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Bielorussia, Lukashenko rieletto presidente. I diritti sociali in primis

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Le_Quack
view post Posted on 21/12/2010, 22:45




Platon calmati...innanzitutto vorrei farti notare che il tuo discorso è in chiave anti-marxista e si basa su opinioni che non possono essere spiegate in maniera oggettiva, queste cose lasciamole ai fascisti che è meglio per tutti ;) La disfatta culturale italiana è avvenuta nella Seconda Repubblica quando si è sviluppato il modello berlusconiano,riempendo le TV di spazzatura e riempendo i quotidiani di cazzate...tutto ciò si sarebbe potuto evitare se ci fosse stata una forte presenza comunista,cosa che non c'è stata,quindi ecco che si ritorna al discorso che è sempre colpa dei comunisti :D .
Oltretutto vorrei delle spiegazioni su cosa intendi per "terrone"...
 
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Platon
view post Posted on 21/12/2010, 22:57




CITAZIONE (Le_Quack @ 21/12/2010, 22:45) 
Platon calmati...innanzitutto vorrei farti notare che il tuo discorso è in chiave anti-marxista e si basa su opinioni che non possono essere spiegate in maniera oggettiva, queste cose lasciamole ai fascisti che è meglio per tutti ;) La disfatta culturale italiana è avvenuta nella Seconda Repubblica quando si è sviluppato il modello berlusconiano,riempendo le TV di spazzatura e riempendo i quotidiani di cazzate...tutto ciò si sarebbe potuto evitare se ci fosse stata una forte presenza comunista,cosa che non c'è stata,quindi ecco che si ritorna al discorso che è sempre colpa dei comunisti :D .
Oltretutto vorrei delle spiegazioni su cosa intendi per "terrone"...

Sono calmissimo. Perchè è anti-maxista dire che gli italiani sarebbero stati comunque idioti? Dopotutto gli italiani (sopratutto nel novecento) non hanno mai capito nulla di niente, dopo la 1° guerra erano al collasso, col fascismo peggio, poi peggio ancora, poi con berlusconi ancora peggio, ma berlusconi non credo sia la causa ma la prova, votano ancora questo idiota che non fa mai un cazzo, va a puttane, vuole fare l'Italia a sua immagine, non risolve niente..... non è li senza il nostro consenso (cioè italiano, non nostro nostro) ma con esso, e tutt'ora esistono ancora beoti che lo vogliono li.

Terrone: Colui che non ha cultura, bigotto, non riesce ad articolare pensieri logici, pensa al suo interesse, si crede intelligente e incontrastabile nonostante sostanzialmente non valga un cazzo, parla a sproposito di argomenti che non conosce e pretende di conoscerli, ritiene che le abilità intellettuali siano da idioti che non hanno nessuna abilità tranne quella di leggere una lingua che loro non conoscono (l'Italiano).

Tipici terroni sono: i leghisti, i mafiosi, i componenti dell'UDC, Roberto Fiore, gli americani.
 
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view post Posted on 21/12/2010, 23:39
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compagno

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E' antimarxista dire che gli italiani o i francesi o i vattelappesca sono così o cosà.
Possiamo dire che la borghesia italiana non è stata all'altezza delle altre borghesie.
Non possiamo di certo di parlare di un paese accomunando le classi antagoniste che vi vivono.
Altrimenti si scade alla stregua di quelli che parlano di "azienda Italia", di quelli che nascondono l'esistenza della lotta di classe in nome di un'impossibile concordia.
Si scade anche a livello dei revisionisti moderni "lo Stato di tutto il popolo", "il partito di tutto il popolo".
Si scade a livello delle concertaziioni sindacali e così via.
Cioè si finisce nell'antimarxismo.
Non era questo certo nelle tue intenzioni, ma di fatto stai ragionando proprio così.

E poi stai straparlando anche contro il popolo italiano. Ti dimentichi del biennio rosso e della lotta armata della Resistenza. Insomma il proletariato italiano ha dato grandi prove di sè, nonostante non avesse alle spalle un Partito leninista o compiutamente tale.

Infine ti prego di cancellare la frase totalmente fasulla che da Dante in poi la cultura italiana non ha combinato nulla!!!
Non so, tanto per dirne una, il Rinascimento non ti ricorda nulla?

