Comunismo - Scintilla Rossa

Il fascismo rialza la testa con il suo razzismo

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Vo Nguyen Giap
view post Posted on 7/6/2014, 11:09




Ho già i miei testi coadiuvati dalla Costituzione in sé. So benissimo quali sono le fonti del diritto, quello che volevo sottolineare è (senza avercela con te) di usare tipologie e metodi di critica alla cost. italiana che siano da compagni e non da grillini.
 
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view post Posted on 7/6/2014, 13:01

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Tranquillo, non ho assolutamente intenzione di polemizzare con te... ;)
Credo solo sia doveroso smetterla (non mi riferisco a te in particolare) di tacciare gli altri compagni del forum (conosciuti) come non comunisti quando non la pensano come vogliamo noi su alcuni argomenti!

Da comunista sono convinto che nei regimi borghesi le Costituzioni siano "carta straccia" e servano solo da copertura per far credere di essere in "democrazia". Può sembrare strano ma per quanto riguarda la costituzione italiana sono in molti a sostenere che su alcuni punti si sia ispirata a quella sovietica del 1936 (a parte le tesi del berlusca su questo argomento).
 
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view post Posted on 7/6/2014, 19:30

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che essere coraggioso!



Il fascista Sandro Biasotti è stato presidente della Regione Liguria dal 16 aprile 2000 al 4 aprile 2005: fu il primo, e per il momento l’unico, presidente della Giunta regionale appartenente alla destra radicale e fascista.
Venditore di automobili in una concessionaria di sua proprietà, da quel momento non ha più lavorato onestamente per vivere, preferendo continuare a spacciare le sue str…ate dalla comoda poltrona di coordinatore regionale forzitaliota.
Nei mesi scorsi – in vista delle elezioni regionali del 2015 – il Biasotti è stato investito, dell’incombenza di sfidare il candidato della destra moderata, direttamente dal suo padrone: il Delinquente di Arcore.
A seguito, però, del crollo della destra radicale e fascista nelle elezioni amministrative del venticinque maggio scorso, il personaggio in questione ha pensato bene di rimettere il proprio incarico nelle mani del Criminale Lombardo; “ma non lascio la baracca”, ha tenuto a precisare: come a dire che si tratta di dimissioni del tutto finte, come è nello stile dei peggiori tirapiedi del Malvivente Milanese, il quale infatti le respinge a stretto giro di posta.
Insomma: non sarà lui a correre per la poltrona più alta di piazza Raffaele De Ferrari, ma non chiude la porta ad un possibile seggio all’assemblea elettiva regionale; il sospetto è che questa marcia indietro sia dovuta al suo scarso coraggio nell’affrontare una contesa già persa in partenza, per non subire una umiliazione personale che sarebbe comunque ampiamente meritata.

fonte pennatagliente
 
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view post Posted on 22/6/2014, 19:46

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il compagno eros barone, del circolo culturale proletario di genova, assolto dall’accusa di diffamazione a mezzo stampa ai fascisti legaioli. una rara pagina di buona giustizia
pennatagliente

- Varese News:
Critiche alla Lega, assolto il “polemista rosso”
Il professor Eros Barone ha esercitato un esercizio di critica all’interno delle prerogative sancite dalla costituzione
Assoluzione piena in tribunale per il professor Eros Barone. Querelato da una ragazza del movimento Giovani Padani per una lettera di critica alla Lega Nord, il “polemista rosso” è stato assolto perché secondo il tribunale di Varese ha contentuo la sua critica nell’ambito del diritto di critica sancito dall’articolo 21 della costituzione. “Le affermazioni contenute nella missiva rientrano perfettamente nei limiti del diritto di critica – ha scritot il giudice Anna Azzena – particolarmente opinabile quando esercitato in ambito politico”.
Barone aveva, nel 2006, scritto una lettera a Varese News, in cui aveva accusato i leghisti di avere, in alcuni casi, espresso un’ideologia ai limiti della xenofobia, e aveva tirato in ballo prioprio la giovane padana che aveva precedentemente scritto una lettera di tenore ovviamente opposto.
L’avvocato Tatania Ruperto ha difeso Barone. La pubblica accusa era rappresentata dal pm di udienza Marco Brunoldi che aveva chiesto una condanna a 4 mesi. Il giudice Anna Azzena, ascoltata l’arringa della parte civile avvocato Orelli, ha assolto Barone per non aver commesso il fatto.
—–

