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| Di recente ho avuto modo di discutere con un marxista revisionista americano e vorrei riassumere in queste righe la sua posizione.
La produzione capitalistica e i rapporti sociali capitalistici gia montavano, assieme, nella struttura feudale. La grande produzione, agricola, ancora rimaneva nelle mani dei feudatari, e solo raggiunto un sufficiente grado di sviluppo e di dominio nella piccola-media produzione, la borghesia pote' compiere il salto qualitativo: la rottura rivoluzionaria che si tradusse nell'abbattimento dello stato feudale e nell'espropriazione delle terre nobiliari. In quel frangente, il parto era gravido ed ebbe successo. La produzione capitalistica non era una chimera ma una realta gia presente nella struttura. Al contrario, la produzione socialista e i rapporti sociali socialisti non sono attualmente presenti. Tutta la produzione, dalla piccola alla grande, rimane ancora nelle mani della borghesia. Il parto non e' gravido e nemmeno il cesareo puo' fare altro che tradursi in un aborto. L'errore fondamentale delle teorie rivoluzionarie del passato, l'idealismo in esso paradossalmente presente, e' stato credere che la sovra-struttura (lo stato, il partito, l'ideologia) possano rivoluzionare in senso socialista la struttura dove il socialismo non e' minimamente presente. In realta, l'egemonia di un'ideologia marxista, la formazione di un partito rivoluzionario, e l'abbattimento dello stato saranno tutte conseguenze di una struttura gia prevalentemente socialista, non le cause. La rivoluzione socialista avverra' tra i paesi avanzati in seguito ad una rottura rivoluzionaria nell'anello debole della catena imperialistica ma in nessun caso tale rottura potra resistere ad una controrivoluzione borghese se il socialismo non sara' gia predominante nella piccola-media produzione. Cosi come la rivoluzione socialista sara' di massa quando le forze produttive e i rapporti sociali saranno gia' socialisti, la controrivoluzione borghese e' stata di massa quando le forze produttive e i rapporti sociali non erano gia' socialisti. Tentare di instaurare permanentemente il socialismo oggi sarebbe tanto avventurista come tentare di instaurare il capitalismo nel Medioevo. La piccola-media produzione socialista verra a formarsi nei paesi imperialisti avanzati. Con la concentrazione di capitale in monopoli e la conseguente proletarizzazione della piccola-media borghesia, l'unico modo per raccogliere capitale per la piccola-media produzione sara' la formazione volontaria di gruppi di lavoratori che uniranno piccole accumulazioni originarie per formare delle cooperative. Col tempo anche gli istituti bancari capitalistici, vedendo nuove opportunita, comincerenno a dare credito a queste nuove aziende. Come sappiamo dai paesi socialisti del passato, la produzione socialista e' molto piu efficiente della produzione capitalistica. I lavoratori raccolgono appieno i frutti del loro lavoro, decidono democraticamente all'interno dell'azienda ogni aspetto della produzione, e soprattutto decidono quanto profitto destinare alla riproduzione allargata e quanto redistribuirsene. I lavoratori diventano capitalisti di se stessi, la produzione e' nelle loro mani. Queste caratteristiche portano a maggiore partecipazione e interesse delle masse a produrre meglio, in quanto sono loro stesse a guadagnarci. In tali condizioni la piccola-media produzione capitalistica sara' attanagliata dalla nascente piccola-media produzione socialista e dalla grande produzione capitalistica imperialista, fino a scomparire. Una volta che la piccola-media produzione sara' pienamente socialista e anche la grande produzione (ancora nelle mani della borghesia) comincera' ad essere contesa da essa, la contraddizione tra carattere sociale della produzione e proprieta privata dei mezzi di produzione scoppiera'. La borghesia imperialista, marcescente e puramente parassitica, tentera' gli ultimi attacchi reazionari, ma le forze socialiste, gia presenti nella societa e pronte a prendere in mano la produzione, guidate da un partito comunista, avranno la meglio, lo stato borghese verra' abbattuto e i monopoli espropriati dai lavoratori. A quel punto il socialismo, che di fatto stava gia sviluppandosi dall'interno del capitalismo, sara' presente in ogni ramo della produzione, senza necessita' alcuna di nuovi esperimenti di ingegneria sociale quali collettivizzazioni e statalizzazioni. Il carattere sociale della produzione non puo' essere inteso come una semplice produzione di massa, questa e' una interpretazione unilaterale che della produzione considera esclusivamente le forze produttive. In realta la produzione, in quanto tale, comprende anche i rapporti di produzione. Da qui ne viene allora che il carattere sociale della produzione dovra' presentarsi non solo nelle forze produttive ma anche gia' nei rapporti sociali, cosa che nella situazione attuale non avviene e men che meno avvenne in passato. I germogli del socialismo si presentano tutt'oggi solamente in pochi esperimenti di aziende cooperative le quali, benche' spesso performanti, non hanno ancora il potenziale di estendersi a tutta la produzione e scalzare quella capitalistica. Il ruolo del partito dei lavoratori sara' quello di lottare per agevolare la formazione di cooperative con la propaganda e la partecipazione al parlamento borghese. Lottare nei sindacati per proteggere chi ancora lavora all'interno delle aziende capitalistiche. E preparare le condizioni per la rottura rivoluzionaria educando le masse ad una coscienza di classe e formando nuovi quadri di partito. Quale sara' il ruolo della borghesia in questo processo? La piccola-media borghesia verra' semplicemente spazzata via. La grande borghesia, con l'industrializzazione e le lotte di indipendenza dei paesi arretrati, vedra' la terra su cui poggia (neocolonie) mancarle da sotto i piedi venendo costretta ad usare la forza per sopravvivere, ma facendosi la guerra da sola finira' per autodistruggersi. In una societa' che gia presenta in larga parte della produzione un'alternativa reale, il socialismo, i salariati dei monopoli si licenzieranno in massa per unirsi alle cooperative, la masse scoppieranno in rivolta ed esproprieranno i monopoli, ultimi baluardi di un sistema morente. Fatta la rivoluzione in un paese, nei paesi relativamente arretrati verranno a formarsi dei vuoti lasciati dalla vecchia borghesia imperialista rovesciata. I rimanenti paesi imperialisti lotteranno fra loro per colmare quei vuoti, acuiranno le contraddizioni con le popolazioni di quei paesi, causando nuove rotture rivoluzionarie negli anelli deboli della catena imperialistica fino alla caduta definitiva dell'imperialismo ed all'espansione a macchia d'olio del socialismo dai paesi avanzati a quelli relativamente piu arretrati. Distrutto l'imperialismo, le cooperative di tutto il mondo inizieranno ad unirsi in corporazioni sempre piu grandi, senza necessita' alcuna di statalizzazioni burocratiche. Non dovendo competere fra loro infatti ma semplicemente migliorare il processo produttivo, i lavoratori-proprietari avranno tutto il vantaggio a fondere i loro capitali e condividere tecnica e conoscenza. La proprieta diventera allora sempre piu comune e la pianificazione sempre piu centralizzata, le aziende entreranno sempre piu in simbiosi le une con le altre, sino ad arrivare ad un sistema economico mondiale. Compiuto questo passaggio della proprieta dei mezzi di produzione dalle cooperative a tutto il popolo, raggiunto un livello di abbondanza ed elevamento culturale delle masse senza precedenti, il socialismo si estinguera' lasciando finalmente il posto al comunismo.
Che ne pensate?
Edited by k7ygd - 20/10/2022, 09:58
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