Comunismo - Scintilla Rossa

La vera storia delle Foibe.

« Older   Newer »
  Share  
Platon
view post Posted on 29/1/2011, 16:52




Ho raccolto svariati documenti, mettendoli insieme e leggendoli tutti. Credo di aver creato un documento abbastanza ricco di informazioni, testimonianze e fonti da poter essere sbattuto in faccia a qualsiasi revisionista e nazionalista beota e poterlo far tacere da quel momento in avanti sull'argomento foibe. Le foibe infatti sono un argomento molto manipolato da tutta l'informazione, che viene spesso usato dai fascisti per infangare la memoria dei partigiani e che utilizzano come testimonianza di quelle che chiamano "Le atrocità del comunismo". Ebbene adesso è arrivato il momento di fargli rimangiare qualsiasi baggianata sputata fuori in questi anni e fargli rimangiare le cifre astronomiche che si sono inventati, ma sopratutto ho visto che l'argomento Foibe nel forum non è stato molto trattato, e gli argomenti erano molto vecchi. Posto qui il documento affinchè possa essere letto da tutti noi, arricchito se si conosce qualcosa in più o se si hanno documenti in più, criticato se per caso ho fatto degli errori e possibilmente utilizzato per evitare che il nome dei partigiani venga infangato. Ciò che comunque ammetto, è quello di non essere riuscito a difendere i comunisti Titini, e me ne dispiaccio perchè per i fascisti, i revisionisti e la borghesia il comunismo è tutto uguale e di tutto vien fatto un unico fascio.

_____________________________________________________________________________


Foibe. Un solo responsabile: il fascismo



La legge del 30 marzo 2004 che istituì il “Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata”, è un altro drammatico episodio di una più ampia campagna revisionista ed eversiva che da anni ha messo radici nel paese e per la quale i riformisti e i revisionisti portano sulle spalle colpe e responsabilità gravissime.

La giornata del 10 febbraio è volta proprio a celebrare quell’Italia fascista e imperialista uscita sconfitta dalla guerra. Nella campagna di menzogne e propaganda portata avanti mano nella mano dalla destra fascista ed eversiva e da riformisti e revisionisti si è andati veramente oltre. Le vittime sono trasformate in carnefici e i veri carnefici in vittime.

E’ però utile chiedersi come mai l’intera vicenda sia rimasta un capitolo oscuro, rimosso per tanto tempo. Chi ha avuto interesse a lasciarlo nel buio? La risposta è: gli angloamericani. Quando infatti nel 1948 si consuma la rottura tra Tito e il fronte del socialismo e del progresso, rappresentato dall’Unione Sovietica di Stalin, i paesi imperialisti guardano alla Jugoslavia come a un possibile prezioso alleato contro l’Urss e le Democrazie Popolari e viene lasciata così cadere ogni idea di approfondire i fatti del 1945.

A proposito di foibe bisogna innanzitutto valutare cosa c’è stato prima, durante ed infine cosa è successo dopo, ovvero come la propaganda reazionaria e revisionista è riuscita a costruire il caso foibe.

Prima delle foibe ci furono vent’anni di fascismo, con violenze, snazionalizzazioni forzate, repressione feroce, disprezzo razzista, una guerra d’aggressione che coinvolse anche le popolazioni civili che furono sterminate e deportate.

La ignobile aggressione alla Grecia obbliga i comandi italiani in difficoltà a chiedere l’intervento della Germania, mettendo così fine alla illusione della “guerra parallela”. Nel 1941, dopo un criminale bombardamento su Belgrado, che viene rasa al suolo, Tedeschi, Ungheresi e Italiani invadono la Jugoslavia, occupandola completamente in poche settimane.
All’Italia spettano: l’intera costa dalmata, parte del Montenegro, quasi l’intera Slovenia e la Croazia, sotto forma di protettorato.
La Slovenia viene annessa, e diventa la provincia di Lubiana. La Croazia diventa un regno “indipendente”, con primo ministro Ante Pavelic, un fascista feroce e sanguinario, amico di vecchia data di Mussolini, e come Re un cugino di Vittorio Emanuele III, Aimone di Aosta. Il partito fascista e razzista croato, gli Ustascia, formato da fanatici religiosi (cattolici) e nazionalisti, appoggiati dal vescovo di Zagabria e primate di Croazia Stepinac, intraprendono fin da subito una opera di pulizia etnica nei confronti di Serbi e altre minoranze, spesso spalleggiati dalle truppe italiane.


