Comunismo - Scintilla Rossa

Antonio Gramsci

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rikycccp
view post Posted on 20/1/2008, 03:02




CITAZIONE (mao tse tung @ 20/1/2008, 00:05)
CITAZIONE
Io comunque, m permetto di ribadertelo, se fossi in te mi chiederei perché sostieni sempre la linea di destra in ogni cavolo di discussione su questo forum.

io parlerei di linea piu' a destra non di linea di destra in valore assoluto, qua di destra non ce ne (tralasciando fede)

penso si riferisca alla destra del movimento operaio ;)


Lep cosa hai letto di gramsci?
 
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mao tse tung
view post Posted on 20/1/2008, 14:34




confesso di essere molto ignorante, di mao ho letto solo il libretto rosso
 
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Lepontico
view post Posted on 20/1/2008, 15:42




CITAZIONE
Ma vieni a spiegarmi tu quando mai Gramsci dice che il Partito Comunista non deve occuparsi del problema del potere!
Spiegami che cosa significa contrapporre la "dittatura del prestigio" a quella del proletariato! Non capisci che sono due fatti tra loro correlati?
Perché estrapoli una parte del pensiero di Gramsci e tralasci la parte veramente marxista e rivoluzionaria?

Ma chi ha mai detto che per Gramsci il partito non si deve occupare del potere? Ma quando mai? Ho solo detto che mi sembra di aver colto una differenza sostanziale tra il pensiero di Gramsci e la pratica (ma non la teoria) sovietica a proposito della gestione della politica, tutto qui: ovvero che quello che chiama "stato dei consigli" è uno stato a democrazia diretta sui luoghi del lavoro e in cui tutta la gestione e la pianificazione politica è diretta dai lavoratori secondo le proprie competenze; il compito del partito in questo contesto sarebbe quello di esercitare egemonia, prestigio. Notare bene che più o meno questo era quanto diceva la costituzione sovietica. Non mi sembra che Gramsci abbia mai detto che in uno stato socialista deve esserci un solo partito che dirige direttamente la politica. Poi ovviamente può darsi che mi stò sbagliando, può essere una mia interpretazione o non so cosa, però per favore come fai a dirmi che sono revisionista se ho semplicemente letto e interpretato.

CITAZIONE
può giustificare il fatto che fai di Gramsci un santone che parla solo di egemonia, di prestigio, di posizioni e non di un vero rivoluzionario che incita alla lotta ed all'assalto al cielo.

Ma quando mai? Perchè devi mettermi in bocca cose che non ho mai detto e mai direi? Guarda che è di Gramsci la storiella della guerra di posizione, non è una strategia rivoluzionaria quella?

CITAZIONE
Io comunque, m permetto di ribadertelo, se fossi in te mi chiederei perché sostieni sempre la linea di destra in ogni cavolo di discussione su questo forum.

Ma cosa vuol dire? Io dico ciò che penso. Mica ti rimprovero perchè sostieni sempra una linea estremista e irrealistica! (Bè, dogmatica si però).

CITAZIONE
Lep cosa hai letto di gramsci?

Soprattutto brani dall'Ordine Nuovo, Scritti Giovanili e qualche articolo vario.
 
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view post Posted on 20/1/2008, 20:00
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compagno

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CITAZIONE (Lepontico @ 20/1/2008, 15:42)
Ma chi ha mai detto che per Gramsci il partito non si deve occupare del potere?

Hai scritto: "Gramsci ripetutamente parla, a proposito del futuro "stato dei consigli", di egemonia culturale del partito del proletariato, ovvero di una "dittatura del prestigio", non di gestione del potere da parte del partito."
CITAZIONE
tutta la gestione e la pianificazione politica è diretta dai lavoratori

E qual è l'avanguardia dei lavoratori? Il suo stato maggiore? La sua componente più avnzataa, combattiva, cosciente?
CITAZIONE
Non mi sembra che Gramsci abbia mai detto che in uno stato socialista deve esserci un solo partito che dirige direttamente la politica.

E dove ha detto il contrario?
CITAZIONE
Guarda che è di Gramsci la storiella della guerra di posizione, non è una strategia rivoluzionaria quella?

E' rivoluzionaria nella misura in cui le posizioni si conquistano. E' revisionista nella misura in cui le posizioni si perdono
CITAZIONE
Bè, dogmatica si però

Tu, in perfetta buona fede, sei il dogmatico del revisionismo.

Ora bisognerebbe mettere fine una buona volta alla falsa questione della "gestione del potere da parte del partito".
Il Partito Comunista svolge un ruolo essenziale nel portare il proletariato alla conquista del potere. Su questo siamo daccordo? Ebbene non si capisce allora perché non svolga un ruolo altrettanto essenziale, anche dopo la conquista del potere, nell'edificazione del socialismo. Perché anche tu sai che, dopo la conquista del potere, non scende dal cielo la manna del socialismo, ma che la lotta diventa ancora più aspra. Diventa più aspra perché non si può passare dall'oggi al domani, dal capitalismo al comunismo, ma c'è bisogno di un intero periodo storico di transizione, il periodo della dittatura del proletariato. Questo periodo sarà più o meno lungo a seconda di situazioni oggettive - come, ad esempio, lo sviluppo delle forze produttive - ed a seconda di condizioni soggettive. Non possiamo immaginare che dall'oggi al domani tutti i lavoratori siani pronti e disposti a partecipare in prima persona alla costruzione del socialismo, soprattutto dopo tanti decenni di mistificazioni della borghesia ( e aggiungerei dei revisionisti, che sono la stessa cosa della borghesia). Allora c'è assoluto bisogno di un grande Partito Comunista, diretto da una giusta linea, che guidi, come uno stato maggiore di un esercito, il proletariato verso il socialismo e contro i rigurgiti del vecchio, il capitalismo, che non scompaiono per grazia ricevuta. Quali sono principalmente questi rigurgiti: a) la borghesia imperialista internazionale, b) i capitalisti nazionali, c) la borghesia che si infiltra nelle fila del movimento comunista. Chi dirige la lotta contro costoro? Chi coordina gli sforzi del proletariato? E' proprio quel Partito Comunista che tanta parte ha avuto nella conquista del potere.
I revisionisti dicono: ma noi prenderemo il potere solo quando tutti i lavoratori saranno avanzati e coscienti. Questa, compagno Lepontico, è un'affermazione falsa e pericolosa, che tu puoi pensare in buona fede, ma che molti altri, più importanti e peggiori di te, hanno utilizzato a bella posta per fare il gioco dei capitalisti. E' un'affermazione falsa perché mai nella storia dell'umanità ciò è accaduto, E se una cosa non succede mai bisogna porsi il problema se questa cosa non vada contro a delle leggi scientifiche, in questo caso economiche, politiche e sociali. E' un'affermazione pericolosa perché rimanda alle calende greche la presa del potere ed è difficilmente immaginabile che, se il potere è in mano alla borghesia, ci sia la possibilità di creare egemonia. Infatti noi sappiamo da Marx che l'ideologia dominante è quella della classe che detiene i mezzi di produzione, sappiamo che i capitalisti detengono quindi anche il monopolio della violenza, nonché dell'informazione e di quant'altro. Quindi è estremamente difficile in queste condizioni avere un proletariato compatto e deciso alla lotta per il socialismo. Invece ciò è possibile se il potere è detenuto dal proletariato stesso, anche mediante il suo Partito Comunista. Certi discorsi mi sembrano come quelli di un tifoso di calcio che pretende di vincere il campionato giocando sempre tutte le partite fuoricasa. Questo è quanto succede quando è la borghesia a detenere il potere!
Quello che si può ottenere, fin quando il potere è nelle mani della borghesia, è di costruire una grande avanguardia del proletariato, di ottenere un nucleo compatto, combattivo ed anche numeroso, certamente, che raccoglie la simpatia o la neutralità della maggioranza dei lavoratori. Ma la simpatia o la neutralità non significa che la maggioranza dei lavoratori, abbrutita da secoli di barbarie capitalista, sia di punto in bianco disposta ad assumersi in prima persona il compito gravoso della costruzione e della difesa del socialismo. Per questo ci vuole il Partito Comunista.
Il Partito Comunista non è come uno dei tanti partiti borghesi del teatrino della politica borghese. Il Partito Comunista è qualcosa di diverso. In esso trovano spazio solo gli elementi più avanzati, più coscienti, più generosi della classe operaia. E perché mai non ci si dovrebbe affidare proprio a questi elementi, perché non partecipare insieme a questi elementi, nei momenti difficilissimi della lotta per la conquista del potere e della lotta per l'edificazione del socialismo contro la borghesia nazionale ed internazionale? Quando entriamo in un Ospedale ci aspettiamo che il personale sia competente, generoso, disinteressato e quant'altro affinché ci restituisca la salute. E ancor di più pretendiamo che il primario sia l'elemento più competente e capace tra quelli che ci curano. E molti episodi di malasanità avvengono proprio perché in certi posti ci sono persone che stanno lì per raccomandazioni e non per meriti.Così, per quanto riguarda il Partito Comunista, dobbiamo lottare affinché i migliori siano nei posti direttivi e non dobbiamo invece sminuire o negare il ruolo del Partito quando questo abbia una guida sicura ed affidabile. Non facciamosi sviare dal cattivo esempio dato da tanti partiti borghese e da altrettanti partiti revisionisti sedicenti comunisti!
Purtroppo ora non ho tempo di continuare - e ci sarebbe ancora molto da dire. Termino, per ora, solo chiedendo se non ti sembra irrealistico, utopistico e dogmatico pensare di affrontare una lotta così immane senza una guida sicura, affidandosi allo spontaneismo ed alla buona volontà.
Dice Lenin:
Il solo fatto di porre il dilemma: “dittatura del partito oppure dittatura della classe? Dittatura (partito) dei capi oppure dittatura (partito) delle masse?”, attesta una incredibile e irrimediabile confusione di idee…Tutti sanno che le masse ridividono in classi…che le classi sono dirette, di solito e nella maggior parte dei casi, almeno nei paesi civili moderni, da partiti politici, che i partiti politici, come regola generale, sono diretti da gruppi più o meno stabili di persone rivestite della maggiore autorità, dotate d’influenza e d’esperienza maggiori, elette ai posti di maggiore responsabilità, e chiamate capi… Giungere…fino a contrapporre, in linea generale, la dittatura delle masse alla dittatura dei capi, è un’assurda e ridicola sciocchezza.
 
