Comunismo - Scintilla Rossa

Viva il 17° anniversario del Partito Comunista di Kampuchea (1977), Pol Pot

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Mekong
view post Posted on 23/5/2013, 19:41




DUE ANNI DOPO LA LIBERAZIONE


Il 17 aprile 1975, dopo aver lottato con determinazione per cinque anni e facendo numerosi sacrifici durante la guerra rivoluzionaria di liberazione nazionale, contro gli Stati Uniti e la loro guerra d'aggressione imperialistica, gli abitanti del Kampuchea, con il proprio Esercito Rivoluzionario, si sono liberati da se stessi totalmente e definitivamente dallo sfruttamento e dall'oppressione imperialista, dal colonialismo, neo-colonialismo e da tutte le classi sfruttatrici. L'intera nazione ha riacquistato la sua anima. Contadini ed operai hanno riacquistato la loro dignità e, con il loro Esercito Rivoluzionario, sono diventati padroni del proprio paese e ora rappresentano il potere statale, tenendo saldamente il destino della nazione nelle loro mani.
Nel corso di questi ultimi due anni, la classe operaia e contadina e l'esercito rivoluzionario del
Kampuchea democratico, sotto la direzione giusta e perspicace della loro organizzazione rivoluzionaria, hanno superato innumerevoli ostacoli e difficoltà, e hanno ottenuto molto grazie ad essa. Grazie alla loro risoluta e ostinata lotta, alla loro determinazione, al loro patriottismo puro e al loro elevato spirito rivoluzionario, hanno consolidato il potere statale della classe operaia e contadina e le conquiste rivoluzionarie. Essi hanno ripetutamente coronato grandi vittorie in tutti i campi della costruzione nazionale. Difendendo con fermezza la loro indipendenza, sovranità e fiducia in se stessi, queste forze hanno costruito un forte ed ampio movimento rivoluzionario di massa. Anche se la strada per l'indipendenza e per la sovranità si rivela essere piena di ostacoli, sono fermamente convinto che essa rappresenta la strada dell'onore e della dignità.
In due anni hanno saputo dimostrare che, mobilitando le loro forze fisiche, morali e intellettuali e utilizzando tutte le risorse naturali a disposizione, è possibile difendere con successo e costruire un Kampuchea Democratico sovrano e indipendente, unito, pacifico, neutrale, non allineato e integro territorialmente.
Estratto da "Il Kampuchea Democratico va avanti!!!"

VIVA IL 17 ° ANNIVERSARIO DEL PARTITO COMUNISTA DI KAMPUCHEA
Discorso di Pol Pot, segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Kampuchea, pronunciato il 29 settembre 1977


Rispettabili e amati Compagni in rappresentanza dei collettivi dei lavoratori,
Rispettabili e amati Compagni in rappresentanza dei collettivi dei contadini,
Rispettabili e amati Compagni che rappresentate le tre forze dell'Esercito Rivoluzionario-terra, mare e aria.
Rispettabili e amati Compagni che rappresentate tutti i ministeri e dipartimenti:
Siamo qui riuniti oggi per onorare il diciassettesimo anniversario della fondazione del Partito Comunista di Kampuchea. Colgo l'occasione per estendere il mio saluto a tutta la classe operaia collettivista, che ha condotto e sta conducendo la propria lotta ovunque - in ogni luogo di lavoro come su tutti i fronti –, dando il proprio contributo per la difesa nazionale, per la costruzione del paese, e l'innalzamento del tenore di vita del popolo, procedendo senza sosta ed eseguendo con un elevato senso di responsabilità rivoluzionaria, il compito glorioso che il partito ha loro affidato.
A questo grande incontro, rivolgo il mio più profondo saluto alla classe contadina delle comuni, membri delle cooperative sparse in tutto il paese, che, come già hanno realizzato in passato, lottano ancora oggi con zelo per contribuire al successo del piano di produzione del riso. Con un forte senso di responsabilità e con il fine di contribuire alla difesa nazionale, alla costruzione del paese
e per l'innalzamento rapido del tenore di vita del popolo, i contadini stanno portando avanti questo piano, che il Partito ha affidato a loro nel 1977.
Vorrei estendere i miei più calorosi e profondi saluti all'Esercito Rivoluzionario, che ha lottato e continua a lottare per superare ogni ostacolo su tutti i fronti, anche nelle nostre zone più remote, al fine di difendere la sovranità nazionale e l'integrità territoriale del nostro Kampuchea Democratico.
Il tutto fatto con un forte senso di responsabilità rivoluzionaria, rendendo così un importante contributo alla costruzione del paese e per il rapido aumento del tenore e del livello di vita del popolo.
Rivolgo il mio profondo saluto a tutti i compagni del governo rivoluzionario dei ministeri e dei dipartimenti, che, come in passato, stanno oggi lottando per superare tutte le difficoltà, concentrando tutti i loro sforzi per lo svolgimento dei compiti rivoluzionari che il partito ha affidato loro, al fine di rendere il loro contributo alla difesa nazionale, alla costruzione del paese, e al miglioramento rapido del tenore di vita del popolo.
Devo esprimere il mio più profondo rispetto per tutti questi compagni, perché, come nel passato, nel presente e nel futuro, è e sarà il nostro Esercito Rivoluzionario, la nostra classe operaia, i nostri contadini, i nostri compagni dei ministeri e dipartimenti del governo rivoluzionario, che, uniti in un'unica forza, assicurano la difesa del nostro territorio sacro e nazionale, costruendo il nostro nuovo Kampuchea, e innalzando il tenore di vita del nostro popolo con il seguente slogan: "Progredire con grandi passi da gigante!"
Quest'anno, la celebrazione della ricorrenza della fondazione del nostro partito sarà segnata da un evento eccezionale che io vi farò conoscere ufficialmente ora. Nel commemorare il diciassettesimo anniversario della sua fondazione, il nostro Partito ha deciso di proclamare solennemente, davanti al nostro paese e al mondo intero, l'esistenza ufficiale del Partito Comunista di Kampuchea.
Tutti gli strati e le classi sociali del nostro popolo già sanno che il Partito Comunista di Kampuchea, è l'unica leadership genuina della rivoluzione cambogiana. Inoltre, la nostra gente sa perfettamente bene che, nell'ordine delle trionfanti vittorie rivoluzionarie, culminate nella grande vittoria del
17 aprile 1975, senza la direzione del CPK, esse non sarebbero state possibili.
Tutte le classi e gli strati sociali del nostro popolo, in particolare quello dei lavoratori, dei contadini
e degli altri rivoluzionari, hanno imparato a conoscere e ad apprezzare il Partito Comunista di Kampuchea per molti anni, pur non avendone mai proclamato ufficialmente la sua esistenza.
Perché, per un lungo periodo di 17 anni, il nostro partito non ha mai mostrato la sua esistenza in
pubblico e l'intero popolo cambogiano, soprattutto le fasce più povere, hanno atteso con impazienza per la proclamazione solenne del Partito Comunista di Kampuchea. Hanno atteso in modo da poter lodare i meriti del partito, che si è sacrificato con l'obiettivo di guidare il popolo e la rivoluzione cambogiana, e per liberare con esso anche la patria.
È per questo che siamo convinti che, da questo momento in poi, tutto il popolo cambogiano farà fronte comune intorno al paese, elogiando la correttezza e lucidità del Partito Comunista di Kampuchea, e aumenterà il sostegno che hanno sempre dato a quello che hanno conosciuto solo come "Organizzazione Rivoluzionaria del Kampuchea”. Ovunque, nelle zone più remote, nelle profondità dei boschi e sulle montagne, attraverso le pianure e nelle città, la solenne proclamazione del partito sarà accolto con grida di gioia. I nostri amici in tutto il mondo sanno anche che nessun popolo al mondo è riuscito a far trionfare una rivoluzione senza essere guidata da un partito della classe operaia. Perché, allora, in Cambogia, dove il popolo ha vinto vittoria su vittoria fino a quella finale più grande sull'imperialismo degli Stati Uniti, il paese leader dell'imperialismo mondiale, non hanno mai voluto sentir parlare della leadership di un partito comunista? Quindi, tutti questi
amici hanno dovuto attendere la proclamazione solenne dell'esistenza ufficiale del Partito Comunista di Kampuchea, in modo da poterne lodare l'esistenza e il grande traguardo conseguito dal Partito, che ha portato il popolo cambogiano alla gloriosa vittoria del 17 aprile 1975.
In occasione della proclamazione ufficiale dell'esistenza del nostro partito, tutta la nostra gente sarà molto euforica. I nostri amici vicini e lontani nei cinque continenti ci acclameranno calorosamente, mentre gli imperialisti e i reazionari saranno ancora più amareggiati per il prestigio e il potere del Partito comunista Kampuchea.
La celebrazione di questo diciassettesimo anniversario del nostro partito è poi, un momento storico per la nostra nazione, il nostro popolo, la nostra rivoluzione e il nostro Partito Comunista di Kampuchea. È per questo che, in questa occasione, dobbiamo onorare la memoria di tutti gli eroi e le eroine appartenenti al popolo, l'intero esercito rivoluzionario, e tutti i membri del nostro partito. Questi compagni hanno sopportato ogni difficoltà, fatto sacrificio dopo sacrificio per la piena
liberazione del Kampuchea, per rendere il nostro paese al 100% indipendente, per liberare totalmente il popolo, in particolare le masse degli operai, dei contadini e altri lavoratori, che comprendono più del 90% della popolazione. Essi hanno fatto questi sacrifici affinché la Cambogia e il popolo cambogiano, che hanno sofferto la schiavitù, l'inganno, l'oppressione e lo sfruttamento di
secoli, possa finalmente avere l'onore, la gloria, la prosperità e un prestigio tale, che tanti amici dei cinque continenti vorrebbero condividere gioiosamente con noi, assieme alle grandi vittorie della nostra rivoluzione.
Nell'onorare la memoria di tutti questi compagni ed eroi che hanno dato la vita, mossi da nobili sentimenti patriottici, con uno spirito elevato rivoluzionario e sentimenti profondi e nobili di amore e devozione per le persone e per la classe operaia, ci impegniamo tutto noi stessi per trovare ispirazione del loro nobile esempio, per dimostrargli la nostra gratitudine, di essere loro degni successori e compiere i nobili compiti che il Partito ha affidato a ciascuno di noi. Tutti noi abbiamo il dovere di trasformare i nostri dolori, la nostra rabbia e il nostro dolore per la perdita di questi valorosi compagni d'armi in una forza ancora più vigorosa. Facciamo questo in modo da
lottare per conseguire i compiti del partito, con un elevato senso di responsabilità rivoluzionario, un patriottismo ardente, e una profonda devozione al popolo e per la classe operaia, in questo 1977 e negli anni a venire. E 'con la volontà di imparare dall'esempio dei nostri compagni d'armi che
sono caduti, che vi propongo, in occasione della celebrazione del Diciassettesimo anniversario del Partito, il seguente tema per il nostro grande incontro di oggi: meditiamo e impariamo dal movimento rivoluzionario del popolo cambogiano, sotto la direzione del Partito comunista di Kampuchea, imparando dal nostro movimento popolare di lotta rivoluzionaria,
che nel corso delle generazioni precedenti, ha combattuto per la liberazione nazionale, l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale, con l'obiettivo di salvare la nazione cambogiana e per garantire la sua sopravvivenza, in modo che il Kampuchea non perderà mai più i propri territori come accaduto in passato, in un'epoca in cui le varie classi sfruttatrici erano al potere, perdendo pezzi ogni anno e ad ogni istante. Per renderlo più facile da capire, il mio discorso sarà diviso in tre sezioni:
1. La prima parte sarà dedicata alla lotta del popolo cambogiano prima della fondazione del partito, dal periodo della schiavitù fino al 1960, l'anno di fondazione del Partito Comunista di Kampuchea.
2. La seconda parte, alla rivoluzione democratica nazionale guidata dal Partito Comunista di Kampuchea, dal 1960 al 1975.
3. La terza parte invece, con la nuova fase della rivoluzione cambogiana, in difesa del Kampuchea democratico, proseguimento della rivoluzione e della costruzione socialista.
Le tre parti che ho appena enumerato delineano la storia del movimento rivoluzionario del nostro popolo, dai suoi inizi fino ad oggi. Il nostro obiettivo è quello di dare un'idea generale del nostro movimento rivoluzionario. Non andremo direttamente sui problemi in dettaglio, né sui loro molteplici aspetti, ma abbiamo intenzione di attenerci ad essi spiegando che cosa, evidente o meno, è alla base delle nostre vittorie. Il motivo, è sul perché abbiamo elaborato una determinata strategia e tattica per il nostro movimento, perché abbiamo riassunto le nostre esperienze nel corso del nostro lavoro, e perché abbiamo inserito in tutta la nostra lotta, una linea corretta sulle questioni politiche, la costruzione delle nostre forze, sulle questioni militari ed economiche, che ci ha permesso di realizzare le nostre vittorie. Un analisi dei vari aspetti del nostro movimento, dai suoi inizi fino ai giorni nostri, dimostrerà se si o no, il Partito Comunista di Kampuchea è in realtà un vero partito marxista-leninista e se si tratta insomma di un genuino partito proletario. Tutti i compagni saranno in grado di fare le proprie valutazioni, in base alla sostanza del nostro movimento rivoluzionario. Queste sono questioni che devono essere poste. Pertanto, questo incontro non è solo un evento temporaneo, dopo il quale si può andare a casa continuando a svolgere i propri compiti senza alcun cambiamento. Questo incontro è l'occasione in cui noi tutti dobbiamo esaminare, giudicare e studiare le esperienze del nostro movimento rivoluzionario sotto la guida del Partito Comunista di Kampuchea.
Permettetemi di presentarvi la prima parte del discorso che ha a che fare con i movimenti di lotta del popolo cambogiano prima della nascita del Partito, dall'epoca della schiavitù al 1960.

(FINE PRIMA PARTE)

Edited by Sandor_Krasna - 8/9/2018, 15:07
 
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Mekong
view post Posted on 23/5/2013, 21:29




1. La lotta del popolo cambogiano dal periodo della schiavitù al 1960
La Cambogia ha già una storia di più di 2000 anni. Questa storia mostra che la società cambogiana, come ogni altra società, ha attraversato un numero di stadi differenti. La società cambogiana ha attraversato una fase di comunismo primitivo. Dopo il comunismo primitivo, è entrata nella fase del periodo della schiavitù, in seguito nel suo periodo feudale. Dopo di che, vi è stato l'avvento della fase capitalistica. Proprio di recente, dopo il periodo capitalista, la società cambogiana è entrata in una nuova era, la società socialista. Così, siamo passati attraverso tutte le fasi storiche.
Nel quadro del comunismo primitivo, non c'erano ancora classi propriamente dette. Di conseguenza, non vi era alcuna lotta di classe. Quando la società cambogiana è entrata nel periodo della schiavitù, si manifestò la divisione in classi: una classe di proprietari di schiavi e una classe di schiavi. Nella società feudale, vi erano proprietari terrieri e contadini. In una società capitalistica, capitalisti e operai. Questa è l'unica forma di società che il nostro paese ha conosciuto in passato.
Durante il periodo degli schiavi, il periodo feudale e il periodo capitalista, in particolare durante il periodo feudal-capitalista, il nostro paese è stato oggetto di dominazione straniera. Per esempio, parlando solo del periodo precedente, la società cambogiana era una società coloniale e semi-coloniale, soggetta al dominio di francesi, giapponesi e imperialisti USA. Così, ogni straniero che metteva piede nel nostro paese, lo faceva solo per sfruttarlo. Ci sono state contraddizioni di classe nelle fasi della schiavitù, del feudalesimo e del colonialismo?
Ovvio che c'erano contraddizioni di classe! Numerosi compagni hanno studiato la storia della Cambogia. Essa mostra chiaramente che esisteva lotta di classe per un lungo periodo, tra le classi sfruttate e sfruttatrici.

1. Nella società schiavistica, ci fu la lotta tra sfruttatori (proprietari di schiavi) e sfruttati (schiavi o servi "di un proprietario"). Queste due fazioni erano avversarie, nemiche giurate in un conflitto di vita o di morte. Quella degli schiavi che ha rifiutato di essere sfruttata, si è unita per combattere contro i propri oppressori. Ma tale lotta è realmente avvenuta? Certamente è avvenuta! Ciò è attestato dalle fonti conosciute sulla storia dello sfruttamento nelle società antiche, nonché dalle scienze sociali. La nostra storia ne è un esempio. Nella società degli schiavi, la classe sfruttata ha sempre lottato contro la classe sfruttatrice. Ma tale lotta non è mai stata guidata da una corretta linea politica. La storia dimostra che la lotta a quei tempi a volte ha fallito, a volte trionfato. Alcuni schiavi divennero capi militari di eserciti e sconfissero i proprietari di schiavi, divenendo poi loro stessi signori, al fine di schiavizzare gli altri a loro volta. Questa linea non fu utile ovviamente a riscattare le masse di schiavi, né chiunque fosse sfruttato. Questa è stata una linea che servì esclusivamente a realizzare gli interessi personali di alcuni uomini e le cricche a loro legate, in modo da poter dominare e sfruttare nuovamente gli altri.
Ma gli oppressi accettavano l'oppressione? Certo che no! Hanno risposto agli sfruttatori combattendoli per sconfiggerli. Questo è ciò che avveniva durante il periodo della schiavitù. Possiamo vedere che, in tutta questa esperienza, la lotta ci fu e che gli schiavi si sollevarono. Ma questa lotta non culminò in un successo, in quanto basata su una linea che non servì appieno le masse e le classi sfruttate. All'inizio, alcuni leader riuscirono a ingannare le masse. Ma gli oppressi sono sempre pronti a infiammarsi quando vengono sfruttati e a sollevarsi contro i loro sfruttatori. Il fulcro della nostra rivoluzione è l'eliminazione delle classi sfruttatrici e la liberazione degli sfruttati. Studiamo questa lezione per capire che essendo ora il nostro partito al potere, se mai dovesse seguire un percorso riconducibile a quello dell'epoca della schiavitù, sarà inevitabilmente combattuto e rovesciato dalle masse operaie e contadine. Se la linea politica serve gli operai, i contadini e le grandi masse popolari, godrà invece di un ampio sostegno. Essa costituisce una forza potente che assicura una forte difesa nazionale, una rapida ricostituzione del paese e una rapida crescita del tenore di vita del popolo. Il partito è il vero rappresentante delle classi povere. Se non sarà così, se il Partito sfrutta e schiaccia il popolo, questo lo combatterà rifiutandone la guida. Questa è la lezione della storia. Dobbiamo sempre e ovunque esaminare noi stessi. Non è solo il partito in sé che deve farlo, ma anche ogni organizzazione legata ad esso, tutti i quadri, ciascun membro del partito, tutti i funzionari nelle fabbriche, nei porti, nei settori dell'energia dei servizi, nelle saline. Se esso non rappresenta più le classi di base e le persone sfruttate, questo partito non avrà alcun senso, non si può più pretendere di essere il Partito che rappresenta proletariato. I comitati non avrebbero più alcun senso, così come il ruolo di Presidente sarebbe ancor più privo di significato. "Senza senso" insomma, intendendo che essi come membri del Partito, non potrebbero più rappresentare il proletariato. Un tale Partito, tali quadri, tali comitati si troverebbero a cambiare la loro natura politica di classe e, quindi, a tal punto, è inevitabile entrare in conflitto con il proletariato. Quale lezione dunque si può trarre dalla lotta durante il periodo della società schiavistica?
Il punto positivo è che gli sfruttati, gli schiavi, hanno lottato contro le classi sfruttatrici, proprietarie di schiavi. Gli schiavi impararono a raggiungere la consapevolezza della propria condizione, forgiata nella corso delle lotte successive. Questa è la grande lezione che dobbiamo imparare da tutti i nostri poveri, che sacrificato loro stessi nella lotta per liberare la classi sfruttate e farla finita con le classi sfruttatrici. Ma un'altra lezione, che non si deve mai dimenticare, è che senza una corretta linea politica, una lotta è destinata a fallire.

2. La storia del nostro paese dimostra chiaramente l'esistenza di due classi nella società feudale. Troviamo le classi dei feudatari e dei proprietari terrieri, e quella dei contadini. I feudatari e i proprietari rappresentavano i signori della guerra, sfruttatori in ogni modo dei contadini. Fino a quando, i contadini sfruttati entrarono in contrapposizione con i feudatari e i proprietari terrieri, sfidando i loro soprusi. Questa lotta si sviluppò in tutto il paese. Alcuni movimenti contadini furono sconfitti e annientati, altri riuscirono a sconfiggere i feudatari e i proprietari. Ma i movimenti contadini che ottennero la vittoria non avevano alcuna linea politica utile alla classe dei contadini sfruttati, né per porre fine definitivamente allo sfruttamento. Al contrario, i vincitori, in alcuni casi, si proclamarono essi stessi feudatari, proprietari o signori della guerra, e, così facendo, si trasformarono nei nuovi sfruttatori della classe contadina. Ma la classe dei contadini sfruttati avrebbe mai potuto accettare nuovi feudatari, proprietari terrieri o signori della guerra? Certo che no! I contadini combatterono nuovamente i nuovi sfruttatori per sconfiggerli, così come fecero i loro predecessori.
Questo dimostra che allora ci sono stati dei movimenti di classe di contadini sfruttati contro la classe sfruttatrice dei feudatari e proprietari. Ma questi movimenti di lotta si sono sempre ritrovati sconfitti.
Quali lezioni si possono trarre da ciò? Una lezione è che gli sfruttati della classe contadina decisero di lanciarsi nella lotta. Questa lotta si è prolungata per tutto un lungo periodo e sviluppata in un movimento dopo l'altro. E soprattutto ha preso la forma di una lotta armata, di guerra. Attraverso questa lotta, la classe contadina sfruttata, si è addestrata e temprata con il proprio sangue. Hanno agito con coraggio e abilità e riportando vittorie contro il nemico.
L'altra lezione però è che la lotta della classe sfruttata, in quel momento i lavoratori della terra, ha subito ripetute sconfitte nonostante il suo eroismo.
Qual è stata la ragione principale di tali sconfitte?
Prima di tutto, la mancanza di una linea politica giusta che avrebbe potuto mobilitare ampiamente le forze della classe sfruttata per schiacciare gli sfruttatori, i latifondisti, proprietari terrieri e signori della guerra.
In questa stessa epoca feudale, i nemici provenienti dall'estero, alcuni feudatari e reazionari stranieri e colonialisti, vennero a invadere il nostro paese. Come invasori, sprofondarono in contraddizioni antagonistiche contro il popolo e la nazione cambogiana. Hanno invaso, sfruttato e oppresso la nazione e il popolo cambogiano, in particolare la classe contadina. Allo stesso tempo, la nazione e il popolo cambogiano, con in testa i contadini, insorse per cacciare gli invasori stranieri, al fine di essere liberato e per liberare il paese e il popolo, soprattutto i contadini. Questi movimenti di lotta apparvero in tutto il mondo, uno dopo l'altro, prendendo la forma di lotta armata. Alcuni di essi incontrarono la sconfitta venendo schiacciati. Ma, in altri luoghi, hanno vinto.
Nonostante ciò, la loro vittoria non fu altro che temporanea, perché coloro che vinsero non erano in possesso e né applicarono una linea giusta per liberare davvero il paese e il popolo, incluse le masse sfruttate che costituiscono la classe dei contadini. Una volta vinto, hanno pensato solo al proprio interesse e nell'interesse della loro cricca. Essi si fecero signori della guerra e governarono come Re e viceré, diventando i nuovi sfruttatori della classe contadina. Quando il popolo si rivoltò contro di loro, hanno subito cercato aiuto e protezione dai feudatari stranieri e reazionari, o dai colonialisti, appropriandosi di gran parte del territorio nazionale per loro stessi o svendendolo, per poter continuare a regnare come Re in regni indebitati con gli stranieri, collaborando con loro nello sfruttamento dei contadini.
Questo era lo stato della lotta nel paese e del mondo contadino durante l'epoca feudale. In realtà, ci fu un grande eroismo in queste lotte, ma non ha fatto altro che incontrare sconfitta su sconfitta. Questo perché allora non c'era una linea politica che sarebbe potuta servire al paese e ad una vera lotta di liberazione nazionale, che potesse servire il popolo e contribuire alla sua vera liberazione.

