Comunismo - Scintilla Rossa

manifesto del partito comunista italiano degli anni 50

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Il Quarto Stato
view post Posted on 7/2/2009, 00:38




Leggete questo manifesto del Partito Comunista Italiano.
Anno 46, e già era un partito borghese.
Che partito di merda!

nonateobig



Edited by Skatered - 4/2/2016, 11:54
 
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bassettaro
view post Posted on 7/2/2009, 14:14




che grande cacata, è soprattutto per partiti come questo che nutro una immensa sfiducia nel parlamento e nei partiti italiani
 
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Il Quarto Stato
view post Posted on 7/2/2009, 14:27




Purtroppo c'è chi in partiti come questo nutre immensa fiducia.
 
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Krissss
view post Posted on 7/2/2009, 18:21




Sinceramente non ci vedo nulla di male.
Anzi sono d'accordo specialmente nella situazione politica italiana degli anni 40 in cui chi votava comunista veniva scomunicato!!!
Non riesco a capire questa intolleranza verso una fede religiosa...parlo da ateo
 
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Il Quarto Stato
view post Posted on 7/2/2009, 18:45




Un Partito Comunista deve essere ateo!
Il Partito Comunista deve combattere la religione e le istituzioni religiose in quanto parte di un sistema economico avverso alla classe operaia!
L'ABC proprio ...
 
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Lepontico
view post Posted on 7/2/2009, 18:51




"l'analisi concreta di una situazione concreta" è l'opposto di ogni determinismo e dogmatismo. E in questo caso pure di ogni settarismo.
 
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view post Posted on 7/2/2009, 19:09
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compagno

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Il punto primo di quel manifesto del PCI è chiaramente antimarxista e piccolo-borghese.
Infatti una cosa è sostenere la libertà di culto e di religione per le masse popolari, nella certezza che il loro avanzamento ideologico guidato dal Partito porterà anche alla graduale scomparsa della superstizione religiosa.
Un'altra cosa è tollerare la religione all'interno del Partito, dell'avanguardia della classe operaia. Quest'ultimo tipo di perniciosa tolleranza non può non portare che ad uno snaturamento del Partito che quindi si porrà alla coda ("codismo") e non all'avanguardia delle masse, come è suo precipuo ed imprescindibile compito.
A supporto delle mie posizioni e a detrimento di quelle piccolo-borghesi sostenute da altri compagni ed utenti, riporto un breve passo di "Stato e Rivoluzione" di Lenin, in cui Vladimiri Ilic a sua volta cita Engels:

Un'altra riflessione incidentale di Engels, anch'essa legata al problema dello Stato, riguarda la religione. E' noto che la socialdemocrazia tedesca, a mano a mano che si incancreniva e diventava sempre più opportunista, scivolava con sempre maggiore frequenza verso una interpretazione erronea e filistea della celebre formula: "La religione è un affare privato". Questa formula infatti era interpretata come se, anche per il partito del proletariato rivoluzionario, la questione della religione fosse un affare privato!! Contro questo completo tradimento del programma rivoluzionario del proletariato si levò Engels, che, non potendo ancora, nel 1891, osservare nel suo partito se non dei debolissimi germi di opportunismo, si esprimeva quindi con grande prudenza:

"Come nella Comune vi erano quasi solo operai o rappresentanti riconosciuti degli operai, così anche le sue deliberazioni avevano una decisa impronta proletaria. O decretavano riforme che la borghesia repubblicana aveva trascurato soltanto per viltà, ma che rappresentavano una base necessaria per la libertà d'azione della classe operaia, come l'attuazione del principio che di fronte allo Stato la religione non è che un semplice affare privato; oppure emettevano deliberazioni nell'interesse diretto della classe operaia, che talvolta incidevano anche profondamente sull'antico ordinamento sociale..." [*].

E' con intenzione che Engels ha sottolineato le parole "di fronte allo Stato"; in tal modo egli attaccava in pieno l'opportunismo tedesco che dichiarava la religione un affare privato di fronte al partito e abbassava così il partito del proletariato rivoluzionario al livello del più volgare piccolo-borghese "libero pensatore", che è disposto ad ammettere che si possa rimanere fuori della religione, ma rinnega il compito del partito di lottare contro la religione, quest'oppio che inebetisce il popolo.

Il futuro storico della socialdemocrazia tedesca, ricercando le prime fonti della sua vergognosa bancarotta nel 1914, troverà numerosi documenti interessanti su questa questione, a cominciare dalle dichiarazioni evasive fatte nei suoi articoli dal capo ideologico del partito, Kautsky, dichiarazioni che spalancavano le porte all'opportunismo, per finire con l'atteggiamento del partito verso il Los-von-Kirche-Bewegung (movimento per la separazione dalla Chiesa) nel 1913.


*dalla Prefazione di Engels alla "Guerra civile in Francia" di Marx
 
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Lepontico
view post Posted on 7/2/2009, 19:20




...e il Vaticano si fece una grossa risata

la critica alla religione (e quindi all'idealismo), spesso è condotta con metodi proprio idealistici. Se pensiamo e agiamo in senso materialistico dovremmo essere in grado di valutare i mezzi più efficienti per ottenere determinati scopi. Mi pare logico che una dirigenza comunista debba essere immune da credenze religiose, molto meno logico in un paese come l'Italia degli anni '50 precludere ai lavoratori italiani la partecipazione alle lotte di classe assieme al proprio partito di classe unicamente perché battezzati, cresimati e amici del prete del paese come tutti gli altri lavoratori dell'italia-vaticana: questo sarebbe settarismo.
 