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rikycccp
view post Posted on 20/1/2008, 21:01




un ottimo intervento sull'importanza e l'attualità del partito come forma di organizzazione!
 
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Lepontico
view post Posted on 21/1/2008, 09:52




Un intervento che proprio non capisco come possa essere coerente al nostro contesto ed alla nostra realtà storica!
E' evidente Carre che intendiamo due tipi diversi di "dittatura del proletariato" e con rispetto parlando, la tua concezione mi sembra particolarmente revisionista (permettimi di dirtelo una buona volta). Dico questo perchè la tua concezione non è nè quella di Marx ed Engels nè quella di Lenin di "tutto il potere ai Soviet".
Figurati se non capisco l'importanza che ha un partito comunista in un processo rivoluzionario o nella costruzione del socialismo! Certamente è di fondamentale importanza, nessuno lo nega. Come è di fondamentale importanza il suo ruolo nella presa del potere del proletariato (non del partito). Quello che Marx dice e che Gramsci sottolinea è proprio che una cosa è la dittatura del proletariato e un'altra è la dittatura del partito del proletariato. L'essenza dell'affermazione "tutto il potere ai Soviet" è questa, una pratica che è stata proprio abolita per trasferire la gran parte dei poteri nel centro a causa della guerra, è questo che si diceva allora e soprattutto lo si riteneva una misura provvisoria.
Dittatura del proletariato in senso marxista è democrazia diretta, ovvero i lavoratori scelgono direttamente, loro direttamente fanno politica, a prescindere da partiti. Questo è quanto dicono Marx, Engels, Lenin e Gramsci. Quando sostieni che invece il partito deve permettersi di gestire direttamente il potere in quanto espressione del proletariato, è di per sè un'affermazione autoritaria che non può essere presa come principio: il partito del proletariato gestirà il potere solo qualora il proletariato stesso deciderà di affidargli il potere nel tempo e nel modo che la sua legge prevederà. La tua concezione è profondamente revisionista, o più correttamente antimarxista, in quanto è insita di blanquismo, di dirigismo spinto che nulla ha a che vedere con la democrazia sostanziale.
Ti ripeto che quello che qui stò sostenendo è ne più ne meno quanto era scritto nella tanto adorata costituzione sovietica del periodo staliniano, in cui nessun articolo vi prevedeva la gestione del potere da parte del partito, ma al contrario la gestione del potere in maniera diretta da parte del proletariato secondo la formula "tutto il potere ai Soviet".