(FINE SECONDA PARTE)

Figuratevi. Si tratta di una traduzione amatoriale fatta dal sottoscritto. Approfittando dei momenti liberi cercherò di finire la traduzione e pubblicare il testo completo. Con il tempo ne aggiungerò altre.

Edited by Sandor_Krasna - 12/12/2014, 20:54
 
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Mekong
view post Posted on 23/5/2013, 22:49




3. Durante l'epoca feudale-capitalista, in particolare modo, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, ci sono stati molti movimenti tra le fila del popolo cambogiano. Questi movimenti erano di natura piuttosto differente dai quelli del passato, in quanto il colonialismo e l'imperialismo internazionale hanno acquisito maggiore esperienza nel sabotare i movimenti delle nazioni e dei popoli sfruttati.
Questi movimenti erano:
a) Il movimento chiamato "Lotta per l'indipendenza nazionale", che comprendeva diversi partiti politici, come il Partito Democratico, il Partito delle Libertà, il Partito della Madre Terra, il Partito Hanuman, il Partito della Freccia, e molti altri che si formarono in seguito. Questi partiti che si sfidavano tra di loro nelle
elezioni per la loro cosiddetta "indipendenza".
In realtà, però, tali partiti:
- Sono stati creati delle leggi coloniali francesi;
- Hanno fatto compromessi con i colonialisti francesi e sono stati autorizzati da loro;
- Rappresentavano le classi di feudatari, nobili, grandi proprietari terrieri, capitalisti ed altri gruppi privilegiati.
E stata dunque la loro lotta fatta veramente per il popolo e nell'interesse del popolo? È stata fatta realmente per l'indipendenza nazionale? Certo che no! L'essenza della loro cosiddetta "lotta" era quella di ottenere l'"indipendenza" per la Cambogia dai colonialisti francesi, ma nell'interesse dei feudatari, nobili, proprietari terrieri, capitalisti e gruppi di privilegiati.
Naturalmente, questa forma di lotta ha confuso e ingannato le masse popolari solo per un breve periodo. E più tardi infatti, le masse maledirono tutto ciò e vi si opposero.
b) I fascisti giapponesi e la CIA degli Stati Uniti hanno creato un '"Movimento Indipendentista", che hanno chiamato" Movimento Popolare "o" Khmer Serei ", con Son Ngoc Thanh a capo. Lo slogan "Chiediamo l'indipendenza dai francesi ", lanciato da Son Ngoc Thanh, avrebbe ingannato alcuni studenti per un po ' di tempo; ma in seguito, il "Movimento Popolare" o "Khmer Serei" è stato condannato ovunque, coperto di sputi e rifiutato dal paese e dal popolo cambogiano, dal momento che il suo capo era un traditore della patria. Questa cosiddetta "Lotta" per ottenere "indipendenza" dalla Francia era, in realtà, una lotta per ottenere "Indipendenza" per la Cambogia voluta dagli imperialisti degli Stati Uniti, il cui scopo era quello di trasformare la Cambogia in una neo-colonia e in una base per far partire le proprie aggressioni militari.
c) Ci fu un altro movimento di lotta. Che è stato l'unico e autentico movimento di lotta rivoluzionaria del nostro popolo, in particolare dei contadini poveri, a riuscire a strappare l'indipendenza dagli imperialisti francesi. Questa lotta rivoluzionaria si sviluppò in vari angoli del nostro paese. Il popolo ha fatto ogni sacrificio nel combattere contro il nemico. Era una lotta armata, e, nel corso di essa, il popolo ha costruito il proprio esercito e stabilito le loro basi. Ma questa lotta rivoluzionaria del nostro popolo e le sue conquiste rivoluzionarie, svanirono nel nulla con gli accordi di Ginevra del 1954. Qual è stato il motivo di ciò?
Le lezioni che il nostro popolo ha pagato con il proprio sangue nel corso della storia della sua coraggiosa lotta dimostrano ancora che la mancanza di una linea chiara e corretta nel guidare la lotta rivoluzionaria è stata la causa dei fallimenti successivi per il nostro popolo. Pertanto, sono state poste le seguenti domande.
Come si fa a condurre la lotta? Qual è la sua strategia e quali sono le sue tattiche? Qual è il suo orientamento e quali sono i suoi obiettivi? Su quali forze dovremmo contare? Quale forma deve assumere la lotta? In realtà, non vi era indipendenza, iniziativa o fiducia in se stessi.
Senza una linea politica che fornisce una guida giudiziosa, si diventa ciechi.
Anche con grande forza e determinazione, non si può vincere. Colui che perde il proprio orientamento, non sa più a che cosa a aggrapparsi, e così si procede verso una sconfitta certa e, alla fine, verso la rovina.
In sintesi, il nostro popolo ha lottato per un lungo periodo, dallo schiavismo alla lotta contro i francesi, ma ha incontrato una sconfitta dopo l'altra. Durante tutto questo periodo, il movimento antagonista del nostro popolo ci ha lasciato due lezioni fondamentali:
La migliore lezione è che il nostro popolo è coraggioso, mosso da ardente patriottismo, pronto alla lotta, pronto a sacrificare se stesso per combattere i nemici della patria, gli aggressori e gli sfruttatori che sono i nemici di classe.
Dobbiamo cogliere in particolar modo questo punto particolare. Se non lo facciamo, stiamo gravemente sottovalutando la nostra gente. Se non impariamo dal movimento di lotta del nostro popolo dalle sue origini, non si può evitare di pensare che la nostra gente non abbia il coraggio di lottare, o non sanno come lottare, o che sono pigri, deboli, vili, e non hanno realizzato nulla. Ma, in realtà, di generazione in generazione, il nostro popolo ha sempre lottato, ha sempre versato il proprio sangue.
Ha avuto il coraggio di intraprendere la lotta armata, che è la più alta forma di lotta, ma anche lotta a mani nude. Il nostro popolo ha lottato, lotta ancora, e lotterà per sempre.
Sono dunque persone coraggiose, o sono un popolo di vigliacchi?
Essi sono veramente un popolo coraggioso, veramente degno, avendo grandi tradizioni di lotta. Dobbiamo saper cogliere questa lezione e di emularla in modo da mantenere alta e per sempre viva questa caratteristica unica del nostro popolo. La realtà è che le persone hanno lottato sul serio, nella vita reale, non nelle storie immaginate da qualche scrittore. Così, l'avere o meno fiducia nelle masse, è legato all'analisi che noi facciamo del nostro movimento popolare. Il nostro popolo ha avuto il coraggio di combattere gli invasori stranieri in ogni epoca. Essi hanno avuto il coraggio di lottare contro gli invasori francesi, hanno avuto il coraggio di lottare contro gli invasori giapponesi e gli invasori americani, mai gli è mancato il coraggio di lottare. Per questo motivo, tutti noi riponiamo la nostra piena fiducia nel nostro popolo, espandendone e rafforzandone la fiducia, e affidandoci ad esso. La forza del popolo può svolgere qualsiasi compito rivoluzionario.
La seconda lezione è che, anche se valoroso, se la lotta è male indirizzata, è destinato a perdere. In passato, non c'è mai stata una linea. La nostra gente sempre coraggiosa, è sempre stata capace di fare sacrifici immensi, ma che continuamente si scontravano con la sconfitta, in quanto non basati su una linea corretta. Non c'era nessuna linea in grado di resistere ai nemici stranieri che ci hanno invaso, non esisteva neanche una linea in grado di guidare la lotta per combattere contro i nemici di classe che ci sfruttavano nella nostra terra. E così, da questa esperienza negativa, come possiamo trarre una lezione positiva?
Dobbiamo seguire una linea corretta, dobbiamo avere la guida di un vero partito della classe operaia. Quando siamo in possesso di una linea corretta, che può mobilitare le forze popolari, queste diventeranno invincibili.
Ora, dobbiamo avere una linea, ma quale linea? Una linea copiata da altri non potrebbe funzionare. Dobbiamo avere una linea proveniente da una posizione di indipendenza e di iniziativa, in modo da decidere il nostro destino. Fiducia in se stessi significa poter contare principalmente e fondamentalmente sulla nostra gente, il nostro esercito, il nostro partito, verso un concreto movimento rivoluzionario nel nostro paese.
Quindi, dobbiamo elaborare una linea corretta per ottenere la vittoria. È per questo motivo che abbiamo elaborato la linea strategica e tattica della nostra rivoluzione nazionale democratica, un argomento a cui io mi rivolgerò nella seconda parte del mio discorso.

(FINE TERZA PARTE)

Edited by Sandor_Krasna - 12/12/2014, 20:55
 
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Mekong
view post Posted on 24/5/2013, 09:29




2. La rivoluzione nazional-democratica sotto la guida del Partito Comunista di Kampuchea, 1960-1975
Basandoci dunque sulle esperienze di secoli di lotte rivoluzionarie del nostro popolo, lotte segnate da ripetute sconfitte, il nostro partito ha sviluppato una linea politica atta a guidare la rivoluzione cambogiana fino alla vittoria.
Nel 1957 abbiamo creato una commissione per preparare la linea politica del partito, che è stata messa a punto da un certo numero di quadri a Phnom Penh. Il comitato studi e ricerche sulla storia della lotta del nostro popolo, riassumendo le esperienze positive e negative, ha fatto in modo di trarre insegnamenti che potrebbero contribuire a illustrare la linea del partito. Il comitato ha anche studiato le esperienze di un numero di movimenti rivoluzionari in altre parti del mondo.
Alla luce di queste esperienze, la commissione ha elaborato un progetto di proposta di linea politica del partito, sulla base del marxismo-leninismo e di principi quali l'indipendenza, la sovranità e l'autonomia, per essere padroni del nostro destino, per l'applicazione del marxismo-leninismo nelle realtà concrete del Kampuchea e della società cambogiana. Va fatto notare che a quel tempo la situazione è stata caratterizzata dalla difficoltà e dalla complessità delle lotte, sia all'interno del paese, sia all'estero. All'interno del paese, la repressione del nemico aveva causato gravi perdite sin dal tempo delle elezioni legislative del 1953. Nel 1956, il nemico ha continuato a reprimere con il suo giro di vite e, dal 1957, intensificato la repressione. Nel 1958, durante le seconde elezioni, questi attacchi sono diventati ancora più gravi, soprattutto nelle campagne, e molte persone sono state arrestate. Gli arresti sono continuati e moltiplicati nel 1959 e nel 1960, sia nelle campagne, sia nelle città. Circa il 90% delle nostre forze rivoluzionarie nelle campagne sono state distrutte nel 1959, a causa di omicidi, arresti, ritrattazioni e resa al nemico. Nelle città, nuove forze si andavano formando, ma anche loro furono drasticamente ridotte, subendo omicidi, arresti, ritrattazioni e rese. Così appariva la difficile situazione in patria. All'estero, la situazione in quel momento era ancor più complessa, a causa della confusione e incertezza nella linea rivoluzionaria internazionale.
Fu in questa situazione che la nostra commissione incaricata di elaborare la Linea del partito ha tratto alcune conclusioni chiare e precise dalle nostre amare esperienze durante le elezioni che la classe dirigente di quel tempo stava organizzando. Durante le elezioni del 1955, le forze popolari in tutto il paese sostennero la rivoluzione e lo schieramento progressista contro i reazionari e l'imperialismo statunitense. Ma le persone non hanno potuto votare per i progressisti, perché la classe dirigente ricorse alle armi, ai tribunali, alle leggi, alle prigioni e ad altri strumenti repressivi. Le elezioni del 1958 hanno mostrato ancora più chiaramente che il popolo ha continuato ad amare i rivoluzionari e ha sostenuto la loro politica progressista contro l'imperialismo statunitense, volendo affidargli progressivamente il potere statale e la gestione degli affari del paese e della popolazione. Ma nelle elezioni del 1958, ancora una volta, il nemico ha utilizzato le sue armi, le sue leggi, i suoi tribunali, carceri e ogni altro strumento repressivo per impedire alla gente di votare per dei rivoluzionari, dei patrioti e dei progressisti.
Da tutte queste esperienze, si può comprendere se è meglio proseguire perseguendo la tattica della lotta elettorale, o, piuttosto, di trovare altre forme di lotta attraverso cui è possibile assicurarsi la vittoria e liberare la nostra nazione e il nostro popolo? La situazione concreta del nostro movimento
pose il problema in questo modo. Le nostre esperienze ci hanno insegnato che dobbiamo rispettare i principi di indipendenza, la sovranità nazionale e la fiducia in noi stessi, basandoci sulle esperienze del nostro movimento rivoluzionario, al fine di determinare la nostra concreta linea politica.
E 'in questo modo che la commissione elaborato una proposta per la linea del partito, una proposta che è diventata la linea di base presentata al Congresso del Partito nel 1960.
Il primo congresso del partito è stato convocato a Phnom Penh il 30 settembre 1960, mentre infuriava la repressione attuata dal nemico. Per dare un esempio che illustra la situazione in quel momento, vorrei ricordare che tra i compagni che allora erano agli arresti o in carcere, ci sono stati i nostra più illustri intellettuali, come il compagno presidente del presidio di Stato. Se il nemico non ha esitato ad attaccare noti intellettuali, era ancora più libero nell'attaccare i lavoratori, i contadini e la gente comune. E stato in questa situazione desolante che abbiamo convocato con successo il nostro primo Congresso del partito, proprio nei cantieri della ferrovia nella stessa Phnom Penh.. Tra i partecipanti al Congresso c'erano 14 rappresentanti dei contadini, responsabili del lavoro in diverse zone rurali, e sette rappresentanti delle città, 21 delegati in tutto.
In una tale situazione di tensione, con il nemico che stava intensificando la repressione, la partecipazione di 21 delegati al congresso del partito era, di per sé, una lotta tra la vita e la morte. Se il nemico avesse scoperto il luogo del Congresso, l'intera direzione del partito sarebbe stata spazzata via, la linea del partito non avrebbe mai visto la luce del giorno, la rivoluzione sarebbe stata gravemente compromessa sulla via dell'estinzione e il suo futuro in pericolo.
Ma eravamo determinati a tenere il Congresso, perché la situazione rivoluzionaria richiedeva con urgenza l'adozione di una linea giusta per guidarci. Senza questa linea giusta, il movimento rivoluzionario sarebbe stato in grave pericolo. Si sarebbe diretto verso la sconfitta, e tutta la rivoluzione sarebbe stata messa a repentaglio. E così, questa situazione ci ha resi determinati a tenere il primo congresso del partito a tutti i costi, per assicurare il suo successo, di adottare la linea del partito, che ci avrebbe permesso di condurre la rivoluzione fino all'inevitabile vittoria.
Ho detto che il Primo Congresso del Partito si è tenuto il 30 settembre 1960.
A dire il vero, ci siamo incontrati per tre giorni e tre notti. Il 28, 29 e 30 Settembre, 1960. Le riunioni durarono tre giorni senza interruzione, dall'inizio alla fine, dove siamo stati costretti a restare chiusi quasi in silenzio, senza la possibilità di poter lasciare la sede.
Il Congresso ha segnato una svolta storica per la nostra nazione, il nostro popolo, la nostra rivoluzione, e per la classe operaia del Kampuchea. E 'stato il giorno in cui il Partito Comunista di Kampuchea, un vero e proprio partito marxista-leninista, sarebbe definitivamente nato.
Il primo Congresso del Partito ha deciso tre questioni importanti:
1. La linea di lotta fondamentale della rivoluzione nazionale democratica;
2. La costituzione del Partito;
3. L'elezione dei membri del Comitato Centrale del Partito, assicurando la leadership a livello nazionale.
Ora mi occuperò di alcuni aspetti essenziali della linea politica fondamentale del nostro partito all'interno della rivoluzione nazionale democratica.
Che cosa abbiamo deciso in quel momento? Diamo nuovamente uno sguardo per vedere se le nostre decisioni sono state corrette o meno. Il fatto che abbiamo realizzato un trionfo dopo l'altro, che ci hanno portato alla Grande Vittoria del 17 aprile 1975, dimostra chiaramente che la nostra linea era corretta. Tuttavia, vogliamo fare questo riesame per chiarire le ragioni e l'analisi scientifica che ci hanno portato alla nostra fondamentale linea.
In primo luogo, il Congresso ha analizzato e definito la vera natura della società cambogiana in quel momento. Qual era la natura della nostra società in quel momento? Quali erano le sue contraddizioni? Era assolutamente necessario rispondere a queste domande. Ciò era essenziale per la definizione dei nostri compiti. Una corretta analisi della società cambogiana permette la corretta definizione dei compiti della rivoluzione, mentre al contrario, un'analisi errata comporterebbe ugualmente l'impossibilità di correggere tali compiti.
La Cambogia a quel tempo era un satellite dell'imperialismo, in particolare modo dell'imperialismo americano. Ciò stava a significare che non era né una Cambogia indipendente, né libera.
Era infatti una semi-colonia, in una situazione di dipendenza dall'imperialismo in generale, e, in particolare, da quello americano. Questa era la principale conclusione della nostra analisi. Questo analisi potrebbe essere fatta senza lotta? Certo che no! Abbiamo dovuto lottare all'interno delle nostre stesse fila, e abbiamo dovuto lottare anche in certi ambienti politici della società cambogiana. A quel tempo, all'interno della nostra stessa nazione, ci sono state alcune persone che hanno creduto che la Cambogia, fosse stata realmente indipendente sin dal 1949; altri hanno sostenuto che l'indipendenza era stata raggiunta nel 1954, grazie agli accordi di Ginevra. Differenze cronologiche a parte, entrambi questi punti di vista è convenivano che la Cambogia fosse realmente uno Stato indipendente. Ma la vera natura della società e del paese in quei giorni era conforme a questi discorsi sulla reale indipendenza? Certo che no! Né l'economia né la cultura erano indipendenti. Né la Cambogia indipendente politicamente. Certamente un po 'di settori godevano di una certa indipendenza, ma altri non lo erano affatti. La stessa questione riguardava la nostra vita sociale. Non avere l'indipendenza vuol dire dipendere in tutto e per tutto da paesi stranieri e in generale dall'imperialismo a guida statunitense. E infatti la Cambogia non era affatto indipendente nelle questioni militari. Gli accordi militari Khmer-U.S. del 16 maggio 1955, ne erano la riprova. Inoltre, il “Sud East Asia Treaty Organization” (SEATO) aveva allungato il suo "ombrello" sulla
Cambogia. Di conseguenza, sebbene indipendente e neutrale nella forma, la Cambogia in sostanza, non lo era affatto nella sua vera natura. In realtà, l'economia è stata sempre e interamente dominata dall'imperialismo. Era lo stesso per la cultura. La società e lo stile di vita sono stati sotto l'influenza imperialista, in particolare all'interno delle classi dirigenti.
Abbiamo così definito la Cambogia di quei giorni come un paese schiavo dell'imperialismo, un paese semi-coloniale, in quanto sotto la dominazione straniera da un punto di vista economico, degli affari culturali, sociali e militari, e quindi, non poteva essere affatto indipendente.
Questa analisi dovrebbe convincere chiunque che c'erano contraddizioni.
La Cambogia non era certamente totalmente dipendente, ma lo era a metà. Stando così le cose, c'erano contraddizioni?Ovvio che ci fossero! C'era una contraddizione di fondo tra la nazione cambogiana e l'imperialismo straniero, in particolare con l'imperialismo USA. Non vi fu una vera aggressione armata, ma piuttosto economica, culturale e sociale, e, in una certa maniera, anche militare, in quanto l'esercito cambogiano era soggetto in ogni modo al controllo imperialista.
Di conseguenza, per sua stessa natura, la società cambogiana era in preda a numerose contraddizioni. Non poteva essere altrimenti. Alcune persone hanno cercato di seppellire le contraddizioni, insistendo che non esistevano. Ma, in realtà, le contraddizioni esistevano eccome. C'erano contraddizioni di fondo tra la nazione cambogiana e l'imperialismo, in particolare l'imperialismo USA, e necessitavano di essere risolte. E dovevano essere risolte attraverso una corretta definizione dei nostri compiti rivoluzionari, vale a dire, unendo tutta la nazione in una singola forza nella lotta contro l'imperialismo, in particolare l'imperialismo degli Stati Uniti, per l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale.
Questo è stato il compito della rivoluzione nazionale. Voleva dire che l'imperialismo sarebbe dovuto essere scacciato via e la nazione liberata.
Questa è ciò che abbiamo reputato come la migliore soluzione, e non abbiamo vacillato nell'applicarla. Se non fossimo riusciti a trovare la soluzione adatta, non saremmo potuti essere in grado di poter dare una definizione ai nostri compiti, né tanto meno combattuto contro l'imperialismo. Inoltre, dopo aver trovato la soluzione, se non avessimo preso una determinata posizione, le attività non sarebbero state definite in modo chiaro e ci saremmo mostrati incerti e su posizioni instabili. A volte avremmo combattuto, a volte no.
Il nostro partito è stato determinato nel correggere le contraddizioni esistenti all'interno della Cambogia. Pertanto, abbiamo preso il compito di mobilitare tutte le forze popolari per cacciare l'imperialismo, in particolar modo l'imperialismo USA. Infatti siamo riusciti a mobilitare chiunque fosse contro l'imperialismo, in particolar modo quello americano. Questo è stato l'esempio di uno dei compiti applicati correttamente. A quel tempo, le classi sfruttatrici e reazionarie dicevano: "Contro chi dobbiamo lottare, se non ci sono gli americani qui?".
Quanto a noi, ci siamo basati sull'analisi scientifica della nostra società. Qual'era la vera natura della società, dell'economia, dell'esercito, della cultura? Erano indipendenti o no? Fu in questo modo che decidemmo di procedere in base alle analisi. Non ci limitammo mai all'aspetto formale delle cose. Per l'essenza della sua economia, della sua cultura, della sua vita sociale, del suo esercito, non era affatto una Cambogia indipendente. Pertanto, la Cambogia era dipendente o semi-dipendente. In tale situazione, avremmo voluto l'indipendenza? La gente certamente la voleva. E stato quindi, necessario impostare l'attività in modo da mobilitare le persone a lottare contro l'imperialismo, in particolare l'imperialismo degli Stati Uniti, al fine di raggiungere l'indipendenza.
In secondo luogo, il Congresso ha analizzato e definito le contraddizioni all'interno della società cambogiana. Nel momento in cui stavamo lavorando fuori dalla linea del partito, la società cambogiana era divisa in cinque classi distinte: la classe operaia, la classe dei contadini, la piccola borghesia, la borghesia e la classe feudale. In tutto, c'erano cinque classi.
Esistevano contraddizioni tra le varie classi?
C'erano, ed erano complesse. C'erano contraddizioni tra i lavoratori e capitalisti, tra la piccola borghesia e i capitalisti, tra i contadini e proprietari terrieri, tra capitalisti e contadini, ecc. Le contraddizioni dunque erano alquanto complesse e indistricabili. Ma quali contraddizioni giocavano un ruolo dominante nella società di quel tempo?
Per rispondere a questa domanda, abbiamo dovuto cercare, tra le molte contraddizioni presenti nella società, quella che coinvolgeva la maggior parte della popolazione. Qual'era la classe più sfruttata delle altre? Ma soprattutto, quale classe è stata la più sfruttata ed allo stesso tempo la più numerosa?
Un esame della società cambogiana del tempo ha rivelato che i contadini erano l'85% della popolazione del paese. Pertanto, i contadini erano la stragrande maggioranza della popolazione. Essi sono stati sfruttati da tutte le classi, dai capitalisti e come dai proprietari terrieri. Tuttavia, era dai proprietari che i contadini hanno subito le cose peggiori, delle più svariate e sfruttati direttamente. Pertanto, l'85% della popolazione, cioè i contadini, erano in forte contrasto con la classe sfruttatrice che li opprimeva direttamente, ossia i proprietari terrieri. Tra tutte le contraddizioni all'interno della società cambogiana, quelle che hanno giocato un ruolo preponderante, erano dunque quelle tra contadini e proprietari terrieri, in quanto la classe rurale rappresentava la stragrande maggioranza, ossia l'85%, della popolazione. Da parte di chi dunque i contadini pativano lo sfruttamento? Doveva essere infatti la priorità questa analisi, per risolvere la contraddizione principale, allo scopo di mobilitare le forze dei contadini, la più grande e numerosa forza della società cambogiana.
Dunque, nella società cambogiana di quei giorni, vi erano molte e complesse contraddizioni, ma tra queste quella che ha giocato un ruolo dominante e schiacciante all'interno della società era proprio quella tra la classe contadina e quella dei proprietari terrieri.
I proprietari terrieri sfruttavano i contadini in tutti i modi possibili e immaginabili, e questo sfruttamento esisteva anche nelle zone più remote della Cambogia. Abbiamo fatto direttamente indagini per diversi anni nei nostri villaggi e nelle comunità rurali, assemblando poi tutti i dettagli acquisiti direttamente su questo argomento.
Faccio un esempio: Thmor Koul, in provincia di Battambang. Durante gli anni 1957-1958, questa era una regione di vaste piantagioni di riso. Circa il 90% dei terreni agricoli erano nelle mani dei proprietari terrieri. Delle decine di migliaia di persone in Thmor Koul, solo 4-10 persone al massimo erano proprietari terrieri, monopolizzando il 90% del territorio. Decine di migliaia di contadini condividevano il restante dieci per cento dei terreni agricoli. È per questo che siamo giunti alla conclusione che il maggiore impoverimento era presente nelle campagne. Vale a dire che, i contadini erano sempre più impoveriti. I contadini ricchi, che coltivavano da se stessi i loro terreni, in molti casi si trasformavano in contadini medi. I contadini medi, che coltivavano la loro terra , venendo anche sfruttati a tempo determinato, si trasformavano a poco a poco in contadini medio-bassi. I contadini medio-bassi, sempre poco a poco, in contadini poveri e i contadini poveri, avendo poco a poco perso tutta la loro terra, sono stati costretti a migrare verso le città, dove divennero operai, muratori, guidatori di risciò, o facchini. Questo è stato il processo di impoverimento manifestatosi nelle campagne. In cui solo i proprietari terrieri si sono arricchiti sempre di più.
E dunque, queste erano le contraddizioni principali della società cambogiana esistenti in tutto il paese. Ecco un altro documento frutto delle nostre indagini nella comunità di Dontey, che si trova nella parte orientale della provincia di Kompong Cham, nella zona orientale. Abbiamo studiato come i proprietari terrieri sfruttavano i contadini e sotto quali forme applicavano tale sfruttamento.
Un paio di pantaloncini di cotone nero costavano a quel tempo, due o tre Riel. Ma tale costo equivaleva per i contadini a 10/15 quintali di riso al momento del raccolto. In questa zona, per il loro fabbisogno annuale una famiglia di contadini medi composta da cinque persone, marito, moglie e tre figli, poteva disporre per sé di soli 30 quintali di riso all'anno, tra cui il riso necessario per il cibo e sementi. Così, con 15 quintali di riso per un paio di pantaloncini, o per due paia di pantaloncini, avrebbero avuto bisogno di 30 quintali di riso, il reddito totale di una famiglia contadina media per un anno intero. [il moggio o "thang" è uguale a circa 40 kg.]
Era dunque di grande portata l'intensità dello sfruttamento che imperversava le nostre campagne. Chi non ha visto questi problemi non può rendersi conto di quanto fosse intenso tale sfruttamento. Di conseguenza, si trattava di una contraddizione rappresentante una questione di vita o di morte. Talmente profonda da coinvolgere a tal punto la società cambogiana, da toccare l'85% della popolazione. E 'stato per questo motivo che il Primo Congresso del Partito l'ha definita come “Contraddizione Antagonistica”.
Esistendo dunque tale situazione, come sarebbe potuta essere risolta questa contraddizione? I contadini dovevano essere mobilitati nella lotta contro la classe sfruttatrice: i proprietari terrieri.
Quella era l'unica soluzione. Ma per vincere, i contadini dovevano avere dalla loro parte altre forze sociali. La nostra esperienza concreta ha dimostrato chiaramente che una volta riusciti a mobilitare l'85% della popolazione, il resto l'avrebbe seguita, ad eccezione di una piccola minoranza.
E così che abbiamo definito i nostri compiti nella rivoluzione democratica. Per "Rivoluzione democratica", si intende la liberazione del popolo. Concretamente, si tratta della liberazione della maggioranza, del 85% della popolazione, della classe contadina. Liberare i contadini, che costituiscono l'85% della popolazione, vuol dire liberare tutto il popolo in un colpo solo. Tra il 15% restante, la grande maggioranza avrebbe dovuto seguire le masse dei contadini, che costituiscono una potente forza rivoluzionaria. Non solo potente in quantità, ma anche in qualità, poiché la contraddizione tra i contadini e i proprietari terrieri è una contraddizione di vita o di morte.
Comprendere questa forza è la chiave della vittoria. Considerare i nostri contadini arretrati, sporchi, miserabili, grezzi, incapace di fare la rivoluzione, significa cadere in un grave errore di analisi. Non è il giusto modo di applicare un analisi scientifica per svelare le contraddizioni all'interno della nostra società. In realtà, questo 85% della popolazione costituisce una forza immensa, non solo per i suoi numeri, ma a causa delle profonde contraddizioni che lo riguardano. I contrasti di classe di questo tipo hanno sempre generato l'odio, ma, in passato, tali contraddizioni erano sepolte. Perché? Perchè la classe dei proprietari terrieri, i detentori del potere come anche i leader spirituali, erano al servizio delle classi dominanti, e insieme narcotizzavano il popolo.
La convinzione che le azioni buone e cattive nella vita presente, determinino l'esito di un'altra vita ultraterrena, sono servite a ingannare i contadini e ad impedire loro di vedere le contraddizioni. Eppure, le contraddizioni erano lì presenti. Tali da suscitare in coloro che le vedevano, il fuoco dell'odio di classe e prendere la via della lotta.
Questo era il problema fondamentale, problema fondamentale che è stato determinante per la nostra vittoria. Tale fu la conclusione della nostra analisi e tale era la nostra convinzione.
In sintesi, la rivoluzione democratica nazionale doveva svolgere due compiti:
1. Combattere l'imperialismo
2. Combattere i proprietari terrieri feudali. Per combattere non solo il singolo
proprietario terriero, ma anche il loro sistema di sfruttamento feudale.