L’intera Jugoslavia diventa territorio di stragi e di crudeltà. Alla fine della guerra, sarà uno dei paesi che avrà pagato il più alto tributo di morti, da calcolarsi in circa 1 milione e mezzo di persone su 16 milioni di abitanti (si pensi che i caduti italiani tra civili e militari, fra battaglie e bombardamenti, repressioni e fucilazioni, non supera le 300 mila unità su 45 milioni di abitanti).
In particolare, sono da attribuirsi alla responsabilità diretta delle truppe di occupazione italiana almeno 250 mila morti, che le fonti serbe però portano ad un totale di 300 mila.
Di questi, i morti in combattimento sono una parte esigua, perché la stragrande maggioranza delle vittime fu dovuta a vere e proprie stragi e repressioni, a saccheggi e a brutalità. In particolare, è da ricordare il ruolo della II Armata Italiana, sotto il comando del generale Roatta.
La situazione è differenziata nei diversi territori: le peggiori e più inumane condizioni si verificarono nella Jugoslavia meridionale, dove si aprì una vera e propria caccia al serbo. Vere e proprie spedizioni italo-croate partivano alla volta dei villaggi e delle cittadine serbe, dove, in un’orgia di violenze di ogni tipo, centinaia di uomini, donne e bambini venivano torturati e uccisi.

I villaggi jugoslavi distrutti dagli italiani sono non meno di 250, ai quali vanno aggiunti quelli distrutti in collaborazione con i tedeschi o con altre milizie dell’Asse. 250 Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema in cui i colpevoli, i macellai, eravamo noi. Gli episodi di efferatezza e di crudeltà non si contano, e le mutilazioni, gli stupri, gli accecamenti erano all’ordine del giorno. Il comandante partigiano cattolico Edvard Kocbek così descriveva un'offensiva sferrata dall'esercito italiano nell'agosto del 1942: "I villaggi bruciano, i campi di grano e i frutteti sono stati devastati dal nemico, le donne e i bambini strillano, quasi in ogni villaggio degli ostaggi vengono passati per le armi, centinaia di persone vengono trascinate nei campi di prigionia, i bovini muggiscono e vanno vagando per i boschi. La cosa più sconvolgente è che questi orrori non vengono perpetrati da un'accozzaglia di primitivi come al tempo delle invasioni turche, ma dai gioviali soldati del civile esercito italiano, comandati da freddi ufficiali che impugnano fruste per cani... ".

Spesso i partigiani slavi, o gli indifesi abitanti delle campagne, erano bruciati vivi (su roghi di fascine, o chiusi nelle chiese ortodosse, che furono distrutte – in questo modo- in gran numero). Le deportazioni della “inferiore razza serba” furono massicce, e decine di migliaia di ex soldati o di cittadini serbi fu avviata ai campi di sterminio tedeschi o a quello della Risiera di San Sabba, a Trieste, assieme con ebrei ed altre minoranze.
In Croazia, nel “regno indipendente”, l’opera delle truppe italiane fu di supporto e affiancamento alle milizie ustascia, mentre nelle coste e isole annesse, la repressione della II armata fu assai più pianificata e scientifica. Stessa cosa in Slovenia, che, entrata a far parte del territorio nazionale, doveva essere completamente assimilata.

Gli occupanti italiani costruirono campi di concentramento che, seppur non scientificamente predisposti allo sterminio, furono la causa di migliaia di morti e di infinite sofferenze. Tutti conosciamo Auschwitz e Buchenwald, ma decenni di censure ci hanno impedito di sapere che noi, italiani, costruimmo e gestimmo i leger di Kraljevica, Lopud, Kupari, Korica, Brac, Hvar, Rab (isola di Arbe). Furono creati campi anche in Italia, per esempio a Gonars (Udine), a Monigo (Treviso), aRenicci di Anghiari(Arezzo) e a Padova. Secondo stime rapportate nel volume dell'A.N.P.P.I.A. Pericolosi nelle contingenze belliche, i fascisti internarono quasi 30.000 sloveni e croati, uomini, donne e bambini. In Slovenia, già dall’ottobre del 1941, il tribunale speciale pronuncia le prime condanne a morte, il mese dopo entra in funzione il tribunale di guerra. La lotta contro i partigiani, che diventano una realtà in continua espansione, si sviluppa nel quadro di una strategia politico-operativa rivolta alla colonizzazione di quei territori.