E ti faccio presente che in Scintilla Rossa siamo tutti patrioti; tanto è vero che il profilo della nostra bella penisola (isole comprese!) sta perfino nel banner.
 
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Platon
view post Posted on 22/12/2010, 00:12




CITAZIONE
E ti faccio presente che in Scintilla Rossa siamo tutti patrioti; tanto è vero che il profilo della nostra bella penisola (isole comprese!) sta perfino nel banner.

:lol: C'è stato un tremendo malinteso vedendo ciò che ho detto prima, io sono contrario al nazionalismo (ed è questo che non accetto) perchè lo considero degenerazione del patriottismo (Che è una cosa bellissima), probabilmente la frase
CITAZIONE
il nazionalismo serbo è evidente, e il nazionalismo è degenerazione del patriottismo che non accetto.

è stato associato il non accettare con il patriottismo, e non con la degenerazione generale, mi sono espresso male, mea culpa, e lungi da me odiare la patria o altro.


CITAZIONE
Infine ti prego di cancellare la frase totalmente fasulla che da Dante in poi la cultura italiana non ha combinato nulla!!!
Non so, tanto per dirne una, il Rinascimento non ti ricorda nulla?

Il rinascimento però è stato una riscoperta dei valori classici e non un vero e proprio passo avanti, diciamo che si è tornati a pesar classico, e anche oggi sarebbe meraviglioso, ma concretamente non si può definire avanzamento il tornare ad una situazione precedente, per quanto bella. Facciamo così, cosideriamo l'Italia da quando è stata unita ad oggi, da quel momento gli italiani (che ufficialmente sono italiani) sono peggiorati sempre più nonostante alcune personalità brillanti come es "Manzoni" fino ad arrivare al Novecento che per noi è stata una tragedia, e anche se c'è stato qualche spiraglio di luce, esso si è subito offuscato. Penso che la presenza di Marx non avrebbe cambiato niente perchè (evitando di esprimermi in discorsi troppo lunghi e che forse approderebbero a poco) ricordo che NEMO PROFETA IN PATRIA, e infatti Marx era tedesco, e la Germania, nonostante avesse avuto Marx, non ha mai avuto una storia comunista brillante come quella russa, o francese e anzi è nato il nazismo, uno dei suoi grandi nemici, e adesso non è una terra di prolificazione ideale per il comunismo, perchè il capitalismo si è ben infiltrato e ha messo solide radici. Ora però il popolo tedesco, non so spiegare il perchè, ma sa far funzionare una cosa che chissà perchè gli italiani non riescono proprio a far partire. Infatti penso che i tedeschi, nella nostra situazione, avrebbero già fatto un ribaltone e non avrebbero accettato tale andamento di cose come invece lo accettano gli italiani, e alcuni italia quest'andamento non lo accettano, ma ne traggono le decisioni sbagliate e i nemici sbagliati, ad esempio quella dell'odio per l'immigrazione o la secessione.

Mi capite? Io non mi spiego perchè il popolo italiano da lungimirante e culla dei popoli quali era oggi si è spento, e al confronto di altri paesi che non erano nulla rispetto a lei, si è fatta superare in astuzia e visione delle cose. Insomma, ora come ora, se gli italiani sapessero ragionare, avrebbero capito che la nostra situazione non è cosa da continuare, e avrebbero dato una svolta sensata (che non è la cacciata degli immigrati o la secessione o la magistratura) ma un cambiamento di società.

Io sostengo che per un motivo a me non chiaro, gli italiani nella situazione italiana non comprendono ciò che deve essere fatto (il cambio di società) e invece altre popolazioni l'avrebbero già capito e fatto nella nostra condizione.

e dato che non trovo un motivo valido (perchè in italia c'è sempre stato un cambio di situazione di modo che non ci si stagnasse in un unico modello sociale come invece è accaduto con gli U.S.A, e non c'è un particolare blocco della libertà di parola ufficiale "come potrebbe essere il vietare il partito comunista" e quindi, non trovando spiegazione, non posso che dedurre che quello italiano è un popolo idiota, perchè davvero, non c'è motivo per cui non avremmo già dovuto fare un ribaltone se non l'incapacità di comprendere la nostra grave situazione.
 