CITAZIONE
CITAZIONENon mi sembra che Gramsci abbia mai detto che in uno stato socialista deve esserci un solo partito che dirige direttamente la politica.


E dove ha detto il contrario?

Il punto è: ti sfido a cercare dove i teorici del marxismo hanno chiaramente scritto che il compito del partito comunista è prendere il potere per conto del proletariato....a me sembra tutto il contrario, ovvero il proletariato unito in partito prende il potere per sè stesso.
Vorrei anche porre come esempio, di certo non perfetto, tanscontestuale o assolutamente corretto, il sistema elettorale cubano, dove, a prescindere dal partito, il proletariato effettivamente gestisce la cosa pubblica esercitando la democrazia diretta nell'elezione dei propri rappresentanti. Sebbene in quel contesto il partito continui ad avere di fatto un monopolio della gestione pubblica, gran parte del processo politico avviene a prescindere da esso. Il partito in quei casi esercita egemonia.
 
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view post Posted on 21/1/2008, 12:12
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compagno

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CITAZIONE (Lepontico @ 21/1/2008, 09:52)
Quello che Marx dice e che Gramsci sottolinea è proprio che una cosa è la dittatura del proletariato e un'altra è la dittatura del partito del proletariato.

Ma quando mai!
Tu affermi cose sbagliate e false.
Marx, Engels, Lenin, Gramsci e tutti gli altri veri rivoluzionari marxisti hanno sempre evidenziato il ruolo insostituibile del Partito Comunista (o come si chiamasse, non importa). Prova inoppugnabile di ciò è che ne sono stati fondatori. Avrebbero fondato un partito per sport oppure invece perché questo servisse il popolo alla rivoluzione ed alla edificazione del socialismo?
Il Partito Comunista non è un partito come quelli borghesi o come quelli revisionisti (che sono partiti borghesi!). Se tu conosci solo questo aspetto del partito, è un problema tuo!. Il vero partito comunista applica la "linea di massa" che Mao ha riassunto in questa parole:

Per stabilire uno stretto contatto con le masse occorre conoscere le loro esigenze ed i loro desideri. In ogni lavoro con le masse occorre partire dalla conoscenza delle loro esigenze e non da moventi puramente personali anche se lodevoli. Spesso avviene che nelle masse l'esigenza di determinate trasformazioni esista già oggettivamente, ma la consapevolezza soggettiva di questa necessità non è ancora maturata in loro; esse non sono ancora decise, né provano alcun desiderio di mettere in atto queste trasformazioni: allora noi dobbiamo attendere pazientemente; e solo quando, come risultato del nostro lavoro, le masse nella loro maggioranza avranno piena coscienza della necessità di realizzare decisamente e volontariamente determinate trasformazioni, solo allora bisognerà attuarle, altrimenti si corre il rischio di allontanarsi dalle masse. Ogni genere di lavoro in cui la partecipazione delle masse è necessaria si trasformerà in una vuota formalità, e fallirà totalmente, se le masse non saranno consapevoli della necessità di questo lavoro e non avranno manifestato il desiderio di parteciparvi volontariamente. ... In questo caso agiscono due principi: il principio delle esigenze reali delle masse e non di quelle immaginarie, esistenti soltanto nelle nostre menti, ed il principio della volontà delle masse, della decisione manifestata dalle masse stesse, e non di quella che noi manifestiamo per loro.

E ancora:

In tutta l'attività pratica del nostro Partito una giusta opera di direzione deve sempre fondarsi su questo principio: attingere alle masse e dare alle masse. Questo significa: raccogliere le opinioni delle masse (sparse e disordinate) e portarle di nuovo (generalizzate e sistemate in seguito ad uno studio) tra le masse, propagandarle e spiegarle, farle diventare idee delle masse stesse, affinché le masse sostengano queste idee e le traducano in azione; e, in pari tempo, controllare attraverso l'azione delle masse la giustezza di queste idee. Quindi, bisogna di nuovo concentrare le opinioni delle masse e portarle di nuovo tra le masse, affinché queste le sostengano, e -. cosi via. Ogni volta, queste idee diventeranno più giuste, più vitali, più razionali. Questo insegna la teoria marxista della conoscenza.