Con l’intervento diretto dei comandi militari italiani la politica della violenza si esercita nelle più svariate forme: iniziano le esecuzioni sommarie sul posto, incendi di paesi, deportazioni di massa, esecuzioni di ostaggi, rappresaglie sulle popolazioni a scopo intimidatorio e punitivo, saccheggiamento dei beni, setacciamento sistematico delle città, rastrellamenti… prende corpo il progetto di deportazione di massa, con il trasferimento forzato degli abitanti di Lubiana, progetto che i comandi discutono con Mussolini in un incontro a Gorizia il 31 luglio 1942 . In una lettera spedita al Comando supremo dal generale Roatta in data 8 settembre 1942, viene proposta, addirittura, la deportazione della intera popolazione slovena.


Nota del Generale Robotti
Al Capo di Stato Maggiore Galli,
chiarire bene il trattamento dei sospetti, perchè mi pare che su 73 sospetti non trovar modo di dare neppure un esempio è un po' troppo.
Cosa dicono le norme della 3° circolare, e quelle successive ?
Conclusione :
SI AMMAZZA TROPPO POCO !


Dopo l’otto settembre, ad una prima ritirata (precipitosa) delle truppe regie, subentrano i tedeschi e i repubblichini di Salò. I partigiani slavi (ai quali, è onesto e necessario dirlo, si sono uniti nel frattempo anche migliaia di soldati italiani) intensificano le loro azioni (è in questo senso istruttivo andare alle grotte di Postumia: si noterà che la prima grande caverna è completamente spoglia e annerita; essa infatti era un deposito di armi nazi-fascista che fu fatto esplodere dalla resistenza). Ciò provoca azioni sempre più feroci ed intense. Questa volta sono proprio i civili i primi obiettivi, e riprendono le deportazioni e le stragi, stavolta dirette dalle SS. Comandante delle SS era il triestino Odilo Globocnik, che si distinse per crudeltà. Se la Dalmazia e la Croazia sono ormai in mano ai partigiani jugoslavi (ricordiamo che la Jugoslavia è l’unico paese europeo che si liberò da solo dalla occupazione nazi-fascista), è nella Venezia Giulia e nella Slovenia che si concentrano le azioni militari.


Chiunque si addentri nel centro montano dell’Istria, troverà il piccolo villaggio di Vodice (Vodizza, in Italiano). Esso si trova, in linea d’aria, a non più di 20 km dal confine friulano, e si presenta ancor oggi con macerie e abitazioni distrutte. Una lapide sul palazzo principale ricorda come, nel 1944, il paese fu attaccato dalle camice nere e dall’esercito repubblichino. Circa 400 vecchi donne e bambini furono massacrati. Immediatamente dopo, in una operazione combinata, intervenne la Luftwaffe, che rase al suolo l’abitato e bombardò anche i dintorni, per annientare gli scampati alla strage. Ciò che più impressiona, oltre ovviamente al carico di sangue e sofferenze che ci ricorda, è che Vodice-Vodizza, nel 1944, faceva parte della provincia di Pola, era cioè italiana, ed italiani erano i suoi abitanti, da ben 26 anni. La loro colpa? Quella di essere di etnia cicik, insomma, istriani non latini. Un crimine rimasto impunito. Un crimine rimasto sconosciuto. Uno dei tanti. Uno dei troppi.

Citazione di Benito Mussolini, 1920.

"Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani".


Ricordiamo che la guerra di aggressione la dichiarò Mussolini contro la Jugoslavia, e che quindi siamo stati noi i diretti responsabili della guerra e indiretti responsabili di ogni sua più tragica conseguenza.

Come si sono svolti i fatti “durante”? Ovvero la “contabilità degli infoibati”. Si tratta di ristabilire semplicemente la verità storica - quella di un fenomeno limitato - di fronte alle cifre iperboliche inventate dai circoli fascisti e revisionisti. Nel 2004 Fassino parlò di 2.000 infoibati a Basovizza (mentre ce ne fu solo uno, un tale Mario Fabian noto per le atrocità commesse durante gli interrogatori), l’allora ministro Gasparri parlò di “milioni di infoibati solo perché italiani”.

Bisogna fare chiarezza storica su quelle morti e si deve dire chi è morto e perché è stato ucciso, che cosa realmente ha fatto in vita; perché gli innocenti sono innocenti, però i criminali di guerra e i collaborazionisti non lo sono. Nel suo libro “Operazione foibe a Trieste. Come si crea una mistificazione” Claudia Cernigoi dimostra che dall’attuale provincia di Trieste nei fatidici “40 giorni” sono scomparse 517 persone, suddivise per categorie: militari, polizia (compresi i membri delle SS), collaborazionisti e spie. Il curriculum di squadristi, aguzzini e spie, nonché la presenza tra gli uccisi di diversi sloveni, smentisce la tesi degli infoibati uccisi solo in quanto italiani e chiarisce il vero motivo del fenomeno foibe. Non si può certo parlare di genocidio, né di pulizia etnica.