Secondo questa linea, abbiamo dovuto mobilitare i contadini poveri e quelli medio bassi.
I quadri responsabili del lavoro in campagna non hanno mai vissuto nelle città, ma nelle zone più remote. E 'stato lì che siamo stati in grado di sapere quanti quintali di riso venivano consumati dai contadini ogni anno e quanti quintali di riso hanno dovuto pagare per un paio di pantaloncini. Sapevamo bene come i contadini poveri e medi della condizione più bassa sono stati sfruttati, perché abbiamo vissuto con loro, e abbiamo dato vita all'agitazione e alla propaganda in mezzo a loro riguardante lo sfruttamento feudale e semi-feudale, e lo sfruttamento da parte dei commercianti e dei capitalisti.
Compagni, esaminiamo un attimo la situazione in quel momento! Come hanno potuto svilupparsi le lotte nelle aree rurali, a partire dal 1964?
Nel 1964, 1965, 1966 e 1967, le lotte si sono sviluppate con grande vigore. Il nostro movimento era molto potente. E 'stato in subbuglio. Nel 1964 e nel 1965, il movimento era già forte. Nel 1966, è diventato ancora più potente. Nel 1967, è diventato una forza straordinaria. Da migliaia fino a decine di migliaia, i contadini hanno iniziato a manifestare, a rialzare la testa, hanno marciato verso gli uffici amministrativi di distretti, comuni e province, al fine di riprendere il controllo del territorio. Ogni forma di lotta è stata utilizzata, tra cui petizioni e incontri con deputati. Ma ciò che è particolarmente importante, è che i contadini hanno iniziato ad armarsi di falci, coltelli, asce e accette, e altre armi tradizionali. Armi alla mano, i contadini hanno circondato le stazioni di polizia e le postazioni militari, ricorrendo alla violenza rivoluzionaria, perché le classi dirigenti si rifiutarono di risolvere il problema delle terre che avevano strappato ai contadini poveri in combutta con i proprietari. Le classi dominanti dunque, erano i feudatari, i proprietari terrieri e i capitalisti. Come potevano soddisfare le richieste dei contadini? Ovvio che non potevano. Le loro menzogne ​​e i loro inganni potevano illuderli solo una volta. Fino a quando, dopo diverse azioni dimostrative, i contadini, non avendo ancora recuperato le loro terre, avvenne che il loro malcontento si trasformò in rabbia, e successivamente in odio di classe: l'odio derivante proprio dalle contraddizioni di classe. Arrivati a questa fase, come si sarebbe potuto risolvere il problema? I contadini non avevano più nulla da perdere, ma solo prendere le loro falci e loro asce e scacciare via i proprietari terrieri, coloro che gli avevano strappato la loro terra. Da quel momento in poi, non hanno avuto più paura della morte, perché non avevano più nulla, e ciò già rappresentava la morte per loro.
Tale era il movimento dei nostri contadini, un movimento dal forte impeto, che si diffondeva attraverso l'intero paese.
Alcune persone ci hanno chiesto dove fossero le nostre forze e se fosse possibile per noi fare la rivoluzione usando come armi solo con le nostre mani nude. Non hanno potuto assistere alla forza ribollente e roboante del nostro popolo, con la loro coscienza di classe pienamente risvegliata. Questa rinascita della coscienza di classe non è dovuta esclusivamente al lavoro di propaganda ed educativo del nostro partito, ma è stata acquisita nel corso della lotta, con l'odio di classe e le contraddizioni di classe non risolte. Problemi come questi hanno portato i nostri contadini a trovare la soluzione per risolverli nella violenza rivoluzionaria. La decisione di ricorrere alla violenza è venuta dal nostro stesso popolo, apprendendola attraverso le proprie esperienze di lotta. Così, siamo stati in grado di agitare e mobilitare l'85% di quei contadini in tutto il paese. E 'stata una forza prodigiosa, ed è per questo motivo che abbiamo avuto il coraggio di lottare.
Il nostro partito ha sempre creduto nel popolo. Perché? Perché il Partito aveva chiaramente visto
le contraddizioni di classe e visto che il popolo ha iniziato a lottare all'interno del proprio movimento per risolverle. Il nostro ruolo fu solo quello di guidarli per unire le loro forze, per fare in modo che non si lanciassero nel combattimento senza averle concentrate in unica forza.
Questa è stata l'analisi formulata dal Primo Congresso. Ha aperto la strada a un corretto orientamento per il nostro gruppo. Se non l'avessimo colta adeguatamente, avremmo preso sicuramente una strada sbagliata. Alcune persone hanno creduto solo nell'importanza della lotta parlamentare. Il Partito certamente avrebbe potuto portare avanti la lotta in Assemblea, ma questa non sarebbe stata altro che una forma supplementare di lotta. Essa non costituisce affatto la principale forma di lotta nella nostra rivoluzione. Non era strategica, ma solo tattica. La lotta attraverso la stampa è una forma di lotta che è stata utilizzata per incitare l'opinione pubblica delle grandi masse, ma anche questa, non era la principale forma di lotta. La forza fondamentale della nostra rivoluzione è nei contadini. Nel nostro paese, la situazione è diversa da quella dei paesi industrializzati. Gli operai non potevano essere la forza principale di lotta della nostra rivoluzione. All'inizio, siamo stati anche attivi tra gli operai. Dal 1955, siamo stati in grado di organizzare il movimento operaio in tutto il paese. Al compagno che è attualmente segretario assistente del nostro partito, è stato dato il compito di guidare questo movimento. Tuttavia, la nostra classe operaia era numericamente bassa. Il movimento è stato attivo in ogni fabbrica, ma non era in grado di sopportare la repressione attuata dal nemico. Ogni volta che il movimento cercò di affermarsi, veniva in poco tempo annientato. Il movimento sarebbe potuto riemergere, e il nemico lo avrebbe
distrutto nuovamente. Si sarebbero potute prendere le ferrovie, per esempio. In quel contesto il movimento era il più potente all'interno della classe operaia nel nostro paese, ma è stato schiacciato. A causa delle torture subite, alcuni compagni che sono sopravvissuti sono diventati pazzi.
Nonostante tutto, la classe operaia è per sua natura di classe la forza principale. Tuttavia, era poco numerosa e completamente sotto la morsa del nemico nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro.
Quindi, la nostra analisi della società cambogiana in quel periodo – ossia che i contadini erano in contraddizione con i proprietari terrieri - , era fondamentalmente corretta.
Sulla base di queste analisi, abbiamo piena fiducia nelle nostre forze. Nonostante quello che alcune persone hanno detto, qualunque siano le difficoltà, siamo rimasti sempre incrollabile nella nostra fede. Il nostro popolo ha lottato molto duramente, e hanno lottato sotto la guida corretta del partito.
Una volta in un episodio tra i tanti, c'è stato un incidente di quel periodo che ho intenzione di utilizzare come esempio, in quanto mostra la ricchezza delle forme di lotta del nostro popolo.
Krava, nella comunità con lo stesso nome nel distretto Baray, è un villaggio remoto, situato ai margini della giungla, sulle rive del fiume Chinit Stung. Il nemico ha pesantemente oppresso la gente di questa comunità, sottoponendoli a ogni sorta di sfruttamento, in particolar modo con le appropriazioni di terreni. Gli abitanti avevano così deciso di ribellarsi. Il nemico aveva arrestato tutti gli uomini. Non ne avevano lasciato neanche uno nel villaggio, solo le donne e i bambini. Il Partito ha quindi raccomandato una forma supplementare di lotta: la lotta nelle assemblee.
Le contadine ci chiesero immediatamente aiuto, domandandoci: "Cosa? Noi, a lottare in una Assemblea?
Noi, che non sappiamo nulla di Phnom Penh o sull'Assemblea? Lotta con chi poi? E contro chi?"
Abbiamo detto loro di prendere un autobus da Kompong Cham e, una volta a Phnom Penh, prendere dei cyclo e chiedere agli autisti di portarle a casa di Chau Sen Kosal, presidente dell'Assemblea, e di rimanere lì fino a che non tornava a casa. Sono arrivate in gruppo, con i figli mano nella mano e i bambini in braccio. Gli autisti di cyclo le hanno accompagnate e lasciate fino all'entrata di casa di Chau Sen Kosal. Lì, si sono rifiutate di andarsene, rimanendovi per diversi giorni, fino a quando Chau Sen Kosal finalmente fu d'accordo a organizzare il rilascio dei loro mariti e la restituzione delle loro terre.
Questo per spiegare come i nostri contadini analfabeti, che non avevano mai conosciuto l'esistenza dell'Assemblea o una qualsiasi città, per non parlare poi di Phnom Penh, avevano avuto tuttavia il coraggio di lottare sotto la direzione del Partito. Le forme di lotta erano dunque le più svariate. Il popolo è una forza immensa, capace di fare qualsiasi cosa. Perché? La ragione è che la nostra analisi delle contraddizioni e il nostro modo di risolverli era corretta, e siamo stati in grado di mobilitare le forze necessarie per una corretta soluzione.
Questa è la linea che abbiamo adottato. Una volta che abbiamo fatto l'analisi delle contraddizioni dentro la società cambogiana, come abbiamo fatto a determinare le forze della rivoluzione e quelle dei suoi nemici?
Ci sono stati due nemici che dovevano essere combattuti: il primo è stato l'imperialismo, in particolare l'imperialismo americano. Il secondo è stato la classe feudale, i proprietari terrieri e i compradores reazionari. Le forze della rivoluzione erano gli operai, i contadini, la piccola borghesia, la borghesia nazionale, e gli illustri patrioti progressisti. Se avessimo deciso di mobilitare solo un piccolo numero di essi, non avremmo di certo avuto successo nella lotta. Se avessimo mobilitato solo alcuni di essi, saremmo riusciti solo in qualche misura. Se invece abbiamo mobilitato tutte queste forze, avremmo vinto completamente. E ancora, se siamo stati in grado di mobilitare una grande forza potente, avremmo realizzato una grandiosa vittoria. Questo è stato il fattore determinante che ha stabilito se avessimo vinto o perso. Pertanto, abbiamo dovuto saper mobilitare le forze operaie, dei contadini, della piccola borghesia, della borghesia nazionale e delle personalità patriottiche.
Come avremmo dunque potuto mobilitare gli operai, i contadini, la piccola borghesia, la borghesia nazionale e i patrioti di spicco?
Si è proceduto secondo la linea già abbozzata. Tenendo le principali contraddizioni sempre in vista. Le contraddizioni principali erano con l'imperialismo e il feudalesimo dei proprietari terrieri, che abbiamo dovuto combattere. Per quanto riguarda le contraddizioni secondarie, dovevano essere risolte da una reciproco concessioni in un modo che ha permesso l'unità di tutte le forze contro l'imperialismo, quello americano in particolare, e il sistema del feudatari, proprietari terrieri e compradores reazionari. Basandoci su questo linea, abbiamo unito tutte le nostre forze.
Abbiamo diviso il nostro lavoro in base a queste forze diverse. Alcuni dei nostri compagni sono stati assegnati al lavoro tra gli operai, altri a lavorare tra i contadini, altri ancora tra la piccola borghesia, gli intellettuali, gli studenti e gli alunni, e altri tra i sacerdoti buddisti, tra la borghesia nazionale, tra progressisti più importanti e i patrioti. Vale a dire che, unendo tutti coloro che possono essere uniti, non solo gli operai e i contadini, ma anche la piccola borghesia (alunni, studenti e intellettuali) e la borghesia nazionale, i patrioti e le figure progressiste importanti. Siamo riusciti ad unire tutti.
Ma come siamo stati in grado di unire queste persone? Il metodo da applicare doveva essere quello giusto, le nostre ragioni comprensibili. La gente doveva essere in grado di capire il nostro ragionamento. La nostra politica ha dovuto adeguarsi con i loro interessi per guadagnarci il loro sostegno. Noi abbiamo parlato e ci siamo incontrati con loro. A volte erano d'accordo con noi, altre volte non lo erano. Così siamo tornati tra loro ancora una volta e ancora altre volte. Per prima cosa non riuscivano a vedere e comprendere chiaramente la vera natura dell'imperialismo statunitense. Ma a poco a poco, hanno finito non solo per vederlo sempre più chiaramente, ma ad unirsi a noi per combatterlo, per l'indipendenza, la pace e la neutralità.
Tutte le forze hanno avuto il loro ruolo da svolgere, ma la forza di base sono stati i contadini, che rappresentavano sempre l'85% della popolazione. Ed essendo riusciti a mobilitarli a nostro favore, ciò ci ha permesso di unire tutte le altre forze nel corso del nostro lavoro. In questo modo, siamo stati in grado di mobilitare definitivamente le nostre forze. Queste forze, rappresentanti il 95% del nostro popolo, finalmente unite contro il nemico.
E 'vero che le forze sono di natura diversa: alcuni sono forze strategiche, altre invece forze tattiche. Riteniamo che gli operai e i contadini possano essere considerate forze strategiche. La piccola borghesia, gli alunni, gli studenti, gli intellettuali di ogni genere, sono alleati degli operai e dei contadini. Erano alleati con loro in passato, e lo sono ancora oggi. La borghesia nazionale costituisce una forza supplementare nel quadro della rivoluzione nazionale democratica. Non è la forza fondamentale, perché è instabile. A volte si schiera dalla parte del nemico, altre dalla parte della rivoluzione, seguendo il vento in qualunque direzione soffi forte. Per quanto riguarda le forze tattiche, sono le persone di spicco dell'aristocrazia feudale, la classe capitalista dei compradores o la classe dei proprietari terrieri, che sono disposti si a lottare contro il nemico, ma solo in una certa misura.
Abbiamo cercato poi di unire tutte queste persone: Samdech Penn Nouth e Samdech Sihanouk; Samdech Patriarca Supremo Choun Nath dell'Ordine Mohanikay buddista e Samdech Patriarca Supremo dell'Ordine Thumayuth buddista, sono personalità importanti con cui ci adoperammo per chiamarli a raccolta. Abbiamo radunato tutti. La nostra linea politica era giusta e l'abbiamo applicata correttamente.
Seguendo la nostra linea del “Fronte Unito”, abbiamo unito tutte le forze nazionali in un grande e solido schieramento, con alla base operai e contadini e sotto la direzione del nostro Partito. Abbiamo ottenuto ottimi risultati nell'organizzazione di queste forze rivoluzionarie strategiche e tattiche, e si ebbe come effetto il coinvolgimento per e nella rivoluzione, di forze sempre più numerose e importanti che hanno spinto il nemico ad un isolamento sempre maggiore.
Abbiamo perseguito la nostra politica di unire forze diverse, anche fino al punto di infiltrarci tra i nostri nemici, in modo da colpire solo i più reazionari.
Abbiamo suddiviso i nostri nemici in tre gruppi e, allo stesso modo, la nostra posizione e il nostro approccio nei confronti di ogni gruppo era diverso.
1.Attirare quei nemici facili da conquistare, anche se solo in particolari circostanze.
2. Neutralizzare quelli più facilmente neutralizzabili, per fare in modo che non potessero portare a termine azioni contro di noi.
3. Isolare quelli più reazionari, al fine di sconfiggerli.
In questo modo, siamo riusciti a differenziare i nostri nemici e, in alcune circostanze, riuscendo a servirci delle loro contraddizioni interne. Dimostriamo un caso. I traditori Sim Var e Sam Sary erano entrambi agenti della CIA. Il traditore Sim Var era dal gruppo Son Ngoc Thanh, "Khmer Serei." Il traditore Sam Sary è stato anche un agente della CIA. Ma, per un certo periodo, siamo riusciti a far si che istituisse un'unità d'azione con Sim Var per sconfiggere Sam Sary. Sim Var ha collaborato con noi per due o tre anni. Poi si rivolse contro di noi, e noi di conseguenza rivedemmo la nostra posizione nei suoi confronti.
Questo significava avvantaggiarsi approfittando di ogni occasione per unire un numero più ampio di forze per sconfiggere il nemico. Se fossimo stati rigidi e settari, avremmo perso l'opportunità per unire più ampie forze per servire meglio il movimento rivoluzionario. Ma queste forze erano solo tattiche. Ci siamo concentrati meglio sulle forze strategiche, operai e contadini, e in particolare modo sui contadini poveri e medio-bassi, che era possibile trovarli ovunque nel nostro paese.
Chiaramente, senza questo tipo di linea, senza questo metodo per applicare la linea con lo scopo di unire un numero ampio di forze, la vittoria sarebbe stata fuori discussione. Nessun movimento rivoluzionario può ottenere la vittoria senza unire tutte le sue forze a dispozione.
Abbiamo raggiunto la vittoria nella rivoluzione democratico-nazionale, perché abbiamo organizzato le nostre forze in base a questa linea.
E 'stata la linea del nostro Partito a permetterci di distinguere le forze strategiche e tattiche, le questioni di principio su cui dobbiamo essere intransigenti, le questioni sulle quali dobbiamo essere in grado di unire, e le questioni di dettaglio su cui bisogna fare concessioni per il bene dell'unità contro il nemico principale. È questa la linea che ci ha guidato.
Questi ultimi due anni dalla liberazione sono stati due anni cruciali, in quanto siamo riusciti a riemergere dalle terribili difficoltà causate da un conflitto devastante. Difficoltà che abbiamo affrontato con successo e basandoci esclusivamente solo sulle nostre stesse forze.
Come ciò è stato possibile?Perchè la nostra gente ha combattuto per la rivoluzione. Senza le forze rivoluzionarie del popolo, non saremmo dove siamo. L'organizzazione di tali forze, le nostre forze, è fondamentalmente corretta. Non avrà certamente il 100% del merito di questo successo, ma di sicuro lo ha nella stragrande maggioranza del nostro lavoro.
di successo, ma di successo nella stragrande maggioranza del nostro lavoro. Ci sono si alcuni aspetti negativi, ma sono stati quelli positivi a prevalere. Siamo stati dunque in grado di preparare con successo le nostre forze. Non siamo caduti nella soggettività, nel senso che non abbiamo fatto la rivoluzione senza preoccuparci e calarci per la realtà del nostro paese. La Rivoluzione non si disperde, ma riesce ad unire le forze in larga misura. La Rivoluzione è un qualcosa di così grandioso, di così profondo, da essere in grado di poter sostituire il vecchio con il nuovo.
Si tratta dunque di un grande sconvolgimento. E quindi, la Rivoluzione, non è affatto una impresa da poco. Per vincere, le forze rivoluzionarie devono essere preparate accuratamente. Sin dal Primo Congresso del nostro Partito ci siamo basati su tali principi e dalle lezioni tratte durante il corso della lotta. Sulla base di questi principi, gli errori commessi sono stati corretti nel corso del lavoro per una migliore organizzazione, consolidando e allargando costantemente le nostre forze. Ecco perché la nostra rivoluzione democratica nazionale fu un qualcosa di prodigioso. Qual'è dunque, la fonte di energia prodigiosa della nostra Rivoluzione nazionale e democratica?
È la forza delle masse popolari. Questo è ciò che decide tutto, in politica, economia, nelle questioni sociali, militari, nella guerra in prima linea, così come nella produzione nelle retrovie.
L'intera popolazione è stata messa in moto. Non ci sono più forze inutilizzate.
Questa è la lezione, e siamo tutti profondamente convinti di ciò. Dopo la preparazione e la costruzione delle forze rivoluzionarie per sconfiggere il nemico, quali forme di lotta abbiamo dovuto usare?
Il primo Congresso del nostro Partito ha indicato le seguenti forme di lotta rivoluzionaria:
La prima forma di lotta è stato l'uso della violenza politica rivoluzionaria e di quella armata. Abbiamo fatto ricorso alla violenza rivoluzionaria in entrambe le forme di lotta, quella politica e quella armata, in modo da poterci opporre ed attaccare il nemico.
La seconda forma è stata la via legale, semi-legale e illegale di lotta, scegliendo quest'ultima come quella di base.
Abbiamo scelto le forme illegali come modello, perché, ovviamente, fare la rivoluzione è un qualcosa di"Illegale." Non c'è nessuna legge delle classi sfruttatrici che autorizzi la rivoluzione.
Dover mobilitare il popolo per la lotta è "illegale", ma dunque non avremmo dovuto avere il coraggio di osare per lottare in ogni caso? Se volete fare la rivoluzione, è necessario il coraggio di lottare, perché la rivoluzione è un qualcosa di "illegale". Essa serve a rovesciare il vecchio potere ed installarne uno nuovo. E per questo motivo che abbiamo seguito una linea di base fondata sulle forme illegali.

(FINE QUARTA PARTE)

Edited by Sandor_Krasna - 12/12/2014, 21:03
 
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view post Posted on 24/5/2013, 11:39




Abbiamo tirato in ballo tale questione al fine di chiarire meglio le nostre posizioni. Se tale questione non fosse stata perfettamente chiarita, avremmo potuto solo condurre una lotta legale. Ma visto che le leggi non avrebbero autorizzato la nostra lotta, non avremmo dunque mai potuto osare intraprenderla, il che significa che non avremmo fatto la rivoluzione. Perciò, tali forme di lotta non erano altro che una forma di un principio rivoluzionario nella nostra marcia verso la vittoria.
Terzo invece, erano le forme legali, semi-legali e clandestine di lotta, con ovviamente quelle clandestine come modello di base. Abbiamo fatto uso di entrambe le due forme di lotta “aperta” alla luce del sole e semi-illegale, ma abbiamo scelto le forme clandestine come principio di base, in quanto ilnemico non ci avrebbe mai permesso di poter fare la rivoluzione. Di conseguenza, per dare vita ad una rivoluzione, per poter fare agitazione propagandistica tra la masse, siamo dovuti andare tra le masse, fare propaganda tra loro e risvegliarli, prendendo a modello come forma di lotta principale, quella clandestina. Le forme aperte di lotta non sono purtroppo sufficienti: possono solo operare in superficie senza penetrare in profondità tra le masse. Prendiamo ad esempio il caso della stampa.
Avremmo potuto dar vita e pubblicare anche 100 quotidiani, ma avremmo solo potuto limitarci a scrivere in conformità alle leggi dello stato feudale e delle classi capitaliste. Qundi, il contenuto rivoluzionario non avrebbe mai potuto raggiungere davvero le masse. Il contenuto di classe, il contenuto rivoluzionario della lotta per rovesciare le classi sfruttatrici, non avrebbe mai potuto raggiungere la base delle masse. Fu solo quando siamo andati a lavorare segretamente tra la popolazione, che il contenuto rivoluzionario riuscì a penetrare tra le masse scuotendone le fondamenta. Abbiamo bisogno di una corretta linea di azione e di una corretta forma di lotta per avere successo nel nostro lavoro, per poter mobilitare le nostre forze.
Inoltre il Partito ha sempre attribuito una notevole importanza ad una corretta divisione dei compiti tra i quadri. Infatti ad alcuni quadri, fu assegnato un lavoro politico aperto, alla luce del sole, ad altri, di lavorare come deputato presso l'Assemblea, o come membro del governo sotto il vecchio regime, o come funzionario nell'amministrazione, così come all'interno di varie organizzazioni di massa o nella stampa. Queste sono diverse forme che possono essere utilizzate per incitare le masse.
In questo modo, ci siamo divisi il lavoro. Tuttavia, esistevano alcune sezioni di lavoro clandestino che sono state organizzate con il fine di attivare segretamente il lavoro di agitazione tra la gente. A Phnom Penh ad esempio, esistevano sezioni che hanno svolto attività alla luce del sole, e altre che lavoravano segretamente. Lo stesso avveniva in campagna, con sezioni legali ed altre clandestine. Il lavoro segreto, clandestino, era l'attività fondamentale: ciò ci permise di difendere le forze rivoluzionarie e anche di suscitare sentimenti rivoluzionari tra le masse. Se tutti noi o un gran numero dei nostri, avessimo deciso di lavorare esclusivamente alla luce del sole, il nemico sarebbe stato in grado facilmente di eliminarci in maggioranza o addirittura tutti.
Queste sono le forme di lotta necessarie per rendere efficace l'uso di tutte le forze a disposizione tra le masse. Non abbiamo utilizzato nessuna di queste forze incautamente, in modo da non esporle inutilmente alla distruzione. Nel fare uso di tutte queste forme, la nostra lotta si è diffusa in tutto il paese. Siamo stati in grado di portare avanti la nostra lotta sia nelle campagne e nelle città, sia segretamente sia apertamente, nell'Assemblea, nel governo, nelle associazioni, nelle organizzazioni di massa, nella stampa, in quelle associazioni per la diffusione dell'istruzione, anche nelle società addette alla cremazione dei morti, tra le associazioni per la difesa delle pagode e le associazioni per la difesa del buddismo. Abbiamo dunque condotto la lotta lì, ovunque, mobilitandoci quanto più fosse stato possibile in larga misura e utilizzando forme e slogan diversi.
Allo stesso tempo, stavamo conducendo una lotta politica, utilizzando diverse forme di attività, alla maniera di una vera e propria guerra di popolo. E dunque, capaci di attaccare frontalmente il nemico, non importava dove. Eravamo capaci di portare avanti numerosi attacchi tanto su larga scala, così come su piccola scala. Ciò fu il risultato del nostro lavoro di continua mobilitazione e formazione delle persone. Grazie all'utilizzo di tutte queste forme di lotta, abbiamo costruito le nostre forze. Se noi avessimo lottato solo in campagna, non avremmo avuto forze sufficienti in città. Se invece avessimo combattuto solo nelle città, non le avremmo avute nella campagna. Così abbiamo organizzato la lotta sia in campagna sia in città, sia apertamente che segretamente, legalmente o illegalmente. Una regola valida per la città e per la campagna. Senza mai cadere in deviazioni di destra o di sinistra.
Se ci fossimo concentrati solo sul nostro lavoro in quelle aree appartenenti alle zone rurali, considerando il ruolo delle città irrilevante, ciò non sarebbe stato altro che estremismo di sinistra.
Se invece avessimo considerato la campagna come un luogo dove si sarebbe giocata una partita di minore importanza, affermando la priorità della lotta urbana, pensando che solo quest'ultima sarebbe stata in grado di farci ottenere l'attenzione del mondo, ciò sarebbe stato solo deviazionismo di destra. In entrambi i casi, avremmo trascurato le forze strategiche dei contadini. Il nostro partito non è caduto in nessuna deviazione di sinistra o di destra, perché le abbiamo combattute entrambe. Abbiamo attuato una linea d'azione ben definita, abbiamo lottato allo stesso tempo nelle città e nelle campagne, scegliendo la campagna come base di appoggio.
Tale era la nostra linea di azione. Perché abbiamo scelto la campagna come la base d'appoggio al posto delle città?
Le città non avrebbero mai potuto essere la base d'appoggio. Vero, la popolazione è più numerosa, ma la città è piccola ed il nemico è ovunque. L'Assemblea, i tribunali, le prigioni, la polizia, l'esercito, erano tutti lì. Le reti del nemico con l'apparato repressivo si sono concentrati lì, e la composizione sociale della città è molto complessa. Al contrario invece, la campagna è vasta. Il nemico vi si manifesta in forma meno opprimente. In alcuni villaggi, non c'è nemmeno l'ombra del nemico, sia militarmente che in altre forme. In alcune comunità, ci sono solo uno o due soldati ad assumere il ruolo di polizia. Ciò vuol dire che le forze nemiche in campagna sono deboli. I contadini sono molto numerosi. La composizione di classe è buona.
Questo è il motivo per cui abbiamo scelto la campagna come la base rivoluzionaria. Primo, sottoforma di base politica con le masse contadine come forza rivoluzionaria. In secondo luogo, come base di sostentamento: potevamo viverci, produrre e condividere i problemi riguardanti i mezzi di sussistenza insieme al popolo. Terzo, come base militare. In quarto luogo, come base per servire da quartier generale per i vari organismi dirigenti del partito.

(FINE QUINTA PARTE)

Edited by Sandor_Krasna - 12/12/2014, 21:04
 
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view post Posted on 24/5/2013, 15:14




Questa è la funzione della base rurale. Che abbiamo realizzato attraverso la pratica. Fin dai primi mesi del 1960, i membri del Comitato Centrale hanno trasferito gradualmente le loro attività in campagna. Sin dal 1963, il 90% dei membri del Comitato Centrale si è trasferito lì. Abbiamo dovuto vivere in campagna allo scopo di mobilitare direttamente le masse contadine. Allo stesso tempo abbiamo continuato il nostro lavoro nelle città. In questo modo, abbiamo costretto il nemico a dover disperdere le proprie forze. Senza possibilità di concentrarle né in campagna e neanche nelle città. Che infatti abbiamo attaccato simultaneamente su entrambi i fronti per indebolirlo. Così, una volta che la linea politica fu compresa ed assimilata, la forza del movimento a Phnom Penh e nelle altre grandi città, come nelle aree rurali, crebbe rapidamente.

1963: Questo è stato l'anno in cui furono respinti tutti gli aiuti degli Stati Uniti. Ciò è da considerare un grande evento nella nostra lotta. E stato il risultato della lotta di popolo, la lotta degli allievi, degli studenti, di intellettuali, operai e contadini, dei monaci buddisti, aiutati anche dalla lotta dei nostri personaggi di spicco presenti ed attivi nell'Assemblea come nel governo, sostenuti anche grazie alle lotte nelle campagne.
Gennaio 1964: una grande manifestazione mobilitò molte decine di migliaia di persone a Phnom Penh contro l'imperialismo degli Stati Uniti e la cricca del traditore Lon Nol. Nello stesso anno, nel mese di marzo, un altra grande manifestazione riunì centinaia di migliaia di persone davanti all'ambasciata degli Stati Uniti. La folla ne assaltò i locali e strappò la bandiera americana calpestandola. Questi furono alcuni degli eventi che illustrano al meglio la battaglia campale sostenuta dalla popolazione nelle città a quel tempo.
1965: Questo fu l'anno in cui furono interrotte le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti , culmine delle continue e potenti lotte del nostro popolo. Queste lotte urbane hanno dato un notevole contributo alla lotta in campagna. Hanno creato le condizioni favorevoli per un forte consolidamento e sviluppo delle forze rivoluzionarie.
Qual era la situazione nelle campagne? Nel 1964, 1965, 1966 e nel 1967, le lotte si susseguirono senza tregua in tutto il paese, assumendo molte forme, ma soprattutto incarnate nella lotta per la riforma agraria.
Nel 1967 la situazione si mostrava propizia nelle campagne di tutto il Kampuchea.
La popolazione si armò di coltelli, asce, bastoni e altre armi su cui avrebbero potuto mettere le mani, per attaccare stazioni di polizia e guarnigioni militari. La violenza rivoluzionaria raggiunse allora un livello elevato. Fu in questa consolidata situazione rivoluzionaria che scoppiò una rivolta armata nel 1967 a Samlaut nella provincia di Battambang. Rivolta partita dal popolo, attraverso il proprio movimento. Di fatti, il Comitato Centrale del Partito non aveva ancora deciso sull'insurrezione armata generale in tutto il paese. L'esplosione della lotta armata a Battambang fu motivata dal fatto che il movimento di lotta dei contadini di quella regione aveva raggiunto un vero e proprio punto di ebollizione. Ma il partito era lì per dare una direzione al movimento e ha deciso di far sospendere temporaneamente la lotta armata a Battambang fino a quando il paese intero non avesse raggiunto una certa preparazione. Se Battambang si precipitò da solo nella lotta, il nemico avrebbe concentrato lì tutte le sue forze per schiacciare le forze rivoluzionarie.
Così, nel 1967 la situazione in campagna aveva raggiunto un nuovo picco, come la paglia secca nei campi di riso a marzo e aprile, che ha bisogno solo di una piccola scintilla per infiammarsi. Perciò, la situazione apparve matura. A questa valutazione riguardante la situazione del nostro movimento rivoluzionario popolare, ci arrivammo dopo lo studio e l'analisi di queste lotte. Questo è il motivo per cui nella metà del 1967, a seguito dell'esperienza della rivolta armata a Samlaut-Battambang, il partito decise di avviare una fase diretta della lotta armata per difendere la rivoluzione e, allo stesso tempo, per creare le condizioni per il consolidamento e lo sviluppo delle forze rivoluzionarie. Altrimenti, il nemico le avrebbe distrutte. Era necessario iniziare la lotta armata perché avevamo già preparato il popolo: l'odio di classe e quello nazionale sarebbe divenuto esplosivo. La gente era già stata temprata da numerose esperienze in lotta; già erano alle prese con la lotta, con le loro mani nude, con i bastoni, con i coltelli.
Questa era la situazione che appariva nelle campagne e nelle città. A quel tempo, il nemico si mostrò ondivago e incapace di affrontare le forze rivoluzionarie, in quanto stavamo attaccando simultaneamente nelle città e nelle campagne, in un perfetto coordinamento.
Basandosi su queste esperienze, tutto il partito fu stato unanime nelle sue conclusioni: se avessimo continuato a intraprendere solo la lotta politica, e, se non fossimo ricorsi alla lotta armata, saremmo stati ancora più incapaci nel difendere le forze rivoluzionarie, e allo stesso tempo, di consolidarle ed ampliarle.
E così abbiamo lanciato la lotta armata nel 1968.
Gennaio 1968: Insurrezione nella zona nord-ovest. Abbiamo catturato 4 su 10 cannoni nemici, che sono stati poi utilizzati per continuare l'attacco.
Febbraio 1968: Insurrezione nella zona sudoccidentale. Quasi 200 armi furono prelevati dai soldati della guardia provinciale e dalle guarnigioni militari, che di certo non erano un numero insignificante di armi in quel momento. I militari furono catturati non con le armi, ma con le mani nude, attraverso una insurrezione di massa. Come conseguenza, da quel momento in poi, abbiamo avuto i mezzi per dare vita ad offensive ancora più potenti.
Marzo 1968: Insurrezione nel settore orientale. Lì il nemico aveva scoperto in anticipo i piani. Mentre il Comitato Regionale era nel bel mezzo di una riunione per organizzare una rivolta come quella nel sud-ovest, il nemico riuscì a mettere in salvo le proprie armi fuori da quella zona. Così, all'ora dello scoppio della lotta armata furono disponibili solo poche armi nella Zona Orientale. Il nemico fu dunque libero di attaccare facilmente la popolazione e le forze rivoluzionarie per più di tre mesi, in aprile, maggio e giugno. Le nostre basi furono distrutte. Le case e villaggi devastate, la popolazione uccisa e dispersa. Solo nel mese di luglio ci fu possibile contrattacare. Organizzando un assalto ad un avamposto nemico e catturando 70 armi, che abbiamo utilizzato come fondo per costruire le nostre forze armate. Le mani della popolazione erano si vuote, ma furono già addestrate alla violenza rivoluzionaria e alla lotta, avendo così già acquisito una certa esperienza.
Così la popolazione era già capace a mani nude, di strappare le armi al nemico.
Nella Zona Nord esplose un'insurrezione nel marzo 1968. Solo quattro pistole furono sottratte. Abbiamo affrontato il nemico con alcuni colpi secchi, e abbiamo resistito ai suoi contrattacchi, ma la lotta appariva durissima.
30 marzo 1968: Fu il momento in cui alla zona Nord-Est toccò una rivolta. Quattro o cinque armi furono catturate. In aggiunta alle tre o quattro precedentemente utilizzate per difendere la sede del Comitato Centrale del Partito, raggiungemmo un totale di 10 armi per l'intera zona.
Solo la Zona Sud-Ovest aveva un numero considerevole di armi. Nelle altre zone ne possedevano pochissime. Qual'era la qualità di queste armi? Erano tutti vecchi modelli: su dieci colpi, nove facevano cilecca. Nonostante ciò, abbiamo continuato a combattere.
Da gennaio a maggio del 1969, il nostro movimento di guerriglia si diffuse attraverso l'intero paese. I guerriglieri erano presenti in 17 delle 19 province del Kampuchea. Ci siamo impossessati delle nostre armi nel corso della battaglia. Nessuna zona sarebbe potuta venire direttamente in aiuto ad un'altra, dato che erano molto distanti tra loro. Il nostro corpo di comando fu disperso; sparpagliato tra il Nord-Ovest, Sud-Ovest, Est, Nord-Est e Phnom Penh, tutti luoghi
molto distanti tra loro. Tutti i contatti subivano almeno un mese di ritardo, dal momento che per mantenerli significava fare un viaggio a piedi o in elefante, e ciò fu irrimediabilmente necessario per scansarsi il nemico per evitare imboscate. In un mese però, la situazione sarebbe cambiata notevolmente, e il rapporto mensile di istruzioni, non avrebbe più avuto attinenza con la nuova situazione nel momento in cui si stanziò la sede del Comitato Centrale a Ratanakiri. Allo stesso modo, le direttive inviate in risposta sarebbero divenute obsolete ed inapplicabili di ad una situazione nuova. Ragion per cui, per ragioni logistiche dovute ai cambiamenti degli eventi, le direttive comuni di base furono quelle che dovevano mantenere ed affermare solo la nostra linea generale, i principi e l'orientamento politico essenziale. Ogni area dunque, ha dovuto fare affidamento su se stessa, applicando correttamente la linea politica del partito. Nonostante tutto questo stato di cose, ogni area ha difeso con successo, sviluppato e consolidato le sue forze.
Come risultato, dal 1968-69 fino al marzo del 1970, abbiamo stabilito queste basi:
Prima di tutto, le basi di supporto. Nel Nord-Est, consolidammo una solida base di appoggio con una popolazione di più di 30.000 persone. Per "base di appoggio", si intende una base che è inaccessibile al nemico. Contando le basi di appoggio nel Nord-Ovest, Est e Sud-Ovest, le nostre basi di appoggio raggiunsero una popolazione di circa 60.000 persone. Una popolazione di 60.000 persone per le basi di appoggio, è una cifra abbastanza notevole.
In secondo luogo, le basi della guerriglia. Le basi di guerriglia vengono dopo le basi di appoggio.
Queste sono basi che furono controllate saldamente, ma che, malgrado tutto, il nemico sarebbe potuto penetrarci di volta in volta. In tutto il paese, le nostre basi di guerriglia negli anni dal 1968-69 al marzo del 1970, hanno avuto un totale di circa 300.000 abitanti.