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view post Posted on 22/12/2010, 12:28

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CITAZIONE
Il rinascimento però è stato una riscoperta dei valori classici e non un vero e proprio passo avanti, diciamo che si è tornati a pesar classico, e anche oggi sarebbe meraviglioso, ma concretamente non si può definire avanzamento il tornare ad una situazione precedente, per quanto bella.

si il rinascimento è un ritorno ai modi della antichità ma è proprio grazie a questo che si ha il risveglio di quelle “idee” che costituiranno le basi per lo sviluppo della filosofia, dell’arte, delle scienza e di tutti i campi della cultura e cosi l’italia andrà per secoli alla grande in tutti questi campi.. ovviamente non è stata una rivoluzione sociale ma dire che nn abbia portato nulla di nuovo mi sembra troppo riduttivo….
"il passato classico non veniva imitato servilmente, ma rielaborato come esempio e fonte di ispirazione per nuove creazioni originali"


CITAZIONE (Platon @ 21/12/2010, 22:06) 
Dal punto di vista negativo o positivo?

su questo non pendertela ma stavolta faccio mia la risposta che ti ha dato MDCCXCIII e le successive di carre e le quack

CITAZIONE (MDCCXCIII @ 21/12/2010, 21:56) 
Scusa Platoon, ma certe scemenze sesquipedali non si possono scrivere.
I Serbi non hanno avuto Lenin e Stalin ma lo stesso hanno difeso fino all' ultimo la Yugoslavia. E poi tutto il tuo discorso disfattista non lo condivido di una virgola.

 
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Platon
view post Posted on 22/12/2010, 14:17




CITAZIONE
su questo non pendertela ma stavolta faccio mia la risposta che ti ha dato MDCCXCIII e le successive di carre e le quack

Non me la prendo, anzi, il fatto che voi siate più ottimisti mi fa piacere, pur troppo io non ho questa qualità
 
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Nazionalrivoluzionario
view post Posted on 27/12/2010, 01:01




Lukasenko ha due coglioni grossi come i faraglioni di capri!!! Ce l'avessimo in Italia uno cosi
 
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view post Posted on 27/12/2010, 15:08

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Il fantasma di Lukashenko


di Fabrizio Casari

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Le elezioni bielorusse hanno avuto l’esito che s’immaginava. Un vero e proprio plebiscito per il presidente Lukashenko nelle urne, un vero e proprio ripudio alla sua vittoria e al suo sistema sui media occidentali. Dall’Osce al Dipartimento di Stato, fino al Cremlino, le trombe hanno squillato, per evitare che il Paese, il suo Presidente, i suoi elettori e i suoi stessi oppositori potessero risultare oggetto di analisi e riflessioni sul voto.

Lukashenko è il tipico “uomo forte”, certo poco avvezzo alla dialettica con l’opposizione; ma anche poco abituato a vederla, almeno una degna di tal nome. Ed é possibile che abbia forzato la mano, ma non ci sono notizie verificabili in questo senso, mentre gli stessi rapporti degli osservatori internazionale lo escludono.

Ma per i media e le cancellerie occidentali la percentuale vicina all’80 per cento dei voti sembrerebbe voler assegnare, di per sé, una patente di elezione truffa. E il fatto che i candidati dell’opposizione - divisi e reciprocamente ostili - abbiano raccolto pochi punti percentuali, invece di stimolare ragionamenti sull’effettivo livello di rappresentanza dei partitini da essi fondati (e da altri sostenuti e finanziati) è sembrata la prova provata di un’elezione truccata. Si é insomma assistito, come in altre occasioni, ad una vera campagna ideologica contro un Paese accusato di ideologia superata.

Il metro é sempre lo stesso: se i paesi sono occidentali o, comunque, hanno politiche filo-occidentali, la democrazia é certa e il ricorso alle urne diventa affidabile e indiscutibile; se invece il paese non inneggia al capitalismo ultraliberista e si schiera con "l'impero del male" (vedi Chavez, Castro, Lula, Ortega e altri) allora il governo diventa un regime, il Presidente un dittatore e le elezioni un imbroglio.

