70° anniversario Georgi Dimitrov,
grande dirigente del proletariato e della terza internazionale comunista
pubblichiamo un comunicato che come marxisti-leninisti-maoisti condividiamo
In occasione del settantesimo anniversario della morte di Georgi Dimtrov (Kovačevci, 18 giugno 1882 – Mosca, 2 luglio 1949), vogliamo ricordare la sua gigantesca figura di combattente per la causa della classe operaia e la sua coerente opera rivoluzionaria e internazionalista. Per farlo è necessaria una premessa.
Nei decenni passati, il moderno revisionismo sovietico e quello cinese si sono adoperati per oscurare il contributo politico e ideologico apportato da Dimitrov alla dottrina del proletariato rivoluzionario e all’attività pratica del movimento comunista internazionale.
I discorsi commemorativi a proposito del ruolo e della figura di Dimitrov, confezionati dagli ideologi revisionisti e ripetuti a Sofia, erano capolavori di sottile demagogia. Gli scritti di Dimitrov furono ripubblicati in modo da corrispondere ai desideri dei rinnegati del comunismo. Le riedizioni «ufficiali» in Bulgaria delle sue opere non contenevano più nemmeno la lezione tratta da Dimitrov sull’influenza negativa del titoismo nella politica dei comunisti bulgari riguardo il Fronte patriottico e l’apparato dello Stato democratico popolare.
Il revisionismo sovietico e quello cinese sferrarono attacchi e diffusero calunnie anche contro l’attività dell’Internazionale comunista, dando prova non solo del completo tradimento degli ideali comunisti, ma anche di quelli democratici e antifascisti, allorché si trasformarono essi stessi in socialimperialismo e socialfascismo conducendo una politica contraria agli interessi del proletariato internazionale.
Oggi i professori di «marxismo» del nostro paese continuano nell’opera di offuscamento del prezioso retaggio di insegnamenti marxisti-leninisti di Dimitrov nel solo modo in cui possono riuscire: tacendone.
Georgi Dimitrov emerse dal grembo della classe operaia bulgara e nel fuoco della lotta per la liberazione dalla schiavitù capitalista egli plasmò e sviluppò la sua coscienza rivoluzionaria, acquistando i più luminosi caratteri del militante bolscevico.
Educato alla scuola di Lenin e di Stalin, egli fu uno dei principali dirigenti dell’internazionale comunista. La sua figura spiccò a motivo del grande contributo che egli diede all’inflessibile lotta di principio per la bolscevizzazione e la tempra dei partiti comunisti, per assicurare la vittoria in campo ideologico del marxismo-leninismo sulle sopravvivenze di tradizionali idee socialdemocratiche nei partiti comunisti.
Dimitrov lavorò instancabilmente nei ranghi dell’Internazionale comunista alla formazione dei quadri dei partiti comunisti fedeli ai grandi insegnamenti di Marx, Engels, Lenin e Stalin, ai principi dell’internazionalismo proletario, alla causa della difesa degli interessi della classe operaia e delle masse popolari nei loro rispettivi paesi.
L’attività di Georgi Dimitrov conserva integralmente per i comunisti tutto il suo valore nella determinazione dei loro compiti politici attuali. Dalla sua attività essi traggono preziosi insegnamenti su come consolidare i loro legami con le masse e come organizzare queste ultime, su come sfruttare e combinare tutte le forme della lotta rivoluzionaria, su come rafforzare la loro unità lottando contro ogni manifestazione di un «liberalismo» che intende minare il presupposto della coscienza e della disciplina leninista.
Egli fu l’oppositore instancabile del settarismo pieno di boria – come egli lo definì – che, nel suo distacco dalla vita reale delle masse, rimane soddisfatto della sua limitatezza dottrinaria; che si appaga dei suoi metodi semplicistici di risolvere le complesse questioni del movimento operaio, riproducendo schemi stereotipati, che considera superfluo imparare dalle lezioni del movimento operaio internazionale.
Durante tutta la sua vita di rivoluzionario, Georgi Dimitrov difese senza tentennamenti la teoria marxista-leninista e l’applicò risolutamente. Al fianco di Stalin, egli condusse una coerente lotta di classe nel movimento comunista internazionale contro le due correnti più perniciose dell’epoca, il bucharinismo – opportunismo di destra – e il trotzkismo – opportunismo di “sinistra” .
Dimitrov condusse instancabilmente la lotta contro la politica socialdemocratica di collaborazione di classe con la borghesia, che aveva condotto alla rovina la rivoluzione in parecchi paesi europei nel 1918 e apriva la strada al fascismo. Egli stigmatizzò la socialdemocrazia, lo strumento principale della penetrazione dell’influenza borghese nel movimento operaio, come una volgarizzazione e una distorsione del marxismo, come un mezzo cinico per rompere totalmente con il marxismo e passare sulle posizioni della borghesia.
Egli si batté affinché i partiti comunisti assumessero pienamente il loro ruolo di stato maggiore politico e ideologico del proletariato e l’Internazionale comunista fosse effettivamente, con l’unione dei partiti comunisti dei vari paesi in un partito mondiale, una potente e combattiva organizzazione del movimento comunista e del proletariato internazionale.