(FINE SESTA PARTE)

Edited by Sandor_Krasna - 12/12/2014, 21:06
 
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view post Posted on 24/5/2013, 23:00




Terzo, le zone di guerriglia. Per “Zona di Guerriglia” si intende un territorio diviso tra noi ed il nemico. Una zona di combattimenti insomma. Potevamo penetrarvi per colpire il nemico, come anche il nemico stesso avrebbe potuto colpirci lì. E dunque una zona disordinata. In generale, in queste zone di guerriglia nel paese, avevamo una popolazione di circa 700 000 persone.
E così, durante la guerra civile, a cavallo tra gli anni 1968-69 e l'inizio del 1970, contavamo una popolazione totale di più di un milione di persone, conteggiando le basi di supporto, le basi della guerriglia e le zone di guerriglia, nell'intero paese. Tale forza non fu affatto trascurabile. Non è possibile misurarla solo in termini numerici, in quanto è una forza costituita principalmente da poveri, contadini medi e poveri, ossia la forza di una popolazione che ha già maturato esperienza lotta dopo lotta. E dunque, una forza realmente potente. Se agli inizi eravamo senz'armi, ora avevamo sul serio una forza considerevole. Nel 1968 eravamo veramente a mani nude, non disponevamo neanche di una singola arma, nessun medico, nessun farmaco, nessun chicco di riso. Tuttavia, abbiamo avuto il coraggio di lottare perché avevamo il potere popolare saldamente nelle nostre mani. Per averlo saldamente, vuol dire avere avuto a nostra disposizione tutte le necessarie forze rivoluzionarie: forze di guerriglia, forze armate, forze produttive per sostenere la guerra rivoluzionaria. E ci ha permesso di ottenere i medici, farmacisti, corrieri ... E ci ha permesso di ottenere tutto ciò di cui avevamo bisogno, sia al fronte, sia nelle retrovie.
E interessante constatare per quanto riguarda il nostro esercito, che all'inizio del 1970, le unità regolari hanno totalizzato solo una forza attiva di 4.000 combattenti per l'intero paese. Questi 4.000 combattenti hanno rappresentato una forza notevole per la guerriglia. Ma era soprattutto, un esercito con un alto grado di spirito combattivo.
Ad esempio, nel 1968, l'esercito regolare nel nord-ovest aveva solo 70 combattenti, divisi in sette gruppi. C'erano solo tre pistole per ogni gruppo di dieci combattenti. Oltre alle pistole, c'erano uno o due granate, un paio di fucili a pietra focaia, alcune frecce avvelenate, e nient'altro. Nel 1969, la forza crebbe fino a 10 gruppi. Fu solo alla fine del 1969 che divenne un plotone, poi nel all'inizio del l970, una compagnia. Solo il 30% e il 40% di essi erano armati.
Eravamo già sotto attacco nemico pesante quando abbiamo avuto solo sette gruppi disponibili.
Nel 1969, il traditore Tou Long, capo delle forze nemiche, i traditori Lon Nol, Sirik Matak, Saksurth Sakhon, Sosthene e quasi tutti i capi militari nemici, attuarono una enorme offensiva contro Ratanakiri. Furono impegnati 19 battaglioni, un terzo del loro esercito, assieme alle unità di fanteria, alcuni carri armati, con la copertura aerea e di artiglieria. Il nostro esercito regolare nel Nord-Est ammontava a soli 150 combattenti, 150 combattenti che non avrebbero mai potuto combattere tutti insieme allo stesso tempo, perché non disponevano di armi sufficienti. Furono costretti a dividersi in due gruppi di 75 combattenti, ognuno prendendo parte al proprio turno differente nei combattimenti, a causa della scarsità di armi da fuoco. Utilizzando le tattiche di guerriglia, siamo stati in grado di attaccare il nemico, difendere la nostra base di appoggio, consolidare e ampliare la base di guerriglia, e di consolidare ed estendere la zona di guerriglia.
Le nostre operazioni non si limitarono alla provincia di Ratankiri. Penetrammo la provincia di Stung Treng, successivamente quella di Mondulkiri, continuando la nostra avanzata, attaccando profondamente le linee nemiche. Di conseguenza, in una riunione del 1969 del Consiglio di gabinetto nemico, il traditore Tou Long, come capo del personale militare, ha lanciato un segnale pessimistico, ammettendo che la situazione a Ratanakiri era grave. Il traditore Lon Nol ammise che a Ratanakiri, i Khmer Rossi occupavano un territorio equivalente a tre volte l'area della provincia di Kompong Chnang. Altrove, la situazione non appariva differente. Nel sud-ovest, abbiamo attaccato il nemico simultaneamente nelle province di Kampot, Takeo e Kompong Speu.
Nella zona orientale, le nostre attività si espansero fino alla superstrada numero sette. Durante la notte, il nostro esercito ottenne il completo controllo della superstrada in questione. E dunque, negli anni 1968 e 1969 e fino al marzo del 1970, le nostre unità regolari contavano solo 4.000 combattenti per l'intero paese, ma questo esercito dimostrò realmente di avere un grande spirito combattivo. Per quanto riguarda invece le nostre unità di guerriglia in tutto il paese, il loro numero fu stimato a 50.000 combattenti all'inizio del 1970; 50.000 guerriglieri che avrebbero potuto attaccare il nemico ovunque. I guerriglieri erano in grado di andare in combattimento da soli o in gruppi di due o tre elementi, ma con un solo fucile, una pietra focaia rudimentale, o una balestra, una granata, o una mina. Hanno combattuto in ogni modo possibile. E con qualsiasi tipo di arma. Loro non si limitarono ad aspettare il nemico, piuttosto ad avanzare costantemente alla ricerca di esso, agendo sul principio di attaccare per difendere meglio se stessi. Per essere in grado di difendere al meglio le basi di appoggio, ingaggiarono azioni offensive, per attaccare il nemico in anticipo. Solo facendo così era possibile tenerlo a distanza dalla nostra zona. Per cui le unità di guerriglia si sono lanciate ovunque vi fosse una battaglia, dal momento in cui furono organizzate e composte da persone che vivevano nelle zone di guerra e che conoscevano a fondo tutto il territorio, ogni bosco, ogni ruscello, ogni valle. In queste operazioni, i nemici mobilitarono la loro fanteria, i carri armati, l'artiglieria, veicoli da trasporto e aerei. Tuttavia, nel Nord-Est, come nelle altre regioni di montagna e giungla, aerei nemici, carri armati, artiglieria e camion persero la loro efficacia. Bombe e proiettili sparati a caso nelle immense foreste e come nelle montagne, venivano puntualmente dispersi tra gli alberi e le rocce senza mai causare la minima perdita tra la nostra popolazione. Per quanto riguarda i carri armati e camion, i nostri boschi fitti e le nostre montagne rimanevano inaccessibili a loro. Restava la fanteria. Contro di loro, abbiamo sparso trappole, insidie ​​e lance da caccia di tutti i tipi e tagliato alberi da porre come ostacoli in tutti i sentieri e le strade. Se il nemico tentò di penetrare, restava in balia delle nostre unità partigiane, che erano i padroni del territorio e delle loro foreste. Questa è stata la guerra popolare, basata sulla guerra di guerriglia. La guerriglia è stata condotta ovunque ed i nostri guerriglieri erano capaci di attaccare in qualsiasi luogo. Potemmo così mobilitare tutte le persone per attaccare il nemico senza attendere l'aiuto delle unità regolari. Questo è ciò che dimostra l'efficacia della nostra linea di guerra di popolo basata sulla guerriglia, che si dimostrò invincibile.
Con delle unità di guerriglia di 50.000 combattenti sparse in tutto il paese, potevamo attaccare dappertutto, senza alcun cedimento. Tutti, senza eccezione, non importa dove fossero, cercarono sempre il modo per spazzare via il nemico. Se ogni gruppo di tre guerriglieri o unità di 10 guerriglieri riuscirono a uccidere o ferire un soldato nemico al giorno, con 50.000 guerriglieri in tutto il paese, avrebbe comportato un numero considerevole di soldati nemici messi fuori combattimento ogni giorno. Ragion per cui, le forze nemiche erano continuamente indebolite dai nostri guerriglieri. Abbiamo sempre avuto fede nella nostra conduzione della guerra popolare. Abbiamo avuto fede non solo nelle armi, ma in questa linea. Il nostro esercito contava 4.000 combattenti e le nostre unità di guerriglia, 50.000. Dopo il colpo di stato degli imperialisti USA e del traditore Lon Nol, queste unità furono immediatamente convertite in unità regionali, mentre le unità dell'esercito regolare, in reggimenti e battaglioni. Questi non furono solo composte dai semplice abitanti dei villaggi. Ma uscirono fuori dale unità partigiane, unità che avevano già due o tre anni di combattimento alle spalle. Così tali unità sono furono già addestrate direttamente in combattimento. E questo era ciò che più spaventava il nemico.
L'imperialismo USA, malgrado i suoi sistemi elettronici e i suoi anelli spia sparsi ovunque, ha comunque perseverato in numerosi errori nella sua valutazione strategica delle nostre forze. Sbagliando seriamente le sue stime politico-militari. Nella sua previsione politico-strategica, si presumeva che, subito dopo il colpo di stato, quel fantoccio di Lon Nol sarebbe stato in grado di sconfiggere i "Khmer Rouge." Ma, al contrario, è stata la rivoluzione che riuscì a riunire tutte le forze nazionali e popolari e in tutto il paese, per montare un attacco schiacciante contro l'imperialismo statunitense. Fu così che gli imperialisti commisero un errore strategico abnorme con la loro analisi politica. In secondo luogo, nella loro analisi militare, furono convinti che non avesssimo alcun esercito, o qualunque tipo di capacità militari. Avevano predetto poi che, dopo il colpo di stato, il loro contingente di forze militari multinazionale, con la collaborazione dell'esercito di Lon Nol il traditore, avrebbe potuto schiacciarci senza difficoltà in un solo colpo. Ma, in realtà, avevamo già a disposizione 4.000 combattenti del nostro esercito regolare, più le 50.000 unità di guerriglia che furono ben addestrate e abituate in battaglia.
Immediatamente dopo il colpo di stato, ampie manifestazioni spontanee e rivolte scoppiarono in tutto il paese, spazzando via il nemico come un maremoto, travolgendolo in intere regioni e villaggi, comuni, distretti, e alcune province. L'amministrazione rivoluzionaria fu immediatamente istituita ovunque. Decine di migliaia di armi catturate al nemico finirono subito nelle mani delle forze armate popolari di Liberazione Nazionale, dalle unità dell'esercito regolare, fino alle forze regionali e di distretto, dei comune e delle unità di guerriglia villaggio. Raggiungemmo così unità regolari in numero sufficiente. Insieme con le unità di guerriglia, le nostre forze armate si mossero in posizioni offensive e con totale maestria. Per cui, gli imperialisti americani fecero una ennesima gaffe strategico militare abnorme. Ma sarebbero stati sconfitti lo stesso, anche se le loro stime e le loro previsioni fossero state corrette. Anche se avessero acquisito informazioni precise circa i nostri 35 punti di forza, non avrebbero potuto sottrarsi alla sconfitta, in quanto la nostra guerra popolare di liberazione nazionale, fu una guerra invincibile.

(FINE SETTIMA PARTE)

Edited by Sandor_Krasna - 12/12/2014, 21:08
 
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view post Posted on 25/5/2013, 11:38




Possiamo definire la nostra guerra, una guerra popolare a tutti gli effetti, in quanto era realmente una guerra di popolo. Poichè era tutto il popolo con i suoi movimenti a parteciparvi. Tutte le energie delle masse furono messe in moto, colpendo il nemico su tutti i fronti e in ogni area, con qualsiasi tipo di arma a disposizione, con spirito creativo e di iniziativa. La nostra guerra popolare fu realmente invincibile. Di ciò eravamo fermamente convinti, basandoci sulla fiducia e orgoglio provati per il nostro popolo e per il nostro Esercito. Con il nostro popolo ed il nostro Esercito siamo riusciti a liberare il nostro paese. Inoltre, eravamo certi di poterlo difendere, perché, tanto per cominciare, ci siamo uniti per la giustizia, per correggere principi rivoluzionari, senza mai violare la sovranità di qualsiasi paese, senza mai interferirvi negli affari interni, o attuando piani di aggressione. D'altro canto, la guerra popolare, già combattuta per la liberazione nazionale, è destinata a garantire la difesa del nostro paese. Essa è di carattere scientifico, emanazione della pratica rivoluzionaria delle masse e basata profondamente su di esse.
Le nostre donne combattenti mostravano tanto coraggio. Nella storia del nostro Esercito, abbiamo avuto unità femminili, sia battaglioni che reggimenti. Queste unità hanno preso parte anche ai combattimenti corpo a corpo in prima linea. Hanno combattuto su una serie di fronti, soprattutto nel basso Mekong, come alla periferia di Phnom Penh, dove parteciparono all'attacco, dando il loro contributo al sabotaggio delle linee di comunicazione della città con altre parti del paese nel 1975, così come nell'offensiva generale di Phnom Penh sempre nel 1975. Cosa ha reso possibile tutto ciò? Tutto ciò è stato possibile proprio perché tutta il nostro popolo ha partecipato alla rivoluzione, e perché abbiamo avuto un forte movimento rivoluzionario.

a) Riguardo la linea politica del nostro partito
- Costruire il nostro Esercito da noi stessi, sui principi di indipendenza, iniziativa e fiducia in se stessi, con la partecipazione diretta di tutte le persone attive in guerra. Per avere un esercito rivoluzionario, è necessario disporre di un popolo rivoluzionario. E' necessario organizzare un ampio e forte movimento rivoluzionario capace di organizzare un forte esercito rivoluzionario, sia con le forze regolari, sia con forti
forze regionali, e soprattutto, con forze guerrigliere disposte ovunque, in grado di attaccare in qualsiasi punto e in qualsiasi momento.
- La nostra politica in materia di formazione dei quadri dell'esercito rivoluzionario. I quadri del nostro esercito rivoluzionario si sono formati proprio sul campo di battaglia, dove hanno costantemente temprato se stessi e sviluppato le proprie capaità in combattimento. Solo i quadri dell'esercito rivoluzionario, formati nel fuoco della guerra, possono acquisire l'esperienza necessaria e forgiare un tono ideologico, politico e di posizione organizzativa. Solo tali quadri sono in grado di analizzare completamente la situazione del nemico e qulla nostra, e di applicare la linea di combattimento rigorosamente secondo la linea politica del partito.
- La nostra politica per equipaggiare il nostro esercito e sull'utilizzo di armi. Ci basiamo prima di tutto sul principio di fare affidamento fondamentalmente ed essenzialmente sulle nostre forze. Fare affidamento sulle nostre forze significa cercare ogni mezzo per attaccare il nemico con l'obiettivo di riuscire a strappargli le armi, per usarle poi noi stessi in battaglia, curando le armi catturate al nemico e far emergere lo spirito creativo delle masse per riparare e rimodernare ogni tipo di arma possibile. L'aiuto dei nostri amici stranieri, fu solo un supporto supplementare, a seconda delle opportunità e delle situazioni concrete. Durante i cinque anni di guerra intrapresa dal nostro popolo contro gli aggressori imperialisti USA, più dell'80% del nostro armamento consisteva in armi strappate al nemico. Per quanto riguarda l'uso delle armi, la nostra politica consiste nell'usare ogni arma a nostra disposizione. Le usiamo più o meno secondo i nostri mezzi, ma sempre economicamente ed a seconda delle esigenze e dell'importanza strategica dei fronti, ma senza fossilizzarci su norme rigide. Generalmente, nel corso di cinque anni di guerra, solo il 70% dei soldati nelle nostre unità regolari erano armati. Il nostro esercito rivoluzionario ha correttamente applicato la linea militare del nostro Partito. Questo è ciò che ha dato ad esso il suo spirito combattivo e una grande efficacia. Dobbiamo continuare a trarre ispirazione da questa esperienza e applicare correttamente la linea del nostro Partito sulla costruzione del nostro esercito, continuando a basare noi stessi sui principi di indipendenza, di iniziativa ed autonomia. Fino a quando il nostro paese sarà ancora povero, non c'è altro modo per noi di essere indipendenti e sovrani in ogni situazione, con l'unica eccezione di dover continuare ad applicare la nostra linea miltare di Partito e la linea della guerra popolare basandoci sempre su noi stessi.

b) Sulla linea di lotta del nostro partito
Il nostro partito ha definito la sua linea di lotta in questo modo: a lottare allo stesso tempo sul piano militare come sul piano politico, a risvegliare la popolazione contro il nemico, mentre sul piano economico, nel tagliargli tutti gli approvigionamenti. E per quel che riguardava tutti gli altri livelli, soprattutto puntando allo smantellamento delle loro cerchie di spionaggio e impedendo la costituzione tra le truppe nemiche di un movimento di resistenza alla guerra di aggressione.
Questa linea di lotta ad ogni livello ci ha assicurato una superiorità che è cresciuta di giorno in giorno, mentre il nemico diventava sempre più esausto, collassando in intere regioni. Il nemico ha subito una sconfitta dopo l'altra: sconfitte militari, sconfitte politiche, sconfitte economiche, sconfitte nel mantenere i loro approvigionamenti. Politicamente, divennero ogni giorno più isolati. Furono abbandonati costantemente dalle loro forze, prosciugando le loro manovalanze, al punto che non furono più in grado di trovare reclute. Oltretutto, le loro fonti di approvvigionamento divennero ogni giorno sempre più precarie, finendo per prosciugarsi completamente. I loro padroni, gli imperialisti americani, furono obbligati a inviare di tutto per trasportare le loro forniture. Hanno dovuto mandare circa 40.000 tonnellate di materiale ogni mese solo per la cricca di Lon Nol, che risiedeva a Phnom Penh.