Al contrario i popoli della Jugoslavia pagarono un altissimo tributo di sangue, circa un milione di morti, per le criminali azioni degli invasori nazifascisti; mentre altre 700.000 furono le vittime della lotta di Liberazione e della guerra.

Crollato il regime fascista, si verificò un fenomeno alquanto strano e significativo: le “terre irredente” vennero precipitosamente abbandonate. Le autorità civili (composte in gran parte da ferventi fascisti, quasi tutti meridionali) fuggirono verso le loro città di origine, lasciando una terra che evidentemente non avevano mai riconosciuta come loro, nella più totale anarchia. Le autorità militari consegnarono alle poche centinaia di tedeschi presenti non solo l’intera regione, ma anche migliaia di soldati e carabinieri, che furono in gran parte uccisi, internati, deportati in Germania.

Questa vera e propria strage in conto terzi, commessa dai comandi dell’esercito e fascisti, dagli stessi comandi che si erano macchiati dei peggiori crimini di guerra, non è considerata da quella propaganda patriottarda che enumera martiri ed eroi, ma che sa sempre tacere sui nomi e le responsabilità. Le recenti scuse per il decennale silenzio sui fatti d’Istria, scuse porte da eminenti politici della cosiddetta sinistra, non hanno avuto in contropartita le scuse di coloro che, per vigliaccheria e incompetenza, consegnarono migliaia di giovani al lager e alla morte. Fu questo uno dei momenti più tragici e sanguinosi del conflitto, con una violenza spaventosa perpetrata contro la popolazione civile con la partecipazione attiva dei fascisti italiani.

La classe operaia e le masse popolari guidate dal Partito Comunista seppero organizzare una attiva e forte resistenza agli invasori, iniziata già nell’estate del 1941. Fu una vera e propria guerra di popolo il cui esercito di uomini, donne e giovani arrivò a superare le 800.000 unità.

Fu proprio nei giorni precedenti gli accordi del 12 giugno 1945 tra il nuovo governo jugoslavo e gli alleati, che stabilirono il controllo delle cosiddette Zona A e Zona B, che si acutizzò lo scontro delle forze ostili al nuovo governo rivoluzionario nel tentativo di mettere in discussione la nascita della nuova Jugoslavia. E fu questo il momento in cui i fascisti, i nazisti, i collaborazionisti di ogni sorta e i controrivoluzionari dovettero assumersi la piena responsabilità della loro politica e delle loro azioni. In questa azione di giustizia tanto necessaria quanto difficile, saranno sicuramente stati emessi verdetti errati per alcune persone come si saranno verificati casi di vendette personali. Ma questo non può assolutamente costituire un fattore di alterazione e di falsificazione di quegli avvenimenti.

Vi è una connessione stretta e ineludibile, un filo conduttore che lega le foibe, la detenzione dei prigionieri di guerra, il cosiddetto esodo degli italiani dall’Istria, alla politica fascista della snazionalizzazione, all’aggressione nazifascista della Jugoslavia, all’occupazione militare italiana, alla persecuzione antifascista.

E’ necessario ribadire con forza verità e responsabilità sugli avvenimenti di quegli anni, fuori dall’ottica delle falsità prodotte dalla propaganda fascista e ora revisionista. Le foibe non rappresentano affatto il simbolo del genocidio della popolazione italiana, ma una comune rivolta contro gli aguzzini fascisti, nazisti, ustascia e collaborazionisti macchiatisi di ogni sorta di crimine. Le foibe non furono che l’espressione dell’odio popolare compresso in decenni di oppressione e di sfruttamento, che esplose con la caratteristica violenza delle insurrezioni di popolo.Una guerra di popolo che seppe sviluppare, attraverso la lotta di Liberazione, il processo rivoluzionario che portò il 29 novembre 1945 alla proclamazione della Repubblica Popolare Federativa di Jugoslavia.

Dunque, settembre 1943: dopo decenni di repressione e violenze, i contadini croati e altri elementi insorgono contro tutto ciò che è “fascismo”, purtroppo spesso identificato con “Italia”. Ma si epurava non sulla base della nazionalità ma del fascismo. Nel caos generale di quei mesi, furono circa 250-300 i fucilati e “infoibati” dai partigiani o dal popolo in rivolta, cifra decisamente minore rispetto alle fandonie numerali dette dai revisionisti. Paradossalmente, furono contestualmente salvati e protetti, rifocillati e ospitati, migliaia e migliaia di soldati delle armate italiane allo sbando, poiché le violenze si scatenarono quasi esclusivamente verso i carabinieri, i gerarchi, le camicie nere.

Una lotta di Liberazione contro la barbarie nazifascista e per la riappropriazione della libertà e dell’indipendenza nazionale. E l’esempio principale è dato proprio dalla lotta unitaria dei diversi popoli, dalla lotta unitaria delle diverse organizzazioni e formazioni partigiane, dall’aiuto generoso dato dalle popolazioni slave a migliaia di soldati italiani in rotta dopo l’8 settembre e braccati dai loro ex alleati tedeschi. Soldati italiani che erano invasori ma che devono la loro salvezza e la loro libertà al popolo jugoslavo e quanti, mettendo a repentaglio la loro stessa vita, li hanno sottratti alla vendetta nazista. Altro che genocidio contro gli italiani!!!Mentre ben maggiore fu il numero di caduti tra i partigiani stessi negli scontri con l’esercito tedesco. Il quale, come accennato, riprese presto il controllo del territorio.

Ben altro successe con l’occupazione titina di Trieste e della Venezia Giulia. Con il crollo della Germania, (che, ricordiamolo, si era annesso tutto il nord-est italiano strappandolo all’alleato di Salò), le formazioni jugoslave si gettarono in una corsa contro il tempo verso le coste adriatiche per impedire agli anglo-americani di prendere il controllo di quelle terre. Giungono a Trieste, Gorizia, Fiume tra il 1° e il 3 maggio, e, per quaranta giorni circa, tengono sotto controllo –sotto occupazione- la fascia adriatica. In questi terribili quaranta giorni, si scatena una violenta epurazione. La volontà jugoslava è chiara: creare uno stato di fatto che preceda l’annessione. Le giunte del CNL partigiane vengono disarmate, destituite, in certi casi arrestate. Tutto ciò per evitare un annessione e la sepaazione della popolazione slovena dalla jugoslavia.


Tutti coloro che possono essere considerati per un motivo o per l’altro, ostili, vengono arrestati, deportati, in parte uccisi. D'altronde, lo stesso stava accadendo in tutte le altre regioni della neonata repubblica titina, e non era una specifica anti-italiana. In quei giorni, dunque, si vive un clima di terrore. A Fiume i primi ad essere eliminati sono i fautori dello Stato Libero, coloro che negli anni a cavallo tra il 1919 e il 1925 si erano opposti alla annessione italiana; a Gorizia sono gli esponenti partigiani ad essere indicati come “concorrenziali” e fatti immediatamente prigionieri e uccisi assieme a tutti coloro che si rivoltavano. Le esecuzioni si susseguono e i cadaveri vengono gettati nelle foibe giuliane (la circostanza secondo la quale venivano infoibate anche persone vive legate a cadaveri è stata smentita da testimoni oculari, quali in parroco di Corgnale. Egli, che aveva dato l’estrema unzione ai disgraziati di Basovizza, dichiarò che le vittime erano “state fucilate in modo corretto prima di essere gettate dentro”.

Le foibe localizzate con certezza: Basovizza, Corgnale, Opicina , Scadaicina , Casserova, Podubbo, Semich, Drenchia, Sesana e Orle, Vifia Orizi, Obrovo, Raspo, Brestovizza, Castelnuovo d'Istria, Cava di bauxite di Lindaro, Vescovado, Surani, Pucicchi, Treghelizza, Cava di Bauxite di Gallignana, Vines, Gropada, Gargaro o Podgomila, Zavni, Pinguente, Creogli , Cernovizza (più altre fosse e cave nell’arco tra Gorizia e Fiume)

Gli infoibati calcolati secondo il criterio dei corpi estratti direttamente dalle caverne, sono in effetti 570. Cinquecentosettanta sono dunque gli ufficialmente infoibati. Molti. Ma nulla giustifica i bilanci di fantasia, stilati nell’ordine delle decine di migliaia solo a scopo di pura propaganda e di falsificazione della Storia.


E’ nostro dovere impedire a chiunque di gettare fango sulla lotta di Liberazione e sui partigiani. Gli ideali e i valori della Resistenza e dell’antifascismo sono e devono rimanere un patrimonio indelebile della nostra storia, del nostro popolo e dell’intera umanità.


P.S: aiutatemi a migliorare l'articolo, perchè ho intenzione di pubblicarlo sul giornale scolastico e di trattarlo nel giorno in cui si ricorderanno le foibe (credo vogliano fare nella mia scuola una giornata di assemblea proprio su questo argomento, ed io voglio esporre il documento).

Edited by Skatered - 23/2/2017, 20:30
 
Top
Platon
view post Posted on 29/1/2011, 17:38




Si, ma questi articoli o sono piccoli e poveri dal punto di vista storico o comunque sostengono il fenomeno foibe perchè coloro che son stati messi dentro son stati i fascisti. L'obbiettivo del mio articolo è piuttosto la scagionazione dei partigiani, l'analisi dal punto di vista storico e i numeri reali che son stati gonfiati ingiustamente. Ripeto che ho preso spunti da vari documenti e articoli e ne ho fatto un unicum, il titolo è quello dell'articolo che ho preso come base, ma è molto diverso dal mio.

Comunque alcuni degli erticoli che mi hai postato non li avevo trovati, e potrò utilizzarli per arricchire il tutto e renderlo più colmo di fonti.
 
Top
view post Posted on 30/1/2011, 11:46

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


ok platon fai pure... ti ho dato i link cosi hai altro materiale... buon lavoro!!!
 
Web  Top
Platon
view post Posted on 30/1/2011, 12:44




Grazie, se ne trovi altri o se qualcun altro ne trova altri mi faccia sapere.
 
Top
aragkat
view post Posted on 30/1/2011, 22:16




Personalmente non riesco a capire un così accanimento nei confronti delle foibe.
Siamo in un paese in guerra, dove gli armamenti scarseggiano, l'unica cosa che abbiamo è la rabbia dei cittadini.
Le foibe a mio parere possono essere viste come un'arma primitiva è ovvio, ma necessaria.
 
Top
_GargiulotH_
view post Posted on 5/2/2011, 15:46




Bel lavoro Platon, complimenti :compagno3:
 
Top
otreblA_SNAKE_[ITA]
view post Posted on 6/2/2011, 17:19




Ottimo lavoro Platon.
Su Facemerd ho un gruppo che si occupa di fare informazione [il Dirigibile Notturno], curato solo da me xD. In alcuni casi, come in questo, prendo notizie da questo forum e le riporto anche lì.

Se volete farvi quattro risate:
ecco un commento dell'articolo, scritto in un italiano forbito e ricco di argomentazioni e documenti.
CITAZIONE
platon ma vai a fare in xulx..... Sei solo un comunista fallito e bugiardo...,. Seguendo la tua logica allora i responsabili unici delle persecuzioni agli ebrei sono i ricchi banchieri scappellati che da new york finanziarono hitler...... O forse hanno piu` colpe i rabbini del B'n'B che attraverso i media del tempo invitarono tt gli ebrei del mondo a combattere anche economicamente, ma nn solo, la germania nazista..... si somaro dopo quella dichiariazione di guerra hitler fece le leggi contro gli ebrei....... Questa é la storia......, poi ci sono .....le cazzate scritte sui libri di scuola, dove gli ebrei sono tt bravi buoni .......ed infine ci sono i comunisti falliti come chi ha scritto sta cazzata di articolo....... Sei fallito come il comunismo, capra disinformata

Ci mancava un "viva il duce" alla fine.
 
Top
Platon
view post Posted on 6/2/2011, 18:02




Sono diventato famoso :woot: già ricevo i miei primi insulti a causa di un articolo, è un passo importante :asd:

Seriamente questi commenti mi rendono contento, adoro vedere i fascisti andar di matto e adoro farli uscire allo scoperto :lol:
 
Top
view post Posted on 6/2/2011, 18:19

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


CITAZIONE (otreblA_SNAKE_[ITA] @ 6/2/2011, 17:19) 
Ottimo lavoro Platon.
Su Facemerd ho un gruppo che si occupa di fare informazione [il Dirigibile Notturno], curato solo da me xD. In alcuni casi, come in questo, prendo notizie da questo forum e le riporto anche lì.