Per cui nessun dirigismo, perché il Partito Comunista è il proletariato, è la sua parte avanzata più cosciente, più generosa. E' composto dai proletari, vive e lotta in simbiosi col proletariato. E' la sua parte migliore, quella meno compromessa con secoli di ideologia borghese.
La tua accusa di revisionismo è ridicola, metre la mia accusa di idealismo è reale. Infatti la rivoluzione, la legge delle rivoluzioni, dimostra come non è possibile chiedere, pretendere che tutto il proletariato sia immediatamente disposto a lottare strenuamente, a dare anche la vita per il socialismo. Il tuo utopismo - utopismo perché so che sei in buona fede, sennò bisognerebbe chiamarlo altrimenti - ti porta a negare che la lotta per il socialismo e la fase della ditttaura del proletariato saranno momenti cruentissimi. La borghesia nazionale, quella internazionale ed i rinnegati del movimento comunista non daranno - e non hanno mai dato - tregua.
Sentiamo Engels:

Lo Stato non è che una macchina per l'oppressione di una classe da parte di un'altra, e ciò nella repubblica democratica non meno che nella monarchia; e nel migliore dei casi un male che viene lasciato in eredità al proletariato riuscito vittorioso nella lotta per il predominio di classe e i cui lati peggiori non potrà fare a meno, subito, di eliminare nella misura del possibile, come fece la Comune, finché una nuova generazione, cresciuta in condizioni sociali nuove, libere, non sia in grado di scrollarsi dalle spalle tutto il vecchiume dello Stato.

E ancora:
e il partito vittorioso, se non vuoi avere combattuto invano, deve continuare questo dominio col terrore che le sue armi inspirano ai reazionari. La Comune di Parigi sarebbe durata un sol giorno, se non si fosse servita di questa autorità di popolo armato, in faccia ai borghesi? Non si può al contrario rimproverarle di non essersene servita abbastanza largamente?
Sentiamo Marx:

La stessa democrazia volgare, che vede nella repubblica democratica il regno millenario e non si immagina nemmeno che appunto in questa ultima forma statale della società borghese si deve decidere definitivamente con le armi la lotta di classe - la stessa democrazia volgare sta ancora infinitamente al di sopra di questa specie di democratismo entro i confini di ciò che è permesso dalla polizia e non è permesso dalla logica.
E ancora:
«Voi dovete passare attraverso quindici, venti, cinquant'anni di guerre civili e di battaglie internazionali, non solo per trasformare i rapporti esistenti, ma anche per trasformarvi voi stessi e rendervi atti al dominio politico" («Rivelazioni sul processo dei comunisti a Colonia», pp. 32-33 ed. tedesca, Mosca 1940).

Sentiamo Lenin:

«Il passaggio dal capitalismo al comunismo abbraccia un'intera epoca storica. Finché essa non sia terminata, gli sfruttatori conservano inevitabilmente la speranza in una restaurazione, e questa speranza si traduce in tentativi di restaurazione. Anche dopo la prima disfatta seria, gli sfruttatori rovesciati, che non si aspettavano di esserlo, che non ci credevano, che non ne ammettevano neanche l'idea, si scagliano nella battaglia con energia decuplicata, con furiosa passione, con odio cento volte più intenso, per riconquistare il ,,paradiso" perduto alle loro famiglie, che vivevano una vita così dolce e che la ,,canaglia popolare" condanna ora alla rovina e alla miseria (o a un lavoro ,,ordinario"...) E a rimorchio dei capitalisti sfruttatori si trascina la grande massa della piccola borghesia la quale, come attestano decenni di esperienza storica di tutti i paesi, oscilla ed esita, oggi marcia al seguito del proletariato, domani si spaventa delle difficoltà della rivoluzione, è presa da panico alla prima sconfitta o al primo scacco degli operai, cade in preda al nervosismo, non sa dove batter la testa, piagnucola, passa da un campo all'altro»
E ancora:
«La dittatura del proletariato è la guerra più eroica e più implacabile della classe nuova contro un nemico più potente, contro la borghesia, la cui resistenza è decuplicata dal fatto di essere stata rovesciata»; che «la dittatura del proletariato é una lotta tenace, cruenta e incruenta, violenta e pacifica, militare ed economica, pedagogica e amministrativa, contro le forze e le tradizioni della vecchia società»
E ancora:
«Durante la dittatura del proletariato bisognerà rieducare milioni di contadini e di piccoli proprietari, centinaia di migliaia di impiegati, di funzionari, di intellettuali borghesi, subordinarli tutti allo Stato proletario e alla direzione proletaria, vincere le loro abitudini e tradizioni borghesi», così come sarà necessario "... rieducare... nel corso di una lunga lotta, sul terreno della dittatura del proletariato, i proletari stessi, che dei loro propri pregiudizi piccolo-borghesi non si liberano di punto in bianco, per miracolo, per ingiunzione della madonna e neppure per ingiunzione di una parola d'ordine, di una risoluzione, di un decreto, ma soltanto nel corso di una lotta di massa lunga e difficile contro le influenze piccolo-borghesi di massa»
E ancora:
"Si può considerare completamente matura la battaglia decisiva se ... nel proletariato è sorta e si è potentemente affermata una tendenza di massa ad appoggiare le azioni rivoluzionarie più decise, più ardite e coraggiose contro la borghesia. Allora la rivoluzione è davvero matura, allora, se abbiamo tenuto nel debito conto tutte le condizioni sopra enunciate e se abbiamo scelto bene il momento, la nostra vittoria è sicura»
E ancora:
«Con la sola avanguardia non si può vincere. Gettare la sola avanguardia nella battaglia decisiva, prima che tutta la classe, prima che le grandi masse abbiano preso una posizione o di appoggio diretto dell'avanguardia o, almeno, di benevola neutralità verso di essa. .. non sarebbe soltanto una sciocchezza, ma anche un delitto.

Ma soprattutto sentiamo qua!
" Noi siamo, - dice Lenin, - il partito della classe, e perciò quasi tutta la classe (e, in tempo di guerra, nell'epoca della guerra civile, la classe tutt'intera) deve agire sotto la direzione del nostro partito, deve stringersi il più saldamente che è possibile attorno al nostro partito. Ma sarebbe "manilovismo" (= fiacchezza, indolenza, vuota fantasticheria. Da Manilov, uno dei personaggi delle "Anime morte" di Gogol. Ndr.) e "codismo" pensare che, in regime capitalista, quasi tutta o tutta la classe possa mai elevarsi alla coscienza e all'attività della propria avanguardia, del proprio partito socialista. Nessun socialista ragionevole ha mai posto in dubbio che, in regime capitalista, neanche l'organizzazione sindacale (più primitiva, più accessibile alla coscienza degli strati arretrati) è in grado di abbracciare quasi tutta o tutta la classe operaia. Dimenticare la distinzione che passa tra il reparto di avanguardia e tutte le masse che gravitano verso di esso, dimenticare il costante dovere del reparto di avanguardia di elevare degli strati sempre più larghi fino a questo livello dell'avanguardia, vorrebbe dire ingannar se stessi, chiudere gli occhi di fronte alla grandiosità dei nostri compiti, restringere questi compiti" (Lenin, «Un passo avanti, due indietro», Vol. VI, pp. 205-206 ed. russa).

E tanto per non farci mancare nulla:
" La dittatura del proletariato, - dice Lenin, - è una lotta tenace, cruenta e incruenta, violenta e pacifica, militare ed economica, pedagogica e amministrativa, contro le forze e le tradizioni della vecchia società. La forza dell'abitudine di milioni e decine di milioni di uomini è la più terribile delle forze. Senza un partito di ferro, temprato nella lotta, senza un partito che goda la fiducia di tutto quanto vi è di onesto nella sua classe, senza un partito che sappia osservare lo stato d'animo delle masse e influenzarlo, è impossibile condurre con successo una lotta simile»
Sull'Italia:
...in Italia, per riconoscimento generale, si avvicinano battaglie decisive del proletariato contro la borghesia, per la conquista del potere statale. In un momento simile, non solo è assolutamente indispensabile allontanare dal partito i menscevichi, i riformisti, i turatiani, ma può esser utile persino allontanare da tutti i posti di responsabilità anche degli eccellenti comunisti, che sono suscettibili di tentennare e manifestano delle esitazioni nel senso dell'"unità" coi riformisti... Alla vigilia della rivoluzione e nei momenti della lotta più accanita per la vittoria di essa, le minime esitazioni in seno al partito possono perdere tutto, possono far fallire la rivoluzione, strap
pare il potere dalle mani del proletariato, perché questo potere non è ancora solido, perché l'attacco contro di esso è ancora troppo forte. Se in un momento simile i capi tentennanti si tirano in disparte, questo non indebolisce, ma rafforza e il partito, e il movimento operaio, e la rivoluzione"

Altro che multipartitismo!

