Comunismo - Scintilla Rossa

Stalin è morto

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fumino
view post Posted on 5/3/2010, 00:31




Ai lavoratori italiani
Concittadini, compagni!

Una grave, irreparabile sciagura ci ha colpiti tutti.
È morto Giuseppe Stalin, l'uomo al quale milioni di operai, di contadini, di intellettuali italiani guardavano con fiducia e affetto, come al loro capo e alla loro speranza, per quella società comunista nella quale ogni uomo, finalmente libero, sarà padrone di dare a seconda delle proprie capacità e di ricevere a seconda dei propri bisogni.
Stalin è l'uomo che più di tutti ha lavorato e combattuto per spezzare le catene dello sfruttamento e della oppressione. A questa causa ha dedicato tutta la sua eroica esistenza.
Con Lenin, Egli fu l'artefice della più grande rivoluzione che la storia ricordi; quella rivoluzione che per la prima volta ha spezzato le catene dello sfruttamento dell'uomo da parte di altri uomini, ha indicato a tutti i popoli la strada per diventare arbitri del proprio destino, ha sancito il diritto della persona umana a liberarsi di tutte le schiavitù.
Stalin - geniale continuatore di Lenin - ha vittoriosamente realizzato le speranze degli oppressi, dei figli del bisogno, del lavoro e della lotta, ha costruito in modo incrollabile il primo Stato socialista, ha gettato le basi per quella società comunista nella quale ogni uomo, finalmente libero, sarà padrone di dare a seconda delle proprie capacità e di ricevere a seconda dei propri bisogni.
Quando una nuova era di dispotismo e di barbarie sembrava dovesse abbattersi per sempre sul mondo intero cancellando nel sangue tutte le secolari conquiste della civiltà umana, Stalin innalzò la bandiera della lotta contro il fascismo, che indicò come il nemico comune, che doveva essere abbattuto per salvare la libertà e l'indipendenza dei popoli.
Attorno a Stalin, attorno alla forza invincibile dell'Unione Sovietica e dei suoi eserciti, si strinsero i popoli liberi del mondo intero, serrarono le file tutte le forze decise a respingere il mostro nella sua tana.
Stalingrado, la città che porta il Suo nome e che già una volta aveva visto ripiegare in fuga i nemici della libertà e del progresso, fu la tomba del fascismo. Essa segnò l'inizio, anche per noi, della liberazione.
Animati dal sorriso amico e fraterno di Giuseppe Stalin, milioni e milioni di uomini, soldati sui fronti, nei mari, nei cieli, partigiani sulle montagne, patrioti nelle galere, deportati nei campi di sterminio, ritrovarono la certezza della vittoria, la forza per il sacrificio supremo in nome della pace e della civiltà.

Italiani!
La sconfitta del fascismo segnò l'inizio del nostro riscatto nazionale. L'amicizia di Stalin e dei popoli dell'Unione Sovietica per il nostro popolo, per la nazione italiana, è di antica data e mai è venuta meno.
Anche quando, costretti dalla follia dei capi fascisti, soldati italiani ebbero il tragico destino di aggredire l'indipendenza e la pace dei popoli sovietici, venne da Stalin la saggia e ammonitrice distinzione tra le colpe criminali dei dirigenti e le responsabilità dei popoli.
Nel momento in cui, dopo il crollo dell'8 settembre 1943, sembrava profilarsi davanti al nostro Paese un avvenire di servitù e di smembramento nazionale, fu Stalin, primo e solo nel mondo, a mantener fede alle promesse, a riconoscere l'esistenza di un governo nazionale italiano e il diritto dell'Italia a non essere considerata come un popolo vinto.
Quando tra le macerie, i lutti, le rappresaglie indiscriminate dei nazifascisti, il nostro popolo seppe accendere la fiamma della resistenza e dell'unità nazionale, venne da Stalin il primo atto concreto di amicizia, la prima offerta di una reciproca fiducia.
Nessun italiano onesto può aver dimenticato questi fatti decisivi. Per questo noi denunciamo a tutti i buoni cittadini la condotta indegna del Presidente del Consiglio De Gasperi. Nemmeno davanti alla solennità della morte e al cordoglio espresso unanime in tutto il mondo da tutti, quest'uomo ha saputo far tacere l'odio, il livore dell'animo suo di reazionario, di nemico della fraternità e della pace fra i popoli.