Va detto, peraltro, che l’anticipazione delle elezioni era stata definita “illegale” e “da eliminare” sia dai partitini oppositori sia dall’Osce, come se il ricorso anticipato alle urne non fosse pratica consueta in tutti i paesi occidentali. Ma, evidentemente, quello che vale in Europa e Usa non può valere in Bielorussia. Perché?

E non sono certo i disordini di piazza a stabilire il tasso di affidabilità dell’opposizione; il film già visto in Ucraina e Repubblica Ceka racconta bene come certe opposizioni vengono costruite a tavolino dalla NED e quanto al tasso di democraticità dei nuovi regimi dell’Est Europa (vedi, da ultimo, il caso Ungheria, con la legge che proibisce la libera stampa) è cosa tutta da discutere.

Eppure, se si considerano le elezioni una prova del gradimento popolare delle politiche governative, se si ritiene che il voto (a maggior ragione se anticipato) possa rappresentare una sorta di referendum nei confronti del sistema e di chi lo incarna, bisognerebbe chiedersi come mai quattro giorni di urne aperte, con osservatori internazionali attenti ad ogni minimo inconveniente, producano un plebiscito governativo e riducano l’opposizione e i suoi alleati internazionali a poco.

Alla vigilia del voto, il britannico The Guardian, aveva scelto di analizzare la situazione della Bielorussia senza utilizzare le lenti deformate degli interessi di Usa, Europa e Russia verso un paese di 10 milioni di abitanti, ricco di minerali e confinante con Russia, Polonia, Lettonia, Lituania, Ucraina. Un paese sul quale l’influenza altalenante di Mosca ha prodotto problemi e vantaggi, secondo le strategie del Cremlino e della loro variabilità per il controllo diretto e indiretto dell’area.

Ebbene, scriveva il The Guardian, in uno dei suoi reportage da Minsk: “Può qualcuno immaginarsi che un leader europeo, sotto il cui mandato gli ingressi reali della popolazione crescono in maniera notevole e stabile, visto che la crescita è attestata sul 24% nell’ultimo anno, possa essere sconfitto nelle elezioni?” “Per di più - aggiungeva il quotidiano inglese - è riuscito a tenere a bada l’inflazione e in sette anni ha ridotto del 50% il numero delle persone che vivevano in povertà, evitando convulsioni sociali grazie alla distribuzione della rendita più equitativa della Regione?

Va poi aggiunto che durante l’ultimo piano quinquennale la Bielorussia ha raggiunto risultati ancora maggiori: la disoccupazione è al livello più basso che in qualunque altro paese del mondo e sia lo sviluppo economico, sia la distribuzione equa delle rendite, hanno classificato la Bielorussia tra i dieci paesi al mondo dove la distanza economica tra le persone più ricche e quelle più povere è la minore. Perché mai, con questi risultati il popolo bielorusso avrebbe dovuto votare per l’opposizione?

Ad ogni modo, si potrà anche obiettare sulla scarsa adattabilità di Lukaschenko alla dottrina liberale; si potrà anche definirlo un dittatore, secondo gli stessi parametri, ma è evidente che il nocciolo del problema è tutto politico e riguarda l’assetto politico e costituzionale di una Repubblica presidenziale che, fuori moda e fuori dal coro, attua una politica economica pianificata e centralizzata e si definisce “socialista”. Socialista e nel cuore dell’Europa: affronto intollerabile sia per chi non lo è mai stato, sia per chi odia ormai il fatto di esserlo stato.

Ovvio quindi, che da questa parte del mondo risulta molto più affascinante il modello liberista, contro il quale ci si può opporre nei fine settimana o con qualche amaro commento su quotidiani editi da bancarottieri, attenti a criticarne le storture, al limite, ma non a riconoscerle come elemento fondativo del sistema, che invece viene reputato il migliore. Anzi, l'Unico.