Se volete farvi quattro risate:
ecco un commento dell'articolo, scritto in un italiano forbito e ricco di argomentazioni e documenti.
CITAZIONE
platon ma vai a fare in xulx..... Sei solo un comunista fallito e bugiardo...,. Seguendo la tua logica allora i responsabili unici delle persecuzioni agli ebrei sono i ricchi banchieri scappellati che da new york finanziarono hitler...... O forse hanno piu` colpe i rabbini del B'n'B che attraverso i media del tempo invitarono tt gli ebrei del mondo a combattere anche economicamente, ma nn solo, la germania nazista..... si somaro dopo quella dichiariazione di guerra hitler fece le leggi contro gli ebrei....... Questa é la storia......, poi ci sono .....le cazzate scritte sui libri di scuola, dove gli ebrei sono tt bravi buoni .......ed infine ci sono i comunisti falliti come chi ha scritto sta cazzata di articolo....... Sei fallito come il comunismo, capra disinformata

Ci mancava un "viva il duce" alla fine.

ahahah che imbecille matricolato... ecco questo è un tipo da infoibeare :asd:

CITAZIONE (Platon @ 6/2/2011, 18:02) 
Sono diventato famoso :woot: già ricevo i miei primi insulti a causa di un articolo, è un passo importante :asd:

Seriamente questi commenti mi rendono contento, adoro vedere i fascisti andar di matto e adoro farli uscire allo scoperto :lol:

bravo riceverai la medaglia di argento al merito per aver provocato i fascisti con forte spirito di abnegazione :asd:

SPOILER (click to view)
senza scherzi sei un grande... bravo


Edited by RêdÐrãgóñ™ - 6/2/2011, 20:14
 
Web  Top
Belfagor
view post Posted on 6/2/2011, 20:07




Davvero un ottimo articolo, Platon, una buona vaccinazione da fare in vista del 10.
 
Top
Ziggy
view post Posted on 11/2/2011, 14:10




Come è andata alla fine l'assemblea?
 
Top
Platon
view post Posted on 11/2/2011, 14:28




CITAZIONE (Ziggy @ 11/2/2011, 14:10) 
Come è andata alla fine l'assemblea?

Non è stata fatta (come d'altronde tutte le altre cose che il rappresentante di istituto aveva promesso e non son state fatte. C'è stato un corteo, ma non ci son potuto andare causa impegni più importanti e rischio di linciaggio <_< . Ho esposto il mio articolo ai miei conoscenti più fascisti, ma ovviamente non hanno saputo dir altro ,dopo averlo letto, che "Spari solo cazzate, Onore ai martiri delle foibe". Confesso che mel'aspettavo, il mio obbiettivo era proprio l'assemblea, perchè avrei smosso la coscienza collettiva e creato discussione. Rimane però il giornale scolastico, che quando verrà pubblicato avrà questo tra gli articoli (perciò il capitolo non è chiuso ;) )
 
Top
view post Posted on 11/2/2011, 16:16
Avatar

compagno

Group:
Founder
Posts:
15,575
Location:
Comunismo . Scintilla Rossa

Status:


da www.nuovaalabarda.org/leggi-articolo-giorno_del_ricordo_2011%3A_a_proposito_di_martiri_delle_foibe..php

Giorno del Ricordo 2011: A proposito di “Martiri delle foibe”

di Claudia Cernigoi

gennaio 2011

Dopo tanti anni da quando ho iniziato a fare ricerca storica sulle foibe (cioè dal 1995), dopo tutta la documentazione che ho analizzato e tutte le cose che ho pubblicato (e che nessuno storico serio, finora, ha smentito), quando sento ancora parlare di diecimila “infoibati”, di migliaia di “martiri delle foibe”, non so se mi sento più arrabbiata o più demoralizzata. Perché, mi domando, una ricerca storica seria deve venire snobbata, ignorata, vilipesa, mentre si prosegue a parlare a sproposito di certi argomenti, solo per mantenere viva la propaganda anticomunista ed antijugoslava, sostanzialmente per rivalutare il fascismo?

Un esempio per stigmatizzare la situazione di disinformazione storica nella quale ci troviamo. A novembre, su segnalazione del Comitato antifascista e per la memoria storica di Parma, che ha elevato una protesta riguardo all’intitolazione in quella città di una via ai cosiddetti “martiri delle foibe” (termine che per la sua genericità e vaghezza di definizione necessiterebbe di un’analisi di svariate pagine, ma su cui tornerò più avanti), sono andata a vedere il forum di Alicenonlosa (www.alicenonlosa.it/aliceforum/) e di fronte a tanta (peraltro spocchiosa e saccente) ignoranza relativamente ai fatti storici di cui si pretende di parlare, mi sono davvero cadute le braccia.