- La Provincia:
Il prof dà dei nazisti ai lumbard
E in Aula arriva l’assoluzione

Varese
Leghisti nazisti e xenofobi: l’associazione di parole non costituisce reato. Lo ha stabilito la sentenza pronunciata ieri in primo grado dal giudice varesino Anna Azzena in seno al processo che vedeva contrapposti Eros Barone, accusato di diffamazione, e Vanessa Prat, giovane simpatizzante padana.
Gli appellativi rientrano nei limiti del diritto di critica. La vicenda ha inizio nel 2006 quando Barone, ieri imputato poi assolto con formula piena, invia una lettera, poi pubblicata, a un quotidiano online locale.
Lettera intitolata: “Piccoli Hitler”, in risposta a una missiva firmata da Prat. Barone, docente in filosofia di scuola superiore, scriveva: «La lettera di Vanessa Prat è un piccola ‘summa’ del pensiero reazionario della Lega, che merita di essere assunta come modello di una concezione ideologico-politica identitaria, comunitaristica, xenofoba e razzista, in cui traspaiono, nonostante il malcelato tentativo di dissimulare o di sfumare questa ispirazione profonda, alcuni caratteri fondamentali della “Weltanschauung” nazifascista». E ancora: «Nella panoplia di parole d’ordine demagogico-populistiche e di ossessioni proprietario-securitarie che l’autrice di quella lettera ha allestito si va, accompagnati da un sottofondo fonico che fa venire in mente il sordo ringhiare dei cani attaccati al loro osso».
La lettera si chiudeva con un’ipotesi di impiego dei politici di estrazione leghista: «La funzione che si può ipotizzare per questo genere di persone (qualora in quel diverso contesto non si siano estinte o trasformate) sarà una funzione di tutto riguardo, dato il particolare rapporto, feticistico, che essi intrattengono con la forma astratta della ricchezza e con la sfera dello scambio, ossia con la base di tutte le loro concezioni sociali e politiche: quella di addetti alla pulizia dei gabinetti pubblici», scriveva Barone.
In risposta alla lunga missiva, tutta giocata sullo stesso tono, Barone, come ha sottolineato in scritti precedenti, aveva ricevuto con sua grande sorpresa, una denuncia per diffamazione.
Ieri, assistito in aula dall’avvocato Tatiana Ruperto, il professore scrittore ha rivendicato «la libertà di espressione – ha detto l’avvocato – Libertà sancita dall’articolo 21 della nostra Costituzione. Anche con l’utilizzo di satira, una satira colta, che ben si attaglia all’ambito politico del dibattito».
Se il pubblico ministero d’udienza Marco Brunoldi, riconoscendo la fondatezza del capo di imputazione, ha chiesto una condanna per Barone a quattro mesi di carcere (con pena sospesa) e a 400 euro di multa, Gianfranco Orelli, avvocato di parte civile ha discusso parecchio sottolineando la natura offensiva e violenta delle affermazioni.
«È inequivocabile – ha detto Orelli in aula – come equiparare una persona a dei nazisti rappresenti sulla base di fatti storici concreti e recenti, equiparare la stessa persona al massimo grado di criminalità raggiunto dall’umana storia». Il giudice, leggendo il dispositivo, è stato chiarissimo: «Assolto perché il fatto non sussiste. Le affermazioni contenute in quella missiva rientrano perfettamente nei limiti del diritto di critica, particolarmente opinabile quando esercitato in ambito politico». Un diritto di critica esercitato in modo legittimo in base alla sentenza.
—–

- Lettera di Antonio di Biase a “VareseNews”.
La politica non e’ mai stata questione personale

Cara VareseNews,
non ne avevo avuto notizia diretta perche’ in questo periodo leggo poco i giornali, ma l’amico e professor Eros
Barone ha voluto darmi personalmente la lieta novella.
La nota vicenda politico giudiziaria che lo aveva visto coinvolto, per una denuncia a seguito della lettera “Piccoli Hitler”, si e’ conclusa nei giorni passati con la piena assoluzione di Barone.
Il tribunale ha messo in evidenza che l’accostamento di alcune idee estremiste della Lega Nord con quelle naziste e’ lecito nell’ambito del diritto di critica garantito dalla Costituzione.
E’ inoltre secondo me particolarmente significativo il fatto che nella sentenza compaia, a quanto pare esplicitamente, la parola “politica”.
Tutto politico era il significato della lettera di Barone (un nome una garanzia) che mai si e’ sognato, come me che lo difesi “spalla a spalla” e “colpo su colpo”, di dare un significato personale e diffamatorio alle sue parole.
Tutta politica e’ dunque anche la sconfitta subita dalla giovane esponente leghista in tribunale, politica la sconfitta del movimento che le sta dietro, politica la sconfitta del suo avvocato.
Speriamo non sia mai piu’ necessario difendere con toni cosi’ aspri, come io e Barone facemmo a quel tempo perche’ lo consideravamo un dovere civile, la coscienza degli italiani da idee cosi’ estreme come quelle che allora erano sulla bocca e nella penna degli esponenti leghisti.
Speriamo di essere stati gli ultimi di questo secolo a doverlo fare.
D’altra parte i toni della Lega sono oggi altri, i nostri anche: la politica non e’ mai stata questione personale.
Una buona giornata a tutti.
20/05/2014
Antonio di Biase – Cugliate Fabiasco
 
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view post Posted on 28/6/2014, 19:50

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Borghezio tra i camerati di Avanguardia Nazionale: “Della Chiaie guidaci alla Rivoluzione”


Un siparietto niente male, quello che si è tenuto il fine settimana scorso a Roma. Una convention dai tratti chiaramente neofascisti che ha visto come oratori elementi di prima scelta del calibro di Mario Borghezio, eurodeputato della Lega Nord, con al suo fianco l’angelo nero Stefano Della Chiaie. A completare il quadretto Gabriele Adinolfi, Bruno Di Luia e Adriano Tilgher.

Insomma una reunion di fascisti, solidali e nostalgici, che hanno avuto dei ruoli “particolari” nella storia del nostro Paese. Il lato più oscuro, verrebbe da dire, nella stagione delle bombe nelle piazze e sui vagoni.
E della serie “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei” ecco l’eurodeputato Borghezio, forse memore delle sue origini, visto che proprio con l’estremismo nero ha incominciato a far politica, non solo ha partecipato, ma ha anche parlato, invitando alla rivoluzione.

