Comunismo - Scintilla Rossa

manifesto del partito comunista italiano degli anni 50

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carre
view post Posted on 7/2/2009, 19:09 by: carre
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compagno

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Il punto primo di quel manifesto del PCI è chiaramente antimarxista e piccolo-borghese.
Infatti una cosa è sostenere la libertà di culto e di religione per le masse popolari, nella certezza che il loro avanzamento ideologico guidato dal Partito porterà anche alla graduale scomparsa della superstizione religiosa.
Un'altra cosa è tollerare la religione all'interno del Partito, dell'avanguardia della classe operaia. Quest'ultimo tipo di perniciosa tolleranza non può non portare che ad uno snaturamento del Partito che quindi si porrà alla coda ("codismo") e non all'avanguardia delle masse, come è suo precipuo ed imprescindibile compito.
A supporto delle mie posizioni e a detrimento di quelle piccolo-borghesi sostenute da altri compagni ed utenti, riporto un breve passo di "Stato e Rivoluzione" di Lenin, in cui Vladimiri Ilic a sua volta cita Engels:

Un'altra riflessione incidentale di Engels, anch'essa legata al problema dello Stato, riguarda la religione. E' noto che la socialdemocrazia tedesca, a mano a mano che si incancreniva e diventava sempre più opportunista, scivolava con sempre maggiore frequenza verso una interpretazione erronea e filistea della celebre formula: "La religione è un affare privato". Questa formula infatti era interpretata come se, anche per il partito del proletariato rivoluzionario, la questione della religione fosse un affare privato!! Contro questo completo tradimento del programma rivoluzionario del proletariato si levò Engels, che, non potendo ancora, nel 1891, osservare nel suo partito se non dei debolissimi germi di opportunismo, si esprimeva quindi con grande prudenza:

"Come nella Comune vi erano quasi solo operai o rappresentanti riconosciuti degli operai, così anche le sue deliberazioni avevano una decisa impronta proletaria. O decretavano riforme che la borghesia repubblicana aveva trascurato soltanto per viltà, ma che rappresentavano una base necessaria per la libertà d'azione della classe operaia, come l'attuazione del principio che di fronte allo Stato la religione non è che un semplice affare privato; oppure emettevano deliberazioni nell'interesse diretto della classe operaia, che talvolta incidevano anche profondamente sull'antico ordinamento sociale..." [*].

E' con intenzione che Engels ha sottolineato le parole "di fronte allo Stato"; in tal modo egli attaccava in pieno l'opportunismo tedesco che dichiarava la religione un affare privato di fronte al partito e abbassava così il partito del proletariato rivoluzionario al livello del più volgare piccolo-borghese "libero pensatore", che è disposto ad ammettere che si possa rimanere fuori della religione, ma rinnega il compito del partito di lottare contro la religione, quest'oppio che inebetisce il popolo.

Il futuro storico della socialdemocrazia tedesca, ricercando le prime fonti della sua vergognosa bancarotta nel 1914, troverà numerosi documenti interessanti su questa questione, a cominciare dalle dichiarazioni evasive fatte nei suoi articoli dal capo ideologico del partito, Kautsky, dichiarazioni che spalancavano le porte all'opportunismo, per finire con l'atteggiamento del partito verso il Los-von-Kirche-Bewegung (movimento per la separazione dalla Chiesa) nel 1913.


*dalla Prefazione di Engels alla "Guerra civile in Francia" di Marx
 
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