Ma perché un modello come il nostro, che fa dell’ingiustizia e dell’iniquità due peculiarità tra le più amare ed evidenti, che vive d’impunità per i potenti e privilegi per pochi, che è basato sulla corruzione e sul conflitto d’interessi, sul capitalismo assistito e sulla guerra dello stesso contro il lavoro, sulla pressione fiscale più forte a fronte dei servizi sociali peggiori, sulla selezione di classe e sulla disoccupazione strisciante, con il 50 per cento della ricchezza in mano al 9% della popolazione, con un modello di relazioni industriali mutuato dal secolo scorso, dovrebbe risultare affascinante anche per chi vive ad altre latitudini? E perché mai una legge elettorale come la nostra, che regala deputati a chi non ha avuto i voti corrispettivi, dovrebbe risultare più democratica di una che assegna deputati in proporzione ai voti?

Lukashenko non è un campione di democrazia e il suo modello non è certo nemmeno auspicabile - e tantomeno riproducibile - nel cuore dell’Impero. Ma scegliere una via diversa da quella del pensiero unico, puntare sull’inclusione sociale invece che sull’esclusione e ritenere le libertà collettive quali garanzie di quelle private e non come conseguenza delle stesse, non può essere derubricato come illiberale e, dunque, dittatoriale. Invece che far squillare le trombe della propaganda, sarebbe meglio squadernare lo spartito e imparare a leggere la musica. Quella che suona la sinfonia gradita e quella che, più che stonata, appare sconosciuta.

http://www.altrenotizie.org/esteri/3695-il...lukashenko.html
 
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view post Posted on 10/1/2011, 19:27
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fonte:
http://it.euronews.net/2010/12/20/per-il-p...ti-l-opera-di-/

Le elezioni in Bielorussia che hanno portato alla rielezione di Alexander Lukashenko hanno suscitato le proteste di migliaia di oppositori scesi in piazza per contestare il risultato delle urne. Le forze speciali hanno effettuato centinaia di arresti e fermato anche alcuni candidati dell’opposizione.

Il capo dello Stato da Minsk ha risposto alle nostre domande:

Euronews: “Signor Lukashenko ha notizie sullo stato di salute del candidato alla presidenza Vladimir Nekliaev che risulta tra le persone ferite domenica sera? Dove si trova in questo momento? Le immagini di Nekliaev con il volto tumefatto hanno fatto il giro del mondo. Non sono esattamente le immagini che un paese moderno ama dare di se stesso. Intende fare qualcosa per cambiare la percezione che il mondo ha del suo paese?”

Lukashenko: “Sa, io non vivo in una Bielorussia virtuale. Questo è il primo punto che vorrei chiarire. Poi la devo correggere: le elezioni non si sono concluse con quanto lei sta evocando. Tutto cio’ è avvenuto diopo il voto. Per quanto riguarda lo stato di salute dell’ex candidato alle presidenziali abbiamo un sistema sanitario avanzato, non certo inferiore a quello francese. I medici si occupano dello stato di salute di tutti i cittadini, ex candidati compresi. Io non sono un medico e non posso esprimermi al riguardo. Hanno organizzato dei tumulti strumentalizzando anche minorenni e teppisti. Credo che sarebbe doveroso che lei veda anche queste immagini e non solo quelle del candidato con un occhio gonfio. Immagino poi che lei abbia letto le dichiarazioni rilasciate dal direttore della campagna elettorale del candidato che non tirano assolutamente in ballo la polizia. Sono loro affari interni, che se la vedano tra di loro”

Euronews: “I fermati sono centinaia. Molti di questi sono stati picchiati. Sette candidati alle presidenziali sono stati arrestati. Non crede che la reazione delle forze dell’ordine sia stata sproporzionata? Perchè è successo questo? Ha paura dell’opposizione?”

Lukashenko: “Guardi io non ho nessun timore delle organizzazioni europee. L’unica preoccupazione che ho è quella di assicurare la pace e la sicurezza del popolo bielorusso di cui sono il presidente. Tutto quello che è successo ieri è registrato, le immagini sono in mano ai giornalisti stranieri anche di Euronews. Se avete un minimo di onestà intellettuale mostrate quanto sta succedendo. Ci sono stati dei tumulti e gli organizzatori e i partecipanti di questi tumulti dovranno rispondere di quanto accaduto. Lo faranno, glielo posso assicurare. Non davanti a me, io non ne ho bisogno e non sono certo assetato di vendetta. Risponderanno davanti alla giustizia che rappresenta il popolo bielorusso. Se fosse accaduto in Francia risponderebbero alla legge francese. Ma le devo dire che a differenza di quanto accaduto in passato in Francia noi non abbiamo fatto uso di gas lacrimogeni nè di cannoni ad acqua viste anche le temperature attuali. Siamo ancora lontani dal vostro modello di democrazia”

Euronews: “Puo’ spiegarci la sua versione su quanto accaduto? Quei manifestanti hanno violato la legge?”