Ma prima di spiegare quanto accaduto a Roma, per dovere verso la storia d’Italia, meglio rinfrescare la memoria. Di Borghezio i meno anziani sanno praticamente tutto grazie alle sue uscite e azioni razziste, volgari e xenofobe come ad esempio la disinfestazione dei treni su cui avevano viaggiato i “negher”. Borghezio è stato anche condannato in via definitiva per aver appiccato l’incendio nel 2000, al termine di una fiaccolata del “Coordinamento Piemonte dei volontari verdi”, ai pagliericci di alcuni immigrati che dormivano sotto il ponte Principessa Clotilde a Torino.
Invece i curriculum dei camerati Delle Chiaie e Tilgher sono ricchi. Dentro ai fascicoli giudiziari, tra condanne e assoluzioni, c’è veramente la notte della Repubblica (come scrisse qualcuno). Le amicizie dei due neofascisti arrivano fino al dittatore cileno Pinochet, che utilizzò delle Chiaie nell’Operazione Condor contro gli oppositori del regime, passando per Junio Valerio Borghese, il principe nero, comandante della X Mas, ideatore del golpe che porta il suo nome.
Ma non solo: massoneria, P2, stragi di Stato, Licio Gelli e servizi segreti. Non manca nulla appello, sotto il runico drappo rosso bianco nero, simbolo della Gioventù hitleriana, adottato da Avanguardia Nazionale.

Insomma ci sarebbero pagine e pagine da scrivere su questi neri figuri. Nostalgici, non solo del Ventennio, ma proprio degli anni dell’estremismo neofascista. E Borghezio, probabilmente sentendosi nuovamente a casa, si sbottona. Il leghista con fare ossequioso si rivolge a Della Chiaie, lo chiama “comandante” e poi li invita a fare qualcosa per liberare Roma da «immigrati e immondizia»: «Se date il via a iniziative di questo genere, io sarò con voi e alla prima ronda ci voglio essere».
«E allora comandante – conclude Borghezio – quando il nostro popolo sente il bisogno di una rivoluzione nazionale, noi dobbiamo metterci alla guida di questa rivoluzione. Questo è il compito anche tuo!». Tutto filmato e pubblicato dal Fatto Quotidiano. Ma ad oggi nessuno ha ancora detto nulla su quanto accaduto, anche se meriterebbe un’inchiesta da parte della magistratura.

FONTE
 
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Bolshevik_Bear
view post Posted on 30/6/2014, 09:52




Personaggi del genere non dovrebbero neppure essere in circolazione... Da vomito...
Rivoluzione? Gli sporchi fascisti non hanno ancora capito il significato di questa parola.. Mi vergogno per loro.
 
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view post Posted on 30/6/2014, 20:07

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CITAZIONE
Gli sporchi fascisti non hanno ancora capito il significato di questa parola..

Loro preferiscono le marce e i brogli elettorali

 photo divisori_368_zpscd14deba.gif



Albadorata non è nazista?



Vedete questi due perfetti esemplari di guerrieri ariani nella foto qui sopra? Notate i tratti genetici teutonici, la totale abnegazione alla Causa del nazionalsocialismo? Sì, vero? Ecco, peccato che i due simpatici figuri ritratti in un gesto così carico d’amore per la Patria siano due greci. E non due greci a caso: si tratta infatti di Christos Pappas (a sinistra) e Nikos Michaloliákos (a destra), rispettivamente numero due e uno di Alba Dorata.

Non ci sono mai stati davvero dubbi sul fatto che Alba Dorata sia un partito autenticamente nazista. Qualche giorno fa, in un’udienza del processo contro leader e parlamentari di Alba Dorata, un testimone anonimo ha rivelato dettagli particolarmente interessanti sulla struttura del partito e sui progetti a lungo termine. «L’obiettivo finale di Alba Dorata – ha detto il testimone – è l’istituzione di un regime guidato da un unico partito, in cui lo stato e il partito formino una cosa sola e il primo sia subordinato al secondo». Dove ho già sentito questa storia?

Da qualche tempo a questo parte, tuttavia, Michaloliákos si è lanciato in un’incredibile impresa: quella di dimostrare che Alba Dorata non è una setta criminale dedita al culto di Adolf Hitler e agli omicidi di oppositori politici e migranti. Giusto ieri, il Führer greco ha avuto l’ardire di dire ai magistrati una cosa del genere: «Non siamo nazisti. Siamo dei fieri nazionalisti greci». Purtroppo per lui, sempre ieri un quotidiano greco ha pubblicato una sfilza di foto (tra cui quella d’apertura) che provano visivamente l’ambientino politico e ideologico in cui ha sempre sguazzato il partito.

Ma ammiriamo il materiale più significativo. Qui sotto, ad esempio, un giovane Michaloliákos esprime il proprio ardore patriottico mentre Hitler, contornato da graziosi fiorellini, approva e osserva orgoglioso da dietro.

FONTE E FOTO
 
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view post Posted on 2/7/2014, 09:57

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Se Napolitano riabilita Almirante. Ripassiamo un po’ di storia


Essendo un argomento "scottante" che implica considerazioni che vanno al di là delle semplici considerazioni che si possono fare preferisco riportarvi la fonte direttamente... il passaggio cruciale è questo [a proposito di Almirante] «Almirante ha avuto il merito di contrastare impulsi e comportamenti anti-parlamentari che tendevano periodicamente a emergere, dimostrando un convinto rispetto per le istituzioni repubblicane che in Parlamento si esprimeva attraverso uno stile oratorio efficace e privo di eccessi anche se spesso aspro nei toni. È stato espressione di una generazione di leader che hanno saputo confrontarsi mantenendo un reciproco rispetto a dimostrazione di un superiore senso dello Stato». Ora posso capire che nell'ottica del revisionismo di moda che accomuna tutto e tutti all'insegna del buonismo benpensatista del "non disturbare il manovratore all'opera" e del "tutto serve alla bisogna affinchè l'europa possa fare il suo corso" e si possa arrivare al sogno delle élite ossia edifcare un aspazio di libero mercao dove a contare sono i pochi e a pagare sono i tanti, spesso incolpevoli, cittadini anzi la parte più debole che, per ora, s'identifica nei paesi del mediterraneo ma sta portando i suoi frutti anche nei paesi forti (non è più una sorpresa scoprire che la forbice della povertà rispetto alla ricchezza si STA ALLARGANDO ANCHE IN GERMANIA....... il centro dell'impero europeo) del vecchio mondo: non è un caso che gli euroscettici in germania crescono. Capisco quanto sopra e altro ma: sdoganare un personaggio come Almirante no... proprio no non lo accetto proprio. Partigiani sono morti; eccidi sono stati fatti..... soldati dell'esercto straccione mandato in russia non ne sono più tornati: questo era il fascismo e il personaggio ne era consapevole, anzi ne era parte integrante: NO GRAZIE PRESIDENTE.
eccovi l'articolo dal Fatto Quotidiano
di Maso Notarianni | 30 giugno 2014

Dice il Presidente della Repubblica che è nata dalla Resistenza e che ha l’antifascismo come valore fondante (*), insomma per quanto possa sembrar strano stiamo parlando di Giorgio Napolitano: «Almirante ha avuto il merito di contrastare impulsi e comportamenti anti-parlamentari che tendevano periodicamente a emergere, dimostrando un convinto rispetto per le istituzioni repubblicane che in Parlamento si esprimeva attraverso uno stile oratorio efficace e privo di eccessi anche se spesso aspro nei toni. È stato espressione di una generazione di leader che hanno saputo confrontarsi mantenendo un reciproco rispetto a dimostrazione di un superiore senso dello Stato».

Ripassiamo un po’ di storia.
Giorgio Almirante fu tra i firmatari nel 1938 del Manifesto della razza e dal 1938 al 1942 collaborò alla rivista La difesa della razza come segretario di redazione. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale Giorgio Almirante fu arruolato, ed inviato a combattere nella Campagna del Nordafrica.
Dopo l’8 settembre, Almirante aderì alla costituzione della Repubblica Sociale Italiana arruolandosi nella Guardia Nazionale Repubblicana con il grado di capomanipolo. Il 30 aprile 1944 Almirante fu nominato capo gabinetto del ministero della Cultura Popolare presieduto da Fernando Mezzasoma. Divenne poi tenente della brigata nera, dipendente sempre dal Minculpop occupandosi della lotta contro i partigiani, in particolare nella Val d’Ossola e nel grossetano.
Il 10 aprile 1944, apparve un manifesto firmato da Almirante in cui si decretava la pena della fucilazione per tutti i partigiani che non avessero deposto le armi e non si fossero prontamente arresi. Rimase in clandestinità dal 25 aprile 1945 fino al settembre 1946, pur non essendo ufficialmente ricercato.
Partecipò alla fondazione dei Fasci di Azione Rivoluzionaria insieme a Pino Romualdi e Clemente Graziani nell’autunno del 1946.
Il 5 maggio 1958 al termine di un comizio a Trieste, Almirante è denunciato dalla Questura per «Vilipendio degli Organi Costituzionali dello Stato».
Il 16 giugno 1971 il Procuratore della Repubblica di Spoleto Vincenzo De Franco chiede alla Camera dei Deputati l’autorizzazione a procedere contro Giorgio Almirante per i reati di “Pubblica Istigazione ad Attentato contro la Costituzione“ ed “Insurrezione Armata contro i Poteri dello Stato”. L’autorizzazione venne concessa il 3 luglio 1974 dalla Camera dei deputati, con la contrarietà del solo MSI. Il segretario missino aveva infatti affermato durante il congresso del partito, con chiaro riferimento ai regimi di Salazar, Papadopoulos e Franco: «I nostri giovani devono prepararsi all’attacco prima che altri lo facciano. Da esso devono conseguire risultati analoghi a quelli conquistati in altri paesi d’Europa quali il Portogallo, la Grecia e la Spagna».
Così, nel 1974 ne parla la questura di Roma: «Il dr. Giorgio Almirante, segretario della giunta esecutiva del Movimento Sociale italiano, già redattore capo di ‘Il Tevere’ e di ‘Difesa della razza”, capo Gabinetto del ministero della Cultura popolare della pseudo Repubblica di Salò, è stato deferito alla Commissione Provinciale per il confino quale elemento pericoloso all’esercizio delle libertà democratiche, non solo per l’acceso fanatismo fascista dimostrato sotto il passato regime e particolarmente in periodo repubblichino, ma più ancora per le sue recenti manifestazioni politiche di esaltazione dell’infausto ventennio fascista e di propaganda di principi sovvertitori delle istituzioni democratiche ai quali informa la sua attività, tendente a far rivivere istituzioni deleterie alle pubbliche libertà e alla dignità del paese».
Il terrorista neofascista Vincenzo Vinciguerra – reo confesso della strage di Peteano – racconta nel 1982 di un Almirante che procura 35.000 dollari al terrorista Carlo Cicuttini, dirigente del MSI friulano, coautore della strage e autore della telefonata trappola che portò i carabinieri alla autobomba, affinché modificasse la sua voce durante la sua latitanza in Spagna con un intervento alle corde vocali. Nel giugno del 1986, a seguito dell’emersione dei documenti che provavano il passaggio del denaro tramite una banca di Lugano, il Banco di Bilbao e il Banco Atlantico, Giorgio Almirante e l’avvocato goriziano Eno Pascoli vennero rinviati a giudizio per il reato di favoreggiamento aggravato verso i due terroristi neofascisti. Pascoli verrà condannato per il fatto; Almirante invece, dopo un’iniziale condanna, si fece più volte scudo dell’immunità parlamentare anche per sottrarsi agli interrogatori fin quando si avvalse di un’amnistia grazie alla quale uscì definitivamente dal processo.
Ernesto De Marzio, capogruppo del MSI alla Camera ha raccontato di aver presenziato, nel 1970, ad un incontro tra Junio Valerio Borghese ed Almirante nel corso del quale quest’ultimo, alle richieste di adesione all’imminente colpo di stato avanzate da Borghese, avrebbe risposto: «Comandante, se parliamo di politica e tu sei dei nostri devi seguire le mie direttive: ma se il terreno si sposta sul campo militare allora saremo noi ad attenerci alle tue indicazioni».
L’ammiraglio Gino Birindelli, presidente del MSI dal 1972 al 1974 e precedentemente in contatto con Ordine Nero, racconta in un’intervista del 2005, e l’ex ministro La Russa che a quei tempi frequentava i “sanbabilini” dovrebbe ricordarselo, l’atteggiamento di copertura tenuto dal partito di Almirante nei confronti degli assassini dell’agente di polizia Antonio Marino.
Per finire, ricordiamo le felicitazioni di Almirante ad Augusto Pinochet dopo il golpe contro Allende, per le quali fu pubblicamente ringraziato dallo stesso generale.
Forse Napolitano queste cose se le è scordate. Forse è troppo vecchio per fare il presidente di questa nostra Repubblica. Forse è il caso che si dimetta. O che qualcuno ne chieda la rimozione. Prima che se ne esca con la rivalutazione storica di Benito Mussolini: “Che quando c’era lui i treni arrivavano in orario”.
p.s. mio
qui c'è cosa ne dice wikipedia.. e, a voler essere teneri, non ne esce bene. Come si fa a ridare lustro a personaggi del genere? Corro a prendere il maalox....

fonte



* * *


Riporto il comunicato dell ANPI.
Da notare il tono dimesso. Nessun riferimento al presidente della repubblica, nessuna critica. E' evidente che per una organizzazione del genere questo documento è soltanto un atto dovuto senza alcuna intenzione di colpire! Napolitano viene soltanto citato umoristicamente nella vignetta
In questi casi doveva essere l'A.N.P.I. in prima linea a mobilitare nelle piazze contro le istituzioni.

A.N.P.I



A Montecitorio, pochi giorni fa, si è celebrato l’anniversario della nascita di Giorgio Almirante. Come spesso accade, non ci si è limitati a ricordare una persona che non c’è più, ma si sono spese molte parole per elencarne le qualità e le virtù, come parlamentare e come uomo politico. Poiché in Italia si fa presto a dimenticare, abbiamo cercato di ricostruire, nella sua interezza, la figura di Almirante, ricorrendo, come spesso succede quando si ha fretta, alla relativa voce su “Wikipedia”: http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Almirante

Vi si trovano molte cose che non coincidono con l’immagine celebrativa; ma lascio ai lettori, desiderosi di approfondire, la lettura di quel testo, sul quale faranno poi le valutazioni che credono, anche sul piano dell’attendibilità e della certezza.

C’è, però, una vicenda che merita di essere ricordata: il ritrovamento – anni fa – da parte di un ricercatore dell’Università di Pisa, del testo di un proclama, diffuso nel 1944, in cui, nell’invitare i giovani ad obbedire alla leva della cosiddetta Repubblica di Salò, si avvertiva che i renitenti sarebbero stati fucilati nella schiena.

La notizia fu pubblicata, ci furono querele; ma alla fine, anche attraverso una sentenza della Corte di Cassazione, fu accettata la veridicità del proclama e della sottoscrizione.
Tant’è che anche in un libro recente di due storici illustri (Alberto De Bernardi e Luigi Ganapini. Titolo: “Storia dell’Italia unita” – ed. Garzanti – 2010) si parla di Giorgio Almirante “reduce anch’egli dall’esperienza della Repubblica sociale e firmatario di un bando del 1944 che comminava la pena di morte ai renitenti alla leva” (p. 370).

Acquista valore, allora, anche il riferimento (sempre nella voce enciclopedica citata) ad un telegramma di congratulazioni inviato a Pinochet dopo il golpe militare dell’11 settembre 1973, per il quale, ad Almirante sarebbero giunti anche i ringraziamenti del dittatore. Anche questo, se confermato, collimerebbe ben poco con gli entusiasmi dei sostenitori, ancora oggi, di Almirante. Ci limitiamo a questo per non entrare nel merito di altre vicende remote e più o meno conosciute. Ma ci sembra sufficiente per dire che Giorgio Almirante può certamente essere ricordato, da chi lo ritiene, ma il quadro va presentato “a tutto tondo”. Lo dico per amore della verità e per rispetto della memoria di chi, di fronte a quel bando, ha scelto la libertà, a rischio della vita.

Carlo Smuraglia, Presidente nazionale ANPI

fonte

(*) queste sono balle

Edited by §kãtê®RëЙ - 2/7/2014, 12:07
 
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view post Posted on 10/7/2014, 17:45

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anche la destra radicale e fascista
comincia a muoversi in vista delle prossime elezioni regionali in liguria



pennatagliente

Si è tenuta in questi giorni una prima riunione tra alcuni soggetti della destra radicale e fascista ligure, volta a cercare un possibile candidato per le elezioni regionali che si svolgeranno nella primavera del 2015.
All’incontro – avvenuto nella sede forzitaliota di via Corsica 9 a Genova – hanno partecipato, oltre a Sandro Biasotti, coordinatore regionale forzitaliota: i capigruppo forzitalioti in Consiglio comunale ed in quello regionale, Lilli Lauro e Marco Melgrati; il segretario regionale del Nuovo Psi Giuseppe Vittorio Piccini; il coordinatore regionale dei diversamente forzitalioti, Eugenio Minasso; il fascista, di Fratelli d’Italia, Gianni Plinio; Mario Baroni, dei Popolari per l’Italia; Aldo Siri della Lista Biasotti.
Inoltre l’onorevole Roberta Oliaro, di Scelta Civica, ha telefonato dichiarando il suo appoggio all’iniziativa; peccato solo che non tutti gli aderenti al medesimo progetto, lanciato da Mario Monti, siano d’accordo con quest’iniziativa: prova ne è che il senatore Maurizio Rossi – conosciuto in città soprattutto per essere il padrone della televisione privata Primocanale – ha declinato l’invito affermando che “la sua lista è un movimento, non un partito, né di destra né di sinistra” e dando ad intendere di voler correre in solitario.
Qualcuno noterà che all’elenco mancano i legaioli; niente paura: non sono rinsaviti, e hanno mollato la cricca capitanata dal Delinquente di Arcore, ma semplicemente erano impegnati nel loro congresso.
Fatte le presentazioni di rito, passo brevemente ad esaminare i contenuti dell’adunata in questione: secondo il padrone di casa, che risponda ad una domanda di un giornalista del quotidiano La Repubblica, “per tornare a vincere vogliamo individuare una persona che ha fatto e sa fare, indipendente, con la fedina penale pulita, in grado di rilanciare una Regione, la Liguria, e una città capoluogo, Genova, che dopo dieci anni di governo di centrosinistra, sono morte”.
Non discuto sul fatto che occorra loro trovare una persona che con determinati requisiti: personalmente la inquadrerei tra coloro che erano presenti, anche perché è difficile – soprattutto dopo lo scandalo delle spese folli dei gruppi regionali – trovare qualcuno che risponda a tutte le fattispecie sopra elencate.
Ho idea, però, che il concessionario di automobili, quando afferma “non escludiamo le primarie per un’unica lista civica basata su una coalizione molto ampia”, intenda candidare qualcuno della sua cricca; in questo caso ho paura che farebbero una fatica improba nel cercare qualcuno che possa avere quanto meno i due requisiti più importanti: sia indipendente e, soprattutto, non sia un delinquente.
 
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view post Posted on 13/7/2014, 16:45

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Atene: in carcere il picchiatore nazista Kasidiaris


Quando i suoi camerati erano finiti in manette, nei mesi scorsi, accusati di essere i mandanti dell’omicidio del rapper antifascista Pavlos Fyssas, il picchiatore Ilias Kasidiaris aveva in qualche modo assunto il controllo del movimento neonazista ellenico. Una volta finiti in carcere Michaloliakos e altri dirigenti nazionali e locali di Alba Dorata, era stato proprio lui a guidare il partito verso gli ottimi risultati delle elezioni amministrative ed europee di maggio, portando l’estrema destra violenta e razzista a percentuali da sogno ad Atene e nel resto dell’Attica.

Ma nel weekend l’ex candidato alla carica di sindaco della capitale, noto a livello internazionale per le botte in diretta tv a due deputate di Syriza e del Partito Comunista che lo contestavano, è finito in manette anche lui. Portando così a nove il numero di deputati del movimento nazista arrestati – uno in realtà è a piede libero ma sottoposto a pesanti misure restrittive - nell’ambito della maxi inchiesta che dopo anni di coperture politiche, protezioni e distrazioni ha finalmente puntato il dito contro Chrysi Avgì, accusata di essere una ‘organizzazione criminale’ (al di là quindi della sua identità politica) dedita ad aggressioni, omicidi, traffico d’armi, racket della prostituzione e chi più ne ha più ne metta.
Le accuse nei confronti del portavoce attuale di Alba Dorata sono anche più gravi di quelle che hanno portato Michaloliakos ed altri parlamentari nelle celle del carcere di Korydalos.
L’esagitato Kasidiaris dovrà infatti rispondere, davanti ai pm Ioanna Klapa e Maria Dimitropoulou, di possesso illegale di armi per un’organizzazione criminale che aveva lo scopo di ordire un colpo di stato, con la complicità dei servizi segreti ellenici, il cui numero due (responsabile delle intercettazioni) lo scorso settembre venne defenestrato repentinamente mentre vari esponenti delle forze dell’ordine e delle forze armate complici con l’estrema destra vennero destituiti o addirittura arrestati. Nelle più di 20 pagine del mandato d’arresto i magistrati accusano Kasidiaris di essere un soggetto pericoloso pronto a commettere nuovi reati.
Come aveva già fatto in passato in occasione degli arresti dei suoi camerati il deputato ha denunciato il presunto complotto in atto contro “gli unici che difendono la Grecia e i suoi interessi”. Mentre gli agenti di polizia si apprestavano ad eseguire l’ordine di arresto, alcune centinaia di militanti di Alba Dorata hanno manifestato davanti al tribunale di Atene scandendo slogan contro i magistrati, i giornalisti e i ‘nemici della Grecia’. Un mese fa circa il parlamento ellenico ha votato a stragrande maggioranza per togliere l’immunità al ‘duce’ di Chrysi Avgì, Nikos Michaloliakos, e ad altri deputati che ora quindi verranno processati.

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view post Posted on 27/7/2014, 19:57

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view post Posted on 23/8/2014, 10:24

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Verona. Un “cuore nero “da mettere in quarantena

E' probabilmente una delle città più belle del nostro paese, una di quelle che almeno una volta nella vita devi visitare ma è anche il “cuore nero” più nero di questa repubblica. Lo è dai tempi del fascismo e della repubblica di Salò, lo è rimasta nel dopoguerra e soprattutto nell'epoca delle stragi fasciste e di stato degli anni Sessanta e Settanta delle quali è stata il crocevia decisivo, e lo rimane tutt'ora segnandola come un luogo da evitare.

L'ultimo segnale che Verona sia una città “segnata dal nero”, viene dalla mobilitazione dei neofascisti veronesi a tutti i livelli, quelli istituzionali e quelli da strada, contro il concerto dei 99 Posse all'Urban Festival.

Da giorni i fascisti del cuore nero d'Italia si sono attivati contro la presenza di Zulu e dei musicisti napoletani nella “loro” città. I resoconti della stampa locale parlano di Forza Nuova che intende picchettare i dintorni e le zone limitrofe del festival. Con i risultati che possiamo immaginare nella città dove sei anni fa è stato pestato a morte dai fascisti il giovane Nicola Tommasoli.

Ma anche i fascisti istituzionali – ben inseriti e benvenuti nella giunta comunale di Tosi – annunciano le loro contromisure. Ad esempio l'azienda municipale per i rifiuti, l'Amia Verona, presieduta dall’ex consigliere Andrea Miglioranzi (ex componente della band di estrema destra “Gesta bellica”), avrebbe già deciso di togliere il proprio supporto all'Urban festival. Marcello Ruffo, esponente veronese di CasaPound e consigliere della lista Tosi in terza circoscrizione dichiara “Reputate normali da chi reputa normale che suonino a un evento pubblico i 99 Posse, tra gli sponsor l'università, che cantano "Se vedi un punto nero spara a vista o è un prete o è un fascista", gli stessi che dai loro palchi, invitano a chiudere le sedi di CasaPound con il fuoco”.

E così i fascisti veronesi si rivelano tutti angioletti preoccupati dalle parole delle canzoni dei 99 Posse. Eppure proprio a Verona hanno sempre potuto contare su fortissime complicità: da quelle dei comandi militari statunitensi della locale base Ftase ai servizi segreti nostrani, dai carabinieri alla magistratura. Ultimo caso in ordine di tempo la richiesta di archiviazione del procedimento contro alcuni neofascisti per l'aggressione avvenuta nell’estate 2007 ai Bastioni. Botte con spranghe e catene,contro i ragazzi dell'Ubik Lab, un gruppo di sinistra che aveva osare organizzare una festa. Due delle vittime di quella rissa avevano sporto denuncia, facendo nomi e cognomi dei presunti colpevoli. Ma secondo la Procura non ci sono gli estremi per procedere. L'unico magistrato che ha provato a sfidare i neofascisti veronesi – il procuratore Guido Papalia – ha subito minacce.

Verona è una città bellissima e probabilmente, come disse nell'autodifesa l'eterno sindaco Tosi, “Verona non è fascista", la maggioranza dei suoi abitanti non è fascista, il problema è che non è neanche antifascista e che la città simbolo dell'amore ha da troppo tempo un cuore nero, troppo nero.

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A Ravenna si prepara un raduno neofascista?



Ci sono le croci celtiche, le aquile imperiali, gli stendardi neri d’ordinanza, le panche impilate e pronte all’uso e qua e là qualche tricolore. E c’è pure un fantomatico “ring per i camerati”, una sorta di campetto delimitato con del doppio nastro segnaletico. A delimitare i quattro angoli immancabili le bandiere nere con celtica bianca, quasi un marchio di fabbrica per eventi di questo genere. Si chiama “Ritorno al Campo Hobbit“, ed è in programma da qualche parte in provincia di Ravenna sabato 23 agosto. Il richiamo è ai ben più famosi Campi Hobbit ideati negli anni 70 dal Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano di Almirante. A pubblicizzare il raduno di Ravenna sulla propria pagina facebook è Raffaello Mariani, ancora indicato sul sito nazionale di Forza Nuova come responsabile provinciale di Ferrara ma in realtà uscito dal partito da mesi. “Non sono più in Forza Nuova. Non ci sono partiti di mezzo in questa iniziativa”, ci tiene a sottolineare lui.

Ricco il programma del Campo Hobbit ravennate. Si parte nel primo pomeriggio con un “Corso Self Defense e M.A.D (Metodo anti aggressione donna)”. Il che lascia immaginare un raduno frequentato non da soli uomini. E poi ancora dalle 16.30 “giochi ludici”, cineforum, una “conferenza di Fiorini” e infine, dopo una cena comunitaria, l’immancabile concerto.

Ad aprire le danze i perugini Delenda Carthago. Sulla pagina facebook del gruppo poco “rock d’assalto” e molta politica. Con in bella evidenza le foto del presidio di inizio agosto a Sovicille, provincia di Siena, contro “30 clandestini maliani”. “Tutti di etnia derivata Bantu (in questo caso moderatamente negroide)”, li hanno etichettati altri gruppi aderenti alla stessa protesta. Infine toccherà agli Antica Tradizione, band bolognese di “Irish folk e progressive rock” che ama mettere in musica “l’eco di gloria del deserto di El Alamein”, e tra rune e antiche tradizioni canta di “Onore, Terra e Sangue”.

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view post Posted on 25/8/2014, 17:31

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A Lamezia il sindaco svendoliano Speranza ha deciso di togliere i buoni libri per gli alunni delle scuole primarie. Nulla di eccezionale visto che questa è ormai la politica borghese. Quello che invece preoccupa è che a farsi carico di queste problematiche sociali siano in prima linea i ratti nazifascisti (casa pound e forza nuova).
Disgustoso e deplorevole è il comportamento della stampa locale che concede ampi spazi a questi ratti fuorilegge. (il lametino - lameziatermenews.it - lameziainstrada.it - lameziaoggi.it -cn24tv.it - ildispaccio.it - Gazzetta del Sud - etc )
 
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view post Posted on 27/8/2014, 14:42

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Verona fascista

Napoletani, antifascisti, comunisti e fieri


Noi non sapevamo che, dalla data della nostra unica e lontana esibizione negli anni Novanta, Verona non fosse più in Italia. Non sapevamo che, in quella città, le organizzazioni neofasciste potessero ottenere l’annullamento di un concerto regolarmente contrattualizzato, perché la band che avrebbe dovuto esibirsi è dichiaratamente antifascista. Noi, illusi, eravamo rimasti alla Costituzione della Repubblica Italiana. Sì esatto, quella nata dalla Resistenza e proprio dal ripudio del fascismo che garantisce a ogni cittadino il diritto di espressione.