(FINE OTTAVA PARTE)

Edited by Sandor_Krasna - 12/12/2014, 21:12
 
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view post Posted on 26/5/2013, 16:09




c) Sulla condotta di combattimento del nostro partito
Il nostro partito ha anche definito concretamente la sua linea di combattimento in modo molto dettagliato, al fine di essere in grado di attaccare il nemico in qualsiasi circostanza.
La nostra condotta di combattimento consisteva nel lanciare offensive continuamente, giocando costantemente sullo spirito creativo e sull'iniziativa in ogni fronte. Applicammo infatti e nello stesso tempo sia una guerra convenzionale, sia una guerra di guerriglia, pur dando la priorità a quella di guerriglia per poter infastidire il nemico ovunque senza dargli tregua, e, utilizzando nel frattempo la guerra convenzionale per spazzare via le truppe nemiche. Abbiamo infatti combinato attacchi su piccola, media e grande scala, fatti in modo che si conseguissero senza tregua, attaccando giorno e notte, nella stagione secca come in quella delle piogge, senza alcuna sosta, in modo da non lasciare al nemico il tempo per riprender fiato o riorganizzarsi, consolidarsi e ridisporre le proprie forze. Dividemmo il nemico in unità più piccole, attaccandone i fianchi, la retroguardia e i punti deboli, evitando però gli attacchi frontali in ogni momento. In questo modo, potemmo attaccarlo in qualsiasi momento, con qualsiasi tipo di forze a disposizione, piccole, medie o di grandi dimensioni. Allo stesso tempo, riuscimmo a preservare al meglio le nostre forze, spazzando via quelle nemiche il più possibile.
La linea del nostro partito dunque, che consiste nel combattere in ogni zona e usando qualasiasi forma di combattimento, ci ha consentito di infliggere dei colpi pesanti e continui contro i nemici e di trionfare su ogni fronte in tutto il paese.
In concreto:
All'inizio abbiamo notato che il nemico era più debole in campagna. Abbiamo così preparato attacchi militari congiunti da parte delle unità regolari e di quelle guerrigliere, attraverso insurrezioni di massa in modo da prendere il potere a livello di villaggio e comune. Procedendo in in questo modo, abbiamo allargato ogni giorno le nostre regioni liberate nelle aree rurali e costretto il nemico a ritirarsi in alcune città isolate, mentre allo stesso tempo costringemmo a restare le forze nemiche in posizioni dispersive, dove le comunicazioni e gli approvigionamenti, divennero sempre più difficili per loro.
Fu in questa situazione che prendemmo misure per tagliare le vie di comunicazione strategiche del nemico. Continuando a seguire così la nostra linea di combattimento, in particolar modo la nostra tattica di dividere il nemico in unità più piccole. Fu in questo modo che, dal 1970 al 1974 tagliammo per poi controllarli tutti i territori comprendenti le vie di comunicazione strategiche del nemico, cioè, le superstrade Uno, Due, Tre, Quattro, Cinque, Sei e Sette. Allo stesso tempo, nel 1972, 1973 e 1974, siamo riusciti a periodicamente a tagliare le vie di comunicazioni fluviali strategiche. Anche la via nel basso Mekong, su cui il nemico concentrò la sua massima attenzione, fu periodicamente tagliata in quegli anni. Quando le linee di comunicazione terrestri e fluviali furono tagliate definitivamente nel 1974, gli imperialisti USA e la cricca del traditore Lon Nol, si ritrovarono essi stessi estremamente isolati a Phnom Penh, come in pochi capoluoghi di provincia.
Fu in questa situazione, quando gli imperialisti USA e la cricca del traditore Lon Nol erano in agonia, che il Comitato centrale del nostro partito, nel corso della sua sessione di giugno 1974, ha deliberato l'inizio dell'offensiva decisiva per liberare Phnom Penh e l'intero paese. Abbiamo osato architettare questa offensiva in quanto avevamo interamente compreso la situazione reale del nemico e la nostra.
Il piano della nostra offensiva consisteva in: attaccare Phnom Penh, tagliare il basso Mekong e attaccare i capoluoghi di provincia ancora sotto il controllo temporaneo del nemico. Il controllo del Basso Mekong è stato il fattore chiave nella liberazione totale di Phnom Penh, essendo complementari gli attacchi alle altre città.
Fin dall'attuazione della decisione del Comitato Centrale del Partito, durante stagione delle piogge dell'anno 1974, preparammo attivamente le nostre forze sul piano politico, ideologico e organizzativo. Allo stesso tempo, il nostro Esercito rivoluzionario assimilò ulteriormente la linea di combattimento del nostro partito al fronte.
Il nostro esercito rivoluzionario al completo accolse entusiasticamente la nuova missione del Partito e, dimostrando il più alto eroismo rivoluzionario, fu determinato a realizzarla a tutti i costi, per il Partito, per la rivoluzione, per la classe operaia e per il popolo, per liberare completamente e definitivamente Phnom Penh con il resto del paese. Abbiamo disposto correttamente e minuziosamente le nostre forze per l'assalto finale a Phnom Penh e per gli attacchi contro i capoluoghi di provincia. E fu così che la decisione del Comitato Centrale del Partito per liberare Phnom Penh e il Kampuchea intero durante la stagione secca del 1975 fu realizzata completamente e alla perfezione, seguendo rigorosamente la linea di indipendenza, di iniziativa e fiducia in noi stessi, e prendendo finalmente il nostro destino nelle nostre mani.

Il 1 ° aprile 1975, abbiamo liberato Neak Leuong. Gli imperialisti americani trassero in salvo il traditore Lon Nol spedendolo alle Hawaii e puntarono su dei cavalli differenti, nella speranza di compiere nuove manovre dopo la loro imminente sconfitta, in vista dell'attuazione di un contrattacco contro la rivoluzione, nel momento in cui questa avesse acquisito il controllo totale di Phnom Penh.
Il 12 aprile del 1975, Gunther Dean, ambasciatore statunitense, e il comando dell'esercito americano di stanza a Phnom Penh, fuggirono con disonore a bordo di una flotta di elicotteri inviati a salvarli ed evacuarli.
Il 17 aprile del 1975, l'Esercito Rivoluzionario del Kampuchea realizzò un assalto a tutto campo, liberando così definitivamente Phnom Penh alle 09:30 del mattino.
Trionfammo in quella che fu una grande vittoria , risultato dell'offensiva finale per la completa liberazione del Kampuchea e del suo popolo, il 17 aprile 1975. E fu così che noi portammo a termine la rivoluzione democratica e nazionale.

(FINE NONA PARTE)

Edited by Sandor_Krasna - 12/12/2014, 21:15
 
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view post Posted on 27/5/2013, 08:52




La linea politica del nostro partito definita nel 1960 aveva stabilito per noi i seguenti compiti:
1. Dover realizzare la rivoluzione nazionale eliminando gli imperialisti, soprattutto quelli americani, dall'intera Kampuchea;
2. Costruire la rivoluzione democratica, abolendo il sistema reazionario del feudalesimo e dei compradores capitalisti.
Siamo riusciti a realizzare completamente questi due obiettivi il 17 Aprile del 1975; il Partito Comunista di Kampuchea guidò la lotta del nostro popolo per 15 anni, nei quali la lotta del popolo cambogiano è stata sottoposta a prove difficili e tragiche, più alcune situazioni estremamente complesse. Ma abbiamo seguito una corretta linea politica, e il Partito Comunista di Kampuchea a condurci sulla retta via. Così, malgrado le difficoltà, abbiamo combattuto fino alla gloriosa vittoria del 17 Aprile 1975.
Nel corso di questi 15 anni, la nostra gente ha dovuto affrontare sacrifici immensi, che si aggiungono a quelli fatti nei secoli e nei millenni di lotte passate.
Il nostro inno nazionale risalta il significato di questa lotta.
Il nostro inno nazionale non è il lavoro di uno o due compositori, ma è l'opera di tutto il nostro popolo, che lo ha scritto con il proprio sangue, sangue che il nostro popolo ha generosamente versato nel corso dei secoli. È una chiamata di mobilitazione dedicata alla nostra generazione e a quelle future. I sacrifici del nostro popolo vengono tramandati e scritti nel nostro inno nazionale. Ogni frase, ogni parola, esprime la vero natura della lotta del nostro popolo. Ed è questo sangue, trasformato in odio di classe e patriottico, che ci ha portato alla vittoria del 17 aprile del 1975, e che chiama a difendere con determinazione il potere popolare e tutto il nostro paese, e di costruire un prospero e pacifico Kampuchea facendo passi da gigante. Questo è il motivo per cui abbiamo intitolato il nostro inno nazionale "La gloriosa vittoria del 17 aprile".

Eravamo già decisi e determinati e lo siamo ancora adesso, a fare di tutto per trasformare ogni goccia di sangue versato dai nostri eroi in un filone di patriottismo risoluto, con un deciso supporto di classe, con l'obiettivo di custodire per sempre la nostra integrità territoriale e di guidare al meglio il lavoro di ricostruzione nazionale che mira a trasformare il nostro paese in un paese prospero, portando in un prossimo futuro, il tenore di vita del nostro popolo a un livello più alto, in una società dove possano regnare finalmente la vera giustizia, l'uguaglianza e l'armonia.
Abbiamo visto come numerosi ed enormi furono i sacrifici del nostro popolo. Noi dobbiamo sempre onorarli in modo da valorizzare il coraggio della nostra gente, imparare da loro, per rafforzare e sviluppare il nostro eroismo di generazione in generazione.
Ascoltiamo dunque, con rispetto e cantando, il nostro inno nazionale, in quanto rappresenta la lotta del nostro popolo. Per più di 2.000 anni, il nostro popolo ha vissuto in disgrazia e nella penombra più oscura, senza alcuna luce.
Ma la luce del giornò iniziò a splendere finalmente. Il giorno più luminoso di tutti per il nostro popolo è stato 17 aprile 1975.
Per questa ragione, abbiamo fatto del 17 aprile il titolo del nostro inno nazionale. Tale inno fu composto da generazioni di nostri uomini e donne, combattenti e persone. Il nostro inno nazionale è nato a seguito agli eventi del 17 aprile 1975, quando è nato il Kampuchea democratico.
Il nostro Esercito Rivoluzionario, i nostri combattenti e il nostro popolo, sono i veri compositori del nostro inno nazionale. Nato il 17 aprile 1975, con il Kampuchea Democratica, quest'inno ci appartiene.
Ora siamo a conoscenza dell'essenza della storia di lotta del nostro popolo. Allo scopo di svolgere al meglio il nostro compito, bisogna dare una costante attenzione alla nostra educazione rivoluzionaria, senza tener conto del rango o dell'età. Non possiamo condurre bene un lavoro di difesa e di ricostruzione nazionale, senza poter temprare rapidamente noi stessi per poter sviluppare delle solide qualità rivoluzionarie.
I giovani compagni, siano essi single o sposati, devono generosamente lanciare se stessi nella loro
formazione ideologica, superando tutti gli ostacoli.
Impegnatevi anima e corpo nella rivoluzione! La giovinezza è un periodo della vita in cui ci sono cambiamenti molto rapidi. E un momento in cui la coscienza è più ricettiva alla rivoluzione in quanto siamo ancora in pieno possesso della nostra forza.
Questa dunque, è una direttiva generale del nostro partito. Ed i giovani d'oggi dovranno assumere i compiti rivoluzionari di domani. Inoltre, è necessario che tempriate voi stessi continuamente, in modo da fornire alla rivoluzione stessa forze il cui aiuto è rilevante. Non disdegnate mai i piccoli lavori, non abbiate paura di alcuna difficoltà. Non importa quale sia il lavoro che il collettivo vi assegnerà, basta applicare voi stessi per farlo bene. Quando si fanno errori, il collettivo vi aiuterà a correggerli. Questo è l'unico modo per temprare voi stessi. Provvederemo a correggere gli errori nel corso del nostro lavoro, con le nuove esperienze che abbiamo acquisito. Più lavoriamo, più impariamo. Noi dobbiamo regolarmente fare una summa delle nostre esperienze. Vogliamo formare i nostri giovani per ogni tipo di lavoro. Abbiamo bisogno di quadri qualificati in tutti i compiti, sia forti in combattimento contro l'aggressore, come nella produzione.
In confronto ai giovani, i nostri compagni più anziani hanno già un po 'meno forza fisica e intellettuale. Ma questi compagni devono educare se stessi al fine di dare un contributo migliore al funzionamento del paese e per meglio svolgere i loro compiti rivoluzionari. Coloro che hanno un lunga storia rivoluzionaria non devono essere arroganti o saccenti. Se essi trascurano la loro formazione, non saranno più in grado di applicare al meglio i loro compiti. Nella difesa nazionale e nella costruzione di molti altri settori, abbiamo bisogno di quadri partitici testati e con posizioni ideologiche e politiche sane. Tutte queste qualità possono essere acquisite solo attraverso uno sforzo costante.
I compagni veterani dovranno fare un ulteriore sforzo. Il nostro partito e la nostra rivoluzione hanno
bisogno di tutte le forze e soprattutto di quadri veterani collaudati, non privi di una base solida. E' necessario educare noi stessi, non importa quale sia la nostra età. Tutte le nostre forze sono in grado di svolgere le loro mansioni. Dedichiamo noi stessi anima e corpo alla rivoluzione a causa dell'imponenza dei nostri compiti. Abbiamo liberato completamente il nostro paese, e abbiamo assicurato pienamente la sua difesa. Ciò nonostante, per difenderlo meglio in futuro, le nostre forze devono sempre essere sane. Assumendo sempre un impegno fermo e costante per la difesa del nostro territorio nazionale, da costa a costa.
Noi tutti conosciamo la storia antica di Angkor. Angkor è stata costruita durante il periodo dello schiavismo. Furono i nostri schiavi ad averla costruita sotto il giogo delle classi sfruttatrici di quel tempo e per la gioia del re. Se il nostro popolo è stato in grado di portare a termine la costruzione di Angkor, significa che può realizzare qualsiasi cosa. Il nostro popolo ci ha portato all'evento glorioso del 17 aprile 1975. Dobbiamo innalzare l'anima della nostra nazione, il nostro orgoglio nazionale, per svolgere al meglio il lavoro di difesa e costruzione della patria e per garantire il futuro del nostro Paese.

La seconda parte del mio discorso riguardante la rivoluzione nazionale e democratica è finito. Si passa ora alla terza parte, che ha a che fare con il nuovo periodo della rivoluzione, in cui i compiti principali sono la difesa del Kampuchea democratico, il proseguimento della rivoluzione socialista e la costruzione del socialismo nel Kampuchea.
La nuova fase della nostra rivoluzione è iniziata solo due anni fa. A differenza della passata rivoluzione nazionale e democratica, che ha coperto molti decenni nel corso dei quali affrontammo numerose prove rivoluzionarie, accumulando una vasta esperienza prima di arrivare al glorioso 17 aprile 1975, questa nuova fase è ancora troppo breve, e la nostra esperienza è dunque abbastanza limitata. Ciononostante, dobbiamo esaminare insieme questo nuovo periodo della rivoluzione cambogiana, la sua situazione attuale e le nostre prime esperienze. E, come risultato delle esperienze rilasciate dalla nostra pratica rivoluzionaria presente, dovremo certamente migliorare il nostro lavoro.

(FINE DECIMA PARTE)

Edited by Sandor_Krasna - 12/12/2014, 21:23
 
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view post Posted on 27/5/2013, 14:10




3. Sulla nuova fase della rivoluzione cambogiana, in difesa della rivoluzione democratica, per il prosieguo della rivoluzione socialista e della costruzione del socialismo
Esaminiamo e analizziamo ora la situazione in Kampuchea e della società cambogiana dopo il 17 Aprile 1975, con l'obiettivo di stabilire concretamente quali sono le contraddizioni e in quale modo risolverle, proprio mentre vengono definiti i compiti rivoluzionari di questo nuovo periodo.
In primo luogo, con la straordinaria vittoria del 17 aprile 1975, il nostro paese è stato completamente e definitivamente liberato. Abbiamo riguadagnato pienamente e completamente la nostra indipendenza e la nostra sovranità al 100%, che finalmente ora possiamo goderci in una maniera che non ha precedenti nei 2000 anni di storia del nostro paese. Siamo finalmente indipendenti in ogni ambito: politico, economico, negli affari militari, cultura, letteratura, arte, affari sociali, ecc. Siamo tutti profondamente orgogliosi e felici di questa situazione.
Ma, poiché oramai siamo riusciti ad ottenere una totale indipendenza, questo significa che non dovremmo più affrontare la minaccia di nemici esterni, imperialisti stranieri e reazionari, che ancora una volta cercheranno di renderci dipendenti negli affari militari, politici ed economici, così come in altri ambiti?
La situazione reale ci mostra chiaramente che gli imperialisti stranieri e reazionari nutrono da sempre l'obiettivo strategico e fondamentale di indebolimento del nostro paese e la riconquista di esso. Perciò, vi è una contraddizione esistente tra gli imperialisti stranieri e reazionari da un lato, e il Kampuchea democratico dall'altro. Questa è la contraddizione esistente con i nemici esterni, che desiderano compiere aggressioni contro di noi per annettersi il nostro territorio indipendente e sovrano.del Kampuchea.
Questa contraddizione attuale così come quella del periodo precedente, sono di natura diversa, perché, nel periodo precedente, il Kampuchea era sotto il giogo degli imperialisti, dei colonialisti e dei loro lacchè, i reazionari. Il nostro compito rivoluzionario, poi, non è più lo stesso; esso non consiste più nella rivoluzione per la liberazione nazionale e l'indipendenza. Il nostro compito è ora quello rivoluzionario di difendere il nostro paese, per la difesa del Kampuchea democratico: difendere la nostra l'indipendenza, la nostra sovranità e la nostra integrità territoriale all'interno dei nostri attuali confini, difendendo il potere operaio e contadino del nostro Partito, e salvaguardare il sacre vittorie della rivoluzione.
Ora che abbiamo raggiunto l'indipendenza nazionale, questo è il compito principale che ci troviamo davanti.

In secondo luogo, nello stesso momento in cui la nostra patria è stata completamente liberata, così è stato anche per il nostro popolo, in special modo per le masse degli operai, dei contadini ed altri lavoratori.
Gli operai, i contadini e le altre persone appartenenti a simili classi di lavoratori, costituiscono il 90% della popolazione, con la classe dei contadini che da sola rappresenta l'85%. Così, quando abbiamo aggregato gli operai e gli altri proletari ai contadini, la cifra ascrivibile al 90% è del tutto corretta. Una volta libero, il popolo lavoratore è diventato la forza motrice che attrae e conquista il restante 10% della popolazione. Tra i capitalisti, proprietari di case ed elementi di altre fasce che compongono questo 10%, ci sono molti elementi che sono per la rivoluzione, e che anche hanno preso parte alla rivoluzione stessa. Tra queste componenti sociali, ci sono alcuni patrioti che si rallegrano che la nazione sia stata finalmente liberata dallo stato di umiliante di schiavitù in cui era stata mantenuta per secoli, ed ora gode di una piena dignità e di grande prestigio in tutto il mondo. Tali elementi non costituiscono una forza trascurabile; rappresentano tra l'otto e il nove per cento della popolazione.
Quindi, in tutto, tra l'89% e il 99% della popolazione è stata liberata. Questa è una immensa vittoria per la nostra rivoluzione e per tutto il nostro popolo, perché per generazioni, il nostro popolo e la nostra nazione erano stati ridotti in schiavitù dagli imperialisti, colonialisti e reazionari. Le masse operaie, contadine e altri gruppi di lavoratori, sono stati particolarmente costretti a subire la miseria più orribile.
Ma ora, nella nostra nuova e giusta società, ci sono ancora contraddizioni? Se sì, quali sono? Quali forme prendono e come vanno risolte? Cerchiamo di esaminare ciò con l'obiettivo di definire correttamente i compiti della nostra rivoluzione nella sua nuova fase.
La situazione concreta della nostra nuova società cambogiana e il suo elemento ottimale riguardante il fatto che il nostro popolo sia stato completamente liberato e di aver unito risorse e sforzi per difendere e costruire il paese energeticamente, ciò non ha però impedito alla nostra nuova società di incontrare delle contraddizioni.
Da un lato, ci sono contraddizioni tra la gente, perché tutti noi ci portiamo ancora dietro le vestigia di un carattere appartenente alle classi della vecchia società, carattere radicato comunque da generazioni, ma, dopo tutto, il passaggio ad un tipo umano proletario e rivoluzionario è ancora abbastanza recente. Riteniamo che queste siano contraddizioni in seno al popolo, che possono essere risolte con l'educazione, con lo studio, con le sessioni di critica ed autocritica e con periodici esami di coscienza del nostro stile di vita rivoluzionario, sotto la supervisione e con l'aiuto della collettività; tutto ciò, sotto la direzione del Partito. E sempre importante effettuare un'analisi approfondita attraverso il lavoro educativo, che è finalizzato a sviluppare una consapevolezza collettivista e socialista per eliminare gradualmente l'idea di proprietà privata. Il nostro obiettivo è quello di continuare a costruire una forza rivoluzionaria del popolo, in modo che ognuno di noi possa diventare un rivoluzionario del nuovo Kampuchea, che con zelo difende e costruisce il paese, contribuendo al rapido innalzamento degli standard di vita della popolazione.
Le nostre cooperative, che sono organizzazioni collettive del nostro popolo sparse per tutto il paese, hanno dimostrato la loro grande forza fin dalle loro origini nel 1973.
Durante la guerra imperialista di devastazione condotta dagli USA, la forza collettiva costituita dalle cooperative è stata in grado di sconfiggere l'imperialismo degli Stati Uniti e, allo stesso tempo, di produrre abbastanza per soddisfare le esigenze del fronte e migliorare le condizioni di vita di tutta la nostra gente. Allo stesso modo, dopo la liberazione, grazie alla forza collettiva delle cooperative, siamo stati in grado di garantire completamente la difesa nazionale, sviluppare la produzione, e migliorare con successo le condizioni di vita di quasi otto milioni di abitanti del nostro paese. tutto questo è stato fatto in assoluta indipendenza e facendo affidamento solo sulle nostre risorse. E la stessa cosa è avvenuta in altre aree. Il lavoro che viene realizzato collettivamente produce risultati eccellenti, mentre il lavoro svolto in maniera individualistica conduce inevitabilmente a difficoltà inestricabili ed al fallimento.
Sulla base di queste analisi della nuova società cambogiana, il nostro partito ha impostato come suo compito rivoluzionario, la realizzazione della rivoluzione socialista utilizzando il massimo delle energie, con la massima fermezza e in maniera sempre più approfondita, così da garantirne il successo in tutte le zone del paese, sia attualmente, sia nel futuro.
Allo stesso modo, all'interno della nuova società cambogiana, ci sono contraddizioni che riguardano questioni di vita e di morte, per la presenza di agenti nemici, che appartengono alle diverse reti di spionaggio degli imperialisti e della reazione internazionale e che segretamente cercano di annidarsi per svolgere attività sovversive contro la nostra rivoluzione.
Queste contraddizioni antagonistiche sono anche causa dell'esistenza di un altro manipolo infame di elementi reazionari, che svolgono le loro mansioni controrivoluzionarie e cercano di distruggere la nostra rivoluzione nel Kampuchea. Questi elementi sono pochi numericamente,l'uno o il due per cento della popolazione. Alcuni si mimetizzano cercando di camuffarsi tra le masse, mentre altri agiscono apertamente.
Noi non consideriamo affatto questi traditori, questi elementi controrivoluzionari, come parte del popolo. Essi sono nemici del Kampuchea democratico, della rivoluzione cambogiana e del popolo Khmer. Le contrapposizioni con questi elementi devono essere risolte con delle misure adeguate riservate ai nemici: separarli, educarli riabilitando gli elementi che possono essere riabilitati; neutralizzare invece quegli elementi che sono esitanti, impedendo loro di fare altri danni alla rivoluzione, e, infine, isolare e sradicare solo il minor numero possibile tra coloro che sono crudeli e persistono in azioni contro la rivoluzione e il popolo, collabborando con elementi nemici stranieri per distruggere il proprio popolo e la sua rivoluzione.