E per finire cito Stalin:
Il partito deve essere, prima di tutto, il reparto di avanguardia della classe operaia. Il partito deve assorbire tutti i migliori elementi della classe operaia, la loro esperienza, il loro spirito rivoluzionario, la loro devozione sconfinata alla causa del proletariato. ... Ma il partito non può essere solo un reparto di avanguardia. Esso deve essere, in pari tempo, un reparto, una parte della classe operaia, parte intimamente legata ad essa con tutte le fibre della sua esistenza. La distinzione fra l'avanguardia e la restante massa della classe operaia, fra i membri del partito e i senza partito, non può scomparire fino a che non saranno scomparse le classi, fino a che il proletariato si accrescerà di elementi provenienti da altre classi, fino a che la classe operaia, nel suo insieme, sarà privata della possibilità di elevarsi al livello del reparto d'avanguardia. Ma il partito cesserebbe di essere il partito, se questa distinzione si trasformasse in rottura, se esso si racchiudesse in sé stesso e si distaccasse dalle masse senza partito. Il partito non può dirigere la classe se non é legato con le masse senza partito, se non esiste una saldatura tra il partito e le masse senza partito, se queste masse non accettano la sua direzione, se il partito non gode tra le masse di un credito morale e politico. ... Il partito non é solo la forma suprema dell'unione di classe dei proletari, esso é, in pari tempo, uno strumento nelle mani del proletariato, per la conquista della dittatura, quando questa non é ancora stata conquistata, per il consolidamento e l'estensione della dittatura, quando questa é già stata conquistata. Il partito non avrebbe potuto acquistare un'importanza così grande, né prevalere su tutte le altre forme di organizzazione del proletariato, se il proletariato non si fosse trovato davanti al problema del potere, se le condizioni esistenti nel periodo dell'imperialismo, l'inevitabilità delle guerre, l'esistenza della crisi, non avessero richiesto la concentrazione di tutte le forze del proletariato in un sol punto, l'accentramento in un sol punto di tutti i fili del movimento rivoluzionario, allo scopo di rovesciare la borghesia e conquistare la dittatura del proletariato. Il partito é necessario al proletariato prima di tutto come stato maggiore di combattimento, indispensabile per la conquista vittoriosa del potere.

Pertanto è assurdo pensare che vi sia una netta distinzione tra dittatura del partito e dittatura del proletariato. E la differenza che intercorre tra Partito del proletariato e proletariato stesso, è una differenza oggettiva ineliminabile finché la società sarà divisa in classi, cioè fino all'avvento del comunismo propriamente detto. La sostanziale equivalenza tra Partito Comunista e proletariato avevo già evidenziato nel mio precedente intervento, citando Lenin, il quale mi sembra è inequivocabile.
E' assurdo pensare di porre una distinzione sia nella fase prerivoluzionaria, che in quella della dittatura del proletariato. Il Partito è il proletariato! Il Partito è indispensabile al passaggio dal capitalismo al comunismo. Questo è il marxismo-leninismo-maoismo.
Rigetto quinsi le risibili accuse di antimarxismo, come quella ancora più spassosa di "revisionismo" ( da quale pulpito! :i1231746_roflmao.gif: ), citando conclusivamente i compagni Lenin e Stalin:
Lenin: Marx non si era legato le mani - né le aveva legate ai futuri artefici della rivoluzione socialista - per quanto riguarda le forme, i procedimenti, i metodi della rivoluzione, comprendendo perfettamente che una gran quantità di nuovi problemi sarebbero allora sorti, che tutta la situazione sarebbe cambiata nel corso della rivoluzione e che essa sarebbe cambiata spesso e notevolmente nel corso della rivoluzione.
Stalin: Secondo Zinoviev, ogni miglioramento ed ogni messa a punto delle vecchie forme e di singole proposizioni dottrinarie di Marx o di Engels, e più ancora la loro sostituzione con altre formule meglio rispondenti alle nuove condizioni, volevano dire revisionismo. Mi chiedo perché. Non è forse il marxismo una scienza, e la scienza non si evolve arricchendosi di nuove esperienze e migliorando le vecchie formule? Ma poiché revisione significa riesame, e d’altronde non è possibile attuare un miglioramento ed una messa a punto delle vecchie formule senza, in certo qual modo, riesaminarle, ogni messa a punto o miglioramento delle vecchie formule ed ogni arricchimento del marxismo con formule nuove e nuove e esperienze, sarebbe dunque revisionismo. Naturalmente tutto ciò è ridicolo
Mi pare che sia chiaro. E mi pare che sia chiaro anche chi è il vero dogmatico, nonché chi si attenga alla lienea " di destra".