Allorché Stalin e i partiti marxisti-leninisti svelarono e smascherarono il nuovo revisionismo titoista, slittato sul piano inclinato del nazionalismo borghese, Dimitrov stigmatizzò con un atteggiamento risoluto e di principio il tradimento del gruppo di Tito verso l’URSS e il campo antimperialista e democratico, la sua linea antimarxista, condannati dall’Ufficio di informazione, da tutti i partiti comunisti e dalle vere organizzazioni proletarie e democratiche di tutto il mondo.
Dimitrov rimane per tutti i rivoluzionari l’eroe leggendario di Lipsia, al processo inscenato dai fascisti tedeschi, nel quale egli si trasformò da accusato in accusatore, smascherando coraggiosamente la loro provocazione infame dell’incendio del Reichstag, ordita contro i comunisti.
Imponente si leva la figura di Dimitrov quale grande combattente proletario contro l’imperialismo ed il fascismo, in difesa della causa del proletariato e dei popoli, della libertà e della vera indipendenza nazionale, dei diritti sociali e nazionali.
Al VII Congresso dell’Internazionale Comunista nel 1935, Dimitrov respingendo l’interpretazione datane dalla socialdemocrazia di “una rivolta delle classi medie”, caratterizzò il fascismo come “la dittatura terroristica aperta degli elementi più reazionari, più sciovinisti e più imperialisti del capitale finanziario”, che mira a provocare le guerre imperialiste, scatenare una feroce offensiva contro le masse lavoratrici e rendere schiavi i popoli. Egli sottolineò che il fascismo “appare come il risultato del declino del sistema capitalista”.
Egli insorse con tutte le sue forze contro la guerra imperialista che si stava preparando. Dall’analisi del pericolo del fascismo e della guerra, Dimitrov trasse la conclusione che, con la situazione che si era venuta a creare, il mondo si trovava alla vigilia di un nuovo periodo di guerre e crisi politiche, che preparava la possibilità del passaggio alla rivoluzione socialista. Di conseguenza, sosteneva l’importanza decisiva di rafforzare i partiti proletari rivoluzionari come forza dirigente nelle lotte della classe operaia e delle masse popolari.
L’idea della rivoluzione antifascista democratica, di liberazione nazionale, si trasformò, sotto la guida dei partiti comunisti, in una profonda rivoluzione popolare, che portò alla conquista della vera indipendenza nazionale e alla vittoria del socialismo, in tutta una serie di paesi dell’Europa centrale e sud-orientale (Albania, Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania, Cecoslovacchia) e in Asia (Cina, Corea, Vietnam).
Nella relazione presentata al 5° Congresso del Partito Operaio Comunista Bulgaro nel dicembre del 1948, Dimitrov formulando la linea generale dell’edificazione del socialismo in Bulgaria, espose la tesi marxista-leninista dello stato democratico popolare sotto la guida dalla classe operaia, capace di esercitare con successo le funzioni della dittatura del proletariato per liquidare gli elementi capitalistici e organizzare l’economia socialista.
A Georgi Dimitrov spetta il grande merito di aver sviluppato la politica, la strategia e la tattica del movimento comunista internazionale. Di particolare importanza sono la politica di fronte unico proletario e, sulla sua base, la creazione di vasti fronti popolari, antifascisti, come forma di organizzazione e di unione della classe operaia, delle masse contadine, degli intellettuali progressisti e di tutte le forze patriottiche e democratiche in lotta contro il fascismo e l’imperialismo.
La giustezza della politica del fronte popolare antifascista, approvata dal VII Congresso dell’Internazionale comunista, fu confermata in pratica dall’evolversi degli eventi alla vigilia della seconda guerra mondiale e durante la stessa.
Sotto la guida di Stalin e del suo allievo e stretto collaboratore Dimitrov, l’Internazionale comunista si trasformò in una potente organizzazione del proletariato mondiale, che diede un grande contributo a tutto lo sviluppo del movimento comunista internazionale, ai suoi successi e alle sue storiche vittorie.
L’atteggiamento di Dimitrov contro l’imperialismo, il fascismo e le guerra d’aggressione è un importante insegnamento per i proletari e i popoli anche oggi: esso fornisce ai rivoluzionari preziosi consigli a proposito della lotta per fermare la mano alle potenze imperialiste le quali, rivaleggiando tra loro, stanno intensificando l’attività aggressiva contro i popoli, fomentano la tensione e le guerre ai quattro angoli del mondo, approfondiscono la corsa agli armamenti e si preparano a gettare l’umanità nella catastrofe di una nuova guerra imperialista.
Il nome di Giorgio Dimitrov, la sua opera tornano a risuonare in occasione del Centenario della fondazione dell’Internazionale Comunista come un appello alla lotta contro l’offensiva del capitale, contro la reazione borghese, il fascismo e il pericolo di guerra, per il trionfo della causa della rivoluzione, del proletariato e dei popoli.
Tutti coloro che vogliono tenere alta la bandiera del marxismo-leninismo, continuano a trarre insegnamento dalla vita e dall’opera sue. La coerenza di principio di Giorgio Dimitrov a difesa del marxismo-leninismo, in lotta contro tutte le deviazioni opportuniste e revisionistiche, è un grande esempio che educa e ispira i rivoluzionari autentici nella loro lotta per spezzare l’attacco sferrato contro il proletariato portando la scissione direttamente tra le sue fila, condotto in forze dalla borghesia e dai suoi agenti nel movimento operaio e dei lavoratori.
2 luglio 2019 – 70° anniversario della morte di Giorgi Dimitrov
https://proletaricomunisti.blogspot.com/20...rio-georgi.htmlPiattaforma Comunista - per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia