Comunismo - Scintilla Rossa

Viva il 17° anniversario del Partito Comunista di Kampuchea (1977), Pol Pot

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Mekong
view post Posted on 24/5/2013, 11:39 by: Mekong




Abbiamo tirato in ballo tale questione al fine di chiarire meglio le nostre posizioni. Se tale questione non fosse stata perfettamente chiarita, avremmo potuto solo condurre una lotta legale. Ma visto che le leggi non avrebbero autorizzato la nostra lotta, non avremmo dunque mai potuto osare intraprenderla, il che significa che non avremmo fatto la rivoluzione. Perciò, tali forme di lotta non erano altro che una forma di un principio rivoluzionario nella nostra marcia verso la vittoria.
Terzo invece, erano le forme legali, semi-legali e clandestine di lotta, con ovviamente quelle clandestine come modello di base. Abbiamo fatto uso di entrambe le due forme di lotta “aperta” alla luce del sole e semi-illegale, ma abbiamo scelto le forme clandestine come principio di base, in quanto ilnemico non ci avrebbe mai permesso di poter fare la rivoluzione. Di conseguenza, per dare vita ad una rivoluzione, per poter fare agitazione propagandistica tra la masse, siamo dovuti andare tra le masse, fare propaganda tra loro e risvegliarli, prendendo a modello come forma di lotta principale, quella clandestina. Le forme aperte di lotta non sono purtroppo sufficienti: possono solo operare in superficie senza penetrare in profondità tra le masse. Prendiamo ad esempio il caso della stampa.
Avremmo potuto dar vita e pubblicare anche 100 quotidiani, ma avremmo solo potuto limitarci a scrivere in conformità alle leggi dello stato feudale e delle classi capitaliste. Qundi, il contenuto rivoluzionario non avrebbe mai potuto raggiungere davvero le masse. Il contenuto di classe, il contenuto rivoluzionario della lotta per rovesciare le classi sfruttatrici, non avrebbe mai potuto raggiungere la base delle masse. Fu solo quando siamo andati a lavorare segretamente tra la popolazione, che il contenuto rivoluzionario riuscì a penetrare tra le masse scuotendone le fondamenta. Abbiamo bisogno di una corretta linea di azione e di una corretta forma di lotta per avere successo nel nostro lavoro, per poter mobilitare le nostre forze.
Inoltre il Partito ha sempre attribuito una notevole importanza ad una corretta divisione dei compiti tra i quadri. Infatti ad alcuni quadri, fu assegnato un lavoro politico aperto, alla luce del sole, ad altri, di lavorare come deputato presso l'Assemblea, o come membro del governo sotto il vecchio regime, o come funzionario nell'amministrazione, così come all'interno di varie organizzazioni di massa o nella stampa. Queste sono diverse forme che possono essere utilizzate per incitare le masse.
In questo modo, ci siamo divisi il lavoro. Tuttavia, esistevano alcune sezioni di lavoro clandestino che sono state organizzate con il fine di attivare segretamente il lavoro di agitazione tra la gente. A Phnom Penh ad esempio, esistevano sezioni che hanno svolto attività alla luce del sole, e altre che lavoravano segretamente. Lo stesso avveniva in campagna, con sezioni legali ed altre clandestine. Il lavoro segreto, clandestino, era l'attività fondamentale: ciò ci permise di difendere le forze rivoluzionarie e anche di suscitare sentimenti rivoluzionari tra le masse. Se tutti noi o un gran numero dei nostri, avessimo deciso di lavorare esclusivamente alla luce del sole, il nemico sarebbe stato in grado facilmente di eliminarci in maggioranza o addirittura tutti.