Evidentemente a Verona, in virtù della sua fuoriuscita dall’Italia della quale nessuno era a conoscenza, queste regole che sono alla base della nostra pur imperfetta democrazia non valgono più, sono state rovesciate. E così, basta minacciare il ricorso squadrista alla piazza perché gli organizzatori del Vrban Eco Festival annullino unilateralmente il concerto, ritendendo che non ci siano condizioni di sicurezza sufficienti per il pubblico e gli operatori. Mentre il sindaco leghista Flavio Tosi fa professione di liberalità fumosa, mediatica e cerchiobottista, l’opposizione in consiglio comunale sostanzialmente tace, e la pubblica sicurezza che solitamente affolla i nostri concerti, con una presenza né invocata né gradita, stavolta si gira dall’altra parte, come spesso accade quando si tratta di estrema destra.

Ad aprire le danze contro il nostro concerto è Andrea Miglioranzi, ex militante del Veneto Fronte Skinheads eletto con la Lista Tosi, che, in questa bizzarra enclave dove la Liberazione sembra non essere mai arrivata, è addirittura il presidente della municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti di Verona, l’Amia. Miglioranzi ritira la sponsorizzazione all’evento, di cui ci teniamo a precisare che non eravamo informati, perché i nostri testi inciterebbero alla violenza, nonostante che nei nostri ormai duemila concerti non si sia verificato mai il benché minimo incidente. Immemore, evidentemente, del suo glorioso passato fra il 1994 e il 2006 con la nazi-rock band Gesta Bellica, della quale basta un paio di strofe dell’omonima canzone per evidenziarne l’alto contenuto etico a favore della pace e della tolleranza fra i popoli: «Tu, rosso compagno, di negri e immigrati compare degno… Che anche per te, vigliacco senza onore, è giunta l'ora della nostra rabbia!». In linea con tutto il loro repertorio che è un lugubre e insensato atto d’accusa contro ebrei, tossicodipendenti, immigrati e avversari politici.

Ma non deve stupire, se a Verona il Comune concede gratuitamente l’Arena per far esibire due gruppi dichiaratamente neonazisti come Sumbu Brothers e 1903. Non deve stupire, se a Verona ex squadristi picchiatori fanno carriera politica, se le lauree si festeggiano con la “caccia ai rossi” a mano armata in giro per i locali di Veronetta, se le intimidazioni sono all'ordine del giorno. Come potrebbe stupire, del resto, se lo stesso sindaco Tosi sfila alla testa di un corteo organizzato da gruppi di estrema destra come Forza Nuova (fondato da Roberto Fiore, ex terrorista di Terza Posizione) e quando l’anno dopo alcuni militanti proprio di quella organizzazione politica aggrediscono ed uccidono in pieno centro storico a calci e pugni Nicola Tommasoli, un ragazzo di soli ventinove, lo stesso sindaco dichiara ai giornali che «è un caso su un milione, poteva capitare a chiunque»? E va oltre i confini del surreale la decisione del consiglio comunale di Verona di nominare come suo rappresentante per l'Istituto Veronese per la Resistenza lo stesso pacifista di cui sopra, Andrea Miglioranzi, che sull’onda delle polemiche poi si dimette. Un quadro abbastanza inquietante, che in questi giorni si arricchisce di telefonate anonime, ronde, incursioni nei locali alternativi di Verona e minacce esplicite agli antifascisti.

Ma è solo una questione politica o c’è dell’altro? Recentemente si sono esibiti a Verona senza problemi gruppi e artisti forse meno espliciti, ma sicuramente inquadrabili a sinistra, cosa rende la 99 Posse diversa da loro? In questi giorni la nostra pagina facebook è presa d’assalto da utenti chiaramente riconducibili alla curva sud veronese. E in questo caso gli insulti sono squisitamente a base di razzismo antimeridionale, con il consueto campionario di «terroni, lavatevi, benvenuti in Italia». Dello stesso tenore, anche molti commenti agli articoli apparsi on line in questi giorni, come se Verona si apprestasse a ospitare una delle sentitissime partite contro il Napoli e non invece il concerto di un gruppo musicale. Ci troviamo quindi di fronte all’ennesimo episodio di bieco antimeridionalismo, di cui si rendono protagoniste le frange estreme e politicamente connotate della tifoseria veronese.

Ma noi rifiutiamo questa logica, perché siamo abituati a distinguere amici e nemici sulla base delle convinzioni politiche, non certo per l’accento, la nazionalità o la fede calcistica. Invitiamo perciò i nostri fans a evitare generalizzazioni uguali e contrarie che facciano di un’erba un fascio: in questo caso, sotto accusa sono i fascisti e i razzisti veronesi, non la città di Verona. Un brutto articolo di un pessimo sito nazionalista dice che se i Sumbu Brothers possono suonare all’Arena e i 99 Posse no, questo dipende dal fatto che i primi avrebbero seguito sul territori, mentre noi non ce l’avremmo. Ebbene, ci duole deluderlo, ma noi stiamo ricevendo da giorni centinaia di messaggi di solidarietà da parte di tanti cittadini veronesi, non solo quelli schierati politicamente a sinistra, ma anche dei sinceri democratici e di chiunque aveva accolto con piacere l’annuncio del nostro concerto.

A questa Verona migliore vanno il nostro abbraccio e il nostro ringraziamento, con la promessa e l’auspicio di costruire insieme le condizioni perché la 99 Posse possa esibirsi al più presto nella loro città, nell’ambito di una più vasta e generale iniziativa contro il fascismo e la sua infame logica di violenza e di morte.

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725 replies since 14/12/2011, 19:14   16401 views
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