Lavoratori!
La caduta del fascismo, che noi dobbiamo prima di tutto all'unità nella lotta, proposta e voluta da Stalin, ha dato ai popoli la speranza di una nuova era fondata sulla convivenza pacifica delle nazioni, sulla libertà, sull'indipendenza, sulla pace.
Stalin è il simbolo di questa speranza. A Lui l'umanità deve l'affermazione della possibilità di pacifica coesistenza fra sistemi politici ed economici diversi e quindi la concreta prospettiva della pace. A Lui l'umanità deve gli atti continui e concreti di una politica saggia e lungimirante, che smaschera i provocatori di guerra e chiama tutti gli uomini di buona volontà a prender nelle loro mani e far trionfare la causa della pace. A Lui l'umanità deve la certezza che la causa della pace è e sarà difesa fino all'ultimo dallo Stato socialista che egli ha portato al più alto grado di potenza.
Nello sviluppo delle scienze, delle lettere e delle arti, il pensiero di Stalin, ispirato alla grande, immortale dottrina marxista e leninista, ha lasciato una traccia che i secoli non potranno cancellare. L'insegnamento di Stalin dischiude al pensiero umano la strada della conquista del socialismo, del benessere e del progresso. I suoi scritti sono diventati da anni testo fondamentale dell'educazione di tutti gli operai, di tutti i lavoratori coscienti, di tutti gli intellettuali che pongono il loro ingegno al servizio del progresso e della civiltà.

Italiani!
Stalin e morto ma la Sua opera e il Suo esempio vivono immortali. Egli ci lascia uno strumento invincibile - il Partito comunista - per portare avanti la bandiera della libertà, dell'indipendenza, della pace e del socialismo che già sventola vittoriosa su una terza parte del mondo. Stringetevi attorno a questo partito, rafforzatelo, difendetelo, fatelo diventare il partito di tutti i buoni combattenti per il socialismo e per la pace.
A Giuseppe Stalin, al grande partito che Egli ha diretto con mano sicura, ai popoli dell'U.R.S.S. che sotto la Sua guida hanno dato la scalata al cielo, edificando la prima società di uomini veramente liberi, vada, in queste ore tristi e solenni, il pensiero riconoscente di tutti gli italiani onesti, al di sopra di ogni differenza di fede e di pensiero.
I comunisti italiani si raccolgano, nel nome di Stalin, attorno al loro partito, al loro Comitato centrale e al compagno Palmiro Togliatti, l'uomo che, alla scuola di Stalin, più ha fatto per la liberazione nazionale e sociale del nostro Paese. Essi chiamano tutti gli italiani a stringersi sempre più numerosi intorno alla loro bandiera, simbolo degli ideali più alti dell'umanità, ai quali Stalin ha consacrato tutta la sua prodigiosa leggendaria esistenza.

Gloria eterna a Giuseppe Stalin!

Viva il Partito comunista dell'Unione Sovietica!

Viva il Partito comunista italiano!

Viva l'indistruttibile amicizia tra il popolo italiano e i popoli dell'Unione Sovietica!
 
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Lavrentij
view post Posted on 5/3/2010, 00:48




STALIN E' VIVO E LOTTA INSIEME A NOI!

 
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maresciallo sardo
view post Posted on 5/3/2010, 01:40