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Il Quarto Stato
view post Posted on 7/2/2009, 19:42




ma cazzo se non siete comunisti non vi dichiarate tali!!!
Mo se ne escono pure con Gesù primo socialista, sto solo aspettando il primo piccolo-borghese che lo scrive.
 
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view post Posted on 7/2/2009, 20:00
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CITAZIONE (Lepontico @ 7/2/2009, 19:20)
...e il Vaticano si fece una grossa risata

la critica alla religione (e quindi all'idealismo), spesso è condotta con metodi proprio idealistici. Se pensiamo e agiamo in senso materialistico dovremmo essere in grado di valutare i mezzi più efficienti per ottenere determinati scopi. Mi pare logico che una dirigenza comunista debba essere immune da credenze religiose, molto meno logico in un paese come l'Italia degli anni '50 precludere ai lavoratori italiani la partecipazione alle lotte di classe assieme al proprio partito di classe unicamente perché battezzati, cresimati e amici del prete del paese come tutti gli altri lavoratori dell'italia-vaticana: questo sarebbe settarismo.

Lepontico mio, anche io sono battezzato, cresimato e ho qualche prete di "sinistra" come amico. Ma questo non significa che io sia il lavoratore "di fede cattolica praticante" al quale il manifesto si indirizza. Né tampoco, pur con tutto quel popò di sacramenti, posso non considerarmi completamente ateo.
Quindi la tua impossibile difesa di quel manifesto del PCI, pregno di tutte quelle deviazioni che hanno poi portato il PCI dove è purtroppo arrivato - cioè a scomparire! -, si basa almeno su un'erronea lettura del testo.
E non aggiungo altro (per ora).
 
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Lepontico
view post Posted on 7/2/2009, 21:13




CITAZIONE
Lepontico mio, anche io sono battezzato, cresimato e ho qualche prete di "sinistra" come amico. Ma questo non significa che io sia il lavoratore "di fede cattolica praticante" al quale il manifesto si indirizza. Né tampoco, pur con tutto quel popò di sacramenti, posso non considerarmi completamente ateo.
Quindi la tua impossibile difesa di quel manifesto del PCI, pregno di tutte quelle deviazioni che hanno poi portato il PCI dove è purtroppo arrivato - cioè a scomparire! -, si basa almeno su un'erronea lettura del testo.
E non aggiungo altro (per ora).

carre, io non difendo un manifesto, ma cerco di spiegare una strategia in senso non dogmatico e non idealistico. L'Italia era allora uno dei paesi più bigotti del mondo, con all'interno il Vaticano, con un popolo lavoratore che si sentiva profondamente legato alla propria religione e ai dettami del proprio prete, con un clero che scomunicava anche chiunque leggesse stampa comunista. In un contesto del genere, che cosa si dovrebbe utilmente fare? Volente o nolente un partito comunista nell'Italia degli anni '50 doveva fare i conti con la maggior parte della propria base, con quei cattolici che avevano una coscienza di classe e intendevano lottare e costruire il socialismo. Avresti avuto un'alternativa migliore? La critica alla religione non deve essere essa stessa idealistica.
 
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view post Posted on 7/2/2009, 23:27
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compagno

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CITAZIONE (Lepontico @ 7/2/2009, 21:13)
ma cerco di spiegare una strategia ....

Una strategia antimarxista (come abbiamo visto) che non ha portato i risultati sperati per le masse popolari.
Gli unici risultati sono stati parzialmente quelli elettorali. Ma manco quelli, visto che rincorrere la DC sul suo stesso terreno, non ha certo fatto conquistare la maggioranza al PCI.
E i risultati elettorali, conseguiti sulla base di una deviazione codista di destra, hanno determinato ulteriori deviazioni verticistiche, burocraticistiche, parlamentaristiche ecc. ecc.
In poche parole il revisionismo moderno del PCI, già intuibile nel testo di quel manifesto antimarxista di cui si sta discutendo, ha portato alla asconfitta del proletariato ed alla liquefazione del Partito.
Tu, Lepontico, vuoi spiegare quel manifesto antimarxista con una valutazione della situazione contingente dell'Italia di quell'epoca (oggi peraltro il Vaticano è forse un potere imperialistico ancora più determinante di allora!). Ma non puoi tralasciare il fatto che quel comportamento del PCI, che è di fatto codista, non ha portato al successo. E quindi l'antimarxismo del PCI va considerato - come era impensabile non aspettarsi - un errore madornale.
 
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Josif Vissarionovic Dzugasvili
view post Posted on 7/2/2009, 23:53




Carre se realmente la maggior parte dei membri del partito era religiosa non avrebbe avuto senso definire il partito ateo
 
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view post Posted on 8/2/2009, 00:26
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Mi pare che nel volantino si dica che il PCI "non è un partito ateo".
Non ho capito il tuo intervento.
 
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55 replies since 7/2/2009, 00:38   4348 views
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