Queste sono le forme di lotta necessarie per rendere efficace l'uso di tutte le forze a disposizione tra le masse. Non abbiamo utilizzato nessuna di queste forze incautamente, in modo da non esporle inutilmente alla distruzione. Nel fare uso di tutte queste forme, la nostra lotta si è diffusa in tutto il paese. Siamo stati in grado di portare avanti la nostra lotta sia nelle campagne e nelle città, sia segretamente sia apertamente, nell'Assemblea, nel governo, nelle associazioni, nelle organizzazioni di massa, nella stampa, in quelle associazioni per la diffusione dell'istruzione, anche nelle società addette alla cremazione dei morti, tra le associazioni per la difesa delle pagode e le associazioni per la difesa del buddismo. Abbiamo dunque condotto la lotta lì, ovunque, mobilitandoci quanto più fosse stato possibile in larga misura e utilizzando forme e slogan diversi.
Allo stesso tempo, stavamo conducendo una lotta politica, utilizzando diverse forme di attività, alla maniera di una vera e propria guerra di popolo. E dunque, capaci di attaccare frontalmente il nemico, non importava dove. Eravamo capaci di portare avanti numerosi attacchi tanto su larga scala, così come su piccola scala. Ciò fu il risultato del nostro lavoro di continua mobilitazione e formazione delle persone. Grazie all'utilizzo di tutte queste forme di lotta, abbiamo costruito le nostre forze. Se noi avessimo lottato solo in campagna, non avremmo avuto forze sufficienti in città. Se invece avessimo combattuto solo nelle città, non le avremmo avute nella campagna. Così abbiamo organizzato la lotta sia in campagna sia in città, sia apertamente che segretamente, legalmente o illegalmente. Una regola valida per la città e per la campagna. Senza mai cadere in deviazioni di destra o di sinistra.
Se ci fossimo concentrati solo sul nostro lavoro in quelle aree appartenenti alle zone rurali, considerando il ruolo delle città irrilevante, ciò non sarebbe stato altro che estremismo di sinistra.
Se invece avessimo considerato la campagna come un luogo dove si sarebbe giocata una partita di minore importanza, affermando la priorità della lotta urbana, pensando che solo quest'ultima sarebbe stata in grado di farci ottenere l'attenzione del mondo, ciò sarebbe stato solo deviazionismo di destra. In entrambi i casi, avremmo trascurato le forze strategiche dei contadini. Il nostro partito non è caduto in nessuna deviazione di sinistra o di destra, perché le abbiamo combattute entrambe. Abbiamo attuato una linea d'azione ben definita, abbiamo lottato allo stesso tempo nelle città e nelle campagne, scegliendo la campagna come base di appoggio.
Tale era la nostra linea di azione. Perché abbiamo scelto la campagna come la base d'appoggio al posto delle città?
Le città non avrebbero mai potuto essere la base d'appoggio. Vero, la popolazione è più numerosa, ma la città è piccola ed il nemico è ovunque. L'Assemblea, i tribunali, le prigioni, la polizia, l'esercito, erano tutti lì. Le reti del nemico con l'apparato repressivo si sono concentrati lì, e la composizione sociale della città è molto complessa. Al contrario invece, la campagna è vasta. Il nemico vi si manifesta in forma meno opprimente. In alcuni villaggi, non c'è nemmeno l'ombra del nemico, sia militarmente che in altre forme. In alcune comunità, ci sono solo uno o due soldati ad assumere il ruolo di polizia. Ciò vuol dire che le forze nemiche in campagna sono deboli. I contadini sono molto numerosi. La composizione di classe è buona.
Questo è il motivo per cui abbiamo scelto la campagna come la base rivoluzionaria. Primo, sottoforma di base politica con le masse contadine come forza rivoluzionaria. In secondo luogo, come base di sostentamento: potevamo viverci, produrre e condividere i problemi riguardanti i mezzi di sussistenza insieme al popolo. Terzo, come base militare. In quarto luogo, come base per servire da quartier generale per i vari organismi dirigenti del partito.

(FINE QUINTA PARTE)

Edited by Sandor_Krasna - 12/12/2014, 21:04
 
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15 replies since 23/5/2013, 19:41   1254 views
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