5 MARZO 1953-2010



Il 5 marzo 1953 moriva a Mosca Josif V. Stalin. Due giorni prima della scomparsa un comunicato ufficiale aveva informato l'Urss e il mondo sulle gravi condizioni di salute del Segretario generale del Pcus e del Presidente del Consiglio dei ministri sovietico, colpito il 1 marzo da una apoplessia che non lasciava speranze. Per gli operai, i contadini colcosiani, le masse popolari dell'Unione sovietica quelli furono giorni di sentito e profondo dolore, così come lo furono per gli sfruttati e gli oppressi del mondo intero. Le manifestazioni di sincero cordoglio riunirono milioni di proletari nell'affetto e nella stima per Stalin. Per tre giorni una fila sterminata di persone si rec, incurante del freddo intenso dell'inverno russo, a rendere omaggio alla salma del grande dirigente e maestro del proletariato internazionale, esposta nella Sala delle colonne del Palazzo dei Sindacati. Questo ultimo e partecipato saluto, fu l'espressione spontanea e sincera della fiducia e dell'autorevolezza di cui Stalin godeva. Sentimenti questi, che egli aveva saputo conquistarsi e infondere nel proletariato mondiale attraverso il corso di una vita interamente dedicata al suo popolo, alla costruzione e al consolidamento del socialismo in Urss, all'affermazione del marxismo-leninismo e del socialismo in tutto il mondo.
La sua vita è stata un esempio concreto e incancellabile di dedizione alla causa della classe operaia e della rivoluzione. Una vita in cui egli ha sempre anteposto l'interesse del popolo a quello personale, spesso sacrificando se stesso e i suoi affetti familiari più cari, vivendo in maniera semplice e lavorando prima, durante e dopo la Rivoluzione d'Ottobre senza mai risparmiarsi. Come non ricordare ad esempio, le sofferenze patite nei periodi di prigionia in Siberia che lo minarono nel fisico, ma non certo nei suoi propositi e nei suoi ideali; la sua fermezza nel rimanere al Cremlino, mentre il governo si trasferiva in un luogo più sicuro allorché le armate degli invasori nazisti giungevano alle porte di Mosca; o ancora la tragedia che lo accomun a migliaia di genitori di soldati sovietici per la morte del figlio Jakov, catturato e poi ucciso dai tedeschi e per il quale egli rifiut ogni trattativa col nemico nazista per
la sua liberazione. Questa sua vita, questo esempio forte e luminoso che egli ha rappresentato, niente e nessuno potrà mai riuscire a scalfire. Stalin è stato senza alcun dubbio un grande marxista-leninista e un grande maestro del proletariato internazionale, un combattente proletario rivoluzionario che ha profuso tutte le sue
intense energie e le sue capacità nella lotta per l'affermazione del socialismo e la sua concreta realizzazione.
I fatti della storia, l'azione degli uomini in essa, le forze e gli interessi che vi sono coinvolti, gli sviluppi e i nuovi scenari che essa propone vanno analizzati, capiti e giudicati in modo corretto per poter essere d'insegnamento e spingere verso un nuovo e superiore progresso. E il solo modo corretto di analisi è quello dialettico, l'unico che permette di non impantanarsi e cadere nell'astrazione, nell'apriorismo e nell'idealismo.
Per i marxisti-leninisti l'opera di Stalin è stata un'opera titanica che travalica i confini dell'Urss, per espandersi in Europa e nel resto del mondo. Un'opera realizzata in prima persona dalla classe operaia e dal proletariato e che ha permesso nel corso di numerose e diverse battaglie che a vincere fossero sempre il popolo, il socialismo ed il progresso.
Questa sua opera ha tra i suoi capisaldi:
- la costruzione del socialismo in Urss, primo Stato al mondo a vedere concretamente realizzato il progetto per cui avevano lottato Marx, Engels e Lenin;
- l'unità e lo sviluppo dei Partiti comunisti di diversi continenti nella III Internazionale;
- la vittoria sul nazifascismo e l'annientamento degli eserciti invasori di Hitler e Mussolini;
- la nascita di nuovi Stati socialisti in Europa e in Asia.
Tutto ci è stato realizzato in nemmeno trent'anni, uno spazio temporale assai breve e soprattutto in una situazione che non ha precedenti nella storia. Stalin ha infatti operato in condizioni assai complesse e difficili. Tali erano infatti le condizioni della Russia sovietica all'indomani della vittoria della Rivoluzione d'Ottobre. Un paese schiacciato dal peso della secolare autocrazia zarista, devastato dalla I guerra mondiale, aggredito congiuntamente dai più potenti eserciti imperialisti. Un paese appena uscito da una sanguinosa guerra civile scatenata dai nemici interni ed esterni del potere sovietico e che rimaneva solo, senza appoggi di altri Stati ed anzi assediato dal blocco politico-economico imperialista.
La Russia sovietica era il primo paese in cui aveva trionfato la rivoluzione socialista. Il suo cammino iniziava senza che vi fosse un'esperienza a cui poter fare riferimento ed in condizioni socioeconomiche veramente tremende. Un'economia prevalentemente agricola praticamente al collasso; un settore industriale marginale e per di più quasi completamente distrutto; la mancanza pressoché totale di elettricità, di una rete di trasporti e di attrezzature tecniche di sfruttamento delle materie prime.
Partire da queste condizioni e in un trentennio costruire, contando esclusivamente sulle proprie forze, uno Stato basato su un'economia e su rapporti sociali completamente nuovi e che è stato in grado di resistere e sbaragliare l'aggressione nazifascista basata su una possente forza militare, dà il segno concreto di quanto grande sia stata l'opera compiuta da Stalin, ma soprattutto di come questa grande opera si sia potuta realizzare.
Essa è stata il frutto concreto del duro lavoro basato sulla volontà, lo spirito di sacrificio, la piena consapevolezza degli obiettivi da raggiungere e dell'unità delle classi e dei ceti sociali andati al potere con la Rivoluzione d'Ottobre. Il frutto del lavoro del proletariato sovietico e della salda alleanza tra la classe operaia, i contadini poveri e medi che hanno dato vita al movimento colcosiano, la gioventù sovietica, i nuovi tecnici e ricercatori forgiati dal potere sovietico. L'avanguardia del proletariato sovietico, il Partito comunista di Lenin e di Stalin, fermamente ancorato al marxismo-leninismo, è stata la guida riconosciuta dal popolo sovietico in questa impresa straordinaria: la
costruzione del primo Stato socialista nel mondo.
Non si facciano illusioni i fascisti e tutti i reazionari:in Italia noi terremo vivo il ricordo di Stalin fino alla loro sconfitta definitiva.