In terzo luogo, tutti noi abbiamo appena visto che il nostro popolo, il 90% dei quali sono operai,
contadini e impiegati in altro tipo di mansioni, sono riusciti a liberarsi. Inoltre, esistono anche elementi patriottici, che costituiscono l'otto-nove per cento della popolazione, che hano seguito primi e uniti poi, alla rivoluzione. Con questi si raggiunge un totale che spazia tra il 98% al 99%.
Per liberare il 98% / 99% della popolazione, soprattutto coloro che lavorano, è stato come liberare una grande forza produttiva. Il materialismo storico ha chiaramente dimostrato che l'uomo è il fattore determinante per la produzione. Così, il nostro popolo che, in passato, è stato utilizzato come esercito di riserva, soffrendo umiliazioni indicibili e uno sfruttamento brutale, privato di ogni iniziativa e di ogni possibilità di lavoro per migliorare la propria condizione, che non ha avuto la possibilità di poter costruire il proprio paese e renderlo prospero-oggi quel popolo è libero. Hanno distrutto il vecchio modo di produzione basato sullo sfruttamento.
Dovremmo fermarci qui o assumere nuovi compiti? Dobbiamo continuare a consolidare e sviluppare nuovi, indipendenti, uguali e collettivi rapporti di produzione al fine di aumentare la produzione, costruire il paese e risollevare gli standard di vita del popolo facendo passi da gigante. Tutto ciò era completamente sconosciuto nella vecchia società sfruttatrice e oppressiva, subordinata ai vecchi rapporti di produzione. Ed è 'per queste ragioni che il Partito ha stabilito come suo nuovo compito, la costruzione socialista in tutte le aree dell Kampuchea democratico.

In sintesi, secondo la nostra analisi della situazione in Kampuchea e della società cambogiana dopo la liberazione del 17 aprile 1975, i nostri compiti rivoluzionari sono i seguenti:
a) Difendere il Kampuchea democratico con deteminazione, per la difesa della sua indipendenza, della sua sovranità, della sua integrità territoriale all'interno dei nostri attuali confini, per difendere il potere operaio e contadino del Partito e di difendere soprattutto le sacre conquiste della nostra rivoluzione al meglio delle nostre capacità.
b) Continuare a migliorare e approfondire la rivoluzione socialista. Continuare a concretizzare il consolidamento e lo svilupo del sistema collettivo socialista in ogni settore.
c) Di concentrare tutti gli sforzi per costruire il socialismo nel Kampuchea Democratico, ossia di costruire al meglio il socialismo in tutti i campi e con rapidità.

Alla luce dei nuovi compiti della nostra rivoluzione, esaminiamo ora il nostro lavoro, le condizioni favorevoli e le difficoltà, i punti di forza e le debolezze, l'unità e le contraddizioni, e il modo in cui ci siamo riusciti a risolvere queste contraddizioni.
Come ho già indicato, la nuova fase della nostra rivoluzione ebbe inizio solo due anni fa. Pertanto, non siamo ancora in grado di trarne conclusioni definitive.
Dobbiamo imparare a poco a poco dalle nostre esperienze, perfezionare il nostro lavoro e continuare a progredire nella ricerca di nuovi compiti per la nostra rivoluzione.
Nel corso di questo periodo, in cui abbiamo realizzato la rivoluzione socialista e costruito il socialismo nel nostro paese, possiamo dire che abbiamo lavorato duramente, ottenendo buoni risultati. Tuttavia, la strada da percorrere è lunga.
In generale, nello svolgimento dei compiti della nostra rivoluzione, abbiamo incontrato condizioni favorevoli, così come difficoltà di ogni sorta, e disponiamo sia di punti di forza che di punti deboli, sia dal punto soggettivo che da quello oggettivo.
Ma, tutto sommato, predominano i nostri punti di forza , e stiamo gradualmente avanzando verso il successo nella realizzazione dei nuovi compiti della nostra rivoluzione.
Ora sto per farvi un breve riassunto in due parti. La prima parte riguarderà la situazione della rivoluzione socialista, che riteniamo essere la base importante e fondamentale per la realizzazione dei nuovi compiti della nostra rivoluzione. La seconda parte invece riguarderà la situazione del movimento rivoluzionario di massa per la difesa del paese e per la costruzione del socialismo.

(FINE UNDICESIMA PARTE)

Edited by Sandor_Krasna - 12/12/2014, 21:23
 
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Mekong
view post Posted on 28/5/2013, 11:05




a) La situazione generale della rivoluzione socialista
La situazione generale della rivoluzione socialista nel Kampuchea è tutto sommato buona. Abbiamo posto solidamente le basi per il nostro modello di socialismo collettivista, e lo stiamo migliorando continuamente, quanto il suo sviluppo e consolidamento.
In pratica:
I. I vecchi rapporti di produzione, basati su sfruttamento e oppressione, sono state aboliti e il nuovo, indipendente, egualitario, modello di produzione socialista e collettivista viene progressivamente consolidato e sviluppato.
II. Le forze produttive, in particolar modo la classe lavoratrice che rappresenta il 90% della popolazione, sono state completamente liberate. Esse stanno subendo una piena trasformazione e si stanno sviluppando adesso in uno straordinario e forte movimento per la produzione, pieno di entusiasmo, vitalità, iniziativa e spirito creativo. Questa forza immensa, addormentata per secoli a causa delle loro mani incatenate dalle varie classi sfruttatrici, si è risvegliata ed è entrata in azione coraggiosamente e con vigore.
III. Le cooperative contadine collettive diffuse in tutto il paese, che furono fondate nel 1973 durante gli attacchi aerei condotti dall'imperialismo degli Stati Uniti, si stanno sviluppando e rafforzando, sia quantitativamente che qualitativamente. Dal momento della loro fondazione nel 1973, le cooperative hanno superato molte prove servendo con successo il movimento rivoluzionario in ogni settore. Durante la guerra, le cooperative furono la fonte di tutto: manodopera per l'esercito, per l'economia, per i trasporti verso altri settori. Dopo la guerra, gli è stato affidato il compito di promuovere la produzione, migliorando in tal modo la propria autonomia, basandosi esclusivamente sulla propria forza, e assumendosi la piena responsabilità per il supporto e il nutrimento degli abitanti di altri nuovi territori, liberati completamente il 17 aprile 1975. Attualmente, le nostre cooperative sono unità collettive, molto solide dal punto di vista politico, ideologico e organizzativo. Esse svolgono le loro mansioni rivoluzionarie e, sono riuscite a trasformare la nostra campagna, un tempo sterile, arida e miserabile, in un paesaggio ogni giorno più rigoglioso, fornito di serbatoi di tutte le dimensioni, di reti di canali coperti di risaie e campi verdi. Ogni cooperativa è diventata una piccola società collettivista, una società interamente nuova, liberata da cultura e tradizioni corrotte e depravate. Si tratta di una nuova società sana, che sta consolidando e sviluppando se stessa costantemente, dove a prevalere sono l'uguaglianza e armonia. Tali condizioni di vita hanno permesso e sviluppato realtà come la produzione di cibo, i servizi sanitari, la cultura e l'istruzione. Mentre si vanno rafforzando e sviluppando qualitativamente, le nostre unità cooperative continuano anche ad aumentare di dimensioni. In media, il 50% delle cooperative sono composte da 700 a 1.000 famiglie, il 30% da 400 a 600 famiglie, e il 20% da 100 a 300 famiglie. Si può vedere che, in generale, le nostre cooperative raggiungono le dimensioni in scala dei comuni. Solo un piccolo numero rimangono ancora alle dimensioni dei villaggi.
IV. A parte le questioni di cui sopra, noi continuiamo ad operare senza l'uso del denaro e senza salario giornaliero. Tutto il nostro popolo, il nostro Esercito rivoluzionario, tutti i nostri quadri e tutti i nostri combattenti vivono in un sistema collettivo supportato attraverso un sistema di sostegno comunitario, che è in via di miglioramento ogni giorno che passa. Questo è stato un passo di successo verso la soluzione delle contraddizioni tra la città e la campagna, tra gli operai e i contadini, tra i lavoratori manuali e intellettuali, tra i quadri e le masse, tra l'infrastruttura economica e la sovrastruttura. Continuiamo a risolvere queste contraddizioni secondo la natura delle contraddizioni stesse. Tuttavia, abbiamo già i primi abbozzi e progetti di base per il lavoro futuro. Abbiamo cercato di seguire l'esperienza concreta del nostro movimento, al fine di migliorarla, promuoverla, consolidarla e svilupparla per fare in modo che potrà servire correttamente il nostro movimento rivoluzionario.
V. C'è un altro aspetto importante di questa situazione che ci dà un motivo in più per celebrare e rafforzare la nostra fiducia nel movimento rivoluzionario. Si tratta dell'immensa forza del nostro popolo, che con entusiasmo ed ardore stanno partecipando alla rivoluzione ed alla costruzione del socialismo. Per cui, tutti coloro che, nella vecchia società appartenevano alla classe dei poveri e a quella medio-bassa dei
contadini sono pienamente soddisfatti del sistema delle collettivizzazioni e delle cooperative, sostenendole con tutto il cuore. Un tempo, loro e le loro famiglie potevano sostentarsi e provvedere solo per se stessi, dai due ai cinque mesi all'anno. Per essere in grado di sopravvivere per il resto dell'anno, erano
obbligati ad abbandonare le loro case, i loro villaggi e le risaie per andare a lavorare come autisti
di cyclo e facchini per un salario miserabile. Ora invece, mangiano bene per tutta la durata dell'anno. La loro qualità della vita è superiore a quella dei contadini medi della vecchia società. In più, hanno a disposizione medici e medicine nelle loro cooperative. Essi stanno imparando a leggere, a scrivere e a contare. Stanno traendo benefici dalla loro formazione politica, che amplia le loro conoscenze quotidiane. Ma ancora più importante è che, loro stessi hanno il potere di dirigere e gestire le proprie cooperative.
Pertanto, essi sono diventati i veri padroni delle terre, delle risaie, e dei raccolti, cioè, i frutti del loro lavoro. In una parola, hanno pienamente riacquisito la loro dignità. Questi ex contadini poveri e medi della fascia più bassa, rappresentano il 75% della popolazione totale. Questa immensa forza rappresenta una potenza numerica, ma lo è ancora di più nella sua forza rivoluzionaria. Quanto a coloro che furono contadini medi e piccolo borghesi nella società passata, sono ugualmente soddisfatti del sistema collettivista delle cooperative. Lungi dall'essere preoccupati per quel che riguarda l'approvvigionamento alimentare, la loro situazione non è cambiata. Ma, oltre alla garanzia per se e per le loro famiglie che avranno sempre abbastanza da mangiare, possono godere ora della completa copertura sanitaria con cure mediche adeguate. Inoltre, essi hanno accesso all'istruzione, alla cultura e allo studio politico, che gli consente di aprire se stessi ad 360 gradi, permettendogli di diventare cittadini rivoluzionari e patriottici del nostro nuovo Kampuchea, in cui ogni giorno aumenta sempre più la consapevolezza poitica. Infine, la pratica del centralismo democratico, gli garantisce pienamente il diritto di partecipare alla leadership e alla gestione delle cooperative. Gli ex contadini medi e i piccolo borghesi costituiscono il 20% della popolazione totale. Aggiungedogli il 75% al di sopra di loro, ciò costituirebbe il 95% della popolazione. Questa cifra rappresenta una forza potente dal punto di vista politico, nonché ideologico, organizzativo e competente in tutti i settori delle attività generali, in particolare modo nella produzione, e nell'innalzamento degli standard di vita e della difesa nazionale. Sono una forza motrice, che inglobano a sé il restante 5% della popolazione, la maggior parte dei quali sono patrioti e vogliono prendere parte alla rivoluzione. Da un punto di vista strettamente materiale, il tenore di vita di questo 5% si è ridotto sotto certi aspetti, in quanto nelle cooperative, il tenore di vita rispecchia soltanto quello di un contadino medio. Tutto sommato, questi standard di vita sono perfettamente adeguati. Ciò che è importante per loro,
tuttavia, è che possano vedere con i propri occhi che il nostro paese sia potuto finalmente diventare indipendente, che il nostro popolo sia davvero degno di ammirazione, che la nostra campagna è stata completamente trasformata, ed il futuro del nostro paese e della nostra gente appare luminoso. Tanti aspetti rafforzano la loro fiducia nel nuovo regime rivoluzionario. Essi possono avere così la garanzia che con il nuovo sistema, i loro figli cresceranno con onore e trasformati in buoni cittadini e patrioti, devoti al popolo e attivi nel contribuire partecipando con il loro lavoro, alla difesa e alla costruzione del paese. Potranno insomma dare un contributo alla prosperità e alla grandezza di esso. Ai vecchi tempi, il nostro popolo mai avrebbe immaginato che tali cose fossero possibili. Da un massimo di un 5%, ad un minimo di un 3 o 4% di loro, sono favorevoli alla rivoluzione. Perciò, riassumendo, dal 98% al 99% della popolazione è per la rivoluzione. Partecipano alla rivoluzione socialista e alla costruzione del socialismo con tutto il cuore, ed hanno fiducia nel futuro luminoso del nostro paese e nel popolo.
VI. Assieme ai cinque fattori sopra elencati, c'è n'è un altro importante: l'attuazione della dittatura del proletariato del Partito in tutte i settori della nostra attività rivoluzionaria. Promuoviamo infatti un'ampia democrazia tra la gente attraverso una corretta applicazione del centralismo democratico, in modo che questa immensa forza si mobiliterà entusiasticamente e con rapidità per la rivoluzione socialista e la costruzione del socialismo, con grandi passi da gigante in avanti. Come in passato, questa forza, piena di spirito e entusiasmo, piena di creatività e di iniziativa, sta prendendo parte attivamente alla difesa del paese, nella rivoluzione socialista come nella sua costruzione. Quando la forza di tutto il nostro popolo è scatenata, la rivoluzione può dirsi già vittoriosa. Il nostro movimento rivoluzionario durante i cinque anni di guerra di liberazione nazionale, ha infatti dimostrato che ciò è sempre vero. D'altra parte, assolutamente e senza alcuna esitazione, applichiamo la dittatura del proletariato ai nostri nemici e al piccolo manipolo di elementi reazionari che si oppongono alla rivoluzione, che cercano di distruggerla, che cercano di svenderla fuori agli imperialisti stranieri e reazionari, con l'intento di rovinare la propria nazione, la propria gente e la loro stessa rivoluzione. La situazione generale della nostra rivoluzione socialista dimostra che abbiamo posto le fondamenta del nostro socialismo collettivista. Pertanto, dobbiamo continuare incessantemente a rinforzarlo, svilupparlo e migliorarlo.

(FINE DODICESIMA PARTE)

Edited by Sandor_Krasna - 12/12/2014, 21:28
 
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Mekong
view post Posted on 29/5/2013, 11:43




b) La situazione della rivoluzione cambogiana nel settore della difesa nazionale e in tutti i campi della costruzione del socialismo
Per quanto riguarda i nostri sforzi per difendere il Kampuchea Democratico, per salvaguardare la nostra indipendenza, la nostra sovranità e l'integrità territoriale all'interno dei nostri attuali confini,
preservando il potere dello stato operaio e contadino del nostro Partito, così come i frutti della vittoria della nostra rivoluzione, possiamo dire di esserci completamente riusciti. Abbiamo difeso, salvaguardato e conservato tutte queste cose sulla base dei principi d'indipendenza e d'iniziativa.
Tutti i nostri compagni e il nostro popolo hanno ormai completamente colto la linea ed il sostegno del nostro Partito e del governo del Kampuchea Democratico. Il nostro popolo di Kampuchea aderisce ai sacri principi del quieto vivere, onorevolmente, e come padroni del proprio paese. Stanno costruendo un società nazionale nuova secondo le loro più profonde aspirazioni e secondo una linea scelta per loro stessi.
In passato, il nostro popolo fu costretto a vivere la misera esistenza degli schiavi.
Il nostro paese fu saccheggiato e oppresso dai reazionari stranieri, feudatari, colonialisti e imperialisti. Perdemmo gran parte del nostro territorio. I nostri confini attuali sono il risultato desolante di successive ondate di aggressioni straniere, espansioni ed annessioni.
Dal 17 aprile 1975, quando il Kampuchea fu totalmente e interamente liberato, il popolo è diventato i vero padrone della nostra patria e del nostro destino. Mantenendo un forte senso di corretto patriottismo. Anche se la sua storia fu caratterizzata dalla miseria, il nostro popolo non mai dissotterra i rancori del passato, ma rivolge tutta la sua attenzione verso il presente e il futuro.
Esso non nutre rancore verso nessuno, e né noi abbiamo alcuna intenzione di intraprendere alcuna aggressione o di espandere il nostro territorio, a spese di chiunque altro. Non vogliamo nemmeno un centimetro di terreno che appartenga a qualcun'altro. Il nostro è un piccolo paese con una piccola popolazione. Il sistema politico del Kampuchea Democratico non ci consente assolutamente di aggredire qualsiasi altro paese. Di solito un piccolo e povero paese non va ad ingoiarne uno più grande. La storia del mondo dimostra che, solo le classi dominanti e reazionarie dei grandi paesi, quelle alla Hitler per intenderci, che inventano pretesti per provocare e accusare dei piccoli Stati di invasione, usandoli poi per poter giustificare una aggressione e le proprie politiche espansionistiche.
Il Kampuchea Democratico non ha alcun motivo per commettere aggressioni contro nessuno.
Abbiamo una superficie di 181 mila chilometri quadrati con un massimo di sei milioni di ettari di terreno agricolo. Il nostro lago Tonle Sap, il fiume Tonle Sap, il Fiume Mekong, il fiume Bassac, come gli stagni e gli altri laghi, abbondano di pesce. Le nostre fitte foreste, il suolo e il sottosuolo sono ricchi di risorse naturali. Siamo solo otto milioni di persone. In termini di terra coltivata, ogni famiglia contadina è in grado di gestire una media di cinque ettari di terreno. In considerazione di ciò, il Kampuchea democratico non ha assolutamente bisogno di annettersi la terra di qualcun altro. Inoltre, siamo appena usciti da una enorme guerra di devastazione. Abbiamo bisogno di tutto il tempo e tutta la forza a cui possiamo fare appello, al fine di ricostruire il nostro paese, migliorando ed aumentando i nostri standard di vita e quelli del nostro popolo nel più breve tempo possibile. Necessitiamo dunque molto, facendone tesoro della nostra indipendenza, sovranità e integrità territoriale. Ci sforziamo costantemente per sviluppare relazioni strette e amichevoli con tutti i paesi del mondo, vicini e lontani, come è dimostrato dalle visite in Kampuchea, di delegazioni di molti paesi in tutto il mondo, a partire dal 1975, subito dopo la liberazione del nostro paese.
Rispettiamo anche scrupolosamente l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale degli altri paesi. Tuttavia, il nostro popolo e il nostro Esercito Rivoluzionario, sono determinati a difendere la nostra indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale all'interno dei nostri attuali confini. Oggi, il popolo cambogiano ha preso il destino del proprio paese nelle proprie mani. Ciò è diventato possibile a causa di una storia fatta di lotte aspre, tortuose ed eroiche, insieme agli innumerevoli sacrifici che hanno portato alla sconfitta dell'imperialismo statunitense e dei suoi cani da guardia il 17 aprile 1975. E d'ora in poi questo popolo non consetirà mai più assolutamente a chiunque, di aggredire, interferire, sovvertire, provocare o violare il nostro paese, o modificarne i suoi confini. Questa presa di posizione corretta del nostro popolo gli ha fatto guadagnare il sostegno di amici vicini e lontani, nei cinque continenti, in quanto giusta. Nel corso degli ultimi due anni, nonostante i tanti problemi che abbiamo dovuto risolvere in vista della fine della guerra, il nostro popolo ed il nostro Esercito Rivoluzionario, afferrando saldamente la natura dell'imperialismo USA e dei suoi lacchè, e tutti i tipi di nemici reazionari, e mantenendo costantemente la vigilanza rivoluzionaria, hanno frantumato tutti i tentativi di aggressione, sovversione e provocazione da parte di nemici di ogni genere. Abbiamo tutelato con successo, rafforzato e ampliato i frutti della rivoluzione e il potere dello Stato rivoluzionario, salvaguardando totalmente l'indipendenza, la sovranità, l'integrità territoriale e i confini del nostro paese, basandoci sui valori della completa indipendenza, iniziativa ed autonomia. Il nostro successo ha creato perciò le condizioni ottimali per attuare la migliore difesa possibile del Kampuchea e ci ha dato una grande opportunità per immergerci ancora più in profondità nella costruzione del nostro paese.
Il nostro Kampuchea Democratico, ancora una volta dichiara solennemente che faremo assolutamente in modo da non provocare mai alcun paese e che con risolutezza restiamo fermamente fissi sul principio del rispetto reciproco per l'indipendenza delgli altri, della loro sovranità, dell'integrità territoriale e dell'uguaglianza.
Il nostro lavoro di difesa nazionale ha avuto un grande successo fino ad ora.
Nondimeno, dobbiamo mantenere un livello elevato di vigilanza rivoluzionaria, con il proposito di stare sempre in allerta contro ogni tentativo potenzialmente aggressivo e provocatorio dal nemico.
Nello sforzo di ricostruzione nazionale, il nostro partito si attiene alle reali condizioni del paese. Il nostro è un paese agricolo arretrato, che è stata devastato dalla guerra distruttiva di aggressione condotta dal imperialismo americano. Con piena fiducia, ci affidiamo al potente spirito rivoluzionario, all'esperienza e all'ingegno creativo del nostro popolo. Abbiamo preso l'agricoltura come elemento fondamentale, usandone i frutti per costruire in seguito un sistema industriale, con l'obiettivo di trasformare rapidamente il Kampuchea da paese agricolo arretrato, in uno modernizzato.
Così come abbiamo intenzione di trasformarlo rapidamente in un paese industrializzato e saldamente fisso sui principi di indipendenza, iniziativa ed autosufficienza.
Nel settore agricolo, il nostro Partito si è concentrato sulla soluzione del problema chiave della conservazione delle risorse idriche, al fine di massimizzare la produzione di riso, che è l'alimento base fondamentale. Nella passata stagione secca del 1977, i lavoratori delle nostre cooperative hanno costruito serbatoi enormi d'acqua in ogni paese e regione, ciascuno dei quali con una capacità di 100-200 milioni di metri cubi di stoccaggio d'acqua; serbatoi di medie dimensioni da 50 a 60 milioni di metri cubi d'acqua e piccoli serbatoi da 50 a 60 milioni di metri cubi d'acqua in ogni distretto. Insieme, questi serbatoi contengono 2,8 miliardi di metri cubi d'acqua, comprese le acque dei canali, che hanno una lunghezza totale di diverse centinaia chilometri. Questi progetti possono irrigare campi di riso di circa 250.000 ettari in entrambe le stagioni, piovose e secche. I lavoratori delle cooperative hanno costruito anche cinque dighe sul flusso del Prek Thnot per favorire l'irrigazione di 60.000 ettari di terreni agricoli; due dighe sul flusso del Chinit per l'irrigazione di 20.000 ettari dei terreni agricoli; tre dighe sul flusso del Pursat per l'irrigazione di 30.000 ettari di terreni agricoli, una diga sul torrente Battambang per l'irrigazione dei 40.000 ettari di terreni agricoli, e le altre dighe sul Seam Reap, Knabanh e in altri corsi d'acqua minori. In totale, nel 1977, i nostri contadini delle cooperative, hanno realizzato tutti i tipi di progetti idrici, che hanno risolto il problema dell'acqua in tutte le stagioni, in quella secca nonché in quella delle piogge, per 400.000 ettari di terreni agricoli. Tutte queste opere sono state costruiti dai nostri operai e contadini che dipendono interamente dai propri sforzi, con le loro mani nude e le loro zappe.
Al tempo stesso, un vigoroso movimento di massa che si è mobilitato per raccogliere e produrre fertilizzanti naturali e prodotti chimici per l'agricoltura, dalle abbondanti riserve locali di materie prime naturali, è riuscito anche a fare progressi.
Nel corso del 1976, abbiamo prodotto circa l'80% del raccolto di riso, in conformità con il nostro piano. Questo ci ha fornito cibo a sufficienza per noi tutti, una media di 312 kg pro capite, mettendoci anche in condizioni nel 1977, di poter iniziare l'esportazione di decine di migliaia di tonnellate di riso, con l'obiettivo di accumulare capitale per la nostra difesa nazionale e per gli sforzi della ricostruzione. In più, viene prodotta anche la gomma naturale ed altri prodotti agricoli.
Nel settore industriale, il nostro Partito trae spunto ancora una volta dalle condizioni concrete del paese, con particolare attenzione alle fabbriche, necessarie alla produzione agricola e ai bisogni giornalieri del popolo. Tenendo ciò in mente, abbiamo costruito molte nuove fabbriche, ed abbiamo riparato e trasformato quelle già esistenti, che in precedenza erano dipendenti dalle materie prime estere, in fabbriche che ora si basano fondamentalmente sulle materie prime disponibili localmente.
Assieme all'industria, stiamo prestando grande attenzione per l'espansione dell'artigianato a livello delle varie unità produttive locali e regionali, al fine di contribuire ad accelerare la crescita economica. Il nostro obiettivo principale è quello di creare, consolidare e sviluppare gradualmente grandi, medie e piccole reti industriali e artigianali a Phnom Penh, come nei vari villaggi, distretti, sezioni e cooperative, per rafforzarle ed espanderle costantemente.
Nel campo della cultura e dell'istruzione, l'obiettivo del nostro partito è quello di imparare attraverso la pratica di servire il movimento per difendere e costruire il paese. La teoria va sempre con pratica reale, lo studio al servizio effettivo del modo di produzione. Le nostre scuole nelle cooperative e nelle fabbriche svolgono un ruolo importante. La nostra educazione ha una forte base nazionale e di massa. In questo momento, si stanno compiendo sforzi per espandere l'apprendimento della scienza e della tecnologia. Nell'immediato futuro, il nostro obiettivo principale è quello di sradicare l'analfabetismo. Nella vecchia società, esistevano alcune scuole elementari, scuole superiori, colleges e università, ma in campagna, il 75% delle persone erano analfabete, soprattutto i poveri e i contadini di ceto medio-basso. Anche nelle città, il 65% dei lavoratori erano analfabeti. Ora, dopo appena due anni dalla liberazione nazionale solo il 10% della popolazione adulta rimane analfabeta. Stiamo risolvendo questo problema mediante la linea di massa e con l'istruzione di massa obbligatoria.
L'educazione nel vecchio sistema, copiata da modelli esterni, era estranea alle condizioni concrete del Paese. Era incapace di difendere e ricostruire il paese, come di migliorare la vita del popolo. Ed era totalmente dipendente dagli aiuti stranieri. Ora, al fine di servire il movimento per difendere e costruire bene e velocemente il paese, sono state lanciate numerose campagne per apprendere la scienza e la tecnologia. Noi impariamo così attraverso la sperimentazione e, allo stesso tempo, il lavoro, sintetizzando le nostre esperienze. Dunque la tecnologia, la cultura e la teoria sono apprese contemporaneamente. La conoscenza tecnologica della produzione di riso, la produzione di gomma e altri tipi di tecnologia industriale è stata fatta propria in larga misura. Possiamo vedere che il nostro attuale sistema di istruzione serve efficacemente il movimento per la difesa e la ricostruzione del paese, per migliorare la vita del popolo. Insieme a questo, i nostri figli, i giovani, i lavoratori, i contadini, gli uomini e le donne combattenti hanno ricevuto anche una educazione al patriottismo rivoluzionario. Tutti sanno abbastanza chiaramente chi sono i nemici e chi sono gli amici della loro rivoluzione e dei movimenti rivoluzionari popolari per la liberazione nazionale in tutto il mondo. Restando fermamente al fianco dei popoli rivoluzionari di tutto il mondo.
Nel campo della previdenza sociale e della salute pubblica, abbiamo avuto successo. Per tutelare bene la salute del popolo, il nostro partito ha fondato un corpo di medici rivoluzionari, composto da persone dotate di un alto senso di sacrificio e di dedizione per la produzione di farmaci a base di ingredienti locali e di erbe naturali. Il nostro personale medico approfondisce le proprie competenze mediche nello svolgimento effettivo del proprio lavoro. Abbiamo ampliato il centro farmaceutico e stiamo costruendo ospedali a Phnom Penh, come nelle cooperative, nei villaggi, nei distretti e nei diversi settori di tutto il paese. In media, per ogni 100 famiglie all'interno delle cooperative, esiste una struttura ospedaliera con tre infermieri e un farmacista. Lo stato di salute del nostro popolo sta rapidamente diventando eccellente. Abbiamo spazzato via con successo varie patologie sociali e le dipendenze. Ora ci stiamo concentrando sullo sradicamento della malaria. Durante lo scorso anno, quando è stato lanciato il primo piano quadriennale completo, abbiamo raggiunto tra il 70% e l'80% degli obiettivi del nostro programma. Dobbiamo continuare a lottare per aumentare rapidamente il tenore di vita della gente e migliorare la loro salute, perché abbiamo bisogno di aumentare il numero del nostro popolo di Kampuchea a 15-20.000.000 di unità nei prossimi 10 anni. Come rimasugli della società passata, persistevano fenomeni marginali creati dall'imperialismo e dalle classi sfruttatrici, come la delinquenza dei diseredati, la prostituzione e altri reati: questi sono stati completamente spazzati via dal grande movimento di massa definito "ripulire e spazzare via”.
I buoni risultati ottenuti in questo modo dal nostro popolo, sotto la corretta guida e la direzione lungimirante del Partito Comunista di Kampuchea negli anni passati, costituiscono la base di grandi e nuove vittorie nella fase attuale della nostra rivoluzione cambogiana.
Tuttavia, per soddisfare i desideri espressi del nostro popolo, abbiamo ancora una lunga strada da percorrere. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi, per elevare rapidamente il tenore di vita della nostra gente in tutti i campi e andando oltre, in modo che ogni persona possa continuare ad esser forte ed in salute, con un deciso spirito di patriottismo, per far si che un giorno la popolazione cambogiana, possa aumentare di numero velocemente, per difendere in modo più efficace e costruire al meglio il nostro Kampuchea, trasformandolo facendo passi da gigante in un paese prospero e sviluppato. Non abbiamo alcun motivo di ridurre numericamente la nostra popolazione o tentare di livellarla demograficamente. Oggi, che la nostra popolazione conta quasi otto milioni di abitanti, è inferiore ai necessari bisogni del paese, per i quali ci sarebbe bisogno di 20 milioni di persone. Pertanto, il nostro obiettivo è quello di aumentare la popolazione più rapidamente possibile.
Allo stato attuale, anche se gli standard di vita del nostro popolo non hanno raggiunto il punto massimo del benessere, le masse sono ad un livello in cui hanno garanzie e la sicurezza di soddisfare tutte le proprie esigenze, in tutti i settori, per tutti gli uomini, e senza alcuna eccezione. Rispetto al 1975, quando una guerra devastante era appena terminata, possiamo dire che attualmente, abbiamo compiuto notevoli progressi.
Questo è ciò che volevo annunciarvi, riguardo i nostri successi conseguiti fino ad ora nei settori della difesa nazionale e della costruzione socialista del nostro paese.
Molta gente, come nei paesi amici, gioiscono dinanzi al successo e alle conquiste del popolo di Kampuchea. Essi hanno infatti dimostrato grande simpatia e supporto nei nostri riguardi.
Il nostro Partito e il nostro popolo considerano la simpatia, l'incoraggiamento e la solidarietà espressa da amici vicini e lontani, in tutto il mondo, come il più potente supporto per la nostra ferma posizione politica di indipendenza, sovranità, neutralità e non allineamento.
Il nostro Partito e il nostro popolo colgono l'occasione per esprimere il nostro più sincero grazie a questi amici, siano essi vicini o lontani.
Il nostro Partito e il nostro popolo credono fermamente che i loro sforzi per realizzare la rivoluzione per il bene del nostro paese, per difendere e ricostruirlo, e di elevare rapidamente il tenore di vita del nostro popolo, nel rispetto dei principi di indipendenza, iniziativa e fiducia in sé stessi, rappresentano un piccolo contributo per i movimenti popolari rivoluzionari di tutto il mondo nella lotta per la liberazione nazionale e per quei popoli che vivono sotto l'oppressione nei propri paesi, e soprattutto, nella lotta per difendere l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale di tutte le nazioni, in particolare modo i paesi non allineati e del terzo mondo.
Se diamo uno sguardo alla situazione mondiale, troviamo che è favorevole ai popoli in lotta e alla rivoluzione. I popoli e le nazioni oppresse, quelli dei paesi non allineati e del terzo mondo, hanno raggiunto un alto livello di consapevolezza politica. Stanno cominciando a essere fermamente convinti dei propri punti di forza, riconoscendo i propri alleati e possedendo un alto livello di comprensione della vera natura delle politiche espansionistiche dell'imperialismo. Stanno cercando risolutamente di riprendersi nelle loro mani il proprio destino. Allo stesso tempo, stanno rafforzando fortemente l'unità tra loro, al fine di distruggere e spazzare via tutti i tentativi delle superpotenze imperialiste ed espansioniste di tutti i tipi, volti a creare il dissenso, le divisione e la discordia. Questa è una potente marea di portata storica, che nessuna forza al mondo può essere in grado di fermare. I popoli rivoluzionari e progressisti di tutto il mondo, sicuramente conseguiranno numerose vittorie. Il nostro partito come il popolo del Kampuchea devono catalizzare tutti i propri sforzi, per poter contribuire ad alimentare questa storica marea, spingendola in avanti con ancor più maggiore forza.

Finisco qui la presentazione della mia relazione nel nostro congresso di massa, avendo descritto la storia e la linea politica dei nostri movimenti popolari, dagli inizi fino al giorno d'oggi, in occasione del diciassettesimo anniversario della fondazione del nostro Partito, come pure in occasione della presentazione ufficiale di esso. L'essenza della linea del nostro partito, il movimento rivoluzionario del nostro popolo, il nostro esercito rivoluzionario ed i nostri uomini e donne combattenti, rappresentano un qualcosa di così vasta portata che non può essere descritto qui nella sua totalità.
Quello che ho descritto è solo un abbozzo del quadro generale, realizzato con il desiderio di spiegare a voi l'obiettivo del movimento rivoluzionario del nostro paese, dagli inizi fino al giorno d'oggi. In un secondo momento, ci incontreremo per consolidare, ampliare ed approfondire il nostro dibattito su qualsiasi problema. Dobbiamo studiare, sintetizzare ed imparare dalle esperienze del movimento rivoluzionario del nostro popolo, al fine di costruire il nostro partito, noi stessi e le nostre forze, promuovendo il nostro movimento rivoluzionario, e ripagare il servizio dei nostri uomini e compagni d'arme caduti, che sono morti lasciandoci i loro successi nella nostra solida conoscenza. Tali risultati ora appartengono a noi tutti, per cui, dobbiamo rafforzarli e svilupparli.
Con la dovuta umiltà rivoluzionaria, possiamo dire che la situazione della nostra rivoluzione fino ad oggi è stata eccellente. Da tutti i punti di vista possiamo dunque dire che la situazione generale è eccellente, sia nei cambiamenti qualitativi, sia in quelli quantitativi.
Nessuno degli splendidi risultati del nostro lavoro, sarebbe stato possibile in passato senza gli sforzi monumentali condotti da tutte le generazioni del nostro popolo, dal nostro Esercito Rivoluzionario in tutte le sue fasi successive, e dagli uomini e dalle donne combattenti , come dai quadri presenti in tutti i ministeri e dipartimenti. Tutti noi abbiamo cercato con il più alto senso di responsabilità rivoluzionaria di svolgere i nostri compiti rivoluzionari bene sotto la guida del Partito Comunista di Kampuchea. Solo sotto la sua guida potevamo raggiungere questi ottimi risultati. Il nostro viaggio è stato lungo, considerando l'ampiezza dei movimenti rivoluzionari nel nostro paese. Tuttavia, allo stesso tempo, dobbiamo possedere l'umiltà rivoluzionaria.
Dobbiamo si vedere la nostra vittoria come una grande vittoria, ma dobbiamo anche renderci conto che i nostri compiti sono ancora numerosi e sempre più difficili: difendere il paese per salvaguardare il Kampuchea Democratico, tutelare la rivoluzione cambogiana, preservando il potere operaio e contadino dello stato, e infine il duro compito di ricostruire la patria rapidamente, per renderla un paese prospero e glorioso, in modo da aumentare gli standard di vita del nostro popolo portandogli gloria e felicità, così come dare un contributo al benessere dei popoli rivoluzionari del mondo.
In conclusione, a nome di tutto il Partito Comunista di Kampuchea, voglio esprimere i miei migliori auguri ai compagni rappresentanti degli operai e dei contadini, dell'Esercito Rivoluzionario, dei ministeri, e di tutti i reparti presenti a questo incontro, e, attraverso voi, vorrei anche estendere i miei migliori auguri a tutti quei compagni, operai, contadini e combattenti che non hanno potuto partecipare a questo incontro. Possiate voi tutti godere di buona salute, grande forza, vigilanza costante e un successo strepitoso nel vigoroso svolgimento di tutti i compiti che vi sono stati affidati dal Partito.

VIVA IL DICIASSETTESIMO ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL PARTITO COMUNISTA DI KAMPUCHEA!
VIVA IL GIUSTO E LUNGIMIRANTE PARTITO COMUNISTA DI KAMPUCHEA!
VIVA IL GRANDE POPOLO CAMBOGIANO!
VIVA L'INVINCIBILE ED EROICO ESERCITO RIVOLUZIONARIO DI KAMPUCHEA!
VIVA IL GLORIOSO KAMPUCHEA DEMOCRATICO!

(FINE)

Edited by Sandor_Krasna - 12/12/2014, 21:34
 
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Mekong
view post Posted on 29/5/2013, 12:01




BIOGRAFIA DEL COMPAGNO POL POT

Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Kampuchea

Settembre 1978



Partecipazione ai movimenti di lotta patriottica e rivoluzionaria

Ha progressivamente acquisito la consapevolezza patriottica e i sentimenti d'amore per il popolo, nonché l'odio per i nemici della patria e del popolo.

Attraverso i racconti sulle lotte patriottiche intraprese durante l'aggressione francese precedente alla Seconda Guerra Mondiale.
Dalla lettura di diversi libri progressisti.




1940-1948: Durante i suoi studi prese parte alle attività clandestine per organizzare gruppi giovanili patriottici contro francesi e giapponesi.


1949-1952: Prese parte alla formazione di gruppi Marxisti-Leninista tra alunni e studenti e nel movimento di lotta contro i colonialisti francesi.


1953-1954: Partecipa alla lotta armata in clandestinità come combattente, con il compito di cucinare e altre mansioni del genere.


1954-1960: Diviene responsabile per il lavoro rivoluzionario a Phnom Penh e in parte nelle campagne. Ha applicato i compiti di lavoro rivoluzionario tra gli alunni, studenti e intellettuali, tra i lavoratori e gli operai delle città, tra i monaci e le personalità patriottiche.


1957-1959: Partecipa alla commissione incaricata di elaborare la linea politica e lo statuto del Partito e del Primo Congresso del Partito Comunista di Kampuchea.

1960: E stato eletto membro del comitato centrale e membro della commissione permanente del Comitato Centrale dal Primo Congresso del Partito Comunista di Kampuchea (Settembre).

1961: Diviene Segretario Deputato della Commissione Permanente del Comitato Centrale.


1963: Viene eletto Segretario della Commissione Permanente del Comitato Centrale nel secondo congresso del Partito Comunista di Kampuchea.
.
1963-1967: Attività nelle campagne: partecipa alla creazione delle basi rivoluzionarie, alla creazione e all'organizzazione delle avanguardie clandestine e delle forze della guerriglia.
Ha contribuito all'avvio dei movimenti di lotta rivoluzionaria contadina attraverso tutte le forme di lotta possibili e utilizzando la violenza rivoluzionaria, in direzione parallela con la lotta rivoluzionaria nelle città.

1968-Marzo 1970: Diventa anche segretario della zona del Nord Est e allo stesso tempo, partecipa al comando della guerriglia condotta contro la guerra di repressione contro-rivoluzionaria dei traditori della cricca di Lon Nol, lacchè degli imperialisti americani.

1970-1975: Viene nominato ancora Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Kampuchea dal Terzo Congresso del Partito Comunista di Kampuchea (Settembre 1971).

Presidente della Commissione Militare del Comitato Centrale del Partito.

Ha ricevuto la diretta responsabilità degli affari del Partito e delle questioni militari.

Presidente della Commissione di Comando dei fronti militari in tutto il paese.

Dal 1976 ad oggi :
E stato nominato Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Kampuchea dal Quarto Congresso del Partito Comunista di Kampuchea (Gennaio 1976).
Presidente della Commissione Militare del Comitato Centrale del Partito.
Responsabile per gli affari economici e del lavoro nelle campagne.

III-TEMPERAMENTO
Ha un forte spirito unitario
Mostra ottimismo rivoluzionario
E profondamente e fermamente confidente nel popolo, nelle masse e specialmente tra i contadini poveri
Ama vivere e lavorare nella quiete


A cura del Dipartimento di Stampa e Informazione del Ministero degli Affari Esteri del Kampuchea Democratico.


 
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view post Posted on 28/8/2018, 16:39

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onore e gloria al compagno pol pot!
Pubblicato il 28/08/2018 di pennatagliente

Martedì trentuno luglio, il manifesto contiene il suo inserto mensile In Asia; in questo numero, in taglio basso di pagina quattro, si trova la recensione, effettuata da Emanuele Giordana, di un libro del 2005 di tale Philip Short, pennivendolo della British Broadcasting Corporation: «Pol Pot. Anatomia di uno sterminio».

Il cofondatore, insieme con Paolo Corsini, dell’associazione Lettera 22 – che raggruppa circa quattrocento giornalisti autodefinitisi “non omologati” – fa un lungo panegirico delle 660 pagine del tomo in questione, edito da Rizzoli, una delle case editrici di proprietà del Delinquente di Arcore (le altre sono: Arnoldo Mondadori Editore, Edizioni Frassinelli, Edizioni Piemme, Electa, Fratelli Fabbri Editori, Giulio Einaudi Editore, Mondadori Scuola Le Monnier, Sperling & Kuipfer).

Come si può facilmente intuire, lo scribacchino dà voce a tutti i peggiori luoghi comuni sul periodo di governo del Partito Comunista di Kampuchea Democratica, a cominciare dal presunto sterminio del popolo cambogiano attuato dagli uomini di Saloth Sar – questo il nome all’anagrafe del compagno Pol Pot – attraverso lo spopolamento delle città.

Peccato che il sedicente giornalista dimentichi di contestualizzare questo trasferimento in massa: l’esigenza di un simile provvedimento nasceva, subito dopo il 17 aprile 1975, dalla necessità di garantire a tutta la popolazione gli approvvigionamenti di cibo e medicinali.

Le città, bisogna ricordare, erano state rese pressoché impossibili da raggiungere dai bombardamenti del criminale imperialismo statumitense, che aveva distrutto tutte le infrastrutture del Paese; di qui la necessità del ritorno alla campagna: senza garantire un programma di alimentazione, non si poteva pensare ad alcun modello di sviluppo.

Collegata a questa si trova l’altra grande menzogna volutamente propalata dagli imperialisti: il caso delle uccisioni scientifiche dei degenti negli ospedali; è appena il caso di ricordare che si trattava di persone non trasportabili che sarebbero morte di inedia, qualora fossero state lasciate nei nosocomi.

In conclusione: che il Criminale Lombardo spacci queste porcherie antistoriche attraverso le sue innumerevoli schifezze editoriali sta nella logica delle cose; molto meno lo è che un quotidiano sedicente “comunista” lo aiuti nella sua vomitevole propaganda degna del peggiore anticomunismo.


https://pennatagliente.wordpress.com/2018/...mpagno-pol-pot/
 
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