Lukashenko: “Non soltanto hanno violato la legge. Si sono riuniti sulla piazza centrale della capitale, bloccando la circolazione e marciando verso la sede del governo. Hanno saccheggiato l’edificio, rotto i vetri. Chieda a Euronews di rivedere le immagini..Chieda ai suoi colleghi di fornirle i filmati dell’assalto alla sede del governo, E’ questo il punto. La polizia è stata costretta ad intervenire ed ha fermato chi si trovava li’ compresi gli organizzatori della protesta. L’inchiesta che abbiamo aperto non riguarda tutti i candidati dell’opposizione ma 2 o 3 di loro. Se Euronews è una televisione onesta, io la guardo spesso, mostri anche le immagini di quello che questa gente ha combinato.”

Euronews: “La repressione delle manifestazioni di protesta e i dubbi sulla correttezza dello spoglio delle schede elettorali sono le cause che hanno convinto gli osservatori internazionali a ritenere il voto non conforme ai criteri di libertà e democrazia. Questo non la amareggia?”

Lukashenko: “Lei non si esprime in modo corretto. Il rapporto redatto dalla missione degli osservatori internazionali rappresenta un importante passo avanti rispetto a quello preparato subito dopo il voto del 2006. E’ un passo avanti colossale. Mi creda. Su queste basi potremo costruire un’autentica collaborazione con l’Europa. Chi vuole analizzare la situazione in Bielorussia in modo imparziale puo’ farlo. Ecco perchè non sono affatto amareggiato come lei pensa.

In secondo luogo va chiarito che ad organizzare le elezioni siamo stati noi e non l’OSCE. Abbiamo invitato tutti gli osservatori che desideravano venire. Sono venuti ed hanno visto senza problemi quelloche c’era da vedere. Non sono preoccupato: anzi sono persuaso che tutti i problemi che abbiamo con voi – con la Francia e con l’Unione Europea – potranno risolversi da qui a breve. Vi chiedo solo di essere obiettivi. Per quanto riguarda gli avvenimenti che si sono svolti in Bielorussia non c‘è stato il giusto grado di obiettività.”

Euronews: “Il presidente russo si è felicitato con lei per la vittoria ottenuta?”

Lukashenko: “Lei sa che ho passato metà giornata in conferenza stampa. Dopo ho guardato i messaggi inviatimi. ho ricevuto le congratulazioni del presidente kazako Nazarbarev, del presidente venezuelano Chavez e di altri capi di stato. Ma poi sono dovuto tornare davanti ai giornalisti. Non appena avro’ tempo leggero’ la corrispondenza e sapro’ senz’altro informarla meglio”

Copyright © 2011 euronews

 
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_GargiulotH_
view post Posted on 16/1/2011, 20:32




Adesso cercano di farci pena con la storia del bambino, non avendo altro a cui aggrapparsi per attaccare Lukashenko parlano di un "regime repressivo" e si attaccano alle fantomatiche "libertà" da piccoloborghesi Pidiisti. Come al solito, penosi!
 
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Ziggy
view post Posted on 16/1/2011, 20:34




CITAZIONE
Adesso cercano di farci pena con la storia del bambino, non avendo altro a cui aggrapparsi per attaccare Lukashenko parlano di un "regime repressivo" e si attaccano alle fantomatiche "libertà" da piccoloborghesi Pidiisti. Come al solito, penosi!

ho sentito anche io questa cosa.
 
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Le_Quack
view post Posted on 16/1/2011, 20:57




Quale storia del bambino?
 