RENDIAMO ONORE A STALIN ORA E SEMPRE!






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Kalinin
view post Posted on 5/3/2010, 17:32




Alla memoria del grande lider del proletariato mondiale:


Homenaje del PCA a Stalin
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view post Posted on 26/2/2015, 21:43

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L'esercito rosso verrà

Autore testo: Raffaele Mario Offidani



Sangue ed orror
Fame e terror
Regnano sopra
le campagne e le città
L'umanità
In altre età
Mai non conobbe
sì feroci iniquità
Così il fascismo
maledetto e scellerato
Ha rovinato
L'umanità
Dal cuore affranto
di dolore di chi
sussiste ancor
Si leva un grido
di speranza e di passion

L'esercito rosso verrà
Ci porterà la libertà
L'esercito rosso è in cammin
Verrà Stalin verrà Stalin
Si vieni o glorioso Stalin
E impicca il fascista assassin
Vederlo impiccar
Qual voluttà
Che importa poi morir

Verrà Stalin
Il gran Stalin
Per giustiziare chi
gli innocenti torturò
Incatenò
E trucidò
E la terra in mar
di sangue tramutò
Or tutti i morti in coro
chiedono vendetta
Una vendetta
Senza pietà
Nessun fascista
sfugge al giusto suo destino
L'inesorabile giustizia di Stalin

L'esercito rosso verrà
Ci porterà la libertà
L'esercito rosso è in cammin
Verrà Stalin verrà Stalin
Si vieni o glorioso Stalin
E impicca il fascista assassin
Vederlo impiccar
Qual voluttà
Che importa poi morir
 
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view post Posted on 5/3/2020, 09:44
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Durante i molti anni che trascorsi nell'URSS, mai ho sentito parlare di "decisioni di Stalin", di suoi "ordini", ma sempre e soltanto di "ordinanze del governo", di "linea del Partito", cioè di elaborazioni collettive. Parlando di Stalin se ne elogiava semmai la "chiarezza, la "capacità di analisi"; si diceva : "Stalin ha una visione non individualistica delle cose", in altre parole, lungi dal cercare l'isolamento, Stalin prendeva le decisioni dopo essersi consultato con i luminari dell'Accademia delle Scienze, i dirigenti industriali, i responsabili sindacali. Anche negli ultimi anni quando lo si volle sugli altari, non si salutò mai in lui il "sommo duce", bensì il "maestro", colui che additava la via da seguire.
Anne Louise Strong - giornalista nordamericana
stalin_x2_sm
 
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view post Posted on 11/3/2021, 10:38
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da un post di Annibale Barca su facebook

Nemmeno a farlo apposta ne parlavo l'altro ieri in famiglia. I miei mi raccontavano che quando morì Stalin, nella sezione del P.C.I. del mio piccolo paese (in Calabria), si svolse una vera e propria cerimonia funebre. Nella sezione venne messa una grande fotografia di Stalin su una scrivania coperta da una bandiera rossa e posta al centro del locale. Poi, come si usa dalle nostre parti, sul lato destro del "feretro" presero posto i maschi (parenti del defunto), su quello sinistro le femmine. Entrambi i miei nonni raccolsero le condoglianze come se fosse venuto a mancare un parente stretto, e di questo ne vado oltremodo orgoglioso. La sezione del Partito era gremita all'inverosimile (la fila continuava anche all'esterno) e dalle campagne e dalle contrade più lontane la gente più umile giunse con le lacrime agli occhi a rendere l'ultimo omaggio al Compagno Stalin. Tutto questo avveniva in un piccolo paese della Calabria il 5 marzo del 1953. Post Scriptum: Per coloro i quali non hanno dentro di sé determinati valori tutto questo risulta incomprensibile e continueranno in eterno a rotolarsi nel fango delle loro piccole/grandi miserie
 
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view post Posted on 18/5/2022, 08:33
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view post Posted on 24/12/2022, 22:37
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Foto scattata il 6 marzo 1953, Gori
 
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view post Posted on 5/3/2024, 09:52
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view post Posted on 12/3/2024, 13:25
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