Un'ultima annotazione sul problema di "tutto il potere ai soviet": la storia ci racconta come la rivoluzione ebbe inizio solo quando la maggioranza dei soviet era composta da delegati del Partito Bolscevico.
Quindi la tua distinzione "potere dei soviet£ vs "potere del Partito" si dimostra ancor più risibile come ampiamente dimostratoti dai padri del socialismo e della rivoluzione socialista.

Edited by carre - 21/1/2008, 12:22
 
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angelof92
view post Posted on 21/1/2008, 12:21




non c'entra molto ma è vero che il segretario di gramsci disse che che guevara condannava a morte e gestiva lager?
 
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Nikolaj
view post Posted on 21/1/2008, 12:59




CITAZIONE
E' assurdo pensare di porre una distinzione sia nella fase prerivoluzionaria, che in quella della dittatura del proletariato. Il Partito è il proletariato! Il Partito è indispensabile al passaggio dal capitalismo al comunismo. Questo è il marxismo-leninismo-maoismo.

Sono perfettamente d'accordo, nulla da aggiungere.
 
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andrea891
view post Posted on 21/1/2008, 14:07




concordo con quanto dice carre....i problemi però secondo me cominciano a sorgere nel momento in cui il partito si distacca o più o meno dalle esigenze della gente,perciò e bene a mio avviso che il ruolo del partito non rimanga sempre quello di guida del popolo, ma che esso, una volta acquisita la coscienza necessaria(attraverso un lavoro fatto bene dal partito) possa gestirsi in maniera,diciamo, più autonoma dal partito
 
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cizikov
view post Posted on 21/1/2008, 15:29




sono esterefatto dalla preparazione e dalla cultura proletaria-rivoluzionaria del compagno carre,il suo intervento mi ha lasciato letteralmente senza parole.posso solo farti sinceri complimenti.
 
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AntifaBS.theCura.
view post Posted on 21/1/2008, 15:50




CITAZIONE (angelof92 @ 21/1/2008, 12:21)
non c'entra molto ma è vero che il segretario di gramsci disse che che guevara condannava a morte e gestiva lager?

ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaahahahahahahahahaha








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timosenko
view post Posted on 21/1/2008, 16:38




CITAZIONE (AntifaBS.theCura. @ 21/1/2008, 15:50)
CITAZIONE (angelof92 @ 21/1/2008, 12:21)
non c'entra molto ma è vero che il segretario di gramsci disse che che guevara condannava a morte e gestiva lager?

ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaahahahahahahahahaha








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data la sua giovane età sarebbe meglio insegnarli qualcosa sul movimento operaio (forse è qui anche per questo)che deriderlo. :flagluci2bz2.gif:
 
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AntifaBS.theCura.
view post Posted on 21/1/2008, 16:56




CITAZIONE (timosenko @ 21/1/2008, 16:38)
CITAZIONE (AntifaBS.theCura. @ 21/1/2008, 15:50)
ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaahahahahahahahahaha








:i1426539_oo.bmp: :i1426539_oo.bmp:

data la sua giovane età sarebbe meglio insegnarli qualcosa sul movimento operaio (forse è qui anche per questo)che deriderlo. :flagluci2bz2.gif:

Si vabhe,ho capito,ma come si può credere ad una cazzata del genere???
 
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mao tse tung
view post Posted on 21/1/2008, 17:02




CITAZIONE
non c'entra molto ma è vero che il segretario di gramsci disse che che guevara condannava a morte e gestiva lager?

certo, e cicciolina e' vergine...
 
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43 replies since 17/1/2008, 18:21   550 views
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