Leggere di “almeno diecimila” infoibati, di “compagni del CLN” gettati nelle foibe, di paragoni tra Tito e Pol Pot, così come insulti al presidente Pertini, e citazioni fuori tema su Goli Otok (che fu campo di prigionia, orribile fin che si vuole, ma destinato ad oppositori interni e non c’entra per niente con le “foibe”), il tutto per rispondere all’equilibrata e documentata presa di posizione del Comitato antifascista e per la memoria storica mi ha fatto riflettere sul senso che ha cercare di fare ricerca storica circostanziata se poi quello che continua ad essere diffuso sono stereotipi di falsità e propaganda.

Uno dei vari anonimi polemisti, quello che cita i “compagni del CLN” infoibati, dopo avere parlato di “diecimila” vittime, fa i seguenti nomi: Norma Cossetto, i sacerdoti don Bonifacio e don Tarticchio, le tre sorelle Radecchi, i tre componenti della famiglia Adam. Nove persone. Punto. Dove don Tarticchio, Norma Cossetto e le tre sorelle Radecchi furono uccisi nel settembre 1943 in tre distinte località dell’Istria nel corso del conflitto; don Bonifacio scomparve nel 1946 e non si sa che fine abbia fatto, ma visto che è scomparso nel nulla, dice la propaganda, ovviamente è stato “infoibato”; la famiglia Adam, di Fiume, che faceva parte del CLN filo italiano che nell’estate del 1945, quando Fiume era passata sotto sovranità jugoslava operava per riannettere la città all’Italia, in barba a tutti gli accordi tra Alleati, fu arrestata appunto per questa attività eversiva, e non vi è prova che qualcuno dei tre sia stato “infoibato”.

Ed i “compagni” del CLN di cui parla l’Anonimo (diamogli una dignità di nome proprio con un’iniziale maiuscola) chi sarebbero? Non certo coloro (una ventina) che furono arrestati durante l’amministrazione jugoslava di Trieste perché organizzavano attentati dinamitardi contro l’autorità esistente, che amministrava Trieste in quanto potenza alleata; né i tre membri del CLN arrestati per essersi appropriati dei fondi della Marina militare della RSI pur di non lasciarli in mano agli jugoslavi, due dei quali furono rilasciati un paio di anni dopo, mentre il terzo, già malato al momento dell’arresto, morì in prigionia un anno dopo.

Si possono poi considerare “martiri” i membri dell’Ispettorato Speciale di PS che furono arrestati e condannati a morte dal tribunale di Lubiana, perché colpevoli di essersi macchiati di azioni criminali, come Alessio Mignacca, che picchiò una donna arrestata fino a farla abortire, ed uccise almeno tre persone che cercavano di sfuggire all’arresto, sparando contro di loro?

Si potrebbe continuare a lungo con questi esempi, ma il discorso da fare è, a mio parere, un altro, e ritorno sulla questione della definizione “martiri delle foibe”. Innanzitutto la maggior parte di coloro che vengono così indicati non furono veramente uccisi e poi gettati in una foiba: in parte si tratta di prigionieri di guerra morti durante la detenzione (così come accadde in altri campi di detenzione gestiti dagli Alleati, ad esempio in Africa), in parte di arrestati perché accusati di crimini di guerra o di violenze contro i prigionieri (vedi il caso di Mignacca sopra citato, ma anche quello di Vincenzo Serrentino, giudice del Tribunale speciale per la Dalmazia, che mandò a morte moltissimi innocenti) e condannati a morte dopo un processo. Coloro che finirono nelle foibe furono per lo più vittime di regolamenti di conti o di vendette personali, così come Norma Cossetto, così come don Tarticchio, sul quale gravava il sospetto che fosse un informatore dell’Ovra.

Intitolare strade a generici “martiri delle foibe” significa non rendere giustizia a nessuno, tantomeno alle vittime innocenti, serve solo ad eternare la polemica sulla “ferocia slava” che voleva operare una pulizia etnica contro gli italiani nella Venezia Giulia (teoria nazionalfascista che nessuno storico degno di questo nome ha mai avallato).

L’analisi di cui sopra è stata inviata, sempre a novembre 2010, al Comitato antifascista e per la memoria storica di Parma, quale contributo di solidarietà al loro lavoro di informazione per la conoscenza della storia. Non so se l’intervento è stato pubblicato da qualche testata parmense, ma ritengo ora, a ridosso del Giorno del ricordo del 10 febbraio, di diffonderlo più ampiamente, in vista di quanto verrà detto e scritto sull’argomento.

 
Top
Ziggy
view post Posted on 15/2/2011, 21:29




Nell'articolo non tratti del cosiddetto esodo di italiani dall'istria.
 
Top
103 replies since 29/1/2011, 16:52   8231 views
  Share