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Ziggy
view post Posted on 16/1/2011, 21:15




Due "dissidenti", marito e moglie, sono stati messi in carcere, così loro figlio è stato affidato alla nonna. Le autorità ,però, hanno tolto l'affidamento alla nonna e quindi il ragazzino deve andare in orfanotrofio.

Mi sembra che sia una cosa del genere, ovviamente è tutto da verificare.
 
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Le_Quack
view post Posted on 16/1/2011, 21:51




Degli errori burocratici possono avvenire ovunque...poi bisogna vedere che tipo di "dissidenti" erano i due
 
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view post Posted on 12/10/2015, 15:35

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Questo cattivo che vince sempre ehehe
AUGURI E BUON LAVORO GRANDE COMPAGNO


2Cz5OKSl
:yugoslaviav:



Bielorussia: vittoria scontata per Lukašenko,


Non è bastato il Nobel a Svetlana Aleksievič - “una intellettuale che ha subito la pressione del regime di Lukashenko e che combatte Putin”, come scrive oggi Roberto Saviano su La Repubblica - a due giorni dalle elezioni presidenziali in Bielorussia, per scongiurare la quinta elezione consecutiva di Aleksandr Lukašenko. Non è bastata nemmeno la sua dichiarazione di “non voto” per persuadere i bielorussi a rimanere a casa: l'86,75% dei sette milioni di elettori si è recato alle urne e l'83,49% di loro ha preferito per la quinta volta Lukašenko.
Degli altri tre candidati, l'attivista della campagna “Di' la verità” Tatjana Korotkevič ha ottenuto il 4,42%, il presidente del partito liberaldemocratico Sergej Gajdukevič 3,32%; l'1,67% è andato al Supremo ataman dei Cosacchi bielorussi, Nikolaj Ulakhovič. Nel corso del referendum condotto nel 2004, durante il suo secondo mandato presidenziale, il 77,3% dei bielorussi si era pronunciato per abrogare le limitazioni al numero di mandati presidenziali.
Subito dopo aver inserito la propria scheda nell'urna, Lukašenko aveva accennato alle prime questioni che il nuovo presidente avrebbe dovuto affrontare: la prospettata base aerea russa, i rapporti di amicizia con Mosca e quelli di altro tipo con l'Ucraina. Come riferisce myinforms.com, a proposito della base, il “neo” presidente aveva ventilato o un no secco, oppure una specie di proposta di compromesso con Mosca, del tipo di 24 velivoli militari russi (in vendita o in affitto) in cambio dell'accordo sulla base. A proposito dei rapporti con Mosca, secondo Lukašenko la Russia rimane un paese vicino e fratello, a differenza dell'occidente, che invece “vorrebbe deteriorare i rapporti tra Minsk e Mosca: ma non ci sono riusciti e non ci riusciranno”. Purtuttavia, “se l'Occidente aspira a stabilire buoni rapporti, nessuno lo impedirà. Tutto quello che volevano, noi lo abbiamo fatto e oggi i rapporti dipendono solo da loro”.

Diverso il discorso con l'Ucraina, che Lukašenko per un verso mette in guardia sui rischi della svolta verso la UE e per un altro ammonisce: “Smettete di mandarci i vostri combattenti. Siamo stanchi di bloccarli al confine con granate, mazze, pistole e munizioni". Per quanto riguarda la UE, rivolto a un giornalista ucraino, ha detto: “Voi avete scelto la vostra strada e noi la rispettiamo. Ci adatteremo al fatto di quale politica conducete e quale corso seguirete. Prego! Ma, assaggiando questo pane, dovete tenere a mente che dovrete anche rispondere per le conseguenze. La UE vi ha aperto la zona del libero scambio e voi cosa avete venduto alla UE?”. Lukašenko ha ricordato che Minsk ha provato a entrare sui mercati europei con la propria produzione agricola, ma senza molto successo: “Alcune nostre imprese ci sono riuscite, ma quanto ci è costato e quanto tempo e solo per alcuni prodotti. Il resto, la produzione che la Bielorussia ha in comune con l'Ucraina, in Europa c'è già e dunque non è facile penetrare nel mercato, non solo per la concorrenza, ma soprattutto per le misure tariffarie del mercato europeo”.

