Nel corso dei successivi venti anni furono prodotti non meno di 100.000 orologi dotati di questo movimento.
Come già accennato, nel 1961 il volo di Gagarin aprì l'era del volo spaziale per l'umanità. Il primo cosmonauta indossava uno "Shturmanskye", dotato di un movimento più evoluto di quelli che equipaggiavano gli esemplari antecedenti: basato su un precedente movimento francese, il Lip R26, di cui erano stati acquistati i macchinari per la produzione, il calibro in questione aveva 17 rubini (anziché i 15 dei modelli precedenti), protezione antishock, secondi centrali e fermomacchina, caratteristica questa piuttosto importante in una attività in cui la precisione è fondamentale, e la sincronizzazione dei tempi una frequente necessità. Il movimento era alloggiato in una cassa in ottone cromato con diametro di 33 mm, e fondello a vite in acciaio. Il modello era comunque disponibile (con diverso quadrante) anche per il mercato civile con il nome di "Sportivnie". In seguito all'evento furono prodotte linee di orologi dall'evocativo nome spaziale, ad esempio "Orbita" e "Kosmos". Ma la fabbrica, adesso denominata Poljot, si distinse anche nella progettazione di un orologio ultra sottile, il "Vympel" con calibro 2209, dallo spessore di soli 2,9 mm, con uno spessore totale dell'orologio di soli 5 mm. Un ulteriore traguardo fu raggiunto nel 1965 con il calibro 2200 di soli 1,85 mm di spessore.
Nel 1966 venne sviluppato il nuovo calibro "26", con dispositivo antishock, bilanciere senza viti e spirale piatta, caratterizzato da uno spessore ridotto e da una elevata riserva di carica. Le richieste dei mercati esteri e degli esigenti clienti occidentali, per i quali era destinata una quota importante della produzione Poljot (le cui esportazioni raggiungevano ormai oltre 60 paesi) condussero alla realizzazione nel 1972 di una ulteriore serie di movimenti basata sul calibro 26, movimenti identificati dalla lettera H: 2609H, 2614H, 2616H ecc., con caratteristiche di affidabilità e precisione più elevate rispetto alla produzione precedente.
Nel 1976 vide la nascita il movimento cronografico 3133 inizialmente destinato ad equipaggiare un cronografo per ufficiali di marina ("Okean") e successivamente un orologio per l'aviazione dotato però di fermo macchina ("Shturmanskye" con calibro 31659). Anche la genesi di questo movimento si può far risalire al Venus 150. Da questo calibro infatti Venus derivò una serie di movimenti fra cui il 175 di dimensioni maggiori (14 linee anziché 13) successivamente evoluto nel 188 la cui differenza più sostanziale era la modifica dello smistamento della cronografia da ruota a colonne a sistema a camme. Questo movimento fu la base su cui venne sviluppato il Valjoux 7730, poi modificato nel Valjoux 7734, con totalizzatore crono a 30 minuti. La crisi dell'orologeria svizzera dei primi anni 70, dovuta all'esplosione delle vendite di orologi al quarzo, portò Valjoux da un lato a sviluppare un nuovo movimento cronografico integrato a carica automatica, il 7750, dall'altro a tentare di disfarsi delle linee di produzione dei precedenti movimenti. Furono così avviate trattative con la Poljot che si conclusero con la vendita delle attrezzature per la produzione del 7734, denominato quindi Poljot 3133. Il movimento originale venne comunque modificato, con la sostituzione della ruota del bilanciere, l'aumento del numero dei rubini (da 17 a 23) e la modifica delle leve di attivazione della cronografia. La produzione era riservata alle esigenze delle forze armate e soggetta al controllo di queste, tuttavia nel 1983 gli orologi dotati del 3133 furono resi disponibili anche per il mercato civile. Orologi di questo tipo furono al polso di astronauti non solo russi ma anche francesi, tedeschi e ucraini, e un cronografo dotato di questo movimento stabilì il record di permanenza nello spazio al polso del cosmonauta Poljakov.
Dal 3133 vennero sviluppate ulteriori varianti come il 3105 senza funzioni cronografiche, il 31681 con un ulteriore contatore per l'indicazione dell'ora corrente in formato 24 ore, il 31679 con fasi luna.
Tra la fine degli anni 70 e i primi anni 80, la Poljot sviluppò anche una serie di movimenti al quarzo, destinati ad equipaggiare orologi esportati principalmente nel Sudest asiatico. In certi anni l'export raggiunse i 3 e persino i 4 milioni di pezzi all'anno.
A questi devono essere aggiunti, nello stesso periodo, i 4/4,5 milioni di pezzi prodotti dalla Vostok. "
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