Kirill Kortyš, docente dell'Istituto moscovita di relazioni internazionali, ha dichiarato a Vzgljad che nessuno ha mai dubitato della vittoria di Lukašenko: “Innanzitutto, gli avvenimenti in Ucraina hanno reso del tutto impossibile per la Bielorussia uno scenario di tipo ucraino, perché la maggioranza dei bielorussi è convinta che quella variante sia inaccettabile. Inoltre, la posizione contraddittoria della UE nei confronti dell'Ucraina, quando i diritti umani vengono riconosciuti solo in una parte della nazione e non in un'altra, hanno molto svalutato i valori europei. In sostanza, non per colpa propria l'opposizione filo-europea è rimasta fuori dal gioco. E la questione non era tanto se Lukašenko avrebbe vinto, bensì se sopravviverà o no qualche forma l'opposizione".

Proprio a proposito della UE, era prevista nell'incontro di oggi del Consiglio d'Europa – ma la decisione finale si attende per fine mese, alla scadenza dell'attuale “pacchetto sanzionatorio” – una discussione sulla possibilità di abrogare, seppur in via temporanea, le sanzioni nei confronti della Bielorussia, in particolare per quanto riguarda le armi e il divieto di ingresso nella UE per un paio di centinaia di suoi rappresentanti politici, a partire dallo stesso Lukašenko che, nota Vzgljad, da un po' di tempo non viene più definito “l'ultimo dittatore europeo”. I motivi per la revoca delle sanzioni (si parla, per ora, di quattro mesi di tregua) risiederebbero nella liberazione, avvenuta in agosto, di alcuni “prigionieri politici” e nella decisione di Minsk di non unirsi alle controsanzioni russe nei confronti della UE.

La Bielorussia era già caduta sotto le sanzioni UE nel 1997, accusata di “violazione dei diritti umani e irregolarità elettorali”. Tra abrogazioni e loro nuove introduzioni, nel 2008 le sanzioni erano state tolte per “il significativo miglioramento della situazione nel campo dei diritti umani”. In realtà, vari osservatori ritengono che l'abrogazione fosse soprattutto un tentativo di far pressione su Minsk affinché non riconoscesse l'indipendenza dell'Abkhazia e dell'Ossetia meridionale dalla Georgia, al momento della sciagurata guerra di Mikhail Saakašvili contro la Russia. Dopo la quarta elezione a Presidente di Aleksandr Lukašenko, nel 2010, le sanzioni vennero di nuovo introdotte e aggravate. Ora l'osservatore politico bielorusso Aleksandr Klaskovskij ritiene che il possibile alleggerimento delle sanzioni sia legato alla normalizzazione dei rapporti tra Minsk e UE, a sua volta dovuto alle necessità bielorusse di crediti del FMI. Da parte europea, secondo Klaskovskij, “non secondario il ruolo giocato da Minsk nella crisi ucraina; oggi la UE pare essersi lasciata alle spalle l'epoca delle “rivoluzioni colorate” e, in questo senso, per l'Occidente, la stabilità autoritaria della Bielorussia sembra più accettabile del rompicapo ucraino”.

Di parere opposto il professore dell'Università di Mosca Bogdan Bezpalko, secondo il quale il diverso atteggiamento europeo sarebbe dovuto non tanto al ruolo di mediazione nella questione ucraina, quanto a una sorta di avances fatte dallo stesso Lukašenko sulla base di una certa “retorica antirussa non amichevole e di alcune azioni degli ultimi tempi. L'ultima goccia sarebbe il rifiuto di ospitare la base aerea russa, insieme alla tendenza a mutare l'identità bielorussa da russo-occidentale ad anti-russa, linea lungo la quale la UE non manca cortesemente di incoraggiarlo”. A parere di Bezpalko, dunque, la decisione finale sulla revoca delle sanzioni verrà presa dopo che il “cinquevolte” presidente avrà detto davvero no alla richiesta russa della base militare.

Ancora una volta, il “pragmatismo” occidentale detta la linea: il nemico del mio nemico è mio amico. Se Lukašenko dice di no a Putin, il guinzaglio che lo tiene a distanza dai mercati europei potrà essere allentato.

Edited by Skatered - 12/10/2015, 16:53
 
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